Axie Infinity vs Defi Kingdoms: qual è il videogioco crypto che fa per te?

Axie Infinity o Defi Kingdom qual è il videogioco crypto che fa per te

I videogiochi play-to-earn si stanno diffondendo sulla blockchain. Axie Infinity e Defi Kingdoms sono tra i due giochi crypto più famosi: quali sono le differenze e qual è il migliore?

Axie Infinity o Defi Kingdoms: qual è il play-to-earn migliore per te? Questi due giochi crypto sono il cuore pulsante della GameFi, almeno per ora! Nel primo devi mettere insieme una squadra di Axie e farli combattere contro squadre nemiche, nel secondo entri a far parte di un mondo fantasy 8-bit. Ma le differenze non si fermano qui: Axie Infinity e Defi Kingdoms hanno economie profondamente diverse. Scopri di più su due dei videogiochi play-to-earn più importanti della GameFi!

Axie Infinity, il primo play-to-earn

Axie Infinity è il primo play-to-earn ad aver ottenuto successo sulla blockchain, seguendo la scia dei CryptoKitties. Sviluppato su Ronin Network, una blockchain basata su Ethereum, Axie Infinity è stato sviluppato dallo studio vietnamita Sky Mavis. L’idea venne a Trung Nguyen, attuale CEO dell’azienda, che nel 2017 decise di lanciare un gioco su blockchain simile al gioco dei Pokémon. 

Da lì, prese forma l’idea di creare un nuovo sistema di gioco: quello del play-to-earn. La blockchain si presta a questo sistema in maniera eccellente, grazie ai token nativi che possono essere impostati sulla piattaforma! Axie Infinity ad esempio ha due token principali a fondare la sua tokenomics: gli AXS (Axie Infinity Shard) e gli SLP (Smooth Love Potion). Ma il vero mercato di Axie Infinity è formato dagli Axies le creature digitali scambiate come NFT. Gli Axies sono il cuore del gioco: ognuno ha delle caratteristiche assegnate casualmente alla nascita. Il tuo obiettivo è costruire una squadra di 3 Axies, creare un mazzo di “carte” che rappresentano le loro abilità, e farli combattere contro le squadre avversarie!

Il play-to-earn è un sistema che affonda le sue radici nei primi videogiochi online, anche se all’epoca era poco redditizio e spesso addirittura illegale: chi veniva scoperto a vendere oggetti di gioco per denaro vero veniva bannato. Grazie alla blockchain e all’esempio di Axie Infinity, il play-to-earn ha avuto un boom di popolarità, tanto da coniare il termine GameFi, ovvero Gaming Finance. Nelle Filippine e in Venezuela, giocare è diventato un vero e proprio secondo lavoro!

Defi Kingdoms, il play-to-earn e la GameFi multichain

Defi Kingdoms è un videogioco RPG play-to-earn rilasciato originariamente su Harmony, una blockchain Layer-1. Nel mondo 8-bit di Defi Kingdoms, Serendale, puoi davvero fare di tutto: tecnicamente, non è solo un videogioco play-to-earn ma anche un mercato NFT, un exchange decentralizzato e ospita anche delle liquidity pool! L’economia del gioco si basa sul token JEWEL, che può essere messo in staking nella Banca, utilizzato per fare yield farming nei Giardini, oppure può essere speso per acquistare gli Eroi. Gli Eroi sono degli NFT in grado di svolgere varie professioni, oppure possono anche scegliere la vita di coppia, fare figli e creare nuovi NFT.

Defi Kingdoms ha deciso di non fermarsi ad Harmony e di trasformare il suo videogioco play-to-earn in un ecosistema GameFi multichain, partendo da Avalanche. Da marzo 2022 è possibile giocare a Defi Kingdoms sfruttando la blockchain di AVAX. In questo mondo innevato e pixellato, a far girare l’economia non sono i JEWEL ma i CRYSTAL. A parte questo cambio di nome e di veste grafica, però, il gioco è praticamente uguale, ma gli sviluppatori non escludono che in futuro ciascuna blockchain avrà avventure e missioni specifiche!

Anche se Defi Kingdoms è ancora agli albori, il videogioco ha attirato tantissimi giocatori grazie alla sua grafica nostalgica e alla facilità d’uso. Adesso, Defi Kingdoms è soprattutto una piattaforma DeFi con una veste grafica particolare, ma stando alla roadmap, saranno presto inserite missioni, arene per far scontrare gli Eroi e nuovi villaggi da esplorare. Fatto sta che la semplicità con cui Defi Kingdoms riesce a far comprendere concetti complessi come staking e liquidity pool è davvero impressionante!

Tokenomics e gameplay di Axie Infinity: cosa sono AXS e SLP

Axie Infinity si basa su due token ERC-20: AXS e SLP. Il token principale, SLP, si guadagna semplicemente giocando, ma può anche essere acquistato su exchange esterni. SLP serve a far accoppiare due Axie per generare un altro Axie. Il token non ha un hard cap, ma la combinazione tra Axie richiede che gli SLP vengano “bruciati”. Più volte si fa riprodurre lo stesso Axie, più SLP devono essere bruciati perché la generazione abbia successo. Dopo 7 “figli” generati, un Axie diventa sterile e non può più riprodursi, per evitare che l’economia ristagni.

AXS, invece, è il token di governance di Axie Infinity. Il token e il sistema di governance trasformerà Axie Infinity in un gioco crypto totalmente community-driven entro il 2023, stando alle affermazioni degli sviluppatori. AXS può anche essere messo in staking direttamente sulla piattaforma del videogioco, per generare ricompense.

Esistono due tipi di NFT in Axie Infinity: gli Axie e le Land. Gli Axies sono il cuore del gameplay: rappresentano degli adorabili axolotl, che però non si fanno scrupoli a mostrare i denti e a combattere per la gloria dei loro addestratori! Ciascun Axie ha delle caratteristiche che gli danno vantaggi e svantaggi. Ad esempio, un Axie acquatico è avvantaggiato contro un Axie infuocato, mentre è più debole contro un Axie arboreo. Il sistema è un classico “rock-paper-scissors” molto comune in questo tipo di videogiochi, direttamente ispirato dai Pokémon. Le Land, invece, sono NFT che i giocatori possono utilizzare come “campo base” per i loro Axie. Questi terreni, chiamati Terrarium, possono essere migliorati sfruttando delle risorse. Gli sviluppatori rilasceranno presto un’espansione che introdurrà vari modi per accumulare risorse, potenziare i propri terreni e combattere contro potenti boss!

Il market cap di AXS è attualmente di circa 2 miliardi di dollari, e quello di SLP è di circa 65 milioni di dollari.

Tokenomics e gameplay di Defi Kingdoms: cos’è JEWEL 

Defi Kingdoms si basa su un unico token: JEWEL è il token per chi gioca su Harmony, mentre CRYSTAL è il token per chi gioca su Avalanche. Tutta l’economia di Serendal gira intorno al token e a ciò che il giocatore vuole fare con esso. L’ecosistema incoraggia gli utenti a mettere in staking i loro token nella Banca, a metterli in liquidity pool nei Giardini, oppure a utilizzarli per scambiare o acquistare Eroi. Gli sviluppatori del gioco descrivono la Banca come la zona “sicura” dove conservare i propri risparmi. I Giardini, invece, sono descritti come una zona “high risk, high reward”: se conosci il mondo della DeFi, sai bene che il liquidity farming può essere rischioso ed è indicato solo per i trader esperti.

Gli Eroi sono NFT unici e scambiabili, che possono essere “evocati” pagando in JEWEL oppure possono essere acquistati direttamente dagli altri giocatori visitando la Taverna. Ogni Eroe ha delle caratteristiche casuali, che lo rendono più o meno utile. Ad esempio, un Eroe con una buona Forza sarà un ottimo minatore, ma sarà poco abile come giardiniere. Gli Eroi hanno statistiche che tutti i giocatori di RPG conoscono come punti ferita, mana, e stamina, e possono persino trovare dei “pet”, cioè degli animali che li seguono e li potenziano. Mandarli in missione può migliorare questi aspetti e farli diventare sempre più forti. Più sono abili e rari, più diventano preziosi! In futuro, gli sviluppatori hanno intenzione di aggiungere delle arene per far scontrare gli Eroi in combattimenti 3 contro 3 all’ultimo sangue.

Il market cap di JEWEL è di circa 126 milioni di dollari.

Defi Kingdoms o Axie Infinity: quale play-to-earn è il migliore?

Ora sai come funzionano Defi Kingdoms e Axie Infinity: qual è il play-to-earn migliore tra i due, e quale dominerà il mondo della GameFi? Se sei più interessato al gameplay, allora Axie Infinity fa al caso tuo! Ti sembrerà di giocare ai Pokémon o a Final Fantasy, ma con degli axolotl agguerriti. Grazie al play-to-earn, però, non ti sembrerà di stare “sprecando tempo”! Tra una battaglia e l’altra potrai vendere o scambiare Axies per avere piccole ricompense.

