Il Bored Ape Yacht Club acquisisce i CryptoPunks

Il Bored Ape Yacht Club compra i Cryptopunks

Yuga Labs unisce i due progetti NFT più importanti del mondo crypto. Perché i creatori dei CryptoPunks hanno venduto la loro proprietà intellettuale?

Immagina un cross-over tipo “Harry Potter che acquisisce Il Trono di Spade”, “Hermione Granger Regina dei Draghi” o “Jon Snow che vince il Torneo Tremaghi sulla sua Nimbus 2000”. Questo è più o meno quello che è successo il 12 Marzo 2022 quando Yuga Labs, i creatori del Bored Ape Yacht Club, ha annunciato di aver acquisito i diritti di CryptoPunks e Meebits. Ebbene sì, il Bored Ape compra i CryptoPunks! Che cosa si nasconde dietro a questa mossa? Cosa succederà ora alla storica collezione di NFT?

Il Bored Ape Yacht Club compra i Cryptopunks

Il Bored Ape Yacht Club e i CryptoPunks sono i progetti NFT numero 1 e numero 2 di tutti i tempi, il loro valore combinato si aggira tra i 5 e i 10 miliardi di dollari. Nessuno sa con esattezza la cifra per cui Yuga Labs si è aggiudicata i diritti intellettuali e commerciali delle creazioni del Larva Labs, voci di corridoio dicono circa 200 milioni. Yuga Labs ha comprato il brand, i diritti IP, 423 CryptoPunks e 1.711 Meebits, un’altra collezione di NFT di Larva Labs. I Meebits sono 20.000 avatar in stile voxel. È stata una buona acquisizione per Yuga Labs? Chi ci guadagnerà maggiormente, i Punks o le Ape?

Non succede tutti i giorni di vedere la fusione di due top player in una specifica area di mercato. La community, dei proprietari di Punk e di Ape, pare aver risposto positivamente all’acquisizione, Yuga Labs infatti ha la reputazione di essere un brand più attivo, dinamico e attento alle novità.

Il comunicato di Larva Labs

In occasione dell’acquisizione, i creatori dei CryptoPunks hanno riflettuto sul ruolo della loro collezione nel Web3. I Punks sono diventati presto l’immagine delle identità online delle persone, in maniera così forte da lasciare spiazzati i ragazzi di Larva Labs. I Profile Picture Projects (PFP) stanno crescendo come un’industria a sé, “ci siamo trovati sempre meno adatti alla gestione di questi progetti. Le nostre personalità e abilità non sono adatte alla gestione di una community, alle relazioni pubbliche e allpo sforzo quotidiano che questo tipo di progetti richiede e merita”. 

Cercando una soluzione per colmare questa mancanza, Larva Labs ha incontrato i fondatori di Yuga Labs. Così è entrato in scena il Bored Ape Yacht Club, con le competenze adatte per onorare le origini dei CryptoPunks e il settore NFT. Larva Labs, lascia i suoi CryptoPunks in buone mani! Larva Labs non chiuderà i battenti ma aprirà la strada a nuovi progetti. 

Cosa succederà ora ai Crypto Punks?

“Per noi, gli NFT sono sempre stati una questione di cultura”, è questo il punto cruciale del post di Yuga Labs che annuncia l’acquisizione. I creatori del BAYC scrivono di essere onorati di ricevere in consegna l’eredità di questa collezione NFT che ha dato un fondamentale contributo alla consapevolezza intorno allo spazio crypto e allo sviluppo di Ethereum

Ma cosa hanno in mente di fare con i CryptoPunks? “Presto garantiremo ai titolari di CryptoPunks e Meebits gli stessi diritti commerciali di cui godono i proprietari di BAYC e MAYC”, le proprietà IP dei CryptoPunks e dei Meebits, che sono sempre state sotto il controllo di Larva Labs, ora saranno trasferite ai proprietari degli NFT.  Lo scopo di Yuga Labs è allineare i Punks ai valori del Web3. 

L’identità dei Punks non verrà compromessa, non saranno inglobati nel meccanismo del “club” che resisterà il cuore pulsante dell’universo Yuga. I CryptoPunks saranno trattati come una collezione storica. 

La crescita del prezzo delle Bored Ape

L’annuncio dell’acquisizione ha avuto il suo impatto anche sul mercato. I prezzi dei CryptoPunks sui mercati secondari sono aumentati del 11%, il prezzo minimo si aggira intorno ai 195.000 dollari (75 ETH). Come riferito da Cryptoslam, il 13 Marzo 2022 le Bored Ape hanno registrato vendite per 7,3 milioni di dollari ovvero il 307% in più rispetto alle 24 ore precedenti

Altre novità dal Bored Ape Yacht Club

Con un Tweet dell’11 Marzo 2022, il BAYC ha condiviso il suo nuovo progetto lasciando un link al dominio somethingisbrewing.xyz. Aprendolo ci si ritrova in una pagina che chiede di installare Metamask e niente di più.

Il progetto in questione è stato costruito in 7 mesi in collaborazione con Animoca Brands (l’azienda dietro The Sandbox) e richiede il completamento di un KYC. La community si è subito chiesta il motivo di questo passaggio, inusuale per i progetti decentralizzati. Quello che viene criticato non è tanto il KYC in sé ma l’assenza di spiegazioni sulla sua utilità. Dal BAYC non è trapelata nessuna informazione sul progetto e per il momento è tutto un mistero. 

Le 5 crypto preferite dai Fondi e dai Venture Capital

Le 5 crypto preferite dai fondi istituzionali

Quali sono le 5 crypto preferite dai fondi e dai venture capital? Scopri la lista dei progetti su blockchain più promettenti del momento!

A maggio 2022 si è verificato un tracollo dell’ecosistema Terra che ha avuto effetti negativi sia su TerraUSD che su LUNA. Questo articolo è stato scritto prima dell’evento, quindi prima di leggerlo ti invitiamo ad approfondire la situazione e a restare aggiornat*.
In generale, gli articoli di Young Platform sono da considerarsi puramente informativi e non costituiscono un consiglio finanziario.

Sempre più fondi speculativi e di venture capital (VC) scelgono il mondo crypto per i loro affari. Tra DeFi, NFT, servizi per il Web3, gaming e smart contract quali sono per loro i progetti più interessanti su blockchain? Un report del centro di ricerca Messari ha analizzato in che direzione si orientano i portfolio di 57 tra i più importanti Fondi Speculativi e Venture Capital nel Q4 del 2021

La classifica generale vede trionfare le piattaforme per gli smart contract ma tra i progetti ci sono anche network e blockchain Layer 1, tra queste abbiamo selezionato le prime 5. Nel report non sono state incluse Bitcoin ed Ethereum, dal momento che la maggior parte dei fondi le possiedono. 

5. Avalanche (AVAX)

In quinta posizione troviamo Avalanche, su 57 fondi, 12 hanno tra i loro asset AVAX. L’8 Marzo 2022 L’Avalanche Foundation ha annunciato un programma di 290 milioni di dollari (circa 4 milioni di AVAX) chiamato Avalanche Multiverse. Lo scopo del programma  è incoraggiare la crescita dei subnet del network. I subnet sono blockchain collegate ad Avalanche che ne condividono strumenti e caratteristiche ma possono essere personalizzate per esigenze e dapp specifiche. Possono avere il loro token ma mantengono tutta la potenza di Avalanche. I subnet ricordano le parachain di Polkadot, cambia il nome ma non la sostanza! Del resto tra le blockchain il trend è espandere il proprio ecosistema. Per diventare subnet, bisogna mettere in staking 2000 AVAX. Il programma Multiverse arriva dopo quello da 180 milioni di dollari nell’Agosto del 2021, chiamato Avalanche Rush, che mirava ad attirare gli sviluppatori DeFi alla blockchain.

