Quanto inquinano davvero le crypto? Grazie a Stellar e Pwc sarà finalmente possibile quantificare l’impatto ambientale delle blockchain
Quanto inquinano le criptovalute? O meglio, quanto inquinano le blockchain? È ormai da qualche tempo che continua il dibattito in merito a questa spinosa questione. Il picco mediatico sul problema è stato sicuramente toccato a Maggio 2021, più precisamente il 13, quando Elon Musk in uno dei suoi frequenti exploit twittava che Tesla non avrebbe più accettato Bitcoin a causa del forte impatto ambientale del mining.
A parte le dichiarazioni sensazionalistiche del tycoon, l’inquinamento generato dalle blockchain, in particolare quelle che possiedono ancora meccanismi di consenso di tipo Proof-of-Work, è un tema caldo nel settore. Ethereum per esempio, attraverso l’imminente aggiornamento The Merge, è in procinto di passare ad un altro meccanismo, utilizzato dalla maggior parte delle blockchain, il Proof-of-Stake. Questo meccanismo di consenso infatti, non necessita della grande quantità di potenza di calcolo, generata da mining rig composti da hardware molto potenti ed energeticamente dispendiosi, ma si basa sullo staking di criptovalute. Così come Ethereum, altre blockchain si stanno impegnando al fine di risolvere definitivamente questo problema. Stellar e PwC (PricewaterhouseCoopers, una multinazionale che fornisce servizi di consulenza di direzione e strategica, revisione di bilancio e consulenza legale) hanno avviato la loro collaborazione in questo senso. L’obiettivo? Sviluppare un quadro di riferimento per valutare il consumo di elettricità e le emissioni dei protocolli blockchain.
Le performance di Stellar
La SDF (Stellar Development Foundation) e PwC US hanno analizzato i dati relativi all’utilizzo di energia elettrica, alle emissioni di gas serra e ai rifiuti elettronici ed organici. Oltre all’impatto ambientale, il quadro ha valutato anche le differenti performance dei diversi meccanismi di consenso. Dalla ricerca è emerso che i consumi del network di Stellar sono bassi rispetto alla media. Grazie allo Stellar Consensus Protocol (SCP), un meccanismo di consenso a basso consumo di energia elettrica basato sull’algoritmo proof-of-agreement, la rete Stellar utilizza attualmente una quantità stimata di 481.324 chilowattora (kWh) di energia elettrica all’anno. Ciò si traduce in circa 173.243 chilogrammi (kg) di emissioni di CO₂ annue, che equivalgono alle emissioni medie di CO₂ prodotte dall’uso di elettricità di 33,7 case statunitensi in un anno. Nonostante il già basso consumo di energia della blockchain Stellar, la SDF si è impegnata a compensare le emissioni di anidride carbonica generate dal 2015, l’anno della sua fondazione.
L’iniziativa di Task.io e Biochar Life: come si produce e utilizza il biochar?
Un’altra iniziativa di Stellar, volta a ridurre l’impatto ambientale non solo per quanto riguarda la tecnologia blockchain, è Task.io. Si tratta di un progetto mobile-first costruito sulla blockchain Stellar che aiuta le organizzazioni sociali a raccogliere dati, fornire incentivi e redigere report relativi all’impatto ambientale. Tra i vari partner, Task collabora con l’impact venture Biochar Life per educare e coinvolgere i piccoli agricoltori dei Paesi in via di sviluppo su come produrre e utilizzare il biochar. Il biochar, o carbone vegetale, è una sostanza ottenuta dalla combustione di rifiuti agricoli organici (chiamati anche biomassa) in un processo in cui viene utilizzato pochissimo ossigeno. Allo stesso tempo, quando i materiali bruciano, rilasciano una quantità ridotta di anidride carbonica. Il biochar viene utilizzato come fertilizzante, compost e mangime per animali!
Il ruolo di Stellar: Immutabilità dei dati e il token STS
Come viene utilizzata la blockchain in questo processo? I dati raccolti da Task.io comprendono principalmente queste variabili: come è stato prodotto il biochar, quanto biochar è stato prodotto e come è stato utilizzato. Una volta inviati, i dati vengono verificati dal team di Biochar Life e inseriti all’interno della blockchain Stellar per garantire che siano immutabili e disponibili al pubblico.
Per ogni tonnellata di carbonio utilizzata nel processo di produzione del carbone vegetale, viene emesso su Stellar un token Stop the Smoke (STS), venduto in un secondo momento a coloro che vogliono compensare la propria impronta di carbonio. Una parte dei fondi viene poi restituita agli agricoltori per incentivare la creazione di ulteriore biochar. Ad oggi sono stati coniati 34 token STS, il che significa che 34 tonnellate di carbonio sono state smaltite attraverso la partnership Biochar Life and Task.
Sempre più blockchain stanno intraprendendo la strada della riduzione dell’impatto ambientale: Polygon e Algorand in primis, che hanno messo in atto un piano per rendere green i loro network!