Se invece sei più interessato alla finanza decentralizzata, allora DeFi Kingdoms è il gioco crypto per te: la sua veste grafica old-style è perfetta per far imparare ai novizi della blockchain come funziona la DeFi. Yield farming, staking, non-fungible token sono concetti spiegati in maniera semplice ed efficace, con una interfaccia grafica chiara e avvincente. In più, il futuro di Defi Kingdoms è sicuramente multichain: se per te l’interoperabilità è un must, allora non lasciarti sfuggire neanche un Eroe!

Cos’è il Play-to-earn? Dizionario per sopravvivere nella GameFi

Cos’è il Play-to-earn Dizionario per sopravvivere nella GameFi

Non sei appassionato di videogiochi e non riesci a stare dietro al nuovo trend del play-to-earn? Scopri cos’è la GameFi e 5 parole che forse non conosci!

Forse sai tutto di finanza decentralizzata e conosci i grafici a candela meglio di Warren Buffett, ma sei veramente sicuro di sapere tutto del mondo crypto? Se WoW per te significa Wolf of Wall Street e non World of Warcraft, allora potresti trovarti in difficoltà quando discuti di play-to-earn e Gaming Finance. Non farti trovare impreparato: scopri subito cos’è un videogioco play-to-earn e 5 parole della GameFi che dovresti conoscere assolutamente! 

Cos’è il play-to-earn e a cosa serve la GameFi

Guadagnare giocando ti sembra un sogno? Potrebbe essere realtà grazie alla blockchain e al nuovo modello di videogiochi “play-to-earn”! Possibili grazie alla tecnologia degli NFT, questi “nuovi” videogiochi in realtà hanno già una storia alle spalle. Già nei primi anni 2000, alcuni videogiochi multiplayer permettevano ai giocatori di scambiare oggetti di gioco, e alcuni sceglievano di farsi pagare con soldi reali invece di usare le valute del gioco. Questo sistema lasciava molto a desiderare: infatti, gli oggetti non erano davvero “posseduti” dai giocatori. Se i produttori del videogioco chiudevano i server, allora tutti i progressi andavano perduti.

La blockchain, e in particolare i non-fungible token, risolvono questo problema: se possiedi un NFT, vuol dire che quell’oggetto è indiscutibilmente tuo e continuerà a esserlo fin quando non lo vendi! Da questo concetto sono nati i videogiochi play to earn, dove i tuoi risultati non spariscono quando elimini l’account ma rimangono sempre sulla blockchain. E, se vuoi, puoi decidere di vendere i tuoi oggetti in cambio di crypto: ecco cos’è il “play-to-earn”. 

Questo tipo di videogiochi è ancora agli inizi, ma ha già creato un mercato molto florido. Per descrivere questo mercato si usa il termine GameFi, ovvero “Gaming Finance”. Videogiochi come Axie Infinity, The Sandbox o Decentraland permettono ad artisti e videogiocatori di giocare, ottenere oggetti, creare nuovi asset e di scambiare il tutto per avere in cambio crypto o altri NFT! Ma per capire a fondo questo mondo, hai bisogno di conoscere le parole più utilizzate all’interno della community della GameFi. Segui questo comodo glossario per capire a fondo il nuovo trend del play-to-earn!

1. PvP e PvE

Sei una persona competitiva e ti piace dimostrare la tua bravura annientando in combattimento altri avversari come te? Allora ti piaceranno i giochi PvP, ovvero Player versus Player! Se sono questi i videogiochi che ti interessano, allora ti troverai a scontrarti contro altri giocatori umani, cercando di avere la meglio. Axie Infinity, ad esempio, è un videogioco competitivo PvP dove fai combattere i tuoi Axie contro quelli di altri giocatori. Il vincitore ottiene ricompense e gloria! 

Se invece ti piacciono di più i videogiochi meno competitivi, dove devi metterti alla prova contro puzzle e creature gestite da una intelligenza virtuale, allora preferirai il PvE, Player vs Environment. Questi videogiochi sono più tranquilli e spesso hanno una storia più scolpita e interessante, ma possono essere lo stesso molto difficili! Spesso, i videogiochi play-to-earn PvE hanno comunque un hub dove ci si può incontrare con gli altri giocatori per effettuare scambi o per cercare persone con cui affrontare missioni insieme, in cooperativa.

2. NPC

I Non-Player Character (in italiano PNG, Personaggio Non Giocante) sono una parte fondamentale di ogni videogioco, compresi quelli play-to-earn. Gli NPC sono i personaggi creati dagli sviluppatori e che agiscono autonomamente a seconda del loro ruolo: alcuni possono essere di supporto al giocatore, e offrirgli missioni da compiere e ricompense. Altri possono essergli d’intralcio, arrivando persino a combatterli. 

3. RPG/MMORPG

Uno dei generi più famosi nel mondo dei videogiochi è quello degli RPG, o Role Playing Game. Un RPG è un gioco che permette al giocatore di scegliere personalità e azioni del proprio personaggio, facendolo calare in un mondo virtuale da esplorare. Spesso gli RPG sono ricchi di NPC, proprio per regalare un mondo il più realistico possibile. Un esempio? Rarity, l’RPG di Andre Cronje sviluppato su Fantom!

Gli MMORPG, Massively Multiplayer Online RPG, sono invece dei videogiochi di ruolo con una forte componente multiplayer. Possono essere PvE, PvP o anche una combinazione delle due! In questo caso gli NPC sono di meno oppure sono meno caratterizzati, perché a portare il realismo ci pensano i giocatori stessi. Questo tipo di giochi ha dato vita al concetto di “gilde”, ovvero alleanze di giocatori con pensieri affini che si uniscono per affrontare determinate sfide. Sei un fanatico di Bitcoin e non vedi l’ora di suonarle di santa ragione a un massimalista di Ethereum? Su un MMORPG potresti farlo!

4. Loot

La parte più importante di ogni videogioco: il bottino! Quando si parla di loot si intende tutto ciò che i giocatori ottengono sconfiggendo mostri o completando missioni. Nella GameFi, il loot può anche essere in crypto! Andare a caccia di draghi e appropriarsi del loro tesoro in ETH non sembra affatto una “perdita di tempo”, che dici?

5. Gear

E a cosa serve sconfiggere mostri e combattere altri giocatori se non per avere un meritato power-up? Sfrutta le tue ricompense per vestirti da capo a piedi con una nuova armatura scintillante, o per comprare nuove carte e abilità per il tuo Axie! Quando si parla di gear si intende tutto ciò che si può sfruttare per potenziare il proprio personaggio. Nei videogiochi play-to-earn, questi oggetti sono fondamentali per la GameFi perché sono NFT: possono quindi essere scambiati o venduti ad altri giocatori.

I limiti della GameFi

Anche se questa nuova industria sembra molto promettente, presenta dei limiti tecnici non indifferenti. Uno dei più famosi MMORPG, Dark Age of Camelot, nel 2003 raggiunse i 250.000 giocatori: un numero enorme e che provocò rallentamenti nel server. Pensare di gestire le transazioni di tutte quelle persone su una blockchain è impensabile, almeno per adesso. È anche complesso gestire videogiochi online con grafica avanzata su blockchain, ed è per questo che la maggior parte dei videogiochi play-to-earn attuali è piuttosto semplice: ci sono soprattutto giochi di carte collezionabili (simili a Magic: The Gathering), giochi di combattimento a turni come Axie Infinity, e RPG molto semplici.

Nonostante questo, sono già state proposte alcune soluzioni, e l’ambiente della GameFi è molto ottimista. Le nuove soluzioni di scaling potrebbero abbassare i costi delle transazioni e renderle più rapide, ma stanno nascendo anche alcune blockchain concentrate totalmente sugli NFT, come la layer-2 ImmutableX. Alcuni videogiochi “next-gen”, come Illuvium, sono già in sviluppo e hanno raccolto il supporto di utenti e grandi fondi di investimento. Se la GameFi vuole fare breccia nel pubblico mainstream, allora la grafica e la giocabilità dei videogiochi play-to-earn sono fondamentali!

Ti senti più ferrato nei videogiochi ora che sai cos’è la GameFi? Il play-to-earn potrebbe davvero esplodere: d’altronde, gli e-sports stanno diventando sempre più importanti, e non hanno nulla da invidiare agli sport “fisici” come il calcio o la Formula 1! Giocare ai videogiochi non è più da nerd, quindi scopri la GameFi o rivivi le emozioni che provavi quando giocavi a World of Warcraft: la blockchain ti aspetta per nuove avventure!

Bitcoin, Litecoin e Polygon: svolta verso l’anonimato

Privacy Web3 Bitcoin Litecoin Polygon

I nuovi protocolli di Bitcoin, Litecoin e Polygon sono più efficienti e rivelano meno dati per ogni transazione. Come funzionano?

Sin dal white paper di Satoshi Nakamoto nel 2008, Bitcoin e le altre criptovalute che l’hanno seguita hanno messo al primo posto la sicurezza dei loro protocolli. Eppure, la blockchain è aperta e trasparente, e le transazioni sono visibili a tutti: Bitcoin ad esempio non è un protocollo propriamente anonimo ma pseudonimo. Con l’arrivo del Web3 si stanno studiando nuove tecnologie per ottimizzare le transazioni rendendo pubblici sempre meno dati, favorendo privacy e velocità. Scopri come Bitcoin, Litecoin e Polygon si stanno muovendo per prepararsi all’era del Web3!

