5 curiosità su Kusama

Kusama 5 curiosità sulla crypto per testare il Web3

Perché è la blockchain degli innamorati? Da dove viene il suo nome esotico? È davvero il network preferito dagli sviluppatori più arditi? Scopri queste e altre curiosità su Kusama!

Nel 2019 appare nei meandri del mondo crypto un Whitepaper degno di uno dei tuoi temi di italiano delle superiori: “Aspettati il caos. Niente promesse”. Già da questo inizio insolito, è chiaro lo spirito di Kusama e della sua community. Basta farsi un giro sul loro profilo Twitter per constatare che non si risparmiano in meme e ironia. E forse chi considera Kusama il cugino ribelle di Polkadot non ha tutti i torti: nella tavolata di Natale delle blockchain, Polkadot aiuta mamma Ethereum a servire l’arrosto, Kusama è vegana e scandalizza con le sue battute lo zio Cardano che voleva solo sonnecchiare in pace nella sua poltrona. 

In questo articolo troverai 5 curiosità su Kusama, la crypto fuori dagli schemi perfetta per testare i progetti del Web3!

1. Cosa significa il nome Kusama?

Kusama è il nome dell’artista giapponese contemporanea Yayoi Kusama, conosciuta per la sua arte figurativa ma anche per le performance innovative. Nata e cresciuta in Giappone, Kusama si è trasferita a New York negli anni ‘60 dove ha scoperto la pop art e ha contribuito alla vita artistica della città. È diventata particolarmente conosciuta grazie a una serie di happening in cui dipingeva su partecipanti nudi, pois di tutti i colori. Ed ecco che ci avviciniamo al nome della blockchain… Kusama è strettamente legata a Polkadot, il cui nome significa “pois” in inglese. Il network ha scelto quindi di omaggiare Yayoi Kusama, colei che ha fatto dei pallini la sua firma!

L’artista, sempre aperta alle novità in campo artistico, si è avvicinata agli NFT. Insieme a CryptoArt.ai, una piattaforma per l’arte digitale, nel 2021 ha creato delle versioni non fungibili delle sue opere Infinite Net (1959 – c1979) e Infinite Net (MGPP). Il tutto nel merito di un progetto per la consapevolezza della proprietà autoriale, registrando tutte le informazioni delle opere in maniera permanente e sicura. 

2. Il mistero delle parachain anonime

Kusama è una blockchain che ha la stessa impostazione strutturale di Polkadot, anche nel canary network arrivano parachain di tutti i tipi. Kusama però non poteva che gestire le sue aste con il suo stile. Il 7 Marzo 2022 su Twitter il network annuncia con un post: “Per la prima volta nella storia di Kusama una parachain sconosciuta ha vinto un’asta. Ed è anche la prima volta che un’asta è stata vinta senza un crowdloan. Benvenuti nel caos”. Per essere una parachain di Kusama non serve nemmeno avere un nome! Il network dà a tutti i progetti l’occasione per portare il loro contributo al Web3.

Il mistero della blockchain anonima poi è stato svelato qualche giorno dopo: si tratta di Moonriver, la parachain sorella di Moonbeam che si trova su Polkadot. 

3. A San Valentino, galeotto fu Kusama

Per il giorno degli innamorati, Kusama ha tirato fuori l’asso nella manica: “sorprendi il tuo amato con un NFT di San Valentino di Kusama!”. Di token non fungibili per San Valentino ne sono usciti moltissimi eppure quelli di Kusama sono davvero particolari. Dopo aver scelto l’NFT per il tuo innamorato tra 7 opere diverse dell’artista CIVIT, compilando un modulo potevi partecipare a un concorso. La posta in palio? Vedere iscritta sulla blockchain la tua dichiarazione d’amore per sempre e in maniera immutabile (quindi attenzione con i nomi, Ross Geller docet). Che la storia d’amore su Kusama abbia inizio!

4. Kusama ha lanciato un Meme Contest

La quarta curiosità su Kusama è super social. Nel 2020 Kusama ha lanciato il suo Meme Contest su Twitter, in palio 2.500 KSM! Il concorso per “hackerare” in maniera creativa il brand di Kusama. Vediamo alcune perle.

Chissà se per fare colpo Kusama funziona davvero! 

https://twitter.com/Coincoino1/status/1405575392887558149?s=20&t=L5EfRN8dc2nNit2Wq_uBjg

Kusama multitasking!

Anche Young Platform ha il suo Meme Contest! Il talento della nostra community è esploso creando meme su Crypto Attack sotto lo spirito guida di Giovanni Muciaccia. Questa sera sulla pagina Instagram saranno annunciati gli 8 finalisti e il 21 Marzo 2022 i vincitori!

5. Su Kusama l’NFT più grande della storia

In occasione dell’edizione 2021 della Biennale d’arte contemporanea di Vancouver, è stato presentato l’NFT più grande della storia. La grandezza in questo caso non è il peso del file ma la sua vastità, l’opera infatti, dal nome Voxel Bridge, è un’installazione di arte digitale di 1765 metri quadrati. L’opera, nei pressi del Cambie Bridge di Vancouver, potrebbe sembrare un semplice murales che copre la passerella pedonale ma è molto di più. Voxel Bridge si costruisce su tre livelli: la raffigurazione visiva, la realtà aumentata e i token non fungibili. Tramite un’app è possibile infatti interagire con l’opera e scoprirne i segreti, il tutto costruito su Kusama. 

Barrie Mowatt, il presidente e direttore artistico della Biennale di Vancouver, ha sottolineato la natura rivoluzionaria di questo progetto per l’adozione mainstream della VR e della blockchain: “la Biennale di Vancouver è sempre stata all’avanguardia e ha sfidato pubblicamente i confini tradizionali dell’arte. Ora che la definizione stessa di pubblico si è evoluta per comprendere il virtuale, eravamo determinati a portare un’installazione artistica di grande significato artistico e tecnologico al mondo”.

Più 11% in un mese: Pax Gold la crypto trending 

Prezzo record di Pax Gold Crescita del +11% nel 2022

La stablecoin ancorata al prezzo dell’oro ha raggiunto un prezzo record a Marzo 2022. Ecco perché PAXG è la crypto in trend!

PAXG è una delle stablecoin più importanti del mercato, che combina i vantaggi di essere una criptovaluta a quelli di essere ancorata al prezzo dell’oro. Il suo valore dipende direttamente dai futures dell’oro e non è volatile come le altre crypto. Ma perché essere in stretta relazione con il metallo prezioso può essere utile a una crypto? Vediamo cos’è successo all’oro e perché il prezzo di Pax Gold sta facendo discutere il mondo crypto! 

I mercati globali a picco e il prezzo dell’oro aumenta

Nei momenti di crisi economica gli investitori si rivolgono principalmente all’oro in quanto bene rifugio adatto ad ammortizzare le perdite durante i periodi di magra dei mercati azionari. Quando i mercati soffrono, l’oro solitamente resiste e il suo prezzo non cala. Dallo scoppio della guerra in Ucraina il prezzo dell’oro invece di crollare come nel caso di tanti altri prodotti, è aumentato confermando questo ruolo di riserva di valore. L’aggressione compiuta dalla Russia ha avuto un impatto su tutti i mercati: il petrolio è salito di oltre il 22%, i futures sul grano sono saliti di quasi il 50% dall’invasione, il nichel ha registrato una crescita senza precedenti di oltre il 70%.

