Bitcoin: 10 frasi memorabili pronunciate da chi non ti aspetti

10 frasi celebri su Bitcoin

10 frasi memorabili su Bitcoin pronunciate da chi è sempre stato un sostenitore e da chi invece si sta ricredendo

Frasi su Bitcoin da Bacio Perugina? Non proprio! Su questa criptovaluta se ne dicono di ogni tipo, infatti come per tutti i fenomeni e gli argomenti che fanno scalpore, anche BTC è oggetto di critiche, giudizi e opinioni. Analizziamo alcune delle “frasi crypto” dei personaggi più autorevoli del mondo dell’economia e della tecnologia. La narrativa intorno a Bitcoin si costruisce grazie ai suoi entusiasti sostenitori, tra questi ci sono sia esponenti del mondo crypto che personaggi che si sono avvicinati alle criptovalute in un secondo momento. Vediamo le loro 10 frasi celebri su Bitcoin!

1. Ray Dalio

“Bitcoin si è affermato negli ultimi 10 anni. Non è stato hackerato. Tutto sommato ha funzionato dal punto di vista operativo. Ha costruito un seguito significativo. È un’alternativa, e in un certo senso una riserva di beni. È come contante digitale. Questi sono i suoi vantaggi.”

Ray Dalio è una figura molto conosciuta nel campo degli investimenti e della finanza americana e non solo. Dalio è un manager di fondi speculativi che all’inizio si è dimostrato ostile al mondo delle criptovalute per poi ricredersi. Tra tutte le sue frasi su Bitcoin abbiamo selezionato quella datata 24 Marzo 2021, ma la sua “conversione crypto” risale già a Gennaio dello stesso anno. 

2. Elon Musk

 Cosa dice Elon Musk su BTC? “La struttura di Bitcoin è molto ingegnosa. La cartamoneta  scompare, e le criptovalute sono un modo migliore per trasferire valori rispetto a un pezzo di carta, questo è sicuro.”

La storia di Elon Musk con le crypto è longeva e senza colpi di scena, il miliardario CEO di Tesla è sempre stato sostenitore di Bitcoin (anche se la sua preferita rimane sempre Dogecoin). 

3. Jack Dorsey

“Bitcoin cambia assolutamente tutto, non credo ci sia qualcosa di più importante su cui lavorare nel corso della mia vita.”

Il fondatore ed ex amministratore delegato di Twitter ha le idee molto chiare. Questa è una di quelle frasi su Bitcoin che sostengono sia una rivoluzione, il mondo e internet avranno una moneta unica e quella sarà BTC. Nel Giugno 2021 aveva dichiarato che se non avesse concentrato le sue energie su Square o Twitter, avrebbe lavorato senza dubbio nel settore delle criptovalute. Al momento Dorsey sta finanziando un social network decentralizzato: Nostr. 

4. Peter Thiel

“Bitcoin è l’inizio di qualcosa di grande: una moneta senza un governo, qualcosa di necessario e imperativo.”

Tra le frasi memorabili su Bitcoin c’è poi quella di Peter Thiel, co-fondatore di Paypal. Thiel pare entusiasta: largo a Bitcoin, è quello di cui avevamo bisogno. 

5. Leon Luow

“Ogni persona informata ha bisogno di conoscere Bitcoin perché potrebbe essere uno degli sviluppi più importanti del mondo.”

Leon Luow è un intellettuale, autore e studioso sudafricano che è stato nominato al Premio Nobel per la Pace con la moglie Frances Kendall nel 1987. La sua frase crypto è una “deformazione professionale” da uomo di studi: che si voglia o meno, Bitcoin è pronto a rivoluzionare le nostre vite. Meglio imparare a conoscere il suo funzionamento, per comprendere anche le trasformazioni del mondo.

6. Bill Gates

“Bitcoin è un tour de force tecnologico.”

Con questo breve commento, Bill Gates lascia ampio spazio alle interpretazioni. L’espressione tour de force generalmente viene utilizzata per indicare un’impresa particolarmente ardua, a cui bisogna dedicare un notevole impiego di forze mentali e fisiche. Gates ha voluto sottolineare la grandezza dell’ingegno di chi ha messo a punto Bitcoin? Si può ipotizzare che, da informatico, Gates non sia rimasto indifferente di fronte alla sofisticata tecnologia della criptovaluta ideata da Satoshi Nakamoto

7. Rick Falkvinge

“Bitcoin farà alle banche quello che le email hanno fatto ai servizi postali.”

Rick Falkvinge è un imprenditore informatico e uomo politico svedese. Falkvinge è conosciuto per aver fondato il “Pirate Party” svedese, un partito politico focalizzato sui temi della condivisione delle informazioni, del copyright e dei brevetti. Nato dopo le accese discussioni del 2005 che hanno acceso la nazione sul tema. Falkvinge ha cominciato a studiare da vicino Bitcoin nel 2011 e da quel momento lo ha sempre sostenuto in quanto strumento di libertà personale. Con questa frase crypto paragona Bitcoin al potere rivoluzionario di internet, che ha cambiato le nostre abitudini, soprattutto quelle comunicative. 

8. Milton Friedman 

“Penso che internet sarà una delle forze principali per ridurre il ruolo dei governi. L’unica cosa che manca, ma che sarà presto sviluppata, è una e-cash affidabile, un metodo per cui attraverso internet puoi trasferire fondi da A a B senza che A conosca B o B conosca A.”

L’ottava delle frasi celebri su Bitcoin non è stata pronunciata esattamente in riferimento alla moneta di Nakamoto. Milton Friedman infatti è morto due anni prima che Bitcoin fosse creato. Nonostante l’economista non abbia assistito allo sviluppo della tecnologia blockchain e delle criptovalute, con queste parole del 1999 sembra aver colto il punto centrale di Bitcoin e della decentralizzazione. 

9. Andrew Ross Sorkin

“Bitcoin, a breve o anche a lungo termine può rivelarsi un buon investimento nel senso che tutto ciò che è raro può essere considerato prezioso. Come le carte da baseball. O un Picasso.”

La frase su Bitcoin del giornalista americano Andrew Ross Sorkin descrive il successo della crypto come risultato della sua scarsità, ricordandoci in qualche modo la teoria dello Stock-to-Flow di PlanB. Come succede per gli oggetti da collezionismo o le opere d’arte, più passa il tempo e diventano rare, più il loro valore aumenta. Oggetti da collezionismo, NFT e Bitcoin, da questo punto di vista sono preziosi perché disponibili in quantità limitata.