Bitcoin: con Taproot e Lightning Network per la privacy nel Web3

La blockchain deve essere un archivio trasparente e immutabile: da questa premessa è nato Bitcoin, il primo protocollo per pagamenti peer-to-peer. Se questo sistema decentralizzato non richiede nessun ente a controllarlo, questo non vuol dire che le transazioni siano anonime. Proprio la sua immutabilità fa sì che ogni singolo pagamento sia tracciabile da qualcuno abbastanza determinato. Se qualcuno conosce il proprietario di un wallet, allora può osservare tutte le sue transazioni. 

Per evitare questo sono nati i cosiddetti “crypto tumbler” o “crypto mixing service”, che servono a mischiare le transazioni e a renderle difficilmente tracciabili. In breve, questi servizi fanno passare le crypto attraverso tantissimi indirizzi differenti, per poi farle arrivare al wallet originale. Il problema è che spesso questi sistemi risultano sospetti anche se utilizzati per scopi legittimi, in quanto non sono diretti né verificabili dalla rete. 

Grazie a Taproot, Bitcoin entra in una nuova era dell’anonimato. Il recente aggiornamento, infatti, riduce le informazioni disponibili legate a ogni transazione, omettendo quelle non essenziali alla trasparenza. Non tutte le transazioni sono uguali: alcune sono più complesse di altre, e implicano passaggi aggiuntivi, tutti registrati sulla blockchain. L’esempio più esplicativo è quello delle transazioni multisignature, ossia transazioni che richiedono la “firma” di diverse persone per essere eseguite. Con Taproot, queste transazioni possono essere registrate sulla blockchain come transazioni semplici, omettendo gli indirizzi dei wallet verificatori e garantendo così un primo layer di anonimato. Anche per quanto riguarda il Lightning Network, il soft fork garantisce transazioni più anonime, in quanto l’apertura di un “payment channel” su LN sarà indistinguibile da una normale transazione.

Litecoin sulla scia di Bitcoin grazie a Mimblewimble

Agli appassionati di Harry Potter non sfuggirà la citazione: Mimblewimble è un incantesimo che blocca la lingua degli avversari, rendendoli incapaci di parlare e rivelare informazioni. La citazione è perfetta quando si conosce lo scopo di quest’ultimo aggiornamento: contribuire all’anonimato di chi esegue delle transazioni on-chain! 

Mimblewimble migliora sensibilmente scalabilità e anonimità della sorella minore di Bitcoin. Litecoin, nata come una versione più leggera di Bitcoin, è sempre stata legata a doppio filo con BTC. Con questo aggiornamento però sembra che voglia prendere una direzione diversa. Secondo lo sviluppatore capo del progetto Mimblewimble, David Burkett, le nuove funzionalità di Litecoin dovrebbero renderla una moneta efficace per le transazioni quotidiane. 

Anonimato, scalabilità e fungibilità: sono queste le tre parole d’ordine che l’aggiornamento ha portato per LTC. Il Web3 con tutti i suoi possibili utilizzi, creato dagli utenti per gli utenti, avrà bisogno di un sistema di pagamento decentralizzato, sicuro e attento alla privacy: Litecoin riuscirà a rubare la scena a Bitcoin?

Polygon e i protocolli Zero-Knowledge per la privacy nel Web3

Anche Polygon si sta impegnando per l’anonimato dei suoi utenti. Per fare questo sta installando sulla sua piattaforma una suite di protocolli “Zero-knowledge”. Questi protocolli, anche chiamati “Zk”, sono fondamentali sia per garantire l’anonimato degli utenti sia per migliorare la scalabilità delle blockchain. Secondo Vitalik Buterin, i Zk sono una delle più grandi rivoluzioni della blockchain, ma sarà adottato nel suo utilizzo solo quando il Web3 diventerà mainstream. In un articolo del suo blog, le ha definite come uno dei prossimi target a cui deve puntare Ethereum. “Forse, la più potente innovazione crittografica dell’ultimo decennio è rappresentata dai protocolli zero-knowledge”. Grazie ad essi, sarà possibile validare transazioni lunghe e complesse in maniera estremamente rapida e anonima.

In particolare, il team di Polygon ha annunciato l’introduzione di un servizio per la verifica dell’identità anonimo. Questo permetterà agli smart contract di accertarsi dell’identità di qualcuno senza rivelarla all’altro capo della transazione. Il resto della suite di Polygon comprende anche una piattaforma ad-hoc per sviluppatori e un wallet studiato per assicurare la privacy tra le dapp del Web3. “Stiamo dando agli utenti il controllo totale della loro identità e dei loro dati personali, togliendo potere agli enti centralizzati” ha scritto il team di Polygon. Queste soluzioni Zk permetteranno, per esempio, votazioni anonime nelle DAO, procedimenti Know-Your-Customer privati e di mandare messaggi totalmente immuni a ogni tipo di censura.

6 crypto che si aggiornano a Maggio 2022

Criptovalute: le più interessanti di maggio 2022

Si avvicina l’estate e il tuo wallet crypto ha bisogno di una rinfrescata? Scopri le criptovalute più interessanti di Maggio 2022!

Il mondo crypto si muove alla velocità della luce, per questo non è sempre facile tenere il passo con le sue evoluzioni. In questo articolo troverai gli aggiornamenti dei progetti su blockchain e le novità più rilevanti per questo mese. Scopri le criptovalute più interessanti di Maggio 2022!

1. Tezos (XTZ), al lavoro sulla scalabilità 

Nel corso di un’intervista durante la Paris Blockchain Week, Arthur Breitman il co-fondatore di Tezos ha spiegato dove sono concentrate le energie del progetto in questo momento. Breitman ha raccontato che questo “è stato un anno di crescita, specialmente nello spazio NFT”, in effetti in questi ultimi mesi ci siamo soffermati spesso sui token non fungibili costruiti su Tezos. Il team di Tezos si aspetta la stessa “esplosione” anche per i settori della DeFi e del gaming su blockchain. Il futuro di Tezos si concentrerà dunque su questi due punti, che nel settore crypto sono tra i più chiacchierati e innovativi. Per quanto riguarda la DeFi, Breitman vuole costruire un ecosistema capace di fornire servizi di finanza decentralizzata non solo per asset digitali, ma anche per quelli “real world”. L’idea è quella di combinare la finanza classica e quella decentralizzata. 

Breitman inoltre ha rivelato la strategia di Tezos per risolvere il trilemma della scalabilità. Il 1 Aprile 2022 è stato attivato il nono aggiornamento del network con Ithaca 2, con questo è stato cambiato il meccanismo di consenso. Tenderbake, questo il suo nome, è stato pensato per aumentare la velocità di finalizzazione delle transazioni. Un’altra soluzione per migliorare la scalabilità riguarda l’utilizzo di optimistic rollup, ovvero delle soluzioni di scalabilità Layer 2 tipici della blockchain di Ethereum. Questa integrazione apre la strada quindi alla compatibilità di Tezos con l’Ethereum Virtual Machine (EVM).

2. Cardano (ADA), un network in fermento

Nella lista delle criptovalute più interessanti di Maggio 2022, c’è anche ADA, la coin nativa di Cardano. Nel mese scorso la media dei wallet ADA creati giornalmente si è alzata da 2.000 a 8.000 circa. Ad Aprile in totale Cardano ha aggiunto al suo network 100.000 nuovi wallet, e Hoskinson, il fondatore del progetto ha commentato: “siamo solo all’inizio”. 

Anche se il numero delle transazioni al giorno è rimasto invariato, le transazioni superiori a 100 mila dollari sono aumentate di 50 volte dall’inizio del 2022. Cosa testimonia questo dato? Un crescente interesse da parte delle istituzioni e degli investitori istituzionali. Nel mese di Aprile, Cardano ha attirato anche altri 400 progetti. Nel complesso stanno lavorando su Cardano 900 progetti e la cifra aumenta di giorno in giorno. La maggior parte di questi progetti non è ancora in attività ma in fase di sviluppo e test, tuttavia l’hard fork Vasil di Giugno 2022, migliorando le prestazioni degli smart contract del network, potrebbe facilitare la messa a terra di più dapp.  

3. Dogecoin (DOGE), la nuova moneta di Twitter?

L’attenzione è tornata su Dogecoin grazie alle ultime azioni imprenditoriali di Elon Musk. L’amministratore delegato di Tesla il 25 Aprile ha comprato Twitter per 44 miliardi di dollari. Il destino del social network ora è nelle sue mani e in molti si stanno interrogando sul ruolo di DOGE. Elon Musk è sempre stato un grande estimatore delle criptovalute e in particolare della memecoin più famosa di tutte. Qualche mese fa Musk aveva già proposto al team di Twitter di integrare DOGE nel servizio a pagamento del social network: Twitter Blue. Dopo la notizia il prezzo di Dogecoin ha avuto un’impennata per poi stabilizzarsi intorno ai 13 centesimi. 