Questi aumenti sono dovuti all’interruzione della fornitura proveniente dalla Russia. L’8 Marzo 2022 Joe Biden, il presidente degli Stati Uniti, ha annunciato lo stop definitivo delle importazioni di petrolio dalla Russia. Anche se il petrolio, il grano e il nichel potrebbero sembrare dei buoni mercati, dato l’aumento dei prezzi, in realtà questo trend è sintomo di una crisi dell’offerta e di alta volatilità. Così come è salito, il loro prezzo potrebbe invertire rotta in un attimo. L’oro al contrario continua ad essere percepito come riserva di valore. 

L’oro è un bene di rifugio in tempi di crisi

La crescita del prezzo dell’oro non ha come causa un’interruzione della fornitura ma la corsa al riparo degli investitori spaventati dal crollo dei mercati. In questi giorni l’oro si sta dirigendo verso un massimo storico. Reuters riporta il commento di David Meger, direttore del trading dei metalli presso High Ridge Futures: “la combinazione dei prezzi dell’energia, del grano e dei metalli di base è culminata in una drammatica pressione inflazionistica che continua ad essere il principale supporto alla base del rialzo dell’oro”. 

Con il mercato sotto pressione, l’oro sta raggiungendo prezzi mai visti, vicini ai 2.072 dollari all’oncia dell’Agosto 2020. Il prezzo dell’oro ha aperto Febbraio 2022 a 51,45 per aver chiuso a 59,8 euro al grammo. La guerra in Ucraina sta dimostrando il ruolo dell’oro come bene di rifugio, descrivendo una situazione simile a quella della crisi finanziaria del 2008 in cui l’afflusso di investimenti ha fatto salire il prezzo dell’oro di quasi il 24% in un anno. 

Il prezzo record di Pax Gold nel 2022

Se il prezzo dell’oro continua a salire senza freni, anche quello di PAXG sta registrando nuove vette. Le persone cominciano ad acquistare PAXG con la stessa idea di comprare l’oro: assicurarsi un bene di rifugio. Nel 2022 il prezzo record di Pax Gold è correlato all’incertezza della situazione geopolitica. Il 9 Marzo 2022 PAXG è 2.016 dollari, il giorno prima, l’8 Marzo, ha raggiunto un picco che non si verificava dal 2020 con 2.055 dollari. Il prezzo di Pax Gold ha aperto il 1 Febbraio 2022 a 1.808 dollari per chiudere il mese con un più 11%. Nel grafico dell’andamento salta all’occhio un’incredibile spinta a 2.043 dollari datata il 24 Febbraio, giorno in cui la Russia ha invaso l’Ucraina segnando la crisi politica ed economica globale. 

In meno di un mese, il market cap del token è aumentato di quasi il 50% da $355 milioni a $530 milioni. Questa dinamica Pax Gold l’aveva già sperimentata durante la situazione di emergenza nata con la pandemia di COVID-19, oggi le tensioni politiche globali si evolvono rapidamente e gli investitori cercano di comprare oro e di averlo in mano il prima possibile. Tuttavia l’oro non è facilmente reperibile o trasportabile, esistono diverse barriere per l’acquisto diretto. Perché acquistare PAXG?  Per molti è il modo più semplice e immediato per comprare un bene ancorato all’oro. Al momento Pax Gold conta 15 mila wallet che possiedono questa criptovaluta. Assisteremo a un nuovo prezzo record di Pax Gold?

Kusama (KSM) arriva su Young Platform!

kusama

Nuovo listing su Young Platform! Ecco KSM, il token di Kusama, la blockchain per chi vuole sperimentare il Web3

Dagli sviluppatori di Polkadot, dal co-fondatore di Ethereum, dalla tecnologia della Web3 Foundation, ecco Kusama! Da oggi su Young Platform puoi comprare KSM, il token della blockchain conosciuta come campo di prova per gli sviluppatori di progetti decentralizzati. 

Che cos’è Kusama?

Kusama è una blockchain nata nel 2016 come versione sperimentale di Polkadot. L’obiettivo dei suoi sviluppatori era avere a disposizione un network con un token effettivamente sul mercato per poter testare dapp o aggiornamenti, e poi trasferirli su Polkadot. Proprio per questa funzione di test, Kusama viene chiamata “canary network”, in riferimento al ruolo di esplorazione dei canarini usati dai minatori per rilevare eventuali gas nocivi nelle miniere. 

Pur essendo indipendente da Polkadot, Kusama ne condivide il codice e, come quest’ultima, viene definita blockchain Layer 0 su cui costruire parachain e parathread. Rispetto a Polkadot, Kusama è una blockchain più leggera e veloce nello sviluppo di progetti decentralizzati. 

Che cos’è KSM?

KSM è il token nativo della blockchain Kusama. Il token KSM viene utilizzato principalmente per lo staking su cui si basa il meccanismo di consenso della blockchain, il Nominated Proof-of-Stake. Secondo questo meccanismo i validatori dei blocchi vengono nominati sulla base della quantità di KSM in staking. Il token viene utilizzato anche per votare i referendum sulla governance del network e per collegare parachain e parathread al Layer 0.

Perché abbiamo scelto KSM?

Come Polkadot, Kusama punta su di una caratteristica fondamentale per le blockchain del Web 3.0, ossia l’interoperabilità. Insieme le due chain costituiscono un ecosistema incentrato sullo sviluppo tecnologico scalabile e sicuro. Infatti Kusama è perfetta per sperimentare in maniera economica e veloce le potenzialità di Polkadot. Kusama è molto più flessibile e stabilisce regole meno stringenti per gli sviluppatori. Dopo aver ingranato la marcia su Kusama, si può partire in quarta su Polkadot!

Quali pair sono disponibili per KSM?

  • KSM – EUR

Vuoi saperne di più?

Leggi l’articolo di Academy su Kusama!

Donne e crypto, a che punto siamo?

Gender Gap: Le donne nel settore crypto

Le donne comprano crypto? Quante sono lavoratrici nella blockchain? Quali progetti si dedicano a valorizzare la presenza femminile?

L’8 Marzo è l’occasione per parlare dell’emarginazione che ancora colpisce le donne in diversi contesti e in diverse misure, e di come si affronta.

Qual è dunque il loro ruolo nel mondo crypto? Scopriamo un po’ di dati sul rapporto tra le donne e la blockchain e alcuni progetti interessanti che si occupano di creare community al femminile. 

Nel settore crypto esiste un Gender Gap?

Lo studio sul gender gap nel settore crypto pubblicato da BlockFi a Settembre 2021 ha presentato il rapporto tra donne americane e criptovalute. I dati più significativi? Il 92% delle donne ha sentito parlare delle criptovalute, ma solo una su quattro (24%) ne possiede. Tra queste il 71% nel suo wallet ha BTC, il 42% DOGE e il 18% ETH, insomma si va sul classico! L’80% delle donne intervistate trova ancora difficile capire il settore e i suoi meccanismi e il 72% crede che comprare crypto sia troppo rischioso. BlockFi nota una crescita nella consapevolezza crypto, secondo il sondaggio il 45% delle donne ha detto di sapere come acquistare criptovalute mentre sei mesi prima, solo il 23% aveva risposto affermativamente alla domanda.