10. Al Gore 

“Penso che il fatto che all’interno dell’universo Bitcoin un algoritmo sostituisca la funzione del governo, sia in realtà molto interessante.”


Sulla gestione di progetti e nazioni, Al Gore è un esperto. L’ex vice presidente degli Stati Uniti e senatore americano non è rimasto indifferente di fronte al modello decentralizzato di Bitcoin e delle criptovalute. Soprattutto per come tutto il sistema sia funzionante anche senza un team di governance.


Queste frasi su Bitcoin, la crypto per eccellenza, faranno la storia? Al momento ci danno un’idea della sua percezione tra alcune delle menti più influenti del nostro secolo. Vedremo se hanno ragione, nel frattempo noi hodliamo!

Cos’è successo a Solana? Ora è tutto risolto?

Solana news: problemi per la blockchain. Cos’è successo?

Nel weekend il network è stato rallentato da un problema tecnico. Cosa ha fermato il trading su Solana?

Secondo le ultime news su Solana, Sabato la blockchain ha interrotto le sue attività per un breve tempo. Un problema tecnico ha rallentato le prestazioni del network, come lo scambio delle criptovalute e il trading. La causa del problema è ancora ignota, ma la blockchain ora funziona? 

Solana news: cosa è successo davvero 

Intorno alle 7:00 di Sabato mattina, un problema tecnico ha bloccato Solana. In pratica si è verificato un “forking event”: la blockchain si è biforcata creando due versioni alternative e contrastanti della cronologia delle transazioni. Il fork ha portato un aumento dell’uso della memoria da parte dei nodi validatori e una riduzione della velocità delle transazioni. Secondo i dati di Solana Explorer un’ora dopo il verificarsi del problema, la rete stava elaborando circa 93 transazioni al secondo (TPS), un numero ben lontano dalle 5.000 TPS processate solo quindici minuti prima. La news su Solana e le sue difficoltà è dilagata facendo preoccupare i suoi holder. 

Problema risolto?

I validatori e il team di ingegneri si sono affrettati a correggere il problema della blockchain. La causa dell’incidente non è stata subito identificata, qualcuno sospetta che sia stata colpa di un bug nella nuova versione del codice Solana che era stata messa online poche ore prima.

Senza la certezza di avere un bug da scovare, alcuni validatori hanno optato per fare il downgrade alla versione precedente nella speranza di risollevare le performance di Solana.

Nel giro di poche ore la maggioranza di validatori è tornata al vecchio software nel tentativo di ripristinare le operazioni. Ma questo non è servito a risolvere il problema, si è quindi passati a una soluzione più drastica, ovvero riavviare la blockchain al punto immediatamente precedente alla biforcazione. 

Come ha osservato uno dei membri attivi della community di sviluppatori, conosciuto con lo pseudonimo di SolBlaze: “coordinare un tentativo di riavvio significa che la rete sarà completamente offline, il che è sempre l’ultima spiaggia”. 

Le news sulla riattivazione di Solana sono state date dal profilo Twitter Solana Status: la rete ha ripreso a lavorare nelle prime ore del 27 Febbraio (ora italiana).

E ora?

Dopo che il network è stato riavviato, il team è al lavoro per rintracciare la causa del problema. L’indiziato principale al momento rimane il possibile bug nella nuova versione del codice della rete. Gli sviluppatori nel frattempo continuano a monitorare la blockchain, sulla pagina ufficiale è possibile rimanere aggiornati sulle indagini e sulle ultime news su Solana. 

Emergenza Turchia e Siria: dona ora per i bambini colpiti dal terremoto

Terremoto turchia

Dopo il terremoto in Turchia riparte la collaborazione di Young Platform con Save the Children per inviare donazioni in crypto

Il terremoto in Turchia ha mobilitato nel mese di Febbraio donazioni e solidarietà da tutto il mondo, unito di fronte a un disastro naturale. 

Come noto, nella notte tra il 5 e il 6 Febbraio l’area di confine con la Siria è stata l’epicentro di un forte terremoto (magnitudo 7.8 e 7.5). Le due scosse sono risuonate fino a Cipro, Libano e Israele. Il fenomeno si è ripetuto il 20 febbraio con l’epicentro nella città di Hatay a sud-ovest della Turchia, con una magnitudo di 6.4 e 5.8.

Le principali vittime del terremoto in Turchia: i bambini

La Turchia dopo il primo terremoto ha dichiarato oltre 41.000 morti, migliaia di persone ferite e di edifici crollati. In tutto sono 1,4 milioni i bambini che stanno subendo i danni di questa catastrofe. I sopravvissuti tra loro sono ora senza riparo.

Questi territori e soprattutto i suoi abitanti più svantaggiati devono ricevere più aiuti possibile, non bastano i contributi internazionali, e ci vorrà molto tempo per rimarginare questa tra le tante ferite dei luoghi colpiti.

Save the Children con il Fondo Emergenze fa sì che i bambini colpiti dal terremoto ricevano ogni tipo di aiuto.

Puoi fare donazioni anche in criptovalute, come già possibile da questo Natale.

Come inviare donazioni per il terremoto in Turchia

Riportiamo di seguito le istruzioni per inviare criptovalute al Fondo Emergenze.

  1. Parti da questa pagina;
  2. Scegli la crypto da donare;
  3. Scegli se fare una donazione anonima o inserire i tuoi dati;
  4. Clicca su “Dona ora”;
  5. Ti apparirà l’indirizzo del wallet di destinazione in forma di codice alfanumerico e come QR code. Copialo negli appunti;
  6. Apri l’app di Young Platform nella sezione Portafoglio;
  1. Seleziona la criptovaluta che hai deciso di utilizzare;
  2. Clicca su “Preleva”;
  3. Inserisci l’importo e clicca su “Continua”; 
  4. Incolla l’indirizzo del wallet di Save the Children che hai copiato dal link indicato o scannerizza il QR code. Ti consigliamo di non scrivere l’indirizzo manualmente per evitare refusi;
  5. Conferma in maniera definitiva il prelievo tramite la mail che riceverai al tuo indirizzo. 

