Azioni MFE A e B: perché sono decollate con la morte di Berlusconi?

Azioni MFE A e B: perché sono decollate con la morte di Berlusconi?

In mattinata dopo la morte di Silvio Berlusconi le azioni MFE toccano un picco del 10%. Cos’è successo?

Le azioni MFE (MediaforEurope) A e B sono decollate subito dopo la morte di Silvio Berlusconi. I titoli del gruppo hanno toccato picchi del 10% nel corso della mattinata per poi frenare. Nello specifico le azioni MFE B (con 10 diritti di voto) hanno raggiunto il 10% per poi stabilirsi a 3,1% a 0,71 euro. Mentre le azioni MFE A (quelle che garantiscono un voto) hanno sfiorato il +10%, raggiungendo il 6,4% a 0,50 euro. 

Anche Mondadori ha portato a casa un +1,3% a 1,97 euro, in calo invece Banca Mediolanum di cui Fininvest, la holding della famiglia Berlusconi, possiede una quota del 30%. Ma come mai le azioni MFE A e B sono decollate? Cosa giustifica questi rialzi? 

Azioni MFE A e B dopo la morte di Berlusconi: motivi del rialzo

Uno dei principali motivi del rialzo delle azioni MFE A e B subito dopo la morte di Berlusconi è la stabilità dell’impero commerciale ed economico dell’imprenditore. Gli analisti hanno visto in questa solidità la ragione dell’andamento positivo dei titoli in borsa. 

Ma il decollo delle azioni potrebbe essere dovuto anche a speculazioni sul testamento di Berlusconi. In altre parole, i mercati stanno reagendo come se fosse in vista un cambiamento di direzione come una vendita, una fusione o cessione. Negli ultimi anni infatti i rumor sulla direzione e i cambi vertici di Mediaset sono stati al centro dell’attenzione.

Parte del mercato, insomma ha già immaginato operazioni straordinarie per il gruppo MediaForEurope. 

Chi sarà il vero erede di Berlusconi?

Le azioni MFE sono in rialzo in attesa che venga svelato il futuro dell’impresa di Berlusconi? L’imprenditore non ha mai indicato pubblicamente chi avrebbe dovuto prendere il suo posto e guidare l’impero commerciale dopo la sua morte. Dal suo testamento dipenderà il futuro dei suoi interessi commerciali, la rivelazione più attesa è sulla distribuzione tra i figli del 61% delle sue quote nella holding di famiglia Fininvest. 

Ci si aspetta che sia la figlia maggiore, Marina Berlusconi, ad avere un ruolo in primo piano. Sia lei che il fratello Pier Silvio sono stati coinvolti nella gestione delle aziende di famiglia già dagli anni ‘90. 

Il rialzo delle azioni MFE A e B dopo la morte di Berlusconi è un classico buy the rumor sell the news? I movimenti così violenti a ridosso della notizia potrebbero essere interpretati come mera speculazione. Molto probabilmente, anche nei prossimi giorni tutti gli occhi continueranno ad essere puntati sulle azioni MFE MediaForEurope, che nel frattempo hanno ridotto i rialzi rispetto ai picchi del mattino. 

Si può vivere di rendita? Tutte le informazioni utili sulla strategia FIRE

Vivere di rendita: come fare con il FIRE

Vivere di rendita è possibile? Scopri il FIRE (Financial Independence, Retire Early), una strategia di risparmio per non lavorare mai più.

Vivere di rendita è possibile? Secondo il FIRE (Financial Independence, Retire Early) sì. Il termine è comparso per la prima volta negli anni ‘90, all’interno del libro di Vicki Robin “Your Money or Your Life”, una sorta di manuale per ridurre le spese mensili e raggiungere l’indipendenza finanziaria

Negli anni seguenti, questa strategia di risparmio è diventata un vero e proprio movimento che ha preso piede soprattutto negli Stati Uniti. Ma cos’è il FIRE? Quali sono i suoi principi cardine e quanti soldi servono, davvero, per non lavorare mai più?

Come vivere di rendita: il FIRE spiegato

Il FIRE “Financial Independence, Retire Early” è una strategia di risparmio che implica l’accumulo di una notevole quantità di denaro in un breve arco di tempo. L’obiettivo? Raggiungere l’indipendenza finanziaria e ritirarsi anticipatamente, o detta all’italiana: vivere di rendita.

