The Sandbox mette in vendita nuove LAND!

The Sandbox mette in vendita nuove land

Il 10 Febbraio 2022 poco più di mille LAND del Metaverso sono state messe in vendita. Si trovano nel Web3 Hub, l’area dedicata all’innovazione tecnologica

The Sandbox è nella top 4 dei Metaversi al mondo. Sono proprio quattro le realtà che si contendono e spartiscono il mercato legato al settore. Nel 2021 le vendite delle proprietà terriere nei Metaversi hanno superato i 500 milioni di dollari e quest’anno non hanno intenzione di fermarsi a questo traguardo di per sé impressionante. Solo a Gennaio 2022 infatti il volume di mercato è stato di 85 milioni, entro il 2022 si arriverà al miliardo? The Sandbox in tutto questo domina sulle concorrenti: i tre quarti di queste vendite sono sue e il 62% delle terre vendute si trova proprio nella sua mappa. The Sandbox ha appena venduto nuove LAND. Scopri i dettagli! 

The Sandbox apre il suo Web3 Hub!

Una nuova parte del Metaverso di The Sandbox è stata appena sbloccata, si chiama Web3 Hub ed è un’area della mappa che rappresenta il “cuore pulsante della decentralizzazione e si occupa dell’innovazione attraverso la tecnologia.” L’apertura di questa nuova area coincide con la vendita esclusiva delle LAND al suo interno. Il Web3 Hub ospita al suo interno diversi partner di The Sandbox, collezionisti, brand, DAO e singoli che con le loro tecnologie all’avanguardia stanno contribuendo ad espandere il Metaverso

Chi non vorrebbe un vicino di casa esperto di blockchain? Chi saranno i fortunati a condividere il quartiere con la crème dei pionieri del Web3? La vendita è stata Giovedì 10 Febbraio 2022 alle 14:00 (ora italiana), una corsa contro il tempo per aggiudicarsi una delle preziosissime e rare Land. Solo il dito più veloce del Metaverso sarà riuscito nell’impresa! Un’occasione ghiotta per chi ha intenzione di mettere su casa nel Metaverso. La maggior parte delle LAND, che hanno la forma di token non fungibili, sono rivendute dai mercati secondari a dei prezzi da capogiro. Nello specifico, The Sandbox ha messo in vendita 395 LAND al costo di 1.011 SAND (circa 4.500 dollari), 164 LAND Premium a 4.683 SAND (circa 21 mila dollari), e 8 ESTATE sono state battute all’asta. Inoltre chi ha comprato una delle LAND Premium ha ricevuto in omaggio 5 NFT di personaggi come Spartacus e Goliath, i leader della collezione Apes of Space. In media questi NFT costano 0.06 ETH. Le raccolte punti ai tempi del Metaverso!

Chi sono i partner di The Sandbox per il Web3?

Nel Web3 Hub The Sandbox ha dato spazio agli sviluppatori e ai creatori del Web3. Tra loro c’è Apes of Space, il progetto NFT che sta costruendo un gioco su The Sandbox basato sui propri personaggi. O Spores, un marketplace decentralizzato specializzato in intrattenimento, giochi, e-sport, anime. EverdreamSoft è una casa di produzione di giochi che ha creato Spell of Genesis, uno dei primi videogiochi su blockchain da mobile, mentre Hex Trust è una piattaforma che offre varie servizi per la DeFi come lo staking o la custodia dei beni digitali. 

Altre novità per The Sandbox? 

Tra le novità per The Sandbox c’è un cambio nello smart contract delle LAND. La vendita delle nuove LAND su The Sandbox arriva dopo un momento cruciale degli aspetti tecnici del Metaverso. Il 25 Dicembre 2021 è stata rilevata un’anomalia nel funzionamento dello smart contract e il 28 Gennaio ne è stato rilasciato uno nuovo su cui trasferire le LAND. La vulnerabilità riscontrata nel vecchio smart contract non ha recato danni agli utenti né è stata sfruttata da qualche criminale informatico. Come si legge nel comunicato ufficiale di The Sandbox, nessun token è stato compromesso. Ora lo smart contract è stato sistemato e i proprietari di LAND sono invitati a migrare su quello nuovo. Tutti i costi di gas necessari per l’operazione saranno coperti da The Sandbox.

5 curiosità su Algorand

Algorand 5 curiosità sulla crypto accademica

Da dove deriva il nome di Algorand? È davvero in contatto con gli atenei più importanti del mondo? Con quale famosa azienda italiana ha collaborato? Scopri questi e altri fun fact!

Sull’exchange di Young Platform c’è una nuova criptovaluta in circolazione: ALGO, il token di Algorand! Dopo aver approfondito i suoi aspetti tecnici e la sua governance nell’Academy, ecco una lista di curiosità e fun fact sulla blockchain accademica ed ecologica. 

1. Cosa significa il nome Algorand?

Iniziamo questa lista di curiosità su Algorand dal suo nome. Da dove deriva? Dall’unione delle parole algorithmic e randomness, il protocollo di Algorand infatti seleziona i validatori dei blocchi sulla base di una casualità algoritmica. Con questo metodo casuale la blockchain funziona grazie al lavoro di più nodi e non solo di alcuni, tutta la rete collabora! L’algoritmo seleziona di volta in volta un nodo diverso per verificare le transazioni di un blocco e la sua scelta è imprevedibile fino all’ultimo minuto. Per Algorand l’algorithmic randomness è il suo punto forte, ciò che rende possibile il suo ecologico Pure Proof-of-Stake e garantisce una rete democratica. 