Il primo subnet a ricevere incentivi attraverso il programma Multiverse è il gioco basato sugli NFT, DeFi Kingdoms, per il quale sono stati messi da parte 15 milioni di dollari in incentivi. 

In una dichiarazione, il direttore esecutivo di DeFi Kingdoms (sotto pseudonimo), Frisky Fox, ha detto che stavano cercando una tecnologia in grado di aiutare il progetto “a scalare e introdurre nuove funzionalità come l’utilizzo dei nostri token nativi per pagare il gas, senza sacrificare la sicurezza o la decentralizzazione”.

4. Maker (MKR)

Prima di Avalanche, con solo un punto di differenza, c’è Maker, scelto da 13 fondi. MKR è il token di governance di MakerDAO e del Maker Protocol utilizzato per emettere e gestire la stablecoin DAI. Fondi e venture capital hanno a cuore anche la finanza decentralizzata! Maker è uno dei primi progetti DeFi per nascita, attivo dal 2017, probabilmente ispira fiducia grazie al suo lungo e costante percorso nel campo.

3. Solana (SOL)

La classifica delle 5 crypto preferite dai fondi istituzionali prosegue con Solana! A pari merito con Maker, è nel portfolio di 13 fondi su 57. Ultimamente la blockchain che vanta di essere la più ecosostenibile in circolazione, è sotto i riflettori grazie al protocollo per i pagamenti Solana Pay. Da molti è considerato la Visa o il Paypal del Web3. Solana Pay offre transazioni immediate, circa 65 mila al secondo, senza commissioni e con un impatto zero sull’ambiente.

2. Terra (LUNA)

LUNA sembra essere la crypto del momento! Il 9 Marzo 2022 ha coronato il suo momento di gloria con un nuovo ATH a 104,58$. Quali sono le cause dell’interesse degli investitori istituzionali? Di sicuro lo sviluppo del suo ecosistema non è passato inosservato, così come l’emergere di Anchor Protocol che ha spinto la crescita di Terra per tutto il 2021.

L’aumento del prezzo di LUNA potrebbe essere correlato anche al fatto che è la prima criptovaluta in termini di staking, il totale di LUNA in staking è di 31,6 miliardi di dollari e le ricompense per gli utenti sembrano essere tra le più vantaggiose. Il 40% di tutti i token in circolazione infatti sono delegati ai validatori e avere così tanti token bloccati riduce la volatilità. Il meccanismo di consenso di Terra prevede inoltre che per riscattare i token in staking, bisogna aspettare 21 giorni e in questo modo gli utenti sono disincentivati a fare holding. 

1. Polkadot (DOT)

Al primo posto nella classifica delle 5 crypto preferite dai fondi istituzionali c’è Polkadot! Nel 2021 ben 24 fondi su 57 hanno scelto il network multichain, quasi il 42% degli investitori istituzionali. Polkadot ha mantenuto questo primato per tutto l’anno, ci aspettiamo grandi cose anche per il 2022! Nello specifico, di tutto l’ecosistema di Polkadot, sono state premiate dai fondi e dai VC le piattaforme smart contract, parachain e parathread. Con il procedere inarrestabile delle aste, gli investitori guadagnano interesse per DOT e il suo ecosistema che, combinato anche con Kusama, offre mille risorse e opportunità. 

A inizio anno ci siamo chiesti quali fossero le crypto da tenere d’occhio per il 2022, Avalanche, Solana e Terra sembrano proprio mantenere le promesse. 

5 curiosità su Kusama

Kusama 5 curiosità sulla crypto per testare il Web3

Perché è la blockchain degli innamorati? Da dove viene il suo nome esotico? È davvero il network preferito dagli sviluppatori più arditi? Scopri queste e altre curiosità su Kusama!

Nel 2019 appare nei meandri del mondo crypto un Whitepaper degno di uno dei tuoi temi di italiano delle superiori: “Aspettati il caos. Niente promesse”. Già da questo inizio insolito, è chiaro lo spirito di Kusama e della sua community. Basta farsi un giro sul loro profilo Twitter per constatare che non si risparmiano in meme e ironia. E forse chi considera Kusama il cugino ribelle di Polkadot non ha tutti i torti: nella tavolata di Natale delle blockchain, Polkadot aiuta mamma Ethereum a servire l’arrosto, Kusama è vegana e scandalizza con le sue battute lo zio Cardano che voleva solo sonnecchiare in pace nella sua poltrona. 

In questo articolo troverai 5 curiosità su Kusama, la crypto fuori dagli schemi perfetta per testare i progetti del Web3!

1. Cosa significa il nome Kusama?

Kusama è il nome dell’artista giapponese contemporanea Yayoi Kusama, conosciuta per la sua arte figurativa ma anche per le performance innovative. Nata e cresciuta in Giappone, Kusama si è trasferita a New York negli anni ‘60 dove ha scoperto la pop art e ha contribuito alla vita artistica della città. È diventata particolarmente conosciuta grazie a una serie di happening in cui dipingeva su partecipanti nudi, pois di tutti i colori. Ed ecco che ci avviciniamo al nome della blockchain… Kusama è strettamente legata a Polkadot, il cui nome significa “pois” in inglese. Il network ha scelto quindi di omaggiare Yayoi Kusama, colei che ha fatto dei pallini la sua firma!

L’artista, sempre aperta alle novità in campo artistico, si è avvicinata agli NFT. Insieme a CryptoArt.ai, una piattaforma per l’arte digitale, nel 2021 ha creato delle versioni non fungibili delle sue opere Infinite Net (1959 – c1979) e Infinite Net (MGPP). Il tutto nel merito di un progetto per la consapevolezza della proprietà autoriale, registrando tutte le informazioni delle opere in maniera permanente e sicura. 

2. Il mistero delle parachain anonime

Kusama è una blockchain che ha la stessa impostazione strutturale di Polkadot, anche nel canary network arrivano parachain di tutti i tipi. Kusama però non poteva che gestire le sue aste con il suo stile. Il 7 Marzo 2022 su Twitter il network annuncia con un post: “Per la prima volta nella storia di Kusama una parachain sconosciuta ha vinto un’asta. Ed è anche la prima volta che un’asta è stata vinta senza un crowdloan. Benvenuti nel caos”. Per essere una parachain di Kusama non serve nemmeno avere un nome! Il network dà a tutti i progetti l’occasione per portare il loro contributo al Web3.

Il mistero della blockchain anonima poi è stato svelato qualche giorno dopo: si tratta di Moonriver, la parachain sorella di Moonbeam che si trova su Polkadot. 