Questi dati di per sé raccontano che le donne dentro al mondo crypto sono ancora un gruppo ristretto, tuttavia ci troviamo nell’area limitata degli Stati Uniti dove le criptovalute sono nel discorso pubblico da più tempo rispetto al resto del mondo. Cosa succede a livello internazionale? Il Global Gender Gap Report del World Economic Forum di Aprile 2021 descrive una situazione ancora più lontana. La prima considerazione è davvero scoraggiante, dopo la pandemia COVID-19 ci vorranno 135 anni per colmare il gap di genere. Il report non ha una sezione specifica per lo spazio crypto, che può essere tuttavia compreso nei settori in rapida crescita come cloud computing, ingegneria, intelligenza artificiale. Nonostante in questo campo si registri una bassa partecipazione delle donne, è comunque più alta rispetto a quella di altri settori

Le criptovalute? Servizi finanziari per tutte! 

Come ha notato la CNBC, “le criptovalute sono uno strumento finanziario del 21° secolo con un problema del 20°: non ci sono abbastanza donne”. La disparità di genere nei servizi finanziari esiste da secoli, fin dalla loro nascita le criptovalute grazie alla decentralizzazione hanno promesso di fornire servizi finanziari a coloro che sono sempre stati emarginati, come donne e minoranze. Ma la strada da fare è ancora lunga come abbiamo visto dai report sul coinvolgimento delle donne nel mondo crypto. La situazione è ancora più spinosa se si combina il genere alle minoranze. Non è una novità l’esclusione delle donne dai servizi finanziari, per secoli le donne non hanno potuto sottoscrivere prestiti, ottenere mutui, possedere carte di credito senza avere un co-firmatario maschio. Ma anche le minoranze hanno affrontato le barriere del sistema economico. Queste pratiche discriminatorie sono completamente sparite? Sembrerebbe che intere fasce di pubblico si stiano avvicinando alle criptovalute per sopperire alla discriminazione finanziaria. Vediamo alcuni progetti e iniziative per avvicinare le donne alla blockchain e alla DeFi. 

Il Black Women Blockchain Council 

Olayinka Odeniran ha fondato nel 2018 il Black Women Blockchain Council dopo la North American Bitcoin Conference in cui degli 88 conferenzieri, solo 3 erano donne. L’obiettivo dell’associazione è “creare uno spazio sicuro che ispiri, formi e attivi una catena economica di talenti costituita da donne di colore che perseguono carriere professionali e imprenditoriali nel campo della blockchain e in quello fintech”. Il BWBC promuove la connessione, il lavoro, la condivisione e la crescita di uno spazio comune. 

Boys Club: concetti crypto spiegati sui social

Deana Burke è una delle fondatrici di Boys Club, una startup nata sul concetto di avvicinare più donne e persone non-binary nello spazio crypto e al Web3, la prossima fase di internet. Burke ha spiegato che il loro intento non è convincere le persone sulla “bontà” delle crypto o degli NFT”, ma rendere Boys Club uno spazio sicuro e leggero per le donne che sono curiose e vorrebbero fare qualche domanda. La community è vasta e comprende profili tra i più disparati come poetesse, fioriste, accademiche. Burke racconta: “stanno cercando di capire come la loro attività di agopuntura potrebbe muoversi nel Web3”. Boys Club si muove soprattutto sui social con il nome BoysClub.eth, con video ironici e che strizzano l’occhio alla cultura pop, spiegando concetti di base del mondo crypto. Che cos’è una DAO, in cosa consiste lo staking, come comprare criptovalute.

La prima indagine sulle donne lavoratrici blockchain in Italia 

L’Osservatorio Italiano Nazionale Blockchain (IBNO) insieme alla community internazionale Blockchain Ladies ha realizzato il primo studio sulle professioniste del settore dal titolo “Donne e Industria Blockchain. Indagine sulle carriere professionali e l’occupazione femminile in Italia e in Europa”. Oltre a presentare la situazione delle donne che lavorano nel settore blockchain, fornisce una panoramica di come questa tecnologia venga usata e le sue potenzialità per il futuro. Tra arte, mondo legale, imprenditoria. All’indagine hanno partecipato vari atenei italiani.

Dai risultati dello studio si può notare come la maggior parte delle donne che lavora con la blockchain appartiene alla fascia d’età tra i 26 e i 32 anni, mentre in Italia la fascia d’età si allarga fino alle over 50. Sul piano regionale, si registra “un forte sbilanciamento verso il Centro Italia in prevalenza, seguito dal Nord Italia e da una percentuale molto bassa per il Sud Italia”. In Europa il primato di donne e blockchain va alla Spagna, seguita da Germania e Portogallo. 

World of Women con The Sandbox

Gli NFT sono uno strumento con cui le artiste si stanno affermando nel mondo crypto, la collezione World of Women (WoW) di Yam Karkai è diventata famosissima proprio per questo. WoW è una collezione di 10 mila token non fungibili che rappresentano volti di donne di tutte le forme e colori, qualcuno le paragona ai CryptoPunks o alle Bored Ape e in effetti il loro successo sembra calcare le loro orme. Oltre a celebrare la fierezza e l’unicità femminile con la sua arte, Karkai insieme al suo team ha aperto anche un fondo per la promozione dell’arte crypto tra le donne.

Tra i collezionisti di WoW ci sono diversi personaggi, come Reese Witherspoon che ha intenzione di raccontare la collezione all’interno di un film. Le WoW sono inarrestabili: è stata appena annunciata una collaborazione con The Sandbox per portare gli NFT all’interno del Metaverso. La partnership prevede la creazione della WoW Foundation che con 25 milioni di dollari si occuperà di coinvolgere le donne nel settore della decentralizzazione. A The Sandbox presto comparirà uno spazio dedicato alla causa femminile, un museo virtuale in cui esporre la collezione e la WoW University che offrirà tutorial e guide per iniziare con il Web3. 

Dogecoin registra il marchio per impedire truffe

Dogecoin registra il suo marchio crypto anti truffe

Nel mondo crypto per evitare usi impropri e truffe è fondamentale registrare marchi e proprietà intellettuali. Scopri il caso Dogecoin!

Il settore crypto è giovane e in formazione perciò ogni occasione è buona per trarre insegnamenti e consigli utili. Il caso del marchio di Dogecoin e dei suoi tentativi di registrarlo ci porta a riflettere sull’importanza di una certificazione per i progetti su blockchain. 

La Dogecoin Foundation registra i marchi di DOGE in Unione Europea

“Un grande successo. È una piccola vittoria che sembra così irrilevante visto tutto quello che sta succedendo nel mondo, ma è un passo importante. Dato un numero crescente di tentativi in malafede di registrare marchi per “Doge”, “Dogecoin” e anche per i loghi creati per Dogecoin da Christine Ricks, da parte di persone e organizzazioni, non avevamo altra scelta che registrarli per proteggere tutti i buoni shiba nella community di Dogecoin”, questo è il testo del tweet apparso il 2 Marzo 2022 nel feed della Dogecoin Foundation. Nomi e loghi sono stati registrati con una pratica datata 13 gennaio 2022, presso l’European Union Intellectual Property Office con lo scopo di impedire che vengano sfruttati per truffe o estorsioni. 