2. Algorand è coach di una squadra di cervelloni internazionali

Lo spirito accademico di Algorand è espresso alla massima potenza dal Global University Program che coinvolge atenei da tutto il mondo. Tra i tanti ci sono il MIT (dove insegna Silvio Micali, il fondatore di Algorand), la Sapienza di Roma, la Berkley e la Peking University. Algorand con questo programma riunisce tutte le Hermione Granger e i Sheldon Cooper del mondo per far loro studiare la blockchain e la crittografia. Gli studenti più promettenti del mondo con il Global University Program hanno l’opportunità di vedere da vicino il lavoro del team di Algorand e portare il loro contributo nello sviluppo della blockchain. Algorand promuove soprattutto le ricerche degli studenti che cercano applicazioni della tecnologia crittografica per il bene comune e migliorare la vita delle persone. Algorand sta mettendo insieme un esercito di cervelloni, gli Avengers della blockchain!

3. Una delle migliori aziende tech made in Boston del 2022

Per ogni pizza sfornata a Napoli, a Boston nasce una startup. La città del Massachussets è uno dei centri mondiali dell’evoluzione tech grazie alla presenza del MIT e di un terreno fertile per idee e creatività. Built in Boston è il portale che aggrega, comunica e registra tutte le aziende tech e le startup nate a Boston. In questi giorni è uscita la lista delle “22 startup di Boston da tenere d’occhio nel 2022” e tra queste troviamo Algorand citata per la sua scalabilità e sostenibilità ambientale. La blockchain è uno dei fiori all’occhiello della città!

4. Algorand per la SIAE

La quarta curiosità su Algorand è tutta made in Italy. La blockchain in questione è stata usata dalla SIAE, la società italiana che tutela i diritti di autori e di editori, per organizzare il suo archivio. La SIAE ha lanciato più di 4 milioni di NFT su Algorand. Ogni token non fungibile rappresenta il diritto su un’opera di uno dei quasi 100 mila creator che la SIAE gestisce. Gaetano Blandini, Manager di SIAE in occasione della partnership con Algorand si è espresso così: “la tecnologia della blockchain è di sicuro un filone interessante da continuare ad esplorare per via della sua trasparenza ed efficienza, fondamentali per chi, come noi, gestisce lo stipendio del duro lavoro degli altri”. Gli NFT su Algorand saranno usati in un primo momento per i diritti connessi alle opere musicali, ma l’intenzione è quella di usare i token non fungibili per i diritti di tutti i tipi di opere. Quale vantaggio ha la blockchain per la SIAE? Digitalizzare e mettere on chain questi dati li rende trasparenti, pubblici, tracciabili. 

5. Due vincitori del premio Turing nel team di Algorand

Il premio Turing è conosciuto anche come il premio Nobel dell’informatica. Viene assegnato tutti gli anni dall’Association for Computing Machinery per valorizzare contributi durevoli e di rilevante importanza tecnica nel settore informatico. Il più alto riconoscimento nell’informatica porta il nome del matematico e crittografo Alan Turing, conosciuto per aver decifrato Enigma e per i suoi studi sull’intelligenza artificiale. Nel 2012 il premio Turing è stato vinto da Silvio Micali e Shafi Goldwasser per le loro ricerche sulla crittografia e i processi di validazione matematica. Entrambi sono membri del team di Algorand rispettivamente nel ruolo di fondatore e di consulente scientifica. 

Algorand (ALGO) arriva su Young Platform!

Algorand ALGO arriva su Young Platform

Da oggi su Young Platform Base e Young Platform Pro, puoi acquistare ALGO, il token di Algorand, la blockchain ecologica e scalabile

L’exchange di Young Platform dà il benvenuto ad ALGO! Se non conosci già Algorand e tutte le sue funzionalità, questo listing è l’occasione perfetta per scoprire se è la blockchain per te!  

Che cos’è Algorand?

Per capire di che pasta è fatta la blockchain di Algorand possiamo far riferimento a due concetti: finanza decentralizzata e studio scientifico della blockchain. Il primo aspetto racconta le sue principali applicazioni, infatti più di 600 organizzazioni globali sfruttano gli strumenti di Algorand per offrire servizi finanziari o protocolli e dapp per la DeFi, la finanza decentralizzata. 

Il secondo invece descrive un approccio distintivo di Algorand ovvero il suo stretto legame con le università e il mondo accademico. Il team della blockchain è composto da figure di spicco nel campo della ricerca e il fondatore di Algorand, Silvio Micali, ha vinto il premio Turing nel 2012 per i suoi studi sulla crittografia. 

Algorand inoltre è una blockchain ecologica, il suo meccanismo di consenso, il Pure Proof-of-Stake, richiede una quantità ridotta di energia e in generale Algorand si impegna ad azzerare il proprio impatto ambientale. 

Che cos’è ALGO?

ALGO è il token nativo di Algorand e ha un’enorme importanza nei meccanismi di funzionamento della blockchain e dei suoi servizi. Innanzitutto tutti i nodi di Algorand per validare le transazioni devono avere messo in staking una certa quantità di ALGO, questa è la prima grande funzione del token. A cosa serve inoltre ALGO? A pagare le commissioni della rete e i servizi dei protocolli ospitati, e partecipare alla governance della blockchain.  

Perché abbiamo scelto ALGO?

Algorand è stata scelta da moltissime aziende fintech, startup e istituzioni come base tecnologica su cui costruire i loro progetti. Dal momento che coinvolge anche enti centralizzati, sembra essere un ponte tra la finanza classica e quella decentralizzata. Mettendo in comunicazione questi due mondi, ognuno con le proprie esigenze, Algorand è la sede adatta per costruire innovazioni. Inoltre l’enorme crescita di questa blockchain è sostenuta dalla sua community che garantisce che sia tutto in linea con la visione a lungo termine di Algorand sul futuro della finanza. 