I piani pensionistici tradizionali prevedono, di solito, un risparmio di circa il 10-15% del reddito netto. Per ogni 100€ guadagnati, si spendono circa 85-90€ e si mette da parte, o si investe, la restante parte. Il FIRE invece stravolge questo concetto, ed è infatti una strategia che richiede uno sforzo maggiore. Secondo le analisi di chi segue questo piano di risparmio per raggiungere l’early retirement è necessario mettere da parte, ogni mese, dal 30% al 50% del proprio stipendio

Seguire le linee guida del FIRE implica dunque dei sacrifici, che variano a seconda di quando si inizia, di quanto è aggressivo il proprio tasso di risparmio e di eventuali debiti o mutui da estinguere.

FIRE: I principi cardine

Per capire a fondo che cos’è il FIRE è necessario analizzare quali sono i principi guida condivisi da tutti coloro che seguono questa strategia.

Diminuzione consapevole del consumo

Una cosa è certa: per vivere di rendita è necessario limitare le spese, risparmiare e spendere il proprio denaro in modo consapevole. Condurre uno stile di vita frugale e reindirizzare la maggior parte del proprio capitale dalle spese agli investimenti è molto importante. Ogni euro risparmiato consente di accorciare le tempistiche per il proprio ritiro. 

I motivi principali sono due: 

  • Più si risparmia ogni mese e più velocemente si accumulerà il capitale necessario per andare in pensione prima e iniziare a vivere di rendita;
  • Se ci si abitua a controllarsi con le spese, il patrimonio da possedere per smettere di lavorare sarà inferiore e perciò anche il tempo per risparmiarlo.

Non devi essere, per forza, un investitore esperto

Per andare in pensione prima del tempo non è bisogna per forza essere dei “guru della finanza”. Il FIRE non è una strategia di investimento ma bensì di risparmio e la maggior parte di quelli che hanno già raggiunto questo obiettivo lo hanno fatto attraverso piani di investimento semplici.

Ad esempio l’acquisto, sporadico o ricorrente, dell’S&P 500. Questo strumento segue l’andamento delle cinquecento aziende statunitensi più capitalizzate e dagli anni ‘60 ad oggi ha reso, in media, circa il 10% all’anno. 

Un’altra strategia da seguire può essere quella di acquistare in maniera ricorrente Bitcoin o un’altra criptovaluta. La crypto creata da Satoshi Nakamoto, dal 2019 ad oggi, ha garantito un rendimento annuo del 40%.

La regola del 4%

L’ultimo principio è in realtà una regola che riguarda la quantità di denaro prelevabile per iniziare a vivere di rendita. Secondo tanti sostenitori del FIRE non bisogna prelevare, e di conseguenza spendere, più del 4% del proprio capitale ogni anno.

Quanti soldi servono la “pensione anticipata”? (il calcolo)

Quanti soldi servono per non lavorare mai più? È possibile fare una stima del denaro necessario per vivere di rendita? In realtà sì, ovviamente non si può essere precisi al centesimo ma ci si può fare un’idea cercando di prevedere l’inflazione e il rendimento dei propri investimenti.

Supponiamo, per esempio, che l’inflazione nei prossimi anni sarà, in media, del 3% all’anno (la media in italia dagli anni ‘90 ad oggi), che il denaro che hai investito ti renda circa il 6% e che per coprire tutte le spese mensili ti servano circa 1.500€ al mese. In questo caso, per andare in pensione a 50 anni ti servirebbero circa 530.000€. Mentre, se ti stai chiedendo: quanti soldi servono per smettere di lavorare a 30 anni? La risposta, se rispetti le condizioni elencate in precedenza è: circa 620.000€. Se invece vuoi concederti qualche sfizio in più e hai intenzione di andare in pensione a 30 anni spendendo circa 2.000€ al mese dovrai accumulare un patrimonio di 827.000€.

Se si vuole raggiungere l’early retirement si è praticamente obbligati a investire il proprio denaro. Senza il 6% di rendimento annuo che abbiamo ipotizzato, il patrimonio necessario per andare in pensione a 30 anni cresce esponenzialmente fino a raggiungere l’astronomica cifra di 8,5 milioni di euro. Insomma è praticamente impossibile vivere di rendita se non si investe.


Se l’idea di poter smettere di lavorare prima del tempo ti stuzzica, puoi valutare di finanziare il tuo piano di early retirement attraverso le criptovalute. Con il nuovo Salvadanaio puoi mettere da parte Bitcoin e altre monete digitali.


Cos’è la recessione tecnica? Il significato spiegato semplice

Recessione tecnica: il significato spiegato semplice

Cosa vuol dire entrare in una recessione tecnica? Ecco il significato di questa fase di mercato 

Qual è il significato di recessione tecnica? Le ultime notizie per cui l’Eurozona è appena entrata in questa fase, potrebbero aver fatto nascere domande simili a questa. Tra tutte le tipologie di recessione, quella tecnica ha delle caratteristiche specifiche. Una volta capito cos’è quella tecnica, ci si potrebbe anche chiedere se sia davvero grave quanto sembra. Ecco tutto quello che devi sapere!