Elon Musk è stato colui che ha costruito la fama di Dogecoin, i suoi successi personali influenzeranno quelli della crypto? Dogecoin e Musk sembrano essere molto collegati, da questo momento anche Twitter potrebbe entrare in questo sistema di reciproche “sollecitazioni”. Il 20 Dicembre 2020 con un tweet di tre parole, Musk ha dato via a un’era: “One Word: Doge”. Il prezzo della coin è aumentato subito del 20%. Dogecoin il 20 Aprile ha festeggiato il suo secondo Doge Day, una giornata voluta dalla community sostenitrice per auspicare il raggiungimento del prezzo di 1$. Anche un’altra crypto star ha osannato Dogecoin di recente, si parla di Roger Ver, che ha rotto il silenzio stampa in cui si era rinchiuso per oltre un anno. Il Bitcoin Jesus, in merito all’acquisizione di Twitter, ha commentato che tra le crypto leader nel panorama Dogecoin “è la più economica e affidabile. Se dovessi scegliere tre contendenti sarebbero DOGE, Litecoin e Bitcoin Cash”.

4. Polygon (MATIC), l’impegno per una blockchain green

La blockchain di MATIC ha pubblicato il suo Manifesto Green per diventare carbon neutral entro la fine del 2022. In poche parole Polygon ha deciso di compensare le emissioni di CO2 derivanti dal consumo di energia necessario per finalizzare le sue transazioni. Per controbilanciare le emissioni, Polygon acquisterà crediti di carbonio che andranno a finanziare iniziative green. Oltre all’impegno per far diventare MATIC una criptovaluta sostenibile da ogni punto di vista, Polygon ha lanciato anche i supernet

Si tratta dell’evoluzione di Polygon Edge, un framework modulare che permette di sviluppare diversi tipi di chain (Layer 1 o 2), per l’esecuzione di qualsiasi tipologia di dapp. I Polygon Supernet sono l’upgrade di questo sistema e renderanno la blockchain più scalabile. Infatti tutti i supernet sono collegati tra loro, e a Polygon, di cui utilizzano l’infrastruttura Proof-of-Stake. Per far decollare questa visione interoperabile, Polygon ha stanziato un fondo di 100 milioni di dollari per avviare nuovi progetti. 

5. SushiSwap (SUSHI), un nuovo team e il piano di governance

SUSHI è il token di SushiSwap, uno degli exchange decentralizzati più conosciuti e usati di sempre. Negli ultimi tempi SushiSwap ha risentito di una governance instabile e un team non particolarmente coeso, il tutto è culminato con il fallimento dell’acquisizione di Frog Nation, una piattaforma DeFi. Questo è stato il momento di svolta per SushiSwap, come sempre dopo aver toccato il fondo non si può che salire! La community del DEX si è data da fare per rialzare il progetto e ha discusso dei suoi prossimi passi nei vari forum. Il 25 Aprile è stato rilasciato un documento dal titolo “Sushi 2.0: A Restructure For The Road Ahead” che contiene tutte le novità previste e l’approccio utilizzato per ristrutturare il team: “è stata condotta una riorganizzazione ed è stato composto e confermato un team forte e leale. Inoltre, sono stati aggiunti diversi nuovi membri del team. Sono state riavviate le relazioni con i principali stakeholder ed è stato nominato un consulente operativo esterno”.

SushiSwap ha avanzato anche la proposta di una DAO. In generale le novità di SushiSwap riguardano la qualità della sua organizzazione, l’obiettivo è quello di costruire una leadership e di fornire una maggiore trasparenza. L’assunzione dei nuovi talenti sarà sottoposta all’esame di tutte le parti interessate, dalla community agli stakeholder. Coglieremo presto i frutti di questa nuova fase di SushiSwap?

6. Ethereum Name Service (ENS), un milione di nomi del Web3

Infine tra le criptovalute più interessanti di Maggio 2022, troviamo anche ENS: il token di Ethereum Name Service, il protocollo per la creazione di domini decentralizzati su Ethereum. Per chi non sapesse di cosa si tratta, ENS è un servizio che permette di registrare e acquistare dei domini sotto forma di token non fungibili (ad es. youngplatform.eth) che fungono come username e indirizzi a cui collegare il proprio wallet. ENS è una vera comodità per chi si muove quotidianamente nel terreno del Web3! Nel mese scorso il mercato degli NFT di ENS si è conteso le classifiche solo con le famosissime Bored Ape, toccando anche picchi giornalieri che hanno scavalcato le vendite del BAYC. La vendita più significativa dell’ultimo periodo è stata quella del nome “555.eth” a 158.000 dollari. I nomi ENS composti da cifre sono particolarmente ambiti perché i proprietari dei domini a tre o quattro cifre (fino al 9.999) possono entrare a far parte del 10kclub, un “Web3 social club”. 

Il 1 Maggio 2022 ENS ha raggiunto il milione di domini registrati sulla sua piattaforma! Una pietra miliare per il protocollo che a Gennaio 2022 (quando ENS è stata listata su Young Platform) contava appena 600 mila domini. Ad Aprile ENS ha contato 163.000 nuovi utenti, 7.8 milioni di entrate (tutte destinate alla DAO) e 4.000 ETH nei mercati secondari come OpenSea.

Yuga Labs, la startup dietro il BAYC e il crash di Ethereum

Bored Ape Yuga Labs ha intasato Ethereum

Yuga Labs, l’azienda di NFT che ha creato il Bored Ape Yacht Club, ha mandato in tilt Ethereum con gli NFT del suo metaverso Otherside

Se hai provato a eseguire una transazione su Ethereum sabato sera, probabilmente avrai avuto la sensazione di essere sul Raccordo Anulare a ridosso delle vacanze o di prendere un caffé in piazza San Marco a Venezia. Per qualche ora, le gas fee di Ethereum hanno raggiunto vette astronomiche. Parliamo di più di tremila dollari di gas! Dietro a questo incredibile picco c’è lo zampino di Yuga Labs, creatori di Bored Ape Yacht Club, che ha aperto il mint degli attesissimi NFT del suo metaverso, Otherside. Scopri come Yuga Labs ha intasato Ethereum con Otherside, il loro nuovo progetto NFT!

Yuga Labs: la startup che ha rivoluzionato gli NFT

Come tutte le migliori storie, quella di Yuga Labs comincia con quattro amici al bar. Un bar virtuale, però, ovvero su Twitter! Gordon, Gargamel, Tomato e Sass, gli pseudonimi dei quattro amici, erano tutti interessati alle crypto fin dal 2017. Twitter, il social di riferimento per tutti gli appassionati di blockchain, era invaso da meme, milionari in cerca di un progetto promettente, e falsi milionari in cerca di un progetto che li rendesse veri milionari. La maggior parte degli appassionati amava farsi chiamare “ape”, cioè “scimmia”.

In questo panorama tecnologico, in cui le crypto si stavano affacciando nel mondo mainstream, stava anche nascendo una nuova tecnologia: quella degli NFT, ovvero non-fungible token. I quattro amici, sulla scia dei CryptoPunks e dei Crypto Kitties, volevano creare delle collezioni artistiche digitali sfruttando proprio questi token. Rispetto ai loro predecessori, avevano però avuto un’idea brillante: gli NFT potevano servire non solo a provare inequivocabilmente il possesso di qualcosa, ma anche a dare accesso a eventi privati, ad airdrop esclusivi e molto altro! Fondarono la startup Yuga Labs e il loro primo progetto fu l’ormai leggendario Bored Ape Yacht Club

La prima settimana di minting non fu particolarmente brillante: in sei giorni, solo 500 scimmie annoiate su 10.000 erano state acquistate, nonostante il prezzo di 0.2 ETH. Ma la notte del primo maggio, le “scimmie” dello spazio crypto rivalutarono il progetto: tutti i restanti NFT andarono a ruba! Yuga Labs, forte del successo di BAYC, continuò a sfornare collezioni come la Mutant Ape Yacht Club o la Bored Ape Kennel Club. Tra party esclusivi a New York, aste milionarie ed eventi di beneficenza, la startup continua con un nuovo progetto: Otherside, dando forma al metaverso che finora esiste solo nelle fantasie della community crypto!

Che cos’è Otherside, il metaverso di Yuga Labs tra scimmie, LAND e Koda

Otherside è il nome del metaverso ideato da Yuga Labs e sviluppato da Animoca Brands. Anche se non ci sono ancora dettagli specifici su come funziona Otherside, circolano varie ipotesi. Quel che è sicuro è che sarà compatibile con gli altri metaversi sviluppati su Ethereum, e perciò è probabile che gli asset acquistati su The Sandbox, ad esempio, saranno utilizzabili anche su Otherside.

Nonostante la scarsità di informazioni, Yuga Labs ha dato il via al mint di 55.000 Otherdeeds, ovvero NFT che rappresentano la proprietà di alcuni appezzamenti di terreno su Otherside. Ogni LAND ha un ecosistema e delle risorse, di varie rarità. Alcune possono avere degli oggetti rari, o possono persino contenere un Koda, la creaturina raffigurata anche nel logo del metaverso di Yuga Labs. Tantissimi hanno acquistato un terreno virtuale al prezzo di 305 APE, il token del Bored Ape Yacht Club. 

Dopo pochissime ore tutte le LAND sono andate sold out, e adesso il floor price è già più che raddoppiato! Su OpenSea, il prezzo minimo per un Otherdeed comune è di 3 ETH. L’hype è alle stelle, e a quanto pare tutti vogliono entrare nel nuovissimo metaverso! Nonostante questo, il mint di Yuga Labs ha intasato Ethereum per qualche ora, perciò è lecito chiedersi: è stato un successo o un fallimento?