Quali pair sono disponibili per ALGO?

ALGO-EUR

Vuoi saperne di più?

Leggi l’articolo di Academy dedicato ad Algorand!

Proof of Humanity: l’identità digitale su Ethereum

Ethereum cos’è Proof of humanity per l’identità digitale

Si chiama Proof of Humanity e ambisce a risolvere i problemi legati alla conferma dell’identità su internet. È una delle applicazioni di Ethereum preferita da Vitalik Buterin!

Di recente hai avuto a che fare con lo SPID e perso la voglia di vivere cercando di attivarlo a tutti i tuoi parenti? Quante volte navigando online hai dovuto spuntare la casella “non sono un robot” o selezionare tutte le immagini che contengono un semaforo? Un’identità digitale certificata ormai è necessaria per tantissime cose, dallo shopping online alle operazioni bancarie. Proof of Humanity è un’applicazione della blockchain di Ethereum che ti permette di creare la tua identità digitale una volta per tutte. 

Che cos’è Proof of Humanity?

Proof of Humanity (PoH) è un sistema di verifica di umanità su Ethereum. È un protocollo che combina diversi sistemi di sicurezza del web, i test di Turing invertiti e altri meccanismi di verifica per creare un database di utenti di internet certificati come esseri umani verificati. In questo senso Proof of Humanity è un’applicazione di Ethereum che cerca di migliorare e risolvere i problemi delle attuali verifiche di identità. Chi decide di registrarsi su PoH avrà garantita la sua umanità per sempre. In questo modo potrà accedere a servizi online senza dover dimostrare ogni volta di non essere un bot.

Come funziona Proof of Humanity?

Il primo passo da fare per ottenere la propria certificazione è connettere il proprio wallet e completare le informazioni richieste per l’iscrizione. Per l’approvazione finale bisogna superare diversi step di verifica che aumentano gradualmente di complessità. A prima vista i video e le foto richieste possono risultare troppo specifici, tuttavia tutti questi passaggi servono a Proof of Humanity per ottenere tutte le garanzie possibili per stabilire con certezza che ha davanti a sé un essere umano. Tra queste verifiche ci sono ad esempio il caricamento di un video in cui si sente la tua voce pronunciare una data frase, o la visibilità del tuo address Ethereum sul tuo profilo. 

Un altro livello di sicurezza che adotta PoH è la richiesta di una conferma da parte degli utenti già registrati: coloro che hanno già ottenuto la certificazione di identità hanno il compito di segnalare eventuali profili sospetti e confermare quelli in regola. 

Al momento dell’iscrizione, inoltre, viene richiesto il pagamento di una quota che verrà restituita una volta che la certificazione sarà andata a buon fine, un ulteriore modo per scoraggiare profili falsi. I passi per registrarti su Proof of Humanity sono:

  • Registrazione: inserimento dei dati richiesti;
  • Messa alla prova: in questo momento gli altri utenti possono esprimere i loro sospetti su profili che non sembrano rispondere alle linee guida;
  • Vouching: il profilo aspetta l’approvazione di un utente già registrato;
  • Registrazione: il profilo è stato certificato e registrato su Proof of Humanity.

Perché è un’applicazione di Ethereum così decisiva?

Proof of Humanity sfrutta la tecnologia della blockchain per rispondere a un problema concreto della vita delle persone e per tutte le sue potenzialità ha ottenuto l’appoggio e l’entusiasmo di Vitalik Buterin, il fondatore di Ethereum. Certificare che un utente di internet sia un essere umano sta diventando un’operazione molto complessa, al momento il metodo più usato è quello dei CAPTCHA (Completely Automated Public Turing test to tell Computers and Humans Apart) che tuttavia rischiano di diventare sempre più obsoleti. I CAPTCHA all’inizio degli anni 2000 riuscivano a fermare i bot chiedendo agli utenti di decodificare delle semplici scritte (sequenze di lettere e numeri), con il passare del tempo questi testi dovevano essere più deformati o oscurati per stare al passo con l’aggiornamento dei programmi di riconoscimento ottico dei caratteri. L’intelligenza artificiale veniva migliorata in maniera indiretta mano a mano che gli esseri umani risolvevano i CAPTCHA.

Oggi questo meccanismo appare come una griglia formata da più fotografie in cui segnalare la presenza di un determinato elemento, creare dei CAPTCHA efficaci e che possano garantire la sicurezza è complesso e oneroso. Più l’intelligenza artificiale si sviluppa, più è difficile stabilire l’identità umana. Con Proof of Humanity si potrebbe ovviare a questo sistema di verifica certificando la propria “umanità” sulla blockchain, riducendo la nascita di account falsi e migliorando la qualità della navigazione. 

Un’occasione per dare un’identità a tutti

Secondo i dati della World Bank ci sono 987 milioni di persone nel mondo che non hanno un’identità legale, sono principalmente persone che vivono in paesi a basso reddito. Tra loro il 45% sono donne e il 28% sono uomini. L’identità nel mondo che conosciamo è indispensabile, non si tratta solo di fare shopping online ma di accedere a servizi primari come quelli sanitari, finanziari, o anche solo viaggiare e votare. Senza un documento di identità non puoi aprire un conto in banca né prendere un aereo. Chi ha un profilo registrato su Proof of Humanity riceve, a partire dall’iscrizione, dei token UBI che garantiscono un reddito minimo universale. In media un utente di PoH riceve dai 50 ai 100 dollari in token UBI al mese, disponibili grazie a operazioni di fundraising e dal finanziamento della Ethereum Foundation. La rete infatti mette a disposizione dei fondi per applicazioni o casi d’uso particolarmente utili per tutti gli utenti e per l’ecosistema di Ethereum. 