Il significato di recessione tecnica

Per spiegare il concetto e il suo significato, riprendiamo brevemente la definizione generale di questo stadio del ciclo di mercato. 

La recessione è il contrario della crescita economica, per questo è strettamente connessa con il PIL (Prodotto Interno Lordo) di un paese, o come nel caso attuale, dell’intera Eurozona. Questa situazione si verifica quando questo valore è inferiore alle sue potenzialità calcolate sulle capacità di tutti i fattori produttivi. 

Il significato di recessione tecnica è riassumibile con: il PIL diminuisce per almeno due trimestri consecutivi. Questo dato è calcolato sulla base di una variazione “congiunturale” negativa del Prodotto Interno Lordo, ovvero un cambiamento confrontato su due trimestri consecutivi. 

Al contrario la variazione tendenziale, che caratterizza una recessione di tipo economica, paragona lo stesso intervallo di tempo rispetto agli anni precedenti. 

Per concretizzare il significato di recessione tecnica al giorno d’oggi, basta dire che nelle ultime ore l’Eurozona è entrata in questa fase nel primo trimestre del 2023 per una contrazione del prodotto interno lordo dello 0,1% per due trimestri consecutivi (secondo i dati Eurostat). Anche nell’ultimo trimestre del 2022 questo dato era diminuito dello 0,1%. Nel complesso l’Italia ha registrato una crescita dello 0,6% mentre la Germania dello 0,3%. A trascinare l’economia dell’Eurozona è la Polonia con il 3,8%. 

Negli ultimi mesi in tutta l’Eurozona abbiamo sofferto per l’inflazione che ha raggiunto livelli altissimi. Imparare a gestire i propri risparmi è diventata una priorità, così come scoprire le alternative dell’economia digitale e decentralizzata!

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Cosa vuol dire entrare in recessione tecnica nel concreto? 

Quindi qual è concretamente il significato di recessione tecnica? L’economia dell’Eurozona è spacciata? Per alcuni economisti si tratta di un evento fisiologico che non preoccupa particolarmente in quanto non causato da eventi esterni. Entrare in questa situazione infatti fa parte del ciclo economico di stampo capitalista diviso in quattro fasi: crescita, recessione, depressione e ripresa. 

Quando un paese entra in recessione tecnica significa che la sua economia ha smesso di crescere ed è stagnante. È il periodo tipico delle riduzioni delle spese da parte dei consumatori, della riduzione della domanda e della produzione. 

Questo stallo dei mercati è dovuto anche alle politiche monetarie della Banca Centrale Europea che negli ultimi mesi ha scoraggiato gli investimenti alzando i tassi di interesse. Le iniziative hawkish come questa, e come il quantitative tightening, hanno lo scopo di contrastare l’inflazione ma allo stesso tempo fermano l’economia

I dati sulla recessione tecnica non sono dei dati “assoluti” che descrivono in maniera netta l’andamento di un paese. Non si sa infatti quanto sia grave la situazione finché non si confrontano altri valori come l’occupazione (che nell’Eurozona è aumentata dello 0,6% nel trimestre), l’inflazione, l’andamento demografico e il debito pubblico. Non si può nemmeno stabilire con precisione quanto durerà.

Il significato di recessione tecnica per un paese è quello di “economia ferma”. Questa prospettiva che è diventata realtà per l’Eurozona, sta facendo preoccupare la BCE? Proprio la settimana prossima da calendario l’istituzione è chiamata a discutere eventuali rialzi dei tassi di interesse, le previsioni sulla riunione di giugno 2023 fanno intendere che potremmo imbatterci in politiche monetarie più “morbide” per i prossimi mesi.

Tassa di successione: come si calcola e come evitare il pagamento?

Tassa di successione: come evitarla, quando si paga e un esempio di calcolo

Quando si paga la tassa di successione? È possibile evitarla? Tutte le informazioni e un esempio pratico di calcolo

Quando si paga la tassa di successione e come evitarla? In che modo si calcola? Scopri tutto sul contributo che si applica al patrimonio che una persona deceduta lascia in eredità.  

Tassa di successione: quando si paga?

