Cos’è la ragione sociale? Il significato per azienda e privato

donna che legge fogli seduta ad una scrivania

Capire cos’è la ragione sociale e il vero significato del termine, sia per un’azienda che per un privato, è fondamentale per chiunque si occupi di affari, diritto commerciale o anche gestione di business. Questo concetto, infatti, riveste una grande importanza per molteplici ragioni, non solo di identificazione e riconoscimento, ma anche ad esempio legali. 

Ad interrogarsi su di esso sono molto spesso anche i cittadini meno esperti, che possono ritrovarsi di fronte a documenti in cui i termini sono utilizzati in maniera naturale presupponendo la conoscenza della materia. 

Il significato di ragione sociale infatti non riguarda soltanto le aziende, ma anche il privato, per cui sapere cos’è e a cosa serve appare ormai fondamentale. 

Cos’è la ragione sociale: significato 

Quando parliamo di società commerciali dobbiamo obbligatoriamente distinguere tra società di capitale e società di persone. Nel primo caso, ciò che le identifica (il nome) è definito “denominazione”, mentre nel secondo caso è definito proprio “ragione sociale”, un concetto quest’ultimo che trova definizione nel diritto societario. 

La ragione sociale si compone di due elementi fondamentali: il nome dell’azienda e, a seguire, l’acronimo che specifica e chiarisce la tipologia di società. Essa deve essere iscritta nel registro delle imprese per tutelare il diritto di esclusiva ed evitare la circolazione di aziende aventi nomi identici. Un esempio di ragione sociale potrebbe essere “gelateria SaS di Mario Rossi”.

Volendo riassumere in pochissime parole, insomma, potremmo definire il significato di ragione sociale come quello di nome con cui un’azienda, un’impresa o una società sono legalmente registrate e operano. Eppure alcune ulteriori specifiche sono d’obbligo per capire al meglio cos’è questo concetto.

Esempio di ragione sociale: come cambia in base alla società

Come anticipato parlando del significato di ragione sociale, quest’ultimo è un concetto che riguarda non le società di capitale ma le società di persone, le quali a loro volta possono essere di diverso tipo: 

  • Società Semplici (SS): la forma societaria più elementare che può essere costituita per l’esercizio di attività economiche non di natura commerciale (articolo 2249 del codice civile). In questo caso, nella sua r.s. non è necessario indicare il nome di uno o più soci, ma è comunque possibile farlo.
  • Società in Nome Collettivo (SnC): è una tipologia societaria in cui ogni socio risponde solidalmente, illimitatamente, personalmente e sussidiariamente per le obbligazioni sociali (art. 2291 c.c.). In questo caso la ragione sociale deve obbligatoriamente contenere il nome di uno o più soci.
  • Società in Accomandita Semplice (SaS): la sua caratteristica principale è la presenza di due categorie di soci: accomandatari (che rispondono solidalmente e illimitatamente per le obbligazioni sociali) e accomandanti (la cui responsabilità è invece limitata alla quota conferita per le obbligazioni sociali). In questo caso la ragione sociale deve obbligatoriamente contenere il nome di almeno un socio accomandatario. 

Esempio di ragione sociale per SS

“Panetteria SS” o “Panetteria SS di Mario Rossi” nel caso in cui si voglia (non è obbligatorio) specificare il nome di uno o più soci. 

Esempio di ragione sociale per SnC

“Panetteria SnC di Mario Rossi”: poiché il nome di uno o più soci va obbligatoriamente specificato. 

Esempio di ragione sociale per SaS

“Panetteria di Luigi Bianchi”: dove Luigi Bianchi non è soltanto un normale socio, ma è un socio accomandatario.  

Cos’è la ragione sociale e qual è il suo significato appare ormai chiaro. 

Ragione sociale per il privato: significato

Quello di r.s. è un concetto che non si applica soltanto alle aziende. Non di rado infatti si parla di ragione sociale del privato, ma cos’è? Anche i liberi professionisti possono avere una r.s dopo aver aperto una ditta individuale ed aver effettuato l’iscrizione alla Camera di Commercio. 

In questo caso essa si compone di nome e cognome del privato che possono essere seguiti e accompagnati anche da altri termini come nomi di fantasia. 

Abbiamo dunque capito cos’è la ragione sociale e qual è il significato vero del termine, sia per un’azienda che per un privato, anche grazie a quale esempio. D’altronde, in un mondo in cui le società giocano un ruolo così cruciale, la comprensione del concetto è un passo fondamentale per navigare con successo il mondo degli affari e per prendere decisioni informate che influenzano non solo le aziende stesse, ma anche la società nel suo complesso.

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Deutsche Bank e CitiGroup lanciano servizi crypto

News Deutsche Bank e CitiGroup: lanciano servizi crypto

Le ultime news su Deutsche Bank e CitiGroup: le banche si aprono all’industria crypto per affrontare la rivoluzione digitale della finanza

Le ultime news su Deutsche Bank e CitiGroup faranno sorridere gli appassionati di criptovalute. Le due enormi banche vogliono entrare “a gamba tesa” in questo innovativo settore.

