Storia di un povero miner, 8 mila Bitcoin buttati in discarica

Bitcoin : 8 000 tokens finissent dans à la décharge

Cosa faresti se le tue criptovalute finissero nella spazzatura? Da anni un miner sta cercando di recuperare i suoi Bitcoin da una discarica

C’era una volta un miner di Bitcoin. La sua è una storia tragica fatta di pulizie di primavera con finale amaro, discariche e frustrazione. Ma andiamo con ordine, conosciamo James Howells e come ha perso per sempre 8 mila Bitcoin.

Pulizie da incubo 

Nel 2013 Howells ha 28 anni e vive con sua moglie e i suoi figli a Newport, nel Galles. Una sera d’Agosto, prima di partire per una vacanza, Howells decide di pulire il suo studio da ingegnere. Da un cassetto emergono, come reperti archeologici, due piccoli hard disk. Howells si ricorda di loro: uno era vuoto. L’altro conteneva dei file recuperati da un vecchio laptop su cui aveva rovesciato della limonata. E-mail, musica, foto di famiglia. Niente di interessante, Howells decide allora di buttarlo. Poi però, da bravo ingegnere, non se la sente di cestinare per sempre un hard disk e si ripropone di levarlo dalla spazzatura. La mattina seguente, mentre Howells dorme ancora, la moglie porta il sacco nero in discarica. Così l’hard disk rimane sepolto. Dai rifiuti e nella memoria di Howells.

Nascita di un miner di Bitcoin 

Dopo qualche mese Howells sente al TG che un ragazzo di Oslo è diventato ricco grazie a Bitcoin. Si accende la lampadina. Ma non per un’idea geniale, anzi. Per constatare un terribile errore. Nel 2009 Howells, incuriosito dalla tecnologia blockchain, aveva comprato alcuni BTC, la criptovaluta appena nata. Non solo, aveva anche iniziato a fare il miner per un po’ di tempo. Così, come hobby serale. Howells ha speso circa 10 sterline di energia elettrica (incredibilmente poco pensando alle risorse energetiche che servono oggi per creare Bitcoin) e guadagnato in tutto 8.000 BTC. Nel 2013, l’anno in cui Howells si è reso conto di aver buttato l’hard disk con le sue chiavi, quei Bitcoin valevano 1.4 milioni di dollari. 

Perché nel 2009 Bitcoin piaceva tanto?

Howells nel 2009 era rimasto colpito dal protocollo di Satoshi Nakamoto. La sua generazione, scossa dalla crisi finanziaria del 2008, non aveva più fiducia nel sistema bancario e le criptovalute sembravano l’opportunità per ricostruire il modo di intendere il denaro. Howells credeva nel progetto e per questo aveva deciso di contribuire.

La sicurezza prima di tutto 

I Bitcoin, si sa, sono facili da perdere. Mentre le monete tradizionali hanno una controparte fisica, sono tracciate e registrate dalle banche, le criptovalute sono immateriali. Se perdi l’estratto conto, la tua banca te ne manderà un altro. Perdi una password? Online puoi reimpostarla. Nel caso delle criptovalute la chiave privata di 64 caratteri una volta persa, è persa per sempre. Alcuni, come Howells, la salvano su supporti come hard disk – sperando di non buttarlo mai per sbaglio. Altri preferiscono affidare la custodia delle chiavi a servizi come gli exchange o wallet online.

Il morale della favola

Howells ha rintracciato la zona della discarica in cui è sotterrato il suo hard disk e sta cercando di ottenere i permessi per recuperarlo. Se l’hard disk non è stato schiacciato o ha subito un trauma d’urto, le chiavi potrebbero essere ancora recuperabili, così come i suoi 8.000 BTC. Tuttavia le attività locali non glielo permettono: uno scavo del genere violerebbe le normative e causerebbe importanti danni ambientali. Dissotterrare la discarica, immagazzinare e trattare i rifiuti potrebbe costare milioni di sterline. Senza considerare che non c’è nessuna garanzia di trovare l’hard disk funzionante. Howells si è anche offerto di donare alla comunità di Newport un quarto dei suoi Bitcoin, ma la sua proposta non è stata accettata. Che uomo disperato! Ci sarà un lieto fine per questa storia?

Se vuoi evitare di fare la fine di James Howells, disperato ex miner di Bitcoin, leggi la guida di Young Platform per tenere il tuo wallet al sicuro.