Quindi sono vietati i meme Dogecoin?

Un Dogecoin enthusiast ha prontamente commentato la bella notizia sollecitando chiarimenti sull’uso dell’immagine della crypto per creare meme o simili. Potrà essere ancora sfruttata? Come trattare i meme creati prima del deposito del marchio? Ottimo spunto direttamente dalla community unita sotto il segno dei meme! Jens Wiechers, membro del consiglio esecutivo della fondazione, ha spiegato: “il problema non è (e non è mai stato) l’uso in meme, ecc, ma i tentativi di persone completamente non affiliate con Dogecoin per registrarli, che hanno davvero senso solo se vogliono poi estorcere direttamente la comunità o il progetto Dogecoin, gli sviluppatori, la fondazione, ecc”. Lunga vita ai meme! A proposito, lo sai che è appena partito il Meme Contest di Young Platform?

Perché Dogecoin registra il suo marchio crypto anti truffe?

Dopo mesi di inattività, ad Agosto 2021 la Dogecoin Foundation si è rimessa in motoper supportare sviluppatori, progetti intorno alla meme-coin, il futuro stesso della blockchain. Da quel momento ha affrontato diversi problemi relativi all’uso del suo nome e del suo logo. Tutto perché il marchio non è stato protetto al momento della sua creazione nel 2014. Negli Stati Uniti Dogecoin ha cominciato a competere con almeno una dozzina di altri enti che volevano registrare il nome “Dogecoin” all’U.S. Patent and Trademark Office. Sembrerebbe che esistano più di 100 criptovalute non legate alla Dogecoin Foundation che ne usano ugualmente il nome

Le battaglie per il marchio Dogecoin 

Oltre al centinaio di progetti crypto che usano il nome “Dogecoin” c’è anche un’azienda nelle Isole Cook che porta lo stesso nome della meme-coin. Questa reclama la priorità sul nome dal momento che la Dogecoin Foundation, con sede in Colorado, era stata abbandonata per diverso tempo. Sempre ad Agosto la Fondazione ha inviato una lettera a un progetto nominato Dogecoin 2.0 chiedendo di cambiare il nome.

La lezione del caso Dogecoin? Registrare i marchi di un progetto crypto alla nascita. Tra l’altro ottenere il copyright per le criptovalute non è sempre una passeggiata, non è come ottenere il nome per un esercizio commerciale, un bene o un servizio generico. La questione è stata affrontata a proposito della vicenda del marchio Dogecoin, anche dal Wall Street Journal. Con marchio si intende una parola, un nome, un simbolo o una frase usata per identificare e distinguere un prodotto o un servizio. Tuttavia per una criptovaluta potrebbe essere complesso dimostrare di essere un prodotto o un servizio, quando viene usata principalmente come mezzo di scambio. 

Inoltre un marchio per essere registrato deve essere legato in maniera univoca a un ente, un’azienda o una fondazione. Il rischio per Dogecoin era non essere associato alla Dogecoin Foundation ma semplicemente alla criptovaluta. L’USPTO (l’equivalente statunitense dell’European Union Intellectual Property Office) si è già espresso riguardo al termine “Bitcoin”, troppo ampio e descrittivo di generici servizi di pagamento online per essere considerato un vero e proprio marchio. Potrebbe essere veramente difficile rivendicare una proprietà intellettuale se un nome non registrato dovesse cadere nel dominio pubblico.

Intervista a Emanuele Dascanio, gli NFT tra arte e tecnologia

Cosa sono gli NFT Per Emanuele Dascanio un ponte tra arte e tecnologia

L’artista NFT Emanuele Dascanio ci anticipa i suoi prossimi progetti e parla del rapporto con la tecnologia

Ecco la seconda parte dell’intervista, che si concentrerà sull’opera di Dascanio, i suoi progetti in corso e sul suo rapporto col settore crypto e blockchain.

Andiamo nel pratico: come crea un NFT Emanuele Dascanio?

Quale formato preferisci per i tuoi token non fungibili??

Prediligo il video rispetto a immagini statiche, quelle le ho già nella mia arte fisica. Quando sono entrato nel processo di tokenizzazione dell’opera sarei potuto entrare semplicemente mettendo delle immagini delle mie opere su blockchain. Ma è come una stampa delle copie. Per me non è abbastanza, i token non fungibili si possono sfruttare molto di più! Allora ho scelto i video. All’inizio è stato difficilissimo trovare aiuto per la realizzazione di questi video. L’idea è applicare un velo digitale sulle velature fisiche dell’opera. Prima degli NFT, le mie opere erano come libri che con l’ultima pagina concludevano una storia. Ora c’è un’altra storia dopo la parola “fine”. Gli NFT sono un modo per integrare o alterare il concetto dietro a una mia opera, tramite il velo digitale trasformo il mio quadro di partenza. Da una sola opera nascono 10, 20, 30 token non fungibili, il limite è solo quello della fantasia

Quindi lavori a contatto con un team che si occupa di tutti gli aspetti tecnici? Ci sono state delle difficoltà tecniche iniziali?

Sì, lavoro con dei tecnici. Non ho un vero team, ma tanti diversi gruppi di lavoro specializzati in cose diverse. Creare e vendere NFT e digital art è un mestiere, io delego e dirigo come un regista con un film, ogni aspetto delle mie opere viene seguito da me. All’inizio è stato difficile trovare le persone con cui collaborare, preparate a livello tecnico e con una compatibilità personale. Ora il processo tecnico sta migliorando perché conosco meglio la tecnologia.

Il rapporto dell’artista con la blockchain

Come mai hai scelto SuperRare come marketplace per le tue opere? Cosa ne pensi delle crypto in generale? 

Io non sono crypto massimalista, possiedo BTC e altre criptovalute. È stato proprio questo il mio primo approccio alla blockchain. Vivo in Serbia e qui a livello di investimenti non puoi fare tante cose. Mi rimane la blockchain!  

Sono su quasi tutti i marketplace ma uso principalmente SuperRare perché al contrario di me, i collector sono massimalisti. E i collezionisti sono su SuperRare. Seguendo il mio lato artista-business man ho prediletto quindi questo marketplace. Ma le mie opere si trovano anche in tutte le migliori piattaforme per comprare e vendere NFT. Perché? Io credo che sia l’artista in sé a portare valore nel mercato dell’arte e non viceversa. Se sono un artista capace, quello che tocco diventa oro. Non è che se un artista costa di più, automaticamente ha anche più valore. Però inconsciamente molti la pensano così ed è un bias che sfrutto su SuperRare, ma poi porto il mio valore anche su altri marketplace, in questo modo cresciamo insieme. Poi il mercato detterà chi vive e chi muore. 

Dal punto di vista di artista NFT, cosa manca al settore?

