El Salvador e Bitcoin: come si vive usando solo BTC

El Salvador e Bitcoin con Giorgio Frega

In diretta con un ospite per scoprire come si vive a El Salvador, e il ruolo di Bitcoin nella vita di tutti i giorni

El Salvador e Bitcoin: una “relazione” instauratasi nel 2021, anno in cui il paese è diventato il primo ad adottare la crypto come valuta ufficiale a corso legale. In uno stato così complesso, c’è da chiedersi che effetti abbia avuto l’entrata di Bitcoin e come sia stato accolto.

Per approfondire questo tema abbiamo invitato chi a El Salvador ci è stato e ha tastato con mano la realtà dei fatti, tanto da poterci dire oggi come si vive nel “Paese crypto”.

Mercoledì 24 Maggio alle 17.30 saremo in live con Riccardo Giorgio Frega, autore e co-host di Bitcoin Italia Podcast e Andrea Ferrero.

Riccardo è stato a El Salvador tra il 2021 e il 2022 utilizzando solo bitcoin per le sue spese quotidiane, ascoltando le storie delle persone che incontrava e testimoniando un clima socio-politico unico. Con Bitcoin Italia Podcast ha tenuto un diario di quest’avventura e in seguito ha anche pubblicato un libro che la racconta in modo del tutto personale.

In una pagina del diario, tra l’altro, Riccardo scrive: “Non c’è adozione senza educazione”, messaggio molto vicino a noi di Young Platform. 

Non vediamo l’ora di discutere di questo tema insieme, e di scoprire come si vive a El Salvador con bitcoin nella live di oggi. Attiva il promemoria!

BTP Italia: cosa sono, come funzionano e come comprare

BTP Italia: cosa sono, come funzionano e come comprare

Cosa sono e come funzionano i BTP Italia? Tutte le info utili sui bond indicizzati all’inflazione: caratteristiche e modalità di acquisto

Ti sei mai chiest* cosa sono i BTP Italia e come funzionano? Cosa succede quando vengono emessi? Al governo servono a finanziare spese pubbliche, dalle infrastrutture all’istruzione. Per gli investitori invece sono uno strumento sempre più apprezzato per ottenere dei rendimenti calcolati sull’andamento del caro vita. Continua a leggere per scoprire cosa sono e come funzionano i BTP, i primi bond indicizzati all’inflazione. 

BTP Italia: cosa sono 

Dunque cosa sono i BTP Italia? “BTP” è la sigla di “Buoni del Tesoro Poliennali” cioè titoli di Stato emessi dal Tesoro italiano. Nel nostro paese esistono tre tipi di obbligazioni governative: i BOT (Buoni ordinari del Tesoro), i CTZ (Certificati del Tesoro zero-coupon) e i BTP. Questi sono strumenti finanziari che un governo emette per raccogliere denaro dai mercati finanziari e dagli investitori, promettendo di restituire il capitale investito più gli interessi entro la scadenza del titolo. Questa tipologia di titoli viene chiamata anche bond ed è considerata una categoria di asset sicuri e poco rischiosi in quanto lo Stato ha basse probabilità di fallimento e poiché hanno una bassa volatilità

I titoli di Stato, come i BTP Italia, sono uno strumento importante per la gestione del debito pubblico, poiché consentono di finanziare le attività senza dover aumentare le tasse ad esempio.

I BTP sono titoli di debito (obbligazioni) a medio-lungo termine, con una durata compresa tra i 3 e i 30 anni, e sono destinati sia agli investitori privati che istituzionali. 

I BTP Italia si differenziano rispetto ai tradizionali titoli di Stato perché:

  • L’investimento minimo richiesto è di soli 1.000 euro;
  • La durata dei titoli può variare tra i 3 e i 30 anni;
  • Il tasso di interesse è stabilito in base all’inflazione, con l’aggiunta di un premio per chi mantiene il titolo fino alla scadenza; 
  • I BTP Italia sono indicizzati all’inflazione italiana, ovvero tengono conto della svalutazione del denaro a causa del caro vita. 

Come funzionano i BTP Italia?

Sapere cosa sono i BTP Italia ci aiuta già a capire come funzionano. Infatti il loro meccanismo è simile agli altri bond, se non per le differenze citate in precedenza. In poche parole, il Tesoro italiano sotto il Ministero dell’Economia e delle Finanze, emette i titoli e gli investitori che li acquistano diventano loro creditori. 

La particolarità di come funzionano i BTP Italia risiede nel fatto che l’interesse maturato è indicizzato all’inflazione italiana che viene calcolata ogni 6 mesi. Ciò significa che se l’inflazione aumenta, anche l’interesse dei BTP Italia aumenterà. Questo meccanismo garantisce agli investitori una protezione contro l’inflazione, che può erodere il valore degli investimenti nel tempo.

Inoltre l’investitore riceve un premio aggiuntivo se non riscatta il titolo prima della scadenza. Questo premio è determinato dal Tesoro italiano in base alle condizioni del mercato e può variare di anno in anno. Ad esempio il nuovo BTP Italia con scadenza nel 2028 ha un premio fedeltà dell’8%. 

Come comprare i BTP Italia

Dopo aver chiarito concettualmente cosa sono i BTP Italia e come funzionano, concentriamoci sul lato pratico. Ovvero come si acquistano?

Per comprare i BTP Italia come investitore privato, è necessario rivolgersi ad un intermediario finanziario autorizzato, come ad esempio una banca o un broker online o in alcuni casi anche agli uffici postali, a cui presentare i propri ordini per un minimo di 1.000 euro e con i multipli di questa cifra. La prima fase delle emissioni dei titoli avviene tramita un’asta in cui vengono incrociate le domande e le offerte e quindi stabilito il rendimento del BTP. 