Se vuoi visualizzare lo stato della tua transazione sulla blockchain, puoi incollare il TxID nella barra di ricerca di un blockchain explorer come Blockchair

In questo modo puoi tracciare le tue donazioni crypto e assicurarti che arrivino a Save the Children, che li userà per aiutare i bambini vittime del terremoto in Turchia. 

Nuovo vantaggio per i Club: il Market Report mensile

Per i Club Silver, Gold e Platinum un Market Report mensile creato dal nostro team di trader

Quando i tuoi amici ti chiedono come va il mercato, sai rispondere solamente con “Up” o “Down”? Vai avanti per “sentito dire”? 

No problem! Trovare informazioni affidabili e puntuali oggi non è facile. Per questo lo facciamo noi per te, con il Market Report

Da oggi è disponibile questo benefit riservato ai Club Silver, Gold e Platinum: i loro membri riceveranno un’analisi approfondita del mercato all’inizio di ogni mese, riguardante il mese precedente

Per chi non fa ancora parte dei Club, ecco i principali punti toccati dal report: 

  • Analisi della capitalizzazione di mercato
  • Bitcoin Dominance e Price Action
  • Price action di Ethereum e del pair ETH-BTC
  • Price action della criptovaluta del mese
  • Politiche monetarie USA
  • Notizie del mese
  • Dati on-chain per Bitcoin, Ethereum e criptovaluta del mese

C’è qualche dato o argomento che vorresti vedere trattato mensilmente in questo report? Scrivi un suggerimento sul canale Discord e adatteremo il report con le integrazioni più richieste.

Restare al passo col mercato è fondamentale per avere il controllo delle proprie risorse e utilizzarle al meglio. Con il Market Report hai uno strumento redatto da trader professionisti che mette in luce tutto quello a cui prestare attenzione per avere una comprensione approfondita della situazione attuale. 

I segreti dei domini internet: le storie più strane del web

Domini internet: 5 storie e curiosità sul web

Ti sei mai chiest* cosa vuol dire “Google” o quale sia il dominio più lungo del web? Scoprilo in questo revival di stranezze anni ’90

Scavando a fondo nella storia dei domini internet e non solo, abbiamo scovato queste 5 curiosità sul web. Tra personaggi misteriosi di cui ormai rimane traccia solo sui forum, oltre i siti web più ridicoli e inutili, negli abissi degli archivi di ormai vent’anni fa, sono emersi dei fatti assurdi e inaspettati. Partiamo subito!

1. Nel 2015 qualcuno ha comprato Google.com per 12 dollari

Se cerchi curiosità riguardanti i domini internet, ne troverai più di una riguardo Google stesso. La sua storia è piena di equivoci fin dall’inizio. Ti immagini di digitare Googol.com invece di Google.com? Sarebbe paradossale perché Googol, originariamente, doveva essere il nome del famoso motore di ricerca. 

Il termine indica 10 alla potenza di 100 (1 più 100 zeri) ed è stato il compagno di università di Larry Page, Sean, a suggerirglielo nel 1997. Larry approva il nome e Sean glielo registra, ma senza sapere l’ortografia della parola, così acquista invece quello che conosciamo oggi.

La seconda “svista” di Google accade nel 2015, quando nel cuore della notte un ex dipendente del colosso, Sanmay Ved, riesce ad acquistare proprio Google.com.

Sanmay non si aspettava di riuscire a ottenere il dominio, per di più per soli 12$, eppure riceve persino la fattura. Google però non ci mette troppo a riappropriarsene: in solo un minuto Sanmay vede l’URL più potente del mondo scivolargli via dalle mani.

La trilogia si conclude nel 2021 a Buenos Aires: è sera e siamo alla scrivania di un designer che, lavorando, nota che Google non funziona. Così controlla il sito responsabile dei domini internet in Argentina e vede che Google Argentina è in vendita. Qualcuno al posto suo forse avrebbe pensato che fosse un errore o un bug e avrebbe ignorato l’anomalia. Invece Nicolas, il nostro designer, decide di cliccare e l’acquisto va a buon fine per l’equivalente di soli 2,30€. Per qualche ora, stavolta, il dominio è stato in possesso di Nicolas, tuttavia Google non ha chiarito né come mai questo fosse disponibile, né come l’abbia nuovamente riportato sotto il proprio controllo. 

2. Domini internet che non esistono più: una questione geopolitica

Sono 5 i ccTLD eliminati o inutilizzati per cambiamenti geopolitici. Esatto, Risiko si gioca anche nel WWW e può essere affascinante scoprire come questi avvenimenti vengono gestiti in modi diversi dall’ICANN e dagli enti coinvolti, nonché essere un’occasione di dropcatching per alcuni abitanti di questi paesi.

Il processo di eliminazione di un ccTLD di un paese che non esiste più o che ha un nuovo nome non è sempre immediato. Nel caso degli ex paesi sovietici e dell’URSS stessa, ci sono molti esempi di transizioni trascinate per anni. Lo stesso dominio .su (Soviet Union) è ancora utilizzabile, tanto che ha ancora circa 100.000 domini internet registrati e sembra essere molto apprezzato dai cybercriminali.

Vediamo invece quelli che sono stati resi obsoleti:

  • .an: le Antille Olandesi si sono sciolte nel 2010, da che l’ICANN ha accettato i domini internet .bq (Paesi Bassi Caraibici), .cw (Curaçao) e .sx (Sint Maarten) come sostituzioni.
  • .dd: il dominio era originariamente destinato alla DDR (Repubblica Democratica Tedesca), ma è stato utilizzato solo per un uso interno tra due università della Germania dell’Est.
  • .um: questo TLD che si riferiva alle Isole Minori degli Stati Uniti è stato rimosso nel 2007. Prima era gestito dalla University of Southern California, tuttavia le isole sono pressoché disabitate da decenni e l’istituto ha chiesto di essere liberato da questa responsabilità.
  • .yu: il ccTLD dell’ex Repubblica Jugoslava, dissolta definitivamente nel 2006, è stato rimosso solo nel 2010 dopo che i proprietari di siti web .yu sono riusciti a dividersi tra i domini di primo livello .rs (Serbia) e .me (Montenegro).
  • .zr: poco dopo l’introduzione del ccTLD per la Repubblica dello Zaire, lo stato africano ha cambiato il suo nome in Repubblica Democratica del Congo nel 1997 e gli è stata assegnata l’estensione .cd. Il dominio .zr è stato infine cancellato dall’ICANN nel 2001.