3. A San Valentino, galeotto fu Kusama

Per il giorno degli innamorati, Kusama ha tirato fuori l’asso nella manica: “sorprendi il tuo amato con un NFT di San Valentino di Kusama!”. Di token non fungibili per San Valentino ne sono usciti moltissimi eppure quelli di Kusama sono davvero particolari. Dopo aver scelto l’NFT per il tuo innamorato tra 7 opere diverse dell’artista CIVIT, compilando un modulo potevi partecipare a un concorso. La posta in palio? Vedere iscritta sulla blockchain la tua dichiarazione d’amore per sempre e in maniera immutabile (quindi attenzione con i nomi, Ross Geller docet). Che la storia d’amore su Kusama abbia inizio!

4. Kusama ha lanciato un Meme Contest

La quarta curiosità su Kusama è super social. Nel 2020 Kusama ha lanciato il suo Meme Contest su Twitter, in palio 2.500 KSM! Il concorso per “hackerare” in maniera creativa il brand di Kusama. Vediamo alcune perle.

Chissà se per fare colpo Kusama funziona davvero! 

https://twitter.com/Coincoino1/status/1405575392887558149?s=20&t=L5EfRN8dc2nNit2Wq_uBjg

Kusama multitasking!

Anche Young Platform ha il suo Meme Contest! Il talento della nostra community è esploso creando meme su Crypto Attack sotto lo spirito guida di Giovanni Muciaccia. Questa sera sulla pagina Instagram saranno annunciati gli 8 finalisti e il 21 Marzo 2022 i vincitori!

5. Su Kusama l’NFT più grande della storia

In occasione dell’edizione 2021 della Biennale d’arte contemporanea di Vancouver, è stato presentato l’NFT più grande della storia. La grandezza in questo caso non è il peso del file ma la sua vastità, l’opera infatti, dal nome Voxel Bridge, è un’installazione di arte digitale di 1765 metri quadrati. L’opera, nei pressi del Cambie Bridge di Vancouver, potrebbe sembrare un semplice murales che copre la passerella pedonale ma è molto di più. Voxel Bridge si costruisce su tre livelli: la raffigurazione visiva, la realtà aumentata e i token non fungibili. Tramite un’app è possibile infatti interagire con l’opera e scoprirne i segreti, il tutto costruito su Kusama. 

Barrie Mowatt, il presidente e direttore artistico della Biennale di Vancouver, ha sottolineato la natura rivoluzionaria di questo progetto per l’adozione mainstream della VR e della blockchain: “la Biennale di Vancouver è sempre stata all’avanguardia e ha sfidato pubblicamente i confini tradizionali dell’arte. Ora che la definizione stessa di pubblico si è evoluta per comprendere il virtuale, eravamo determinati a portare un’installazione artistica di grande significato artistico e tecnologico al mondo”.

Più 11% in un mese: Pax Gold la crypto trending 

Prezzo record di Pax Gold Crescita del +11% nel 2022

La stablecoin ancorata al prezzo dell’oro ha raggiunto un prezzo record a Marzo 2022. Ecco perché PAXG è la crypto in trend!

PAXG è una delle stablecoin più importanti del mercato, che combina i vantaggi di essere una criptovaluta a quelli di essere ancorata al prezzo dell’oro. Il suo valore dipende direttamente dai futures dell’oro e non è volatile come le altre crypto. Ma perché essere in stretta relazione con il metallo prezioso può essere utile a una crypto? Vediamo cos’è successo all’oro e perché il prezzo di Pax Gold sta facendo discutere il mondo crypto! 

I mercati globali a picco e il prezzo dell’oro aumenta

Nei momenti di crisi economica gli investitori si rivolgono principalmente all’oro in quanto bene rifugio adatto ad ammortizzare le perdite durante i periodi di magra dei mercati azionari. Quando i mercati soffrono, l’oro solitamente resiste e il suo prezzo non cala. Dallo scoppio della guerra in Ucraina il prezzo dell’oro invece di crollare come nel caso di tanti altri prodotti, è aumentato confermando questo ruolo di riserva di valore. L’aggressione compiuta dalla Russia ha avuto un impatto su tutti i mercati: il petrolio è salito di oltre il 22%, i futures sul grano sono saliti di quasi il 50% dall’invasione, il nichel ha registrato una crescita senza precedenti di oltre il 70%.

Questi aumenti sono dovuti all’interruzione della fornitura proveniente dalla Russia. L’8 Marzo 2022 Joe Biden, il presidente degli Stati Uniti, ha annunciato lo stop definitivo delle importazioni di petrolio dalla Russia. Anche se il petrolio, il grano e il nichel potrebbero sembrare dei buoni mercati, dato l’aumento dei prezzi, in realtà questo trend è sintomo di una crisi dell’offerta e di alta volatilità. Così come è salito, il loro prezzo potrebbe invertire rotta in un attimo. L’oro al contrario continua ad essere percepito come riserva di valore. 

L’oro è un bene di rifugio in tempi di crisi

La crescita del prezzo dell’oro non ha come causa un’interruzione della fornitura ma la corsa al riparo degli investitori spaventati dal crollo dei mercati. In questi giorni l’oro si sta dirigendo verso un massimo storico. Reuters riporta il commento di David Meger, direttore del trading dei metalli presso High Ridge Futures: “la combinazione dei prezzi dell’energia, del grano e dei metalli di base è culminata in una drammatica pressione inflazionistica che continua ad essere il principale supporto alla base del rialzo dell’oro”. 

Con il mercato sotto pressione, l’oro sta raggiungendo prezzi mai visti, vicini ai 2.072 dollari all’oncia dell’Agosto 2020. Il prezzo dell’oro ha aperto Febbraio 2022 a 51,45 per aver chiuso a 59,8 euro al grammo. La guerra in Ucraina sta dimostrando il ruolo dell’oro come bene di rifugio, descrivendo una situazione simile a quella della crisi finanziaria del 2008 in cui l’afflusso di investimenti ha fatto salire il prezzo dell’oro di quasi il 24% in un anno. 

Il prezzo record di Pax Gold nel 2022

Se il prezzo dell’oro continua a salire senza freni, anche quello di PAXG sta registrando nuove vette. Le persone cominciano ad acquistare PAXG con la stessa idea di comprare l’oro: assicurarsi un bene di rifugio. Nel 2022 il prezzo record di Pax Gold è correlato all’incertezza della situazione geopolitica. Il 9 Marzo 2022 PAXG è 2.016 dollari, il giorno prima, l’8 Marzo, ha raggiunto un picco che non si verificava dal 2020 con 2.055 dollari. Il prezzo di Pax Gold ha aperto il 1 Febbraio 2022 a 1.808 dollari per chiudere il mese con un più 11%. Nel grafico dell’andamento salta all’occhio un’incredibile spinta a 2.043 dollari datata il 24 Febbraio, giorno in cui la Russia ha invaso l’Ucraina segnando la crisi politica ed economica globale. 

In meno di un mese, il market cap del token è aumentato di quasi il 50% da $355 milioni a $530 milioni. Questa dinamica Pax Gold l’aveva già sperimentata durante la situazione di emergenza nata con la pandemia di COVID-19, oggi le tensioni politiche globali si evolvono rapidamente e gli investitori cercano di comprare oro e di averlo in mano il prima possibile. Tuttavia l’oro non è facilmente reperibile o trasportabile, esistono diverse barriere per l’acquisto diretto. Perché acquistare PAXG?  Per molti è il modo più semplice e immediato per comprare un bene ancorato all’oro. Al momento Pax Gold conta 15 mila wallet che possiedono questa criptovaluta. Assisteremo a un nuovo prezzo record di Pax Gold?

