Automatizza la crescita delle tue crypto: sono arrivati gli acquisti ricorrenti per lo Staking

acquisto ricorrente staking

Con la funzionalità dell’acquisto ricorrente su Staking, puoi automatizzare il tuo percorso di accumulo, semplificare la gestione delle tue risorse e massimizzare le ricompense nel tempo.

Diciamocelo: nessuno ama stare con le mani in mano mentre il mercato moltiplica le sue teste peggio di un’idra. E se il Bull Market è seducente e letale come il canto delle sirene, offre anche opportunità per chi sa tenere i piedi per terra e giocare d’astuzia.  

In questa fase, acquistare in modo ricorrente e bloccare le tue crypto in staking è come una fusione Goku-Vegeta: da una parte continui ad accumulare, diluendo il rischio grazie a un prezzo di carico mediato; dall’altra, fai fruttare subito quello che hai con nuove ricompense sotto forma di token. E quei token extra? La vera ciliegina sulla torta: li puoi rivendere quando pensi che il mercato abbia raggiunto il suo massimo, oppure puoi conservarli, perché credi più nel progetto che li emette che nelle tue capacità di trader.

E poi c’è il Bear Market, il grande spauracchio. Qui la scena cambia: il mercato diventa noioso, lento, quasi soporifero. È il momento in cui molti mollano, dimenticandosi che è proprio in questa fase che si fanno gli affari migliori. Prezzi bassi, grandi opportunità – ma quanta pazienza serve! Lo staking, nel frattempo, continua a macinare risultati silenziosi, creando quella base di token che ti darà una marcia in più quando il mercato tornerà a ruggire.

Veloce ripasso: i cicli di mercato

Per chi è nuovo qui, facciamo un veloce ripasso: il mercato è ciclico e si muove attraverso quattro fasi principali: accumulazione, rialzo, distribuzione e ribasso. Fin qui tutto chiaro, no? Ora, come suggerisce il nome, l’accumulazione è una fase diversa rispetto al rialzo, quindi potrebbe sembrare controintuitivo continuare ad accumulare durante un mercato in crescita. Eppure, non è così folle come sembra.

Durante una fase di rialzo, molti tendono a comprare spinti dalla cara vecchia FOMO (la paura di restare fuori). E qui entra in gioco la strategia: seguire un piano di accumulo, può essere sorprendentemente sensato. Perché? Perché, volente o nolente, finirai per comprare sia nei momenti di picco sia nei momenti di respiro del mercato. Il risultato? Ti ritroverai con un prezzo medio più ragionevole di quanto immagini.

Lo staking nella fase di accumulazione

Ovviamente, la fase di accumulazione vera e propria arriva dopo il ribasso, quando i prezzi si sono stabilizzati. Ed è lì che entrano in scena i tuoi due migliori alleati: l’acquisto ricorrente e lo staking. Con loro dalla tua parte, puoi costruire solide fondamenta per affrontare le prossime fasi del mercato. E alla fine, il tempo sarà dalla tua parte.

L’acquisto ricorrente delle altcoin nel mercato al rialzo

C’è un altro aspetto che spesso passa inosservato. Se Bitcoin è il re indiscusso della foresta, Ethereum è la pantera nera. Quando il mercato fa schifo, queste sono le creature che andiamo a cacciare nel nostro safari finanziario. Le altcoin, invece, tendono a rimanere nell’ombra. E non a caso: è complicato capire quali di loro sopravviveranno a un mercato ribassista, a meno che non abbiano già dimostrato di averne superato uno indenni. 

Infatti, nel grande calderone delle altcoin troviamo di tutto: dai progetti solidissimi che sembrano avere le carte in regola per durare nel tempo, a quelle che possiamo definire vere e proprie “crypto stagionali”. Queste ultime vivono un momento di gloria, magari proprio durante una fase rialzista, per poi svanire lentamente o arrancare quando il mercato si fa più duro, incapaci di riprendersi davvero dopo un bear market.

È una dinamica quasi naturale: le altcoin stagionali catturano l’entusiasmo e la FOMO durante i picchi, ma senza fondamenta solide finiscono per diventare meteore. È proprio per questo che, in un Bull Market, è importante saper distinguere tra chi sta costruendo qualcosa di concreto e chi sta solo cavalcando l’onda del momento. Perché, nel lungo termine, è la qualità a fare la differenza. 

Quindi, dove voglio arrivare? Quando si parla di altcoin solide (non di meteore), il mercato rialzista offre una finestra per valutare le altcoin che hanno le ossa forti. Perché? Perché in una fase rialzista le altcoin che sono qui per restare iniziano già a muoversi insieme ad Ethereum. È quindi più semplice individuarle.

Qui entra in gioco l’acquisto ricorrente, un’alternativa interessante al semplice “compro e vendo subito”. Combinato con lo staking (disponibile solo per alcune altcoin), permette di sfruttare il momento rialzista senza dover per forza puntare tutto su un trade veloce. Ti dà la possibilità di ottenere ricompense mentre il mercato continua a salire, amplificando il tuo potenziale ritorno. Ma occhio al picco. Valuta bene quando è il momento di uscire.

Ma veniamo al dunque: come si fa?

È più semplice di quanto pensi. Scegli la frequenza che preferisci – giornaliera, settimanale o mensile – e seleziona l’importo che vuoi destinare allo staking. Fatto questo, i tuoi fondi verranno automaticamente convertiti in criptovalute dal tuo portafoglio euro e messi in staking con la frequenza che hai stabilito. Ogni operazione creerà un nuovo stake. Et voilà, missione compiuta. Facile, no?

Piccola postilla: ricorda che il mercato è volatile e che il prezzo delle criptovalute può variare, quindi il numero di token acquistati cambierà ad ogni acquisto ricorrente, in base al valore della criptovaluta al momento dell’esecuzione dell’ordine.  

Altri vantaggi?

  • Diversificazione: non puntare tutto su una singola criptovaluta. Distribuire i tuoi fondi su più asset riduce i rischi e aumenta le tue possibilità di successo.
  • Disciplina: se tendi a essere poco costante o a farti prendere dall’emotività del mercato, questo metodo è un’ancora di salvezza. Ti garantisce un approccio regolare senza doverci pensare ogni volta.

In fondo, tutto si riduce a una verità semplice: il mercato è ciclico, ma il successo è per chi non molla, che sia in un rally sfrenato o in una calma piatta. Resta in gioco, gioca d’anticipo e, soprattutto, non farti incantare dai fuochi d’artificio. 

Satoshi approverebbe.

Come andare in pensione anticipata a 64 anni: la guida spiegata semplice

pensione anticipata a 64 anni

Cosa si deve fare per andare in pensione a 64 anni? Chi ci può andare? Con quali requisiti?

Dal 1° gennaio 2025, sarà possibile andare in pensione anticipata a 64 anni, ma con nuove regole e requisiti. In questa guida spiegheremo non solo chi può accedere a questa opportunità, ma anche cosa sono il regime contributivo puro, l’assegno sociale e la pensione integrativa, per aiutarti a capire meglio come funzionano queste misure introdotte dalla nuova Legge di Bilancio.

1. Chi può andare in pensione anticipata a 64 anni?

Le nuove regole si applicano a:

  • Lavoratori nel regime contributivo puro, cioè chi ha iniziato a lavorare dopo il 31 dicembre 1995.
  • Chi ha almeno 25 anni di contributi (30 anni dal 2030).
  • Chi raggiunge una pensione minima di 1.603,23 euro al mese (tre volte l’assegno sociale del 2024).

Cos’è il regime contributivo puro?

Il regime contributivo puro è un sistema di calcolo della pensione basato esclusivamente sui contributi versati durante la carriera lavorativa.

  • Si applica a chi ha iniziato a lavorare dopo il 1995, in seguito alla riforma Dini.
  • La pensione dipende dall’importo totale dei contributi accantonati e dalla loro rivalutazione nel tempo.
  • Non tiene conto di eventuali retribuzioni precedenti, come avviene nel regime retributivo o misto.

2. Cosa serve per andare in pensione anticipata?

Ricapitolando quanto abbiamo detto, dal 2025:

  • Età: almeno 64 anni.
  • Contributi: almeno 25 anni (30 anni dal 2030).
  • Importo minimo della pensione: devi raggiungere almeno tre volte l’assegno sociale, pari a 1.603,23 euro al mese.

Cos’è l’assegno sociale?

L’assegno sociale è un supporto economico fornito dallo Stato alle persone con redditi molto bassi o nulli, che abbiano almeno 67 anni e risiedano in Italia.

  • L’importo dell’assegno sociale nel 2024 è di 534,41 euro al mese.
  • Per accedere alla pensione anticipata, è necessario che la pensione raggiunga almeno tre volte questo importo (circa 1.603 euro).

3. Come funziona la pensione integrativa?

Se la pensione INPS (obbligatoria) non raggiunge la soglia minima richiesta, puoi utilizzare la pensione integrativa per colmare la differenza.

Cos’è la pensione integrativa?

La pensione integrativa è un sistema di risparmio volontario che permette di accantonare somme aggiuntive durante la vita lavorativa per avere una rendita extra una volta in pensione.

