Stablecoin decentralizzate: le novità di Curve, Acala e Tron

Le nuove stablecoin in arrivo nel 2022 e quelle in crisi: Curve, Acala e Tron

Le stablecoin in arrivo nel 2022 e quelle in crisi. Cosa è successo a FEI e ad aUSD? Quali i piani di Curve e Aave?

Il desiderio delle piattaforme DeFi di creare le relative stablecoin è sicuramente uno dei trend del momento. Le stablecoin sono crypto che rimangono ancorate al prezzo delle valute fiat, solitamente al valore del dollaro, e si suddividono in due categorie: quelle algoritmiche e quelle che basano il loro valore su riserve di denaro che fungono da sottostante. Le prime mantengono l’ancoraggio al prezzo del dollaro grazie a sistemi di compravendita gestiti da algoritmi, come ad esempio il signoraggio. Le seconde invece riescono a mantenere un prezzo stabile grazie al possedimento di riserve di valute in rapporto 1:1 con i token emessi. 

Le stablecoin sostenute da collaterale si dividono a loro volta in due sottocategorie, le stablecoin collateralizzate centralizzate e decentralizzate. La differenza principale tra due tipologie è relativa alla tipologia di valuta che fa da collaterale. In quelle centralizzate le riserve sono composte da moneta fiat o beni di equivalente natura, solitamente dollari o titoli di stato, mentre in quelle decentralizzate il collaterale è completamente composto da crypto. Le più famose stable centralizzate sono USDT e USDC. In questo ultimo periodo però sono le stable decentralizzate a rubare la scena all’interno del settore DeFi, vediamo le nuove stablecoin in arrivo nel 2022 e quelle che stanno attraversando un periodo di crisi.

Le nuove stablecoin decentralizzate in arrivo: Curve, Aave e Shiba

Qualche settimana fa Aave, un ecosistema DeFi specializzato in prestiti decentralizzati aveva pubblicato una proposta per creare la propria stablecoin. Non si è fatta attendere la risposta di uno dei più famosi competitor Curve finance. Curve è uno dei più famosi e utilizzati DEX del settore. L’annuncio è avvenuto in sordina a differenza di quello di Aave e non è stato postato sui social network della piattaforma. A proferire l’annuncio è stato proprio il CEO e fondatore del protocollo DeFi tra i più utilizzati al mondo, ovvero Michael Egorov durante un summit a tema crypto. Oltre ad annunciare il lancio, Michael Egorov ha dichiarato che la stablecoin di Curve funzionerà secondo il meccanismo della sovra-collateralizzazione e sarà completamente decentralizzata.

Le informazioni per ora non sono dettagliate, ma si vocifera che il meccanismo della sovracollateralizzazione sarà simile a quello che Maker DAO utilizza con la sua stablecoin DAI e che Aave ha intenzione di implementare su GHO. Un altro ecosistema, completamente diverso da Curve, ha annunciato di star lavorando alla sua stablecoin. Shiba Inu ha infatti intenzione di creare un ecosistema Defi completo di tutto ciò che un utente potrebbe mai desiderare. Dopo l’exchange decentralizzato di Shiba, Shibaswap, dovrebbero presto arrivare un Metaverso e la stablecoin SHI che sarà anch’essa sovra-collateralizzata.

Le stablecoin in crisi: aUSD e FEI

L’idea di base dietro alle stablecoin è semplice ma la sua realizzazione è complessa, e il fallimento quando si dipende da ingenti collaterali è dietro l’angolo soprattutto in fasi di bear market come questa. L’ecosistema Terra (LUNA) ne è un esempio abbastanza lampante. Altre due stablecoin sono cadute ultimamente sotto l’attacco di attori malevoli. Il protocollo di nome FEI per esempio sta chiudendo i battenti. Ad inizio 2021 Fei Labs aveva raccolto 1.3 miliardi di dollari in Ethereum per costruire una stablecoin decentralizzata. Gli Ethereum raccolti sono stati usati come collaterale per la stablecoin FEI. A dicembre il protocollo DeFi ha deciso di iniziare a collaborare con un altro progetto chiamato Rari Capital, creando insieme una piattaforma di lending chiamata Fuse. La piattaforma di lending consentiva agli utenti di prendere in prestito la stablecoin FEI depositando del collaterale in crypto. Questo collaterale veniva poi utilizzato per mantenere il prezzo di FEI stabile. Sfortunatamente però ad Aprile 2022 il protocollo di lending Fuse è stato hackerato. Gli hacker sottraendo 80 milioni di dollari,hanno fatto fallire il meccanismo di ancoraggio al dollaro della stablecoin decretando il fallimento della piattaforma Fuse e di conseguenza la fine del progetto di Fei Labs.

Anche la stablecoin della parachain di Polkadot Acala, chiamata aUSD ha subito un crollo recentemente. Domenica 14 Agosto 2022 un bug causato da un’errata configurazione della pool di liquidità iBTC/aUSD ha reso possibile un attacco hacker. Gli hacker in questione sono riusciti a inserirsi nella pool di liquidità e hanno rubato circa 1,27 miliardi di aUSD. Dopo aver notato l’exploit, il team di Acala ha disabilitato la funzionalità di trasferimento degli aUSD erroneamente emessi e rimasti sulla parachain di Acala. Ciò ha permesso di limitare di molto i danni, infatti il 99% degli aUSD rubati è rimasto sulla blockchain di Acala, il danno dovrebbe essere di circa 1.6 milioni di dollari. Il team sta comunque lavorando duramente per recuperare i fondi persi, tracciando e controllando transazioni e portafogli, nel frattempo a stablecoin sembra star recuperando lentamente il prezzo di un dollaro. 

Il cambio di rotta di USDD, la stablecoin di Tron

Parlando invece di stablecoin algoritmiche, la protagonista del momento è sicuramente la stablecoin decentralizzata USDD di Tron, che viene spesso paragonata a UST, la stablecoin dell’ecosistema Terra. 

Effettivamente le due stablecoin hanno un funzionamento molto simile o almeno lo avevano fino a poco tempo fa. USDD è stata lanciata pochi giorni prima del collasso dell’ecosistema Terra(LUNA) con l’obiettivo di offrire rendimenti ancora più vantaggiosi, fino al 30% rispetto al 20% un tempo offerto da Anchor Protocol. L’obiettivo della Tron DAO Reserve era fare breccia nel mercato intercettando gli utenti attratti da alte percentuali di APY sulle stablecoin. Ricordiamo che la stablecoin UST possedeva una capitalizzazione di mercato di circa 19 miliardi di dollari. In seguito al collasso di UST e LUNA però, anche USDD e altre stablecoin algoritmiche come USN, sviluppata da Near, hanno dovuto modificare il meccanismo di ancoraggio al dollaro. USN si è trasformata totalmente ed è diventata una stablecoin sovra-collateralizzata, USDD invece ha deciso di rimanere nel limbo, adottando un sistema ibrido che condivide caratteristiche con tutti e due i tipi di meccanismo. 