I BTP Italia possono essere acquistati anche alla fine delle emissioni sul mercato secondario (Mercato telematico delle Obbligazioni e dei Titoli di Stato e il Mercato telematico dei Titoli di Stato). 

Ora che sai cosa sono i BTP Italia, come funzionano e come comprarli, tieni d’occhio le pubblicazioni del Dipartimento del Tesoro per scoprire le prossime emissioni. Se vuoi approfondire l’offerta dei bond italiani, considera anche i BTP Green e i nuovissimi BTP Valore.

Come funziona un Piano di accumulo? Tutto quello che devi sapere 

Piano di accumulo: cos’è e come funziona. Tutte le info utili

Cos’è e come funziona un piano di accumulo? Definizione, vantaggi, rischi e cosa considerare prima di sottoscriverne uno

Sapere cos’è e come funziona un piano di accumulo può essere utile a chi sta valutando di mettere da parte qualche risparmio o investire. I piani di accumulo sono degli strumenti finanziari molto apprezzati in Italia, per fare un esempio, la metà degli investimenti sui fondi comuni di investimento è fatta con questa modalità (Assogestioni, maggio 2022). 

Piano di accumulo: cos’è e come funziona

Cos’è in breve un piano di accumulo? Si tratta di un tipo di investimento che consente di creare un “salvadanaio” accantonando dei fondi attraverso versamenti periodici (anche di piccole somme). In sostanza chi sottoscrive un piano di accumulo, chiamato anche PAC, versa denaro ad intervalli regolari per un periodo di tempo concordato. Questi fondi vengono solitamente investiti in prodotti finanziari come fondi comuni di investimento o polizze assicurative e per questo generano un rendimento.  

Per comprendere come funziona un piano di accumulo, bisogna ripassare uno dei concetti base della finanza ovvero quello degli “interessi”. Quando investi in qualcosa percepisci un rendimento espresso in percentuale, questo succede anche nel caso di questo strumento finanziario. Quindi con un piano d’accumulo non metti semplicemente da parte dei soldi, ma li fai fruttare evitando la svalutazione dell’inflazione

Piano di accumulo: vantaggi e rischi

Dopo aver valutato cos’è davvero un piano di accumulo e come funziona, chi lo sceglie lo fa per i seguenti vantaggi: 

  1. Possibilità di investire anche piccoli importi in maniera costante e automatica;
  2. È una modalità per diversificare i propri investimenti;
  3. I piani di accumulo sono flessibili, basati sulle esigenze di ciascuno. Si possono scegliere la frequenza, gli importi, la durata e il bene sottostante su cui investire;
  4. Si possono ottenere dei rendimenti da un capitale che altrimenti rimarrebbe fermo;
  5. I PAC permettono di acquistare un prodotto (come un’azione o un’obbligazione) a un prezzo “mediato” tra i picchi e i crolli del valore, questo contrasta la volatilità del mercato e il concetto del market timing, ovvero l’idea per cui esiste un momento perfetto per investire

Tuttavia i PAC non vanno sottoscritti senza aver valutato i rischi. In particolare bisogna considerare l’andamento del mercato di riferimento dei prodotti su cui viene investito il capitale accumulato. Se il mercato dovesse andare male, il valore dell’investimento potrebbe diminuire e i rendimenti potrebbero essere inferiori rispetto alle aspettative. 

Inoltre è importante considerare eventuali penali e costi aggiuntivi qualora si decidesse di interrompere un piano di accumulo prima del previsto. 

Piano d’accumulo: come sceglierlo 

Esistono tantissime varietà e tipologie di piani di accumulo tra cui scegliere, nell’indecisione è sempre bene valutare: 

  1. I prodotti finanziari in cui viene investito il denaro decidendo il grado di “rischio” che si vuole assumere; 
  2. I costi e le commissioni, tra cui i costi di apertura, di gestione e negoziazione; 
  3. La solidità dell’istituto finanziario o del servizio che propone PAC, che sia in grado di mantenere la sicurezza sul lungo termine. 

Queste e altre informazioni relative al piano di accumulo sono contenute in un documento chiamato KIID, ovvero il “Key Investor Information Document” da consultare prima di ogni investimento. 

In conclusione, analizzando cos’è e come funziona un piano di accumulo risulta evidente come mai sia uno strumento finanziario amato dagli investitori. Con una scelta oculata e una pianificazione attenta, un PAC può essere un modo efficace per raggiungere i propri obiettivi finanziari nel lungo termine.

Chi sono i campioni europei del risparmio? La classifica dei paesi

Chi risparmia di più in Europa? La classifica dei paesi

Scopri la classifica dei paesi dove si risparmia di più in Europa

Chi risparmia di più in Europa? Tra la maggior parte degli abitanti del “vecchio continente” c’è la convinzione che i cittadini dei paesi del nord Europa, tra i quali spicca la Germania, siano più propensi al risparmio rispetto a quelli della parte meridionale del continente. Sarà davvero così? Ecco la classifica dei 6 paesi europei in cui si risparmia di più redatta utilizzando i dati dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE).

6° – Austria

Al sesto posto della classifica dei paesi europei in cui si risparmia di più troviamo l’Austria. Uno studio del Vienna Institute for International Economic ha dimostrato come gli austriaci spendono per i loro bisogni primari (casa, trasporti, educazione e salute) soltanto il 30% del loro reddito mensile. Un dato considerevolmente inferiore rispetto alla media europea, che si attesta attorno al 50%. Al contempo però probabilmente si concedono qualche lusso in più dato che mettono da parte, ogni mese, “solo” l’8% circa del loro stipendio.

5° – Belgio

La propensione al risparmio degli abitanti del Belgio è in parte dovuta agli elevati salari percepiti. Il salario medio in questo paese è di circa 1.600€, superiore a quello della maggior parte dei paesi dell’Unione Europea, compresa la Germania. Inoltre in Belgio vi è un elevato grado di consapevolezza finanziaria e un sistema fiscale che offre importanti vantaggi ai contribuenti e attua politiche che incentivano il risparmio a lungo termine. Secondo i dati dell’OCSE, in Belgio le famiglie riescono a risparmiare il 5% di quello che guadagnano al mese. 