Questa storia è stata raccontata dal New Yorker e dal The Guardian

Tutti vogliono entrare nel Metaverso, è il turno di Ubisoft!

Metaverse : Ubisoft lance sa collection NFT

Anche Ubisoft sta lavorando per creare il suo Metaverso. In cosa consistono questi progetti? Ma soprattutto, la realtà virtuale continua a crescere o è già passata di moda?

Il 9 Dicembre 2021 Ubisoft ha rilasciato Ubisoft Quartz, una piattaforma che unisce i videogiochi della casa madre agli NFT. Tutti vogliono entrare nel Metaverso! Perché? È la novità tecnologica che rivoluzionerà la nostra società nei prossimi anni. Il Metaverso continua a crescere in popolarità e come mercato.

Il Metaverso è un concetto nuovo?

No. Il Metaverso come realtà virtuale e parallela dove le persone possono giocare e socializzare da remoto, non è nato solo ora. Le prime idee risalgono ai romanzi Snow Cash di Neal Stephenson (1992) e Player One di Ernest Cline (2011). Fino a questo momento però i metaversi si sono sempre basati sugli strumenti del Web 2.0: giochi mischiati a esperienze social online. Cosa cambia adesso? L’arrivo della blockchain e i principi del Web 3! Questo comporta l’integrazione della proprietà e dell’unicità degli elementi del Metaverso

Ubisoft sviluppa il suo Metaverso

Ubisoft è la prima azienda di videogiochi che si è interessata alle potenzialità della blockchain. Come? Sperimentando giochi crypto e sostenendo startup del settore. Adesso però, per Ubisoft è arrivato il momento di lanciarsi su questo mercato con Ubisoft Quartz, una piattaforma sulla blockchain Tezos. Ubisoft Quartz permette ai giocatori di guadagnare e acquistare oggetti per i giochi sotto forma di NFT, chiamati Digit. Nicolas Pouard, vice presidente dell’Ubisoft’s Strategic Innovation Lab ha dichiarato: “Ubisoft Quartz è il primo passo nella nostra visione ambiziosa per sviluppare un vero Metaverso”. La forma beta è stata rilasciata il 9 Dicembre 2021 negli Stati Uniti, in Canada, Francia, Germania, Spagna, Italia, Belgio, Brasile e Australia. 

Il Metaverso continua a crescere

Il Metaverso è solo la moda del momento o ha reali potenzialità e applicazioni? Per il momento continua a crescere in modo esponenziale e sotto tutti i punti di vista. Questo grafico mostra come l’uso della parola “metaverso” sia aumentato dopo l’annuncio del rebranding di Facebook e come continui a salire. 

metaverso nei social

Quest’altro rappresenta il numero di vendite nei metaversi CryptoVoxels, Decentraland e The Sandbox, tra Giugno e Novembre 2021. Quindi non solo crescite in termini di popolarità ma anche per il giro d’affari!

trade activity metaverso

Delle vendite record registrate su The Sandbox avevamo già parlato, ma c’è posto per tutti! Ecco le cifre di Decentraland e CryptoVoxels.

nft metaverso

Fonte: Dapp Radar

The Sandbox, un Metaverso da 70 milioni a settimana!

The Sandbox, un Metaverso da 70 milioni a settimana!

The Sandbox è il Metaverso che nell’ultima settimana ha registrato le vendite più alte. Tra queste, uno yacht NFT dal valore di 650.000$. Vediamo un po’ di dati!

Come procedono gli affari nel Metaverso? Più che bene si direbbe! Le vendite di NFT stanno raggiungendo prezzi mai visti. La scorsa settimana il record se lo è portato a casa The Sandbox con un volume di transazioni da 70.000.000$. 

Non te lo fai uno Yacht da 650 mila dollari su The Sandbox?

Alla fine di Novembre 2021 è stata registrata una vendita di una proprietà su Decentraland nel distretto Fashion per 2.4 milioni di dollari. La settimana scorsa invece il botto lo ha fatto The Sandbox. Una porzione di LAND è stata venduta per 4.3 milioni e uno yacht virtuale di lusso per 650 mila dollari. Il mondo virtuale sta esplodendo, la corsa ad accaparrarsi gli NFT più popolari del Metaverso è iniziata.