L’iniziativa della Tron DAO Reserve è stata quella di mantenere gli aspetti algoritmici del progetto, quindi il sistema fondato sulla coesistenza di due token: TRX e USDD che utilizza procedimenti come l’arbitraggio e il signoraggio per mantenere USDD ancorata al prezzo del dollaro. In aggiunta a questo sistema, è stata implementata una riserva decentralizzata superiore al valore totale di tutti gli USDD in circolazione, al fine di mantenere sicuro il protocollo in particolare nei momenti di crisi ed evitare bank run come quella successa a UST. Al momento, la capitalizzazione di mercato di USDD è di poco superiore a 700 milioni di dollari, mentre detiene più di 2,3 miliardi di dollari in riserve collaterali. Secondo il sito web di Tron DAO Reserve, la stablecoin detiene attualmente 990 milioni di USDC, 140 milioni di USDT, 10,9 miliardi di TRX e 14.000 Bitcoin

Lo sviluppo di stablecoin decentralizzate da parte di protocolli che non nascono inizialmente con quello scopo è una strada intrapresa da molte realtà crypto. Gli obiettivi che i progetti puntano a raggiungere attraverso queste iniziative sono svariati. In primis gli ecosistemi intendono dare la possibilità ai propri utenti di ripararsi dalla volatilità senza uscire dall’ecosistema, e quindi a detenere valore stabile in modo decentralizzato. Un altro obiettivo è il raggiungimento di nuovi clienti grazie a ricompense vantaggiose applicate ad un capitale che dovrebbe rimanere stabile. Vedremo se arriveranno altre nuove stablecoin nel 2022, magari completamente algoritmiche o se il mercato resterà dominato da quelle collateralizzate, ad oggi sicuramente più popolari!

Da Defi Kingdoms a Ragnarock: come le subnet di Avalanche potenziano il crypto gaming

Avalanche rivoluziona il crypto gaming con le subnet

DeFi Kingdoms e Crabada sono già sulle rispettive subnet. Scopri come il crypto gaming su Avalanche tenta di risolvere il problema della scalabilità

Avalanche, Polygon e Solana stanno combattendo per l’egemonia nel settore del crypto gaming. Vediamo a che punto è la blockchain di Emin Gün Sirer. Avalanche è una blockchain Proof-of-Stake open source che consente lo sviluppo di applicazioni decentralizzate. L’obiettivo che Avalanche si è posta fin dalla sua nascita è quello di risolvere il trilemma delle blockchain. Ultimamente gran parte del lavoro del team di Ava Labs, la company Web3 che ha dato vita alla rete, è volto a migliorare soprattutto uno dei tre lati del triangolo del trilemma: la scalabilità. Questo incremento sarà fondamentale per sviluppare le infrastrutture necessarie ad uno dei settori sui quali Avalanche punta di più, quello del crypto gaming! DeFi Kingdoms e Crabada si sono già spostati sulle rispettive subnet DFK Chain e Swimmer Network e altri grandi nomi come Ascenders e Ragnarock sono in procinto di farlo. Scopri come le subnets intendono rivoluzionare il crypto gaming!

Cosa sono le subnet e come contribuiscono alla scalabilità del network?

Ma cosa sono esattamente le Avalanche subnet? Sono delle blockchain Layer 2 come Polygon o dei Rollup come Arbitrum o Optimism? In realtà le subnet sono un modo per utilizzare diversi set di validatori al fine di creare nuove sottoversioni della blockchain principale. Ogni subnet si trova all’interno della rete principale di Avalanche, ma oltre al proprio set di validatori possiede la propria valuta e il proprio sistema di sicurezza.

Le subnet permettono ai videogiochi ed alle altre applicazioni decentralizzate di sfruttare l’infrastruttura esistente di Avalanche creando facilmente il proprio ambiente su blockchain, su misura per le esigenze degli utenti che le utilizzano. Ma perché tutto ciò è importante per il settore del crypto gaming? Per ottenere un successo duraturo nel tempo, i giochi Web3 devono raggiungere l’esperienza utente fluida che vediamo oggi nei giochi tradizionali. Questa fluidità può diventare raggiungibile attraverso due elementi che non sono negoziabili:

  • Elevata scalabilità
  • Basse gas fee

La scalabilità è la capacità di una blockchain di gestire un elevato utilizzo della rete senza compromettere la user experience, requisito fondamentale per un videogioco che si vuole affermare su larga scala. Le gas fee invece sono le “tasse” che un utente deve pagare per far sì che le transazioni vengano processate. Basse gas fee permettono di svolgere le frequenti interazioni che un videogioco Web3 richiede in modo pressoché gratuito. Per esempio una transazione media su DeFi Kingdom costa circa 0,005 JEWEL, ed un JEWEL vale circa 0,2 dollari. Quindi di solito per interagire con la DFK Chain si paga un millesimo di dollaro.

Quali crypto game stanno migrando sulle subnet?

Attualmente ci sono due giochi già attivi su subnet di Avalanche: DeFi Kingdoms sulla DFK chain e Crabada su Swimmer Network. Insieme, DFK e Swimmer processano circa la metà delle transazioni che avvengono sulla rete Avalanche. Defi Kingdoms è un videogioco RPG play-to-earn rilasciato originariamente su Harmony, Crabada invece è uno dei primi giochi nati su Avalanche ed è stato il primo a spostarsi sulla sua subnet Swimmer Network. Crabada presenta due modalità di gioco principali: la modalità di battaglia attiva e la modalità inattiva (battaglia mineraria e saccheggio). Come suggerisce il nome, la battaglia attiva permette ai giocatori di mettere i loro Crabs – dei simpatici paguri, l’uno contro l’altro o contro i nemici controllati dall’intelligenza artificiale per guadagnare ricompense di gioco. Altri due giochi però sono pronti ad utilizzare le rispettive subnet. Tutti e due fanno parte della lista dei migliori giochi play-to-earn su Avalanche e sono Ascenders e Ragnarock. 

Ascenders è un RPG sci-fi che verrà lanciato direttamente sulla propria subnet, di cui è già disponibile una versione di prova. Ragnarok invece è un gioco di ruolo su browser, nel quale i giocatori interagiscono con un ambiente open-world. Anche se inizialmente è stato lanciato su Ethereum, il gioco mira a espandersi in futuro anche sulle subnet di Avalanche. In questa forsennata lotta alla conquista del settore del crypto gaming, ogni protocollo pensa a diverse soluzioni, tutte però hanno lo stesso fine: incrementare la scalabilità dei network per essere competitivi coi giochi off-chain. Riusciranno le subnet ad avere la meglio o verranno sconfitte dai Layer 2 o persino dalla potente Solana?

I trend della DeFi: le novità di Shiba Inu, Chainlink e Compound

I trend Defi 2022: novità da Shiba Inu, Chainlink e Compound

Shiba Inu e la sua stablecoin, Chainlink e lo staking, Compound e la strategia multichain. Quali sono i trend della DeFi nel 2022?