I dati della ricerca però non si concentrano soltanto sulla quantità di denaro che le famiglie riescono a mettere da parte. Ma analizzano tanti altri fattori come i debiti che i cittadini contraggono con le istituzioni finanziarie (mutui e finanziamenti), il costo della vita e dei generi alimentari e quanto attentamente le famiglie valutino ogni spesa.

4° – Norvegia

Al quarto posto della classifica dei paesi più risparmiatori d’Europa troviamo la Norvegia. Un paese in cui il reddito pro capite medio è di circa 69.600€ all’anno. La ricchezza dei Norvegesi deriva principalmente dai giacimenti petroliferi presenti sul suo territorio e dalla produzione di energia rinnovabile.

La Norvegia ha un efficiente sistema di previdenza sociale che offre servizi e sussidi generosi per la popolazione. Le famiglie norvegesi riescono a risparmiare circa l’8% del reddito che percepiscono mensilmente.

3° – Germania

La Germania è nota per la sua stabilità economica e anche per la cultura del risparmio condivisa da tutti i suoi cittadini. Al Museo di Storia Tedesca di Berlino dal 2018 è possibile assistere ad una mostra dal titolo “Il risparmio – storia di una virtù tedesca”. Oltre a essere spunto di auto-riflessione per i tedeschi in visita, la mostra offre anche una finestra sulle radici storiche della prudenza finanziaria che caratterizza la nazione. 

Secondo i dati dell’OCSE, negli ultimi due decenni le famiglie tedesche hanno risparmiato costantemente più dell’8% del loro reddito fino a riuscire a mettere da parte circa il 10% delle loro entrate negli ultimi anni.

2° – Irlanda

Gli irlandesi stanno scalando la classifica dei paesi che risparmiano di più in Europa, in particolare dopo la pandemia di COVID-19. Secondo i dati dell’Ufficio Centrale di Statistica gli abitanti dell’Irlanda mettono da parte il 25% di quello che guadagnano, nel 2021 hanno risparmiato quasi 3,9 miliardi di euro, circa il 20% del reddito totale del paese. Prima della pandemia le famiglie irlandesi mettevano da parte in media il 10% del loro salario.

1° – Francia

Siamo arrivati in vetta alla classifica dei paesi che risparmiano di più in Europa, dove troviamo la Francia. Come già anticipato, la classifica stilata dall’OCSE non si concentra soltanto sulla quantità di denaro che le famiglie riescono ad accumulare. Se si guarda soltanto quel dato la Francia occuperebbe una posizione inferiore rispetto alla Germania, dato che i francesi riescono a risparmiare il 9% del loro reddito mentre i tedeschi l’11%.

Tuttavia l’OCSE ha considerato anche che il 94% dei francesi pondera attentamente ogni acquisto ed è alla costante ricerca di offerte e sconti soprattutto per quanto riguarda il denaro speso in generi alimentari. Il che fa di loro un popolo risparmiatore. 

E l’Italia?

Che posizione occupa l’Italia nella classifica dei paesi che risparmiano di più in Europa? Secondo la ricerca dell’OCSE il nostro paese occupa la 12° posizione.

I cittadini italiani riescono a mettere da parte, in media, il 4% del loro reddito mensile e solamente il 68% delle famiglie ha dichiarato di effettuare un’attenta valutazione prima di acquistare un prodotto.

E tu rifletti attentamente e analizzi tutte le offerte prima di comprare qualcosa o spendi i tuoi risparmi senza farti troppi problemi? 

Pianificare le spese mensili e accumulare qualcosa è una vera e propria arte che richiede costanza e forza di volontà. Il risparmio ha diverse sfaccettature, se vuoi mettere da parte anche i tuoi asset digitali, dai un’occhiata alla nuovissima funzione Salvadanaio! Che ti aiuta ad acquistare in maniera automatica e ricorrente le tue criptovalute preferite.

Cos’è il Lipstick effect? Ecco perché nelle crisi economiche si vendono più rossetti

Lipstick effect: cos’è

Diminuisce il potere d’acquisto dei cittadini e schizzano alle stelle le vendite dei rossetti. Ecco cos’è lipstick effect, un fenomeno paradossale che si verifica durante le crisi economiche

Che cos’è il lipstick effect e cosa ha a che vedere con le crisi economiche? Sembra un paradosso ma quando il potere di acquisto si riduce, cresce il consumo di cosmetici e di altri beni economici ma non necessari.

L’origine del lipstick effect risale ad Alan Lauder, figlio degli imprenditori del marchio cosmetico Estée Lauder e primo a parlare di questo effetto. Per corroborare la sua tesi sulle impennate delle vendite dei rossetti, ha creato anche un indice borsistico ad hoc per analizzare il movimento del prezzo dei cosmetici: il lipstick index o “l’indice del rossetto”. Scopri che cos’è il lipstick effect in tempo di crisi, quando è stato teorizzato e i fattori psicologici che lo causano.

Cos’è il lipstick effect e qual è l’origine 

Per capire che cos’è il lipstick effect dobbiamo fare un salto indietro alle origini e tornare ad uno degli anni più difficili della recente storia statunitense, il 2001. Il termine “lipstick effect” infatti è stato coniato durante la crisi economica che ha colpito gli Stati Uniti d’America dopo l’attentato delle torri gemelle e lo scoppio della guerra in Afghanistan. In quel periodo Alan Lauder notò che le vendite dei suoi prodotti aumentavano nei periodi di crisi. La cosa lo stupì perché non si trattava di articoli di necessità. Insomma quando tutti gli altri settori dell’economia vacillavano, le vendite di trucchi e in particolare di rossetti non risentivano del crollo della domanda causato dall’inflazione.