Sì, ma in che modo? Scopri le ultime news su Deutsche Bank e CitiGroup, istituti di credito che hanno intenzione di guidare la trasformazione digitale del mondo della finanza attraverso l’utilizzo della blockchain e delle criptovalute.

Deutsche Bank news: sì alla custodia di criptovalute

Le ultime news su Deutsche Bank ci dicono che la più grande banca tedesca sta cercando di cogliere le opportunità che la rivoluzione digitale gli sta offrendo. Allo stesso modo però, diventare uno dei primi istituti di credito al mondo ad offrire servizi di questo tipo è anche una sfida. L’istituto di credito entrerà nel settore crypto grazie a una partnership con Taurus, una startup svizzera specializzata nella custodia di asset digitali. L’obiettivo della collaborazione è quello di creare nuovi servizi che le consentiranno di offrire ai suoi clienti asset digitali e tokenizzati. 

La banca tedesca ha richiesto una licenza per la custodia delle criptovalute all’autorità finanziaria tedesca BaFin, segnando un precedente significativo per il settore. Il primo passo compiuto dall’istituto di credito per offrire servizi di crypto custody risale invece al 2021, quando aveva presentato una proposta menzionata anche in un rapporto del World Economic Forum

Da quanto emerge dalle ultime news su Deutsche Bank, la banca tedesca non si è solamente offerta di collaborare con Taurus, la startup svizzera che si occuperà di gestire il servizio di custodia, ma ci ha anche investito. Questa giovane azienda offrirà anche servizi di tokenizzazione dei real world asset (RWA), come la digitalizzazione di bond, azioni e real estate. Paul Maley, il manager del progetto, ha dichiarato che la banca prevede di sviluppare servizi di custodia di attività digitali per una vasta gamma di tipi di asset digitali, rivolti a clienti corporate e istituzionali.

CitiGroup e la sua blockchain interna

Le news su Deutsche Bank non sono le uniche che riguardano una banca pronta ad attivare servizi Web3; anche CitiGroup sta lavorando ad una blockchain permissioned (privata) per gli investitori istituzionali. Il terzo istituto di credito più grande degli Stati Uniti sta sviluppando “Citi Token Services”. Un nuovo prodotto che permetterà ai suoi clienti di tokenizzare asset, processare pagamenti transfrontalieri e effettuare operazioni di trading automatizzate. CitiGroup consentirà ai suoi clienti di effettuare pagamenti istantanei e cross-country attraverso degli smart contract

CitiGroup non è l’unica banca statunitense che si sta approcciando a progetti su blockchain. Anche JP Morgan sta esplorando questa tecnologia anche se si trova ancora in una fase primordiale.

Le news su Deutsche Bank e CitiGroup ci dimostrano che le criptovalute e la blockchain stanno guadagnando sempre più terreno e sostenitori nel settore finanziario. Le banche e i grandi istituti di credito si stanno preparando per un futuro diverso, sempre più digitale, trasparente ed efficiente.

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È evidente che per le imprese e gli istituti finanziari italiani, anticipare le tendenze emergenti e guadagnare un vantaggio competitivo in un’economia in rapida evoluzione è diventato sempre più cruciale. In questo contesto, Young Platform ha sviluppato una gamma di servizi progettati appositamente per le aziende desiderose di capitalizzare sulle opportunità offerte dalle crypto e dalla blockchain, alla stregua dei grandi colossi internazionali.

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Investimenti: le differenze tra generazioni

Investimenti: generazioni a confronto

Quali sono le differenze nel modo di investire delle diverse generazioni? Gen Z, Millennials, Gen X e Boomer a confronto

Come cambiano gli investimenti tra le generazioni? Per rispondere a questa domanda abbiamo analizzato una ricerca di Doxa BVA commissionata da Invesco, una delle più grandi e famose società di investimenti al mondo, presentata quest’anno al tredicesimo salone del risparmio. 

Lo studio, svolto su un campione di 800 cittadini italiani, ha coinvolto quattro diverse generazioni di investitori: i Boomer (56 – 67 anni), la Generazione X (35-55 anni), i Millennial (25-34 anni) e la Generazione Z (18-24 anni). Gli intervistati hanno risposto a domande sulla loro relazione con il denaro, sul livello di cultura finanziaria e sulla propensione al risparmio e agli investimenti. 

Investimenti tra generazioni: cosa ci accomuna?

Dal confronto è emerso che, nonostante le generazioni siano intrinsecamente diverse come sono differenti i valori e gli obiettivi che muovono le loro scelte, esse sono accomunate da un forte senso di incertezza. La pandemia, la guerra, il cambiamento climatico e l’inflazione stanno condizionando gli investitori e i risparmiatori di tutte le età. Un intervistato su tre ha dichiarato di essere molto preoccupato per l’attuale instabilità, a causa del timore che la difficile situazione macroeconomica e geopolitica possa non risolversi in futuro.