Lo yacht è stato venduto da Republic Realm, azienda che sviluppa contenuti per il Metaverso. Faceva parte della Fantasy Collection, che comprende anche 100 isole private (andate sold out in meno di 24 ore e vendute per circa 280 mila dollari), motoscafi, moto d’acqua. Tutto quello che serve per vivere una vacanza di lusso nel Metaverso. Lo yacht in questione, il Metaflower, ha 3 piani, due eliporti, una pista da ballo, vasche idromassaggio e una postazione DJ. Briatore, sei tu?

Un po’ di dati: quanto vale il Metaverso?

La piattaforma NonFungible.com, che raccoglie dati sui volumi delle transazioni di NFT, mostra che la scorsa settimana ci sono state vendite per più di 300 milioni. Di queste, quasi un quarto fanno riferimento al Metaverso di The Sandbox. Questo registra un totale di 70.5 milioni di dollari per 4.433 asset venduti. La scorsa settimana le LAND hanno raggiunto un prezzo tra i 61.500$ e  69.000$. 

Intanto a The Sandbox che tu abbia uno yacht o meno, puoi spassartela con gli eventi dell’Alpha! Noi ci abbiamo già fatto un giro, ne abbiamo parlato nell’articolo dedicato all’Alpha di The SandBox.

DAO per il turismo? Viaggia in Romania su blockchain!

DAO per turismo, il caso della Romania

Come mettere in contatto turisti e aziende del territorio? Con la blockchain! La DAO è la tecnologia che permetterà di decentralizzare i servizi del turismo. 

Il settore turistico sta piano piano adottando gli strumenti e le potenzialità della decentralizzazione. Cosa sono i viaggi decentralizzati? Viaggi organizzati senza intermediari, i quali spesso hanno commissioni costose e non alla portata di tutti. In un viaggio decentralizzato i turisti e le aziende turistiche (alberghi, villaggi, servizi di intrattenimento, musei) possono interagire direttamente tra loro. Un contatto più forte tra le persone e i luoghi! Questa svolta è possibile grazie alla costituzione di DAO e al rilascio di token specifici da usare quando si prenotano e fanno dei viaggi. Vediamo come la blockchain potrebbe cambiare il turismo! 

Destinazioni crypto-friendly

Un primo aspetto da considerare quando si parla di viaggi decentralizzati è quello delle destinazioni crypto-friendly. Ovvero delle mete attraenti per chi vuole acquistare servizi con le criptovalute. Tra queste ci sono paesi come Malta, Portogallo, El Salvador e Svizzera. La lista è in via di espansione. La Thailandia infatti ha intenzione di rilasciare TAT Coin, un token ad hoc per il turismo, e di rendere disponibili all’aeroporto delle Bitcoin credit card per i turisti da usare nel paese. 

In Romania il turismo si fa su blockchain

La Romania è una nazione che ha colto al volo le possibilità della blockchain! Dal 2019 è attiva @Romania: una ONG di Bucarest che ha lo scopo di accelerare la crescita del turismo nel paese. Ora il suo team di sviluppatori e esperti del settore terziario ha deciso di dedicarsi alla promozione turistica attraverso la decentralizzazione. Come? Fondando l’omonima DAO e lanciando una collezione di NFT, Stramosi. Entrambi sono attivi sulla blockchain Elrond, anch’essa progettata in patria. Stramosi e la DAO sono state accolte in maniera positiva e potrebbero cambiare la percezione del turismo in Romania. Ecco di cosa si tratta.  

Che cos’è Stramosi: La tradizione rumena in formato NFT

Stramosi è una collezione di @Romania composta da 10.000 personaggi NFT. Questi token sono generati casualmente dalla combinazione di vari elementi tipici della tradizione rumena (l’idea di base è quella dei CryptoPunks, hai presente?). Rappresentano visivamente la cultura e l’eredità artistica del paese. Stramosi è un progetto artistico ma non solo. Questi NFT hanno una duplice funzione: sono token di governance e finanziano le attività di @Romania. Chi li possiede può dire la sua sulle scelte della DAO e dare un contributo concreto al turismo del proprio paese. 

Stramosi è anche un modo di fare rete nel territorio. Alcuni di questi personaggi sono stati acquistati da un’azienda vinicola rumena che ha in mente di usarli come etichette per le loro bottiglie di vino. E dei ristoratori si sono offerti di rifornirsi di vino solo da loro in cambio di qualche piccolo sconto. Due piccioni con un NFT: promuovere i prodotti locali e creare una community esclusiva.

Come funziona una DAO per il turismo? 