  • Viene accumulata aderendo a un fondo pensione o a un piano individuale pensionistico (PIP).
  • Può essere riscossa come rendita periodica o come capitale, a seconda delle regole del fondo.
  • È particolarmente utile per chi è nel regime contributivo, dove la pensione è calcolata solo sui contributi versati, e rischia di essere più bassa.

Esempio pratico:

Se la tua pensione INPS è di 1.300 euro al mese e la rendita dal tuo fondo pensione è di 350 euro, il totale sarà di 1.650 euro, permettendoti di accedere alla pensione anticipata.

4. Pensione anticipata per le donne a 64 anni: agevolazioni per chi ha figli

Le lavoratrici madri possono accedere al pensionamento anticipato con requisiti ridotti:

  • Con un figlio, la soglia minima scende a 1.496 euro al mese (2,8 volte l’assegno sociale).
  • Con due figli, si riduce ulteriormente a 1.389 euro al mese (2,6 volte l’assegno sociale).

5. Divieto di cumulo con altri redditi per chi va in pensione anticipata

Un aspetto importante da considerare per chi sceglie la pensione anticipata è il divieto di cumulo con altri redditi da lavoro.

  • Non puoi lavorare come dipendente o autonomo: chi va in pensione anticipata non può svolgere attività lavorative regolari.
  • Eccezione per il lavoro occasionale: è consentito solo il lavoro occasionale, ma con un limite massimo di 5.000 euro lordi annui.

Questa regola vuole evitare che chi accede alla pensione anticipata possa continuare a generare redditi regolari, garantendo così che il sistema previdenziale mantenga un equilibrio economico. Prima di scegliere questa opzione, valuta attentamente le implicazioni sul tuo reddito complessivo.

6. Clausole di sicurezza e futuri cambiamenti

Dal 2030, i requisiti per la pensione anticipata diventeranno più stringenti:

  • I contributi richiesti aumenteranno a 30 anni.
  • La soglia minima salirà a 1.710 euro al mese (3,2 volte l’assegno sociale).

La riforma include inoltre clausole di sicurezza per evitare costi eccessivi per lo Stato. Queste potrebbero comportare:

  • Un aumento ulteriore dei requisiti contributivi o della soglia minima.
  • Eventuali posticipazioni della pensione anticipata.

Se hai intenzione di andare in pensione anticipata, ti consigliamo di inoltrare la richiesta entro i prossimi 5 anni per evitare di rientrare nelle clausole più restrittive previste dal 2030.

7.  Pensione di vecchiaia a 67 anni: cosa cambia?

Le nuove regole introdotte dalla riforma non si limitano al pensionamento anticipato, ma interessano anche la pensione di vecchiaia, accessibile a partire da 67 anni. Per chi è nel regime contributivo puro, sarà possibile utilizzare la rendita della pensione integrativa per raggiungere la soglia minima dell’assegno sociale e accedere alla pensione.

Come funziona?

Requisiti minimi:

  • 67 anni di età.
  • Almeno 20 anni di contributi versati.
  • Importo minimo della pensione: deve essere pari almeno a 534,41 euro al mese (l’importo dell’assegno sociale nel 2024).

Se la pensione obbligatoria INPS non raggiunge questa soglia, sarà possibile integrare l’importo con la rendita maturata nella pensione complementare.

Esempio pratico:

Se la pensione INPS è di 500 euro al mese, è possibile utilizzare 50 euro dalla rendita del fondo pensione per raggiungere i 534,41 euro richiesti e andare in pensione a 67 anni.

Questa possibilità offre un’importante opportunità per chi ha carriere lavorative discontinue o stipendi bassi, garantendo un minimo di sicurezza economica.

8. Aumento delle pensioni minime per gli over 70

Dal 2025, le pensioni minime per gli over 70 in difficoltà economica saranno aumentate di 8 euro al mese, e verrà leggermente innalzato il reddito massimo per ottenere questi benefici.

9. Novità per i giovani lavoratori: contributi extra per una maggiore sicurezza pensionistica

La riforma include importanti novità per i giovani lavoratori assunti dal 2025, offrendo strumenti per migliorare le loro pensioni future.

Contributi extra volontari

I neoassunti potranno scegliere di aumentare volontariamente la loro contribuzione previdenziale fino a un massimo del 2% in più rispetto alla contribuzione standard.

  • Esempio per i dipendenti: l’attuale aliquota contributiva del 9,19% potrà salire fino all’11,19%.
  • Questo contributo extra sarà deducibile al 50% dalle tasse, rendendolo meno oneroso per chi decide di aderire.

L’obiettivo è incentivare i giovani a versare di più durante la carriera lavorativa, così da costruire una pensione più elevata nel lungo termine, anche a fronte di carriere meno lineari o stipendi iniziali bassi.

In sintesi: cosa fare per andare in pensione a 64 Anni?

  1. Verifica i tuoi requisiti:
    • Età (64 anni).
    • Anni di contributi (almeno 25).
    • Importo minimo della pensione (1.603,23 euro al mese).
  2. Calcola la tua pensione:
    • Accedi al portale INPS per controllare la tua posizione contributiva.
    • Consulta il tuo fondo pensione per verificare la rendita maturata.
  3. Richiedi supporto:
    • Rivolgiti a un patronato o al tuo fondo pensione per avere assistenza nel calcolo e nella domanda.
  4. Presenta la domanda:
    • Utilizza il portale INPS per inoltrare la richiesta di pensionamento anticipato.

Andare in pensione anticipata a 64 anni sarà possibile per chi ha maturato almeno 25 anni di contributi e utilizza la pensione integrativa per colmare eventuali carenze. Questa misura offre maggiore flessibilità, ma richiede una pianificazione attenta e una conoscenza delle regole.

Consulta subito il tuo estratto contributivo e prepara la tua strategia per il pensionamento!

Fonti utili:

  • Portale INPS: www.inps.it
  • Fondi pensione e consulenti previdenziali per assistenza.

Mamma ho perso l’aereo: quanto era ricca la famiglia di Kevin?

mamma ho perso l'aereo

Con l’arrivo del Natale, torna quel momento speciale e carico di nostalgia in cui rinnoviamo tradizioni che scaldano il cuore. Una delle più amate? Riunirsi in famiglia davanti alla TV, riscoprendo i film cult che hanno segnato la nostra infanzia. Tra questi, Mamma ho perso l’aereo, uscito nel 1990, continua a essere un classico senza tempo, così come Richie Rich, con le avventure del ragazzino più ricco d’America. A distanza di oltre 30 anni, l’affetto per queste pellicole rimane immutato.

Qualche giorno fa, il cast di Mamma ho perso l’aereo (titolo originale Home Alone), la famiglia McCallister si è riunita nel New Jersey per un evento dedicato al film, accendendo nei fan la voglia di rivedere – forse per la centesima volta – le disavventure di Kevin e il suo Natale fuori dagli schemi.

L’amore dei fan e un enigma affascinante

Come spesso accade con i film cult, Mamma ho perso l’aereo ha dato vita a una community di appassionati che, ancora oggi, discutono online di curiosità e dettagli legati alla pellicola. Ma è sorprendente scoprire che questo classico sia finito persino sotto la lente di una giornalista del New York Times e, inaspettatamente, abbia coinvolto la Federal Reserve.

Ebbene sì. Amanda Holpuch, reporter del prestigioso quotidiano, si è trovata di fronte a una domanda curiosa che i fan si pongono da anni: quanto era ricca la famiglia McCallister?

Un’indagine tra fiction e realtà

Per rispondere, la giornalista ha intrapreso un lavoro investigativo meticoloso, che ha coinvolto professionisti legati al film, come Eve Cauley, scenografa della pellicola, e Todd Strasser, autore delle trasposizioni romanzate di Mamma ho perso l’aereo e dei suoi sequel. Il risultato? Una vera caccia al tesoro tra gli indizi disseminati nel film: mobilia, biglietti aerei, proprietà immobiliari e persino ricostruzioni storiche delle élite di Chicago negli anni ’90.

Un film che ha incassato oltre 476 milioni di dollari in tutto il mondo. Ha detenuto il Guinness World Record per la commedia live-action con il maggior incasso per più di 25 anni.

Insomma, tra ricordi e curiosità, il fascino di Mamma ho perso l’aereo resta intatto. Non è solo una commedia natalizia: è un pezzo della nostra infanzia, capace di farci sorridere e sognare, anno dopo anno. E voi, siete pronti a rivivere la magia?

La casa dei McCallister: un indizio sulla loro ricchezza

La villa dei McCallister, iconica protagonista di Mamma ho perso l’aereo, è un vero e proprio gioiello architettonico. Situata al 671 di Lincoln Avenue a Winnetka, Illinois, la casa esiste davvero ed è diventata un simbolo del film. Winnetka, uno dei quartieri più esclusivi degli Stati Uniti secondo Realtor.com, incarna il lusso e il prestigio, confermando lo status privilegiato della famiglia McCallister.

La dimora, in stile federale, vanta dimensioni tali da offrire stanze private a Kevin e ai suoi quattro fratelli, oltre a spazi per accogliere numerosi ospiti. Nel 1990, solo l’élite del top 1% delle famiglie di Chicago avrebbe potuto permettersi una proprietà simile. 