La grande ondata di hype che ha investito la DeFi durante il 2021 è stata messa in crisi dal crollo dell’ecosistema Terra-Luna nel 2022, che ha reso quanto mai evidenti una serie di problemi da affrontare. Così la comunità DeFi si è rimboccata le maniche e ha rivisto le proprie roadmap alla luce del nuovo mercato: nessuno ha mai cambiato il mondo rinunciando alla prima sconfitta. 

Ma quali sono queste nuove sfide? Da una parte, rimangono le solite questioni di scalabilità sicurezza e decentralizzazione, il trilemma a cui la maggior parte dei protocolli sta ancora lavorando. Dall’altra, è sorto il tema delle stablecoin decentralizzate e algoritmiche, ma anche delle personalità influenti nel settore crypto. Terra-LUNA ha lasciato un grande spazio da colmare all’interno dell’offerta DeFi: chi e come lo colmerà? Conosciamo già i progetti dei big player, ma diamo uno sguardo anche ai progetti DeFi che agiscono più in silenzio.

Scopri come Shiba Inu, Chainlink e Compound stanno affrontando problemi come sicurezza, scalabilità, decentralizzazione e altre sfide della DeFi.

Shiba Inu: stablecoin, Layer 2 e Metaverso

Uno dei trend del momento è sicuramente l’attenzione verso le stablecoin. Blockchain come Near, Tron e Waves hanno già rilasciato le loro versioni di stablecoin e altri grandi nomi si stanno preparando a farlo, tra cui Shiba Inu. La crypto, considerata da molti “solo” una meme-coin, si sta pian piano evolvendo. Il team ha in programma di costruire un ecosistema che comprenderà, oltre al già presente exchange decentralizzato (DEX), una blockchain Layer 2, un Metaverso e la propria stablecoin SHI. Il DEX ShibaSwap è stato infatti lanciato a Luglio 2021 insieme al token di governance BONE che viene anche distribuito come reward a chi fornisce liquidità su ShibaSwap.

Il Layer 2 si chiamerà Shibarium e dovrebbe essere lanciato quanto prima, il team ironicamente ci tiene a far sapere che di sicuro sarà lanciato prima di The Merge di Ethereum (per chi fosse fuori dal giro, Ethereum continua a rimandare mese dopo mese la data di uscita di The Merge, scatenando meme e ilarità tra la community). Il Layer 2 ospiterà anche il Metaverso di Shiba Inu. La notizia più curiosa però è sicuramente quella relativa al lancio di una propria stablecoin. Non sono ancora disponibili molte informazioni a riguardo, ma il team di Shiba è fiducioso che SHI verrà rilasciata entro la fine di quest’anno. Anche altri protocolli stanno lavorando a soluzioni simili, per esempio Aave e Curve hanno di recente annunciato le loro rispettive stablecoin sovra-collateralizzate.

Come funzionerà lo staking di Chainlink? 

Vediamo ora come Chainlink sta affrontando le sfide della DeFi. Il network ha annunciato, il 7 Giugno 2022, all’interno del suo blog, una nuova funzionalità ovvero lo staking di LINK. Questa funzionalità contribuirà a fornire nuovi casi d’uso al token nativo di Chainlink, oltre che ad aumentare la sicurezza e la decentralizzazione della rete. Gli utenti potranno diventare i contributori della blockchain guadagnando ricompense per il loro lavoro. Chainlink è la più famosa rete di oracoli, che si occupano principalmente di fornire agli smart contract dati e informazioni provenienti da fonti esterne alla blockchain. Come funziona lo staking di Chainlink? Sulla base di quattro obiettivi a lungo termine. 

  1. Il primo obiettivo è aumentare la sicurezza: gli operatori dei nodi, che hanno il compito di recuperare dati esterni alla blockchain per poi fornirli ai protocolli in modo sicuro, bloccheranno i token LINK come garanzia del loro lavoro. Nel caso in cui un operatore non dovesse rispettare i suoi obblighi, una porzione dei token bloccati sarà o distrutta o ridistribuita alla rete.
  2. Il secondo obiettivo dello staking su Chainlink è quello di consentire a un maggior numero di membri della comunità di partecipare direttamente alla rete. Mettendo in staking i LINK gli utenti potranno contribuire alle prestazioni degli oracoli e svolgere il ruolo di controllori all’interno del network. Il monitoraggio e le segnalazioni della community giocano un ruolo chiave nel decentralizzare ulteriormente la rete Chainlink.
  3. Il terzo obiettivo è quello più tradizionale per lo staking, ovvero la creazione e distribuzione di ricompense. Il team di Chainlink prevede un forte aumento di queste ultime nei prossimi mesi, grazie alla sempre più popolare adozione di Chainlink e quindi la crescita di commissioni pagate sul network. Secondo il team del protocollo, la crescita della rete sarà tale da consentire il pagamento delle ricompense utilizzando solo le commissioni. 
  4. Il quarto e ultimo mette in luce il fatto che in futuro sarà necessario selezionare i nodi che partecipano alla Decentralized Oracle Network (DONs) – ovvero la rete costituita dall’insieme di tutti gli oracoli basati su Chainlink. Man mano che tutti i nodi forniranno prestazioni ugualmente affidabili e sicure si inizierà a scegliere chi potrà partecipare alla rete in base alla quantità di LINK detenuti in staking.

Chainlink, grazie allo staking, continua a lavorare con l’obiettivo di incrementare il livello di sicurezza e decentralizzazione del suo network. Inoltre cerca di risolvere un problema che lo affligge da sempre: l’utilità del suo token per gli utenti non addetti ai lavori. Il token LINK, che fino ad oggi serviva solamente agli sviluppatori per fornire alle blockchain dati da fonti esterne, potrà presto essere utilizzato da tutti!

Compound diventa multichain

Compound Finance, una delle più famose piattaforme di lending, ha pubblicato il 30 giugno 2022 il codice della sua terza evoluzione, chiamata Comet. Jared Flatow, vicepresidente della divisione ingegneria di Compound Labs, ha dichiarato che, grazie a questo aggiornamento, Compound potrà essere distribuito su qualsiasi blockchain compatibile con Ethereum. Lo scopo è potenziare la scalabilità e l’adozione attraverso l’interoperabilità tra blockchain, così che gli utenti possano usufruire dei servizi forniti dal protocollo anche su altre chain più veloci o economiche. Compound è uno dei primissimi protocolli di lending decentralizzati della storia, è stato costruito su Ethereum nel Settembre del 2019. Le novità però non finiscono qui! Con l’aggiornamento Comet, Compound utilizzerà direttamente Chainlink per recuperare i dati in modo sicuro. Un grande passo in avanti per quanto riguarda la sicurezza del protocollo. 

Gli aggiornamenti di questi tre protocolli sono volti a risolvere problemi più o meno recenti all’interno del giovanissimo settore della Defi. Chainlink sente la necessità di incrementare i casi d’uso del suo token e accrescere ancora di più la decentralizzazione del suo network, Compound vuole esplorare altre blockchain alla ricerca di interoperabilità e scalabilità.  Shiba Inu mira a costruire un ecosistema governato dalla community sul quale l’utente abbia tutto ciò di cui ha bisogno, compresa una stablecoin in cui ripararsi durante i bear market, la nuova sfida della DeFi nel 2022.