L’idea di benessere per tutte le generazioni di investitori, coerentemente con quanto detto sui temi ritenuti prioritari, evidenzia l’influenza della pandemia e dell’attuale momento storico. Nella classifica delle necessità la salute è al primo posto per tutti, segue poi il reddito, e poi l’equilibrio tra vita professionale e privata. 

Tra i punti in comune emersi da questa ricerca c’è anche il bassissimo grado di fiducia nelle istituzioni, sia politiche che finanziarie. Il motivo principale di questo atteggiamento disilluso? La mancanza di dialogo e la conseguente ampia distanza percepita tra cittadini e gli organi politici.

Le differenze

Dopo aver trattato i principali motivi di preoccupazione per gli investitori italiani e le caratteristiche che gli accomunano vediamo, invece, le differenze. Come le diverse generazioni si approcciano al denaro, tra risparmio e investimento?

Come investono i Gen Z?

La maggior parte degli italiani che appartengono alla Generazione Z non investe. Prevalentemente perché le risorse finanziarie in mano a questa fetta della popolazione sono  limitate. Dallo studio di Doxa BVA è anche emerso che i Gen Z non si preoccupano eccessivamente della loro situazione finanziaria. La loro visione del denaro è, in generale, ancora molto semplice e legata alla gioia di spendere.

Data la loro giovane età, hanno una conoscenza limitata del mondo della finanza e non si considerano risparmiatori e investitori. Tuttavia, sono pronti ad imparare, e dimostrano una notevole curiosità e una consapevolezza delle proprie lacune su questa materia. Per colmarle, cercano formazione e informazioni mirate interrogando i familiari o navigando sul web.

Come investono i Millennial?

I Millennial sono una generazione di investitori caratterizzata da una grande ambizione. Vedono il denaro come un riflesso del loro successo personale, misurato attraverso gli obiettivi raggiunti e gli errori commessi. 

La maggioranza dei Millennial utilizza il proprio denaro per far fronte alle spese quotidiane e per perseguire obiettivi tangibili come l’acquisto di una casa o di un’auto. Ma è anche mossa dal desiderio di comprenderne a fondo il funzionamento e acquisire una solida cultura finanziaria. I giovani uomini sono attratti da opportunità finanziarie dinamiche e cosmopolite. Quelle che riscuotono più successo sono, secondo la ricerca di Doxa BVA, le criptovalute. 

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Per quanto riguarda il risparmio invece, lo considerano un dovere etico, ma non sempre lo trovano gratificante. È comunque, secondo loro, importante sentirsi in controllo delle proprie finanze ma vedono il risparmio come un fastidioso impegno quotidiano, spesso bilanciato da piccoli acquisti impulsivi. 

Per i Millennials risparmiare significa principalmente limitare le spese in vista di investimenti importanti mentre raramente scelgono prodotti finanziari come i fondi pensione. Sono affascinati dall’idea di far fruttare il proprio denaro, ma spesso evitano di farlo direttamente per timore di prendere decisioni sbagliate e perdere il proprio capitale.

Gli investimenti della Generazione X

Gli individui che fanno parte della Generazione X si sono dimostrati i più propensi a diversificare i propri investimenti. Molti di loro però, soprattutto chi in passato non ha preso decisioni finanziarie oculate, si trova in difficoltà a causa dell’inflazione. Il loro potere d’acquisto si erodendo più di quanti ci si sarebbe potuto aspettare. Tuttavia, la maggior parte di loro non si spaventa e si dichiara pronto ad affrontare le sfide.

Per rimanere informati, iniziano da soli ma sono aperti al dialogo con consulenti bancari, amici esperti e gruppi di discussione, cercando un confronto basato sulla fiducia. Si tengono aggiornati attraverso il web e la televisione per comprendere l’attuale situazione finanziaria. Molti mettono da parte somme mensilmente, talvolta utilizzando piani di accumulo. In alcuni casi, dedicano parte delle rendite provenienti da seconde case e fanno affidamento su polizze vita.

Come investono i Boomer?

Gli investitori che hanno vissuto il boom economico si sono ritrovati immersi in un presente meno sicuro e tranquillo di quanto si aspettavano nei decenni passati. L’approccio tradizionale di accumulo a cui erano abituati sembra ormai obsoleto e sebbene la maggior parte di loro disponga di risparmi e rendite questi vengono erosi velocemente dall’inflazione.

Per cercare di migliorare la loro situazione finanziaria, i Boomer cercano di colmare il divario che sentono con le nuove generazioni. Molti di loro si sono dichiarati interessati a nuove opportunità finanziarie, come le criptovalute; mentre alcuni partecipano ai corsi di trading offerti dalle banche o a consulenze.