3. La sfida silenziosa a chi registra il dominio più lungo

Internet è veramente un posto meraviglioso, e altrettanto autoreferenziale. Se ti è già capitato di perderti tra le foto e le pagine wiki di lunghissimi nomi di città, ti sfuggirà qualche “Lol” anche per questa curiosità sul filo della geografia.

È proprio il nome di un paese in Galles il primo fra i domini internet più lunghi al mondo. Nel 2002 è stato registrato llanfairpwllgwyngyllgogerychwyrndrobwllllantysiliogogogoch.co.uk, entrato nel Guinness dei primati con 58 caratteri escluso il TLD. Consideriamo però che la lunghezza massima consentita per ogni parte del dominio è di 63 caratteri.

Infatti qualcuno nel 2007, ha sfidato questo primato registrando llanfairpwllgwyngyllgogerychwyrndwllllantysiliogogogochuchaf.eu, con 60 caratteri escluso il TLD, e la cui aggiunta indica la parte “vecchia” o “alta” del paese. Ti sfido a pronunciarlo in un solo respiro, quello sarebbe un vero primato.

A 63 caratteri in quegli anni sono arrivati effettivamente per primi due domini internet. Il primo contiene un blog dedicato al Pi greco, di un matematico tedesco così appassionato da aver memorizzato il nome del dominio:

3.141592653589793238462643383279502884197169399375105820974944592.eu.

Se però il requisito del primato è creare un dominio composto da lettere, lo vince il tautologico thisisthelongesteuropeandomainnameallovertheworldandnowitismine.eu.

4. Coca cola ha fatto una campagna marketing usando 61 domini internet

Non è troppo diversa la strategia di Coca Cola, il cui reparto Marketing ha preso sul serio la questione dei domini e l’ha trasformata in una campagna promozionale. Hai presente le pubblicità della famigerata bevanda preferita da Babbo Natale? A un certo punto si sente un “click” di apertura oppure un “ahh” dissetato. Ecco, questo verso è l’equivalente di uno slogan per il brand rosso. 

Così nel 2013 appaiono ben 61 nomi di dominio a partire da “ahh.com“, continuando con un crescente numero di “h” al cui indirizzo si trovavano gif o giochini a tema. Oggi questi siti sono perlopiù in vendita o inattivi, ma allora l’intento era quello di stupire i millennial ormai indifferenti alle classiche pubblicità.

5. Un uomo nel 2012 ha comprato 14.692 domini internet in un giorno

Se pensi che Nicolas o Sanmay siano degli eroi, non hai ancora conosciuto Mike Mann. Mike non è uno di quegli speculatori da mercato secondario, lui i domini li crea. Se gli chiedi perché, risponde che è per avidità: Mike vuole semplicemente possedere il mondo. Ma chi è questo strano personaggio dal nome così comune?

Questo avido domainer ha oggi 56 anni ed è nella scena dei domini internet fin dall’inizio. Negli anni ‘90 fonda un’azienda fornitrice di internet (ISP), ma un giorno qualcuno gli offre 25.000$ per un dominio che possedeva, e il giorno dopo gli offrono il doppio. Rendendosi conto dell’opportunità, avendo pagato solo 70$ per quel dominio, si tuffa subito in quel (allora) selvaggio mercato.

Mike così comincia a creare e vendere centinaia di domini al giorno, ma nel 2012 supera se stesso acquistandone 14.692 in sole 24 ore. 

Oggi l’imprenditore possiede ancora qualche dominio, su cui ha fondato delle aziende e organizzazioni. Possiede nientemeno che SEO.com e Phone.com, rispettivamente un’agenzia SEO e un servizio di telefonia. Ha fondato poi DomainMarket.com e AccurateAppraisals.com dedicati al mercato dei domini internet. Ma si è dato anche al sociale, creando il progetto educativo FearlessLeaders.com e MakeChange.com, un’organizzazione di beneficenza. Makemillions.com invece è il sito dedicato al suo libro, e naturalmente si è tenuto MikeMann.com.

Speriamo queste 5 curiosità ti abbiano provocato almeno un “ah!”, come in uno spot Coca Cola. E se hai ancora sete, scopri la storia dei domini internet.

Tutte le emoji e lo slang del mondo crypto

Criptovalute: emoji e slang social degli appassionati

La community crypto si muove sui social. E lo fa con un linguaggio tutto suo. Scopri le espressioni e le emoji più comuni! 

Sei appena approdat* nel mondo delle criptovalute e vedi emoji di unicorni ovunque? Sei spaesat* da questo linguaggio in codice della community? Ecco una panoramica dello slang e delle emoji crypto più usate. 

Se sei un* che naviga già questi mari non preoccuparti, ce n’è anche per te. I crypto enthusiast sono fantasiosi e ogni giorno se ne inventano una!

Crypto slang per i nuovi arrivati

GM: è il sacro saluto della community crypto. Sono le iniziali di good morning. Lo puoi trovare ovunque ma soprattutto nei tweet. Viene percepito come un grande segno di appartenenza. 

Anon: l’abbreviazione di anonymous, utilizzata come sostantivo quando ci si riferisce agli utenti di un social media che non si conoscono.  

Ape: è un verbo per spiegare quella situazione in cui compri coin o token di cui non sai un fico secco ma sei in preda alla FOMO e quindi lo fai lo stesso: rompi il salvadanaio e tiri fuori tutti i tuoi risparmi. 

Bags: è l’insieme delle monete e dei token nel tuo wallet. Diventi un bagholder quando ti ostini a tenere nel portafoglio un certo token anche se probabilmente è destinato a deluderti. 

Buy the dip: significa acquistare una crypto dopo che il suo valore è fortemente diminuito. Con questa pratica, gli utenti più ottimisti sperano di trarre profitto dal futuro aumento del prezzo, per poi vendere nel punto più alto possibile e affermare compiaciuti: I sold the top, “ho venduto nel punto più alto”. Spoiler: comprare il dip e vendere il top è praticamente impossibile.

Crypto Winter: un modo creativo per chiamare il bear market, ovvero un periodo caratterizzato da bassa attività sulle blockchain e calo dei prezzi delle criptovalute. Per impaurire i novellini del settore si dice prendendo spunto da “Game of Thrones”: “crypto winter is coming!”.

Degen: è l’abbreviazione di degenerate, che in inglese significa “degenerato”. Viene utilizzata per descrivere chi compra una criptovaluta o un token non fungibile solo perché è convinto che altri si uniranno a lui, contribuendo a far crescere il loro valore.