Un’indagine economica… da film

Sorprende scoprire che la Federal Reserve Bank di Chicago abbia collaborato con entusiasmo alla curiosa indagine condotta dal New York Times. La richiesta di ricostruire la ricchezza della famiglia McCallister ha portato gli economisti ad analizzare archivi e dati finanziari dell’epoca. Grazie a informazioni dettagliate su redditi medi, tassi ipotecari, valore delle case e costi assicurativi, è stato stimato che nel 1990 solo famiglie con un reddito annuo di almeno 305.000 dollari (circa 665.000 dollari nel 2022) avrebbero potuto permettersi una simile abitazione.

Oggi, la casa è in vendita per 5,25 milioni di dollari. Anche il prezzo della villa di Mamma ho riperso l’aereo, mi sono perso a New York, il sequel, è da capogiro. La casa, che si trova nell’elegante Upper West Side di Manhattan, tra Central Park West e Columbus Avenue, è stata venduta quest’anno per 6,7 milioni di dollari.

Chi erano i veri proprietari della villa?

Dietro le quinte, la villa apparteneva alla famiglia Abendschein, che all’epoca abitava la casa con la loro figlia di 4 anni. Il regista Chris Columbus, famoso anche per i primi due capitoli della saga di Harry Potter, convinse gli Abendschein a prestare la loro dimora per le riprese. Nonostante inizialmente si fossero trasferiti in un hotel, gli Abendschein tornarono a vivere al secondo piano durante le ultime fasi di produzione, muovendosi con discrezione per non essere visti alla finestra nelle scene in cui i ladri Harry e Marv – interpretati magistralmente da Joe Pesci e Daniel Stern – tentavano di scassinare la casa.

La casa senza tempo: l’anima natalizia di Mamma ho perso l’aereo

Per preservare l’integrità della lussuosa villa dei McCallister (e come dargli torto!), molte scene degli interni di Mamma ho perso l’aereo non furono girate nella casa di Winnetka, ma in un luogo decisamente meno glamour: una palestra, oggi abbandonata, all’interno di una scuola superiore di Chicago. Questo spazio venne trasformato in un set cinematografico meticolosamente curato, grazie al talento della scenografa Eve Cauley.

Intervistata dal New York Times, Cauley ha rivelato i dettagli dietro l’allestimento che ha contribuito a rendere la casa un’icona natalizia senza tempo. Al posto di arredamenti moderni o vistosamente lussuosi, la scenografa optò per mobili, oggetti e carta da parati dal fascino raffinato e retrò, evocativi di una famiglia americana ricca da generazioni.

L’obiettivo non era solo rappresentare il benessere economico della famiglia McCallister, ma anche creare un’atmosfera calda e accogliente. I toni predominanti – il verde, il rosso e le rifiniture dorate – furono scelti per conferire agli interni della casa una perfetta armonia con lo spirito natalizio. Questo uso dei colori trasformò la villa in una scenografia che sembra uscire direttamente da una cartolina di Natale, destinata a restare impressa nell’immaginario collettivo.

Chi ha pagato il viaggio a Parigi?

Viaggi in taxi, abiti eleganti e un volo transatlantico: portare quindici persone da Chicago a Parigi, con alcuni biglietti in prima classe, era – e resta – un’impresa costosa, accessibile a pochi. Ma ecco il colpo di scena: a finanziare l’intero viaggio non furono i genitori di Kevin, ma lo zio Rob, che vive a Parigi in un appartamento talmente grande da poter ospitare l’intera famiglia McCallister.

Ma non dimentichiamo un altro elemento. Considerando sempre il contesto degli anni Novanta, la madre di Kevin offre come pagamento un Rolex e i propri gioielli quando tenta disperatamente di tornare a casa da Parigi.

Zio Frank: il “tirchio” della famiglia

Non poteva mancare l’episodio memorabile dello zio Frank, che con la sua fama di spilorcio aggiunge un tocco comico alla narrazione. Celebre per evitare spese di ogni tipo, viene ripreso direttamente nel film mentre si rifiuta di pagare un conto di 122,50 dollari per la pizza e addirittura ruba saliere di cristallo a bordo dell’aereo.

Una curiosità riportata dal New York Times e supportata da uno studio del Journal of Psychiatry del 2008 sottolinea che comportamenti come il taccheggio o piccoli furti sarebbero sorprendentemente più comuni tra persone con redditi familiari elevati. Forse, lo zio Frank incarna inconsciamente questo profilo, alimentando il suo lato più comico e irritante.

Come sono diventati ricchi i genitori di Kevin?

Nel film Mamma ho perso l’aereo, non viene mai chiarito che lavoro facciano i genitori di Kevin per permettersi uno stile di vita così agiato. Questo ha alimentato negli anni numerose teorie da parte dei fan, che cercano indizi nascosti nei dettagli della pellicola.

Una delle ipotesi più popolari riguarda Kate McCallister, che potrebbe essere una stilista di moda. La presenza di manichini nella casa dei McCallister, usati magistralmente da Kevin nelle sue trappole anti-ladro, ha alimentato questa speculazione. A conferma di questa idea, Todd Strasser, autore dei libri tratti dal film, ha dichiarato di aver scelto di rendere Kate una stilista e Peter un uomo d’affari generico “perché sembrava una scelta sicura”. 

Una teoria dei fan ipotizza che Peter McCallister sia legato alla criminalità organizzata, il che spiegherebbe il valore della casa e la violenza di Kevin. Il New York Times non ha potuto escludere questa ipotesi!

Il fascino intramontabile di Mamma ho perso l’aereo

Al di là di speculazioni e teorie, la magia di Mamma ho perso l’aereo risiede nelle sue gag irresistibili, nell’ingegno di Kevin e nella perfetta atmosfera natalizia che ci riporta, ogni volta, all’incanto delle feste. Ma, soprattutto, ci ricorda ciò che davvero conta a Natale. Come direbbe Kevin:Ehi, sto mangiando schifezze e guardo un film da grandi… venite a fermarmi!”.

Vantaggio Club: scopri il mondo con Tiqets e i nostri super sconti

Vantaggio Club: scopri il mondo con Tiqets

Preparatevi a fare il pieno di emozioni, perché stiamo per portare le vostre esperienze culturali a un livello superiore.

Dimenticate la fatica di scegliere tra mille opzioni, perdere tempo prezioso in biglietteria o fare file interminabili. E non dovrete più preoccuparvi di sprecare denaro se cambiate idea all’ultimo minuto: con questo nuovo vantaggio, vivere la cultura diventa semplice, rapido e senza rischi!

Vi presentiamo Tiqets, la piattaforma che vi permette di scoprire musei e attrazioni in tutto il mondo, senza code. Dalle attività acquatiche a Dubai, alle distillerie a Dublino, dagli stadi di Londra a gite in giornata a Las Vegas, passando per i Musei Vaticani. Insomma, c’è proprio tutto!

Per gli amanti dell’arte o i cacciatori di adrenalina, con Tiqets è possibile prenotare in un click i biglietti per le migliori attrazioni del mondo, evitando code infinite e con la comodità di avere tutto sul vostro smartphone. E ovviamente, abbiamo pensato a un vantaggio esclusivo per gli iscritti al Club! 

Cos’è Tiqets?

Se non hai ancora sentito parlare di Tiqets, stai per scoprire una vera chicca. Tiqets è la piattaforma di prenotazione online che ti apre le porte dei musei e delle attrazioni più incredibili del mondo. Da New York a Tokyo, passando per Roma e Parigi, Tiqets ti connette con la cultura globale in un modo super semplice e senza stress.

  • Flessibilità al 100%: avete piani ballerini? Nessun problema! Con Tiqets potete annullare le prenotazioni fino a 24 ore prima dell’ingresso per la maggior parte delle attrazioni.
  • Prenotazioni senza pensieri: niente stress, niente file. Prenotate con facilità e ricevete tutto sul telefono.
  • Esperienze uniche: dai musei alle attrazioni più iconiche del pianeta, Tiqets offre solo il meglio.

Tiqets per i Club

E ora arriva la parte più interessante: se siete parte dei nostri Club, abbiamo preparato per voi uno sconto speciale su 10 ordini. Sì, avete letto bene, non solo su 10 biglietti, ma su 10 ordini completi! Questo significa che ogni volta che prenotate per voi, i vostri amici o la famiglia, avrete uno sconto su tutti i biglietti inclusi in quell’ordine.

Ecco i dettagli:

  • BRONZE e SILVER: 10% di sconto
  • GOLD e PLATINUM: 12% di sconto

E questo sconto potrete utilizzarlo senza spesa minima e senza limiti di sconto, perché l’offerta è cumulabile con altre promozioni presenti sul sito.

Tiqets per la Community

Per tutti gli appartenenti alla Community di Young Platform, abbiamo pensato a qualcosa di unico: uno sconto speciale del 5% senza limiti di ordine. Come per i Club, questo significa che lo sconto verrà appliocato a tutti i biglietti inclusi nell’acquisto.

Copia e incolla il codice YOUTIQ5 al momento del pagamento!

Attenzione: leggi attentamente il prossimo paragrafo per applicare correttamente lo sconto e ricorda che è valido fino al 31 dicembre 2025.