La decentralizzazione mi sembra ormai persa, poi la tecnologia non è mai abbastanza, manca la mass adoption. Il settore ha tutto dentro di sé ma non ha ancora preso forma. Siamo early adopters del resto. Forse manca una regolamentazione. Mancano un sacco di cose che pesano in parte sulla progettazione dei progetti artistici, e devo considerare tutti questi aspetti. Soprattutto nel settore crypto è difficile trovare la customer experience, e spesso all’inizio non si sa da dove iniziare.

I consigli agli artisti che vorrebbero creare e vendere NFT

Può qualcuno senza un background artistico creare arte digitale? 

Fare l’artista è professione, si hanno strutture e strumenti tramite conoscenze tecniche. Se non sono un regista non faccio film, lo immagino al massimo. Chi entra nel mercato dell’arte NFT senza professionalità, non credo possa andare lontano. Una volta entrati i professionisti, il mercato si evolve. Oggi quello degli NFT non è più un mercato super speculativo, è più rivolto all’investimento su reali figure professionali sempre più elevate. Tra poco l’ibridazione tra il mercato dell’arte tradizionale e quello NFT porterà nuovi scenari, emergerà qualcosa di diverso. Sarà un settore più democratico? Non democratico? Di massa? Chi lo sa. Ora il mercato dell’arte tradizionale è estremamente elitario mentre quello degli NFT è spinto dalle community. 

Ti sentiresti di dare dei consigli a un artista analogico che vuole sperimentare gli NFT?

Studiare il più possibile per capire i limiti e le potenzialità dello strumento. La tua arte sicuramente muterà. Così come il modo di crearla. La prima cosa da fare è l’interpretazione del medium, insomma con un pennello rispetto a un NFT faccio cose diverse.

Ci racconti il tuo progetto dei Quantum NFT?

Non sono tecnico, non vi spiegherò la meccanica quantistica. Lavoro al progetto Quantum NFT con il team di tecnici e artisti di Insighbart. Sono persone eccezionali. Si tratta di creare arte attraverso reali computer quantistici, non simulatori. Vengono dati al computer degli input elaborati dall’artista, poi compromessi dalla randomicità delle probabilità quantistiche. Questi input sono singoli elementi combinati, così come quando pensi un’opera decidi i colori, la palette, la dimensione del pennello, la tela. Una volta entrati nel computer, si sperimenta e si vede cosa succede. È come essere davanti a un pianoforte e avere mille potenzialità creative. È un lavoro pionieristico, è un “fardello” bello quello di sviluppare la figurazione digitale. Nel rumore infinito ci sono tutte le canzoni, bisogna solo estrarle. 

Tra l’altro i Quantum NFT sono davvero unici. Impossibili da rifare. E questo si sposa benissimo con tutte le caratteristiche essenziali dei token non fungibili. 

Uno dei grandi problemi per l’arte post-internet è proprio la riproducibilità.
Hai qualche progetto nel Metaverso?

In passato ho realizzato con The Nemesis il primo corso di disegno iperrealista nel Metaverso della storia. Con OVR sto realizzando degli NFT esperienziali, c’è in ballo un progetto nel settore fashion a Decentraland. Sta saltando fuori anche qualcosa nel gaming!

Concludiamo con una nota sentimentale, c’è un NFT tra i tuoi di cui sei particolarmente affezionato?

Uh, difficile questa. Forse il mio primo NFT, ma anche il secondo, insomma ognuno è speciale. Se proprio devo scegliere direi la prima (Sublimi ingenio, YOU are a NFT), la seconda (Fabrica Rerum) e la terza opera digitale su SuperRare (Dialogue with the Father). Ma Fabrica Rerum è speciale perché è stata l’occasione per incontrare Insighbart. È sempre stato il sogno della mia vita entrare in relazione profonda con scienziati di fama mondiale. Mi sento un privilegiato e quest’opera rappresenta questo legame. 

Grazie Emanuele, è stato un piacere chiacchierare con te e scoprire il lavoro di un artista NFT. Buon lavoro! 

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Il Team Young Platform ha intervistato Emanuele Dascanio, artista NFT italiano. Ecco il racconto del suo lavoro, di come ha scoperto la blockchain e dei suoi pionieristici progetti.

Cosa significa diventare un artista NFT

Inizio soft: com’è la tua tipica giornata di lavoro?

Lavoro dal mio studio. Quando non sono al cavalletto a disegnare, sono in riunione, in meeting per i miei progetti NFT. La mia vita ora si divide tra analogico e digitale, prima stavo 10-12 ore al giorno a disegnare, adesso disegno molto meno. Infatti il mio focus creativo sta andando quasi tutto verso il progettare e creare NFT.

Come descriveresti le tue opere? Ti rivedi in qualche stile particolare?

Non si possono descrivere a parole, per capirle bisogna vederle. Il linguaggio figurato è difficile da descrivere, non è così che emerge la mia opera. Il mio stile si può chiamare  iper-figuartivo, faccio figurazione iperrealista, ultra fotografica, insomma piena di dettagli

Questo è lo stile adottato, o meglio, sono stato adottato da questo stile. Sono stato scelto! Questa è l’arte che so fare da sempre e poi mi sono specializzato. Mi sono obbedito al richiamo, però maturando sotto questo aspetto mi sono accorto che non volevo fare solo questo. Ora disegno, ma nel mio passato c’è anche la pittura, adesso sto passando ai token non fungibili, per poi probabilmente passare ad altro (Dascanio allude a un progetto top secret, n.d.r.).

Come hai iniziato il tuo percorso con gli NFT?

Del concetto mi sono innamorato a prima vista. Ho iniziato a fare arte iperrealista per uno stato di necessità, poi un’esigenza artistica mi ha portato sul piano creativo degli NFT. Devo fare questa considerazione: essendo artista devo avere a che fare con il mercato dell’arte, tuttavia il mercato non tratta solo d’arte ma di relazioni e oggetti e purtroppo il mio prodotto non è mai stato scalabile

Per fare un’opera d’arte ci metto da 1 mese ai 4 anni, quindi non sono adatto al mercato dell’arte che si muove a ritmi frenetici, poi sono adatto a fare arte non a mercanteggiare. Me ne sono sempre fregato, ho trovato la mia nicchia, ho sempre venduto anche abbastanza bene. Ma non come avrei voluto e soprattutto sapevo che avrei potuto fare di più. Prima che scoppiasse la pandemia avevo in cantiere il progetto di parcellizzare e vendere in tutto il mondo l’opera successiva a De natura universi. A causa dell’emergenza sanitaria è saltato tutto ma moltissime qualità del progetto le ho riviste nel mercato degli NFT. Mi sono detto: “ah quindi quello che ho fatto esiste già, ed è anche meglio”.

Cosa intendi per parcellizzare un’opera?

Spezzettare fisicamente un’opera d’arte in tante parti, ognuna rivendibile singolarmente. Il tutto tramite dei giochi artistici. L’idea è quella di un’opera d’arte riprodotta e divisa mentre l’opera fisica viene custodita in un museo o una galleria. Nel caso del mio progetto, le opere parcellizzate avrebbero raccolto anche i dati dei compratori per creare un’opera nuova. Così l’opera iniziale si sarebbe ingrandita blocco dopo blocco. Qui ho cominciato a pensare a una scalabilità. 

