ETF Bitcoin: con BlackRock l’interesse sale. Cosa sta succedendo? Perché è una svolta?

ETF Bitcoin: l’interesse sale. Che sta succedendo?

Focus sulla news dell’ETF Bitcoin di BlackRock. I possibili scenari sono sorprendenti, cosa sta succedendo?

L’ETF Bitcoin di BlackRock è finito al centro delle discussioni del mondo crypto negli ultimi giorni. Il colosso dell’investimento ha presentato richiesta ufficiale alla Security and Exchange Commission statunitense per lanciare il suo fondo che riproduce il prezzo spot della criptovaluta. Se l’esito fosse positivo, sarebbe il primo prodotto di questo tipo in circolazione. All’interesse di BlackRock per il mondo crypto si è aggiunto a catena quello di altri investitori istituzionali, situazione che sta aprendo diverse ipotesi sul futuro di Bitcoin. 

L’ETF Bitcoin di BlackRock: perché è una svolta 

La richiesta di BlackRock di quotare un ETF di Bitcoin spot è molto più importante di quello che si pensa. Si tratta del più grande asset manager del mondo con 10 trilioni di dollari in gestione e con una media di approvazioni da parte della SEC di 575 a 1. Questi due elementi rendono probabile il successo dell’operazione. 

L’approvazione del fondo innanzitutto aprirebbe il mondo crypto anche a chi non è pratico di exchange o DeFi e non ha interesse a detenere personalmente Bitcoin. Tramite il prodotto di una delle più grandi aziende quotate a Wall Street, masse di investitori retail entrerebbero nel mercato delle criptovalute. Nel documento di richiesta si può leggere che lo scopo di BlackRock è: “costituire un mezzo semplice per effettuare un investimento simile a quello in Bitcoin piuttosto che acquisire, detenere e scambiare Bitcoin direttamente su base peer-to-peer o di altro tipo o tramite uno scambio di asset digitali”.

In secondo luogo l’ETF Bitcoin di BlackRock sarebbe una svolta perché in passato diverse altre società si sono viste negare i permessi. Se la SEC dovesse accontentare il fondo, arriverebbero decine di questi prodotti sul mercato.

Il modo in cui si comprano criptovalute potrebbe cambiare per sempre: sulla scia dell’ottimismo della diffusione di questi asset, Bitcoin ha toccato i 30.000$

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Cosa succederebbe in caso di approvazione?

Come abbiamo visto se il piano di BlackRock sul suo ETF Bitcoin spot dovesse andare a buon fine, ci sarebbero degli esiti positivi sull’adozione delle criptovalute. Ma cosa succederebbe al prezzo di BTC? 

Guardando i dati storici, all’approvazione di un exchange traded fund i prezzi salgono. Come è successo ad esempio con il primo Gold ETF listato nel 2004 alla borsa di New York. 

Inoltre l’approvazione e l’ipotetico lancio sul mercato dell’ETF di BlackRock, coinciderebbe con un altro evento decisivo: l’halving di Bitcoin. In media la procedura per rilasciare i permessi per un ETF dura 211 giorni, questa data scadrebbe subito prima di quella prevista per il “dimezzamento”.

Come abbiamo già spiegato in questo articolo, in passato l’halving ha portato una salita delle quotazioni. Nel 2024 quindi il prezzo di Bitcoin secondo alcuni potrebbe salire vertiginosamente sia per l’interesse intorno all’ETF di BlackRock sia in maniera fisiologica seguendo il ciclo di mercato. 

In questo scenario rialzista chi è interessato ad acquistare Bitcoin ora potrebbe valutare un acquisto ricorrente per mettere da parte crypto “approfittando” dei prezzi relativamente bassi e in attesa degli eventuali rialzi per l’anno prossimo. 

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Infine l’ETF di BlackRock potrebbe alterare anche la distribuzione dei Bitcoin tra exchange e investitori istituzionali. L’enorme afflusso di capitali dell’asset manager creerebbe nuovi equilibri. 

Dilaga l’interesse degli investitori istituzionali 

Subito dopo la richiesta di BlackRock, Invesco, il 17° asset manager su scala globale, ha rinnovato la sua applicazione fatta in passato. E anche WisdomTree ha presentato la sua domanda. La lista degli investitori istituzionali che sono interessati al settore crypto si allarga, a questi si aggiungono Fidelity, Citadel e Charles Schwab che hanno appena fondato un exchange per il trading. 

Insomma l’interesse per le crypto di BlackRock non è un caso isolato, il mercato è in attesa dei prossimi sviluppi e per il momento sembra reagire bene alle news sull’ETF di Bitcoin.

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Il significato di cespiti. Cosa sono questi asset?

Cespiti: significato e cosa sono questi asset

Il significato di cespiti è determinato da una pratica comune dell’economia aziendale che prevede la valutazione dei beni di un’impresa

Cosa sono i cespiti? Il significato in economia aziendale di questo termine è “beni sia materiali che immateriali di un’impresa”. Una definizione di cespite da “dizionario” è quella di asset che non fanno guadagnare in maniera diretta, quindi ad esempio attraverso la vendita, ma che contribuiscono al profitto e al valore complessivo di un’azienda. Scopri cosa sono i cespiti e cosa rientra in questa categoria di asset.