Proof of Humanity non è completamente esente da possibili manipolazioni, qualcuno potrebbe costringere o pagare qualcuno per prestare dei dati e creare dei profili legati a una persona ma usati per scopi illeciti. Inoltre, attualmente il registro non è anonimo, ma è possibile in linea teorica criptare i dati di ogni profilo attraverso protocolli di privacy già utilizzati da varie blockchain. Creare un sistema per verificare in maniera universale le identità digitali rimane una grande sfida, e i suoi limiti sono i limiti dell’onestà e della correttezza dell’essere umano. Secondo il suo fondatore, Santiago Siri, Proof of Humanity è uno dei primi pezzi per creare sistemi solidi ed equi sulla blockchain e deve essere aperto alla collaborazione con protocolli e meccanismi che hanno lo stesso scopo. 

Vitalik Buterin propone un nuovo tipo di NFT Soulbound

Ethereum Vitalik Buterin promuove gli NFT soulbound

Il fondatore di Ethereum riflette sul futuro degli NFT. Sono davvero utili? È possibile renderli spendibili nella vita di tutti i giorni? Forse, ma ad alcune condizioni…

Il mercato degli NFT cresce velocemente e le sue applicazioni sembrano infinite. I token non fungibili viaggiano sui social network, sui giornali e nella cultura di massa, c’è chi ne va pazzo e chi invece non crede nelle loro potenzialità. Sull’onda del Web3 e della sua espansione, qualcuno comincia a farsi delle domande sull’utilità degli NFT e l’impatto che potrebbero avere nelle nostre vite. Tra questi c’è Vitalik Buterin, il co-fondatore di Ethereum che in un post del 26 Gennaio 2022 arriva ad una conclusione: gli NFT sono davvero significativi solo se non possono essere trasferiti in alcun modo. La prospettiva di Buterin sembra snaturare l’essenza di questi token, nati per essere venduti e scambiati nel libero mercato. Vediamo la sua tesi!

Cosa sono gli NFT Soulbound?

Buterin si riferisce a questi token non trasferibili con il nome “soulbound”. Il termine deriva dal videogioco MMO World of Warcraft, al suo interno esistono dei particolari item chiamati “soulbound”, che letteralmente significa “legati all’anima”. Si tratta di oggetti che non possono essere trasferiti o condivisi con nessuno. I soulbound item si ottengono solo quando si superano certe sfide all’interno del gioco come l’uccisione di creature particolarmente ostiche. Sono degli oggetti che hanno la funzione di un distintivo: attestano che un giocatore, e non un altro, ha fatto una specifica azione, ha raggiunto un traguardo. Questo sistema è stato pensato per evitare che tra giocatori si potessero trasferire il riconoscimento di obiettivi che faciliterebbero un avanzamento di livello più veloce del previsto. Buterin riprende questo concetto proponendo di applicarlo agli NFT rendendoli legati alla proprietà di una sola persona per sempre. 

I migliori NFT? Quelli Soulbound

Buterin scrive “gli NFT nella loro forma attuale hanno le stesse proprietà di rarità degli oggetti nei videogiochi MMO. Hanno un valore di riconoscimento sociale: le persone che li hanno li mettono in mostra, e ci sono sempre più strumenti precisi per aiutare gli utenti a mostrarli”, ma cosa segnalano esattamente questi NFT? Secondo Buterin, esibire un NFT è esibire ricchezza, la capacità economica che ha permesso di comprarlo. Una delle critiche che viene avanzata al Web3 è di essere orientato solo al guadagno e di valorizzare unicamente le prospettive economiche dei suoi strumenti come gli NFT. Chi possiede un token non fungibile non lo ha guadagnato facendo qualcosa di specifico, ma comprandolo. In questo modo è trasferibile e può essere rimesso in commercio. 

Buterin avanza la sua proposta: per migliorare gli NFT bisogna renderli soundbound e non commerciabili. In questo modo gli NFT garantiscono una proprietà effettiva, perpetua e non trasferibile ad altre persone. Gli NFT Soundbound consentirebbero la registrazione su blockchain di una serie di certificati o attestati come lauree, patenti di guida. Solo degli NFT non trasferibili rendono i certificati on-chain autentici. Altrimenti il rischio sarebbe quello di un mercato di certificati falsi su blockchain. La proprietà di qualifiche o di dati personali secondo Buterin non dovrebbe essere legata alla possibilità di essere comprata. L’idea del papà di Ethereum? NFT non commerciabili ma utili!

Esistono già degli NFT Soundbound?

Buterin indica il migliore progetto che propone questo al momento: POAP ovvero Proof of Attendance Protocol, una piattaforma su Ethereum che permette di realizzare degli NFT legati a momenti memorabili della vita di ciascuno. Un esempio? Hai partecipato ad un corso di formazione? Attraverso POAP gli organizzatori possono rilasciare un attestato che lo prova, visibile su blockchain. Per spiegare la differenza tra un NFT trasferibile e uno che non lo è può essere efficace usare un’immagine altamente tecnica e accurata: i braccialetti componibili con i charm. Tipo Pandora. Il concept dietro a questo genere di gioielli si basa sul collezionare charm che celebrano eventi importanti della tua vita: lauree, compleanni, matrimoni, nascite. Solo che i charm non certificano che quella cosa l’hai veramente fatta, il charm della laurea lo può comprare anche tua cugina di 10 anni, ma non garantisce che effettivamente sia laureata. L’idea di Buterin è evitare che gli NFT siano come i charm di Pandora ma che certifichino e garantiscano qualcosa. 