Il pagamento della tassa di successione deve essere effettuato entro 60 giorni dalla data in cui viene notificato attraverso l’avviso di liquidazione. Questo documento viene emesso dall’Agenzia delle Entrate e notifica ai beneficiari l’importo dell’imposta in relazione all’eredità lasciata dal defunto. Se non si riceve l’avviso di liquidazione entro 3 anni dalla data del decesso si può evitare di pagare la tassa di successione.

Dall’altro lato, se un erede viene notificato ma non paga l’imposta in tempo, ovvero entro 60 giorni, è soggetto agli interessi di mora. Infine, per gli importi superiori ai 1.000 €, è anche possibile pagare a rate:

  • Almeno il 20% dell’importo deve essere versato entro la scadenza di 60 giorni dalla notifica dell’avviso di liquidazione;
  • La parte restante deve essere versata in 8 o 12 rate trimestrali (a seconda dell’importo). Su queste rate gli interessi si calcolano dal primo giorno successivo al pagamento della somma iniziale.

Come evitare l’imposta di successione?

È possibile evitare di pagare la tassa di successione o è meglio concentrarsi sul ridurre il carico fiscale? 

Si può non pagare questo contributo se tra i beni ereditati non compaiono immobili e il loro valore è inferiore a 100.000€. Mentre nel caso in cui si ereditino anche beni immobili esistono delle franchigie che consentono di evitare di pagare l’imposta. 

In altre parole, se il valore dei beni ereditati è inferiore ad una certa soglia si è esentati dal pagamento del contributo. Queste franchigie, come l’aliquota applicata all’importo che si eredita, dipendono dal grado di parentela che intercorre tra erede e defunto:

  • Per i coniugi e per i parenti in linea retta la franchigia è di un milione di euro per ogni beneficiario mentre l’aliquota è del 4%;
  • Per i fratelli o le sorelle la franchigia è di 100.000€ mentre l’aliquota è del 6%;
  • Per i parenti affini fino al 4° grado e quelli in linea collaterale fino al 3° non c’è nessuna franchigia, perciò non è possibile in alcun modo evitare di pagare la tassa di successione mentre l’aliquota è sempre del 6%;
  • Per gli altri soggetti invece l’imposta di successione è sempre obbligatoria ma la sua aliquota è dell’8%.

Calcolo tassa di successione: esempio pratico

Vediamo ora il calcolo della tassa di successione attraverso un esempio pratico. Supponiamo di aver ereditato da un genitore, quindi un parente in linea diretta, un patrimonio che comprenda anche beni immobili il cui valore corrente è di 2,3 milioni di euro.

Nel caso in cui si possegga un fratello o una sorella, visto che viene applicata la franchigia di un milione di euro per ogni beneficiario, il reddito imponibile che verrà tassato sarà di 300.000€ con un’aliquota del 4%. Perciò l’imposta che si dovrà pagare è:

2,3 milioni – 2 milioni (franchigia di 1 milione per ogni beneficiario) = 300.000€

4% di 300.000€ = 12.000€.

In conclusione, è possibile evitare di pagare la tassa di successione se si eredita un patrimonio composto solamente da beni mobili (denaro o investimenti) inferiore ai 100.000€. Oppure, nel caso in cui il valore dei beni immobili che si ereditano sia inferiore alle franchigie: di 1 milione di euro per coniugi e parenti stretti e di 100.000€ per fratelli e le sorelle.

AMA sul Report Fiscale: rispondiamo a tutti i tuoi dubbi

AMA sul Report Fiscale: la live per rispondere ai tuoi dubbi

Saremo live il 6 Giugno per rispondere a tutte le domande sul Report Fiscale per dichiarare le tue crypto

Hai già scoperto il nuovo servizio di Young Platform per ottenere un report sui tuoi movimenti crypto? Il Report Fiscale.

Martedì 6 Giugno alle 18.00 saremo a tua disposizione per rispondere a ogni dubbio relativo a questa funzionalità, per permetterti di utilizzarla al meglio.

La live sarà in modalità AMA: Ask Me Anything e sarà condotta da Andrea Ferrero, CEO e Co-founder di Young Platform assieme a Lorenzo Palombi, Head of Legal and Corporate Affairs di Young Platform.