Fren: i tuoi besties del Web3, i frens sono di solito fan della stessa criptovaluta o della medesima collezione NFT. La crypto emoji che più li rappresenta è questa: 🐸!

Irl: l’acronimo IRL sta per “in real life” ed è un abbreviazione usata per indicare quando una persona sta parlando di qualcosa di reale, al di fuori del mondo digitale. Quando finalmente comprerai casa, il tuo crypto fren ti potrebbe chiedere: “ma irl o nel metaverso?”. 

FOMO: la FOMO (Fear Of Missing Out) è un acronimo che descrive la paura di rimanere esclusi e perdere un’opportunità di profitto. Viene utilizzato più o meno così: “hai visto che le Bored Apes hanno annunciato un nuovo drop di NFT? Sì, e mi sta già salendo la FOMO!”

Hodl: nel mondo crypto il verbo to hodl indica l’azione di custodire Bitcoin o un’altra criptovaluta per un lungo periodo di tempo senza venderla. Il termine deriva dalla storpiatura della parola “hold” comparsa per la prima volta all’interno del forum Bitcointalk. Questa è la crypto emoji collegata 💎.

Hopium: è una parola composta da hope (speranza) e opium (oppio) e descrive, in modo ironico, il sentimento che provano i trader mentre aspettano il rialzo delle proprie coin. 

Nocoiner o Normie: sono due termini per riferirsi a chi è ancora fuori dal mondo delle criptovalute. Chi è scettico, chi non ne sa niente ma anche chi è complottista e sospetta che le crypto siano una qualche gigantesca trappola. 

Rekt: deriva dalla pronuncia errata della parola wrecked “distrutto o distruzione” e viene utilizzata dai crypto enthusiast che sono stati rovinati da un rugpull o da quelli che si sentono distrutti perché hanno appena fatto una mossa sbagliata.

Rug Pull: con questa espressione si indica una truffa in cui degli sviluppatori raccolgono un sacco di soldi per un nuovo progetto e poi spariscono con il bottino.

Safu: per alcuni è l’acronimo di “Secure Asset Fund for Users”, per altri invece è una storpiatura del termine safe (che in inglese significa “sicuro”). Nessuno sa con certezza da dove provenga. Viene utilizzato dai fan di un progetto per evidenziare la sua sicurezza quando lo descrivono ad altri crypto enthusiast: “funds are safu!” I fondi sono sicuri. È una frase che potresti sentire spesso, ma non sempre è vera (lo diceva anche Sam Bankman-Fried prima del crollo di FTX).

Ser: è la storpiatura di sir (“signore” in inglese), ed è utilizzato per rivolgersi in modo ironico a tutti gli utenti del crypto Twitter. È uno dei titoli più rispettosi che gli appassionati del Web3 utilizzano. “Wen moon ser?”

Shilling: gli shiller sono coloro che esprimono, sui social media, opinioni favorevoli su una criptovaluta con l’obiettivo di convincere altri ad acquistarla. Kim Kardashian ha probabilmente imparato questa parola dato che deve pagare una multa di 1,26 milioni di dollari per aver shillato una crypto truffa. 

Vaporware: progetti o trend che godono di un hype spropositato rispetto al loro valore fondamentale. Tanto fumo e niente arrosto, ottimi piani marketing ma che non introducono niente di innovativo.

WAGMI: we’re all gonna make it, urlo di battaglia super motivazionale: significa “ce la faremo”! Si usa dopo un evento particolarmente positivo tipo: “ho scaricato Young Platform Step e ho guadagnato criptovalute camminando, WAGMI”. 

L’espressione contraria è NGMI (“not gonna make it”). 

Wen: lo utilizzi quando hai talmente fretta di scrivere when moon (quando questa crypto arriverà sulla luna?), che ti scordi la “h”. Si usa anche quando si vuole sollecitare un progetto a rilasciare una funzionalità. 

Piccolo manuale di crypto emoji 

🦇🔊: No, non è il bat-segnale. La combinazione di queste due emoji significano “ultra sound” e si usano per riferirsi ad Ethereum. In che senso? Se Bitcoin viene chiamata moneta “sound ” (nel senso di solida), i fan di Ethereum si riferiscono a ETH come “ultra solida”. 

⚡ : Anche qui non si tratta di un supereroe. È il fulmine per il Lighting Network di Bitcoin.

🐳 : Questa adorabile balena è la “crypto whale”. Nel mondo delle criptovalute, una balena indica una personalità o un’entità che possiede una grandissima quantità di una certa moneta. Una whale sarebbe in grado di manipolare il mercato tramite le sue operazioni. 

🐶 🚀🌝 : Dogecoin to the moon! Quando una criptovaluta cresce velocemente, si dice che raggiunge la luna. Il cane? In questo caso rappresenta DOGE, il meme-coin del cuore di Elon Musk. 

💩 : Questa è la crypto emoji per dire che una criptovaluta è una “shitcoin” cioè una moneta senza valore, legata ad un meme o a un fenomeno passeggero.

☀️ : Questa è facile. Il sole sta per Solana, la blockchain indie che vuole sorpassare Ethereum. 

💎🙌 : Ecco le “diamond hands”. Sono le mani di chi non vende, di chi, in ricchezza o povertà, “holda” le sue crypto.  

🍣 : La crypto emoji di SushiSwap, l’exchange decentralizzato con il suo token di governance SUSHI. 

🦄 : Ecco spiegati tutti gli unicorni che vedi su Twitter. Si riferiscono a Uniswap Labs, la società DeFi che ha sviluppato il primo exchange decentralizzato di successo. 

🍕 : Cosa c’entra una fetta di pizza con le criptovalute? È l’emoji del Bitcoin Pizza Day. No, non ha niente a che fare con la pizzata delle medie. Viene festeggiato il 22 Maggio, perché in questa data nel 2010, è avvenuto il primo acquisto di beni con le criptovalute. Un ragazzo della Florida si è portato a casa due pizze per 10.000 BTC. Speriamo siano state le più buone della sua vita. 

🔥🔥🔥 : I tre fuocherelli indicano il burn di Ethereum. È il processo per cui vengono rimossi dei token dalla fornitura circolante per controllarne l’inflazione

🔺 : Ogni crypto ha un fan club. Quello di Avalanche si riconosce per questo triangolo rosso.