E quindi da lì ti sei lanciato nel mondo dei token non fungibili!

Esatto, volevo continuare questa idea e ho trovato gli NFT come la terra promessa! Più di un anno fa mi sono messo a studiare e progettare, e ora ho in mano una trentina di progetti sulla parcellizzazione, l’intelligenza artificiale, la meccanica quantistica. E tante altre cose. 

Ognuna di queste è un business scalabile, sono entrato a pieno nella creator economy. Ho anche progetti con celebrity, Hollywood, nel mercato indiano con la possibilità di entrare a Bollywood, nella space economy. La mia arte sta coprendo ogni aspetto del mercato, e questo stando solo al cavalletto non lo potevo fare. 

I token non fungibili hanno ampliato il mio lavoro, grazie alla blockchain c’è stato un aumento esponenziale della creatività e della ricchezza del mio brand personale. Se ci pensate, un disegno è solo polvere su carta e l’occhio gode dell’ordine di questa polvere. Ordine che è stato dato dall’artista, di fronte a un’opera d’arte si gode dell’intelligenza dell’artista. Ora gli NFT per me sono come alcune particelle del disegno che rappresenta il mio lavoro, combinate dalla mia creatività insieme a tutto quello che ho fatto in precedenza.

Il mercato dell’arte e l’accoglienza degli NFT

Il mercato dell’arte “tradizionale” come ha accolto l’arte e la proprietà digitale su blockchain? Esiste un pregiudizio nelle persone e negli artisti?

Ci sono vari livelli di pregiudizio negli artisti, tutto dipende da che artista sei. Il pregiudizio è: se qualcuno fa qualcosa di diverso, lo fa meglio di me con strumenti che io non so usare, questo non va bene. Io faccio disegno dal vivo, ho sempre avuto a che fare con artisti figurativi, per alcuni se usi la telecamera non va bene. Anche questa domanda forse ha un grado di pregiudizio, di preconcetto, io sono abituato a vedere l’artista come una persona,   quando parlo con le persone degli NFT il loro pregiudizio nasce dall’ignoranza del mezzo tecnologico. 

Alla fine che cos’è un NFT? È un mezzo, una matita, un pennello. Uno strumento. Perché avere dei pregiudizi nei confronti di uno strumento? Perchè non si possono usare tutte le cose insieme? Sei un artista, sei un creativo, puoi fare quello che vuoi, usare tutti gli strumenti che vuoi, l’importante è usarli bene. L’NFT non è altro che un’opportunità. Le persone poi ne vogliono sapere di più, iniziano a fare domande tecniche perché sono interessate ad entrare anche loro in questo mondo. 

Nella mia esperienza percepisco tanti pregiudizi quando si parla di Metaverso. Questo è un concetto già più complesso, la gente ha paura, c’è riluttanza nell’uscire dalla vita reale per quella “finta”. Ma se fai esperienza di una cosa, quella cosa è vera, non ha importanza se è mentale o corporale. È come leggere un libro o andare al cinema. È semplicemente un’esperienza diversa, te la godi e poi torni a fare quello che fai di solito. I non fungible token, il Metaverso, non sono altro che strumenti che in mano alle persone creative possono diventare mainstream. Secondo me il mercato dell’arte sarà solo una piccola goccia nelle applicazioni degli NFT. 

Gli inizi di un artista che scopre la blockchain

Qual è stato il tuo approccio allo studio della blockchain? 

Ho studiato da solo, ho smesso di lavorare per 3 mesi e mi sono messo a studiare le basi del funzionamento degli NFT, dalla blockchain agli smart contract. Lo studio fa sempre parte del mio lavoro. Non è che se non disegno, se non metto la grafite sul foglio, allora non lavoro. È parte del lavoro e dallo studio si va a creare arte. Ho investito del tempo e adesso quel tempo ha il suo ROI (return on investment) molto alto. 

È tutto un ribollire di creatività: ogni giorno chiedersi:come si evolve questa cosa? chi chiamo? quali sono le prospettive? Anche perché le persone che ho incontrato in questo ambiente sono tutte uguali: intelligenti, creative, propositive. È incredibile! A Dubai ho incontrato Stefan (Co-founder e CBDO di Young Platform, n.d.r.), io alla sua età giocavo coi lego. Non puoi non essere speciale, se sei così giovane e crei una cosa come Young Platform. Finalmente mi trovo a contatto con persone così. 

Quali fonti o strumenti hai usato mentre studiavi? 

Mi sono informato su internet, grazie a Youtube, preferisco un approccio divulgativo. Nel mio caso non è utile entrare nel tecnico, mi sono preoccupato di capire il primo livello di questa tecnologia, gli aspetti che io potevo sfruttare in quanto artista per creare NFT. In quanto artista associo i concetti anche in maniera “ignorante”, poi vado dai tecnici e mi dicono se si può fare. Ma in questo ambito non ho mai sentito dire “non si può fare”. Il mio livello di conoscenza sulla blockchain è tale da permettermi di progettare, di giocare con la fantasia in maniera coerente con l’aspetto tecnico. 

A domani per la seconda parte dell’intervista!

Tutti i concerti del Metaverse Music Festival a Decentraland

Metaverse Music Festival 2022 a Decentraland

Dal 10 al 13 Novembre si esibiranno oltre 100 artisti a Decentraland durante il Metaverse Music Festival. Ecco tutti gli eventi e i concerti nel metaverso!

La seconda edizione del Metaverse Music Festival a Decentraland è alle porte! Dal 10 al 13 Novembre oltre 100 artisti dei generi più disparati si esibiranno in 15 diversi palchi in un festival digitale dall’atmosfera cyberpunk. Tutti i concerti a Decentraland saranno gratuiti e non sarà necessario collegare il proprio wallet crypto per partecipare, così come non serviranno particolari strumenti come i visori per la realtà aumentata. Ogni giornata del Metaverse Music Festival avrà luogo dalle 19:00 alle 7:00 (ora italiana), le date e gli orari precisi delle esibizioni saranno disponibili nei prossimi giorni. La lineup è ricca e variegata, tra gli artisti confermati ci sono Ozzy Osbourne, Dillon Francis e Soulja Boy.  

Per Decentraland è tempo di sfide e nuove tecnologie 

Il metaverso crypto di Decentraland è pronto ad ospitare il primo grande evento dopo la recente polemica sui suoi pochi utenti attivi. Ad inizio Ottobre l’aggregatore di dati DappRadar aveva elaborato un report che mostrava la poca affluenza nel metaverso crypto, un’affluenza di anche solo alcune decine di persone al giorno. 

Decentraland ha ribattuto spiegando che nel suo metaverso, al contrario di quanto fatto da DappRadar, non possono essere calcolati come utenti attivi solo coloro che compiono una transazione su blockchain. Questo perché chi partecipa agli eventi e alle esperienze di Decentraland, come appunto il Metaverse Music Festival, non utilizza necessariamente il suo crypto wallet. Gli utenti di Decentraland sarebbero molti di più di quelli segnalati da Dappradar, e eventi come la Metaverse Fashion Week o l’atteso Metaverse Music Festival, sono un’occasione per coinvolgere sempre più utenti e portare il metaverso crypto a nuovi picchi di mainstream. 