I 5 migliori tweet di Chris Dixon, voce del Web3

Web3: i 5 migliori tweet di Chris Dixon

Perché il Web3 è decisivo e quali sono i suoi vantaggi? Scopri i 5 migliori tweet di Chris Dixon sul Web3!

Chris Dixon è una delle figure più influenti del settore Web3 e partner di a16z, un fondo Venture Capital attivo nel mondo crypto e nato nel 2009 da Marc Andreessen e Ben Horowitz. Dixon è noto per il suo impegno come divulgatore Web3, da anni propone interpretazioni e punti di vista sull’evoluzione di internet, anche attraverso interessanti thread su Twitter. Il suo profilo Twitter, cdixon.eth ha quasi 900mila follower ed è un punto di riferimento per gli appassionati del settore. Vediamo i 5 migliori tweet di Chris Dixon sul Web3!

1. Perché il Web3 è importante?

Presentando i migliori tweet di Dixon sul Web3, non si può che partire dal “Why Web3 matters”. In questo tweet Dixon per definire l’importanza del Web3, inizia presentando la differenza tra le aziende centralizzate e quelle decentralizzate e la tendenza delle aziende Web2 a creare beneficio per gli utenti solo durante la loro prima fase di vita. Passata questa fase, nella visione di Dixon, gli utenti diventano solo una “ghiotta fonte di dati”. La critica principale che si può scorgere nel tweet è relativa all’atteggiamento delle aziende tradizionali, che secondo Chris Dixon scoraggia l’innovazione. Le piattaforme Web3 invece, essendo totalmente proprietà degli utenti che le utilizzano, non sono soggette a questo problema. Gli utenti sono incentivati e lavorano insieme alle piattaforme con l’obiettivo di espandersi e far crescere il progetto di cui fanno parte attivamente. Gli strumenti usati per far si che questo accada sono i token, sia quelli fungibili che gli NFT. Chris Dixon è fermamente convinto che sia necessario ridistribuire il potere e il valore presente sul web agli utenti

Questo tweet, scritto nel 2021, è diventato una testimonianza importante nella storia del Web3. È proprio questo post che ha definito accuratamente le fasi di internet, consentendo tra le altre cose di interpretare e comprendere cosa intendesse Gavin Wood quando per primo ha coniato il termine Web3. 

2. I punti di forza del Web3: dapp e NFT

Anche il secondo tweet è relativo alla transizione da Web2 a Web3. Secondo Dixon le blockchain in questo periodo storico sono l’equivalente, in termine di innovazione, delle applicazioni mobile nel periodo che andava dal 2009 al 2012. Chris Dixon definisce le dapp su blockchain come la frontiera informatica del millennio. Proseguendo nel discorso, aggiunge che il punto di forza delle dapp è la possibilità di essere modificate, programmate e migliorate da attori terzi in quanto open source e permissionless. Dixon porta come esempio delle potenzialità delle dapp, la DeFi summer del 2020 ovvero il periodo in cui è scoppiata la prima ondata di applicazioni decentralizzate e che ha visto la nascita di Uniswap e Compound. Creare servizi finanziari inclusivi, equi e trasparenti è davvero possibile grazie alle dapp. Dixon si esprime in modo positivo riguardo agli NFT, definendoli un’opportunità in grado di offrire ai content creator e agli sviluppatori condizioni economiche migliori rispetto a quanto offrivano le piattaforme Web2. Per concludere il tweet si chiede quali saranno i trend che domineranno l’immediato futuro. Social Network Web3, le DAO o i Metaversi?

3. Fare startup guardando una serie

In questo tweet si riferisce alla serie “Winning Time – L’ascesa della dinastia dei Lakers” prodotta da HBO e distribuita in Italia da Sky. La serie racconta l’ascesa della squadra NBA dei Los Angeles Lakers a partire dall’acquisizione dello storico proprietario Jerry Buss, che attraverso la sua capacità imprenditoriale trasforma la squadra in un dream team imbattibile. Più che dalle prodezze dei giocatori NBA Magic Johnson e Kareem Abdul Jabbar, Chris Dixon sembra interessato alla componente imprenditoriale della serie tv. La definisce un grande show riguardo alle startup.

4. Chris Dixon entra nel CDA di OpenSea

Non poteva non rientrare in questa selezione il tweet che annuncia l’ingresso del divulgatore Web3 nel consiglio di amministrazione dell’NFT marketplace più famoso e utilizzato al mondo! L’annuncio è avvenuto proprio su Twitter, nello specifico sul profilo del CEO di OpenSea, Devin Finzer

La scelta di Opensea di accogliere Dixon non stupisce troppo, essendo quest’ultimo uno dei più famosi e rispettati divulgatori Web3, nonché un investitore venture con molta esperienza nel settore. Tra i progetti a cui ha preso parte, come finanziatore e consulente vi sono Uniswap, Avalanche e molti altri. Attraverso il tweet, si è dichiarato entusiasta di poter far parte del consiglio di amministrazione di un colosso come OpenSea, e di essere molto contento di poter continuare a lavorare a stretto contatto con David Finzer. I due infatti si sono conosciuti nel 2021, quando il fondo di cui Chris Dixon è partner, a16z, ha deciso di investire in OpenSea e da allora lavorano a stretto contatto confrontandosi continuamente.

5. La polemica con Minecraft: non tarpate le ali agli sviluppatori

Chiudiamo con il botto la lista dei 5 migliori tweet di Chris Dixon sul Web3! L’imprenditore si è espresso in merito alla decisione del famoso gioco Minecraft, sviluppato dalla casa produttrice Mojan di proprietà di Microsoft, di evitare qualsiasi tipo di integrazione NFT all’interno del gioco. Dixon ha dichiarato, con tono polemico, che a quanto pare le aziende Web2 possono cambiare le regole per gli sviluppatori in ogni momento. Successivamente, in risposta al suo primo tweet, ha nuovamente punzecchiato Microsoft, sottolineando l’inesattezza di una frase all’interno del documento che contiene l’annuncio.

La frase in questione “un NFT è un token digitale unico, non modificabile, che fa parte di una blockchain e spesso viene acquistato con criptovalute come il Bitcoin” è effettivamente imprecisa. Gli NFT non sono tipici di network come quello di Bitcoin, ma vengono invece solitamente creati su blockchain che permettono lo sviluppo di dapp, come Ethereum, Solana o Avalanche.

Il piano di The Graph per la piena decentralizzazione delle info su blockchain

The Graph: la crypto verso la completa decentralizzazione

The Graph annuncia l’abbandono dei servizi di hosting centralizzati e si prepara a decentralizzare tutte le sue operazioni

The Graph è un protocollo Web3 che viene utilizzato per l’indicizzazione dei dati delle blockchain. The Graph viene soprannominato “il Google delle blockchain” perché svolge più o meno lo stesso compito che il motore di ricerca svolge per il Web tradizionale ovvero si occupa di indicizzare i dati presenti sulla blockchain rendendo il processo di estrazione di questi ultimi più facile e veloce. In questo modo, permette alle applicazioni decentralizzate (Dapp) di trovare i dati di cui necessitano molto velocemente. Il protocollo sta ufficialmente abbandonando il suo servizio centralizzato di hosting per spostarsi interamente sulla rete decentralizzata di The Graph.