Cosa sono i cespiti, il significato spiegato

A grandi linee il significato di cespiti è quello spiegato nell’introduzione, approfondiamo allora nel dettaglio questa categoria di beni. Conoscere cosa sono è indispensabile per chi si occupa di contabilità aziendale perché sono fonti di reddito sul lungo termine. Come abbiamo visto infatti essi sono asset che garantiscono un guadagno all’impresa che li possiede perché indirettamente aumentano il suo valore. 

La prima fondamentale distinzione da fare per comprendere cosa sono i cespiti, è quella tra materiali e immateriali. 

Nel primo insieme rientrano beni tangibili come macchinari, mezzi di trasporto, immobili, attrezzature informatiche come i computer, strumenti tecnici e terreni. Tra i beni immateriali troviamo le risorse umane ma anche certificazioni e brevetti, e in generale tutti i talenti e il patrimonio di conoscenze di un’azienda. 

Tra tutti gli asset di proprietà di una società ci possono essere anche quelli finanziari e digitali. La finanza decentralizzata sta prendendo piede soprattutto nella tokenizzazione dei beni su blockchain. Anche i cespiti un giorno saranno registrati su Ethereum? Rimani sempre sul pezzo e segui le novità del settore tecnologico più innovativo del momento. 

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I cespiti e l’ammortamento

Un altro concetto da tenere presente per comprendere cosa sono i cespiti e il loro significato concreto è quello di “ammortamento”. Si tratta della riduzione del valore di un asset aziendale calcolato nel corso del tempo, a causa dell’usura. In sostanza, l’ammortamento è un’operazione contabile effettuata per considerare che i cespiti aziendali hanno una vita limitata. Questo deprezzamento viene considerato per determinare il reddito netto dell’esercizio e quindi la situazione fiscale. I cespiti vengono registrati in un apposito registro insieme alle annotazioni sul loro ammortamento. 

Essi possono anche guadagnare valore nel tempo, come nel caso degli immobili. Anche queste variazioni devono essere segnalate nel registro e mediate con gli ammortamenti. 
La gestione dei cespiti viene effettuata per garantire che i beni aziendali siano utilizzati in modo efficiente e che siano mantenuti nel modo migliore possibile. Ciò richiede la pianificazione, l’organizzazione e il controllo delle attività aziendali relative.Ecco perché vale la pena sapere cosa sono i cespiti e qual è il loro significato.

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Binance news: addio a Paesi Bassi e Cipro. Che succede all’exchange?

Binance news: cosa sta succedendo? L’exchange abbandona i Paesi Bassi e Cipro

Le ultime news su Binance: l’exchange lascia i Paesi Bassi e Cipro e ritira la richiesta per il Regno Unito

Quali sono le ultime news su Binance sul tema della regolamentazione? Continua il periodo difficile per l’exchange che dopo la SEC (Securities and Exchange Commission) e il suo presidente Gary Gensler deve fare i conti anche con i regolatori di alcuni paesi europei. 

L’exchange più utilizzato al mondo abbandonerà i Paesi Bassi e Cipro mentre la sua filiale del Regno Unito, la Binance Market Limited (BML), ha annullato alcune richieste di autorizzazione per il mercato britannico. Scopri le ultime news su Binance in questo articolo.

Binance news: addio a Paesi Bassi e Cipro

Secondo le ultime news, Binance non ha convinto l’autorità di regolamentazione olandese e non ha dunque ottenuto la licenza (VASP) che attesta il rispetto delle linee guida di antiriciclaggio (AML) necessarie per offrire asset virtuali nel paese. Nonostante sia attivo e rispetti le norme vigenti in Italia, Spagna, Polonia, Svezia e Lituania sarà costretto ad abbandonare i Paesi Bassi dal 17 luglio. Da quel giorno in poi i clienti olandesi potranno solamente ritirare le loro crypto. L’exchange però non getterà la spugna, ma ha fatto sapere, tramite dei suoi portavoce, che il dialogo con le autorità olandesi proseguirà nei prossimi mesi.

Stando alle ultime news, Binance saluterà non solo i Paesi Bassi ma anche Cipro. A differenza di quanto accaduto per il mercato olandese, lascerà di sua spontanea volontà quello cipriota per concentrare più risorse che gli permettano di diventare pienamente conforme alla nuova normativa dell’Unione Europea sulle criptovalute (MiCA)

Anche i singoli utenti, non solo gli exchange, hanno l’obbligo di comportarsi in modo conforme alle normative vigenti. Purtroppo però tenere traccia di tutti i movimenti in crypto può essere complesso. Per semplificarti la vita puoi utilizzare il report fiscale di Young Platform.

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Che succede a Binance nel Regno Unito?

In merito alla news che riguarda Binance, il Financial Conduct Authority e il Regno Unito c’è molta confusione. Il FCA, un regolatore britannico che svolge più o meno le stesse funzioni della SEC, non ha espulso l’exchange dal paese. Anche perché la piattaforma non ha mai fornito i suoi servizi in quel territorio. 