L’obiettivo principale della DAO @Romania è quello di permettere ai visitatori del paese di entrare in contatto con i business locali senza intermediari. Cioè scambiarsi beni e servizi grazie alla blockchain Elrond. In pratica verrà creata una piattaforma decentralizzata che riunirà tutte le aziende turistiche del paese, da quelle che si occupano di ristorazione, agli albergatori, alle escursioni. La DAO andrà a proporre anche 10 nuove attrazioni turistiche per attrarre le persone verso esperienze mai viste. 

Un valore aggiunto della DAO @Romania? La trasparenza nella gestione economica. Il loro sito precisa che il 20% dei fondi viene destinato alla promozione del turismo in termini di contenuti e marketing, il 40% allo sviluppo dell’ecosistema decentralizzato, un altro 20% è destinato al progetto Stramosi. Il rimanente serve ai costi tecnici delle operazioni su blockchain. 

Il turismo è uno dei settori chiave nell’economia del nostro paese, chissà come e se la blockchain verrà utilizzata per aprire nuove prospettive anche in Italia. 

NFT vs Spotify. Come si ascolterà la musica nel futuro?

NFT vs Spotify

Anche il settore della musica sta considerando gli strumenti del Web3 e della blockchain. Gli NFT sono una valida alternativa ai servizi di streaming come li conosciamo oggi? Sì e no, vediamo perché!

Dicembre è quel periodo dell’anno in cui le tue storie di Instagram sono invase da Spotify Wrapped. Il riepilogo delle attività dell’anno sulla piattaforma streaming. Artista del cuore, brano ascoltato più volte, quanti minuti hai passato con le cuffiette. Hai già condiviso le tue? Se per gli utenti Spotify è il modo migliore per ascoltare la musica, per gli artisti non sempre è vantaggioso. Con l’avvento del Web3 alcuni musicisti cominciano a spostarsi verso tecnologie come gli NFT, più adatte a garantire diritti e percentuali sul loro lavoro. Scopriamo se gli NFT riusciranno un giorno a sostituire i servizi come Spotify.

L’era dello streaming tramonterà con il Web3?

Per la maggior parte dei musicisti è difficile guadagnare nell’era dello streaming. Infatti vengono pagati pochi centesimi per ogni ascolto o download. La rivista Rolling Stones raccogliendo i dati tra il 2019 e il 2020 ha mostrato che il 90% degli stream va all’1% degli artisti. Che in genere sono artisti già affermati. Con Spotify i musicisti non ci pagano le bollette! Gli NFT possono rappresentare un’alternativa in termini di entrate economiche. Esistono piattaforme come Catalog in cui gli artisti possono vendere direttamente la loro musica come NFT e ricevere i pagamenti in criptovalute. Con servizi come questi Spotify potrebbe scomparire: ci aspetta uno scontro tra titani, decentralizzazione e centralizzazione? 

NFT vs Spotify: quali pro e contro?

Per alcuni la musica sotto forma di NFT è solo la moda del momento, comprata da chi non vuole perdersi gli sviluppi più recenti del Web3 e prodotta da artisti affascinati dal mondo crypto. Per altri è destinata a diventare la chiave dell’industria musicale, si parla di creator economy e di raggiungimento dell’autonomia degli artisti. 

Tuttavia c’è da considerare che gli NFT hanno delle barriere d’accesso: sono molto costosi sia da creare che da comprare. Inoltre non garantiscono un’audience di massa o strategie di espansione come Spotify. Sembra difficile che nel breve termine gli NFT sostituiranno i servizi di streaming a causa della comodità e dell’accessibilità economica di questi ultimi. In che modo gli NFT riusciranno a superare i 381 milioni di utenti di Spotify? 

NFT, Spotify e artisti italiani 

Bebo (Alberto Guidetti) uno dei componenti del gruppo italiano Lo Stato Sociale, in questi giorni ha pubblicato un post su Instragram denunciando le “ingiustizie” di Spotify nei confronti dei musicisti. In tre parole? La tocca pianissimo. 

Esponendosi così duramente nei confronti del servizio streaming, Bebo ha messo in discussione il sistema del riconoscimento degli artisti. Ci dobbiamo aspettare una svolta Web3 de Lo Stato Sociale? 