Yuga Labs ha intasato Ethereum: le reazioni sui social

Il mint dei nuovissimi NFT di Yuga Labs è stato uno degli eventi di maggiore successo nel mondo crypto, considerando che i 55.000 Otherdeeds sono stati comprati tutti in pochissime ore. Il mint, che si è tenuto su Ethereum, ha sovraccaricato la rete, che ha avuto anche problemi di congestione. Le gas fee si sono alzate così tanto che è cominciata una cosiddetta “gas war”, dove chi vuole eseguire transazioni è disposto a pagare commissioni altissime pur di avere la precedenza rispetto a tutte le altre transazioni. 

Anche se la rete di Ethereum non ha subito nessun down e ha continuato a funzionare nonostante il sovraccarico, Yuga Labs è stata piuttosto dura con la blockchain di Buterin. “È fin troppo chiaro che ApeCoin dovrà migrare su una blockchain proprietaria se vorrà davvero scalare” ha scritto su Twitter. Altri utenti, però, hanno fatto notare a Yuga Labs che il sovraccarico è stato dovuto a un errore nella compilazione dello smart contract che regolava il minting. Un utente in particolare ha simulato uno smart contract che avrebbe fatto risparmiare quasi 40.000 ETH in gas fees.

Comunque la si pensi, Yuga Labs è una startup che è riuscita a far parlare di nuovo di sé con questo nuovo progetto. Otherside potrebbe essere il degno successore dei Bored Ape Yacht Club? Riuscirà a trasformare gli APE in una valuta in grado di rivaleggiare con altri metaversi come The Sandbox o Decentraland? Tutto dipende dalle scelte di Yuga Labs, ma considerando il loro passato, sembra molto probabile che – Ethereum o no – riusciranno a riproporre un progetto di successo! Ora che sai cos’è Otherside dai un’occhiata a tutte le LAND già disponibili su OpenSea, ma occhio: non sono economiche!

5 curiosità che rendono Fantom una piattaforma DeFi unica 

5 curiosità su Fantom, la piattaforma blockchain

Perché Fantom è legata a Cronje? Cosa ci fa il suo logo sui circuiti di F1? Davvero posso pagare un hotel in FTM? Scopri 5 curiosità su Fantom!

Su Young Platform è ora disponibile FTM, il token di Fantom! Di sicuro ne hai già sentito parlare, questa piattaforma blockchain è una delle più usate per la fornitura di servizi DeFi ma sei sicuro di sapere proprio tutto? Di certo il suo brand “spettrale” non passa inosservato, tra emoji di fantasmini e il riferimento al musical “il Fantasma dell’Opera” gli sviluppatori che usano Fantom si sbizzarriscono in metafore e nomi da brividi. Un esempio? Il token BOO di Spookyswap, la dapp Tomb Finance e gli NFT di Fantums of Opera. Ma l’ecosistema di FTM non nasconde solo easter egg horror, ecco 5 curiosità su Fantom!

1. La storia di Andre Cronje con Fantom

Una semplice ricerchina su Google o su Twitter mostra che Fantom è associata spesso al nome di Andre Cronje. Ma chi è Andre Cronje? E soprattutto, perché è così importante per Fantom? Cronje è uno degli sviluppatori più prolifici del settore DeFi, creando diversi protocolli e dapp ha contribuito a formare l’attuale immagine della finanza decentralizzata e del Web3. Cronje è diventato una crypto star per la sua abilità con i codici ma anche per i suoi ripetuti “rage quitting” alla DeFi (dopo l’ultimo di qualche mese fa, nei giorni scorsi ha rotto il silenzio parlando della necessità di una regolamentazione crypto). Le sue creature più famose sono Yearn Finance e Keep3r, ma Cronje ha contribuito anche allo sviluppo di altri protocolli come quello di Fantom. Lo sviluppatore ha lavorato a Fantom dal 2018 al 2022 come technical advisor e come presidente del Fantom Foundation Technology Council. La sua impronta è stata decisiva e il suo prestigio nel campo DeFi ha attirato la fiducia di molte persone che sono diventate sostenitrici di Fantom.

Dopo il saluto di Cronje, Fantom ne ha risentito in termini di popolarità e in calo di TVL, ma la DeFi non è fatta da singoli sviluppatori. Il team ha continuato a lavorare guadagnando meritati successi!

2. Fantom culla di Metaversi

Quando si progetta un Metaverso su blockchain si deve tenere conto di tutte le transazioni che devono essere processate da tutti gli utenti attivi, e Fantom ha tutte le carte in regola per essere una piattaforma amata dagli sviluppatori di Metaversi: è veloce, scalabile ed economica! 8BIT Nostalgia è uno dei Metaversi su Fantom, in sostanza è uno spazio 3D interattivo che può essere esplorato da avatar venduti come NFT. Su 8BIT ci sono aree di gioco e arene in cui gli utenti possono trovarsi a chiacchierare e progettare nuove funzionalità. 8BIT si sta espandendo grazie a diverse collaborazioni, ad esempio i proprietari della collezione ADAPunks su Cardano potranno utilizzare le loro “skin” anche su Fantom. Come dice il nome, le atmosfere di 8BIT sono davvero nostalgiche. Non può che scenderti una lacrimuccia ripensando a Pokemon Perla su Nintendo DS!

Un altro Metaverso su Fantom è Pod Town, che si sta distinguendo per la costruzione di una solida economia in-game. Pod Town infatti sta integrando una serie di servizi DeFi con cui i giocatori possono gestire e monitorare i loro asset di gioco e wallet. Terzo progetto degno di nota è Slothtopia, questo Metaverso su Fantom sta sviluppando un mondo virtuale in 3D compatibile con la VR. 

3. Una squadra fortissimi

Fantom lavora con la crème del Web3, infatti tra i protocolli integrati alla piattaforma blockchain troviamo Chainlink, The Graph e Ankr. Nel dettaglio, Fantom lavora con Chainlink per “costruire prodotti DeFi sicuri e scalabili come stablecoin decentralizzate, protocolli di prestito e asset sintetici”. Gli sviluppatori che utilizzano l’infrastruttura di Fantom possono accedere liberamente agli oracoli di Chainlink per combinare e confrontare dati on-chain e off-chain da fonti affidabili. The Graph invece torna utile quando si vogliono consultare informazioni di diverse blockchain, informazioni che possono essere utili per sviluppare e offrire soluzioni crosschain. Con The Graph, Fantom ha trovato la soluzione ai problemi di interoperabilità. Fantom infine utilizza le API e i tool di sviluppo del protocollo Ankr

4. Prenota le tue vacanze con Fantom

Tra le 5 curiosità su Fantom, c’è un’iniziativa che fa sognare le vacanze. Nel 2020 Fantom ha iniziato una partnership con Travala.com, la principale piattaforma di prenotazione di viaggi in criptovalute attiva dal 2017. Grazie a questa collaborazione, su Travala si possono utilizzare direttamente i propri FTM per prenotare hotel, case, voli, tour e varie attività. Il progetto Travala mira a rendere l’industria dei viaggi più economica, equa e inclusiva, chi usa FTM per i pagamenti potrà risparmiare oltre il 40% (rispetto ad altre classiche agenzie di viaggio online) e poter scegliere fra 2 milioni di strutture e 600 compagnie aeree. 

5. Tra campioni di velocità ci si intende: Fantom e F1

Fantom ha firmato due accordi per sponsorizzare altrettanti progetti di Formula 1. Nel 2021 è stata annunciata la collaborazione con il team italiano Scuderia Alpha Tauri, il logo di Fantom è comparso sulla vettura, sui caschi e le tute dei piloti. 

Da Marzo 2022 il brand di Fantom è presente anche sulle attrezzature di Pietro e Enzo Fittipaldi, i due piloti di F1 conosciuti anche come i Fittipaldi Brothers. Oltre alla sponsorizzazione, i due fratelli hanno scelto Fantom come piattaforma per creare la loro prima collezione di NFT: “mio fratello ed io ci siamo interessati allo spazio delle criptovalute da un po’ di tempo, siamo affascinati dal potenziale che ha per ispirare la libertà finanziaria e dagli strumenti per gli atleti di impegnarsi con i loro fan“, ha commentato Pietro Fittipaldi.

UniSwap o Curve? Due exchange decentralizzati a confronto

Uniswap vs Curve 2022

Uniswap e Curve sono due exchange, entrambi decentralizzati ma con alcune differenze. Scopri qual è il DEX migliore del 2022!

All’inizio, il mercato delle crypto era dominato dagli exchange centralizzati. La facilità d’uso e la comodità dei CEX li ha resi e li rende tuttora lo strumento più sicuro e user-friendly per gli appassionati di crypto. Nel 2018, però, è arrivato UniSwap, il primo exchange decentralizzato innovativo. Rispetto agli exchange decentralizzati di prima generazione, UniSwap è automatizzato, senza un order book vero e proprio, e per questo dispone quasi sempre di una buona liquidità per permettere gli scambi.