Che ne dici di ripassare le ultime novità in materia fiscale intanto? Ci vediamo presto su Facebook, Twitch o qui sotto su Youtube:

Prezzo petrolio oggi: cosa sta succedendo dopo la riunione OPEC+

Prezzo petrolio oggi: cosa sta succedendo dopo la riunione OPEC+

Prezzo petrolio oggi: l’Arabia Saudita si “stacca” dall’OPEC+ e annuncia nuovi tagli alla produzione

Il prezzo del petrolio oggi è in salita dopo la decisione dell’Arabia Saudita di tagliare nuovamente la produzione. Domenica 4 giugno, l’Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio e i suoi alleati, conosciuta come OPEC+, si è riunita a Vienna. Durante l’incontro è stata confermata la decisione intrapresa lo scorso aprile di tagliare 1 milione di barili al giorno da maggio fino alla fine del 2023. Tuttavia l’Arabia Saudita è stata una voce fuori dal coro e ha optato per una diversa strategia. Ecco cosa ha portato agli aumenti del prezzo del petrolio oggi. 

Prezzo petrolio oggi: la decisione dell’Arabia Saudita spiegata

Come era ovvio che fosse, il prezzo del petrolio oggi è stato nuovamente influenzato dalle ultime novità sulla produzione annunciate dall’Arabia Saudita, il principale esportatore al mondo

Durante l’incontro del 4 giugno, il rappresentante del paese ha dichiarato che attuerà un ulteriore taglio di 1 milione di barili al giorno per un mese a partire da luglio 2023, con possibilità di estenderlo nei mesi successivi. Questo porterà il totale dei tagli dello Stato a 1,5 milioni di barili al giorno, riducendo la produzione a 9 milioni di barili. Lo scopo di questa riduzione è sempre quello di mantenere stabile il mercato di petrolio. 

L’OPEC+ produce circa il 40% del greggio mondiale e le sue decisioni sulla produzione possono avere un impatto significativo sui costi. Il prezzo del petrolio oggi è aumentato sia sul fronte Brent che su quello WTI. Quello del Mare del Nord è salito di quasi 2 punti percentuali sopra i 77,3 dollari al barile, mentre il texano è balzato sopra i 73$. Nelle prime ore di oggi, lunedì 5 giugno, ci sono stati aumenti fino al 2%. 

Con gli aumenti del prezzo del petrolio oggi bisogna rivedere le previsioni?

L’inaspettata svolta dell’Arabia Saudita ha portato gli esperti a riformulare le previsioni sul prezzo del petrolio per il 2023? Bob McNally di Rapidan Energy ha dichiarato alla CNBC che “il mercato non si aspettava proprio la decisione saudita di tagliare unilateralmente la produzione di 1 milione di barili al giorno” e che questo porterà dei “grandi deficit globali” di petrolio nella seconda metà del 2023 e che quindi i prezzi del greggio supereranno i 100$ a barile l’anno prossimo. 

Anche Kang Wu di Asia Analytics di S&P Global Commodity Insights prevede che ci saranno ulteriori aumenti come conseguenza della riduzione delle scorte. 

In generale le stime sul prezzo dell’oro nero rimangono al rialzo nei prossimi mesi. Quello che preoccupa gli analisti è il peso dell’Arabia Saudita nell’OPEC+ e la sua propensione a agire in autonomia rispetto alle decisioni collettive. Del resto gli effetti del suo enorme potere si possono notare nell’aumento del prezzo del petrolio di oggi.

Calcolo IMU seconda casa: come si fa?

Calcolo IMU seconda casa: come si fa?

Informazioni e simulazione del Calcolo IMU sulla seconda casa per il 2023

Come si fa il calcolo dell’IMU sulla seconda casa? Dal 2013 l’”Imposta Municipale Propria” è diventata obbligatoria solo sulle seconde case, quindi non sull’abitazione principale. I proprietari degli immobili (con le dovute eccezioni) devono pagare la tassa in due rate la cui scadenza è prevista ogni anno per il 16 giugno e il 16 dicembre. Per il calcolo IMU sulla seconda casa bastano solamente tre dati, ecco come si fa. 

Calcolo IMU seconda casa: chi deve pagare la tassa

Il calcolo IMU parte dalla definizione di “seconda casa”, in questa categoria rientrano abitazioni per le vacanze o immobili acquistati per investimento, ma anche fabbricati, negozi, uffici o aree fabbricabili. Il calcolo IMU sulla seconda casa riguarda quindi i proprietari di questa tipologia di immobili. Questa tassa tuttavia viene versata anche per le prime case, ovvero le abitazioni principali, qualora rientrino nelle categorie A1, A8 e A9, in altre parole quando vengono considerate di lusso

Se stai per fare il calcolo IMU sulla seconda casa per il 2023, considera che con le ulteriori eccezioni introdotte dalla Legge di Bilancio, la tassa non deve essere pagata da: 

  1. I proprietari di immobili occupati illegalmente e che hanno presentato denuncia regolare;
  2. I proprietari di immobili occupati da un ex coniuge (in caso di separazione o divorzio), in questo caso è l’inquilino a dover versare l’IMU;
  3. I proprietari che concedono usufrutto a un soggetto terzo. Attenzione che l’usufrutto non equivale all’affitto, infatti chi possiede immobili affittati deve occuparsi di versare l’imposta;
  4. I proprietari di seconde case in zone colpite dagli eventi sismici del 2016 (in Emilia Romagna, Lombardia e Veneto). 