Next step? Streaming su blockchain

Per rendere gli NFT il metodo più diffuso per ascoltare la musica, il primo passo per il futuro è abbassare i costi. In questo modo sarebbero a portata di un pubblico più vasto e un’opportunità creativa anche per musicisti con un pubblico più contenuto. Guardando sempre più in là si potrebbe immaginare un servizio streaming su blockchain. Ora come ora infatti i Marketplace di NFT sono un modo per comprare musica, mentre lo streaming richiede un modello di business diverso, che non contempla la compravendita e la proprietà esclusiva di ogni brano.

Tokenomics e Web3? Per la prima volta sul New York Times!

Tokenomics e Web3 Per la prima volta sul New York Times

Le nuove parole del mondo crypto raggiungono vocabolari e giornali di tutto il mondo. Tokenomics e Web3 citate dal New York Times. Perché l’adoption è anche una questione linguistica

Il 5 Dicembre 2021 la parola tokenomics è apparsa per la prima volta in un articolo del New York Times, una delle testate giornalistiche più importanti del mondo. Il pezzo in questione riguarda il Web3 e indaga su che cos’è la tokenomics e le sue applicazioni. Vediamo i punti toccati dall’articolo!

Il profilo Twitter “New New York Times” raccoglie tutte le parole che appaiono per la prima volta sul quotidiano

Ripassone: cos’è la tokenomics!

Cos’è la tokenomics? È l’economia dei token! La tokenomics si occupa di aspetti come la fornitura di una criptovaluta, la sua distribuzione, prospettive sull’inflazione e i suoi casi d’uso. Occuparsi di tokenomics significa chiedersi, come vengono emessi e usati i token? La maggior parte delle loro applicazioni ha a che fare con lo sviluppo del Web3. 

Ripassone pt. 2: cos’è Web3? 

Con Web3 si intende la terza fase che sta vivendo internet. La prima è rappresentata dalla sua nascita e lo sviluppo delle infrastrutture che lo compongono, la seconda invece è stata caratterizzata dall’avvento dei social media. Il Web3 si muove su tre nuovi livelli di innovazione tecnologica: le reti decentralizzate, l’intelligenza artificiale e l’edge computing.

Il Web3 secondo il New York Times

Il punto di partenza dell’analisi del New York Times è l’enorme crescita di BTC dal 2020 in poi, infatti il valore di Bitcoin è passato da 7.000 $ a 50.000 $ in poco più di un anno. Questa crescita, insieme a quella di tantissime altre criptovalute, fa immaginare un nuovo futuro per la finanza e un nuovo modello di internet basato sui token. Si parla quindi di Web3, ovvero di un internet decentralizzato, fatto di applicazioni su blockchain e intelligenza artificiale. Secondo i suoi entusiasti sostenitori, il Web3 democratizzerà ogni cosa, ridimensionando il potere di intermediari e colossi tech. 

Che forma prenderà il Web3?

Non solo NFT! Uno dei concetti che porta come esempio il New York Times è l’arrivo dei social network decentralizzati. Alcuni esempi? DeSo, un network su blockchain a cui partecipano varie app, in gran parte con funzionalità social. Molti di questi social su blockchain incentivano gli utenti per la loro popolarità, interazioni e contenuti. A esempio BitClout è un’app che permette di mandare crypto ai creator come apprezzamento per i contenuti. 

Tokenomics? Via libera alle nuove parole del Web3!

Abbiamo già visto con NFT e Metaverso come le nuove parole del settore crypto siano entrate nel vocabolario inglese Collins. Il fatto che il New York Times abbia citato tokenomics in uno dei suoi articoli non è solamente una curiosità. Ne registra la popolarità, l’importanza e la diffusione come parola chiave della nuova strada intrapresa da internet.

Cos’è Jenkins the Valet, il progetto Web3 di scrittura creativa

Jenkins the Valet scrittura web3

Gli strumenti del Web3 sono stati usati per un progetto di scrittura collettivo che ha come protagonista un avatar della collezione Bored Ape Yacht Club. Vediamo cos’è e come funziona!  

Jenkins è una scimmia. Ma non una scimmia qualunque. Si tratta di una di quelle di Bored Ape Yacht Club, una delle collezioni di NFT più costose e famose al mondo. Tally Labs, una società che si occupa di creare contenuti per il Metaverso, ci ha costruito un progetto di scrittura creativa Web3: Jenkins the Valet: The Writer’s Room. Sei curioso di vedere come funziona?