Kusama (KSM) arriva su Young Platform!

kusama

Nuovo listing su Young Platform! Ecco KSM, il token di Kusama, la blockchain per chi vuole sperimentare il Web3

Dagli sviluppatori di Polkadot, dal co-fondatore di Ethereum, dalla tecnologia della Web3 Foundation, ecco Kusama! Da oggi su Young Platform puoi comprare KSM, il token della blockchain conosciuta come campo di prova per gli sviluppatori di progetti decentralizzati. 

Che cos’è Kusama?

Kusama è una blockchain nata nel 2016 come versione sperimentale di Polkadot. L’obiettivo dei suoi sviluppatori era avere a disposizione un network con un token effettivamente sul mercato per poter testare dapp o aggiornamenti, e poi trasferirli su Polkadot. Proprio per questa funzione di test, Kusama viene chiamata “canary network”, in riferimento al ruolo di esplorazione dei canarini usati dai minatori per rilevare eventuali gas nocivi nelle miniere. 

Pur essendo indipendente da Polkadot, Kusama ne condivide il codice e, come quest’ultima, viene definita blockchain Layer 0 su cui costruire parachain e parathread. Rispetto a Polkadot, Kusama è una blockchain più leggera e veloce nello sviluppo di progetti decentralizzati. 

Che cos’è KSM?

KSM è il token nativo della blockchain Kusama. Il token KSM viene utilizzato principalmente per lo staking su cui si basa il meccanismo di consenso della blockchain, il Nominated Proof-of-Stake. Secondo questo meccanismo i validatori dei blocchi vengono nominati sulla base della quantità di KSM in staking. Il token viene utilizzato anche per votare i referendum sulla governance del network e per collegare parachain e parathread al Layer 0.

Perché abbiamo scelto KSM?

Come Polkadot, Kusama punta su di una caratteristica fondamentale per le blockchain del Web 3.0, ossia l’interoperabilità. Insieme le due chain costituiscono un ecosistema incentrato sullo sviluppo tecnologico scalabile e sicuro. Infatti Kusama è perfetta per sperimentare in maniera economica e veloce le potenzialità di Polkadot. Kusama è molto più flessibile e stabilisce regole meno stringenti per gli sviluppatori. Dopo aver ingranato la marcia su Kusama, si può partire in quarta su Polkadot!

Quali pair sono disponibili per KSM?

  • KSM – EUR

Vuoi saperne di più?

Leggi l’articolo di Academy su Kusama!

Donne e crypto, a che punto siamo?

Gender Gap: Le donne nel settore crypto

Le donne comprano crypto? Quante sono lavoratrici nella blockchain? Quali progetti si dedicano a valorizzare la presenza femminile?

L’8 Marzo è l’occasione per parlare dell’emarginazione che ancora colpisce le donne in diversi contesti e in diverse misure, e di come si affronta.

Qual è dunque il loro ruolo nel mondo crypto? Scopriamo un po’ di dati sul rapporto tra le donne e la blockchain e alcuni progetti interessanti che si occupano di creare community al femminile. 

Nel settore crypto esiste un Gender Gap?

Lo studio sul gender gap nel settore crypto pubblicato da BlockFi a Settembre 2021 ha presentato il rapporto tra donne americane e criptovalute. I dati più significativi? Il 92% delle donne ha sentito parlare delle criptovalute, ma solo una su quattro (24%) ne possiede. Tra queste il 71% nel suo wallet ha BTC, il 42% DOGE e il 18% ETH, insomma si va sul classico! L’80% delle donne intervistate trova ancora difficile capire il settore e i suoi meccanismi e il 72% crede che comprare crypto sia troppo rischioso. BlockFi nota una crescita nella consapevolezza crypto, secondo il sondaggio il 45% delle donne ha detto di sapere come acquistare criptovalute mentre sei mesi prima, solo il 23% aveva risposto affermativamente alla domanda.

Questi dati di per sé raccontano che le donne dentro al mondo crypto sono ancora un gruppo ristretto, tuttavia ci troviamo nell’area limitata degli Stati Uniti dove le criptovalute sono nel discorso pubblico da più tempo rispetto al resto del mondo. Cosa succede a livello internazionale? Il Global Gender Gap Report del World Economic Forum di Aprile 2021 descrive una situazione ancora più lontana. La prima considerazione è davvero scoraggiante, dopo la pandemia COVID-19 ci vorranno 135 anni per colmare il gap di genere. Il report non ha una sezione specifica per lo spazio crypto, che può essere tuttavia compreso nei settori in rapida crescita come cloud computing, ingegneria, intelligenza artificiale. Nonostante in questo campo si registri una bassa partecipazione delle donne, è comunque più alta rispetto a quella di altri settori

Le criptovalute? Servizi finanziari per tutte! 

Come ha notato la CNBC, “le criptovalute sono uno strumento finanziario del 21° secolo con un problema del 20°: non ci sono abbastanza donne”. La disparità di genere nei servizi finanziari esiste da secoli, fin dalla loro nascita le criptovalute grazie alla decentralizzazione hanno promesso di fornire servizi finanziari a coloro che sono sempre stati emarginati, come donne e minoranze. Ma la strada da fare è ancora lunga come abbiamo visto dai report sul coinvolgimento delle donne nel mondo crypto. La situazione è ancora più spinosa se si combina il genere alle minoranze. Non è una novità l’esclusione delle donne dai servizi finanziari, per secoli le donne non hanno potuto sottoscrivere prestiti, ottenere mutui, possedere carte di credito senza avere un co-firmatario maschio. Ma anche le minoranze hanno affrontato le barriere del sistema economico. Queste pratiche discriminatorie sono completamente sparite? Sembrerebbe che intere fasce di pubblico si stiano avvicinando alle criptovalute per sopperire alla discriminazione finanziaria. Vediamo alcuni progetti e iniziative per avvicinare le donne alla blockchain e alla DeFi. 

Il Black Women Blockchain Council 

Olayinka Odeniran ha fondato nel 2018 il Black Women Blockchain Council dopo la North American Bitcoin Conference in cui degli 88 conferenzieri, solo 3 erano donne. L’obiettivo dell’associazione è “creare uno spazio sicuro che ispiri, formi e attivi una catena economica di talenti costituita da donne di colore che perseguono carriere professionali e imprenditoriali nel campo della blockchain e in quello fintech”. Il BWBC promuove la connessione, il lavoro, la condivisione e la crescita di uno spazio comune. 

Boys Club: concetti crypto spiegati sui social

Deana Burke è una delle fondatrici di Boys Club, una startup nata sul concetto di avvicinare più donne e persone non-binary nello spazio crypto e al Web3, la prossima fase di internet. Burke ha spiegato che il loro intento non è convincere le persone sulla “bontà” delle crypto o degli NFT”, ma rendere Boys Club uno spazio sicuro e leggero per le donne che sono curiose e vorrebbero fare qualche domanda. La community è vasta e comprende profili tra i più disparati come poetesse, fioriste, accademiche. Burke racconta: “stanno cercando di capire come la loro attività di agopuntura potrebbe muoversi nel Web3”. Boys Club si muove soprattutto sui social con il nome BoysClub.eth, con video ironici e che strizzano l’occhio alla cultura pop, spiegando concetti di base del mondo crypto. Che cos’è una DAO, in cosa consiste lo staking, come comprare criptovalute.