Dal confronto sugli investimenti delle generazioni è emerso che questi cambiano, ma, in realtà, non tanto quanto ci si potrebbe aspettare. Probabilmente a causa dell’avvento di internet che sta assottigliando le differenze e mettendo tutti sullo stesso piano. Chi l’avrebbe detto che i Boomer sono, insieme ai Millennial, la generazione più interessata a investire in criptovalute, un asset che sembrerebbe indicato per gli individui più giovani?

Bitcoin e la storia della moneta. Con Ferdinando Ametrano

La storia della moneta. Con Ferdinando Ametrano

Le monete fiat sono sempre state inefficienti? L’identità di Bitcoin: moneta universale o riserva di valore?

Che cos’è la moneta e qual è la sua storia? Il mondo del futuro ha bisogno di una nuova valuta comune più efficiente, sicura e decentralizzata?

Dal 1913, l’anno di fondazione della Federal Reserve, il dollaro ha perso più del 90% del suo potere d’acquisto. Ma gli esseri umani reputano ancora indispensabili i monopoli che regolano il funzionamento delle monete governative, mentre li considerano inaccettabili in qualsiasi altro tipo di mercato.

Questa lunga fase di stallo dell’evoluzione monetaria che dura da più di un secolo però, potrebbe essere prossima alla sua conclusione. Bitcoin ha le carte in regola per diventare la moneta universale? Oppure è meglio considerarla una riserva di valore?

Domani, martedì 12 settembre alle 18:30, in una chiacchierata a tema macroeconomia e sociologia risponderemo a queste domande insieme a un grande ospite: Ferdinando M. Ametrano.

CEO e co-fondatore di CheckSig e professore di Blockchain & Bitcoin Technology in diverse università europee, nonché grande esperto di economia e criptovalute.

Se ti serve un ripassino sul tema, dai un’occhiata a questi contenuti!

Imposta un promemoria per non perderti questa interessante live. Ci vediamo qua sotto!

Vantaggio Club: ottieni un codice sconto HelloFresh

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Fare la spesa in Italia costa il 12,7% in più dell’anno scorso, e alcuni prodotti sono particolarmente inflazionati, come l’olio di semi (+69%!), il burro (+29%) e la pasta (+23%).

In tutto questo, ogni italiano getta circa 27 chili di cibo all’anno. 

Per evitare questo spreco e risparmiare sulla spesa basterebbe poco, smettendo di buttare soldi in prodotti che finirai per non consumare. 

La soluzione più semplice e comoda è HelloFresh, un servizio di spesa a domicilio anti spreco! Vediamo che cos’è e come funziona il codice sconto.

Che cos’è e come funziona HelloFresh?

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“Ma il delivery costa, non risparmio facendo la spesa al supermercato?” Non è sempre così! I prezzi di HelloFresh sono fissi, e non vengono influenzati dall’inflazione come quelli dei supermercati. 

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È la dimostrazione che abbassare il proprio impatto ambientale non deve richiedere per forza sacrifici! Con HelloFresh è un vero piacere, e in più scopri nuovi ingredienti e accostamenti, d’ispirazione per le tue ricette personali.

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  3. Prima di procedere, copia il codice sconto dalla mail di Young Platform e incollalo nella seziona finale “Inserisci promo”. Conferma cliccando su “Applica”. Il codice dovrà essere inserito solo 1 volta. Verranno applicati gli sconti in percentuale sulle 4 o 5 box previste dal tuo Club di appartenenza. 
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Cos’è lo spoofing? Il significato di questa truffa e come proteggersi

carta di credito che esce da uno smartphone

Tutto quello che serve sapere sullo spoofing telefonico: cos’è e come proteggersi dalle truffe?

Conoscere il significato di spoofing è oggi sempre più importante per evitare di cadere nelle truffe dei malintenzionati, costantemente pronti a sottrarre dati personali e denaro tramite gli strumenti tecnologici. 

I raggiri, purtroppo, sono ormai all’ordine del giorno e il massiccio utilizzo dei cellulari, divenuti parte integrante della nostra vita, rende le cose decisamente più facili a chi cerca di portare avanti tali frodi. Lo spoofing rientra proprio in questo ambito per cui capire con chiarezza non soltanto il suo significato, ma soprattutto come proteggersi da questi schemi e come evitare di incapparvi è fondamentale.

Il significato di spoofing: cos’è e tipologie

Letteralmente, il significato di spoofing è proprio quello di raggiro, imbroglio. Con questa tipologia di attacco i malintenzionati impersonano un’altra entità falsificando i dati per ottenere un vantaggio illegittimo. Una manipolazione che si basa sull’abilità di ingannare i sistemi e gli utenti i quali sono portati (erroneamente) a credere che stanno comunicando con una fonte attendibile.