L’incipit della prima storia di Jenkins the Valet

“Mia madre si è messa a piangere quando ho ottenuto il lavoro come cameriere al Bored Ape Yacht Club, uno dei principali social club per scimmie. Ha fischiato e grugnito e sbucciato una delle nostre migliori banane. “Jenkins”, ha detto, “stai per essere fianco a fianco ad alcune tra le scimmie più importanti del mondo.” ho alzato gli occhi al cielo. Lei ha un talento per l’esagerazione, e io sarei stato solo un cameriere dopotutto”.

Cosa si fa in un progetto di scrittura creativa? Si scrive ovviamente! E in un progetto di scrittura creativa Web3? Si scrive grazie agli NFT. Le storie che hanno come protagonista Jenkins sono l’evoluzione dei librogame. Quei libri in cui il lettore ha la possibilità di scegliere alcune possibili alternative per far proseguire la vicenda. Le storie del progetto sono create grazie al contributo degli utenti che hanno acquistato dei biglietti-voto sotto forma di token non fungibili. Ne sono stati rilasciati 6.942, con diversi valori: da 10 a 215 voti. É possibile esprimere il proprio voto su decisioni riguardanti la trama, il genere e i personaggi

Un esempio di domanda? 

Qual è la regola più importante all’interno del club?

  • Non si può fare male agli altri
  • Non si uccide
  • No foto
  • Dare sempre la mancia al cameriere
  • Chi trova tiene
  • Anche i mutanti sono considerati scimmie 

La prima raccolta di queste storie diventerà un romanzo vero e proprio scritto dallo scrittore Neil Strauss grazie al lavoro dell’agenzia Creative Artists Agency.

Perché scrivere sulla blockchain? Le nuove writer’s room

Si sa, per chi vuole fare lo scrittore la strada è tutta in salita. Far pubblicare le proprie storie è un traguardo a cui arrivano in pochissimi e non perché i lavori non siano validi, ma perché è difficile entrare nel sistema dell’editoria. In gergo la “writer’s room” è un gruppo di persone che lavora insieme per far uscire idee e scrivere sceneggiature o altre tipologie di testi. Questo gruppo di persone nella realtà è l’esatto opposto di una crypto community: inaccessibile, chiuso e gerarchizzato. Per questa ragione Tally Labs ha deciso di usare gli strumenti del Web3 per decentralizzare l’industria della scrittura, creando una comunità di appassionati storyteller che contribuiscono a un lavoro collettivo che è molto meglio del lavoro dei singoli. Gli sviluppatori di Tally Labs hanno deciso di fondare presto una DAO in modo da poter far crescere il progetto insieme alla loro community

Partecipa con i tuoi avatar NFT!

Partecipare a questo progetto di scrittura creativa Web3 può essere anche un modo per arrotondare. I membri della comunità di Jenkin the Valet possono dare in concessione i loro avatar Bored Ape Yacht Club NFT affinché diventino dei personaggi delle storie. In questo modo riceveranno una percentuale dei guadagni fatti con le vendite, come ad esempio le royalty della pubblicazione del romanzo. 

Scopri tutte le storie create finora. Noi però non vediamo l’ora che sia pubblicato il libro e scoprire le avventure di Jenkins e di curiosi personaggi come Johnny Altcoin! 

Virgil Abloh e il progetto gm, le DAO sono il futuro della cultura?

Virgil Abloh e il progetto gm DAO

Le DAO trovano applicazioni in diversi campi, uno tra tutti? La cultura. Ecco che nascono le Culture DAO, scopriamo di cosa si occupano

La democrazia è una cosa bellissima ma non sempre facile da gestire. Ne sanno qualcosa Robespierre e Danton. All’interno di una società, qual è il modo migliore per prendere delle decisioni collettive? Finora si è sempre optato per dei rappresentanti: le nostre forme di governo infatti sono delle democrazie indirette. Centralizzare nelle istituzioni tutte le scelte è sempre stata la strada più facile per garantire stabilità. Ma come gestire le decisioni collettive, non è solo un problema della politica ma di tanti altri settori. Le DAO potrebbero risolvere i problemi di partecipazione in settori come la cultura. 

Scopriamo due esempi di Culture DAO: organizzazioni decentralizzate che operano nel campo della cultura e compiono un primo passo nel web3.  