La prima indagine sulle donne lavoratrici blockchain in Italia 

L’Osservatorio Italiano Nazionale Blockchain (IBNO) insieme alla community internazionale Blockchain Ladies ha realizzato il primo studio sulle professioniste del settore dal titolo “Donne e Industria Blockchain. Indagine sulle carriere professionali e l’occupazione femminile in Italia e in Europa”. Oltre a presentare la situazione delle donne che lavorano nel settore blockchain, fornisce una panoramica di come questa tecnologia venga usata e le sue potenzialità per il futuro. Tra arte, mondo legale, imprenditoria. All’indagine hanno partecipato vari atenei italiani.

Dai risultati dello studio si può notare come la maggior parte delle donne che lavora con la blockchain appartiene alla fascia d’età tra i 26 e i 32 anni, mentre in Italia la fascia d’età si allarga fino alle over 50. Sul piano regionale, si registra “un forte sbilanciamento verso il Centro Italia in prevalenza, seguito dal Nord Italia e da una percentuale molto bassa per il Sud Italia”. In Europa il primato di donne e blockchain va alla Spagna, seguita da Germania e Portogallo. 

World of Women con The Sandbox

Gli NFT sono uno strumento con cui le artiste si stanno affermando nel mondo crypto, la collezione World of Women (WoW) di Yam Karkai è diventata famosissima proprio per questo. WoW è una collezione di 10 mila token non fungibili che rappresentano volti di donne di tutte le forme e colori, qualcuno le paragona ai CryptoPunks o alle Bored Ape e in effetti il loro successo sembra calcare le loro orme. Oltre a celebrare la fierezza e l’unicità femminile con la sua arte, Karkai insieme al suo team ha aperto anche un fondo per la promozione dell’arte crypto tra le donne.

Tra i collezionisti di WoW ci sono diversi personaggi, come Reese Witherspoon che ha intenzione di raccontare la collezione all’interno di un film. Le WoW sono inarrestabili: è stata appena annunciata una collaborazione con The Sandbox per portare gli NFT all’interno del Metaverso. La partnership prevede la creazione della WoW Foundation che con 25 milioni di dollari si occuperà di coinvolgere le donne nel settore della decentralizzazione. A The Sandbox presto comparirà uno spazio dedicato alla causa femminile, un museo virtuale in cui esporre la collezione e la WoW University che offrirà tutorial e guide per iniziare con il Web3. 

Dogecoin registra il marchio per impedire truffe

Dogecoin registra il suo marchio crypto anti truffe

Nel mondo crypto per evitare usi impropri e truffe è fondamentale registrare marchi e proprietà intellettuali. Scopri il caso Dogecoin!

Il settore crypto è giovane e in formazione perciò ogni occasione è buona per trarre insegnamenti e consigli utili. Il caso del marchio di Dogecoin e dei suoi tentativi di registrarlo ci porta a riflettere sull’importanza di una certificazione per i progetti su blockchain. 

La Dogecoin Foundation registra i marchi di DOGE in Unione Europea

“Un grande successo. È una piccola vittoria che sembra così irrilevante visto tutto quello che sta succedendo nel mondo, ma è un passo importante. Dato un numero crescente di tentativi in malafede di registrare marchi per “Doge”, “Dogecoin” e anche per i loghi creati per Dogecoin da Christine Ricks, da parte di persone e organizzazioni, non avevamo altra scelta che registrarli per proteggere tutti i buoni shiba nella community di Dogecoin”, questo è il testo del tweet apparso il 2 Marzo 2022 nel feed della Dogecoin Foundation. Nomi e loghi sono stati registrati con una pratica datata 13 gennaio 2022, presso l’European Union Intellectual Property Office con lo scopo di impedire che vengano sfruttati per truffe o estorsioni. 

Quindi sono vietati i meme Dogecoin?

Un Dogecoin enthusiast ha prontamente commentato la bella notizia sollecitando chiarimenti sull’uso dell’immagine della crypto per creare meme o simili. Potrà essere ancora sfruttata? Come trattare i meme creati prima del deposito del marchio? Ottimo spunto direttamente dalla community unita sotto il segno dei meme! Jens Wiechers, membro del consiglio esecutivo della fondazione, ha spiegato: “il problema non è (e non è mai stato) l’uso in meme, ecc, ma i tentativi di persone completamente non affiliate con Dogecoin per registrarli, che hanno davvero senso solo se vogliono poi estorcere direttamente la comunità o il progetto Dogecoin, gli sviluppatori, la fondazione, ecc”. Lunga vita ai meme! A proposito, lo sai che è appena partito il Meme Contest di Young Platform?

Perché Dogecoin registra il suo marchio crypto anti truffe?

Dopo mesi di inattività, ad Agosto 2021 la Dogecoin Foundation si è rimessa in motoper supportare sviluppatori, progetti intorno alla meme-coin, il futuro stesso della blockchain. Da quel momento ha affrontato diversi problemi relativi all’uso del suo nome e del suo logo. Tutto perché il marchio non è stato protetto al momento della sua creazione nel 2014. Negli Stati Uniti Dogecoin ha cominciato a competere con almeno una dozzina di altri enti che volevano registrare il nome “Dogecoin” all’U.S. Patent and Trademark Office. Sembrerebbe che esistano più di 100 criptovalute non legate alla Dogecoin Foundation che ne usano ugualmente il nome

Le battaglie per il marchio Dogecoin 

Oltre al centinaio di progetti crypto che usano il nome “Dogecoin” c’è anche un’azienda nelle Isole Cook che porta lo stesso nome della meme-coin. Questa reclama la priorità sul nome dal momento che la Dogecoin Foundation, con sede in Colorado, era stata abbandonata per diverso tempo. Sempre ad Agosto la Fondazione ha inviato una lettera a un progetto nominato Dogecoin 2.0 chiedendo di cambiare il nome.

La lezione del caso Dogecoin? Registrare i marchi di un progetto crypto alla nascita. Tra l’altro ottenere il copyright per le criptovalute non è sempre una passeggiata, non è come ottenere il nome per un esercizio commerciale, un bene o un servizio generico. La questione è stata affrontata a proposito della vicenda del marchio Dogecoin, anche dal Wall Street Journal. Con marchio si intende una parola, un nome, un simbolo o una frase usata per identificare e distinguere un prodotto o un servizio. Tuttavia per una criptovaluta potrebbe essere complesso dimostrare di essere un prodotto o un servizio, quando viene usata principalmente come mezzo di scambio. 

Inoltre un marchio per essere registrato deve essere legato in maniera univoca a un ente, un’azienda o una fondazione. Il rischio per Dogecoin era non essere associato alla Dogecoin Foundation ma semplicemente alla criptovaluta. L’USPTO (l’equivalente statunitense dell’European Union Intellectual Property Office) si è già espresso riguardo al termine “Bitcoin”, troppo ampio e descrittivo di generici servizi di pagamento online per essere considerato un vero e proprio marchio. Potrebbe essere veramente difficile rivendicare una proprietà intellettuale se un nome non registrato dovesse cadere nel dominio pubblico.