Un altro esempio di progetto che va nella direzione di proporre NFT non trasferibili è Proof of Humanity, una sorta di registro sulla blockchain di Ethereum in cui le persone possono registrare dati personali e certificazioni. Buterin cita anche la possibilità di legare un NFT a un dominio di Ethereum Name Service, presupponendo che le persone considerino il loro dominio così personale da non volerlo rivendere. 

Si può dire che Buterin abbia lanciato una bella provocazione! Tuttavia si può ipotizzare che NFT e NFT Soundbound siano due facce della stessa medaglia e contribuire insieme alla struttura e alla formazione di un Web3 ricco di strumenti e a misura d’utente. 

Chi è Emanuele Dascanio artista NFT italiano

NFT chi è Emanuele Dascanio artista italiano

Uno dei protagonisti dell’arte digitale italiana racconta la sua opera e l’entusiasmo per le potenzialità della blockchain nel rivoluzionare il settore dell’arte

Nel corso dell’NFT Day del 1 Febbraio 2022 hanno preso la parola diversi personaggi che lavorano a stretto contatto con la blockchain. È stata l’occasione per conoscere due artisti NFT italiani: Giovanni Motta e Emanuele Dascanio. Quest’ultimo ha raccontato le sue opere sotto forma di token non fungibili e il suo modo d’intendere l’arte digitale. Scopriamo chi è e i dettagli del suo lavoro!

Dall’iperrealismo analogico agli NFT

Emanuele Dascanio è un artista milanese classe 1983 che da quasi un anno ha deciso di accostare l’arte digitale al suo lavoro di artista tela e grafite. Le sue opere sono iperrealistiche e, per chi ha il livello storia dell’arte gita agli Uffizi con l’audioguida, significa che sono disegni ma sembrano fotografie. L’iperrealismo è un filone di pittura e scultura in cui gli artisti ti danno l’illusione di essere davanti alla realtà. Le opere di Dascanio, però, sono ancora più realistiche di uno scatto perché ci puoi trovare rughe, pori dilatati e tutte quelle cose che non sei abituato a vedere in una foto. 

Dopo anni di iperrealismo analogico, Dascanio si è avventurato nella giungla della crypto art e ha deciso di realizzare degli NFT. L’esperienza con l’arte digitale sta regalando a Dascanio un grande successo, la sua ultima opera come token non fungibile è stata venduta per 20.6 ETH (al momento della transazione corrispondenti a 55.435,42 dollari) alla Poseidon NFT DAO, un fondo che colleziona opere dal mondo dell’arte digitale, “pronto a catturare la più grande e nuova tecnologia della storia”. I soggetti preferiti di Dascanio sono figure umane, le sue opere sono presenti in varie piattaforme come SuperRare.

Perché un artista tradizionale sceglie gli NFT?

Il profilo Twitter di Dascanio ci fa intuire che è uno che di blockchain se ne intende. Un crypto lover su twitter si riconosce al volo, nel caso di Dascanio? Abbiamo una foto profilo in cui gli occhi sparano laser, una bio che recita “Drawing pencil hyperrealism artist in NFT ++” e username yat, un vero e proprio dominio su blockchain composto da emoji in cui registrare un wallet di criptovalute. Tutti elementi che danno a Dascanio l’aspetto di un artista NFT! 

Ma come mai un artista tradizionale sceglie di lavorare con la blockchain? Nel corso della chiacchierata dell’NFT Day, Dascanio spiega tutte le potenzialità di questa nuova tecnologia per un artista. Il primo vantaggio è la libertà di scalare il lavoro artistico e creativo. Un’opera “fisica” di Dascanio richiede da 1 mese a 4 anni di lavoro e di solito chi la compra non vuole rivenderla. In questo contesto i token non fungibili gli permettono di creare dei frame di opere e progetti artistici intorno all’opera già completa, e possono passare più facilmente tra diversi proprietari. In questo modo il suo lavoro è sostenibile e in costante relazione con il suo pubblico. Un altro aspetto da considerare sono le royalty che permettono agli artisti di guadagnare per ogni rivendita della loro opera, cosa che non succede nel mercato tradizionale. Infine gli NFT garantiscono l’autorialità e la proprietà intellettuale di un prodotto permettendo al suo creatore di esporlo ovunque, anche nel Metaverso, senza perdere il legame personale.

NFT? Non solo un’immagine su blockchain

Al di là delle prospettive economiche, gli artisti hanno negli NFT una nuova modalità espressiva. Cambiare medium è un’opportunità per raccontare qualcosa di diverso e sfruttarne le caratteristiche uniche. Creando dei  token non fungibili che si riferiscono a un’opera su tela, Dascanio aumenta il significato dell’opera d’arte stessa fornendo nuove interpretazioni, punti di vista e dettagli in forma digitale. Un’opera NFT non è mai una semplice immagine, una fotografia dell’opera messa su blockchain. Dascanio precisa “devi fare cultura, devi fare arte”. L’artista milanese ha intenzione di portare avanti queste due sfaccettature della sua arte in contemporanea: analogico e digitale vanno a completarsi e, secondo Dascanio, una non deve in nessun modo fagocitare l’altra. Si può dire che un contenuto rappresentato sia su blockchain che su tela è come una storia raccontata in un film e in un libro. Il messaggio è lo stesso ma viene declinato in due forme che parlano a sensibilità diverse. Usando una metafora di Dascanio, l’NFT fornisce “una realtà aumentata del senso dell’opera”. L’arte fisica per Dascanio è la base per essere anche un crypto artista. 