Constitution DAO: la cultura a portata di tutti

Un esempio di Culture DAO? Di recente abbiamo parlato di quel gruppo di persone che ha raccolto dei fondi per comprare all’asta una copia della Costituzione americana: Constitution DAO. Nonostante non siano riusciti a vincere l’asta, questa DAO è il segno che le persone desiderano occuparsi di cultura

In che modo? Partecipando alle decisioni sulla sorte del patrimonio culturale del proprio Paese. Ad esempio, se la copia della Costituzione fosse finita in un museo, nessuno avrebbe potuto decidere direttamente quando e come esporla.

Una Culture DAO per definizione non ha nessun “capo”, i membri della community che hanno acquistato i token (in questo caso, culture token) esprimono le loro opinioni che diventeranno poi azioni. Attraverso votazioni, proposte e così via. Le DAO rappresentano l’opposto di una dittatura. E in mezzo a questi due poli c’è il modello di decisione delle istituzioni e delle aziende, dove le decisioni sono prese da pochi (o una persona) ma secondo le indicazioni di molti. 

gm DAO: riunirsi e fare cultura insieme

Gm DAO è un movimento culturale che ha una mission costruita su due parole: good morning. Dire buongiorno accomuna tutte le persone di qualsiasi razza, religione, genere. Dire buongiorno insomma è una cosa tipica dell’essere umano. Come si legge nel white paper del movimento lo scopo è quello di includere più persone possibili e fare cultura insieme. Promuovendo eventi e iniziative. Il progetto è nato agli inizi di Novembre 2021 e per costruire la sua community e governance ha deciso di operare tramite una DAO su Ethereum. Il loro token GM rappresenta la comunità gm e tutto quello che fa. Al momento viene percepito forse come uno dei tanti meme token, ma offre un bel progetto per il futuro. 

Due esempi, più uno: Skyscraper di Virgil Abloh

Virgil Abloh, scomparso da pochi giorni, è stato un direttore artistico e imprenditore culturale statunitense che ha collaborato con Louis Vuitton e Off-White.

Secondo Fred Ersham, co-founder di Coinbase, Abloh stava lavorando alla fondazione di un progetto Web3 chiamato Skyscraper. Un progetto che comprendeva anche la creazione di una DAO dedicata alla promozione di artisti. Chissà se il progetto di Abloh verrà portato avanti in memoria del suo amore per la creatività.

Ethereum: cosa cambia con The Merge?

Ethereum The Merge, cosa cambia con l'aggiornamento

The Merge è l’aggiornamento di Ethereum previsto per la primavera 2022. I vantaggi? Più scalabilità e sostenibilità!

Siamo sempre più vicini alla versione 2.0 di Ethereum! L’aggiornamento The Merge è previsto per la primavera 2022 e rappresenta un passo decisivo nella conversione della blockchain al Proof-of-Stake. Cosa ci dobbiamo aspettare? Più efficienza e meno impatto ambientale. Vediamo cosa cambierà e come il team di Ethereum sta testando The Merge. 

Ripassone: Proof-of-Work vs Proof-of-Stake!

Proof-of-Work e Proof-of-Stake sono due diversi meccanismi di consenso che regolano i processi di verifica delle transazioni su blockchain. Il meccanismo Proof-of-Work per validare le transazioni utilizza i miner e si basa quindi sulla potenza di calcolo dei computer. I miner per svolgere questo lavoro hanno bisogno di tantissima energia, che si traduce in costi e consumi. Al contrario, il Proof-of-Stake elimina i miner e si serve dei validatori ovvero degli utenti che danno prova della loro affidabilità bloccando una somma di token come garanzia. Basta un semplice computer e si utilizza un software leggero, che quindi consuma come il computer di qualsiasi impiegato d’ufficio. 

Perché un aggiornamento di Ethereum?

Ethereum ha scelto di aggiornarsi per migliorare la sua performance e rispondere al bisogno sempre più grande di energia del suo meccanismo Proof-of-Work. Spesso le blockchain PoW vanno incontro a periodi di rallentamenti e congestioni nella validazione delle transazioni e ad alte spese.

Gli obiettivi sono: più scalabilità e meno consumi. 

Questi obiettivi sono raggiungibili in due modi: aumentare la potenza della blockchain (on-chain) o spostare le transazioni su un secondo layer (off-chain). Ethereum ha deciso di operare su entrambi i fronti. Dopo The Merge i blocchi Proof-of-Work non esisteranno più nella rete, diventeranno dei blocchi di una nuova chain: la Beacon Chain. Il nuovo layer per le validazioni. 

Cosa cambia con The Merge?