Intervista a Emanuele Dascanio, gli NFT tra arte e tecnologia

Cosa sono gli NFT Per Emanuele Dascanio un ponte tra arte e tecnologia

L’artista NFT Emanuele Dascanio ci anticipa i suoi prossimi progetti e parla del rapporto con la tecnologia

Ecco la seconda parte dell’intervista, che si concentrerà sull’opera di Dascanio, i suoi progetti in corso e sul suo rapporto col settore crypto e blockchain.

Andiamo nel pratico: come crea un NFT Emanuele Dascanio?

Quale formato preferisci per i tuoi token non fungibili??

Prediligo il video rispetto a immagini statiche, quelle le ho già nella mia arte fisica. Quando sono entrato nel processo di tokenizzazione dell’opera sarei potuto entrare semplicemente mettendo delle immagini delle mie opere su blockchain. Ma è come una stampa delle copie. Per me non è abbastanza, i token non fungibili si possono sfruttare molto di più! Allora ho scelto i video. All’inizio è stato difficilissimo trovare aiuto per la realizzazione di questi video. L’idea è applicare un velo digitale sulle velature fisiche dell’opera. Prima degli NFT, le mie opere erano come libri che con l’ultima pagina concludevano una storia. Ora c’è un’altra storia dopo la parola “fine”. Gli NFT sono un modo per integrare o alterare il concetto dietro a una mia opera, tramite il velo digitale trasformo il mio quadro di partenza. Da una sola opera nascono 10, 20, 30 token non fungibili, il limite è solo quello della fantasia

Quindi lavori a contatto con un team che si occupa di tutti gli aspetti tecnici? Ci sono state delle difficoltà tecniche iniziali?

Sì, lavoro con dei tecnici. Non ho un vero team, ma tanti diversi gruppi di lavoro specializzati in cose diverse. Creare e vendere NFT e digital art è un mestiere, io delego e dirigo come un regista con un film, ogni aspetto delle mie opere viene seguito da me. All’inizio è stato difficile trovare le persone con cui collaborare, preparate a livello tecnico e con una compatibilità personale. Ora il processo tecnico sta migliorando perché conosco meglio la tecnologia.

Il rapporto dell’artista con la blockchain

Come mai hai scelto SuperRare come marketplace per le tue opere? Cosa ne pensi delle crypto in generale? 

Io non sono crypto massimalista, possiedo BTC e altre criptovalute. È stato proprio questo il mio primo approccio alla blockchain. Vivo in Serbia e qui a livello di investimenti non puoi fare tante cose. Mi rimane la blockchain!  

Sono su quasi tutti i marketplace ma uso principalmente SuperRare perché al contrario di me, i collector sono massimalisti. E i collezionisti sono su SuperRare. Seguendo il mio lato artista-business man ho prediletto quindi questo marketplace. Ma le mie opere si trovano anche in tutte le migliori piattaforme per comprare e vendere NFT. Perché? Io credo che sia l’artista in sé a portare valore nel mercato dell’arte e non viceversa. Se sono un artista capace, quello che tocco diventa oro. Non è che se un artista costa di più, automaticamente ha anche più valore. Però inconsciamente molti la pensano così ed è un bias che sfrutto su SuperRare, ma poi porto il mio valore anche su altri marketplace, in questo modo cresciamo insieme. Poi il mercato detterà chi vive e chi muore. 

Dal punto di vista di artista NFT, cosa manca al settore?

La decentralizzazione mi sembra ormai persa, poi la tecnologia non è mai abbastanza, manca la mass adoption. Il settore ha tutto dentro di sé ma non ha ancora preso forma. Siamo early adopters del resto. Forse manca una regolamentazione. Mancano un sacco di cose che pesano in parte sulla progettazione dei progetti artistici, e devo considerare tutti questi aspetti. Soprattutto nel settore crypto è difficile trovare la customer experience, e spesso all’inizio non si sa da dove iniziare.

I consigli agli artisti che vorrebbero creare e vendere NFT

Può qualcuno senza un background artistico creare arte digitale? 

Fare l’artista è professione, si hanno strutture e strumenti tramite conoscenze tecniche. Se non sono un regista non faccio film, lo immagino al massimo. Chi entra nel mercato dell’arte NFT senza professionalità, non credo possa andare lontano. Una volta entrati i professionisti, il mercato si evolve. Oggi quello degli NFT non è più un mercato super speculativo, è più rivolto all’investimento su reali figure professionali sempre più elevate. Tra poco l’ibridazione tra il mercato dell’arte tradizionale e quello NFT porterà nuovi scenari, emergerà qualcosa di diverso. Sarà un settore più democratico? Non democratico? Di massa? Chi lo sa. Ora il mercato dell’arte tradizionale è estremamente elitario mentre quello degli NFT è spinto dalle community. 

Ti sentiresti di dare dei consigli a un artista analogico che vuole sperimentare gli NFT?

Studiare il più possibile per capire i limiti e le potenzialità dello strumento. La tua arte sicuramente muterà. Così come il modo di crearla. La prima cosa da fare è l’interpretazione del medium, insomma con un pennello rispetto a un NFT faccio cose diverse.

Ci racconti il tuo progetto dei Quantum NFT?

Non sono tecnico, non vi spiegherò la meccanica quantistica. Lavoro al progetto Quantum NFT con il team di tecnici e artisti di Insighbart. Sono persone eccezionali. Si tratta di creare arte attraverso reali computer quantistici, non simulatori. Vengono dati al computer degli input elaborati dall’artista, poi compromessi dalla randomicità delle probabilità quantistiche. Questi input sono singoli elementi combinati, così come quando pensi un’opera decidi i colori, la palette, la dimensione del pennello, la tela. Una volta entrati nel computer, si sperimenta e si vede cosa succede. È come essere davanti a un pianoforte e avere mille potenzialità creative. È un lavoro pionieristico, è un “fardello” bello quello di sviluppare la figurazione digitale. Nel rumore infinito ci sono tutte le canzoni, bisogna solo estrarle. 

Tra l’altro i Quantum NFT sono davvero unici. Impossibili da rifare. E questo si sposa benissimo con tutte le caratteristiche essenziali dei token non fungibili. 

Uno dei grandi problemi per l’arte post-internet è proprio la riproducibilità.
Hai qualche progetto nel Metaverso?

In passato ho realizzato con The Nemesis il primo corso di disegno iperrealista nel Metaverso della storia. Con OVR sto realizzando degli NFT esperienziali, c’è in ballo un progetto nel settore fashion a Decentraland. Sta saltando fuori anche qualcosa nel gaming!

Concludiamo con una nota sentimentale, c’è un NFT tra i tuoi di cui sei particolarmente affezionato?

Uh, difficile questa. Forse il mio primo NFT, ma anche il secondo, insomma ognuno è speciale. Se proprio devo scegliere direi la prima (Sublimi ingenio, YOU are a NFT), la seconda (Fabrica Rerum) e la terza opera digitale su SuperRare (Dialogue with the Father). Ma Fabrica Rerum è speciale perché è stata l’occasione per incontrare Insighbart. È sempre stato il sogno della mia vita entrare in relazione profonda con scienziati di fama mondiale. Mi sento un privilegiato e quest’opera rappresenta questo legame. 

Grazie Emanuele, è stato un piacere chiacchierare con te e scoprire il lavoro di un artista NFT. Buon lavoro! 

Intervista a Emanuele Dascanio: come nasce un artista NFT?