I progetti futuri dell’artista NFT italiano

Durante la live in occasione dell’NFT Day Dascanio ha fatto capire che i suoi progetti futuri come artista NFT sono tanti e diversificati. Ha citato il mondo della moda, del gaming, del Metaverso e gli NFTs esperienziali, sotto l’ombrello dei “Quantum NFT” realizzati con Kipu Quantum, start up con in pancia menti scientifiche di fama mondiale. Dascanio ha preso mano allo sviluppo del verticale relativo alla quantum digital art sviluppando NFT che rispondono alle leggi della meccanica quantistica manifestando tutti gli incredibili pregi e i benefici a questa correlati.  

Perché i domini su ENS sono fondamentali per il Web3?

Web3 a cosa servono i domini su blockchain

Il Web3 è dietro l’angolo e per sviluppare un nuovo internet, servono nuovi strumenti come i domini su blockchain di ENS!

Da settimana scorsa su Young Platform Pro è disponibile ENS, il token di governance di Ethereum Name Service. I domini su blockchain sono uno strumento strategico per decentralizzare internet. Web3 in vista!

Il Web3 vuole la decentralizzazione di internet 

I domini su blockchain sono uno strumento fondamentale per concretizzare il Web3, la fase di internet che ci sta aspettando a braccia aperte! Il termine Web3 viene usato per riferirsi a una nuova configurazione di internet in cui tutte le tecnologie già esistenti e attive si sposteranno sulla blockchain. Il risultato finale? La decentralizzazione di internet. Con il Web3 tutte le informazioni e i contenuti online saranno di proprietà di chi le ha create e non di aziende centralizzate come Google o Meta. Il Web3 quindi proporrà un nuovo modello economico: l’ownership economy

Ora come ora non possiamo dire di essere nel pieno del Web3, anzi è probabile che vivremo un lungo momento di transizione nei prossimi anni dove Web3 e Web2 saranno compresenti. In ogni caso sono in corso i primi esperimenti e progetti per dare la luce a internet su blockchain. Uno di questi è Ethereum Name Service (ENS), un protocollo per registrare domini sulla blockchain di Ethereum. I domini su blockchain sono un servizio necessario allo sviluppo del Web3 perché favoriscono la decentralizzazione di internet. In che modo?

I domini su blockchain sono l’identità del Web3

Un nome di dominio registrato su ENS può essere usato in molti modi diversi. Tra le altre cose funziona come indirizzo web, come wallet, come mail o account social. Se registri un nome di dominio su ENS prendi due piccioni con una fava. Anzi tre, quattro, cinque piccioni con una fava. Un dominio su blockchain descrive un’intera identità digitale presente su internet: profili, account, indirizzi email, siti web, wallet. Dentro un solo dominio su blockchain puoi aggiungere tutte le informazioni che ti servono per navigare e accedere ai servizi su blockchain. Comodo, facile e veloce!

Se usi un dominio su blockchain per registrare tutte queste informazioni, sei tra i pionieri del Web3, e man mano che si svilupperà avrai già accesso a tutti i servizi decentralizzati su blockchain che si proporranno come alternativa speculare a quelli centralizzati.

Insomma, i domini come quelli forniti da ENS sono la base per il concetto poliedrico di identità che caratterizzerà il Web3.

Fun fact: la lista dei domini ENS più seguiti su Twitter

Come detto, i domini su blockchain possono essere usati come nome utente sui social. E qual è il social che va alla grande nel mondo crypto? Twitter ovviamente! Qui un’infinità di utenti (più o meno famosi) utilizza un nome ENS che si riconosce da tre semplici letterine finali: .eth. Tre letterine che fanno davvero la differenza e mostrano il crypto enthusiast che sei. Siccome sui social network contano i numeri, .eth Leaderboard ha raccolto la lista dei nomi ENS con più follower su Twitter. Chi ci sarà mai al primo posto? Qualche fondatore o sviluppatore blockchain? No, ma un’insospettabile Paris Hilton. Forse non tutti sanno che l’ereditiera americana è una grande sostenitrice crypto, attiva nel Metaverso e collezionista NFT. Al nono posto troviamo il profilo di Vitalik Buterin che manca il podio di un bel po’!

I domini su blockchain insieme a IPFS per archivi online decentralizzati

Torniamo alle funzioni dei domini su blockchain per il Web3. Registrando un dominio su Ethereum Name Service oltre a tutte le informazioni di base (account social, email, wallet, url) si possono aggiungere dei IPFS content hash. In questo modo le informazioni registrate in quel dominio su blockchain faranno parte della rete di nodi dell’IPFS, ovvero Interplanetary File System. Si tratta di un protocollo per browser per lo sviluppo di un archivio decentralizzato di pagine web. IPFS nasce per rispondere a un problema specifico: la raccolta e l’uso che molte piattaforme centralizzate fanno dei dati e contenuti online. Questo protocollo, che già funziona sul browser Brave, ribalta il paradigma della raccolta dati online. Con IPFS si passa da un archivio centralizzato dei dati degli utenti che vengono gestiti da terzi, a un archivio user-owned in cui l’utente è in pieno possesso delle informazioni. Sceglie quali dati dare alle piattaforme e ai servizi che vuole usare su internet. Ownership economy e user-owned storage: possiamo dire che nel Web3 l’utente è al centro. 

In poche parole i domini su blockchain, come quelli registrati su ENS, sono uno strumento strategico per dare vita al Web3 perché cambiano il modo di usare internet e le sue informazioni. Spostando il possesso dei tuoi dati nelle tue mani! 

Attivato aggiornamento Mimblewimble su Litecoin!