La situazione attuale di The Graph (GRT)

L’ecosistema di The Graph ruota attorno alla relazione tra gli sviluppatori dei subgraph e coloro che utilizzano i dati. I primi descrivono il modo in cui vengono organizzati i dati, i secondi sono per esempio gli sviluppatori di app, che sono disposti a pagare per interrogare i dati contenuti nei subgraph. Questi dati sono per esempio le informazioni scritte all’interno della blockchain come quelle relative alle transazioni.  Inizialmente per far sì che la rete di The Graph funzionasse è stato creato un servizio di hosting centralizzato, gestito da Edge & Node, dello stesso team che ha dato vita alla crypto GRT. Ad oggi questo servizio di hosting ospita più di 24.000 subgraph che andranno man mano trasferiti sulla main net decentralizzata. Il passaggio sulla main net decentralizzata sta avvenendo in modo graduale. Il primo subgraph è stato lanciato su questa rete nel primo trimestre del 2021, e al 30 Giugno 2022 il numero di quelli attivi era di 392. 

La completa migrazione verso la main net e le sue fasi

La migrazione di tutte le funzionalità verso la main net di The Graph dovrebbe essere completata nel primo trimestre del 2023. A quel punto il servizio di hosting centralizzato verrà completamente disabilitato e sarà possibile accedere ai dati presenti sui subgraph solamente in modo decentralizzato. Vediamo attraverso quali fasi avverrà nello specifico:

  1. Durante la prima fase, che è già iniziata all’inizio del terzo trimestre del 2022 è cessato lo sviluppo di nuovi subgraph sul servizio di hosting centralizzato. È ancora possibile aggiornare i subgraph rimasti sul servizio di hosting ma non costruirne di nuovi. Al momento ci troviamo proprio in questa fase;
  2. Nella seconda  fase, tutti gli aggiornamenti dei subgraph dovranno essere effettuati tramite Subgraph Studio, un ambiente di sviluppo isolato e sicuro creato appositamente per  testare i subgraph. Una volta testati vanno pubblicati sulla rete decentralizzata. Non sarà quindi più possibile aggiornare i subgraph presenti sul servizio di host centralizzato;
  3. Nella terza e ultima fase verranno completamente eliminati i subgraph che si trovano sul servizio di hosting centralizzato. Ciò dovrebbe avvenire entro il primo trimestre del 2023 e saranno gli ingegneri e gli sviluppatori del team ufficiale della crypto GRT ad occuparsene.

La decentralizzazione di tutta l’infrastruttura permetterà a chi utilizza il servizio offerto dall’ecosistema di The Graph di costruire dapp completamente decentralizzate

La collaborazione con Silicon Kruger e Good Work foundation

Uno degli ultimi progetti di The Graph si è sviluppato attraverso una collaborazione con Silicon Kruger, un centro di innovazione creato per facilitare l’accesso al Web3 ai paesi in via di sviluppo del continente africano. Silicon Kruger e The Graph hanno sviluppato il primo indicizzatore per dapp africane chiamato Index Africa. L’indicizzatore aggrega i dati delle applicazioni decentralizzate e trattiene una parte delle ricompense generate dal proprio nodo, le quali vengono poi destinate ad un programma di finanziamento per gli studenti dell’Africa rurale. Tutto ciò è possibile grazie al partner no-profit di Index Africa, la Good Work Foundation, un’organizzazione sudafricana che dal 2005 si occupa di fornire l’accesso all’istruzione a giovani studenti africani.

Gli sviluppatori riusciranno a concludere la migrazione nel tempo prestabilito? E la rete di The Graph e la sua crypto GRT attrarranno le applicazioni che aspirano ad essere completamente decentralizzate? Seguici per non perderti i prossimi aggiornamenti!

Imperium Empires, il nuovo crypto game su Avalanche

Imperium Empires: nuovo crypto game su Avalanche

Imperium Empires è un nuovo crypto game play-to-earn sviluppato sulla blockchain di Avalanche. Scopri come entrare in questo metaverso!

Se ti interessa il mondo del play-to-earn non puoi perderti il nuovo crypto game in arrivo sull’ecosistema di Avalanche. Avalanche è una delle blockchain in cui i giochi play-to-earn si stanno affermando maggiormente, dopo Crabada, Ascenders e Ragnarock arriva Imperium Empires. Vuoi entrare nel Metaverso di Imperium Empires? Scopri come farlo!

Entra nel metaverso spaziale di Imperium Empires!

Imperium Empires è un gioco play-to-earn MMO di strategia in tempo reale (RTS), sviluppato sulla blockchain di Avalanche. Il videogioco è ambientato in un vasto Metaverso cosmico, popolato da flotte di astronavi futuristiche (sotto forma di NFT) con le quali i giocatori conquisteranno territori e costruiranno il proprio impero. I sistemi di gilde e la governance sono fondamentali per dominare le meccaniche di gioco principali ed entrare realmente nel Metaverso, Imperium Empires infatti incoraggia gli utenti a fare squadra tra loro e a condividere così le ricompense. Questa modalità di interazione è stata denominata dal team di Imperium Empires team-to-earn, ovvero “fai squadra per guadagnare”, una reinterpretazione del play-to-earn.

All’interno del crypto game Imperium Empires convivono varie combinazioni di gioco, sarà possibile giocare in single player, secondo modalità PvE (player vs environment), nelle quali il giocatore si cimenterà nell’estrazione di minerali dagli asteroidi e nell’esplorazione del Metaverso. Ma ci sarà spazio anche per le dinamiche di gioco PVP (player vs player),in cui ciascun giocatore potrà diventare comandante nelle avvincenti battaglie tra gilde e guadagnare grandi bottini a discapito degli altri giocatori.

Gli NFT e la tokenomics di Imperium Empires

La vendita delle navicelle NFT, indispensabili per entrare nel metaverso di Imperium Empires, sono iniziate a Febbraio 2022 ed è stato possibile acquistarle solamente con il token IME, che è anche il token di governance del crypto game. Durante le due tranche di vendita, è stato possibile acquistare quattro tipi diversi di navicelle: Galaxy Scootie, Strekzans, Augear ed Aurostar. Ognuna delle quattro navicelle possiede caratteristiche differenti, anche il prezzo e la quantità di navi a disposizione era variabile  a seconda della categoria. Le caratteristiche principali delle navi spaziali sono quattro: punti vita (health), velocità, velocità di rotazione e capacità di carico. Oltre ad avere punteggi diversi per queste quattro caratteristiche, gli NFT di Imperium Empires sono classificati per diversi gradi di rarità. La rarità è connessa al numero di NFT disponibili, per esempio, le navicelle Galaxy Scootie, che sono comuni, sono 15.000, mentre le Aurostar che hanno un grado di rarità suprema sono solamente 150. Ma come si comprano gli NFT di Imperium Empires?  Appena conclusa la prima fase di vendita, è stato possibile per gli utenti vendere e comprare gli NFT sul mercato secondario, utilizzando il token IME. Per evitare uno dei problemi principali di questa tipologia di giochi, ovvero la perdita di valore degli NFT man mano che ne vengono emessi dei nuovi, le navicelle potranno venire distrutte durante le battaglie contro altri giocatori. 