Questa news riguarda Binance Market Limited (BML) una società nata dal rebranding di EddieUK. La compagnia, che era stata acquistata da Binance per aggredire il mercato britannico, possedeva diverse autorizzazione della FCA per attività che, di fatto, non ha mai svolto. Quindi BLM ha spontaneamente ritirato le autorizzazioni che non utilizzava. L’annullamento non ha avuto un impatto operativo sulla piattaforma dato che non è mai stata disponibile per i cittadini britannici.


Insomma secondo le ultime news, Binance è stato costretto ad abbandonare solamente i Paesi Bassi mentre ha deciso spontaneamente di ritirare le licenze per il mercato britannico e cipriota. In ogni caso l’exchange ha già parecchi problemi legali da risolvere, in particolare la causa con la SEC intentata dal regolatore statunitense ad inizio giugno e le indagini delle autorità francesi per l’accusa di riciclaggio di denaro.

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L’Halving di Litecoin è alle porte. Come influirà sul prezzo di LTC?

Halving Litecoin 2023: cose da sapere e possibile impatto sul prezzo

L’halving di Litecoin è alle porte. Cosa succederà al prezzo di LTC in occasione dell’evento?

L’halving di Litecoin è in arrivo! Secondo il countdown il blocco numero 2.520.000 sarà minato il 2 agosto 2023. Ma cosa succederà dopo questo atteso evento? L’halving influenzerà il prezzo di LTC?

Halving Litecoin 2023, a cosa serve?

L’halving è un meccanismo interno al sistema di alcune criptovalute che gestisce la progressiva diminuzione delle ricompense per i miner che validano i blocchi. La blockchain di LTC, come anche quella di Bitcoin, è stata progettata in modo che le ricompense garantite ai miner si riducano progressivamente. 

L’halving di Litecoin serve dunque a ridurre le unità di una crypto in circolazione, in modo da renderla più scarsa e quindi più preziosa. È importante precisare che il numero massimo di LTC è fissato a 84.000 milioni perciò gli halving della crypto non saranno infiniti, ma cesseranno quando la fornitura massima sarà raggiunta.

Come si calcola la data dell’halving?

L’halving di Litecoin, come anche quello di BTC, è un evento ricorrente. Le emissioni di LTC si dimezzano ogni 840.000 blocchi, a differenza di quelle di Bitcoin che si riducono ogni 210.000. Questo è un evento che gli utenti potrebbero non notare dato che non altera in nessun modo lo stato della blockchain.

Ma come si calcola la data esatta dell’halving di Litecoin? Il procedimento è molto semplice, basta moltiplicare il numero di blocchi che devono essere validati per il tempo medio che serve per processarli. Nel caso di LTC il cosiddetto block time è di 2,5 minuti, circa un quarto di quello di Bitcoin, che è, in media, di 10 minuti.

Il calcolo completo da svolgere per trovare il numero di giorni che intercorre tra due halving di Litecoin è il seguente:

Numero di blocchi da validare x tempo medio necessario / 60 (numero di minuti da cui è composta un ora) / 24

840.000 x 2,5 / 60 = 35.000 ore / 24 = circa 1.458 giorni

Le differenza tra l’halving di Litecoin e quello di BTC

Il risultato dell’operazione svolta nel paragrafo precedente è esattamente lo stesso che abbiamo trovato per il calcolo del prossimo halving di Bitcoin. Questo perché Litecoin è un fork di Bitcoin e perciò possiede, più o meno, le stesse caratteristiche della blockchain creata da Satoshi Nakamoto.

Le principali differenze tecniche tra l’halving di Litecoin e quello di BTC sono: 

  • Quello di LTC avviene ogni 840.000 blocchi (4 volte quelli di Bitcoin che sono 210.000);
  • Il tempo necessario a validare un blocco della blockchain di LTC è di 2,5 minuti, mentre per Bitcoin è di circa 10 minuti;
  • La fornitura massima (max supply) di Litecoin è 84 milioni mentre quella di BTC è di 21 milioni.
  • Le ricompense, in occasione dell’halving di Litecoin, passeranno da 12,5 a 6,25 LTC per blocco. Fino al prossimo halving di Bitcoin la quantità di crypto garantita ai miner come ricompensa sarà la stessa. Dopo l’evento in programma per la primavera del 2024 invece, i miner, riceveranno 3,15 BTC per blocco;

Il prezzo di Litecoin (LTC): cosa succederà dopo l’halving?

Durante questo bear market il prezzo di LTC è oscillato fortemente, molto più di quanto ha fatto, in media, l’intero mercato crypto. Il motivo è proprio connesso all’incombente halving di Litecoin, che ha fatto crescere l’interesse attorno alla criptovaluta e di conseguenza anche la speculazione intorno al suo prezzo.

Controlla il prezzo ora

Quest’ultimo, che ad inizio 2023 era di 70$, si è mosso al rialzo durante il primo trimestre dell’anno, fino ad arrivare a quota 100$. Tale uptrend ha consentito alla crypto di registrare un +43% nei primi mesi del 2023. A marzo però, complice una battuta di arresto di tutto il mercato, LTC è nuovamente capitolata nell’area di prezzo dei 68$ per poi recuperare tutto il terreno perso e riportarsi a 96$. Insomma anche a causa dell’interesse per l’halving di Litecoin, la crypto, negli ultimi sei mesi, ha registrato ben tre movimenti da +30% ed ora si trova nuovamente sul supporto, nella zona dei 77$.