Il successo di questo nuovo protocollo ha portato alla nascita di molti altri DEX, a volte quasi “copiati” da UniSwap. Proprio mentre l’ambiente della DeFi stava diventando monotono, è arrivato Curve, un exchange decentralizzato multichain specializzato negli scambi di stablecoin. Questo DEX risolve un problema di UniSwap, ovvero la volatilità delle pool quando le crypto che si scambiano hanno prezzi simili. Vediamo le differenze tra UniSwap e Curve e qual è il miglior DEX nel 2022.

UniSwap, pioniera degli exchange decentralizzati

Chi prima arriva meglio alloggia: anche se le “copie” abbondano, UniSwap è il DEX con i volumi più alti del mercato DeFi. Dal 2018, il protocollo ha rivoluzionato il mercato crypto con la sua piattaforma user-friendly e dalla tecnologia innovativa. Fino a quel momento, i pochi exchange decentralizzati esistenti utilizzavano dei classici order book, che gestivano gli ordini di acquisto o di vendita. Il problema era che in questo modo c’era poca liquidità all’interno dell’exchange; non era raro trovarsi di fronte a scambi lenti, eseguiti a prezzi indesiderati o totalmente bloccati.

UniSwap ha quindi sfruttato la tecnologia degli smart contract e ha sostituito il vecchio sistema peer-to-peer con un sistema peer-to-contract. Il DEX ha inserito nel protocollo gli AMM (Automated Market Maker). Il “maker”, ovvero la parte che soddisfa l’ordine, non è più un altro trader ma uno smart contract. L’AMM prende liquidità dalle “liquidity pool” e porta a termine gli scambi in maniera totalmente automatica. Ogni “pair” di crypto ha una liquidity pool, all’interno della quale sono presenti un gran numero di token sempre disponibili. 

La domanda sorge spontanea: chi è che rimpingua le liquidity pool? Ecco l’altra trovata geniale di UniSwap. Invece di affidarsi ad aziende o investitori, come per gli exchange centralizzati, UniSwap offre ricompense agli utenti che “bloccano” le loro crypto nelle pool di liquidità. Così, sono gli stessi utilizzatori della blockchain a offrire liquidità al DEX, in cambio di una parte delle commissioni dell’exchange.

Curve, un DEX per stablecoin 

UniSwap, e gli exchange decentralizzati in generale, hanno un problema notevole: quando si scambiano crypto con valori simili (come le stablecoin, per esempio), può avvenire un fenomeno detto “slippage”. Lo slippage avviene quando il prezzo di mercato varia repentinamente mentre lo smart contract sta finalizzando l’ordine, portandoti a un risultato diverso da quello inizialmente previsto. 

Curve ha implementato un metodo per evitare questo fenomeno, comune negli altri DEX soprattutto durante lo scambio di stablecoin. Le sue liquidity pool sono specializzate per far fronte a grossi scambi tra valute con bassa differenza di valore. Oltre alle classiche stablecoin, è possibile scambiare anche altre crypto come ad esempio wBTC e renBTC, entrambi token su Ethereum ancorati al valore di BTC.

Curve ha riscosso un certo successo in quanto un DEX così efficace nello scambiare valute di questo tipo ancora non esisteva. Spesso i trader hanno bisogno di un certo tipo di stablecoin rispetto a un altro, perché non tutte le piattaforme e i protocolli accettano ogni tipo di crypto. Ad esempio, un protocollo di DeFi potrebbe accettare solo stablecoin decentralizzate, portando un trader a dover prima scambiare i suoi Tether per DAI o UST.

UniSwap e Curve: le novità dei DEX per il 2022

Due DEX innovativi con due specializzazioni differenti: sembra un buon compromesso, ma sia Curve che UniSwap vogliono espandersi e diventare gli exchange decentralizzati migliori della blockchain! Con gli ultimi aggiornamenti, entrambi i DEX hanno cercato di andare oltre Ethereum e oltre le loro nicchie, ed entrambe le roadmap promettono grandi innovazioni. Vediamo le novità!

UniSwap: l’espansione verso nuovi orizzonti e la concorrenza a Curve

UniSwap ha dominato il mercato dal suo rilascio, tranne per qualche periodo in cui il suo market share è stato insidiato da SushiSwap. Ma, durante l’estate 2021, Curve è riuscito a “flippare” la situazione, e da agosto 2021 UniSwap ha perso la sua corona per quanto riguarda il valore dei token bloccati nel protocollo. Nonostante questo, il team di sviluppo del DEX più famoso della blockchain ha messo in campo una serie di miglioramenti per non essere lasciato indietro dagli avversari sempre più determinati. 

Tra le azioni più significative, c’è l’espansione oltre l’ecosistema di Ethereum verso piattaforme layer-2 come Arbitrum, Optimism e Polygon. Proprio su Polygon il DEX, implementato a fine 2021, ha riscosso un enorme successo! In poco tempo, UniSwap ha scalzato altri exchange decentralizzati come SushiSwap o QuickSwap presenti su Polygon da più tempo. La DAO che governa UniSwap ha inoltre promosso delle iniziative per portarla su altre blockchain, in particolare Gnosis (GNO) e Moonbeam, una parachain di Polkadot (DOT). L’exchange ha anche deciso di provare a esplorare orizzonti oltre la finanza decentralizzata, istituendo gli UniSwap Lab Ventures (ULV), un fondo di investimenti attivo nello sviluppo di strumenti per il Web3. Tra i progetti supportati ci sono nomi importanti come Aave e MakerDAO, l’organizzazione autonoma centralizzata che governa la stablecoin DAI.

Inoltre, l’ultimo grande aggiornamento di UniSwap, V3 (rilasciato a maggio 2021) ha istituito la liquidità concentrata e i range order, due facce della stessa medaglia. La prima permette ai fornitori di liquidità di selezionare una fascia di prezzo specifica per cui fornire liquidità a una singola pool, il secondo dà la possibilità ai trader di scegliere il range di prezzo limite a cui eseguire un ordine. Il vantaggio per i fornitori è che l’estrema volatilità non costituisce più una minaccia per i loro token, mentre per i trader significa avere commissioni più proporzionate al rischio e minore slittamento dei prezzi. La soluzione  è una sfida esplicita a Curve, e potrebbe convincere i trader a scegliere UniSwap come DEX di fiducia se questo sistema dovesse risultare più performante rispetto a quello messo in atto da Curve.

Curve: le liquidity pool e l’endorsement di Terra

Anche Curve ha provato a estendere le proprie potenzialità. Con Curve V2, il protocollo ha cominciato a offrire mercati anche per asset dai valori diversi, grazie a delle liquidity pool che comprendono più di due crypto. Con la nuova versione, infatti, sono state istituite pool con 3, 4 o anche 5 crypto differenti. Tricrypto è una delle liquidity pool più importanti di Curve, e permette scambi tra ETH, wBTC e USDT. Su Polygon è persino disponibile una pool che permette di scambiare wBTC, ETH, DAI, USDC e USDT. Nonostante la presenza di più crypto, l’algoritmo studiato da Curve permette di utilizzare la liquidità in maniera più efficiente, senza creare perdite alla pool stessa.

Per quanto riguarda le pool che comprendono solo stablecoin, 3pool è sicuramente la più importante. All’interno troviamo liquidità per DAI, USDT e USDC. La sua dominanza però è stata messa in discussione da Do Kwon, nella lotta tra DAI e UST, la stablecoin dell’ecosistema Terra. Il 2 aprile, il fondatore di Terra ha annunciato il lancio di 4pool, composta dalle stablecoin UST, FRAX, USDT e USDC. Considerando l’importanza dell’ecosistema Terra, un annuncio del genere potrebbe convincere trader esterni a Curve a utilizzare 4pool per gli scambi tra stablecoin, considerando che USDT, USDC e UST sono rispettivamente prima, seconda e quarta per market cap.

In futuro, Curve potrebbe approdare su Celo, una blockchain per la DeFi che si dichiara eco-sostenibile e “mobile friendly”. Questo potrebbe essere un grande vantaggio per la DeFi, essendo un settore che risente di una gran mancanza di usabilità e accessibilità. Celo ha anche delle stablecoin native ancorate all’euro e al real brasiliano, e potrebbe rappresentare una svolta per chi si approccia alla finanza decentralizzata dall’Europa o dall’America del Sud.

Qual è il miglior DEX nel 2022?

Entrambi i DEX hanno dei punti di forza ma anche delle differenze, qual è il migliore nel 2022? UniSwap è sicuramente un “unicorno” della DeFi, e lo sta dimostrando ulteriormente dopo gli ultimi annunci. Il suo utilizzo si sta diffondendo a macchia d’olio, andando anche oltre la finanza decentralizzata, anche grazie all’interfaccia più semplice e user-friendly rispetto agli avversari. In più, UNI rimane il token DEX con marketcap più alto.

D’altro canto, Curve rimane un exchange decentralizzato valido, con tantissima liquidità a disposizione e con una community attiva. Il valore bloccato all’interno del protocollo è più alto rispetto a UniSwap, un bene per la finanza decentralizzata sempre assetata di liquidità. La governance di Curve, però, ha un difetto: è vulnerabile a un cosiddetto “governance attack”. Bloccare i propri CRV infatti garantisce agli individui un certo numero di voti. Questi voti possono anche aumentare o diminuire gli incentivi di ciascuna pool. Dei malintenzionati, quindi, potrebbero comprare un gran numero di CRV, bloccarli e votare per aumentare le ricompense di una pool, manipolando artificialmente il mercato. Fortunatamente esiste un board di sicurezza per rispondere agli attacchi e ribilanciare l’ecosistema, ma se questa debolezza non verrà sradicata, si tratta di un altro punto a sfavore di CRV rispetto a UNI.