Come nasce un artista NFT? Intervista a Emanuele Dascanio

Come nasce un artista NFT? Come lavora? Come si approccia alla tecnologia? Lo abbiamo chiesto ad Emanuele Dascanio, artista NFT italiano

Il Team Young Platform ha intervistato Emanuele Dascanio, artista NFT italiano. Ecco il racconto del suo lavoro, di come ha scoperto la blockchain e dei suoi pionieristici progetti.

Cosa significa diventare un artista NFT

Inizio soft: com’è la tua tipica giornata di lavoro?

Lavoro dal mio studio. Quando non sono al cavalletto a disegnare, sono in riunione, in meeting per i miei progetti NFT. La mia vita ora si divide tra analogico e digitale, prima stavo 10-12 ore al giorno a disegnare, adesso disegno molto meno. Infatti il mio focus creativo sta andando quasi tutto verso il progettare e creare NFT.

Come descriveresti le tue opere? Ti rivedi in qualche stile particolare?

Non si possono descrivere a parole, per capirle bisogna vederle. Il linguaggio figurato è difficile da descrivere, non è così che emerge la mia opera. Il mio stile si può chiamare  iper-figuartivo, faccio figurazione iperrealista, ultra fotografica, insomma piena di dettagli

Questo è lo stile adottato, o meglio, sono stato adottato da questo stile. Sono stato scelto! Questa è l’arte che so fare da sempre e poi mi sono specializzato. Mi sono obbedito al richiamo, però maturando sotto questo aspetto mi sono accorto che non volevo fare solo questo. Ora disegno, ma nel mio passato c’è anche la pittura, adesso sto passando ai token non fungibili, per poi probabilmente passare ad altro (Dascanio allude a un progetto top secret, n.d.r.).

Come hai iniziato il tuo percorso con gli NFT?

Del concetto mi sono innamorato a prima vista. Ho iniziato a fare arte iperrealista per uno stato di necessità, poi un’esigenza artistica mi ha portato sul piano creativo degli NFT. Devo fare questa considerazione: essendo artista devo avere a che fare con il mercato dell’arte, tuttavia il mercato non tratta solo d’arte ma di relazioni e oggetti e purtroppo il mio prodotto non è mai stato scalabile

Per fare un’opera d’arte ci metto da 1 mese ai 4 anni, quindi non sono adatto al mercato dell’arte che si muove a ritmi frenetici, poi sono adatto a fare arte non a mercanteggiare. Me ne sono sempre fregato, ho trovato la mia nicchia, ho sempre venduto anche abbastanza bene. Ma non come avrei voluto e soprattutto sapevo che avrei potuto fare di più. Prima che scoppiasse la pandemia avevo in cantiere il progetto di parcellizzare e vendere in tutto il mondo l’opera successiva a De natura universi. A causa dell’emergenza sanitaria è saltato tutto ma moltissime qualità del progetto le ho riviste nel mercato degli NFT. Mi sono detto: “ah quindi quello che ho fatto esiste già, ed è anche meglio”.

Cosa intendi per parcellizzare un’opera?

Spezzettare fisicamente un’opera d’arte in tante parti, ognuna rivendibile singolarmente. Il tutto tramite dei giochi artistici. L’idea è quella di un’opera d’arte riprodotta e divisa mentre l’opera fisica viene custodita in un museo o una galleria. Nel caso del mio progetto, le opere parcellizzate avrebbero raccolto anche i dati dei compratori per creare un’opera nuova. Così l’opera iniziale si sarebbe ingrandita blocco dopo blocco. Qui ho cominciato a pensare a una scalabilità. 

E quindi da lì ti sei lanciato nel mondo dei token non fungibili!

Esatto, volevo continuare questa idea e ho trovato gli NFT come la terra promessa! Più di un anno fa mi sono messo a studiare e progettare, e ora ho in mano una trentina di progetti sulla parcellizzazione, l’intelligenza artificiale, la meccanica quantistica. E tante altre cose. 

Ognuna di queste è un business scalabile, sono entrato a pieno nella creator economy. Ho anche progetti con celebrity, Hollywood, nel mercato indiano con la possibilità di entrare a Bollywood, nella space economy. La mia arte sta coprendo ogni aspetto del mercato, e questo stando solo al cavalletto non lo potevo fare. 

I token non fungibili hanno ampliato il mio lavoro, grazie alla blockchain c’è stato un aumento esponenziale della creatività e della ricchezza del mio brand personale. Se ci pensate, un disegno è solo polvere su carta e l’occhio gode dell’ordine di questa polvere. Ordine che è stato dato dall’artista, di fronte a un’opera d’arte si gode dell’intelligenza dell’artista. Ora gli NFT per me sono come alcune particelle del disegno che rappresenta il mio lavoro, combinate dalla mia creatività insieme a tutto quello che ho fatto in precedenza.

Il mercato dell’arte e l’accoglienza degli NFT

Il mercato dell’arte “tradizionale” come ha accolto l’arte e la proprietà digitale su blockchain? Esiste un pregiudizio nelle persone e negli artisti?

Ci sono vari livelli di pregiudizio negli artisti, tutto dipende da che artista sei. Il pregiudizio è: se qualcuno fa qualcosa di diverso, lo fa meglio di me con strumenti che io non so usare, questo non va bene. Io faccio disegno dal vivo, ho sempre avuto a che fare con artisti figurativi, per alcuni se usi la telecamera non va bene. Anche questa domanda forse ha un grado di pregiudizio, di preconcetto, io sono abituato a vedere l’artista come una persona,   quando parlo con le persone degli NFT il loro pregiudizio nasce dall’ignoranza del mezzo tecnologico. 

Alla fine che cos’è un NFT? È un mezzo, una matita, un pennello. Uno strumento. Perché avere dei pregiudizi nei confronti di uno strumento? Perchè non si possono usare tutte le cose insieme? Sei un artista, sei un creativo, puoi fare quello che vuoi, usare tutti gli strumenti che vuoi, l’importante è usarli bene. L’NFT non è altro che un’opportunità. Le persone poi ne vogliono sapere di più, iniziano a fare domande tecniche perché sono interessate ad entrare anche loro in questo mondo. 

Nella mia esperienza percepisco tanti pregiudizi quando si parla di Metaverso. Questo è un concetto già più complesso, la gente ha paura, c’è riluttanza nell’uscire dalla vita reale per quella “finta”. Ma se fai esperienza di una cosa, quella cosa è vera, non ha importanza se è mentale o corporale. È come leggere un libro o andare al cinema. È semplicemente un’esperienza diversa, te la godi e poi torni a fare quello che fai di solito. I non fungible token, il Metaverso, non sono altro che strumenti che in mano alle persone creative possono diventare mainstream. Secondo me il mercato dell’arte sarà solo una piccola goccia nelle applicazioni degli NFT. 

Gli inizi di un artista che scopre la blockchain

Qual è stato il tuo approccio allo studio della blockchain? 

Ho studiato da solo, ho smesso di lavorare per 3 mesi e mi sono messo a studiare le basi del funzionamento degli NFT, dalla blockchain agli smart contract. Lo studio fa sempre parte del mio lavoro. Non è che se non disegno, se non metto la grafite sul foglio, allora non lavoro. È parte del lavoro e dallo studio si va a creare arte. Ho investito del tempo e adesso quel tempo ha il suo ROI (return on investment) molto alto. 