Di solito gli halving, sia quello di Litecoin che quello di Bitcoin, condizionano positivamente il prezzo delle crypto. In passato l’impatto del dimezzamento delle emissioni si è iniziato ad intravedere qualche settimana dopo l’evento e ha dato inizio ad un ciclo rialzista che è sempre culminato con un nuovo all time high (punto di prezzo più alto mai toccato da una criptovaluta). Se questo dovesse accadere nuovamente, dopo l’halving di Litecoin potremmo vedere un forte impulso rialzista sul grafico di LTC che consentirebbe alla crypto di superare l’ostica resistenza dei 100$.

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Cos’è la scalabilità? La sfida n°1 della blockchain spiegata

Cos’è la scalabilità? Il significato spiegato nel settore blockchain

Cos’è la scalabilità? Qual è il suo significato per la blockchain? Ecco perché tenere gli occhi puntati sui progetti dedicati 

Capire cos’è la scalabilità e qual è il suo significato per la blockchain è un passo fondamentale per addentrarsi nelle dinamiche di questa industria. Essa infatti non è solo una delle tante caratteristiche che una rete decentralizzata ambisce ad avere, è la sfida principale. Essere scalabili consente alla blockchain di essere sempre più competitiva e plasmare il suo ruolo nel futuro della finanza e dei pagamenti. Ma partiamo dall’originario significato di scalabilità e vediamo cos’è secondo i paradigmi dell’informatica. 

Cos’è la scalabilità? Il significato spiegato

Per spiegare cos’è la scalabilità e il suo significato, partiamo dalla sua definizione informatica. Il termine indica la potenzialità di crescita di un sistema che sia un software o un’applicazione. In altre parole un sistema si dice scalabile quando può espandersi e adattarsi a esigenze future senza dover subire delle modifiche strutturali. 

Ad esempio un software scalabile può essere eseguito su computer di potenza diversa senza difficoltà. Ma nella maggior parte dei casi il significato di scalabilità è la capacità di far fronte a un numero sempre più alto di utenti o interazioni. Nel settore blockchain infatti questo è un sinonimo di velocità e costi ridotti delle transazioni usate per trasferire valore tra gli utenti. 

Queste transazioni già ora non sono poche, il mercato si muove ogni giorno di più. Al momento della scrittura il market cap dell’intero mercato delle criptovalute è di 1.03 trilioni di dollari. Nel 2018 era di circa 280 milioni. 

Controlla i prezzi delle criptovalute!

Perché è fondamentale che una blockchain sia scalabile?

Come abbiamo visto spiegando cos’è la scalabilità in termini generali, per la blockchain equivale a saper gestire rapidamente e a un costo sostenibile, un numero elevato di transazioni. Così come elaborare tutte le informazioni che vengono inscritte.

Concretamente per le reti decentralizzate il significato di scalabilità è quello di una vera e grande sfida. La blockchain, come tecnologia in senso ampio ma anche i singoli network, mira ad essere scalabile innanzitutto per competere con la velocità di elaborazione dei sistemi di pagamento tradizionali (ad esempio Bitcoin elabora una decina di transazioni al secondo contro le 42.000 di VISA). Ma soprattutto per affrontare il flusso crescente di utenti che si prevede invaderà il mondo crypto nei prossimi anni quando l’adozione delle criptovalute sarà sempre più capillare. È quindi necessario che le applicazioni, le famose dapp, siano sempre utilizzabili e istantanee. 

Per capire meglio il quadro, soprattutto con riferimento alla blockchain, non si può non citare il Trilemma della Scalabilità. Secondo questo concetto, elaborato dal fondatore di Ethereum Vitalik Buterin, una rete non può essere allo stesso tempo decentralizzata, sicura e scalabile. Le blockchain insomma devono scendere a compromessi e privilegiare solo due dei tre pilastri. Tuttavia il Trilemma non è una legge impressa su pietra. Sono numerosissimi i progetti che stanno lavorando alle soluzioni di scalabilità.

Uno dei protocolli che cerca di portare la blockchain su un altro livello è Arbitrum. Questo sfrutta la tecnologia dei rollup per riunire più transazioni off chain e registrarle una sola volta sulla rete di Ethereum, snellendo l’intero processo. 

Nel suo ultimo post datato 9 giugno 2023, Buterin spiega che è proprio questa la soluzione definitiva per la scalabilità di Ethereum. Arbitrum quindi è al centro dei giochi.

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Soluzioni di scalabilità per la blockchain

Visto cos’è la scalabilità, il significato del termine e gli obiettivi della blockchain in questo senso, ci si potrebbe chiedere “quali sono allora le soluzioni”? Esistono diverse realtà che cercano di migliorarla. Per Bitcoin possiamo citare il Lighting Network che punta a pagamenti quasi istantanei. Mentre per l’ecosistema di Ethereum il panorama è più variegato. Esistono Layer 2, dei protocolli che si appoggiano alle blockchain madre in supporto,come le sidechain o i rollup sia optimistic, come nel caso di Arbitrum, che zero-knowledge. Le blockchain possono anche attuare dei miglioramenti interni come modifiche al meccanismo di consenso.