È una tecnica ampiamente utilizzata nei più generali attacchi di phishing, che hanno come obiettivo finale l’ottenimento di informazioni personali, come password, numeri di carte di credito e dettagli finanziari. 

Per comprendere effettivamente il significato di spoofing, però, occorre effettuare una distinzione fra le diverse tipologie di attacchi possibili. In alcuni casi le vittime possono ricevere dei classici messaggi sul telefono nei quali l’identità del mittente è celata per apparire legittima (SMS spoofing). In altri, invece, i malintenzionati possono modificare i numeri di telefono quando effettuano chiamate ai danni degli utenti (Caller ID spoofing) .

La modifica dei numeri e del nome del mittente, fra l’altro, non è una pratica così difficile. Esistono addirittura dei provider che offrono questo tipo di servizio poiché, di base, esso non è considerato illegale. Lo è soltanto nel momento in cui viene utilizzato per truffare gli utenti. Si pensi ad esempio a tutte quelle aziende che hanno bisogno di inviare messaggi di servizio su larga scala ai propri clienti e che per questo hanno bisogno di nascondere il numero del mittente. In questo caso la pratica appare perfettamente legittima, mentre il significato di spoofing cambia assumendo una connotazione negativa quando il procedimento è generato per compiere azioni malevole e truffe. 

Esiste poi anche l’email spoofing che, come suggerisce il nome, avviene tramite l’invio di comunicazioni di posta elettronica. Da non dimenticare poi anche l’IP spoofing, con cui i truffatori nascondono l’identità di un server rendendo apparentemente legittimo l’indirizzo IP di un host, o anche lo spoofing del server DNS, in cui la compromissione del server DNS (Domain Name Service) determina un reindirizzamento verso un sito malevolo.

Anche l’ARP Spoofing va necessariamente tenuto in considerazione per proteggersi: in questo caso vengono inviati dai truffatori dei messaggi ARP (Address Resolution Protocol) falsificati.

Indipendentemente dalla tipologia di approccio adottato, tutte le varie forme di spoofing condividono un elemento fondamentale: utilizzano la fiducia come leva per ottenere o alterare dati sensibili, compiere frodi finanziarie, aggirare i meccanismi di controllo dell’accesso alle reti e diffondere software dannoso mediante collegamenti e allegati maligni.

Come proteggersi?

Identificare attacchi di spoofing è diventato oggi sempre più difficile e questo perché, come già detto, falsificare l’identità dei mittenti è tutt’altro che difficile. Questo significa che tutti dovrebbero adottare delle pratiche di sicurezza solide e attente. 

Innanzitutto bisognerebbe visitare soltanto siti ufficiali e notoriamente sicuri (con protocollo HTTPS). Poi bisognerebbe riflettere attentamente di fronte ad ogni comunicazione che si riceve (da qualsiasi tipo di canale), anche quando il mittente sembra assolutamente affidabile. 

Bisognerebbe poi evitare di inserire con troppa fiducia e leggerezza i propri dati personali senza prima aver effettuato le dovute indagini sul mittente che ci sta richiedendo quell’azione e ovviamente si dovrebbero analizzare con attenzione tutti i link e gli allegati contenuti nelle comunicazioni ricevute. Un semplice click su di essi, infatti, potrebbe avere ripercussioni importanti per la vittima. 

Anche l’utilizzo di password forti e robuste è altamente raccomandato. Bisognerebbe evitare di utilizzare nomi comuni ricollegabili alla vittima, o date di nascita facilmente identificabili e costruire delle chiavi altamente personalizzate e difficili da scovare.

Mantenere alta l’attenzione, dunque è fondamentale, ma non è l’unica cosa che si può fare per proteggersi dallo spoofing. Si potrebbe ad esempio decidere di utilizzare una VPN per rendere più difficili i tentativi di frode (gli hacker, infatti, avrebbero difficoltà a decifrare i dati degli utenti che hanno criptato il proprio traffico). Oppure si potrebbero valutare servizi come il blocco dei cookie, offerti ad esempio dal Threat Protection di NordVPN. Si potrebbero utilizzare poi anche i classici antivirus, in grado di identificare tentativi di attacco e i firewall in grado di individuare indirizzi esterni alla rete locale. 

Come già dichiarato all’inizio di questo articolo, conoscere il significato di spoofing è più che mai fondamentale, così come mantenere alta l’attenzione nei confronti degli innumerevoli tentativi di frode cui, purtroppo, siamo ormai esposti.

In tal senso, Young Platform adotta solide misure di sicurezza per confermarsi affidabile e non chiede ai suoi utenti credenziali d’accesso e altri codici, tramite alcun canale di comunicazione. Scopri di più.

I BRICS creeranno la loro moneta? È in arrivo la de-dollarizzazione?

bandiere dei brics

I BRICS creeranno una loro moneta accelerando il processo di de-dollarizzazione dell’economia mondiale?