Come funziona?

  • Vai su Tiqets.
  • Scegli l’attività che preferisci, seleziona il numero di biglietti e la data.
  • Inserisci il codice sconto nello spazio “Hai un codice promo? Inseriscilo qui” durante il check-out.
  • Procedi al pagamento dopo aver inserito i tuoi dati, e sei pronto per partire!

NOTA BENE

  • Lo sconto si basa sul prezzo standard al dettaglio e verrà applicato al prezzo finale mostrato al momento della prenotazione.
  • L’offerta è valida solo sull’URL di Young Platform: https://www.tiqets.com/it/?partner=youngplatform 
  • Il coupon è utilizzabile per un massimo di 10 volte (10 transazioni), senza spesa minima e senza limiti di sconto.
  • L’offerta è cumulabile con altre promozioni presenti sul sito.
  • Lo sconto non è valido su Pacchetti o Bundle Tiqets (che includono più prodotti singoli).
  • I coupon non sono trasferibili e non possono essere convertiti in denaro o usati per acquisti precedenti.

Se hai bisogno di assistenza durante la prenotazione, puoi consultare la pagina dedicata: Assistenza Tiqets.

Cosa state aspettando?

Non perdete questa occasione unica per vivere la cultura in tutto il mondo, risparmiando e senza stress. Date un’occhiata anche al loro profilo Instagram per altre idee su come trasformare il vostro tempo libero in una serie di avventure da ricordare: @Tiqets su Instagram.

Preparatevi a viaggiare, esplorare e divertirvi come mai prima d’ora!

Tasse su Bitcoin stratosferiche: la nuova aliquota al 42% farà scappare imprenditori e investitori

tasse bitcoin 42%

L’aumento delle tasse su Bitcoin è un clamoroso errore: penalizza giovani, startup e innovazione. Per l’ennesima volta.

​​Il governo italiano ha deciso di proporre un aumento della tassazione sulle criptovalute che fa saltare dalla sedia chiunque abbia mai anche solo sentito parlare di Bitcoin. L’aliquota sulle plusvalenze? Dal 26% al 42%. Avete letto bene, quarantadue percento. Una mossa che, se passasse, ci metterebbe in cima alla lista dei Paesi dove investire sulle criptovalute è un po’ come vincere alla lotteria (anzi no perché lì la tassazione sopra i 500€ è al 20%) e dover dare quasi metà del jackpot allo Stato. Insomma, sul podio per la tassazione più alta al mondo. Ah, il fascino dell’Italia. 

Il grande annuncio: tassazione al 42%

Il protagonista di questa operazione è il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, che durante una conferenza stampa per la manovra finanziaria del 2025 ha lanciato questa bomba. Obiettivo? Fare cassa, ovviamente, per sostenere famiglie, imprese e risanare il deficit di bilancio. Cose nobili, per carità. Secondo Leo, l’espansione delle criptovalute, ormai quasi come la diffusione delle pizze a domicilio, richiede un trattamento fiscale “serio”. E cosa c’è di più serio di un’aliquota che passa da un dignitoso 26% a un bel 42%? Un aumento del 61% in un colpo solo.

Oggi, le criptovalute in Italia vengono trattate come azioni e obbligazioni, tassate al 26%. Ma con questa nuova proposta, si passa a un livello che fa sembrare Dubai ancora più attraente. In fondo, perché non superare sempre nel peggio gli standard internazionali?

La reazione della comunità crypto: indignazione e meme

Appena la notizia è uscita, il caos ha fatto capolino nel mondo delle criptovalute. Investitori, imprenditori e probabilmente anche qualche influencer crypto sono insorti. Paolo Ardoino, CEO di Tether, non si è certo tirato indietro: ha ironizzato sul fatto che il successo delle criptovalute in Italia è premiato con tasse da far scappare. Letteralmente. Ha condiviso un meme sui social: la nuova strategia di investimento diventa “fuga dall’Italia”.

E non è l’unico a pensarla così. Un’aliquota del 42% sembra proprio fatta apposta per spaventare capitali e investitori, con destinazioni come Dubai e altre giurisdizioni amiche delle crypto già pronte ad accoglierli a braccia aperte.

Una manovra da fuga di capitali e imprese

Ardoino non si è limitato a fare ironia. Ha criticato duramente la proposta, definendola miope e pericolosa in un’intervista rilasciata a La Stampa: “In conferenza stampa il viceministro Leo ha detto che aumentano le tasse sulle rendite perché Bitcoin è diventato uno strumento più popolare. Cioè il principio è: visto che aumentano i suoi possessori, portiamo le tasse di chi li possiede dal 26% al 42%. È miope e pericoloso. In Italia si stima che i possessori di crypto siano 2,5 milioni per un valore totale di circa 2,5 miliardi. E chi pagherà le conseguenze più dure? I giovani, che sono la stragrande maggioranza dei possessori di crypto. A loro si sta dicendo che l’Italia tassa un’innovazione, e la tassa più di qualsiasi altra cosa.”

Non si tratta solo di giovani investitori. Ardoino sottolinea un problema ancora più profondo per le imprese: “Per le aziende questo rappresenta un rischio sistemico. Conosco molta gente che ha crypto e vuole pagare le tasse, anche al 26%, come avviene con altri investimenti. Ma c’è una logica sbagliata in tutto questo. Io ho fatto impresa scommettendo su un’innovazione. L’Italia non ha mai premiato chi vuole fare innovazione. Non ha mai capito dove andava il mondo, anche prima delle criptovalute.”

Con parole amare, Ardoino denuncia l’incapacità dell’Italia di valorizzare i talenti: “Conosco menti incredibili nel nostro Paese che non vengono valorizzate, e a un certo punto si stancano e vanno via. E poi, se qualcuno riesce in qualcosa, non solo non viene aiutato, ma viene criminalizzato.”

E non è solo Ardoino a suonare l’allarme. Young Platform non resterà in silenzio. Come azienda, faremo in modo di aprire un dialogo con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, il Parlamento e le autorità competenti per evitare che questo aumento fiscale venga messo in atto. L’Italia non può continuare a soffocare l’innovazione con provvedimenti che vanno nella direzione sbagliata. Un intervento fiscale di questo tipo non solo soffocherà l’industria, ma incentiverà l’evasione e penalizzerà chi cerca di operare nel rispetto delle regole.

L’esperienza di altri paesi: un avvertimento ignorato

L’Italia, comunque, non è l’unica ad aver provato la mossa della tassazione heavy sulle criptovalute. Prendiamo l’India, che ha imposto tasse altrettanto severe un paio d’anni fa. Risultato? Gli scambi di criptovalute si sono prosciugati come pozzi nel deserto e gli investitori hanno fatto le valigie per piattaforme offshore. E l’efficacia fiscale? Un miraggio.

Qualcuno a Roma ha guardato questo disastro indiano prima di proporre il 42%? La domanda è legittima. Se l’Italia seguirà questa strada, c’è da aspettarsi che startup, aziende e investitori crypto si imbarchino su voli per mete esotiche, portando con sé i loro wallet e lasciando dietro di sé solo la polvere.

Il contesto Europeo: la MiCA

Il tutto arriva in un momento in cui l’Europa si sta preparando ad attuare il regolamento MiCA (Markets in Crypto-Assets), che promette di armonizzare le normative crypto in tutto il continente entro la fine del 2024. MiCA stabilirà nuovi requisiti di licenza per le aziende crypto, oltre a imporre standard più elevati di trasparenza e sicurezza.

L’introduzione di MiCA potrebbe e dovrebbe avere un impatto anche sul regime fiscale delle criptovalute. Ad esempio, potrebbe uniformare la tassazione all’interno dell’UE, riducendo la discrepanza tra i diversi Paesi membri. Nel frattempo che la mastodontica macchina burocratica si attui, ogni nazione si diverte a fare a gara a chi inventa le tasse più originali. L’Italia, con questo 42%, sta puntando a vincere il primo premio.

Inoltre, MiCA potrebbe facilitare la migrazione delle aziende crypto all’interno dell’UE, permettendo loro di stabilirsi in nazioni con una tassazione meno penalizzante, come Portogallo o Germania, che mantengono approcci più favorevoli al settore.

Cosa succederà adesso?

Ora resta da vedere se la legge di bilancio 2025 passerà o meno. Se approvata, l’Italia diventerebbe uno dei Paesi con la tassazione più alta al mondo per le criptovalute, superando di gran lunga altre nazioni europee. Questo aumento dell’aliquota potrebbe scoraggiare gli investimenti nel settore e danneggiare la crescita dell’industria crypto in Italia.

Sebbene il governo Meloni abbia giustificato la decisione come necessaria per risanare le finanze pubbliche, la comunità crypto teme che un’aliquota così alta possa soffocare l’innovazione e spingere gli investitori verso Paesi più favorevoli. Con l’entrata in vigore di MiCA e la possibilità di ulteriori modifiche al quadro normativo europeo, il futuro della tassazione delle criptovalute rimane nebuloso, ma una cosa è certa: se non sarà roseo sarà almeno ironico, come tutto il resto in questo Paese.

Guida all’attivazione dello staking su Young Platform

Come attivare lo staking su Young Platform

Scopri come attivare lo staking on-chain e ricevere nuove criptovalute come ricompensa in modo automatico e ricorrente.