Ci sono anche dei casi particolari e delle riduzioni, ad esempio la base imponibile dell’IMU è ridotta della metà per le abitazioni concesse in comodato d’uso a parenti in linea retta. Se un immobile è intestato a più persone, il calcolo IMU sulla seconda casa verrà distribuito in maniera proporzionale. Per i nuovi acquisti, il proprietario pagherà l’IMU sull’abitazione solo per i mesi di effettiva proprietà

Calcolo IMU seconda casa: come si fa nel 2023? 

Gli elementi che devono essere presi in considerazione per il calcolo dell’IMU sulla seconda casa 2023 sono tre: 

  1. Rendita catastale dell’immobile, ovvero il valore fiscale (che si può recuperare al catasto);
  2. Coefficiente fisso di riferimento:
  • 160 per le seconde case, magazzini, stalle e scuderie 
  • 80 per uffici e studi privati
  • 55 per negozi
  • 140 per laboratori artigianali, stabilimenti balneari
  • 65 per alberghi, teatri e cinema
  1. Aliquota del comune: che può essere aumentata fino a un massimo del 10,6%. E varia per le categorie di immobili. 

Il primo passo è quello di aumentare del 5% il valore della rendita catastale e moltiplicare quello che si ottiene per il coefficiente fisso. In questo modo si trova la “base imponibile”, a cui va aggiunta l’aliquota del comune in cui è presente l’immobile. 

Il risultato di questo calcolo IMU sulla seconda casa rappresenta l’importo della tassa annuale che va versata in due rate. 

Vediamo allora una simulazione di calcolo 2023 nel comune di Milano. Consideriamo una seconda casa con rendita catastale di 1.000 euro e un’aliquota comunale al 7,6%, che è stata di proprietà per 5 mesi. 

Questo è il procedimento: 

1.000 + 5% = 1.050

1.050 * 160 = 168.000 (base imponibile)

168.000 / 1000 * 7,6 = 12.775 tassa per un anno (1.065 mensile)

1.065 * 5 mesi di proprietà = 5.328 euro di IMU

Dopo aver visto come si fa il calcolo IMU sulla seconda casa, potresti chiederti dove pagarla. Per regolarizzare le tue tasse puoi utilizzare il modello F24 o rivolgerti a un commercialista. 

BTP Valore 2027: cedola, premio, novità e cose da sapere

BTP Valore 2027: cedola, premio e novità

Novità sui BTP Valore 2027: dopo l’annuncio della nuova emissione ecco tutte le cose da sapere dalla cedola al premio

Le ultime novità sul BTP Valore 2027, dalla cedola al premio, arrivano dal Dipartimento del Tesoro che sta svelando gradualmente tutte le caratteristiche del titolo. Secondo il Sole 24 Ore la quota di titoli di Stato nelle tasche degli italiani è aumentata di 50 miliardi tra settembre e gennaio. I risparmiatori sembrerebbero interessati a questi strumenti finanziari grazie all’innalzamento dei tassi di interesse che porta un aumento dei rendimenti. Dopo l’annuncio di questo nuovo bond dedicato ai piccoli risparmiatori, finalmente possiamo vederci più chiaro su cedola, premio e tassi del BTP Valore 2027. 

BTP Valore 2027: le novità su cedola e premio

Per ripassare, il BTP Valore è un titolo di stato riservato agli investitori retail (quindi non sono ammessi quelli istituzionali), che sarà emesso tra il 5 e il 9 giugno 2023 con delle modalità semplificate e una durata di 4 anni. Pensate per attrarre i piccoli risparmiatori. 

Come già anticipato, il BTP Valore 2027 avrà un premio di fedeltà per chi acquista il titolo nei primi giorni di collocazione e lo deterrà fino alla scadenza. La novità è che è stato comunicato il valore di questo premio, pari al 5 per mille dell’importo investito (0,5%)

Per quanto riguarda le cedole del BTP Valore 2027, il Tesoro ha optato per dividere i quattro anni di durata in due livelli di rendimento che saranno pagate ogni sei mesi con tassi crescenti. Secondo il meccanismo step-up.