La moneta dei BRICS arriverà? Il presidente del Brasile, Luiz Inácio Lula da Silva, durante il Summit di Johannesburg ha dichiarato di voler introdurre una valuta comune per il commercio e gli investimenti. L’obiettivo? Ridurre la vulnerabilità alle fluttuazioni dei tassi di cambio del dollaro.

Ma la domanda sorge spontanea: cosa potrebbe succedere all’economia mondiale se la moneta dei BRICS vedesse effettivamente la luce, soprattutto alla luce del ruolo giocato dal dollaro USA? 

Cosa sono i BRICS

Prima di affrontare il discorso sulla moneta dei BRICS, urge dare una definizione di questa sigla. Questi sono paesi che hanno maggiormente beneficiato della globalizzazione e le cui economie sono incredibilmente cresciute negli ultimi anni. Essi, per via della loro esclusione dalle conferenze mondiali, in particolare dal G7, hanno deciso di creare le loro istituzioni parallele e ora si giocano alla pari il primato con le potenze occidentali.

I membri originari di questa organizzazione sovrastatale sono Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica. Le iniziali dei nomi di questi paesi formano infatti la sigla BRICS, ma dal 1° gennaio 2024 il gruppo si espanderà. 

Entreranno a far parte dei BRICS anche l’Arabia Saudita, l’Argentina, l’Egitto, gli Emirati Arabi Uniti, l’Etiopia e l’Iran. Grazie a queste new entry essi diventeranno responsabili della produzione di circa il 36% del PIL mondiale e, insieme, ospiteranno il 47% della popolazione. I loro scambi “interni” sono arrivati nel 2022 a 762 miliardi di dollari. È facile comprendere quanto potrebbe cambiare l’economia globale nel caso in cui la moneta dei BRICS dovesse realmente nascere.

La moneta dei BRICS e la de-dollarizzazione

Durante la conferenza di Johannesburg i presidenti dei vari paesi hanno citato più volte la possibilità di introdurre la moneta dei BRICS, una valuta di riserva comune che possa sfidare il dollaro sui mercati internazionali. Il lancio resta un obiettivo per il futuro anche se non è ancora stata pianificata una strategia per introdurla. A quanto pare, però, essa non si sostituirà alle valute locali ma permetterà a questo blocco di svincolarsi dall’utilizzo di una moneta di un Paese terzo. 

La possibile nascita di una nuova valuta comune avrebbe infatti una conseguenza imponente, messa in evidenza a Johannesburg già dal leader russo Putin: la de-dollarizzazione. Nonostante sia chiaro che l’uomo abbia fatto “la voce grossa” a causa della recente esclusione della Russia dal sistema finanziario internazionale, le questioni presentate meritano un approfondimento. 

Putin ha presentato alcuni dati sulle quote di commercio delle valute, precisando come quella del dollaro americano si stia progressivamente riducendo. Inoltre ha ribadito che, secondo lui, il processo di abbandono dello USD sia irreversibile e si è espresso in favore dell’istituzione di una banca centrale dei BRICS volta a finanziare progetti infrastrutturali nei paesi in via di sviluppo.

Sulla questione si è espresso anche il co-fondatore di Rich Dad Company, Robert Kiyosaki. Secondo l’uomo che nel 2008 riuscì a prevedere il crollo di Lehman Brothers, la nascita di una comune moneta dei BRICS potrebbe significare il crollo del dollaro. Previsioni ovviamente personali, ma che hanno evidenziato perfettamente l’importanza delle discussioni sull’argomento. 

La conferenza di Johannesburg

Non si è parlato soltanto della moneta dei BRICS alla Conferenza di Johannesburg. I leader degli stati hanno aperto il Summit del 22 agosto parlando delle difficoltà che, ognuno dei paesi membri, sta affrontando sul piano economico. I topic principali sono stati: la crisi immobiliare in Cina, la guerra in Ucraina e, in generale, il rallentamento dell’economia globale

Il ministro dei trasporti del Sudafrica (paese ospitante) Sihle Zikalala, ha definito i BRICS una grande opportunità che garantisce ai paesi in via di sviluppo di cooperare sullo stesso piano delle grandi potenze del mondo. È ancora da capire se i partecipanti “minori” di questo blocco riusciranno ad emergere o se i BRICS soffriranno l’egemonia dei membri più sviluppati, su tutti Cina e India.

Il primo ministro indiano invece ha parlato prevalentemente del suo paese, descrivendo il ruolo che ricopre nell’economia globale e all’interno dei BRICS. Narendra Modi ha dichiarato che l’India ha tutte le potenzialità per diventare il primo Stato al mondo per produzione industriale e prodotto interno lordo (PIL).

Il leader cinese Xi Jinping si è invece espresso sulla guerra in Ucraina, dichiarando che, secondo lui, l’unico modo per porre fine al conflitto è attraverso una trattativa di pace. Inoltre, si è anche offerto come mediatore tra le parti. Ha poi parlato di multipolarità globale sostenendo che la Cina non punta a diventare un paese egemone ma appoggia completamente la democratizzazione delle relazioni internazionali.