Nonostante Lauder sia stato il primo ad aver spiegato che cos’è il lipstick effect, Winston Churchill probabilmente lo aveva già individuato tempo prima. Durante la Seconda Guerra Mondiale trovandosi costretto a razionare diversi prodotti, escluse categoricamente i cosmetici, secondo lui necessari per tenere alto il morale della popolazione.

Perché i rossetti sono beni “a prova di crisi economica”?

Chiarito che cos’è il lipstick effect e qual è l’origine della teoria possiamo provare a delineare le motivazioni psicologiche e sociologiche che lo provocano. Cosa spinge le persone ad acquistare beni non necessari  il cui simbolo principale è il rossetto? La chiave del fenomeno sta nel la gratificazione che si prova nei momenti successivi all’acquisto di qualcosa che soddisfa qualche nostra vanità. 

In periodi di crisi economica può capitare che il morale sia più basso, fiaccato da continue preoccupazioni per lo stato dei propri risparmi. Così l’acquisto di un prodotto che rimanda alla sfera estetica contribuisce a migliorare nettamente il proprio stato d’animo. 

In questi frangenti comprare rossetti, cosmetici o accessori che per quanto poco costosi non sono davvero necessari, diventa una strategia per sentirsi meglio. Può anche capitare che invece di acquistare il solito lucidalabbra, o lo stesso shampoo di sempre, si opti per un cosmetico di una marca più costosa; In altre parole un rossetto è un lusso accessibile che ci tira su di morale, in periodi in cui si “tira la cinghia” per tutte le altre spese. 

Anche le relazioni sociali contribuiscono ad alimentare il lipstick effect. Durante una crisi economica, le persone possono cercare di mantenere alta la propria autostima attraverso piccoli gesti, come l’acquisto di prodotti di bellezza. 

Infine il lipstick effect è anche un effetto del consumo compensativo, una pratica che spinge le persone a comprare oggetti per la cura personale per compensare l’insoddisfazione che deriva da rinunce più grandi. Durante i periodi più difficili i consumatori riducono nettamente le spese per i beni di alto valore. Non si compra un’abitazione o una macchina o un elettrodomestico, ma oggetti molto più economici ma gratificanti 

Il lipstick effect nel 2023

Perciò il boom delle vendite di cosmetici a cui assistiamo dal 2020 può essere spiegato dal lipstick effect. Secondo una ricerca di mercato di Circana le vendite dei prodotti di bellezza negli Stati Uniti hanno raggiunto i 30 miliardi di dollari lo scorso anno registrando un aumento del 4% rispetto al 2021. Anche i cosmetici di lusso non sono stati da meno, le vendite dei prodotti per la cura personale di Armani e Charlotte Tilbury sono aumentate del 15% rispetto ad un anno fa.

Ora dovresti avere ben chiaro cos’è il lipstick effect e come questo fenomeno porti le persone a farsi dei piccoli regali per sentirsi meglio nei momenti di crisi più duri.
Il lipstick effect racconta quanto le nostre emozioni influenzino il modo in cui gestiamo il denaro. Anche quando la situazione economica ci porta a risparmiare il più possibile, sentiamo il richiamo a concederci un regalo. Bilanciare i nostri desideri alla necessità di mettere da parte qualcosa non è sempre una passeggiata, ma ci sono degli strumenti e delle strategie che ci possono aiutare in questa missione.

Young Platform lancia il “Report fiscale”: ora è più facile dichiarare i crypto-asset

report fiscale

Torino, 9 maggio 2023 – Young Platform, la piattaforma italiana di exchange leader nel settore delle criptovalute, annuncia l’introduzione della nuova funzionalità “Report Fiscale”, che semplifica la dichiarazione di plusvalenze e minusvalenze da parte dell’utente, mettendo a disposizione in download il documento per le dichiarazioni fiscali in formato Pdf, nell’area dell’account personale.

Il report, concepito da Young Platform in linea con le nuove normative vigenti in materia, indicherà il valore del portafoglio dell’utente, gli eventuali reward ottenuti con lo staking, l’imposta sul reddito, e potrà essere accompagnato da un file .csv con l’elenco completo dei movimenti. Il Report Fiscale è disponibile sulla piattaforma web di Young Platform. Da giugno la nuova funzionalità sarà disponibile anche in Francia, dove Young Platform è presente dal 2022.

Report Fiscale è il primo servizio di questo tipo offerto da un exchange nazionale e al tempo stesso compliant con le normative fiscali italiane e francesi, che permette agli utenti di collegare non solo i propri wallet privati come Metamask, ma anche i wallet exchange e i wallet provider, questi ultimi a partire da giugno 2023. Può includere anche le royalty da NFT o dominio Web3 e il tracciamento delle transazioni. Il Tax Report potrà quindi essere un servizio adatto non solo agli utenti di Young Platform, ma anche a qualsiasi tipo di professionista, società o investitore in criptovalute che abbia bisogno di dichiarare i propri asset per questioni fiscali. 

“Finalmente un servizio che permette sia agli utenti sia ai professionisti di calcolare le imposte sui cripto asset, consentendo una costante pianificazione fiscale durante tutto l’anno, in modo semplice e diretto” – commenta Alberto Bertagnolio Licio, Dottore Commercialista e Senior Partner presso Studio Boursier.

Report Fiscale è stato realizzato in collaborazione con Taxtris, uno dei principali provider di servizi di consulenza fiscale per il mercato crypto, specializzato in soluzioni fiscali per il settore delle criptovalute. Taxtris venta un team di esperti in materia di fiscalità e di tecnologia blockchain e grazie a questa partnership, Young Platform è ora in grado di offrire ai propri utenti una nuova soluzione semplice e completa per l’accesso alle criptovalute. 