Litecoin aggiornamento Mimblewimble, cosa cambia

Grazie al nuovo protocollo privacy-oriented, la prima altcoin di sempre è pronta a offrire transazioni anonime e più veloci

Nel mondo delle criptovalute il tema della privacy è molto caldo. Per alcuni progetti crypto la privacy è un valore da ricercare al pari di scalabilità o sicurezza. Con questo obiettivo sono nate privacy coin come Monero. Altre criptovalute lavorano per garantire la privacy delle loro transazioni come un servizio aggiunto senza farne la loro vocazione principale. È il caso della prima altcoin della storia: Litecoin, che ha deciso di migliorare la sua privacy con l’aggiornamento Mimblewimble, ora attivo dopo due anni di sviluppo. 

Che cos’è Mimblewimble?

L’aggiornamento Mimblewimble di Litecoin è un un protocollo privacy-oriented che stabilisce una nuova struttura e modalità di archiviazione delle informazioni sulla blockchain. Mimblewimble è stato pensato per migliorare la privacy degli utenti: il protocollo infatti permette che le informazioni delle transazioni rimangano anonime. Questa possibilità non è prevista da tutte le blockchain, la maggior parte delle criptovalute, come Bitcoin, si basa su pseudonimia e non su un anonimato totale. Le informazioni delle transazioni sono sempre visibili ma sotto forma di un codice alfanumerico. Sulla maggioranza delle blockchain troverai gli indirizzi di chi manda e di chi riceve la quantità di criptovalute, ma mai nome e cognome di compratori e venditori. Con Mimblewimble nessuna di queste informazioni sarà rivelata. L’attivazione dell’aggiornamento è stata resa possibile dal Mimblewimble Extension Block (MWEB), che consentirà agli utenti di Litecoin di scegliere transazioni anonime. 

Fun fact: Mimblewimble e Harry Potter

L’aggiornamento attivo su Litecoin porta il nome di un incantesimo del mondo magico di Harry Potter. Mimblewimble è la formula della Maledizione Languelingua e serve per legare la lingua all’avversario in modo che non possa più esprimere frasi di senso compiuto o pronunciare le formule degli incantesimi in maniera corretta. Mimblewimble è uno degli incantesimi che spiega Gilderoy Lockhart ai suoi allievi del Club dei Duellanti, in Harry Potter e la Camera dei Segreti, il secondo libro della saga. Così come con Mimblewimble Harry impedisce ai suoi nemici di parlare, l’aggiornamento di Litecoin prevede che i blocchi non rivelino nessuna informazione. Insomma, hanno la stessa funzione! Ora che il piccolo momento nerd è finito, scopriamo come funziona e cosa cambia con l’aggiornamento di Litecoin. 

Cosa cambia con l’aggiornamento Mimblewimble di Litecoin?

Dopo due anni di sviluppo finalmente Mimblewimble è attivo sull’altcoin fondata da Charlie Lee. La proposta di questo aggiornamento risale al 2019 ma solo nel 2020 è stato lanciato il suo test. La tipologia di crittografia usata da Mimblewimble si chiama Elliptic Curve Cryptography (ECC), applicando questo sistema di crittografia la blockchain può validare e registrare qualsiasi transazione senza rendere visibili le informazioni. ECC si basa su alcuni logaritmi che rendono le equazioni della blockchain ancora più complicate da risolvere, e quindi da manomettere. In questo modo anche la sicurezza di Litecoin fa un passo in avanti. Oltre a ECC, Mimblewimble include altri protocolli crittografici:

  • Confidential Transaction (usato anche da Monero): nasconde il valore della transazione;
  • CoinJoin (usato anche da Bitcoin e Dash): combina gli indirizzi di una transazione con quelli di altre rendendo impossibile tracciarle;
  • Dandelion: garantisce che l’identità di mittente e destinatario rimangano sempre anonime; 
  • Cut-through: crea blocchi di transazioni aggregando più transazioni tra loro, aumentando la scalabilità di tutto il sistema.

Oltre alla privacy, un altro miglioramento che porta Mimblewimble a Litecoin è la scalabilità: grazie al fatto che i nuovi protocolli prevedono la registrazione su blockchain di un minor numero di informazioni, la grandezza dei blocchi sarà minore. Il lavoro della blockchain dunque sarà più scorrevole. 

Secondo le dichiarazioni della Litecoin Foundation, l’attivazione dell’aggiornamento farà di Litecoin una “sound money” ovvero una moneta “forte e sana”, che dipende unicamente dal mercato e dal proprio valore tecnologico intrinseco. Per gli utenti Litecoin sarà più vantaggiosa da usare anche nelle transazioni di tutti i giorni come “pagare gli stipendi dei dipendenti e persino acquistare beni immobili”.

Bitcoin salverà la rete elettrica in Texas?

Il Mining di Bitcoin salverà la rete elettrica in Texas

In Texas da anni la fornitura di energia è un problema. Il governatore Greg Abbott vuole provare a risollevare la rete elettrica invitando mining pool di Bitcoin a stabilirsi nel territorio. Non sarà un controsenso? 

Non è un mistero: il mining di Bitcoin è un’attività che richiede moltissima energia elettrica. Proprio per questo alcuni stati stanno pensando a delle regole per evitare che le mining pool sovraccarichino le infrastrutture nazionali o per utilizzare energia pulita. Altri stati invece, come la Cina, hanno deciso di bandire in toto il mining di Bitcoin e delle altre criptovalute. In Texas sta succedendo qualcosa di mai sentito prima: il mining di Bitcoin potrebbe essere la strategia vincente per aiutare, e non danneggiare, la stabilità elettrica dello stato americano. Vediamo come!