Lo staking è una pratica che consente a chi possiede criptovalute di partecipare attivamente alla rete blockchain, “bloccando” una parte dei loro asset per un certo periodo di tempo, in cambio di ricompense. In parole semplici, chi fa staking mette a disposizione le proprie criptovalute per sostenere il funzionamento e la sicurezza della rete e riceve in cambio nuove criptovalute come ricompensa.

Nello staking, il diritto di convalidare le transazioni è incorporato nel numero di monete “bloccate” all’interno di un portafoglio. Proprio come nel mining su una piattaforma PoW, gli staker sono incentivati ​​a trovare un nuovo blocco o ad aggiungere una transazione su una blockchain. E l’incentivo consiste proprio nelle nuove monete che i partecipanti ricevono per aver verificato la legittimità delle transazioni.

Memo
Gli asset virtuali messi in staking non saranno idonei per il trading o per ordini di vendita o scambio con altre criptovalute, perché bloccati sulla blockchain.

Perché lo staking offre ricompense?

Le ricompense dello staking derivano dal meccanismo di consenso di alcune blockchain, come la Proof of Stake (PoS). Partecipando allo staking, si contribuisce alla convalida delle transazioni e al mantenimento della sicurezza della rete, il che permette alla blockchain di funzionare in modo decentralizzato e sicuro. In cambio di questo contributo, si ricevono nuove criptovalute, in base alla quantità di monete messe in staking e al tempo di blocco.

Memo
Maggiore è il numero di criptovalute che metto in staking, maggiore il numero di nuove monete che riceverò come ricompensa. Più a lungo terrò le mie criptovalute bloccate in staking, maggiore sarà la ricompensa.

Staking su Young Platform 

Young Platform offre due modalità di staking:

  • Liquid Staking su Ethereum (ETH)
  • Proof of Stake su Solana (SOL), Cosmos (ATOM) e Celestia (TIA)

Scopri Young Platform

Vantaggi dello staking su Young Platform

Uno dei principali vantaggi dello staking su Young Platform è la semplicità d’uso tipica di una piattaforma centralizzata. Usare Young Platform significa accedere facilmente ai servizi DeFi, che altrimenti potrebbero risultare complessi per chi non ha familiarità con il settore. 

  • Convenienza: metti facilmente a lavoro gli asset inattivi nel tuo portafoglio Young Platform e ricevi nuove monete proporzionali alla quantità messa in staking.
  • Pagamenti regolari: ricevi ricompense in linea con il protocollo della blockchain.
  • Flessibilità: possibilità di ritirare lo staking in qualsiasi momento una volta che lo staking è stato attivato.
  • Sicurezza: Young Platform utilizza provider leader di settore.

Importi minimi e massimi 

La piattaforma riduce le barriere d’ingresso, permettendo di attivare lo staking con quantità minime di criptovalute:

  • Ethereum (ETH): Minimo 0.02 ETH; Massimo 3 ETH per singolo stake.
  • Solana (SOL): Minimo 0.3 SOL; Massimo 75 SOL per singolo stake.
  • Cosmos (ATOM): Minimo 10 ATOM; Massimo 1000 ATOM per singolo stake.
  • Celestia (TIA) Minimo 10 TIA; Massimo 1000 TIA per singolo stake.

NB: Se desideri mettere in staking quantità più elevate, ti basterà creare più stake separati sulle stesse criptovalute.

Memo
Questa accessibilità rende lo staking su Young Platform ideale anche per chi vuole iniziare con piccoli importi.

Importi massimi totali

  • Ethereum (ETH). Importo massimo totale in stake: 300 ETH
  • Solana (SOL). Importo massimo totale in stake: 4500 SOL
  • Cosmos (ATOM). Importo massimo totale in stake: 10.000 ATOM
  • Celestia (TIA). Importo massimo totale in stake: 10.000 TIA

Usa i convertitori per calcolare il valore in Euro di queste quantità:

Come attivare lo staking su Young Platform

Step 1: Acquistare le criptovalute

Per attivare lo staking, è necessario possedere una quantità minima di criptovalute. Puoi depositare sul tuo account tramite bonifico o carta (leggi la guida per il deposito) e finalizzare un acquisto prima di procedere con lo staking. Oppure puoi direttamente acquistare la criptovaluta che ti interessa mentre stai attivando lo staking.

Memo
Puoi decidere di fare staking su una singola moneta o su più monete contemporaneamente.

Step 2: Scegliere lo staking

  1. Accedi alla sezione “Staking”

Accedi alla sezione dalla navigation bar di Young Platform.

  1. Selezionare la tipologia di staking 

A questo punto, potrai scegliere la tipologia di staking che preferisci attivare: Proof of Stake o Liquid Staking. Se la criptovaluta selezionata supporta entrambe le tipologie, puoi anche decidere di attivare entrambe.

  1. Comprendere l’APY (Annual Percentage Yield) 

Durante la selezione dello staking, viene mostrata la percentuale annua (APY), che rappresenta il rendimento annuale che puoi aspettarti. L’APY indicata è una media degli ultimi 30 giorni (per Ethereum) o quella riconosciuta dalla rete in quel preciso momento (per Solana, Cosmos e Celestia) e può variare nel tempo, a seconda delle fluttuazioni del mercato e delle condizioni della rete blockchain. L’APY è al lordo  delle commissioni applicate.

Memo
Le ricompense vengono accreditate nella criptovaluta messa in staking. Ad esempio, se fai staking su Ethereum, riceverai nuove monete ETH.

Step 3: Attivare lo staking

Proseguendo oltre la scelta del tipo di staking, vedrai una pagina con le sue caratteristiche specifiche. Le nuove informazioni che troverai sono:

  • Ricompensa Club: i nostri iscritti ai Club possono godere di una ricompensa extra in token YNG. 
  • Tempo di attivazione: indica quanto tempo è necessario affinché lo staking diventi effettivo dopo la creazione. Tra il momento in cui crei lo staking e il momento in cui diventa attivo on-chain possono trascorrere diversi giorni, durante i quali non riceverai ancora le ricompense. Ogni protocollo ha le sue tempistiche precise.
  • Accredito delle ricompense: specifica la frequenza con cui riceverai le ricompense e se è previsto un meccanismo di interesse composto, cioè se le ricompense ottenute vengono rimesse in staking automaticamente.
  • Tempo di chiusura: spiega quanto tempo ci vorrà per sbloccare le criptovalute e trasferirle sul Portafoglio Principale una volta deciso di chiudere lo staking. Come per l’attivazione, ogni protocollo ha le sue tempistiche precise.
  • Report fiscale: secondo la Legge di Bilancio 2023, in Italia, le attività di staking sono fiscalmente rilevanti. Le ricompense ottenute sono soggette a imposizione fiscale come reddito diverso, classificato sotto la voce “altri proventi”. Pertanto, tutte le ricompense guadagnate verranno riportate nel Report Fiscale per la dichiarazione del prossimo anno.

Per una panoramica di queste informazioni, visita la pagina Commissioni e Prezzi. 

Ogni protocollo ha una struttura e un meccanismo di staking differenti. Questi protocolli sono mantenuti e supportati da vari progetti di terze parti che sono distinti e separati da Young Platform.

Step 4. Inserisci l’importo 

Una volta letto il prospetto informativo, procedi per inserire la quantità di criptovaluta da mettere in staking. Ricorda di controllare sempre la soglia minima necessaria per ciascuna moneta. Grazie al controvalore in euro, potrai vedere immediatamente quanto stai mettendo in staking in termini di valuta tradizionale.

Le criptovalute che decidi di mettere in staking restano sempre tue: saranno semplicemente bloccate sulla blockchain per il periodo scelto, ma non perderai il loro possesso. Inoltre, consultando l’APY riportato sotto, potrai già farti un’idea delle ricompense potenziali che potrai ottenere in un anno, in base all’importo che hai inserito.

Una volta confermato, non ti resta che dare un’occhiata al riepilogo e confermare.

Memo
Il controvalore in euro delle ricompense che riceverai è calcolato applicando l’APY (la percentuale annuale) alla quantità di criptovalute messe in staking. Ricorda, però, che questa è solo una stima e può variare. Le ricompense effettive potrebbero essere più alte o più basse, poiché l’APY dipende sia dalle condizioni della rete che dal mercato. Inoltre, il controvalore è basato sul prezzo attuale delle criptovalute: dopo un anno, il loro valore potrebbe cambiare.

Monitoraggio dello stake attivo

Una volta attivato lo staking, potrai monitorarlo nella sezione Staking attivi.

Vedremo in dettaglio questa schermata nel prossimo articolo. Per ora, ecco cosa ci serve:

  • Scorri la schermata fino a “Storico stake”
  • Clicca su quello appena creato. Come potrai notare riporta l’etichetta “AVVIO IN CORSO”

Lo stato del tuo staking può trovarsi in diverse fasi, ognuna identificata da un’etichetta:

  • IN ATTIVAZIONE: lo staking è stato creato ed è in fase di attivazione sulla blockchain.
  • ATTIVO: lo staking è operativo e sei pronto per ricevere le ricompense.
  • IN CHIUSURA: hai richiesto la chiusura dello stake, e le tue criptovalute sono in fase di sblocco on-chain. Una volta sbloccate, verranno riaccreditate automaticamente nel tuo Portafoglio Principale.
  • CHIUSO: lo stake è stato completamente chiuso e non ricevi più ricompense.