“È grazie a strumenti semplici e che semplificano la vita, come il report fiscale, che una tecnologia così complessa riesce a permeare nelle vite di tutti noi. A Young Platform, ci sforziamo di dotare tutti i nostri utenti dei migliori strumenti per operare con facilità.” – Lorenzo Palombi, Head of Legal & Corporate Affairs a Young Platform.

D’altra parte, gli italiani si confermano attenti a cryptovalute e token: più di 7 milioni li hanno già acquistati e altrettanti dichiarano di essere interessati a farlo in futuro. Il metodo più usato per entrare in possesso di questi strumenti sono gli exchange (40%) (dati “Blockchain & Web3: time to build”, report dell’Osservatorio Blockchain and Distributed Ledger della School of Management del Politecnico di Milano).

A livello globale, il mercato crypto ha superato nuovamente i mille miliardi di dollari di capitalizzazione, da metà gennaio 2023 (dati CoinMarketCap). Nonostante i fattori sfavorevoli che hanno influito su un’ampia flessione del settore nel 2022, dopo i precedenti record del 2021, i detentori di criptovalute sono ugualmente aumentati del 39% nel corso del 2022, salendo da 306 milioni a 425 milioni in totale (dati Crypto.com).

“È essenziale avere strumenti che agevolino la corretta gestione fiscale delle criptovalute in Italia, un mercato sempre più rilevante dell’ecosistema crypto su scala globale. In questo senso, la soluzione proposta da Young Platform è un passo avanti importante per semplificare e rendere trasparente la tassazione delle cripto-attività, che agevola sia utenti che professionisti” – commenta Stefano Capaccioli, dottore commercialista titolare e fondatore dello Studio Capaccioli e di Coinlex.

“L’obiettivo principale di Young Platform è sempre stato avvicinare un ampio pubblico al mondo delle criptovalute, costruendo un rapporto di fiducia con la propria community di riferimento e in piena compliance con le normative vigenti – spiega Andrea Ferrero, Ceo e co-fondatore di Young Platform -. Per raggiungere questo obiettivo è necessario rendere accessibile la fase di acquisto delle crypto, ma anche semplificare la gestione del wallet, su più livelli. Ciò include funzioni che garantiscano la piena conformità alle normative fiscali nazionali e internazionali. Report Fiscale è la soluzione che dimostra ancora una volta l’impegno di Young Platform per una gestione corretta e trasparente dei crypto-asset, uno strumento sempre più compreso e apprezzato da una platea crescente di italiani, e non solo“.

Leggi la notizia su La Repubblica

Cosa sono i buoni fruttiferi postali e quanto rendono?

Buoni fruttiferi postali: cosa sono e calcolo del rendimento

Cosa sono e come funzionano i buoni fruttiferi postali? Qual è il loro rendimento nel 2023 e come si effettua il calcolo?

Cosa sono i buoni fruttiferi postali e come avviene il calcolo del loro rendimento? Strumenti finanziari che esistono dal 1924, emessi dalla Cassa Depositi e Prestiti (CDP) per conto delle Poste Italiane, e garantiti dallo Stato.Sono uno dei capisaldi del risparmio all’italiana e vengono scelti da tantissimi investitori perché garantiscono un rendimento stabile e garantito e possiedono un bassissimo grado di rischio. Scopri allora cosa sono i buoni fruttiferi postali, le loro caratteristiche principali, il rendimento e le modalità di calcolo.

Buoni fruttiferi postali, cosa sono? Caratteristiche principali 

Cosa sono i buoni fruttiferi postali e perché milioni di risparmiatori li acquistano ogni anno? I buoni fruttiferi postali sono titoli di debito a medio e lungo termine emessi dalle Poste Italiane. Quando un individuo investe in questo tipo di strumenti finanziari presta il suo denaro alle Poste o allo Stato e in cambio viene ricompensato con degli interessi stabiliti al momento dell’acquisto del buono. Alla scadenza, gli investitori hanno la possibilità di riscattare il capitale inizialmente investito, insieme agli interessi maturati. 

Questi strumenti di investimento, poiché garantiti dallo Stato italiano, sono considerati molto sicuri. Ciò significa che chi li acquista è praticamente certo di ricevere il rimborso del capitale investito e i relativi interessi. I buoni fruttiferi postali offrono anche un rendimento garantito, dato che i tassi di interesse stabiliti al momento dell’acquisto del buono rimangono fissi. Questo permette agli investitori di effettuare in anticipo il calcolo del profitto che otterranno al momento del riscatto. 

I buoni fruttiferi postali possono essere acquistati attraverso gli uffici postali o il sito delle Poste Italiane. Sono quindi strumenti comodi e pratici anche per gli investitori meno esperti.

Rendimento buoni fruttiferi postali: il calcolo

Ora che sai cosa sono i buoni fruttiferi postali vediamo come si effettua il calcolo del rendimento, l’aspetto principale da considerare quando si decide se vale la pena acquistarli.

  1. Determinare l’importo che si vuole investire: ovvero la somma di denaro che si deposita all’acquisto del buono. Essendo strumenti riservati ad individui con bassa propensione al rischio non garantiscono ritorni molto alti (secondo il principio finanziario del rischio/rendimento. 
  1. Identificare il tasso di interesse: cioè il rendimento percentuale che viene stabilito all’acquisto del buono fruttifero postale. Questo valore indica l’interesse percentuale che verrà pagato al risparmiatore nel corso dell’investimento.
  1. Considerare la durata dell’investimento: il periodo di tempo durante il quale l’investitore manterrà il proprio capitale investito.
  1. Applicare la formula dell’interesse composto: dato che gli interessi maturati restano all’interno del buono fino al riscatto, contribuiscono ad incrementare, di anno in anno, il capitale investito. Perciò il rendimento dei buoni fruttiferi postali può essere calcolato utilizzando la formula dell’interesse composto:

Rendimento annuo lordo = capitale iniziale * (1 + tasso di interesse)^durata – capitale iniziale

Supponendo di aver investito 5.000€ in un buono fruttifero postale con un tasso di interesse annuo del 3% e una durata di 5 anni, il calcolo per determinare il rendimento previsto alla scadenza del buono è il seguente:

5.000 * (1 + 0,03)^5 – 5.000 = 5.796,37€

5.796,37 – 5.000 = 796,37€

  1. Considerare le tasse: è importante tenere presente che gli interessi generati dai buoni fruttiferi postali sono soggetti a una tassazione agevolata. Pertanto, quando si calcola il rendimento effettivo, è necessario considerare l’aliquota fiscale applicabile agli interessi maturati, che è del 12,5%. Una percentuale nettamente più bassa rispetto a quella che riguarda, ad esempio, le azioni e le obbligazioni che sono tassate al 26%.

Rendimento dei buoni fruttiferi postali nel 2023

Ora che abbiamo definito cosa sono, vale la pena di farsi qualche altra domanda su questi strumenti. Quali sono i buoni fruttiferi postali che rendono di più? Esistono in diverse forme  che rispondono alle svariate esigenze degli investitori. Vediamo un breve elenco di quelli, ad oggi, più remunerativi:

  1. Buono dedicato ai minori: un buono fruttifero postale dedicato ai minorenni di durata variabile dato che scade nel momento in cui l’intestatario raggiunge la maggiore età. Offre un rendimento annuo lordo a partire dal 2,5% e fino al 4,5% a seconda del tempo per il quale si detiene.
  1. Buono Rinnova: dedicato a chi possiede già dei buoni fruttiferi postali scaduti e li ha rinnovati entro il 20 settembre 2022. Ha una durata di sei anni e garantisce un rendimento annuo lordo del 3,25%. Probabilmente le Poste Italiane ne emetteranno una nuova versione nei prossimi mesi dedicata a quelli che scadranno nel 2023. 
  1. Buono 4×4: il buono più a lungo termine, della durata di ben sedici anni e che garantisce un rendimento del 3%. È possibile prelevare il capitale investito (vendendo il buono) non prima di quattro anni e i rendimenti effettivi annui lordi garantiti sono: 1,50% dopo 4 anni; 2,00% alla fine di 8 anni; 2,25% al termine del dodicesimo anno; 3,00% alla fine dei 16 anni.

Ecco cosa sono i buoni fruttiferi postali, qual è il loro rendimento e le modalità per il calcolo dello stesso. Questi strumenti finanziari sono utili ai risparmiatori che vogliono limitare al massimo il rischio e la volatilità del proprio portafoglio.

Cosa sono i token BRC-20? Il nuovo standard per creare crypto sulla blockchain di Bitcoin 

Token BRC-20: cosa sono e come funzionano?

Scopri cosa sono e come funzionano i token BRC-20, l’ultimo trend del settore crypto!

Cosa sono i token BRC-20? Si tratta di veri e propri token creati sulla blockchain di Bitcoin, grazie a un nuovo protocollo sperimentale. Se hai familiarità con BTC sai che questa definizione di “token BRC-20” descrive una cosa mai vista prima. Infatti a differenza di Ethereum, il World Computer, la blockchain di Bitcoin non è stata pensata per costruire token. Ecco una tecnologia davvero innovativa che arriva dopo le Inscription e gli Ordinals che hanno portato gli NFT su Bitcoin. 

Token BRC-20: cosa sono e come funzionano

L’interesse intorno al nuovo protocollo è evidente, dal lancio dell’8 marzo 2023 sono stati coniati già 8.500 token di questo tipo. Ma cosa sono questi token BRC-20 (“Bitcoin Request for Comment”)? Innanzitutto bisogna specificare che, nonostante ne riprendano il nome, non hanno niente a che fare con il famoso standard ERC-20 di Ethereum. Non usano né sono compatibili con smart contract né con l’Ethereum Virtual Machine, questo significa che non possono essere utilizzati in dapp. 

I token BRC-20 sono nati grazie al protocollo elaborato da uno sviluppatore conosciuto su Twitter con lo pseudonimo di domo. L’intento era quello di realizzare uno standard che permettesse di emettere e scambiare token fungibili su Bitcoin

Vediamo allora come funzionano i token BRC-20. In poche parole il protocollo sfrutta le Inscription (Ordinals) per creare dei token i cui metadati sono salvati direttamente sul network di Bitcoin (invece che sugli smart contract). Quindi archiviano dei testi in formato JSON che forniscono delle “istruzioni” per la creazione sui singoli satoshi (le unità minime di BTC). 

Questa è la forma in cui appaiono i token BRC-20 (si tratta del primo emesso, chiamato “ORDI”). 

“p”: indica che i token vengono emessi secondo lo standard dei BRC-20.

“op”: l’operazione invocata in questa transazione è quella di distribuire o inizializzare i token “ordi”.

“tick”: il ticker dei token sarà “ordi”.

“max”: l’offerta massima di “ordi” è di 21.000.000.

“lim”: la quantità massima di “ordi” che potrebbe (teoricamente) essere coniata in una transazione è stata limitata a 1.000.

Token BRC-20: per cosa vengono usati 

Dopo aver visto cosa sono e come funzionano i token BRC-20, approfondiamo i casi d’uso. La maggior parte di quelli coniati finora ha la forma di meme coin tra cui ORDI, OG, MEME e SHIB e PEPE. Quest’ultima nata sull’onda del successo della coin ispirata a Pepe The Frog. In totale il market cap dei token BRC-20 è di circa 820 milioni di dollari

La loro diffusione ha avuto degli effetti immediati sulla blockchain di Bitcoin, innanzitutto la dimensione dei blocchi è quasi raddoppiata (da 1-1.4MB fino a 2.5MB). Di questo hanno beneficiato i miner che hanno ricevuto delle commissioni anche fino a 7 BTC per blocco (oltre ai 6.25 BTC standard per l’attività di mining). 