Dunque cos’è la scalabilità, il suo vero significato, se non il punto di svolta del mondo crypto? Il tassello capace di far esplodere questa tecnologia? Dal momento che si tratta della sfida principale per il futuro della blockchain, è naturale tenere gli occhi puntati su tutti i progetti che fanno passi avanti nel campo

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Il prezzo di Arbitrum (ARB) dal lancio alle ultime settimane. L’analisi completa

Il prezzo di Arbitrum (ARB) dal lancio ad oggi: l’analisi completa

Cosa devi sapere sul prezzo di ARB nelle ultime settimane? L’analisi e le informazioni utili

La storia del prezzo di ARB è relativamente recente, il token infatti è stato lanciato tramite un airdrop il 23 marzo 2023. In pochi mesi il progetto si è conquistato l’attenzione del mercato crypto per i suoi movimenti ma soprattutto per il suo ruolo all’interno dell’ecosistema di Ethereum. Arbitrum infatti si è rivelato presto il Layer 2 più utilizzato per scalare la blockchain n° 1 per la finanza decentralizzata e il Web3. Ora che è finalmente disponibile su Young Platform per la compravendita, vediamo l’analisi del prezzo di ARB dal suo lancio alle ultime settimane!

Prezzo Arbitrum (ARB), analisi: cos’è successo nelle ultime settimane?

Il primo step fondamentale da considerare nell’analisi del prezzo di ARB, è il suo ingresso nel mercato. In questa occasione il token è stato supportato da un ottimo valore intorno ai 1,23$ ed è entrato subito nelle prime 30 criptovalute per ordine di capitalizzazione

Dopo un paio di settimane di fase di stallo, gli holder iniziali del token sono stati premiati vedendo una salita in fascia 1,6$. Con un picco a 1,81$, livello che finora è rimasto l’all time high di questa criptovaluta.

Da quel momento, un po’ come è successo per tutto il resto del mercato, il prezzo di ARB ha iniziato una lenta discesa che si può suddividere in due fasi:

  • La prima ha visto il valore del token stabilizzarsi in una fase laterale durata dalla prima settimana di maggio alla prima settimana di giugno, in questa occasione ARB si è attestato tra i 1,6$ e i 1,15$.
  • La seconda fase è iniziata negli ultimi giorni e ha a che fare con le azioni intraprese dalla SEC negli Stati Uniti nei confronti di Binance e Coinbase. Molti token e coin sono stati messi in discussione, tra questi non figura direttamente Arbitrum, tuttavia la FUD generale ha generato selling pressure

Rispetto alle altre altcoin il prezzo di ARB ha tenuto una buona fase, e al momento di questa scrittura si trova a poco meno di 1 dollaro. Potrebbe essere l’occasione giusta per vedere una ripartenza bullish!

Controlla il prezzo di ARB ora!

Oggi con una capitalizzazione di mercato di 1.266.051.838$, Arbitrum è in posizione 36 della classifica per market cap. La sua total supply è di 10,000,000,000, mentre la fornitura circolante è di 1,275,000,000 ARB. Il volume nelle ultime 24 ore è stato di 253.399.348 dollari

Arbitrum: utenti transazioni e volumi

Dopo l’analisi del prezzo di ARB diamo un’occhiata anche ad altre metriche fondamentali per valutare il peso di un progetto. Il network di Arbitrum ad oggi conta 6.967 milioni di account attivi, su un totale di 8.279 milioni di iscritti. Da quando è in attività, il Layer 2 ha processato 269.788 milioni di transazioni con una media di 357.328 al giorno. Tenendo fede alla sua promessa di rendere più veloce le transazioni, Arbitrum ha una media di 40.000 transazioni al secondo. 

Infine il valore totale degli asset dell’ecosistema Ethereum (quindi che corrispondono allo standard ERC-20) su Arbitrum è di quasi 4 miliardi

Non solo l’analisi del prezzo di ARB, ma anche i dati sulla sua popolarità portano a chiedersi cosa ci sia di tanto speciale in questo Layer 2. La risposta è semplice: con la tecnologia degli optimistic rollup, Arbitrum propone una soluzione concreta alla sfida di scalabilità di Ethereum. Proprio ieri nel suo ultimo post Vitalik Buterin ha spiegato che l’integrazione dei rollup è indispensabile per il successo di ETH

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I fan token spiegati: cosa sono e a cosa servono?

Fan token: cosa sono e come funzionano?

Cosa sono i fan token? Criptovalute nate per avvicinare squadre sportive o artisti ai loro sostenitori e per offrire vantaggi esclusivi 

Cosa sono i fan token? Una tecnologia che negli ultimi anni ha catapultato nel mondo crypto tantissimi nuovi utenti, nello specifico tifosi di squadre sportive o fan di gruppi musicali. Al momento infatti questi vengono utilizzati principalmente nel campo dello sport e della musica, ma potenzialmente possono essere sfruttati da qualsiasi realtà che prevede l’interazione tra un brand e una fan base. Spesso ci si riferisce ai token non sportivi anche con il termine “social token”. In questo articolo per spiegare cosa sono i fan token, come funzionano e a che cosa servono, utilizzeremo l’esempio di quelli più popolari, ovvero quelli calcistici su Socios. 