In questa schermata riepilogativa sono inoltre presenti altre informazioni utili:

  • Ricompensa staking: quante sono le nuove monete che hai già ricevuto come ricompensa. 
  • Ricompensa Club: i token YNG maturati grazie allo staking.
  • Cronologia: la data di creazione, attivazione, prima ricompensa, eventuale richiesta di chiusura e data di chiusura dello stake.   

Tempistiche e condizioni delle ricompense dello staking

Le criptovalute messe in staking inizieranno a ottenere ricompense solo dopo il completamento del tempo di attivazione e l’elaborazione con il validatore. È importante notare che, se decidi di ritirare lo staking anticipatamente, potresti non ricevere alcuna ricompensa. Inoltre, le ricompense potrebbero non essere accreditate se risultano inferiori alla precisione decimale minima indicata nelle specifiche del protocollo.

I tassi di ricompensa sono basati su stime delle ricompense generate dai validatori, al lordo delle commissioni addebitate da Young Platform. Le ricompense effettive saranno accreditate solo dopo essere state ricevute dal protocollo blockchain. È importante sottolineare che Young Platform non garantisce alcun rendimento o un tasso di ricompense specifico. Inoltre, la prima ricompensa potrebbe richiedere più tempo del previsto per essere accreditata, a causa di fattori come il tempo di attivazione del protocollo o le prestazioni dei validatori di terze parti.

Qual è il prossimo passo?

Se sei arrivato fin qui, ottimo lavoro! Hai gettato solide fondamenta. Ma ora è tempo di alzare lo sguardo. È tempo di immaginare le altezze che saremo in grado di costruire.

Passiamo al prossimo capitolo: Guida: creare nuovi stake e aggiungere fondi a quelli esistenti

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Le Federal Reserve ha tagliato i tassi di interesse di 50 punti base: cosa aspettarsi ora?

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La Federal Reserve tagliato i tassi di interesse durante l’incontro del Federal Open Market Committee (FOMC) del 18 settembre. Attualmente, i tassi sui fondi federali sono al 5%, dopo il taglio di 50 punti base. Ma quali fattori hanno guidando questa attesa decisione, cos’ha detto Jerome Powell, il presidente della FED, durante la conferenza stampa e cosa succederà sui mercati nelle prossime settimane?

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Gli indicatori economici che influenzano le decisioni della Fed

Le decisioni sui tassi di interesse non sono mai semplici: la Federal Reserve ha dovuto tenere conto di diversi indicatori economici per valutare se era il momento giusto per ridurre i tassi. Alcuni degli indicatori chiave che la Fed osserva includono:

  • Inflazione (CPI e Core CPI): l’inflazione è uno dei principali obiettivi della politica monetaria della Fed. Quando i prezzi crescono troppo velocemente, la Fed tende ad aumentare i tassi per frenare la domanda e stabilizzare i prezzi. A settembre, l’indice dei prezzi al consumo (CPI) ha rallentato di ben 40 punti base, con un tasso annuale del 2,6%, in calo rispetto al 2,9%. Questo calo dell’inflazione avvicina l’economia agli obiettivi della Fed, ed è sicuramente uno dei motivi che ha portato al taglio dei tassi.
  • Mercato del lavoro: anche l’occupazione gioca un ruolo importante nelle decisioni della Fed. Quando il mercato del lavoro è forte, con bassi livelli di disoccupazione, c’è meno pressione per tagliare i tassi. Tuttavia, i recenti rapporti mostrano un raffreddamento del mercato del lavoro. Gli Stati Uniti hanno aggiunto solo 142.000 nuovi posti di lavoro ad agosto, un numero inferiore alle aspettative degli economisti, segnalando un rallentamento.
  • Crescita economica: il Prodotto Interno Lordo (PIL) è un altro indicatore da tenere d’occhio. Se l’economia cresce troppo rapidamente, potrebbe esserci un rischio di inflazione, mentre una crescita debole potrebbe suggerire la necessità di stimoli economici come i tagli ai tassi. Attualmente, la crescita economica negli Stati Uniti sta rallentando, il che rende più probabile un intervento della Fed per evitare una recessione.

Chi viene influenzato dai cambiamenti dei tassi di interesse?

Le decisioni della Fed sui tassi di interesse hanno un impatto diretto su molti settori dell’economia, e gli effetti possono essere percepiti dai consumatori, dagli investitori e dalle imprese. Ecco alcuni esempi:

  • Mutui e prestiti: uno dei primi effetti tangibili dei cambiamenti nei tassi di interesse riguarda i mutui. Chi ha un mutuo a tasso variabile, ora che la FED ha tagliato i tassi, potrebbe vedere una diminuzione delle rate mensili, mentre i nuovi acquirenti di case potrebbero ottenere prestiti a condizioni più favorevoli.
  • Investimenti e mercati finanziari: quando la Fed taglia i tassi, i costi di finanziamento per le imprese diminuiscono, rendendo più conveniente investire e prendere prestiti. Tuttavia, il mercato azionario può reagire in modo misto: mentre i tagli ai tassi stimolano alcune aziende, altri settori, come la tecnologia, potrebbero essere più cauti. Recentemente, il Nasdaq ha subito un calo del 2,6%, a causa delle preoccupazioni sull’economia e sul rallentamento del boom dell’intelligenza artificiale.
  • Risparmio: un aspetto importante per i risparmiatori riguarda i Certificati di Deposito (CD), che offrono tassi di interesse vantaggiosi. Ora che la Fed ha tagliato i tassi, anche i rendimenti dei CD potrebbero ridursi.

L’attuale contesto economico e il primo taglio dei tassi dal 2007

Il quadro generale mostra un’inflazione in calo e un mercato del lavoro in raffreddamento, ma ancora forte. Con l’inflazione che si avvicina all’obiettivo del 2%, la Federal Reserve ha considerato sufficiente lo “spazio” per tagliare di 50 punti base. 

Gli effetti a lungo termine dei tagli ai tassi di interesse

Sebbene i tagli ai tassi di interesse abbiano effetti immediati sui mutui, prestiti e mercati finanziari, i veri impatti a lungo termine possono essere più complessi. Quando i tassi di interesse sono più bassi, il credito diventa più accessibile, stimolando consumi e investimenti. Questo può favorire la crescita economica a breve termine, ma se i tassi rimangono bassi troppo a lungo, ci sono alcuni rischi da considerare:

  • Rischio di inflazione futura: se il taglio dei tassi della FED si rivelerà troppo massiccio, l’economia potrebbe surriscaldarsi, portando a un nuovo ciclo di inflazione. Anche se oggi l’inflazione è sotto controllo, un periodo prolungato di stimoli potrebbe alimentare una nuova crescita dei prezzi, specialmente se l’economia si riprende rapidamente.
  • Crescita del debito: tassi di interesse bassi rendono il debito meno costoso, sia per i consumatori che per le imprese. Questo può incoraggiare maggiori livelli di indebitamento. Tuttavia, debiti eccessivi potrebbero diventare insostenibili in caso di crisi future o di un aumento improvviso dei tassi di interesse.
  • Impatto sui risparmiatori: a lungo termine, i tassi bassi penalizzano i risparmiatori, che vedono diminuire i rendimenti sui loro investimenti a basso rischio come i conti di risparmio e i certificati di deposito. Per i pensionati o chi vive di rendite da risparmio, questo può rappresentare un problema. Al contrario, per gli investitori più predisposti al rischio, questo diventa uno scenario più favorevole, spingendoli a cercare investimenti più rischiosi per ottenere rendimenti maggiori.
  • Bollette più alte per il debito pubblico: un’altra conseguenza a lungo termine dei tassi bassi è il potenziale aumento del debito pubblico. Se il governo si indebita più facilmente per finanziare progetti, potrebbe accumulare debito che sarà difficile da gestire nel futuro, specialmente se i tassi dovessero risalire.

Come dovrebbero muoversi gli investitori in un contesto di taglio dei tassi?