Tornando al tema centrale della discussione, però, le conclusioni della conferenza sono state deboli: nonostante i colloqui sulla moneta dei BRICS siano stati intavolati, questo tema ha occupato molto meno spazio rispetto alle attese. Chi si aspettava l’arrivo imminente di una valuta comune per questi paesi in via di sviluppo è forse rimasto deluso. Il tema, però, continuerà ad attirare l’attenzione del mondo intero e, soprattutto, del dollaro americano.

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Rinegoziazione mutuo: tutto quello che devi sapere per revisionare un finanziamento

Rinegoziazione mutuo: tutto ciò che devi sapere

Rinegoziazione mutuo: cosa comporta questa pratica, quando è possibile attuarla e i costi

Attuare una rinegoziazione di un mutuo significa collaborare con la banca per ridefinire alcune condizioni del prestito che si è contratto. Questa pratica è volta a soddisfare le necessità dei clienti che possono cambiare nel tempo. Le esigenze variano a causa di fattori esterni, come l’aumento dei tassi di interesse che fa lievitare i costi di un finanziamento, o interni, come il bisogno di estinguere un mutuo prima del tempo o di ridurre l’onere delle rate.

La rinegoziazione di un mutuo è una possibilità che tutti i clienti delle banche che hanno richiesto un prestito possono valutare. Ecco come funziona e quando è conveniente richiederla.

Quando è conveniente chiedere una rinegoziazione mutuo?

Ci sono varie ragioni per considerare una rinegoziazione del tuo mutuo. Per esempio potresti avere la necessità di revisionare la durata di un finanziamento. Allungare la sua durata ti permette di affrontare rate più abbordabili, mentre pagare rate più salate ti consente di estinguerlo prima del tempo

Inoltre, potresti voler modificare la natura di esso passando da un mutuo a tasso fisso ad uno a tasso variabile per prevedere un aumento dei tassi di interesse, o viceversa perchè ti aspetti una diminuzione di questi ultimi.

L’incremento dei tassi è il tema macroeconomico del momento nonché la contromisura principale attuata dalle banche centrali per proteggersi dall’inflazione. Se vuoi metterti al riparo da questo fenomeno che erode il tuo potere d’acquisto puoi valutare di aggiungere Bitcoin al tuo portafoglio. 

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Richiedere la rinegoziazione mutuo: come procedere

Per avviare la procedura, devi stipulare un “accordo di rinegoziazione” con la banca. Tu e la banca siete gli unici protagonisti di questo “patto”, quindi non c’è bisogno di coinvolgere un notaio, poiché si tratta soltanto di una modifica parziale del contratto originale.

È però la banca ad avere il “coltello dalla parte del manico” in questa circostanza, visto che deciderà se concedere al cliente la rinegoziazione del mutuo dopo aver condotto un’analisi di fattibilità.

I vantaggi

La rinegoziazione del mutuo offre molti vantaggi, l’unico ostacolo che si deve affrontare per ottenere questa modifica è, come già anticipato, l’analisi di fattibilità della banca. 

Innanzitutto questa è un’operazione completamente gratuita; se la banca approva la tua richiesta, non ci saranno spese da sostenere (come spese di istruttoria o notarili). Perciò potrai ottenere condizioni più favorevoli sul tuo mutuo a costo, adattando la quantità e l’onere delle rate alle tue esigenze.

Infine, nel processo, non sono, di solito, richieste ulteriori garanzie da parte della banca, poiché quelle necessarie sono già state fornite al momento della stipula del contratto originario. Ora che sai che è possibile rinegoziare un mutuo e conosci il procedimento da svolgere puoi valutare se intavolare questa discussione con un dipendente della tua banca di fiducia.

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Movimenti sospetti del team di PEPE: valore crypto crolla del 15%

PEPE crypto: valore crolla su movimenti sospetti del team

La crypto PEPE ha perso il 15% del valore rispetto a ieri. Cosa sta succedendo alla memecoin?

Il movimento ribassista che sta portando la crypto PEPE a perdere quotidianamente valore non si arresta, da ieri il suo prezzo è sceso del 15%. D’altronde il mercato non sta vivendo i suoi giorni migliori e si sà, le memecoin soffrono particolarmente queste fasi ribassiste. 

Il recente crollo del valore di PEPE però potrebbe non essere stato causato solo dalla debolezza generale del mercato. Sembra che il team di sviluppo del progetto abbia compiuto alcuni movimenti sospetti

Valore PEPE crypto: perché è crollato 

Il crollo del valore della crypto PEPE sembra essere connesso ad una transazione eseguita nella giornata di giovedì 24 agosto dal team di sviluppo. Gli sviluppatori hanno infatti trasferito 16 trilioni di PEPE (circa 16 milioni di dollari al prezzo attuale) sui diversi exchange centralizzati. Nello specifico 8,2 milioni di dollari sono stati inviati a OKX, 6,5 milioni a Binance e 434.000$ a Bybit. L’ammontare monetario trasferito coincide con 3,8% della total supply (disponibilità totale) della crypto.