La diffusione del nuovo standard ha portato diversi movimenti per il prezzo di Bitcoin e l’attività su blockchain.

Controlla il prezzo in tempo reale

Secondo la società di analisi blockchain Glassnode, il 3 maggio le commissioni totali pagate sulle transazioni di Bitcoin sono schizzate a circa 124 BTC, pari a circa 3,5 milioni di dollari

Il network di Bitcoin insomma si è congestionato: le transazioni BRC-20 tra il 29 aprile e il 2 maggio hanno superato le normali transazioni BTC.

Cosa sono dunque i token BRC-20? Per alcuni sono la dimostrazione che Bitcoin è l’unica blockchain di cui abbiamo bisogno, capace di infinite applicazioni. Per altri questi token sono da prendere con le pinze, perché ancora poco sicuri (non beneficiano del meccanismo di consenso della rete principale) e testati. Ad esempio il principale wallet con cui possono essere utilizzati, Unisat, di recente ha subito un hack. Anche lo stesso creatore ha espresso i suoi dubbi sul potenziale concreto del protocollo. In quanto nuovissima tecnologia, per i token BRC-20 vale la preziosa regola del DYOR!

Sei sul blog di Young Platform, la piattaforma italiana per comprare criptovalute. Qui puoi trovare le ultime novità su blockchain, Bitcoin e Web3. Raccontiamo da vicino questa economia emergente con un occhio alla finanza tradizionale, così hai tutto quello che ti serve per entrare nella nuova era del denaro. 

Stablecoin: perché sono popolari in Paesi in crisi? Il caso Argentina

Stablecoin: perché sono popolari in paesi con alta inflazione

Le stablecoin e il caso esemplare dell’Argentina: dove l‘inflazione è alta, le persone scelgono di comprarle

Le stablecoin diventano sempre più popolari nei paesi che stanno affrontando una crisi economica, dove vengono usate come strumento nella lotta alla svalutazione del denaro. Il fenomeno è particolarmente diffuso in Argentina, ecco perché queste criptovalute sono scelte dai risparmiatori. 

Stablecoin: un’alternativa al dollaro 

Manuel Beaudroit, CEO di Belo, un exchange di criptovalute con sede in Argentina, ha spiegato che: “vediamo che l’adozione delle stablecoin continua a crescere senza sosta dal 2019. In effetti, le stablecoin rappresentano oggi più del 50% del volume di scambi di Belo”.

Si tratta di una tipologia di monete digitali nata per mantenere il loro prezzo stabile e costante nel tempo, eliminando la volatilità tipica delle altre crypto. Le stablecoin riproducono il valore di un bene sottostante come una valuta fiat, grazie a delle riserve di collaterali o a degli algoritmi

La crescita delle stablecoin in Argentina è guidata dai comuni cittadini che cercano di proteggere il loro denaro dall’inflazione. Per fare un quadro della situazione economica del paese basta dire che lo Stato sudamericano nel 2023 ha uno dei tassi d’inflazione più alti del mondo (104%) e che il 50% dei lavoratori ha impieghi informali che rimangono al di fuori del sistema bancario. 

Inoltre l’Argentina è un paese molto legato al dollaro, la vice presidente Cristina Kirchner sollecitata dal Fondo Monetario Internazionale a sistemare la situazione, ha spiegato che quella del suo paese un’economia “bimonetaria” e che la principale causa dell’impennata dei prezzi è “la variazione del dollaro”. In Argentina infatti nel 1991 è stata promulgata la “legge della convertibilità”: il peso, la moneta argentina, deve avere un tasso di cambio fisso con il dollaro statunitense. Inizialmente questa misura si rivelò efficace per contenere l’inflazione, ma sul lungo termine portò dei problemi come la difficoltà ad esportare prodotti locali e un aumento dei prezzi e quindi della povertà e della disoccupazione. 

Da quando il costo del denaro ha cominciato a salire vertiginosamente a partire dal 2022, la Banca Centrale argentina ha imposto ai cittadini severe restrizioni all’acquisto di dollari statunitensi, nella speranza di mantenere le proprie riserve federali stabili. E questo, secondo gli esperti, ha portato le persone ad acquistare stablecoin ancorate al dollaro, come alternativa digitale

“Con una stablecoin si può accedere a un conto in dollari senza avere un conto in dollari”, spiega sempre Beaudroit. In altre parole molte persone volevano trovare un modo per ‘dollarizzare’ i loro risparmi e hanno trovato DAI, USDC e Tether (USDT).

Secondo il rapporto “Geography of Currency” 2022 di Chainalysis, i principali fattori di adozione delle criptovalute in America Latina sono la conservazione del valore e l’invio di denaro, per le quali le stablecoin sono ampiamente utilizzate.

Stipendi in stablecoin

Un’altra tendenza legata alle stablecoin in Argentina riguarda gli stipendi. Sembrerebbe che sempre più persone decidano di ricevere compensi in “crypto-dollari”. Può sembrare una scelta curiosa, ma non è proprio una novità.

Secondo una ricerca del 2022 di SoFi, una società di formazione sulla finanza personale, il 36% dei lavoratori statunitensi propone di ottenere lo stipendio in criptovalute per migliorare lo stress nella gestione delle proprie finanze. E il 42% apprezzerebbe i premi di rendimento in NFT

Megan Knab, CEO di Franklin, che si occupa di sistemi ibridi di pagamento in contanti e crypto per le aziende, presenta il caso dell’Argentina sugli stipendi in criptovalute: “in Argentina c’è una meravigliosa comunità di sviluppatori web che soffre di una valuta iperinflazionata ed estremamente volatile. Una stablecoin è un modo molto attraente per loro di prendere il loro compenso, perché sono coperti da ciò che sta accadendo nel loro ambiente macro”.