Ora che la Federal Reserve ha tagliato i tassi di interesse, gli investitori possono rivedere la loro strategia per adattarsi alle nuove condizioni economiche. In generale, tassi di interesse più bassi significano che il costo del denaro diminuisce, rendendo più conveniente per le aziende prendere in prestito e investire, ma riducendo i rendimenti su investimenti sicuri come i conti di risparmio e i certificati di deposito. Ecco alcune strategie che gli investitori possono considerare:

  • Diversificare il portafoglio: con tassi di interesse in calo, gli investimenti sicuri come obbligazioni e conti di risparmio tendono a offrire rendimenti più bassi. Questo può spingere gli investitori a cercare rendimenti maggiori in asset più rischiosi, come le azioni, le criptovalute o i fondi comuni. In particolare, settori come la tecnologia o le energie rinnovabili potrebbero beneficiare di un contesto di tassi bassi, in quanto le aziende possono investire più facilmente in progetti di crescita.
  • Considerare investimenti a lungo termine: anche se i tassi sono bassi, ci possono essere opportunità per bloccare rendimenti vantaggiosi a lungo termine. Questo può proteggere il capitale dall’erosione dei rendimenti nel tempo.
  • Valutare le azioni di aziende che beneficiano di tassi bassi: settori come il real estate e le utility, che tipicamente richiedono grandi finanziamenti, possono trarre vantaggio da tassi più bassi, poiché il costo del debito diminuisce. Gli investitori potrebbero considerare l’acquisto di azioni in questi settori, che potrebbero avere una crescita sostenuta nel nuovo contesto economico.
  • Monitorare l’inflazione: sebbene i tassi bassi stimolino l’economia, gli investitori devono stare attenti a possibili segnali di inflazione futura. Se l’inflazione dovesse riprendere, gli investimenti più conservativi come obbligazioni e titoli di Stato a tasso fisso potrebbero perdere valore. Gli investitori dovrebbero quindi tenere d’occhio le politiche future della Fed per comprendere se ci sarà un ritorno a tassi più alti nel medio termine.

Taglio di 50 punti base: un bene o un male?

La FED ha tagliato i tassi di interesse di 50 punti base, superiore alle previsioni degli esperti che si aspettavano una riduzione del costo del denaro dello 0,25%. Per qualcuno questo taglio implicherebbe una crescita del rischio di una recessione, e quindi sarebbe un tentativo in extremis da parte della banca centrale americana di sventare questo rischio. 

Nonostante questo, però, Jerome Powell non è apparso preoccupato, ma anzi ottimista. Secondo Powell l’economia degli Stati Uniti è forte, e il mercato del lavoro, il principale elemento di preoccupazione per chi segue la vicenda, è solido. Per quanto riguarda le decisione future, invece, il presidente della FED ha dichiarato che “verranno prese in modo graduale analizzando i dati”. Il taglio dei tassi e l’ottimismo di Jerome Powell ha avuto anche un impatto, seppur leggero, sul mercato crypto. Il prezzo di Bitcoin è in crescita del 3% circa rispetto a ieri, mentre Ethereum quasi del 5%.

Il passaporto più potente al mondo: la classifica 2024

passaporto più potente al mondo 2024 classifica

Cosa significa avere il passaporto più potente al mondo? Perché alcuni passaporti offrono più libertà rispetto ad altri? In questo approfondimento, esploreremo il concetto di potenza del passaporto, la classifica dei passaporti più potenti al mondo nel 2024, e cosa significa per i cittadini possedere un documento così importante.

Cos’è un passaporto “potente”?

Immagina di poter viaggiare liberamente, attraversare frontiere senza problemi e scoprire nuove culture senza dover affrontare lunghe pratiche burocratiche. Questo è ciò che significa avere il “passaporto più potente al mondo”. Un passaporto potente permette di entrare in molti Paesi senza bisogno di visto o con un visto ottenibile all’arrivo. Dà quindi una grande libertà di movimento.

Vantaggi e privilegi

Tra i principali vantaggi di possedere un passaporto potente ci sono:

  • Libertà di movimento: viaggiare in molti Paesi senza la necessità di un visto.
  • Opportunità economiche: accesso facilitato a mercati globali e possibilità di stabilirsi in altre nazioni per motivi di lavoro.
  • Qualità della vita: opportunità di scegliere tra diverse destinazioni per vivere, studiare o lavorare, migliorando la qualità della vita.

Come cambia la classifica dei passaporti più potenti al mondo?

La classifica dei passaporti più potenti al mondo è in costante evoluzione. Le variazioni possono essere causate da una serie di fattori, tra cui:

  • Geopolitica: le tensioni o gli accordi tra Paesi possono influenzare il numero di nazioni accessibili senza visto.
  • Accordi internazionali: nuovi trattati o partnership possono modificare le condizioni di ingresso per i cittadini di determinati Paesi.
  • Crisi globali: eventi come la pandemia di COVID-19 hanno avuto un impatto significativo sulle possibilità di viaggio a livello globale.

Come si misura il passaporto più potente al mondo

Ogni anno, diverse organizzazioni pubblicano classifiche dei passaporti più potenti al mondo, basate sulla libertà di viaggio che offrono. Tra le più importanti c’è l’Henley Passport Index,  che valuta i passaporti in base al numero di Paesi che si possono visitare senza bisogno di visto.

Questa classifica confronta 199 passaporti con 227 possibili destinazioni. Il “punteggio” di un passaporto dipende dal numero di Paesi accessibili senza visto. I dati provengono dal database dell’International Air Transport Association (IATA.

Classifica dei passaporti più potenti al mondo nel 2024

Vediamo ora la classifica aggiornata.

1. Il nuovo numero uno: Singapore 

Nel 2024, Singapore ha superato altri Paesi che solitamente si contendono il primo posto, diventando il passaporto più potente al mondo. Ora i cittadini di Singapore possono viaggiare senza visto in 195 Paesi su 227, stabilendo un nuovo record. Questo successo conferma la posizione di Singapore come leader mondiale grazie alle sue solide relazioni diplomatiche e alla sua stabilità economica.

Come vedremo più avanti, la libertà di movimento delle persone è strettamente legata alla mobilità del denaro e quindi alla ricchezza di un Paese. Non c’è da stupirsi, quindi, se Singapore sia uno dei paesi più “crypto-friendly” al mondo. Da tempo, Singapore sta cercando un equilibrio normativo per le criptovalute e di attrarre l’industria dentro i suoi confini. Se vuoi seguire il mercato crypto, dovresti scaricare questo: 

Scopri Young Platform

2. Al secondo posto anche l’Italia 

Mentre Singapore ha raggiunto il primo posto, un gruppo di Paesi europei e asiatici è al secondo posto, con accesso senza visto a 192 destinazioni. Francia, Germania, Italia, Giappone e Spagna condividono questa posizione, mostrando come la stabilità e le relazioni diplomatiche continuino a essere fondamentali per la libertà di viaggio.

3. Terzo posto: Europa e Asia 

Al terzo posto troviamo un gruppo senza precedenti di sette Paesi, ciascuno con accesso a 191 destinazioni senza visto. Questi includono Austria, Finlandia, Irlanda, Lussemburgo, Paesi Bassi, Corea del Sud e Svezia. Questa concentrazione di Paesi al terzo posto sottolinea come l’Europa e l’Asia continuino a dominare la classifica mondiale dei passaporti più potenti.

4. Regno Unito e gli Stati Uniti: vecchie glorie in declino

Il Regno Unito si aggrappa al 4° posto. Condivide il risultato con Belgio, Danimarca, Nuova Zelanda, Norvegia e Svizzera. Il punteggio? 190 destinazioni. Registra un lieve declino rispetto agli anni precedenti, ma mantiene comunque una posizione di rilievo.

Gli Stati Uniti continuano a scendere nella classifica, arrivando all’8° posto con accesso a 186 Paesi senza visto. È evidente come sia gli Stati Uniti che il Regno Unito, che erano al 1° posto nel 2014, abbiano perso forza nel loro passaporto negli ultimi dieci anni. Il riflesso di una progressiva perdita di influenza politica e diplomatica.

I Paesi con il passaporto meno potente

All’estremità opposta della classifica, l’Afghanistan rimane al 199° posto come il passaporto più debole al mondo. Negli ultimi sei mesi, il passaporto afgano ha perso l’accesso a un’altra destinazione, lasciando i suoi cittadini con solo 26 Paesi accessibili senza visto. Il punteggio più basso mai registrato nella storia dell’indice.

I più grandi scalatori e caduti nella classifica

Emirati Arabi Uniti: un’ascesa straordinaria

Una delle storie di maggior successo nel 2024 è quella degli Emirati Arabi Uniti (EAU). Per la prima volta sono entrati nella Top 10. Hanno aggiunto 152 destinazioni dal 2006, raggiungendo un punteggio di 185. Questo salto, dal 62° al 9° posto, è frutto di una strategia mirata del governo per fare degli EAU un centro globale per affari, turismo e investimenti.

Cina e Ucraina: i più veloci nello scalare la classifica

Sia la Cina che l’Ucraina hanno fatto passi da gigante nella classifica negli ultimi dieci anni. Dal 2014, la Cina è salita di 24 posizioni, dall’83° al 59° posto, e l’Ucraina è passata dal 53° al 30° posto, permettendo ai suoi cittadini di viaggiare senza visto in 148 Paesi. Questo miglioramento riflette i cambiamenti politici ed economici in questi Paesi.

Il grande perdente: il Venezuela

Il Venezuela è il Paese che ha perso di più, scendendo di 17 posizioni, dal 25° al 42° posto negli ultimi dieci anni. Questa caduta è dovuta alle gravi crisi economiche e politiche, che hanno spinto oltre sette milioni di venezuelani a lasciare il Paese. Anche Yemen, Nigeria e Siria hanno registrato significative perdite, scendendo rispettivamente di 15, 13 e 13 posizioni, a causa di conflitti e instabilità che limitano la mobilità dei loro cittadini.