I problemi della rete elettrica in Texas

Nel Febbraio 2021 in Texas una bufera di neve ha danneggiato gli impianti elettrici e causato un blackout generale. Case e aziende sono rimaste senza elettricità per giorni interi e in totale sono morte 702 persone. La crisi energetica in Texas si manifesta così: nell’incapacità di fornire energia elettrica in tutte le condizioni e con continuità, e nei costi altissimi per l’utenza. La situazione in Texas è davvero problematica, tanto che il governatore Greg Abbott sta escogitando un piano targato blockchain per potenziare le infrastrutture energetiche dello stato. 

Il mining di Bitcoin può incentivare lo sviluppo della rete energetica 

Per contrastare la povertà elettrica del Texas Abbott ha proposto di incentivare il mining di Bitcoin. La faccenda pare controintuitiva: perché favorire un’industria che potrebbe pesare sulla già fragile fornitura elettrica locale? Accogliere mining pool non toglierebbe l’elettricità alle altre attività? In effetti il Texas sembra andare in direzione opposta rispetto alle altre nazioni che vietano il mining in quanto troppo dispendioso a livello energetico. Abbott propone una prospettiva diversa: è vero, il mining di Bitcoin richiede energia che in Texas non c’è.

Tuttavia dal momento che l’industria delle criptovalute è redditizia, fornirebbe i giusti finanziamenti e incentivi economici per costruire o implementare gli impianti elettrici già esistenti. Secondo il ragionamento di Abbott, il mining di Bitcoin potrebbe attrarre l’interesse economico di  investitori e aziende pronte a garantire che il mining di Bitcoin fiorisca. Inoltre Abbott conta sulla collaborazione dei miner in caso di necessità. Qualora ci si trovasse in un momento critico e la rete elettrica dovesse vacillare, Abbott chiederebbe alle mining pool di interrompere il loro lavoro momentaneamente per aiutare la cittadinanza. 

Il rischio della strategia di Abott è quello di mettere ulteriormente sotto pressione la rete elettrica, soprattutto nella fase iniziale. I suoi oppositori vedono nell’accoglienza dei miner di Bitcoin la possibile causa del crollo energetico definitivo e chiedono che in caso di criticità ai miner venga imposta l’interruzione delle attività, senza lasciare loro scelta.

Abbott vuole cercare di migliorare l’infrastruttura energetica senza passare da compagnie elettriche o enti governativi. Se gli altri governi si fanno indietro, il Texas accoglie i miner di Bitcoin a braccia aperte. 

The Sandbox: 50 milioni per le startup nel Metaverso

The Sandbox stanzia 50 milioni di dollari per startup nel Metaverso

The Sandbox ha annunciato un programma di finanziamento e sviluppo di 50 milioni di dollari per startup che lavorano nel Metaverso, scopri i dettagli!

The Sandbox ha un obiettivo ambizioso: concretizzare tutte le potenzialità del Metaverso. Vuole offrire un’esperienza indimenticabile e tecnicamente all’avanguardia. A questo si può collegare la prossima collaborazione con il gruppo Warner Music. La casa di produzione insieme a The Sandbox costruirà nel Metaverso una LAND a tema musicale con un parco a tema e uno spazio per ospitare concerti degli artisti rappresentati da Warner Musica. Nel Metaverso di The Sandbox i creator e gli artisti sono al centro della scena. 

In questa direzione il Metaverso supportato da Animoca Brands ha annunciato lo stanziamento di 50 milioni di dollari per la crescita e lo sviluppo di startup nate per implementare la realtà digitale. 

Un programma da 50 milioni per le startup nel Metaverso

The Sandbox Metaverse Accelerator Program ha un bel bottino da distribuire a 100 startup che si sapranno distinguere per l’innovazione e l’utilità dei loro progetti. Il programma è in collaborazione con Brinc, un Venture Accelerator e sarà realizzato nel contesto di Launchpad Luna: il loro accelerator program nativo dedicato alle startup nel campo blockchain e NFT. Lo scopo del programma è supportare startup che possano contribuire alla crescita e all’espansione dell’ecosistema di The Sandbox. Come? Costruendo esperienze mai viste e dando un tocco di creatività e novità ai contenuti del Metaverso. Le startup che vinceranno il bando avranno l’opportunità di creare e pubblicare giochi e altre esperienze per gli utenti di The Sandbox con la possibilità di monetizzare e mantenere il copyright dei loro lavori. 

Il programma di 50 milioni per le startup nel Metaverso prevede per le startup un finanziamento immediato, supporto e consulenza in qualsiasi fase del lavoro, monetizzazione dei contenuti grazie al token SAND, vendita dei prodotti sul marketplace di The Sandbox, strategie di marketing per l’integrazione dei contenuti nel Metaverso e assistenza completa per il lancio e lo sviluppo. Che occasione prelibata, startup fatevi avanti!

Chi può candidarsi al programma?

Bric e The Sandbox invitano startup da tutto il mondo a partecipare al programma da 50 milioni. Non ci sono limiti regionali perché il tutto si svolgerà online. Le startup che vogliono candidarsi devono occuparsi di arte, cultura, intrattenimento e gaming su blockchain. Almeno due tra i co-founder devono avere un’esperienza rilevante nel campo e la startup deve avere una roadmap chiara e con obiettivi concreti. In generale Bric e The Sandbox sono alla ricerca di progetti scalabili e con alto potenziale di crescita. I partner specificano che verrà riservata una priorità speciale ai progetti attenti all’ambiente, quindi costruiti su blockchain Proof-of-Stake. Le startup con tutti i requisiti verranno annunciate dopo tre mesi dalla chiusura delle domande, prevista per il 27 Febbraio 2022.