La prima edizione del festival si è svolta nel 2021 con le performance di 80 artisti tra cui Deadmau5 e Paris Hilton, e 50.000 utenti in quattro giorni. Durante il Metaverse Music Festival 2022 verranno presentate le più recenti tecnologie e potenziamenti del metaverso di MANA tra cui gli “Emotes” ovvero mosse di danza e pose speciali per gli avatar sotto forma di NFT. O la nuova tecnologia di motion capture sviluppata da Move.ai che permette di catturare il movimento degli artisti che si esibiranno nei concerti anche senza l’utilizzo di tute. O ancora, la possibilità di creare NFT utilizzando solo la fotocamera del telefono (grazie a Kinetix.tech). 

Tutti i concerti del Metaverse Music Festival a Decentraland

Gli artisti coinvolti rappresentano diversi generi e culture musicali, con lo scopo di rendere il Metaverse Music Festival un festival per tutti. Tutti gli artisti che si esibiranno nei concerti a Decentraland, lo faranno con le sembianze di un avatar. Vediamo tutte le performance che sono state confermate al momento. 

  1. Ozzy Osbourne: il primo grande nome ad esibirsi al Metaverse Music Festival 2022, è il “Prince of Darkness” che da poco ha rilasciato il suo ultimo album “Patient Number 9”;
  2. Dillon Francis: il DJ e attore americano aprirà il festival con un dj set che verrà poi trasmesso durante tutte le giornate del festival sugli schermi del club che Dillon Francis ha ideato con il suo stile nella zona di Vegas City a Decentraland;
  1. Soulja Boy: il terzo artista di fama internazionale protagonista del festival è il rapper americano e produttore Soulja Boy;
  2. Vladimir Cauchemar: uno dei più chiacchierati artisti della scena francese, dall’identità misteriosa, Vladimir Cauchemar propone performance di musica elettronica con il volto mascherato da un teschio bianco; 
  3. SNH48: è il pluripremiato gruppo idol cinese. Si tratta di una band al femminile composta da oltre 200 ragazze tutte intorno ai vent’anni, che si esibiscono a turno genere pop;
  4. Spottie WiFi: il rapper che si descrive come il paladino della rivoluzione della musica decentralizzata e che utilizza un CryptoPunks come avatar;
  5. Atarashii Gakko!: girl group giapponese attivo dal 2015 che propone pop e jazz; 
  1. Amadis & The Ambassador: gruppo londinese di musica afro e funk; 
  2. Maija Kauhanen: musicista finlandese che si definisce “one woman orchestra” perché si esibisce con molti strumenti diversi. Il suo genere di riferimento è il folk;
  3. Handshaking: un progetto collettivo “space rock”; 
  4. Akira the Don: DJ e produttore britannico;
  5. Losers: gruppo del DJ Eddy Temple-Morris che già a Settembre, su Twitter, lanciava un appello ad artisti digitali per collaborare in un nuovo “eccitante” progetto musicale;
  1. 2AM: gruppo K-pop sudcoreano;
  2. Erika Krall e Lian Gold: produttrici e performer israeliane di musica elettronica; 
  3. Pip: il cantante statunitense (pop-rock) che ha partecipato a The Voice nella squadra di Adam Levine. 

Crea il tuo NFT e partecipa al contest!

In occasione del Metaverse Music Festival è possibile realizzare degli abiti e delle “Emotes” personalizzate per gli avatar. Tutte le creazioni, in formato NFT, verranno poi messe in vendita nel marketplace dedicato all’evento.

Inoltre fino al 31 Ottobre è possibile partecipare al contest per “Emotes”. In palio per il primo posto ci sono 800 MANA e il titolo di “Emote” ufficiale del festival. Questo significa che i passi di danza vincitori verranno utilizzati in tutto il materiale promozionale in evidenza, che rimanderà poi al marketplace in cui sarà possibile acquistare questi NFT. Le mosse di danza verranno valutate per la qualità del movimento, l’unicità e soprattutto per il “fattore WOW e DIVERTIMENTO”. 

L’Ucraina annuncia un Airdrop per chi ha donato crypto

Ucraina annuncia airdrop per donazioni crypto

All’Ucraina arrivano gli aiuti dalla DeFi. Uniswap e Polkadot contribuiscono alla raccolta fondi e il governo promette un airdrop per i suoi sostenitori

Il mondo crypto non si tira indietro per sostenere la resistenza all’occupazione russa. NFT, token, coin: nelle casse del governo ucraino sta confluendo la solidarietà su blockchain. Uniswap ha abilitato una funzione per facilitare le donazioni e Gavin Wood, il fondatore di Polkadot ha elargito 5 milioni in DOT. Per ringraziare tutti coloro che hanno dato il loro contributo, l’Ucraina annuncia un airdrop. 

Un airdrop per chi ha donato crypto all’Ucraina

Il 2 Marzo 2022 il profilo Twitter ufficiale dell’Ucraina, lo stesso che qualche giorno prima ha invitato a donare criptovalute, annuncia un airdrop: “airdrop confermato. Lo snapshot sarà domani, il 3 marzo, alle 18:00 ora di Kiev (UTC/GMT +2 ore). Ricompense a seguire! Segui le prossime notizie sulla campagna di donazione di crypto dell’Ucraina su @FedorovMykhailo”. Lo snapshot è una fase tipica di ogni airdrop, in questo momento chi decide di elargire premi in crypto, registra tutti coloro che soddisfano i requisiti e che possono partecipare. Questo significa che il 3 Marzo alle 17:00 ora italiana l’Ucraina conteggerà chi ha diritto al premio, è probabile che il requisito per partecipare all’airdrop sia aver fatto una donazione per finanziare il popolo ucraino sotto assedio. Non è ancora chiaro in cosa consista la ricompensa, se un token o un NFT. Aspettiamo aggiornamenti. 

Arrivano gli aiuti dalla DeFi: su Uniswap i token si convertono direttamente in ETH

L’exchange decentralizzato Uniswap ha lanciato una piattaforma che converte direttamente tutti i token ERC-20 in ETH e li manda al governo ucraino in un’unica transazione. Il DEX ha spiegato: “l’indirizzo condiviso dal governo ucraino è in un exchange centralizzato che sembra accettare solo USDT e ETH. Abbiamo costruito questa interfaccia in modo che chiunque voglia donare ma possieda altri token ERC-20 possa farlo con un clic”. Il tutto per venire incontro a chi non ha ETH su Uniswap ma altri token ERC-20 o altcoin. Mykhailo, Vice Primo Ministro dell’Ucraina, ha ringraziato pubblicamente Uniswap per la funzionalità “Donate to Ukraine”, e per aver facilitato così le donazioni.