L’Impatto della libertà di viaggio sulla prosperità economica

Nel 2024, la libertà di viaggiare è diventata un indicatore importante della prosperità economica. Secondo l’Henley Global Mobility Report, la possibilità di viaggiare senza visto o di trasferire le proprie attività in città favorevoli è diventata un fattore chiave per la ricchezza e l’eredità internazionale. La classifica dei passaporti sembra influenzare anche la classifica dei paesi più ricchi del mondo e quella dei paesi più poveri del mondo. 

Le città in più rapida crescita per milionari

Tra le città in più rapida crescita per milionari, Shenzhen e Hangzhou in Cina hanno registrato una crescita impressionante, rispettivamente del 140% e del 125%. Anche Bengaluru in India, Austin e Scottsdale negli Stati Uniti, Ho Chi Minh City in Vietnam e Sharjah negli Emirati Arabi Uniti sono in forte crescita, dimostrando come la mobilità globale e l’accesso senza visto siano diventati strumenti essenziali per espandere la ricchezza. Dai un’occhiata anche alla classifica degli uomini più ricchi del mondo.

Tirando le somme

Nel 2024, possedere il passaporto più potente al mondo è sinonimo di libertà, opportunità e prestigio. Non è solo un documento di viaggio, ma un vero e proprio simbolo di apertura al mondo. Mentre la classifica dei passaporti più potenti continua a evolversi, riflettendo le dinamiche globali, una cosa è certa: avere un passaporto potente significa avere il mondo a portata di mano.

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“Buy the dip”: il canto delle sirene o l’oracolo di Delfi?

buy the dip bitcoin

“Buy the dip” è una frase molto comune nel mondo degli investimenti e del trading, ed è particolarmente popolare tra chi si muove nel mercato crypto. Pensiamo a ieri, lunedì 5 luglio: un vero e proprio “lunedì nero”. Chi non si è fatto venire il mal di stomaco vedendo un crollo di BTC di oltre il 18% ha sicuramente sentito il richiamo delle sirene. Cari Ulisse, vogliamo ammetterlo? Buy the dip, Buy the dip, Buy the dip. Questa melodia ha risuonato nelle orecchie di chi è già abituato agli schiaffi di questo mercato o di chi ha nervi d’acciaio.

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Non si vedeva una caduta così da due anni. E in ogni crollo si nascondono due volti: uno di catastrofe e uno di grande opportunità. Ma, ovviamente, non tutte le dinamiche possono essere sotto il nostro controllo. Serve anche una solida gestione del rischio, costruendo nel tempo strategie diversificate per evitare di essere troppo esposti al mercato. Nessuno vuole trovarsi in una tempesta di neve in mutande, anche se ci sentiamo dei supereroi (e no, non fatelo, è un errore).

Dopo tutto questo preambolo, la domanda è: cos’è esattamente il “Buy the dip”? Vale sempre la pena seguire questo “mantra” o è meglio, a volte, essere più cauti? In questo articolo proveremo a rispondere a queste domande, nella speranza di darvi una spada e uno scudo in più per il prossimo scontro. Il nostro augurio è che possiate uscirne vittoriosi. 

Che cosa vuol dire Buy the Dip?

La traduzione letterale di “Buy the dip” è “comprare il calo”. Questa pratica di trading consiste nell’acquistare un asset dopo che il suo prezzo è diminuito, nella speranza che questa diminuzione sia temporanea e che il prezzo risalga presto. L’idea è che il ribasso rappresenti un’opportunità di acquisto a un prezzo scontato, aspettando che il mercato rimbalzi.

Vantaggi

  • Opportunità di profitto: comprare durante un ribasso può risultare molto profittevole se il mercato rimbalza e i prezzi tornano a salire.
  • Riduzione del costo medio: aggiungendo posizioni durante i cali, un investitore può ridurre il costo medio di acquisto di un asset, migliorando il potenziale di rendimento.
  • Accesso a prezzi scontati: acquistare asset durante un ribasso offre l’opportunità di entrarne in possesso a prezzi che potrebbero essere considerati scontati rispetto al loro valore a lungo termine.

Limiti e rischi

Nonostante i potenziali vantaggi, il Buy the Dip presenta anche significativi rischi:

  • Nessuna garanzia di risalita: un asset potrebbe continuare a scendere per vari motivi, come cambiamenti nei fondamentali economici o nella gestione aziendale. Ad esempio, una crypto che scende da $100 a $60 potrebbe essere un affare, ma se le prospettive di crescita del progetto sono negative, potrebbe scendere ancora di più.
  • Difficoltà nel valutare il valore intrinseco: spesso, è difficile capire se un calo sia temporaneo o un segnale di ulteriori ribassi. Comprare solo perché il prezzo è sceso non è sempre una buona idea se non si capiscono i motivi del ribasso. Bisogna chiedersi: il calo è dovuto a problemi interni o a fattori esterni? È una situazione temporanea? Il progetto è resiliente? Quanto durerà la correzione del prezzo?
  • Averaging down: se un investitore è già in possesso dell’asset e continua a comprare durante i ribassi, sta adottando una strategia di “averaging down“, che può essere rischiosa se l’asset continua a perdere valore. Questa strategia, se non gestita correttamente, può portare a perdite non proprio simpatiche.

Gestione del rischio

Quando si adotta il Buy the dip, potremmo aver bisogno di un piano B. Una via di fuga. Qualcosa per evitare un’emoraggia mortale. Di che si tratta? Di avere un piano per la gestione del rischio. Ad esempio, stabilire un limite di perdita per evitare di rimanere intrappolati in una posizione in perdita prolungata. Alcuni trader stabiliscono un prezzo di uscita per controllare le perdite. Poniamo il caso in cui una crypto scenda da $100 a $60, e il trader decida di vendere se il prezzo raggiunge $75 per limitare le perdite.

Contesto del “Buy the Dip”

Il “Buy the dip” è spesso utilizzato in diversi contesti e può avere probabilità di successo variabili a seconda della situazione. 

  • Durante una tendenza rialzista: alcuni trader usano questa strategia quando il mercato è generalmente in crescita. Immagina che una crypto stia aumentando di valore, ma a un certo punto subisce un piccolo calo. I trader che credono nella forza di questa tendenza rialzista vedono questo calo come un’opportunità per acquistare a un prezzo più basso, aspettandosi che il prezzo torni a salire presto. È un po’ come approfittare dei saldi durante un periodo di forte domanda.
  • Senza una chiara tendenza: altri trader usano il “Buy the dip” anche quando non c’è una tendenza rialzista evidente. Qui, la scommessa è che il prezzo dell’asset, attualmente in calo, aumenterà in futuro. Questo può avvenire perché credono nei fondamentali dell’asset o nelle potenzialità del progetto dietro la crypto. È come comprare un prodotto al mercato delle pulci sperando che il suo valore aumenti con il tempo, magari grazie a un miglioramento, una novità in arrivo, o perché in quel momento l’asset è sottovalutato.

“Buy the Dip” nei mercati crypto

Nel mercato crypto, il “Buy the dip” è un mantra molto popolare, spesso promosso da trader e investitori influenti. Tuttavia, è importante ricordare che il mercato delle criptovalute è altamente volatile e i ribassi possono essere significativi e duraturi. In ogni caso, questa strategia si è, fino ad oggi, dimostrata vincente se utilizzata per acquistare gli asset più solidi del mercato crypto, in particolare Bitcoin e Ethereum. Per questo motivo ogni volta che il prezzo di queste criptovalute scende il mantra “buy the f****** dip” (BTFD) echeggia sui social network utilizzati dagli appassionati del settore.

Non è un caso che già dal 4 luglio, mentre BTC scendeva sotto i $60.000 per la seconda volta in quattro mesi, i post, i tweet e le citazioni sul “Buy the dip” siano spuntate come i funghi su Reddit, X, 4chan e Bitcoin Talk. 

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Esempi di “Buy the Dip”

Un esempio noto è la crisi finanziaria del 2007-08, dove molti investitori hanno acquistato azioni di aziende come Bear Stearns e New Century Mortgage, aspettandosi un recupero che non è mai avvenuto. Entrambe le società hanno cessato l’attività dopo aver perso una quota significativa del loro valore. In contrasto, chi ha acquistato azioni Apple dopo il crollo del 2020 ha visto un notevole aumento del valore, rendendo la strategia molto profittevole.

L’Opposto del “Buy the Dip”: “Sell the Rally”

L’approccio opposto al “Buy the dip” è il “Sell the rally”, che consiste nel vendere un asset il cui prezzo è aumentato, prevedendo un imminente ribasso. Anche in questo caso, l’obiettivo è massimizzare i profitti, ma comporta rischi simili, come la possibilità di vendere troppo presto o troppo tardi.

Per chiudere

Il “Buy the dip” può essere una strategia vincente in mercati volatili e durante tendenze rialziste a lungo termine. Tuttavia, richiede una buona conoscenza del mercato e una gestione del rischio ben ponderata. Non è una tecnica infallibile e non dovrebbe essere adottata senza una valutazione critica delle circostanze e del proprio profilo di rischio.

Esercizio per casa: per evitare di farsi prendere dalla FOMO, è utile ricordare il mantra opposto. Prova a ripetere: “Il tempo nel mercato batte il tempismo del mercato”. Questo può aiutarti a non perdere la testa e a prendere decisioni più razionali.

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