The Merge è progettata per avere un impatto minimo sul funzionamento di Ethereum per gli utenti finali, smart contract e dapp. In ogni caso, ecco le modifiche:

  1. Eliminazione di miner fisici: 99% di consumi in meno (secondo gli sviluppatori di Ethereum)
  2. Distribuzione nel mondo di validatori 
  3. Tasso di inflazione dal 3.5% a quasi lo 0%, attraverso la riduzione degli ETH in circolazione
  4. Validazione delle transazioni più veloce 

AAA cercasi utenti per testare The Merge

Marius van der Wijden, sviluppatore di Ethereum, con un tweet ha annunciato un programma per far sperimentare a utenti e sviluppatori The Merge. Lo sviluppatore invita tutti a condividere le proprie opinioni con l’hashtag #TestingTheMerge. La comunità è coinvolta anche con un canale discord per restare aggiornata sulle comunicazioni riguardo il test. 

Su questo sito creato dalla community di Ethereum, è possibile vedere lo stato attuale della blockchain, e persino simulare l’attuazione di The Merge, per vedere cosa cambierebbe.

Criptovalute: in Giappone e Tanzania arriva la moneta digitale

Criptovalute Tanzania e Giappone

Altri paesi entrano nel fan club delle criptovalute: Giappone e Tanzania! Come mai queste nazioni progettano monete digitali di Stato? 

Quali nuove nazioni cominciano ad adottare crypto? La lista cresce a vista d’occhio. Dopo l’operazione di El Salvador, ora tocca a Giappone e Tanzania! L’uso di criptovalute in Asia e Africa sta diventando un fenomeno di massa, per alcuni però è solo un modo per combattere i Bitcoin. Vediamo nel dettaglio cos’è successo!

In Giappone tutti pazzi per il digitale

In Giappone sono tutti cash lover, ma anche troppo. In effetti i giapponesi sono così tanto legati al contante che il paese vuole spingere i propri abitanti ad una svolta digitale. Alcune banche hanno introdotto dei pagamenti digitali ma non si è ancora fatto abbastanza per modernizzare. Proprio a questo proposito 70 aziende giapponesi tra cui Mitsubishi UFJ Financial Group e East Japan Railway Company, si sono incontrate più volte durante quest’anno per costruire un progetto per l’introduzione delle monete digitali. Si tratterebbe di lanciare nel 2022 una CBDC chiamata crypto-yen.

In Tanzania cambia il vento: arrivano le criptovalute!

Nel 2019 in Tanzania l’uso delle criptovalute era stato vietato. Nelle ultime settimane però l’aria sta cambiando e questa legge anti-crypto potrebbe essere rivista. Si riuniscono possibili finanziatori e sostenitori di un’integrazione dell’industria delle criptovalute nell’economia del paese, tra loro ci sono banche e ministri. La Bank of Tanzania sta lavorando quindi a revocare il divieto, proponendo la propria CBDC (Central Bank Digital Currency). Questa apertura sembra dipendere da tre motivi. In primo luogo, il volume delle transazioni di Bitcoin è così alto da dimostrare l’efficienza del sistema. Inoltre qualora la Tanzania adottasse le criptovalute aprirebbe nuove possibilità per il turismo: servizi, hotel e voli pagabili anche in digitale. Infine, la Tanzania starebbe cercando di diversificare le proprie risorse monetarie: non solo oro, si guarda alle crypto!

Luci e ombre delle CBDC

Qualcuno tuttavia sostiene che le CBDC siano solo un modo per tagliare le gambe a Bitcoin. Così Juda Agung, assistente governatore della Bank of Indonesia, afferma che quando un paese ipotizza una valuta digitale di stato lo fa solo per controllare il più possibile gli investimenti dei cittadini e allontanarli dalle crypto decentralizzate. Questo sarebbe anche il piano dell’Indonesia: rilasciare una moneta digitale per evitare la crescita di Bitcoin. Sempre secondo Agung, le CBDC in quanto legate alle banche, sono considerate più credibili dalle persone lontane dal mondo crypto. Questa dichiarazione arriva proprio dopo il divieto di usare criptovalute delle autorità religiose musulmane del paese, l’Indonesia quindi ha un piano: dare un contentino crypto controllato per arginare l’espansione di Bitcoin.

L’Indonesia ha le idee chiare sulle CBDC, ma Giappone e Tanzania la penseranno allo stesso modo? Oppure la loro è una sentita conversione alle criptovalute? Ancora presto per dirlo, alle prossime puntate!