Fan token: cosa sono e come funzionano?

Per capire come funzionano bisogna prima rispondere alla domanda: cosa sono i fan token? Sono una tipologia di criptovalute, quindi in sostanza sono monete digitali crittografate costruite su una blockchain. Questi garantiscono a chi li possiede, l’accesso a una serie di vantaggi o esperienze legate alla squadra sportiva che li emette. Il meccanismo di funzionamento è semplice: un tifoso li acquista e la squadra garantisce premi come merchandise, biglietti per partite, esperienze con i giocatori, la possibilità di votare certe decisioni sulla squadra. Essi sono nati proprio con l’intento di migliorare e vivacizzare il rapporto tra i fan e le loro squadre del cuore

Ma allora cosa sono i fan token, criptovalute come Bitcoin? Dal punto di vista tecnico, questi vengono creati su blockchain già esistenti e utilizzano standard elaborati da terzi. Ad esempio se si basano su Ethereum, lo standard di riferimento è l’ERC20. Bitcoin al contrario funziona su una sua blockchain nativa. Proprio per questo sono “token” e non “coin” come nel caso di Bitcoin. Tuttavia essi condividono con Bitcoin la caratteristica della fungibilità. In altre parole, non sono unici tra loro ma sono interscambiabili (è proprio il caso di dirlo “uno vale l’altro”). La fungibilità a sua volta li differenzia dagli NFT, che sono per acronimo “token non fungibili”. I fan token per questo non vengono utilizzati per il collezionismo

I fan token sono utility token?

Ora che sai che cosa sono i fan token vediamo come si classificano nel mondo crypto. In particolare sono utility o security token? I primi hanno un’utilità ben precisa all’interno dell’ecosistema che li ha emessi. Ad esempio UNI è l’utility token dell’exchange decentralizzato Uniswap, che viene utilizzato per partecipare alla governance del progetto. I security token invece promettono un profitto futuro a chi li detiene. In che categoria si inseriscono i fan token?

Secondo il team di Chiliz, che ha effettivamente lanciato i primi del genere sulla piattaforma Socios, e perciò sa bene cosa sono i fan token, essi non sono né utility token né security token, ma costituiscono una “terza” e nuova categoria con specifiche caratteristiche, emersa dalla necessità di unire i fan e le squadre con gli strumenti del Web3

Come acquistare i fan token?

I fan token si possono acquistare dalle piattaforme che li emettono, come ad esempio Socios sulla blockchain di Chiliz. Per comprarli su Socios è necessario iscriversi e acquistare $CHZ, in cambio di questa crypto poi potrai ottenere i fan token della tua squadra. Essi si comprano come qualsiasi altra criptovaluta. Una volta completato l’acquisto, li troverai direttamente nel tuo wallet. In alcuni casi i fan token sono listati in exchange crypto. 

Cosa puoi fare con i fan token?

I fan token sono nati per aumentare la partecipazione dei fan alle vicende della loro squadra. Con essi i club calcistici possono offrire un coinvolgimento diretto, rendendo il rapporto con i tifosi reciproco. 

Perché questa esigenza di avvicinare i tifosi? Come afferma Alexandre Dreyfus, CEO di Chiliz e Socios, il 99,9% dei tifosi non va nemmeno allo stadio. Le squadre quindi hanno bisogno di canali per interagire con tutta la tifoseria, non solo quella che si può recare fisicamente a vedere le partite.

Nel concreto, sapere cosa sono i fan token non basta, vediamo dunque a cosa servono con qualche esempio. Gli holder possono scegliere come addobbare lo spogliatoio della squadra con frasi motivazionali, o il motto sulla fascia da capitano (come nel caso dell’F.C. Barcellona). Oppure decidere la canzone con cui celebrare ricorrenze o la grafica delle divise (nel caso dell’Inter). I tifosi del Napoli in questi giorni stanno votando il nuovo nome del campo d’allenamento della squadra.

Mentre i proprietari del fan token dell’Udinese, si preparano a riscattare la loro cena di Natale. 

I fan token sono acquistati principalmente dai tifosi, d’altro canto come tutte le altre criptovalute, possono essere utilizzati dai trader per operazioni di compravendita. Il loro mercato si è dimostrato molto legato all’andamento delle partite come è emerso nel caso dei Mondiali di calcio 2022 e dei fan token delle nazionali.


Ora che sappiamo cosa sono i fan token, come funzionano e a cosa servono, ci si potrebbe chiedere quale sia il loro vero valore all’interno del panorama crypto, ma anche in quello sportivo. La loro rilevanza dipende dall’importanza che si dà alla tifoseria. Se una squadra vede i propri tifosi solamente come persone che vanno a vedere le partite, essi non sembrano così interessanti. Quando invece i fan sono la linfa vitale di tutto il club calcistico, i fan token sono uno strumento per costruire relazioni e condividere l’entusiasmo sportivo.

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Quiz: Cosa sono e come funzionano su Step

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Come funzionano i Quiz?