Gavin Wood dona 5 milioni di dollari in DOT

Il mondo crypto si sta dimostrando molto solidale con il popolo ucraino. Il 27 Febbraio Gavin Wood, fondatore di Polkadot, su Twitter aveva scritto che se il governo ucraino avesse pubblicato un indirizzo Polkadot, avrebbe donato 5 milioni di dollari. La promessa è stata mantenuta! Il profilo dell’Ucraina ha condiviso l’indirizzo Polkadot e presto sono arrivati 298.367 DOT (più di 5 milioni di dollari al momento della scrittura di questo articolo). In totale l’indirizzo Polkadot del governo ucraino ha raccolto più di 7 milioni di dollari. Anche in questo caso Mykhailo ha ringraziato così: “la comunità Crypto continua a sostenere l’Ucraina. Sono grato a @gavofyork che ha fatto una donazione impressionante di $5M da @Polkadot $DOT. Questo contribuirà certamente alla vittoria ucraina, oltre a sostenere il popolo civile. Vinceremo – le persone migliori con noi”.

Fino a questo momento sono stati raccolti dal governo ucraino 3.79038236 BTC e 2.492.834 milioni di dollari in ETH. 

Bitcoin in Ucraina: le donazioni e il ruolo delle crypto

Donazioni in Bitcoin in Ucraina, quanto valgono le crypto

La solidarietà mondiale passa attraverso le donazioni in Bitcoin in Ucraina. La decentralizzazione è l’arma vincente nelle crisi? 

Il conflitto in Ucraina ha scosso le coscienze in tutto il mondo, la guerra ha avuto un forte impatto sul mondo come lo conosciamo. Compreso quello finanziario. È il primo caso nella storia in cui arriva la notizia di una nazione sotto assedio che chiede donazioni in criptovalute. Che ruolo possono giocare le crypto nei momenti di crisi? Ecco una panoramica delle questioni legate al conflitto russo-ucraino e alle criptovalute.  

Premessa: le criptovalute sono neutrali

Il sistema di Bitcoin è stato ideato nel lontano 2008 per offrire un’alternativa al sistema finanziario centralizzato. Tutte le criptovalute, essendo decentralizzate, non sottendono alle regole delle Nazioni. Nel bene e nel male. Come si comporta qualcosa di completamente indipendente dagli stati in situazioni in cui i protagonisti sono i governi e le forze politiche? Gli eventi geopolitici di questi giorni accelerano la consapevolezza sull’utilizzo di Bitcoin come sistema di pagamento incensurato, che continua a funzionare anche quando i governi e le banche sono in difficoltà. Sia Ucraina che Russia stanno guardando alle criptovalute come risorsa. La prima per finanziare la resistenza, l’altra per difendersi dalle sanzioni imposte per incoraggiare il ritiro dell’esercito.

I volumi delle transazioni e degli acquisti di criptovalute in questi due paesi è aumentato notevolmente. Intanto dopo un parziale crollo cominciato con l’invasione dell’Ucraina il 24 Febbraio 2022, il prezzo di Bitcoin è tornato a salire chiudendo a 43.193 dollari il 28 Febbraio. Ha registrato così un aumento del più 14% in sole 24 ore. 

Le richieste dell’Ucraina: bloccate i wallet russi

Mykhailo Fedorov, vice primo ministro e ministro della trasformazione digitale dell’Ucraina, ha invitato i broker e gli exchange di criptovalute a bloccare i conti degli utenti russi e bielorussi. Tuttavia questo genere di operazioni non possono essere compiute senza una giustificazione legale ad hoc. Il CEO di Kraken Jesse Powell, per esempio, ha detto che l’exchange “non può congelare i conti dei nostri clienti russi senza un requisito legale per farlo”. All’illegittimità giuridica di bloccare i wallet russi, si unisce il proposito degli exchange di salvaguardare i cittadini russi che non sono coinvolti nel conflitto: Binance ha riferito di non voler congelare unilateralmente i conti di milioni di utenti innocenti.

Yulia Parkhomenko, capo del gruppo di esperti di asset virtuali presso il Ministero della trasformazione digitale dell’Ucraina, ha rivelato l’intenzione di intraprendere un percorso per ottenere i permessi legali per farlo. Sull’accanimento nei confronti dei cittadini russi, Parkhomenko ha commentato: “questa è una misura necessaria. Non c’è modo di identificare chi finanzia la guerra e chi no”.

In Russia? Rublo a picco ed esclusione dalla SWIFT

Anche in Russia si teme una corsa agli sportelli bancari, il rublo infatti è ai minimi storici e gli Stati Uniti e l’Unione Europea hanno annunciato l’esclusione della Russia dal sistema SWIFT. La Society for Worldwide Interbank Financial Telecommunication (SWIFT) è un network di pagamenti che coinvolge istituzioni finanziarie di tutto il mondo, non farne parte significa essere disconnessi dal sistema finanziario internazionale. La principale funzione della SWIFT è fornire un sistema di comunicazione per le transazioni di denaro su scala globale. Secondo la BBC lo SWIFT è usato da 11mila banche in 200 nazioni, e ogni giorno viene usato per più di 40 milioni di trasferimenti di denaro.

Nel comunicato della commissione europea si legge: “mentre le forze russe scatenano il loro assalto su Kiev e altre città ucraine, siamo decisi a continuare a imporre alla Russia dei costi che la isoleranno ulteriormente dal sistema finanziario internazionale e dalle nostre economie”. Le sanzioni dell’Unione Europea prevedono anche delle restrizioni alla Banca Centrale Russa nel caso in cui si adoperi per aggirare i provvedimenti. Tutto ciò potrebbe portare la Russia ad incentivare l’uso di sistemi come Bitcoin per eludere l’isolamento. 

Le donazioni in Bitcoin in Ucraina

In Ucraina per evitare il collasso del sistema bancario, i prelievi di denaro sono stati limitati e, in un secondo momento, congelati. Il tasso di riserva obbligatoria delle banche è sotto attacco, non a tutti i clienti può essere garantito il prelievo dei loro risparmi. Nonostante la soluzione sia comprensibile, questo ha portato diversi problemi agli ucraini. In questo scenario entrano in gioco le criptovalute che in questo particolare momento può portare un aiuto significativo a chi è in difficoltà.

Proprio per questo le crypto vengono usate per raccogliere e distribuire donazioni. Gli aiuti al popolo invaso stanno viaggiando su blockchain, le criptovalute sembrerebbero essere il modo più efficace per far arrivare aiuti economici all’Ucraina dall’estero, ora che i sistemi bancari sono compromessi. Il 26 Febbraio 2022 il profilo Twitter ufficiale dell’Ucraina ha pubblicato i suoi indirizzi chiedendo donazioni in criptovalute (BTC, ETH, USDT e ora anche DOT), ma anche altri enti hanno lanciato l’appello. Come UkraineDAO, l’organizzazione decentralizzata che con NFT della bandiera ucraina, raccoglie fondi per le organizzazioni locali che stanno aiutando chi è stato colpito dall’invasione. La DAO è stata fondata da Nadya Tolokonnikova, di Pussy Riot il gruppo punk rock femminista di Mosca conosciuto per difendere i diritti LGBT e per l’opposizione a Putin. 

UkraineDAO è sostenuta da personalità crypto di spessore come Stani Kulechov, CEO di Aave

Quando si tratta di trasferire i propri soldi è sempre buona norma assicurarsi che i progetti o le associazioni dietro alle raccolte fondi siano affidabili. Le community crypto su Reddit si stanno muovendo per segnalare le truffe. L’informazione è il primo passo per far arrivare la tua donazione a chi ha bisogno.