Non è solo l’Argentina a soffrire a causa dell’iperinflazione, pure in Nigeria la moneta locale ha subito un duro colpo in termini di potere d’acquisto. Anche in questo caso molti scelgono di convertirla in stablecoin per evitare la svalutazione dei risparmi. 

E non sono solo le stablecoin gli asset preferiti durante situazioni di crisi economica, altri studi dimostrano che anche Bitcoin è una soluzione da valutare nella lotta all’inflazione.

Salvadanaio 2.0: il modo migliore di fare crypto holding

salvadanaio crypto

La sezione Salvadanaio: un’esperienza di crypto holding sempre più flessibile e personalizzata. 

Con il tuo Salvadanaio crypto la tua strategia buy and hold è facile e personalizzabile.

Stare dietro al mercato è stressante per molti, che invece trovano più comodo acquistare poco e regolarmente. Studi confermano la validità di questo approccio sia sui mercati tradizionali che sulle criptovalute. Così nasce il Salvadanaio 2.0! 

Salvadanaio crypto: cos’è e come funziona 

Il Salvadanaio crypto di Young Platform è un wallet separato da quello che usi per conservare le tue criptovalute normalmente. Serve a mettere da parte le valute virtuali per un lungo periodo evitando di spenderle nelle operazioni quotidiane o frequenti.

Prova la funzionalità

Le criptovalute compatibili con la funzionalità sono le seguenti:

  • Bitcoin (BTC)
  • Ethereum (ETH)
  • Young (YNG)
  • Ripple (XRP)
  • Cardano (ADA)
  • Polygon (MATIC)
  • Dogecoin (DOGE)
  • Polkadot (DOT)
  • Uniswap (UNI)
  • Decentraland (MANA)
  • The Sandbox (SAND) 
  • Aave (AAVE)
  • Chainlink (LINK)
  • Litecoin (LTC)
  • Avalanche (AVAX)
  • Axie Infinity (AXS)
  • Basic Attention Token (BAT)
  • Solana (SOL)
  • Pax Gold (PAXG)
  • Fantom (FTM)
  • GMX (GMX)
  • ImmutableX (IMX)
  • Lido DAO (LDO)
  • Near (NEAR)
  • Optimism (OP)
  • Render (RNDR)
  • Sei (SEI)
  • Synthetix Network (SNX)
  • Starknet (STRK)
  • Stacks (STX)
  • Sui (SUI)
  • Celestia (TIA)
  • Tron (TRON)

Un solo Salvadanaio per tante crypto

Ci sono 3 modi di creare un Salvadanaio crypto:

  1. Salvadanaio singola valuta
  2. Salvadanaio tematico
  3. Salvadanaio personalizzato

Il “Salvadanaio singola valuta” è la modalità standard: serve semplicemente a creare un Salvadanaio crypto in cui mettere da parte una sola valuta tramite acquisto ricorrente, come nella funzionalità originale.

Le cose si fanno ancora più interessanti con il “Salvadanaio tematico”: si tratta di mix di criptovalute già pronti da acquistare regolarmente. Questi set contengono monete simili per applicazione e settore, pensati per chi è interessato a specifiche applicazioni delle crypto:

  • Web3 (DOT, LINK, UNI, BAT, MANA)
  • Metaverse (SAND, MANA, AXS)
  • PoW (BTC, LTC, DOGE)
  • Smart Contract (AVAX, ADA, ETH, DOT, MATIC)
  • DeFi (AAVE, UNI, LINK)
  • Popular (BTC, ETH, YNG, XRP)
  • Artificial Intelligence (RNDR, GRT, NEAR)

Vuoi metterci del tuo? Hai anche la possibilità di creare un “Salvadanaio personalizzato”: seleziona tra le 2 e le 5 crypto da includere (tra quelle disponibili) e scegli la percentuale da distribuire su ognuna. 

Se per gli altri Salvadanai puoi crearne uno per tipologia, in questo caso non c’è limite: puoi creare tutti i Salvadanai personalizzati che vuoi.

Come si crea un Salvadanaio crypto?

Il Salvadanaio è una sezione dell’app e della versione web di Young Platform, che trovi nel menu principale.

La creazione è guidata passo per passo e ti permetterà di scegliere in ordine:

  1. Quale tipo di Salvadanaio crypto creare
  2. Quali criptovalute includere
  3. La percentuale in cui distribuire le criptovalute (minimo 10%) se sono più di una
  4. La frequenza dell’acquisto ricorrente
  5. Il metodo di pagamento da utilizzare (carte di pagamento o Portafoglio EUR)
  6. L’importo di ogni acquisto indica la quantità di Euro complessiva con cui si acquistano tutte le criptovalute insieme. 

Per ogni tipo di Salvadanaio vedrai indicato un diverso importo minimo richiesto che si basa sugli importi minimi dei mercati delle singole criptovalute. L’importo massimo invece è sempre di 250€.

Capiamo meglio con un esempio di Salvadanaio personalizzato:

  • Hai selezionato l’acquisto mensile di 10% di A, 40% di B e 50% di C.
  • Hai inserito come importo dell’acquisto ricorrente 100€
  • Questo significa che ogni mese otterrai nel singolo Salvadanaio 10€ di A, 40€ di B e 50€ di C.

Man mano che il tuo Salvadanaio crypto crescerà, avrai a disposizione statistiche sempre più ricche per monitorare l’andamento delle tue valute.


Nel caso tu voglia modificare la tua strategia, puoi sempre chiudere il Salvadanaio e ricrearlo, oppure disattivare e riattivare l’acquisto ricorrente con impostazioni differenti. Ricorda che quando chiudi un Salvadanaio qualsiasi, le tue criptovalute vengono solamente trasferite sul tuo Portafoglio principale, non vengono mai vendute.