È facile! Apri la sezione Academy nell’Hub, scegli l’argomento, leggi il primo articolo sbloccato e rispondi ai quiz. 

Anche l’Avventura nella Home contiene lezioni e quiz che si alternano al altre sfide. Se la prima opzione è perfetta per chi vuole approfondire un argomento specifico, le lezioni dell’Avventura invece sono ottime per iniziare da 0 e seguire un percorso guidato.

Le vite

Iniziando ogni quiz perderai una vita, che puoi ricaricare aspettando, oppure guardando un video pubblicitario, o ancora acquistando il Boost Vite con 1YNG. In questo modo potrai fare tutti i quiz che vuoi per 1 ora senza perdere vite.

Vittoria e sconfitta

Hai risposto correttamente a meno del 60% delle domande in un quiz di Academy?

Sia in caso di sconfitta totale che parziale, il quiz di Academy è ripetibile se si hanno Vite a disposizione. I quiz dell’Avventura invece devono essere completati correttamente al 100% e non possono essere ripetuti dopo averli vinti.

Hai risposto a tutte le domande correttamente?

Il premio in XP sarà il massimo, ossia quello indicato nell’anteprima del singolo quiz.

Hai passato il quiz di Academy con più del 60% ma meno del 100%?

Riceverai una parte proporzionale del premio. Se invece rispondi correttamente a meno del 100% nei quiz dell’Avventura dovrai ripeterlo.

I quiz sono un gioco dalle meccaniche veramente semplici, ma efficaci. Ora sta a te leggere con attenzione le nostre lezioni per garantirti vittorie e soddisfazioni con i Quiz di Step!

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Azioni MFE A e B: perché sono decollate con la morte di Berlusconi?

In mattinata dopo la morte di Silvio Berlusconi le azioni MFE toccano un picco del 10%. Cos’è successo?

Le azioni MFE (MediaforEurope) A e B sono decollate subito dopo la morte di Silvio Berlusconi. I titoli del gruppo hanno toccato picchi del 10% nel corso della mattinata per poi frenare. Nello specifico le azioni MFE B (con 10 diritti di voto) hanno raggiunto il 10% per poi stabilirsi a 3,1% a 0,71 euro. Mentre le azioni MFE A (quelle che garantiscono un voto) hanno sfiorato il +10%, raggiungendo il 6,4% a 0,50 euro. 

Anche Mondadori ha portato a casa un +1,3% a 1,97 euro, in calo invece Banca Mediolanum di cui Fininvest, la holding della famiglia Berlusconi, possiede una quota del 30%. Ma come mai le azioni MFE A e B sono decollate? Cosa giustifica questi rialzi? 

Azioni MFE A e B dopo la morte di Berlusconi: motivi del rialzo

Uno dei principali motivi del rialzo delle azioni MFE A e B subito dopo la morte di Berlusconi è la stabilità dell’impero commerciale ed economico dell’imprenditore. Gli analisti hanno visto in questa solidità la ragione dell’andamento positivo dei titoli in borsa. 

Ma il decollo delle azioni potrebbe essere dovuto anche a speculazioni sul testamento di Berlusconi. In altre parole, i mercati stanno reagendo come se fosse in vista un cambiamento di direzione come una vendita, una fusione o cessione. Negli ultimi anni infatti i rumor sulla direzione e i cambi vertici di Mediaset sono stati al centro dell’attenzione.

Parte del mercato, insomma ha già immaginato operazioni straordinarie per il gruppo MediaForEurope. 

Chi sarà il vero erede di Berlusconi?

Le azioni MFE sono in rialzo in attesa che venga svelato il futuro dell’impresa di Berlusconi? L’imprenditore non ha mai indicato pubblicamente chi avrebbe dovuto prendere il suo posto e guidare l’impero commerciale dopo la sua morte. Dal suo testamento dipenderà il futuro dei suoi interessi commerciali, la rivelazione più attesa è sulla distribuzione tra i figli del 61% delle sue quote nella holding di famiglia Fininvest. 

Ci si aspetta che sia la figlia maggiore, Marina Berlusconi, ad avere un ruolo in primo piano. Sia lei che il fratello Pier Silvio sono stati coinvolti nella gestione delle aziende di famiglia già dagli anni ‘90. 

Il rialzo delle azioni MFE A e B dopo la morte di Berlusconi è un classico buy the rumor sell the news? I movimenti così violenti a ridosso della notizia potrebbero essere interpretati come mera speculazione. Molto probabilmente, anche nei prossimi giorni tutti gli occhi continueranno ad essere puntati sulle azioni MFE MediaForEurope, che nel frattempo hanno ridotto i rialzi rispetto ai picchi del mattino. 

Si può vivere di rendita? Tutte le informazioni utili sulla strategia FIRE

Vivere di rendita: come fare con il FIRE

Vivere di rendita è possibile? Scopri il FIRE (Financial Independence, Retire Early), una strategia di risparmio per non lavorare mai più.