A far storcere il naso agli holder di PEPE non è stato solamente il trasferimento di token, bensì le modifiche apportate al wallet multisig del team. Questo tipo di portafoglio web3 richiede l’approvazione attraverso più chiavi private, solitamente detenute da più manager di un progetto. 

Ciò significa che per processare una transazione è necessario che un numero prestabilito di membri la firmi. Il portafoglio del team della crypto sembra essere stato modificato dopo l’invio dei fondi agli exchange. Se prima richiedeva almeno cinque firme su otto, ora ne richiede soltanto due.

L’analisi del grafico

Dal 6 maggio, giorno in cui PEPE ha toccato il suo All time High (ATH) il suo movimento è stato praticamente sempre ribassista. Da quel giorno la crypto ha perso circa l’80% del suo valore. Durante questi mesi c’è stato anche un tentativo di ripresa, dal 20 al 25 giugno il suo prezzo è cresciuto del 50%.


L’impatto con l’attuale resistenza ha però respinto verso una serie di supporti che non sono riusciti ad arginarne il collasso. Ora si trova su un punto di minimo del suo grafico, soggiogata dalle news sui movimenti sospetti del team di sviluppo. La memecoin riuscirà a ripartire e il valore della crypto PEPE tornerà ai massimi storici?

Che cos’è il patrimonio mobiliare e come calcolarlo per l’ISEE?

Cos’è il patrimonio mobiliare e come calcolarlo?

Che cos’è il patrimonio mobiliare? Una delle voci da inserire obbligatoriamente all’interno dell’ISEE

Se ti stai chiedendo che cos’è e come si calcola il patrimonio mobiliare è probabile che tu stia affrontando per la prima volta la dichiarazione ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente). Esso, infatti, è uno dei documenti che incide su questo indicatore, insieme a quello immobiliare e alla dichiarazione dei redditi.

Per questo motivo è importante conoscere cos’è il patrimonio mobiliare, da cosa è composto e come si calcola. 

Cos’è il patrimonio mobiliare?

L‘insieme di tutti i beni e i diritti che una persona possiede e il loro valore economico, esclusi quelli di natura immobiliare. Ovvero la quantità di denaro che si possiede sui conti correnti e l’ammontare monetario degli investimenti. Ecco cos’è il patrimonio mobiliare in poche parole. Per esempio azioni, buoni fruttiferi postali e titoli di stato. È un semplice valore numerico che indica o il saldo o la giacenza media (viene preso in considerazione il valore maggiore tra i due) al 31 dicembre di:

  • Conti correnti postali o bancari;
  • Conti deposito postali o bancari;
  • Titoli di stato;
  • Obbligazioni;
  • Buoni fruttiferi;
  • Azioni o quote in società;
  • Partecipazioni in società italiane o estere.

Il calcolo del patrimonio mobiliare non è un’operazione complessa ma deve essere svolto presso un Centro di Assistenza Fiscale (CAF).

Patrimonio mobiliare: a cosa serve?

Conoscere non solo cos’è ma anche e soprattutto l’ammontare del proprio patrimonio mobiliare è indispensabile per compilare correttamente l’ISEE, ma può anche servire per valutare chiaramente la propria situazione finanziaria e pianificare il proprio futuro. In particolare ti può aiutare per capire se e quanto denaro puoi investire.

Se stai considerando di studiare una nuova tipologia di asset, puoi approfondire Bitcoin. Grazie alle ottime performance registrate negli ultimi anni, BTC viene utilizzato dagli investitori  come riserva di valore per proteggere i propri risparmi dall’inflazione.

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Il patrimonio mobiliare inoltre può essere utilizzato come documento di garanzia per ottenere prestiti. Alcuni istituti di credito infatti concedono finanziamenti chiedendo il portafoglio azionario o obbligazionario del cliente come collaterale.

Come si calcola il patrimonio mobiliare?

Per calcolare il patrimonio mobiliare devi conoscere il saldo e la giacenza media di tutte le voci che abbiamo elencato nel primo paragrafo e recarti presso un Centro di Assistenza Fiscale (CAF).

Una volta comunicati i dati l’ufficio si occuperà di fare la somma delle voci scegliendo il valore maggiore tra saldo e giacenza media. Insomma l’importo sarà dunque il maggior valore tra la somma dei saldi e la somma delle giacenze. 
Ora che sai cos’è il patrimonio mobiliare e come si calcola puoi approdare allo step successivo: compilare la dichiarazione sostitutiva unica (DSU). Questo è il documento fondamentale per ottenere l’ISEE.

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