Ma il verdetto finale è riservato al futuro: sarà la V3 di UniSwap la soluzione ai problemi dei DEX, o l’algoritmo firmato Curve rimarrà anche nel 2022 il DEX migliore per le stablecoin?

L’adozione delle criptovalute nel 2022 in Europa e nel mondo

Futuro criptovalute 2022 USA Europa Africa America del Sud

Il futuro delle criptovalute nel 2022 tra le leggi in USA ed Europa, i divieti in Cina e i casi d’uso reali in Africa e America del Sud.

Ormai il fenomeno delle crypto è troppo grande per essere ignorato. Negli USA, il tema è scottante e molto sentito, tanto che ci sono discrepanze tra le idee della SEC, che continua a vietare gli ETF spot, e il governo statunitense stesso. Le crypto però riescono anche a “riunire” la frammentata situazione politica USA, come dimostrato dalle idee affini di Eric Adams, sindaco democratico di New York, e Francis Suarez, primo cittadino repubblicano di Miami recentemente impegnato nella Miami Bitcoin Conference.

E nel resto del mondo? L’Unione Europea sta preparando una serie di leggi che regolamenti le crypto e i wallet, al contrario della Cina che ha completamente bandito le crypto. In Africa e in America del Sud, invece, troviamo casi d’uso reali, un piccolo assaggio di quello che le criptovalute potranno diventare! Scopri di più sul futuro delle criptovalute nel 2022 in Europa, in Africa e in America del Sud.

Le crypto in Europa: regolamentazioni e utilizzi concreti

Il mercato bullish del 2021 ha sicuramente fatto breccia nei cuori di molti europei, che vuol dire questo per il futuro delle criptovalute nel 2022? Secondo uno studio, i cittadini europei sono meno propensi a fidarsi delle criptovalute rispetto ad altri Paesi nel mondo. Il sondaggio ha rilevato che solo il 17% possiede delle crypto, mentre la media globale è del 23%. La presenza di un sistema bancario solido ed efficiente forse non crea quella necessità di convenienza e velocità che le criptovalute soddisfano, tra le altre cose.

Nonostante l’84% della popolazione europea abbia un conto bancario, l’invasione russa dell’Ucraina ha mostrato che le criptovalute possono avere i loro utilizzi in situazioni impreviste ed eccezionali. Con i trasferimenti bancari limitati, è emersa in fretta l’utilità della blockchain come mezzo per trasferire il denaro in maniera peer-to-peer e decentralizzata. L’Ucraina, infatti, ha raccolto più di 70 milioni di dollari con le criptovalute, ignorando i rallentamenti dovuti al collasso delle infrastrutture bancarie. 

Allo stesso modo, la pseudonimia delle crypto ha messo in allerta Europa e USA, che stanno lavorando per garantire che le sanzioni alla Russia siano rispettate. D’altronde le crypto sono neutrali: tutto dipende da ciò che le persone decidono di fare con questa tecnologia. 

L’Africa e il boom delle criptovalute: il caso della Nigeria

Da anni, la maggior parte degli Stati africani ha un grande problema: quello delle infrastrutture finanziarie carenti. Secondo uno studio, solo il 48% dei cittadini africani possiede un conto bancario, meno della metà. Questo rappresenta un grosso limite in un’economia sempre più globale, dove il contante rappresenta ormai una minima parte di tutte le transazioni. Una delle cause è la corruzione dilagante di molti governi, che di conseguenza non riescono a tenere a bada l’inflazione delle monete sovrane. Per esempio, la Nigeria ha un’inflazione del 18%, un numero vertiginoso a cui si è accompagnato un incremento dei prezzi dei generi alimentari del 21%. 

Sempre in Nigeria, c’è un altro dato interessante: su 201 milioni di abitanti, ci sono più di 180 milioni di smartphone con connessione a Internet. E, sorprendentemente, il 35% dei nigeriani afferma di possedere crypto! Più della metà di loro ha poi rivelato che ha intenzione di comprare altre criptovalute nell’immediato futuro, entro il 2022. A cosa si deve questo boom? Più della metà della popolazione dello Stato africano è composta da under-19. Questo, unito all’alta inflazione e alla difficoltà ad accedere a servizi finanziari, potrebbe spiegare la ragione di questo numero così alto.

I dati dal resto dell’Africa sono simili, ma è interessante notare anche un’altra cosa. Rispetto al resto del mondo, i cittadini africani hanno meno crypto ma sono più propensi a utilizzarle in scambi peer-to-peer. Questo dimostra che, mentre nei Paesi più industrializzati si preferiscono criptovalute con un valore tecnologico e finanziario più alto, in Africa si preferisce usare le crypto come valuta per effettuare pagamenti tra cittadini. Come reagiranno i governi di fronte a questi numeri? Mentre alcuni, come in Etiopia, si sono dimostrati aperti alla tecnologia blockchain, è probabile che altri proveranno a rendere i controlli ancora più stringenti. Le criptovalute riusciranno a spianare la strada per la libertà economica dell’Africa?

Le criptovalute in America del Sud: antidoto contro l’inflazione?

L’America del Sud soffre degli stessi problemi dell’Africa, problemi che le crypto possono risolvere, secondo molti sudamericani. Brasile, Argentina e Colombia sono 3 degli Stati che hanno risposto più positivamente alle innovazioni tecnologiche e alla facilità di trasferimento delle criptovalute. In un sondaggio condotto da Sherlock Communications, più del 25% dei cittadini brasiliani ha affermato che ha intenzione di comprare crypto nei prossimi 12 mesi, ovvero più di 36 milioni di persone! 

Quali possono essere i fattori scatenanti? La mancanza di facile accesso a conti bancari, e la dipendenza degli stati dell’America del Sud dalle rimesse estere. Solo il 54% dei cittadini sudamericani possiede un conto corrente. Il problema però è amplificato dal fatto che molte famiglie dipendono dalle rimesse mandate da parenti all’estero. Mandare denaro dagli Stati Uniti al Venezuela, per esempio, è molto costoso e richiede del tempo. Per molti, è più conveniente scambiare il proprio denaro in stablecoin o in Bitcoin, e trasferirli ai wallet dei propri familiari senza passare per dogane o istituti bancari dai controlli troppo stretti. In più, sempre nel caso del Venezuela, è evidente che l’inflazione sta mettendo in ginocchio l’economia del Paese. Invece di conservare i propri soldi sotto il materasso, alcuni cittadini venezuelani hanno deciso di acquistare Bitcoin o stablecoin per proteggere il valore del loro denaro.

Un altro dato interessante è che più della metà degli intervistati ha risposto che non ha intenzione di comprare crypto non perché non le ritiene un buon asset, ma perché non sa come funzionano gli exchange e i wallet. Potenzialmente, degli interventi come quello di Cardano in Etiopia potrebbero avere enormi benefici per la popolazione sudamericana.

Il futuro delle criptovalute e della blockchain potrebbe avere una svolta nel 2022, e non solo nei Paesi meno ricchi. Il dollaro americano sta subendo una inflazione mai vista prima, e alcuni sostengono che le stablecoin possano in parte sopperire alla perdita di valore della valuta più diffusa al mondo.

I 5 migliori tweet di Do Kwon, fondatore di Terra

Do Kwon, il fondatore di Terra

Shopping di BTC? Polemiche contro gli hater del Web3? Scopri i 5 migliori tweet di Do Kwon, il fondatore di Terra! 

A maggio 2022 si è verificato un tracollo dell’ecosistema Terra che ha avuto effetti negativi sia su TerraUSD che su LUNA. Questo articolo è stato scritto prima dell’evento, quindi prima di leggerlo ti invitiamo ad approfondire la situazione e a restare aggiornat*.
In generale, gli articoli di Young Platform sono da considerarsi puramente informativi e non costituiscono un consiglio finanziario.

Chi è Do Kwon? Personalità brillante del mondo crypto di origine coreana, per qualcuno potrebbe incarnare  il classico stereotipo del piccolo genio di origine asiatica. Ex studente di informatica a Stanford, Kwon nel 2018 ha fondato Terra, la blockchain d’appoggio per la creazione di stablecoin decentralizzate. Su Twitter con l’handle di “stablekwon”, Kwon tiene aggiornata la sua community su Terra ma soprattutto sulla sua vita da crypto-star. Ecco una selezione dei 5 migliori tweet di Do Kwon, il fondatore di Terra!