Vivere di rendita è possibile? Secondo il FIRE (Financial Independence, Retire Early) sì. Il termine è comparso per la prima volta negli anni ‘90, all’interno del libro di Vicki Robin “Your Money or Your Life”, una sorta di manuale per ridurre le spese mensili e raggiungere l’indipendenza finanziaria

Negli anni seguenti, questa strategia di risparmio è diventata un vero e proprio movimento che ha preso piede soprattutto negli Stati Uniti. Ma cos’è il FIRE? Quali sono i suoi principi cardine e quanti soldi servono, davvero, per non lavorare mai più?

Come vivere di rendita: il FIRE spiegato

Il FIRE “Financial Independence, Retire Early” è una strategia di risparmio che implica l’accumulo di una notevole quantità di denaro in un breve arco di tempo. L’obiettivo? Raggiungere l’indipendenza finanziaria e ritirarsi anticipatamente, o detta all’italiana: vivere di rendita.

I piani pensionistici tradizionali prevedono, di solito, un risparmio di circa il 10-15% del reddito netto. Per ogni 100€ guadagnati, si spendono circa 85-90€ e si mette da parte, o si investe, la restante parte. Il FIRE invece stravolge questo concetto, ed è infatti una strategia che richiede uno sforzo maggiore. Secondo le analisi di chi segue questo piano di risparmio per raggiungere l’early retirement è necessario mettere da parte, ogni mese, dal 30% al 50% del proprio stipendio

Seguire le linee guida del FIRE implica dunque dei sacrifici, che variano a seconda di quando si inizia, di quanto è aggressivo il proprio tasso di risparmio e di eventuali debiti o mutui da estinguere.

FIRE: I principi cardine

Per capire a fondo che cos’è il FIRE è necessario analizzare quali sono i principi guida condivisi da tutti coloro che seguono questa strategia.

Diminuzione consapevole del consumo

Una cosa è certa: per vivere di rendita è necessario limitare le spese, risparmiare e spendere il proprio denaro in modo consapevole. Condurre uno stile di vita frugale e reindirizzare la maggior parte del proprio capitale dalle spese agli investimenti è molto importante. Ogni euro risparmiato consente di accorciare le tempistiche per il proprio ritiro. 

I motivi principali sono due: 

  • Più si risparmia ogni mese e più velocemente si accumulerà il capitale necessario per andare in pensione prima e iniziare a vivere di rendita;
  • Se ci si abitua a controllarsi con le spese, il patrimonio da possedere per smettere di lavorare sarà inferiore e perciò anche il tempo per risparmiarlo.

Non devi essere, per forza, un investitore esperto

Per andare in pensione prima del tempo non è bisogna per forza essere dei “guru della finanza”. Il FIRE non è una strategia di investimento ma bensì di risparmio e la maggior parte di quelli che hanno già raggiunto questo obiettivo lo hanno fatto attraverso piani di investimento semplici.

Ad esempio l’acquisto, sporadico o ricorrente, dell’S&P 500. Questo strumento segue l’andamento delle cinquecento aziende statunitensi più capitalizzate e dagli anni ‘60 ad oggi ha reso, in media, circa il 10% all’anno. 

Un’altra strategia da seguire può essere quella di acquistare in maniera ricorrente Bitcoin o un’altra criptovaluta. La crypto creata da Satoshi Nakamoto, dal 2019 ad oggi, ha garantito un rendimento annuo del 40%.

La regola del 4%

L’ultimo principio è in realtà una regola che riguarda la quantità di denaro prelevabile per iniziare a vivere di rendita. Secondo tanti sostenitori del FIRE non bisogna prelevare, e di conseguenza spendere, più del 4% del proprio capitale ogni anno.

Quanti soldi servono la “pensione anticipata”? (il calcolo)

Quanti soldi servono per non lavorare mai più? È possibile fare una stima del denaro necessario per vivere di rendita? In realtà sì, ovviamente non si può essere precisi al centesimo ma ci si può fare un’idea cercando di prevedere l’inflazione e il rendimento dei propri investimenti.

Supponiamo, per esempio, che l’inflazione nei prossimi anni sarà, in media, del 3% all’anno (la media in italia dagli anni ‘90 ad oggi), che il denaro che hai investito ti renda circa il 6% e che per coprire tutte le spese mensili ti servano circa 1.500€ al mese. In questo caso, per andare in pensione a 50 anni ti servirebbero circa 530.000€. Mentre, se ti stai chiedendo: quanti soldi servono per smettere di lavorare a 30 anni? La risposta, se rispetti le condizioni elencate in precedenza è: circa 620.000€. Se invece vuoi concederti qualche sfizio in più e hai intenzione di andare in pensione a 30 anni spendendo circa 2.000€ al mese dovrai accumulare un patrimonio di 827.000€.

Se si vuole raggiungere l’early retirement si è praticamente obbligati a investire il proprio denaro. Senza il 6% di rendimento annuo che abbiamo ipotizzato, il patrimonio necessario per andare in pensione a 30 anni cresce esponenzialmente fino a raggiungere l’astronomica cifra di 8,5 milioni di euro. Insomma è praticamente impossibile vivere di rendita se non si investe.


Se l’idea di poter smettere di lavorare prima del tempo ti stuzzica, puoi valutare di finanziare il tuo piano di early retirement attraverso le criptovalute. Con il nuovo Salvadanaio puoi mettere da parte Bitcoin e altre monete digitali.