 👀 : “Probably Nothing”, la crypto emoji per comunicare che qualcosa bolle in pentola. Un aggiornamento o un importante annuncio che arriverà a breve, ma non si sa ancora quando.

🐼 : Il panda è diventata la crypto emoji per indicare The Merge, l’aggiornamento di Ethereum attivato a Settembre 2022. 

🧹 : Questa invece simboleggia un’abitudine nota come “sweep the floor”, in italiano: passare la scopa sul pavimento. È molto utilizzata nel settore degli NFT per invitare gli utenti ad acquistare quelli più economici del mercato per far alzare il prezzo minimo (floor price) della collezione.


Hai preso nota di queste espressioni e crypto emoji? Allora sei pronto per esplorare i profili social dei crypto enthusiast (e capirci qualcosa).

Perché ora in Nigeria Bitcoin vale il 60% in più?

Bitcoin previsioni 2050: quale valore potrà raggiungere?

In Nigeria il prezzo di BTC sale del 60%, per i limiti sui prelievi di contanti. Il paese africano è ora primo al mondo per le ricerche su Google “comprare Bitcoin”

Si, lo sappiamo cosa stai pensando: il prezzo di Bitcoin non dovrebbe essere influenzato dall’area geografica. Cos’è successo allora? A causa dei limiti imposti dalla Banca Centrale Nigeriana per il ritiro dei contanti, il valore di BTC, in Nigeria, è più alto del 60% rispetto agli altri paesi del mondo. Vediamo come mai Bitcoin è “esploso”.

Le politiche della Banca Centrale Nigeriana

Tutto è partito con un’iniziativa della Banca Centrale Nigeriana, che dal 9 Gennaio, ha imposto un limite giornaliero sui prelievi di denaro, di 20.000 naira, circa 44$, e uno settimanale di 100.000 naira (217$). Questa limitazione serve a contrastare l’attuale scarsità di denaro contante, che è stata causata dalla recente sostituzione delle vecchie banconote naira con quelle nuove. I cittadini nigeriani hanno tempo fino al 10 Febbraio (termine ultimo che è stato prolungato, in precedenza era fissato per il 24 Gennaio) per consegnare le banconote vecchie in cambio delle nuove versioni, che però, al momento, scarseggiano. 

La sostituzione delle banconote ha lo scopo di contrastare l’inflazione e limitare il riciclaggio di denaro ma anche ridisegnare il sistema bancario nigeriano in favore dell’adozione delle valute digitali, in particolare della CBDC eNaira. Queste misure però, invece che aiutare, stanno recando disagi a tutti i cittadini del paese africano, i quali non possono far altro che affidarsi alle crypto, e in particolare a Bitcoin, il cui prezzo è esploso nelle ultime ore.

Perché il prezzo di Bitcoin in Nigeria è più alto?

In questo momento, sull’exchange nigeriano NairaEX, non è possibile acquistare un BTC per meno di 17,8 milioni di naira, ovvero 38.792$. Questo valore corrisponde al 60% in più rispetto al prezzo di Bitcoin in tutto il resto del mondo e deriva dal fortissimo incremento della domanda che ha investito la criptovaluta per via delle limitazioni sul prelievo dei contanti. Intanto, nelle ultime ore, la Nigeria è diventato il primo paese al mondo per la ricerca di “comprare Bitcoin” su Google. È possibile che questo avvenimento consenta al paese africano di raggiungere il primo posto nella classifica dei paesi più crypto friendly?

I 10 domini internet più costosi della storia 

Domini internet: i 10 più costosi della storia

Chi è pronto a sborsare milioni per un nome su internet? Ecco i domini più costosi di sempre e i loro proprietari

Come è possibile che dei domini internet, proprietà virtuali che si possono acquistare anche con poche decine di dollari, arrivino a costare milioni e milioni? Alcuni sono più preziosi di altri e nonostante siano passati oltre vent’anni dall’inizio del loro commercio, questo mercato è molto attivo anche oggi. I domini più rari, e quindi più appetibili, sono quelli definiti da parole uniche e di senso compiuto. Quelle parole che possono descrivere un preciso ambito o settore come “cars”, “internet” o “sex” (come nel caso di Sex.com, il dominio che ha portato tutti in tribunale). La classifica dei domini più costosi della storia è tutta composta da TDL .com, quelli con ampiezza più internazionale.

1. Cars.com – 872 milioni$

Il dominio internet più costoso della storia? Si tratta di Cars.com che nel 2017 ha avuto una valutazione di 872.000.000$. Al momento è di proprietà dell’omonima società automobilistica di Chicago. Il suo valore è stato stimato sulla base di documenti di bilancio della società madre Gannet Co., Inc. 

2. LasVegas.com – 90 milioni$

Questo dominio è stato acquistato da Vegas.com, un sito di viaggi, turismo e intrattenimento legato alla città del Nevada. L’accordo, arrivato nel 2005, prevedeva un pagamento di 12.000.000 dollari al momento della firma e pagamenti mensili previsti fino al 2040, data in cui il dominio verrà ufficialmente trasferito a Vegas.com (sempre che non voglia rescindere il contratto). 

3. CarInsurance.com – 49,7 milioni$

CarInsurance.com ospita un sito di assicurazioni per automobili e dal 2010 è di proprietà di QuinStreet, una società di marketing e pubblicità molto attiva nella compravendita di domini, siti internet e media. 

4. Insurance.com – 35,6 milioni$

Prima di CarInsurance.com, QuinStreet nel 2009 aveva già acquistato Insure.com (per 16 milioni di dollari) e Insurance.com per rafforzare la sua presenza e identità online nel campo delle assicurazioni. Il primo apparteneva a un broker, mentre Insurance.com è stato acquistato per 35,6 milioni di dollari da un’agenzia assicurativa.

5. VacationRentals.com – 35 milioni$

Al quinto posto nella classifica dei domini internet più costosi di sempre, troviamo VacationRentals.com. Nel 2013 è stato comprato per 35 milioni di dollari da Brian Sharples, CEO di HomeAway (ora Vrbo, Vacation Rentals by Owner), una società che propone alloggi in affitto per le vacanze. L’acquisto aveva all’epoca uno scopo “difensivo”, Sharples aveva spiegato: “l’unica ragione per cui l’abbiamo comprato è che Expedia non poteva avere quell’url”. Fun fact: marcare il territorio non è servito, Expedia ha acquisito Vrbo nel 2015. 