BTP Valore 2027: novità su rendimento e tassi da giugno

I tassi minimi garantiti del BTP Valore 2027 saranno:

  • 3,25% per il 1° e 2° anno;
  • 4,00% per il 3° e 4° anno.

Il codice ISIN del titolo durante il periodo di collocamento è IT0005547390.

Altre caratteristiche da sapere sul BTP Valore 2027 sono l’importo minimo fissato a 1.000 euro, la tassazione agevolata al 12,5% e l’esenzione delle imposte di successione tipiche anche dei BTP Italia

Il titolo sul mercato MOT avrà un prezzo di 100 e potrà essere acquistato senza commissioni direttamente in banca. La chiusura potrà essere anticipata al massimo il 7 giugno alle 17:30. 

Dalle ore 9 del 5 giugno alle 13:30 del 9 giugno il titolo sarà venduto agli investitori retail.

Cosa sono i BTP Valore? Rendimento, caratteristiche e informazioni utili sui nuovi Titoli di Stato

BTP Valore: cosa sono? Caratteristiche, rendimento e come funzionano

Cosa sono i nuovi BTP Valore annunciati dal Dipartimento del Tesoro e quali le loro caratteristiche, dal rendimento al premio fedeltà? Si tratta di obbligazioni di Stato con scadenza nel 2027. Sono bond davvero particolari, pensati per i piccoli risparmiatori che potranno investire con agevolazioni e in maniera semplificata. Ecco tutte le informazioni utili sulle caratteristiche dei BTP Valore, dal rendimento alle modalità di sottoscrizione. 

BTP Valore, cosa sono

Prima di spacchettare tutte le caratteristiche dei BTP Valore, dal rendimento alla scadenza, vale la pena di definire questi nuovi strumenti pensati dal MEF. I BTP Valore sono una nuova tipologia di Buoni del Tesoro Poliennali, ovvero dei titoli di Stato italiani a medio-lungo termine emessi dal Ministero dell’Economia e delle Finanze. Si distinguono dagli altri bond perché dedicati esclusivamente ai risparmiatori al dettaglio (quello che viene chiamato “mercato retail”), quindi non potranno partecipare all’emissione banche, fondi di investimento e investitori istituzionali. La prima emissione dei BTP Valore è prevista tra il 5 e il 9 giugno 2023 (fino alle ore 13, salvo chiusura anticipata). 

I BTP Valore sono l’ultima novità dei bond italiani. Sull’app di Young Platform nella sezione “News” puoi trovare le ultime notizie sulla finanza tradizionale e sull’economia emergente delle criptovalute.

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BTP Valore: caratteristiche e rendimento

Per comprendere al meglio cosa sono occorre studiare a fondo le caratteristiche dei BTP Valore, che rispecchiano il target per cui sono pensati, ovvero quello dei piccoli risparmiatori. Le modalità di partecipazione all’emissione di questi bond infatti è stata semplificata al massimo rispetto alle consuete aste, e adattata per favorire gli investitori individuali. 

I nuovi BTP Valore avranno durata di 4 anni e un premio di fedeltà del 5 per mille e quindi un rendimento extra, per chi li deterrà fino alla scadenza. Potranno essere sottoscritti senza commissioni direttamente in banca, all’ufficio postale o anche tramite home banking (se supporta funzioni di trading). 

Tra le più interessanti caratteristiche dei BTP Valore sicuramente la cedola iniziale, questi sono i tassi minimi garantiti e quindi il rendimento:  

  • 3,25% per il 1° e 2° anno;
  • 4,00% per il 3° e 4° anno.

Il codice ISIN del titolo durante il periodo di collocamento è IT0005547390.

In linea con gli altri bond italiani, l’importo minimo di acquisto del BTP Valore è di 1.000 euro. Non esiste però un tetto massimo. Questo significa che tutti potranno aggiudicarsi i titoli richiesti. Il bond potrà essere ceduto interamente anche prima della scadenza. 

Per quanto riguarda il rendimento dei BTP Valore, si applica la tassazione agevolata al 12,5% e l’esenzione dalle imposte di successione su cedole e premio fedeltà. 
Visto cosa sono i nuovi BTP Valore e le loro caratteristiche, aspettiamo  aspettiamo l’inizio dell’emissione che si protrarrà dal 5 al 9 giugno.  

Sei sul blog di Young Platform, la piattaforma italiana per comprare criptovalute. Qui puoi trovare le ultime novità su blockchain, Bitcoin e Web3. Raccontiamo da vicino questa economia emergente con un occhio alla finanza tradizionale, così hai tutto quello che ti serve per entrare nella nuova era del denaro. 