Ma come funziona il play-to-earn in Imperium Empires? La tokenomics prevede due token all’interno di Imperium Empires. Il token IME, che è destinato a gestire i meccanismi di governance e  per acquistare gli  NFT utili per giocare. IME può anche essere venduto sui principali DEX di Avalanche, per esempio Trader Joe o Pangolin. Per ottenere il token IME in Imperium Empires è necessario saccheggiare le altre navi o vincere i tornei stagionali. Il secondo token si chiama IMC e, a differenza di IME, non ha valore al di fuori del Metaverso. IMC può essere utilizzato per riparare le astronavi o per costruire una gilda, puoi ricevere questo token vendendo i minerali estratti dagli asteroidi.

Quando uscirà Imperium Empires?

Sarà possibile provare il nuovo crypto game in arrivo su Avalanche a breve! Il lancio della versione Alpha, Multiplayer, in cui cimentarsi nelle battaglie tra gilde contro altri giocatori è infatti fissato proprio per il mese di Agosto 2022.

Ad oggi è solamente disponibile l’espansione Apollo, una versione web del gioco che ha avuto l’obiettivo di verificare se l’economia del gioco fosse sostenibile. I giocatori hanno potuto iniziare ad ottenere ricompense grazie alle loro astronavi NFT utilizzando le proprie flotte di navicelle spaziali per estrarre minerali, eseguire degli appostamenti e scambiare le risorse estratte nel Metaverso. 

La versione Alpha non sarà quella definitiva, ma ci si avvicinerà molto. La data d’uscita di Imperium Empires in versione completa non è stata ancora comunicata ma si parla dell’ultimo trimestre del 2022. In concomitanza con l’uscita del gioco definitivo sarà possibile partecipare ai tanto attesi tornei classificati. In questi tornei, i giocatori potranno sfidarsi per vincere ricompense con il token IME. È quasi il momento però di abbandonare il banco di prova! Siamo impazienti e curiosi di poter sfrecciare tra le galassie del Metaverso di Imperium Empires!

Gli Stati Uniti sono un modello per la mass adoption?

JD Vance contro Tim Walz: il dibattito per la vicepresidenza USA

Gli Stati Uniti sono lo stato più vicino alla crypto adoption? Ecco 3 casi d’uso delle criptovalute! 

Gli Stati Uniti, secondo una ricerca di Forex Suggest, sono il secondo paese più preparato per all’adozione di massa delle criptovalute, la famosa mass adoption. Forex Suggest, che raccoglie ed elabora dati nel settore trading, ha utilizzato come parametri per stilare la classifica le installazioni di crypto ATM in proporzione al numero della popolazione e il numero di startup blockchain per 100.000 persone. La mass adoption però, non passa solo da questo. Per far sì che le criptovalute diventino davvero mainstream è necessario che siano predisposte infrastrutture di supporto, tecnologiche ma soprattutto normative.

A questo proposito, è stato approvato in questi giorni un decreto legislativo, che permetterà ai candidati politici californiani di accettare donazioni in criptovalute. La città di Miami, il cui sindaco, Francis Suarez, non ha mai nascosto la sua passione per i Bitcoin, continua con le sue iniziative pro Web3. A Dicembre 2022 sarà presentata la collezione NFT in collaborazione con Mastercard, TIME e Salesforce. Gli USA sono un modello per la mass adoption? Vediamo 3 casi d’uso delle criptovalute negli Stati Uniti!

Il paese con più ATM al mondo

Tralasciando lo stato di Hong Kong, che per la  sua limitatissima estensione geografica e la sua particolare natura politica può essere considerato un caso limite dello studio, gli USA sono lo stato più crypto friendly, orientato all’adozione mainstream. Nel paese, infatti, sono presenti circa 10 bancomat crypto ogni 100.000 abitanti, uno ogni 271 km. L’88% degli ATM crypto esistenti si trova sul territorio americano. Per quanto riguarda invece il numero di startup, lo score USA si attesta attorno a 0.6 per ogni 100mila abitanti. 

California: sì alle donazioni in criptovalute per le campagne elettorali 

È del 21 Luglio 2022 la notizia secondo la quale lo Stato della California consentirà ai candidati alle cariche politiche statali e locali di ricevere donazioni in criptovalute. Viene quindi abrogata definitivamente la precedente normativa, che vietava ai promotori politici il diritto di raccogliere o ricevere fondi via blockchain. La legge era stata promossa durante il bear market del 2018, più precisamente a Novembre. Coloro che riceveranno le donazioni però, saranno obbligati a convertire immediatamente l’ammontare di crypto ricevute in valuta fiat. La normativa stabilisce inoltre che il candidato politico è obbligato a collaborare con un exchange registrato per gestire la transazione. L’exchange deve aver confermato l’identità del donatore attraverso le pratiche del KYC (Know Your Customer) con la verifica  del nome, dell’indirizzo, dell’occupazione e del datore di lavoro.

Ad alcuni potrebbe far storcere il naso l’obbligo di conversione istantanea in moneta fiat. Se tuttavia consideriamo che solo 4 anni fa, la California si era dimostrato fortemente contraria alla pratica tanto da renderla illegale, è sicuramente un passo in avanti. I finanziamenti politici con le criptovalute sono uno dei casi d’uso più interessanti negli Stati Uniti.

Miami con Mastercard, TIME e Salesforce per una collezione di NFT

Anche per quanto riguarda le iniziative cittadine, gli Stati Uniti si dimostrano il paese più virtuoso se si parla di  mass adoption. La città di Miami ha da poco annunciato un’iniziativa Web3 per vivere la città a 360° con il supporto di tre importanti brand: Mastercard, TIME e Salesforce. Nel concreto si tratta di creare 5mila NFT disegnati da 56 artisti locali. Il numero 56 non è stato scelto a caso, ma sta a rappresentare la grandezza in miglia quadrate della città.

Gli holder di questi NFT avranno accesso al Mastercard Priceless Miami program che prevede esperienze artistiche ed eventi esclusivi in città come – cene gourmet, visite private in musei, soggiorni in lussuosi resort o spa e tanti altri. Il processo di minting (creazione degli NFT) e il mercato secondario sarà completamente gestito da Salesforce – azienda produttrice di software, servizi di automazione e analisi del marketing digitale fondata nel 2000. Il terzo protagonista di questa collaborazione è il colosso editoriale TIME, il marchio orbita attorno al mondo Web3 da Marzo 2021, da allora, grazie alla propria comunità NFT chiamata TIMEPieces, è un attore importante nel settore. Forse qualcuno si ricorda l’iconica copertina raffigurante Vitalik Buterin, il fondatore di Ethereum. La città della Florida aveva già lanciato, ad agosto 2021, Miami Coin un token destinato a finanziare in modo sostenibile progetti a sostegno delle comunità cittadine più in difficoltà.