È tutto un ribollire di creatività: ogni giorno chiedersi:come si evolve questa cosa? chi chiamo? quali sono le prospettive? Anche perché le persone che ho incontrato in questo ambiente sono tutte uguali: intelligenti, creative, propositive. È incredibile! A Dubai ho incontrato Stefan (Co-founder e CBDO di Young Platform, n.d.r.), io alla sua età giocavo coi lego. Non puoi non essere speciale, se sei così giovane e crei una cosa come Young Platform. Finalmente mi trovo a contatto con persone così. 

Quali fonti o strumenti hai usato mentre studiavi? 

Mi sono informato su internet, grazie a Youtube, preferisco un approccio divulgativo. Nel mio caso non è utile entrare nel tecnico, mi sono preoccupato di capire il primo livello di questa tecnologia, gli aspetti che io potevo sfruttare in quanto artista per creare NFT. In quanto artista associo i concetti anche in maniera “ignorante”, poi vado dai tecnici e mi dicono se si può fare. Ma in questo ambito non ho mai sentito dire “non si può fare”. Il mio livello di conoscenza sulla blockchain è tale da permettermi di progettare, di giocare con la fantasia in maniera coerente con l’aspetto tecnico. 

A domani per la seconda parte dell’intervista!

Tutti i concerti del Metaverse Music Festival a Decentraland

Metaverse Music Festival 2022 a Decentraland

Dal 10 al 13 Novembre si esibiranno oltre 100 artisti a Decentraland durante il Metaverse Music Festival. Ecco tutti gli eventi e i concerti nel metaverso!

La seconda edizione del Metaverse Music Festival a Decentraland è alle porte! Dal 10 al 13 Novembre oltre 100 artisti dei generi più disparati si esibiranno in 15 diversi palchi in un festival digitale dall’atmosfera cyberpunk. Tutti i concerti a Decentraland saranno gratuiti e non sarà necessario collegare il proprio wallet crypto per partecipare, così come non serviranno particolari strumenti come i visori per la realtà aumentata. Ogni giornata del Metaverse Music Festival avrà luogo dalle 19:00 alle 7:00 (ora italiana), le date e gli orari precisi delle esibizioni saranno disponibili nei prossimi giorni. La lineup è ricca e variegata, tra gli artisti confermati ci sono Ozzy Osbourne, Dillon Francis e Soulja Boy.  

Per Decentraland è tempo di sfide e nuove tecnologie 

Il metaverso crypto di Decentraland è pronto ad ospitare il primo grande evento dopo la recente polemica sui suoi pochi utenti attivi. Ad inizio Ottobre l’aggregatore di dati DappRadar aveva elaborato un report che mostrava la poca affluenza nel metaverso crypto, un’affluenza di anche solo alcune decine di persone al giorno. 

Decentraland ha ribattuto spiegando che nel suo metaverso, al contrario di quanto fatto da DappRadar, non possono essere calcolati come utenti attivi solo coloro che compiono una transazione su blockchain. Questo perché chi partecipa agli eventi e alle esperienze di Decentraland, come appunto il Metaverse Music Festival, non utilizza necessariamente il suo crypto wallet. Gli utenti di Decentraland sarebbero molti di più di quelli segnalati da Dappradar, e eventi come la Metaverse Fashion Week o l’atteso Metaverse Music Festival, sono un’occasione per coinvolgere sempre più utenti e portare il metaverso crypto a nuovi picchi di mainstream. 

La prima edizione del festival si è svolta nel 2021 con le performance di 80 artisti tra cui Deadmau5 e Paris Hilton, e 50.000 utenti in quattro giorni. Durante il Metaverse Music Festival 2022 verranno presentate le più recenti tecnologie e potenziamenti del metaverso di MANA tra cui gli “Emotes” ovvero mosse di danza e pose speciali per gli avatar sotto forma di NFT. O la nuova tecnologia di motion capture sviluppata da Move.ai che permette di catturare il movimento degli artisti che si esibiranno nei concerti anche senza l’utilizzo di tute. O ancora, la possibilità di creare NFT utilizzando solo la fotocamera del telefono (grazie a Kinetix.tech). 

Tutti i concerti del Metaverse Music Festival a Decentraland

Gli artisti coinvolti rappresentano diversi generi e culture musicali, con lo scopo di rendere il Metaverse Music Festival un festival per tutti. Tutti gli artisti che si esibiranno nei concerti a Decentraland, lo faranno con le sembianze di un avatar. Vediamo tutte le performance che sono state confermate al momento. 

  1. Ozzy Osbourne: il primo grande nome ad esibirsi al Metaverse Music Festival 2022, è il “Prince of Darkness” che da poco ha rilasciato il suo ultimo album “Patient Number 9”;
  2. Dillon Francis: il DJ e attore americano aprirà il festival con un dj set che verrà poi trasmesso durante tutte le giornate del festival sugli schermi del club che Dillon Francis ha ideato con il suo stile nella zona di Vegas City a Decentraland;
  1. Soulja Boy: il terzo artista di fama internazionale protagonista del festival è il rapper americano e produttore Soulja Boy;
  2. Vladimir Cauchemar: uno dei più chiacchierati artisti della scena francese, dall’identità misteriosa, Vladimir Cauchemar propone performance di musica elettronica con il volto mascherato da un teschio bianco; 
  3. SNH48: è il pluripremiato gruppo idol cinese. Si tratta di una band al femminile composta da oltre 200 ragazze tutte intorno ai vent’anni, che si esibiscono a turno genere pop;
  4. Spottie WiFi: il rapper che si descrive come il paladino della rivoluzione della musica decentralizzata e che utilizza un CryptoPunks come avatar;
  5. Atarashii Gakko!: girl group giapponese attivo dal 2015 che propone pop e jazz; 
  1. Amadis & The Ambassador: gruppo londinese di musica afro e funk; 
  2. Maija Kauhanen: musicista finlandese che si definisce “one woman orchestra” perché si esibisce con molti strumenti diversi. Il suo genere di riferimento è il folk;
  3. Handshaking: un progetto collettivo “space rock”; 
  4. Akira the Don: DJ e produttore britannico;
  5. Losers: gruppo del DJ Eddy Temple-Morris che già a Settembre, su Twitter, lanciava un appello ad artisti digitali per collaborare in un nuovo “eccitante” progetto musicale;
  1. 2AM: gruppo K-pop sudcoreano;
  2. Erika Krall e Lian Gold: produttrici e performer israeliane di musica elettronica; 
  3. Pip: il cantante statunitense (pop-rock) che ha partecipato a The Voice nella squadra di Adam Levine. 

Crea il tuo NFT e partecipa al contest!

In occasione del Metaverse Music Festival è possibile realizzare degli abiti e delle “Emotes” personalizzate per gli avatar. Tutte le creazioni, in formato NFT, verranno poi messe in vendita nel marketplace dedicato all’evento.

Inoltre fino al 31 Ottobre è possibile partecipare al contest per “Emotes”. In palio per il primo posto ci sono 800 MANA e il titolo di “Emote” ufficiale del festival. Questo significa che i passi di danza vincitori verranno utilizzati in tutto il materiale promozionale in evidenza, che rimanderà poi al marketplace in cui sarà possibile acquistare questi NFT. Le mosse di danza verranno valutate per la qualità del movimento, l’unicità e soprattutto per il “fattore WOW e DIVERTIMENTO”.