6. PrivateJet.com – 30,2 milioni$

PrivateJet.com dal 2012 è proprietà di Nations, una piattaforma che offre servizi di aviazione privata come il noleggio e le compravendita di jet in tutto il mondo. Nations ha acquistato il dominio da Don’t Look Media per 30,2 milioni di dollari. 

7. Voice.com – 30 milioni$

Forse non sai che MicroStrategy di Micheal Saylor, si occupa anche di trading di domini internet preziosi. Il 30 Maggio 2019 ha venduto per 30 milioni di dollari il dominio Voice.com a Block.one per lanciare la sua piattaforma di social media basata su blockchain chiamata appunto Voice. La parola “voce” in inglese è chiara e riconoscibile, si lega subito a un progetto e il dominio associato per questo vale così tanto. 

8. Internet.com – 18 milioni$

Internet.com è stato comprato nel 2009 per 18 milioni di dollari da QuinStreet. Potrebbe tuttavia aver scalato in segreto la classifica dei domini internet più costosi di sempre… Nel 2021 infatti era stata organizzata un’asta con una base d’asta minima di 35 milioni. Purtroppo non esistono informazioni sull’esito e sul nuovo eventuale proprietario. 

9. 360.com – 17 milioni$

La propietaria di 360.com è Qihoo 360, una società cinese specializzata in software di sicurezza. Il dominio, che prima era di Vodafone, è stato acquisito per migliorare la percezione del brand. Rispetto a “qihoo”, “360” è un nome più immediato e facile da ricordare grazie all’espressione “360 gradi”. 

10. NFTs.com – 15 milioni$

Questo dominio a tema crypto chiude la top 10, NFTs.com è stato comprato per 15 milioni di dollari il 3 Agosto 2022. Nonostante l’acquirente sia rimasto anonimo, si sa che ha dei legami con dei progetti Web3 come la piattaforma Digital Artist. È uno dei domini con parole crypto più cari (Eth.com è stato venduto “solo” a 2 milioni). 

Nella categoria dei domini internet più costosi della storia sembrano rientrare anche Crypto.com, Stake.com e Bitcoin.com. In questi casi però le trattative sono rimaste riservate. 

I 10 principali fondi Venture Capital che finanziano progetti crypto 

10 crypto Venture Capital da conoscere 

Lo sviluppo del mondo crypto negli ultimi anni è stato sostenuto economicamente dai fondi Venture Capital. Ma come funzionano? Quali sono i principali?

Nel 2021 il settore crypto ha raccolto enormi finanziamenti dalle società e dai fondi Venture Capital. La tendenza per gli azionisti, complici la politica monetaria accomodante e la crisi economica causata dalla pandemia, è stata quella di orientarsi verso settori ad alto rischio ma con altissime potenzialità di sviluppo, come le crypto, il Metaverso e il Web3.  Tuttavia nel 2022 gli investimenti sono calati del 35% rispetto al 2021, aggirandosi intorno ai 415 miliardi di dollari Nell’ultimo anno la recessione ha allontanato gli investitori più abituati al rischio e questa probabilmente sarà la tendenza anche del 2023. Ma cosa sono e come funzionano i fondi Venture Capital nel mondo crypto e quali sono quelli che bisogna assolutamente conoscere nel settore? 

Crypto Venture Capital: cos’è e come funziona 

I Venture Capital sono fondi o società che si dedicano al finanziamento ad alto rischio di attività in settori innovativi e con alto potenziale di sviluppo. Le idee imprenditoriali sostenute economicamente da loro generalmente sono nelle prime fasi di sviluppo come nel caso delle startup, operano in ambiti tecnologici e offrono servizi all’avanguardia, e sono caratterizzate da un alto rischio finanziario e operativo. Alcune società o fondi Venture Capital sono specializzati nel finanziare progetti crypto.

Come funziona un fondo Crypto Venture Capital? Sia che si tratti di standard VC, che di Crypto VC, si parte da un gruppo di investitori che decide di finanziare con il proprio denaro la crescita di una società appena nata, e che possa dunque presto moltiplicare i loro guadagni. Nel caso dei Venture Capital la grandezza del rischio è direttamente proporzionale al guadagno in caso di successo. 

I 10 fondi Crypto Venture Capital più importanti

Ma quali sono, dunque, i 10 principali fondi Crypto Venture Capital che vale la pena conoscere? 

1. a16z – Andreessen Horowitz

Fondata nel 2009 da Marc Andreessen e Ben Horowitz, Andreessen Horowitz , conosciuta come “a16z”, è un’azienda californiana di Venture Capital che ha un particolare interesse per le startup crypto e Web3. Al momento, a16z ha partecipazioni in molte delle principali società di criptovalute come Compound, Phantom, Lido, MakerDAO, Yield Guild Games e molte altre. 

2. Fenbushi Capital 

Il nome “Fenbushi” deriva dalla combinazione delle parole cinesi: “fen” che significa “pulviscolo” o “polvere” e “bushi” che significa “guerriero” e vuole descrivere il Venture Capital come un esercito di guerrieri della blockchain. Fenbushi Capital è stato fondato nel 2015 da Bo Shen e Vitalik Buterin, il co-fondatore di Ethereum. Che dal 2018 non lavora più a tempo pieno al progetto ma svolge il ruolo di consulente. Tra gli investimenti del fondo cinese ci sono crypto companies di tutto il mondo, tra cui le blockchain Flow e Kusama, la società  di analisi e ricerca Messari e l’azienda che gestisce la stablecoin USDC, Circle.  

3. Jump Crypto 

Jump Crypto è una sezione dedicata allo sviluppo di servizi e infrastrutture per il Web3 del Jump Trading Group di Chicago. Alcuni esempi delle realtà crypto in cui ha investito Jump Crypto sono Acala, una parachain di Polkadot, Amp, Chiliz e Solana

4. Framework Ventures

Framework Ventures si definisce “il sistema di riferimento per la transizione globale verso le tecnologie decentralizzate”; è stato fondato nel 2018 da Alex Kolicich e Jake Medwell e il suo obiettivo è favorire e accelerare lo sviluppo di progetti Web3. Questo fondo crypto Venture Capital investe anche in compagnie che sviluppano sistemi per l’intelligenza artificiale, e per l’Internet of Things. Tra i vari progetti crypto che ha finanziato ci sono Aave, Optimism e The Graph.    