Crypto news: migliori e peggiori di maggio 2023

Crypto news, maggio 2023: migliori e peggiori del mese

Quali sono state le crypto migliori e peggiori del mese? Ecco le news di maggio 2023

Tra tutte le crypto news di maggio 2023 ti sei pers* le monete migliori e peggiori? Anche se nell’ultimo mese il mercato non ha visto grandi sconvolgimenti, alcuni progetti si sono contraddistinti per movimenti di prezzo e aggiornamenti interessanti (tipo: la DeFi su Bitcoin?!). 

Crypto news: le migliori di maggio 2023 

Chiunque si interessi alle crypto news e segua con attenzione il mercato avrà già intuito. Le migliori di maggio 2023 per quanto riguarda il movimento di prezzo sono state Ripple (XRP) e Litecoin (LTC) che si sono portate a casa rispettivamente un +8.54% e un +5.27% su base mensile. 

Ripple ha dato il meglio la settimana scorsa, quando, a differenza della maggior parte delle monete che nelle ultime settimane hanno percorso movimenti laterali, si è mossa al rialzo. Oggi il prezzo si aggira intorno ai 48 centesimi di dollaro. Il movimento positivo potrebbe essere stato sostenuto dalla fiducia degli holder e dalle buone notizie sulla causa SEC. 

Litecoin invece è stata la crypto migliore nella terza settimana di maggio in cui in pochi giorni è passata da un valore di 78$ a 94$ registrando un +20%! Una piccola bull run in un momento non particolarmente attivo per il resto del mercato. La performance positiva di LTC sembra essere legata alla narrativa sull’halving previsto per i primi giorni di agosto

Tra le migliori di maggio anche Bitcoin 

Gli entusiasti di crypto news sapranno forse anche questo: nel mese appena passato, anche Bitcoin si è guadagnata un posto tra le migliori. Anche se non abbiamo assistito a particolari movimenti di prezzo, il network è stato sotto i riflettori per l’enorme successo degli Ordinals, ovvero degli NFT su Bitcoin. Nel mese di maggio la quota delle “inscription” ha toccato quota 10 milioni, e questa nuova tecnologia ha aperto la strada a nuove applicazioni di Bitcoin. Grazie allo standard BRC-20 ora è possibile creare token direttamente sulla blockchain di BTC, tanto che si comincia a parlare di “BitFi” ovvero la finanza decentralizzata su Bitcoin. Di questo trend hanno beneficiato soprattutto i miner che hanno incassato circa 35 milioni di dollari per le commissioni legate agli Ordinals. 

Tether

Tra le crypto migliori di maggio 2023, una menzione va a Tether (USDT), la famosa stablecoin ancorata al dollaro statunitense. Stando alle ultime news comunicate dall’azienda che dietro al progetto,nel primo trimestre del 2023 i profitti sono stati di 1,48 miliardi di dollari edè stato toccato il picco del valore delle loro riserve (2,44 miliardi di dollari). Di questi profitti, il 15% verrà destinato all’acquisto di Bitcoin

Inoltre da gennaio, la supply dominance di USDT, ovvero la percentuale che occupa nel mercato delle stablecoin, è aumentata del 13% (Glassnode). 

Crypto news: le peggiori di maggio 2023

Le crypto news sul mercato hanno portato anche qualche flop (che può essere comunque un’opportunità per comprare a “prezzi scontati”). A livello di prezzo, le peggiori di maggio 2023 sono state Avalanche (AVAX), Decentraland (MANA) e Polkadot (DOT). Finito l’hype per la sua conferenza annuale Avalanche ha registrato -15.88% su base mensile, MANA invece, il token di Decentraland, è sceso del -13.90%. Il metaverso su Ethereum però si prepara ad ospitare il Metaverse Pride dal 27 al 29 giugno, gli eventi in programma attireranno nuova volatilità? 

Anche Polkadot è in aria di eventi, questa volta IRL (in real life). Dal 28 al 29 giugno a Copenhagen si svolgerà “Polkadot Decoded” la conferenza dedicata alla community e agli sviluppatori del network multi-chan (qui puoi leggere il riassunto dell’edizione 2022). Il prezzo di DOT a maggio è sceso del -10.54%. 

È tutto per questo recap delle crypto news di maggio 2023! L’ultimo mese ha visto il trionfo di Ripple, Litecoin e Bitcoin, ma in questo mercato anche i più esperti possono avere difficoltà nel prevedere gli andamenti. Se ti interessa comprare criptovalute ma i grafici e le previsioni non fanno per te, puoi valutare di impostare un Salvadanaio con cui acquistare regolarmente le crypto migliori di maggio 2023 e tante altre!