Grazie a queste iniziative intraprese sia a livello statale che locale, gli USA sembrano davvero voler diventare un modello per la mass adoption, l’adozione delle criptovalute oltreoceano è più vicina di quanto pensiamo? Questi 3 casi d’uso delle criptovalute negli Stati Uniti sembrano confermare che è proprio così.

Solana e l’attacco hacker: che cos’è successo?

Solana: attacco hacker, cos’è successo?

Cos’è successo a Solana durante l’attacco hacker? Le possibili cause e la solidarietà dei progetti crypto 

Nella tarda serata di Martedì 3 Agosto 2022 alcuni wallet del network di Solana sono stati hackerati. L’attacco è durato parecchie ore e il suo obiettivo principale è stato l’hot wallet più popolare dell’ecosistema Solana: il Phantom wallet, attraverso il quale gli hacker si sarebbero impossessati delle chiavi private di alcuni utenti. In un secondo momento è stato comunicato che l’hack potrebbe essere partito da Slope, un altro wallet di Solana. Anche se questo attacco è stato un duro colpo per il network, la blockchain stessa non ha subito danni e continua a funzionare. Tantissimi ingegneri e sviluppatori, anche di altri progetti blockchain, stanno collaborando per capire che cos’è successo a Solana durante l’attacco hacker e quale sia stata la reale causa dell’attacco.

L’attacco hacker ha compromesso la blockchain di Solana?

Piccolo spoiler: no. L’attacco hacker ha preso di mira i browser wallet di Solana, e in particolare quelli inattivi da più di sei mesi. Tra questi ci sono Phantom, Slope, Solfare e TrustWallet. L’attacco sembrerebbe essere legato alla vulnerabilità degli online wallet e quindi alla compromissione delle chiavi private degli utenti. Le transazioni infatti, se guardiamo il blockchain explorer di Solana, Solscan.io, appaiono firmate dai “reali” proprietari.

Agli utenti non sono stati sottratti solamente i token SOL, ma anche altre criptovalute e token. In particolare la stablecoin USDC, la cui somma rubata sembra essere superiore a quella di SOL. La buona notizia? I fondi custoditi sui cold wallet e sugli exchange come Young Platform, non sono stati raggiunti dall’attacco. Insomma l’hack non ha compromesso la blockchain di Solana bensì svariati wallet. 

Come ripararsi da eventuali attacchi: differenza tra cold e hot wallet

Il tema della sicurezza, soprattutto quando si interagisce con protocolli DeFi come in questo caso è centrale. Da utenti è fondamentale conoscere tutte le opzioni di wallet disponibili e le loro specificità. Ogni tipologia di wallet infatti ha sia punti forti che deboli. Ad esempio, i wallet self-custodial sono i wallet in cui le chiavi private sono gestite totalmente dagli utenti.  I wallet self-custodial possono essere hot wallet o cold wallet. Un hot wallet è pronto per l’utilizzo su qualsiasi Dapp in quanto sempre connesso ad internet. La comodità di avere un wallet sempre attivo è compensata da un grado di sicurezza inferiore rispetto ad altre tipologie di wallet. Gli hot wallet sono o estensioni di browser o applicazioni desktop e smartphone e, se non sono tenuti offline, sono vulnerabili a virus o attacchi. Alcuni esempi di questa tipologia di portafogli sono: Metamask, Trust Wallet o anche gli obiettivi dell’attacco hacker questa notte.

L’altra tipologia di self-custodial wallet invece è più simile ad una cassaforte, i cold wallet infatti, se da un lato risultano un po’ più macchinosi da usare, sono più sicuri. I cold wallet vengono connessi ad internet soltanto nel momento in cui il possessore vuole utilizzarne il contenuto. Una volta che la transazione è stata inviata, il wallet viene disconnesso sia dalla rete sia da altri dispositivi e quindi è di nuovo al sicuro da potenziali attacchi online. Se vuoi approfondire pro e contro di tutti i wallet in circolazione consulta l’articolo Young Academy dedicato.

Le dichiarazioni delle Dapp più famose di Solana

Le Dapp più famose di Solana si sono subito espresse riguardo all’attacco hacker di questa notte. Magic Eden, il principale marketplace di NFT, che proprio ieri aveva annunciato di voler diventare cross-chain, iniziando ad accettare offerte anche in Ethereum per le collezioni NFT, mentre l’hack era in corso ha ribadito la procedura da seguire per evitare di perdere i propri averi. 

In sintesi, il marketplace NFT ha consigliato di creare un nuovo Solana wallet e trasferire prima gli NFT e successivamente le crypto in esso contenute, qualora non si disponesse nell’immediato di un cold wallet.

In quelle ore, il team di Phantom ha comunicato alla community di essere al lavoro a stretto contatto con il team di Solana e di altri protocolli. L’obiettivo? Capire cosa è successo e perché i wallet di Solana sono stati hackerati. La blockchain company ha inoltre dichiarato di non credere che si tratti di un problema di Phantom nello specifico. Successivamente su Twitter il wallet ha dichiarato: “Phantom ha ragione di credere che gli exploit segnalati siano dovuti a complicazioni legate all’importazione di account da e verso Slope. Stiamo ancora lavorando attivamente per identificare se vi siano state altre vulnerabilità che hanno contribuito a questo incidente”.

Anche Emin Gün Sirer, CEO e fondatore di Avalabs si è espresso riguardo all’attacco hacker ai wallet Solana. Nel thread pubblicato sul suo profilo Twitter ha fornito alla sua community qualche chiave di lettura per cercare di comprendere e spiegare quanto è accaduto, rassicurando chi deteneva i fondi sugli exchange centralizzati e sui cold wallet. Si è infine espresso in modo solidale verso chi è stato colpito dall’hack.


Attendiamo nuovi sviluppi e informazioni riguardanti l’attacco hacker ai wallet di Solana, consulta il nostro blog per non perderti aggiornamenti sulla questione.

OpenSea: sale a bordo Chris Dixon di a16z

OpenSea: arriva Chris Dixon di a16z

Cosa succede quando il più grande marketplace NFT incontra il divulgatore Web3 del momento? Chris Dixon di a16z arriva a OpenSea!

Chris Dixon è una delle figure più influenti del settore crypto, conosciuto principalmente per essere uno dei partner di a16z, il fondo Venture Capital costituito nel 2009 da Marc Andreessen e Ben Horowitz, e per il suo impegno a comunicare il Web3. Dixon di base è uno sviluppatore laureato in filosofia, che fin dall’inizio della sua carriera si è occupato di tecnologie emergenti. Il 30 Luglio 2022 OpenSea ha annunciato che Dixon si è unito al consiglio d’amministrazione del più grande marketplace NFT. 