1. Inguaribile shopaholic di Bitcoin 

Tra chi usa Twitter come un diario per condividere le proprie giornate, c’è anche Do Kwon: 

“Oggi ho:

– Innaffiato le mie piante

– Scritto alcune e-mail

– Comprato 230M in $BTC

– Passato l’aspirapolvere in casa

– Mangiato un po’ di McDonalds 

Ora vado a portare a spasso il cane”

Anche le crypto-star passano l’aspirapolvere, hanno una vita come la nostra! Sì, tutto tranne comprare 230 milioni di Bitcoin. Il piano di Do Kwon è quello di costruire una riserva di criptovalute per aiutare le stablecoin algoritmiche di Terra a mantenere il loro valore. La stabilità di UST dipende in primo luogo da LUNA ma le riserve danno una mano. A partire da Gennaio 2022 Do Kwon ha cominciato ad acquistare in maniera costante Bitcoin. Tanto che il wallet della Luna Foundation Guard è entrato nella top 20 dei più grandi e influenti holder, con oltre 1 miliardo di dollari in BTC

Il 10 Aprile Do Kwon ha scritto su Twitter “mi sento carino, potrei andare a fare shopping più tardi” con un cuore arancione. Ecco in arrivo altri Bitcoin, lo shopping può creare dipendenza. Kwon sembra interessato a creare una riserva diversificata e infatti ha anche iniziato ad acquistare anche AVAX.

2. DAI? Morirà per mano mia!

Nella battaglia tra stablecoin chi avrà la meglio? DAI o UST? Do Kwon ha le idee chiare.

Ovvero “per mano mia, DAI morirà”. Do Kwon sembra avere ben chiari i suoi obiettivi cryptocidi e si augura che le stablecoin di Terra diventeranno così forti da poter rendere tutte le altre obsolete. DAI è una delle prime stablecoin ad essere state sviluppate e proprio per la sua resistenza ha convinto anche da coloro che bazzicano nella finanza tradizionale e centralizzata. Dall’altro lato Terra LUNA è il punto di riferimento del momento per la DeFi. 

3. Il nemico comune delle crypto

In uno dei 5 migliori tweet di Do Kwon, il fondatore di Terra spiega che il Web3 va costruito insieme, i sostenitori di Ethereum “non hanno nulla da guadagnare dalla distruzione di Solana, e la DeFi non ha nulla da guadagnare dalla caduta di UST. Ricordate chi è il vero nemico”. Il mondo crypto deve essere competitivo ma non per questo diviso, chi ha scelto di proporre un progetto su blockchain ha bene in mente qual è l’obiettivo finale. Certo, Do Kwon si è promesso di “uccidere” DAI, ma per competizione non perché non ne condivide la mission o percepisce il valore. 

“La divisione che vedo è tra i bagholder che vorrebbero vedere il Web3 diviso, e il resto di noi. E noi abbiamo un messaggio per loro: siete in minoranza”, spesso sono le persone esterne al mondo crypto che cercano di dipingerlo come un mondo selvaggio e spietato. Per commentare questa tendenza, Do Kwon utilizza una scena della serie Rick e Morty che descrive una situazione in cui anche se le persone credono nella stessa causa, si mettono una contro le altre. 

4. Videogiochi su blockchain

Do Kwon su Twitter condivide anche la sua passione per i Lego…

e per Harry Potter. 

Il fondatore di Terra LUNA sembra essere un grande fan dei mondi fantastici e dei videogiochi. Ogni tanto sbucano testimonianze tipo queste o fotografie che immortalano domeniche passate a giocare con videogiochi su blockchain come Super Heroes o C2X, il primo Metaverso costruito su Terra.

5. Fare la storia della DeFi un passo alla volta

Tra i 5 migliori tweet di Do Kwon, c’è anche un piccolo sfogo rivolto a tutti i sostenitori di Terra LUNA. Appassionati ma insaziabili.

“Me stesso: annuncia una pietra miliare monumentale per Terra e per tutta la DeFi 

Luna Twitter: quando <inserire una funzionalità casuale che interessa a una nicchia ristretta di persone>”. 

Tradotto: appena viene rilasciato un aggiornamento o comunicato un progresso importante per l’ecosistema, qualcuno reclama già il passo successivo. Forse Do Kwon sente la pressione di soddisfare tutti i desideri e le richieste della sua esigente community, soprattutto quando viene accusato sottilmente di non fare abbastanza. Per il progetto è essenziale tenersi aggiornato, ma ogni cosa richiede il suo tempo. Per rivoluzionare la finanza bisogna fare un passo alla volta, essere innovatori non significa avere tutte le soluzioni a portata di mano. Il mondo blockchain ha ancora tanto da sviluppare e lungo la strada è bene godersi un successo per volta! 

Polygon e il piano per rendere MATIC una crypto green

Polygon, il piano per rendere MATIC una criptovaluta green

L’impatto ambientale delle criptovalute è un tema molto discusso, Polygon ha presentato il suo piano per diventare una tra le criptovalute green

Polygon diventa green! La blockchain Proof-of-Stake ha annunciato che entro la fine del 2022 sarà carbon neutral. L’obiettivo? Arrivare a zero emissioni. Uno dei fondatori di Polygon, Sandeep Nailwal ha spiegato: “insieme a Polygon, l’intera industria blockchain ha bisogno di formare un fronte unito per finanziare, sostenere e sfruttare la tecnologia che aiuta a guarire la terra, piuttosto che distruggerla.” 

Presentato il Manifesto Green di Polygon

Lo slogan del Manifesto Green che è stato pubblicato il 12 Aprile 2022 da Polygon recita “uno smart contract con il Pianeta Terra”. La blockchain si è presa dunque l’impegno di siglare un vero e proprio contratto con l’ambiente per rendere ogni token, NFT e operazione DeFi del network sostenibile. Polygon è pronta per attuare il piano per rendere MATIC una criptovaluta green!

“Quando i nostri figli ci chiederanno cosa stavamo facendo durante il decennio cruciale in cui il futuro della vita sulla Terra era in bilico, sarà sufficiente dire che stavamo costruendo una suite completa di soluzioni di scalabilità per Ethereum?”, questo è l’incipit provocatorio del Manifesto. Il team di Polygon ha le idee chiare: l’ambizione, il duro lavoro, le sfide e le vittorie della blockchain non avranno nessun significato per le prossime generazioni se non accompagnate da un progetto concreto per ridurre l’impatto ambientale delle criptovalute. Il Web3 va costruito tenendo presente che ogni azione ha un peso sul pianeta, “la portata del problema [ambientale] può essere scoraggiante, ma possiamo iniziare a fare ciò che è possibile”. Polygon, una volta presentato il piano per rendere MATIC una criptovaluta green, ribadisce la responsabilità di dare l’esempio

Il cambiamento climatico minaccia di accentuare le disuguaglianze economiche esistenti e crearne di nuove, vanificando gli sforzi del Web3 e delle criptovalute per evitare che ciò accada. Questo è uno dei motivi per cui Polygon si sta dedicando a diventare il più green possibile. 

Polygon sarà carbon neutral nel 2022

Qual è il piano di Polygon per diventare carbon neutral nel 2022? La blockchain ha stanziato 20 milioni di dollari per compensare le sue emissioni di carbonio. In concreto verrà registrata e calcolata l’anidride carbonica prodotta con ogni transazione, che sia un NFT creato da un artista, un’operazione DeFi o un token collegato a un progetto che si costruisce sulla rete, per poi compensarla. Come si controbilancia l’emissione di anidride carbonica? Acquistando crediti di carbonio che finanziano iniziative green, progetti nazionali e globali per la tutela ambientale e climatica. Polygon acquisterà 400.000 dollari di crediti di carbonio BCT e MCO2, creati da compensazioni certificate secondo il Verified Carbon Standard, uno dei molti standard approvati dall’International Carbon Reduction and Offset Alliance (ICROA), un organismo chiave del settore che stabilisce le migliori pratiche e garantisce l’integrità ambientale del commercio di crediti di carbonio. 

Dopo aver compensato le transazioni del network, Polygon ha in programma di comprare anche crediti extra per rientrare nella lista delle criptovalute legate all’ambiente. Polygon si vanta di essere la prima blockchain positiva per il clima! 

Polygon sta collaborando anche con KlimaDAO, un collettivo decentralizzato di ambientalisti, sviluppatori e imprenditori, che si occupa del commercio di crediti di carbonio su blockchain. Il piano di 20 milioni servirà anche a incoraggiare i partner dell’ecosistema Polygon a perorare la causa e a facilitare le donazioni per le ONG che combattono il cambiamento climatico.

Ma quanto inquina Polygon? 

KlimaDAO ha condotto anche una ricerca sull’impatto ambientale di Polygon. L’interno network nel 2021 ha prodotto 90.645 T/CO2e, ovvero tonnellate di CO2 equivalente, l’unità di misura per calcolare l’impatto di un gas serra in termini di quantità di anidride carbonica. Per avere un termine di paragone, nello stesso anno, Microsoft ne ha prodotte 10.900.000 tonnellate, Paypal 89.000. Il 99% delle emissioni di Polygon derivano dalle attività per collegare il network alla blockchain di Ethereum, attraverso l’apposito bridge. L’impatto ambientale delle criptovalute spesso viene calcolato a partire dal meccanismo di consenso delle blockchain, Polygon è Proof-of-Stake quindi di per sé è molto più sostenibile di altre blockchain Proof-of-Work. Infatti l’hardware necessario per lo staking di Polygon, e quindi per le attività di validazione dei blocchi, produce 20 T/CO2e, una minima parte di tutti i consumi del network. Le basi per ridurre i consumi sono già buone, ma sarà il Manifesto Green a concretizzare il piano per rendere MATIC una criptovaluta green!