5. Paradigm 

Tra i 10 principali fondi Crypto Venture Capital c’è anche Paradigm, una società di investimenti specializzata in crypto e Web3 che sostiene progetti “dirompenti” con finanziamenti da un minimo di 1 milione a un massimo di 100 milioni di dollari. “Ogni tanto arriva una nuova tecnologia che cambia tutto. Internet ha definito gli ultimi decenni di innovazione. Crediamo che le criptovalute definiranno i prossimi decenni”, proprio per questo Paradigm ha scelto di aiutare i progetti su blockchain a raggiungere il loro pieno potenziale. Tra i progetti finanziati ci sono Cosmos, dYdX, Optimism

6. Multicoin Capital

Multicoin Capital è attiva dal 2017 e si ritiene una pioniera dei modelli economici basati sui token. Il fondo è nato con lo scopo di dedicarsi completamente al mondo crypto e oltre a possedere un wallet composto da diverse criptovalute, si occupa di finanziare progetti basati su blockchain a partire dalla fase seed. Con un occhio di riguardo per gli aspetti più tecnici del settore. Multicoin ha finanziato Audius, Solana e The Graph

7. Pantera

Pantera è un fondo Venture Capital americano che dal 2013 si è occupato di finanziare aziende blockchain. Si tratta di uno dei fondi più longevi del settore, quando è stato lanciato Bitcoin valeva solo 65$! Pantera ha investito in 1inch, Ankr, Ripple.

8. Draper Associates

Draper Associates è una firma storica dei Venture Capital che opera dal 1985. Il fondo si dedica principalmente a aziende nelle fasi iniziali del loro sviluppo e dopo aver contribuito al successo di realtà come SpaceX, la Draper Associates si è aperta anche al finanziamento delle aziende crypto. 

9. Polychain

Con sede a San Francisco, Polychain è uno dei principali fondi Crypto Venture Capital. Il team di Polychain apprezza “la visione a lungo termine, l’intelligenza combattiva, la mentalità che fa fede ai dati, la mentalità aperta e le persone umili”. Polychain ha finanziato Ava Labs, Celo, NuCypher. 

10. Animoca Brands

Animoca Brands è il fondo VC di riferimento nel campo del Metaverso e dell’intrattenimento digitale. I progetti Web3 che ha finanziato sono Axie Infinity, Splinterlands e The Sandbox. 

Tutto sommato i fondi Venture Capital Crypto funzionano come quelli tradizionali. Il settore crypto tuttavia porta con sé le sue peculiarità, come mercato giovane spesso i processi e i finanziamenti sono flessibili. La maggior parte dei progetti crypto si finanzia nelle fasi di pre-seed e seed coinvolgendo la community, i Crypto Venture Capital entrano generalmente nelle fasi A e B. Questo è il caso di Dune Analytics o Palm NFT Studio.

Oggi hard fork di Polygon, cosa succede? 

Polygon: hard fork previsto oggi, cosa cambia? Le ultime news

Cosa cambia con l’aggiornamento di Polygon previsto per oggi? Occhio al costo del gas e al funzionamento dei nodi

Oggi 17 Gennaio Polygon ha in programma un hard fork, ovvero un aggiornamento sostanziale della blockchain che prevede nuove regole su due aspetti: le tariffe del gas e le “riorganizzazioni” della chain.

La proposta, avanzata dalla community della blockchain, è stata discussa a partire dal 22 Dicembre ed è stata approvata il 12 Gennaio 2023. L’hard fork fa capo a un’iniziativa più ampia volta a migliorare le capacità tecniche della blockchain sul breve. Mentre integrazioni come la Polygon zkEVM rientrano in una prospettiva a lungo termine. 

Le modifiche verranno applicate al blocco 38.189.056 atteso per oggi. I validatori della rete, che partecipano al meccanismo di consenso, hanno già modificato i loro nodi per continuare a funzionare anche dopo il completamento dell’hard fork. Cosa cambia con l’aggiornamento di Polygon previsto oggi? 

Hard fork Polygon: diminuisce il costo del gas?

Con l’hard fork, Polygon mira a ridurre le impennate dei prezzi del gas che si verificano nei periodi di elevata attività ovvero quando alla blockchain viene richiesto di gestire una grande quantità di transazioni. 

A questo scopo verrà modificato il “Base Fee Change Denominator”, un parametro che determina in maniera inversamente proporzionale questi costi. Più il valore del parametro è alto, più basse saranno le commissioni da pagare. Con l’hard fork questo valore verrà moltiplicato da 8 a 16. In questo modo durante i periodi di intensa attività della blockchain i prezzi cresceranno in maniera proporzionale e contenuta, in linea con gli standard del gas di Ethereum

Cosa sono le riorganizzazioni della catena?

La seconda proposta dell’hard fork di Polygon previsto per oggi è la “diminuzione della lunghezza dello sprint dei nodi per diminuire le reorg”. Con questo termine si intendono le “riorganizzazioni” della chain ovvero degli eventi che possono verificarsi quando un gruppo di nodi accetta una versione alternativa della chain rispetto a quella che viene considerata valida dalla maggioranza dei nodi. Questo accade perché nodi diversi possono arrivare a finalizzare un blocco in momenti diversi. Per approfondire il funzionamento di una blockchain, leggi qui

Le reorg potrebbero creare problemi di sicurezza, infatti in queste situazioni può essere difficile verificare se le transazioni siano state eseguite con successo. 

Per affrontare questo problema relativamente frequente, Polygon vuole ridurre l’intervallo di tempo in cui un nodo può produrre blocchi senza fermarsi (da 128 secondi a 32 secondi). Questo intervallo di tempo si chiama sprint

In questo modo il team prevede un calo delle possibilità che altri validatori intervengano nella produzione di un blocco già in carico ad un altro nodo. 

Il cambiamento non influirà sul sistema delle ricompense per i validatori. 

Cosa cambia per gli utenti di Polygon?

Chi possiede MATIC, la crypto di Polygon, o utilizza dapp costruite su questa chain non dovrà preoccuparsi di attuare nessun accorgimento in occasione dell’hard fork di oggi. Si tratta infatti di un aggiornamento tecnico riservato ai nodi validatori. Nonostante questo avrà un impatto indiretto sugli utenti che troveranno una blockchain più scalabile ed efficiente