Chris Dixon: perché il Web3 è così importante 

Nel 2022 Forbes ha nominato Dixon il n°1 degli investitori “venture”, tra i progetti che ha sostenuto ci sono Uniswap, Avalanche e Dapper Labs, che ha lanciato i CryptoKitties. L’amministratore delegato e fondatore di Uniswap, Hayden Adams, ha lodato Dixon per la sua capacità di far dialogare il mondo della finanza tradizionale e la DeFi, mentre Roham Gharegozlou, CEO di Dapper Labs, attribuisce a Dixon il merito di aver previsto l’ascesa degli NFT:  “Chris ha visto questo settore prima che iniziasse”. In effetti il blog di Dixon (e il suo profilo Twitter) sono fin dagli albori del mondo crypto, un punto di riferimento per approfondire i temi del Web3. Lo sguardo di Dixon non è solo tecnico ma anche teorico, i suoi contributi discutono la nascita delle idee, le questioni fondative del Web3, i cambiamenti sociali, economici e tecnologici che viviamo. Tra i suoi tweet più famosi c’è “Why Web3 matters” del 2021 che ha costruito la narrativa delle fasi di internet e della centralità degli utenti e della loro proprietà. 

OpenSea, il colosso degli NFT 

OpenSea ad oggi è il più grande e conosciuto marketplace NFT con oltre 2 milioni di collezioni e vendite per miliardi di dollari. Si tratta anche di uno dei primi marketplace su Ethereum, infatti OpenSea è stato fondato nel 2017 proprio mentre stavano esplodendo i CryptoKitties e il mondo ha cominciato a sentire parlare di blockchain. OpenSea è nato dall’idea di Devin Finzer e Alex Atallah che nel 2017 hanno iniziato a confrontarsi con gli utenti e gli early adopter su Discord. Oltre a fondi di investimento come a16z, OpenSea è sostenuto da angeli finanziatori come l’attore e produttore Ashton Kutcher, Ben Silberman, CEO e Co-founder di Pinterest e Justin Kan, Co-founder di Twitch. Su OpenSea ci sono tutti i tipi di NFT dall’arte, alle esperienze virtuali, la musica e i certificati di proprietà virtuali. Su OpenSea creator e artisti hanno la possibilità di creare NFT gratuitamente senza dover conoscere necessariamente il funzionamento tecnico della blockchain. Lo scorso Gennaio 2022 OpenSea ha ottenuto un nuovo round di finanziamento e ha dichiarato di aver raggiunto una valutazione di 13,3 miliardi di dollari. 

Chris Dixon arriva a OpenSea!

A fine Luglio Dixon è entrato ufficialmente nel Consiglio d’Amministrazione di OpenSea, prendendo il posto di Katie Haun, che ha lasciato a16z per fondare un altro fondo, Hain Ventures. Ad accogliere Dixon è stato Devin Finzer, attuale CEO di OpenSea. 

Finzer ha commentato l’arrivo di Dixon a OpenSea così: “chiunque abbia trascorso del tempo con Chris sa che è una mente autorevole e di riferimento, rigoroso e intellettualmente onesto, ci spinge costantemente a ingrandirci e ad assicurarci che stiamo lavorando nello spazio NFT in un ottica a lungo termine”.

I CryptoPunks diventano gioielli di Tiffany

CryptoPunks: gli NFT diventano gioielli di Tiffany

Tiffany & Co. annuncia una collezione di gioielli per i CryptoPunks holder. Scopri i dettagli della lussuosa collaborazione!

La community Web3 si è scatenata, in particolare su Twitter, in seguito all’annuncio ufficiale postato il 31 Luglio proprio sul social network: il brand di gioielli di lusso Tiffany & Co. lancerà la sua prima collezione NFT, gli NFTiff. Questi token non fungibili raffigureranno dei gioielli nello stile pixelato dei CryptoPunks. Gli NFTiff, solo 250, saranno acquistabili soltanto dagli holder dei CryptoPunks. I prodotti digitali in un secondo momento diventeranno dei veri e propri ciondoli personalizzati corrispondenti alla loro versione digitale.

I CryptoPunks diventano gioielli di Tiffany 

Vediamo il design dei gioielli e i materiali con cui saranno realizzati gli NFT di Tiffany. L’obiettivo degli artigiani di Tiffany sarà quello di creare gioielli il più possibile simili alla versione in pixel. La sfida sarà riuscire a trasporre gli 87 attributi e i 159 colori, con i quali i CryptoPunks sono composti nella loro versione digitale, nella gemma o nel colore di smalto più simile possibile. Secondo il sito ufficiale di Tiffany, ogni pezzo sarà composto da almeno 30 pietre preziose e diamanti. L’azienda newyorkese ha inoltre dichiarato che i possessori riceveranno un rendering del loro ciondolo entro ottobre.

Quanto costeranno gli NFT di Tiffany e dove si potrà acquistarli?

L’acquisto degli NFT di Tiffany sarà possibile esclusivamente tramite il sito ufficiale, ed avverrà ovviamente in crypto, più precisamente in Ether. I wallet consigliati per il pagamento sono Meta Mask o Trust Wallet. La vendita degli NFTiff inizierà il 5 Agosto 2022 alle 16 (ora italiana) e sarà possibile acquistare un massimo di 3 items per individuo.

Il “pacchetto” che comprende il costo dell’NFT, il pendente personalizzato e la spedizione di quest’ultimo costerà 30 ETH, che al valore attuale corrispondono a circa 50mila euro. I CryptoPunks insomma fanno colazione da Tiffany, ma i proprietari dell’iconica collezione NFT saranno così interessati alla gioielleria di lusso?

Luxury brand e Web3 sempre più in sintonia

Con questa mossa, Tiffany & Co. si unisce alla schiera di aziende del settore fashion luxury che cercano di affermarsi nel mondo Web3, con l’obiettivo di coinvolgere una nuova generazione di clienti. Brand come Gucci, Louis Vuitton, Balenciaga, Philipp Plein e altri si sono infatti, durante questo ultimo anno, resi disponibili ad accettare pagamenti in criptovalute. L’iniziativa di Tiffany però va oltre alla semplice accettazione delle crypto come metodo di pagamento, è invece una vera e propria collaborazione con uno dei brand più famosi e riconosciuti del settore. I CryptoPunks sono un vero e proprio simbolo della cultura del Web3!

Vi erano già state alcune avvisaglie della volontà, da parte di Tiffany, di inserirsi in questo nuovo mercato. In occasione dell’ultimo April Fool, l’azienda aveva postato sui propri social, un annuncio in cui dichiarava di essere pronta a lanciare la propria criptovaluta: La TiffCoin. 

Moltissimi utenti sono caduti nel tranello del pesce d’aprile, ma non tutto ciò che è stato annunciato dal brand è completamente inventato: la TiffCoin è stata infatti riproposta come un’edizione limitata da collezione (sotto forma di oggetto fisico) sul sito web di Tiffany & Co. Se quindi inizialmente si poteva supporre che il brand avesse architettato lo scherzo per “prendere in giro” il mondo Web3, ora abbiamo la dimostrazione del contrario. Insomma i CryptoPunks diventano gioielli di Tiffany, siamo curiosi di vedere se i celebri holder tra cui Jay Z, Steve Aoki, Serena Williams riusciranno ad aggiudicarseli!