La FED ha tagliato i tassi di interesse di 25 punti base

La riunione della FED del 7 novembre: la banca centrale americana ha tagliato i tassi di 25 punti base. Come ha reagito il mercato?

La Federal Reserve si è riunita il 7 novembre 2024 per decidere in merito ai tassi di interesse. Cosa è successo dopo il taglio di 50 punti basi di settembre, visto che ad ottobre il FOMC non si è riunito. La combinazione composta dalla vittoria di Donald Trump e dalla riduzione del costo del denaro potrebbe far crescere ulteriormente il prezzo di Bitcoin?

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Gli indicatori economici che influenzano le decisioni della Fed

Prima di analizzare cosa è successo durante la riunione della FED del 7 novembre 2024 è bene elencare gli indicatori economici che la Banca Centrale americana valuta prima di decidere in merito ai tassi di interesse.

Uno dei principali obiettivi delle politica monetarie della FED è contenere l’inflazione. Quando i prezzi crescono eccessivamente, la banca centrale alza i tassi di interesse per frenare e stabilizzare la domanda. Da agosto a ottobre l’indice dei prezzi al consumo (CPI), il principale indicatore utilizzato per stimare l’inflazione, è sceso di 50 punti base, con un tasso annuale del 2,4%, in calo rispetto al 2,9%. 

Questo rallentamento dell’inflazione è stato possibile grazie alle politiche monetarie restrittive attuate dalla maggior parte dei paesi occidentali del biennio passato. Dato che, oggi, la situazione sembra controllo, le banche centrali stanno procedendo con tagli dei tassi di interesse progressivi, in modo da stimolare l’economia dopo averla, in precedenza, raffreddata.

Anche l’occupazione e, quindi, lo stato di salute del mercato del lavoro gioca un ruolo importante nelle decisioni della FED. Negli ultimi mesi l’unemployment rate è stato stabile introno al 4,2%, ma se fosse cresciuta sarebbe stato necessario intervenire con un più serrato piano di tagli dei tassi di interesse. Tuttavia, visto che ciò non è successo, la FED ha potuto, e probabilmente potrà, procedere gradualmente.

Infine, quando la FED decide sui tassi di interesse, tiene conto anche del Prodotto Interno Lordo (PIL). Una crescita economica eccessivamente rapida può alimentare l’inflazione, mentre una crescita debole potrebbe suggerire la necessità di stimoli economici come i tagli ai tassi. Ad ottobre la crescita economica negli Stati Uniti ha subito un rallentamento, e la FED ha, quindi, risposto con un taglio dei tassi di 25 punti base.

L’elezione di Donald Trump ha influito sui tassi?

L’elezione di Donald Trump non ha avuto un effetto sulla riunione della Federal Reserve di novembre, la cui decisione è stata in linea con le previsioni sui tassi di interesse. Alcuni esperti pensavano che la FED avrebbe potuto lasciare i tassi invariati data la volontà del nuovo presidente degli Stati Uniti di applicare dazi sui beni provenienti dall’estero, in particolare dalla Cina, che potrebbe, in futuro, far crescere nuovamente l’inflazione.

Tuttavia, la maggioranza si aspettava ancora un taglio di 25 punti base, che è di fatto avvenuto. L’idea condivisa dall’opinione pubblica è stata efficacemente riassunta da Polymarket, il principale prediction market del mondo crypto, che come per le elezioni presidenziali ha indovinato il pronostico.

Era di questa idea anche Gregory Daco, Chief Economy di Ernest Young, una delle società di consulenza più importanti al mondo, che si è espresso così mercoledì: “la decrescita dell’inflazione e la crescita dei salari e della produttività dovrebbe favorire una ricalibrazione graduale della politica monetaria della FED con un taglio dei tassi di 25 punti base dopo le elezioni.”

Riunione FED novembre 2024: l’impatto sul mercato

È molto difficile stimare il possibile impatto del taglio dei tassi durante la riunione della FED del 7 novembre 2024, principalmente perché arriva dopo le due giornate più importanti dell’anno. Mercoledì si sono concluse le elezioni americane che hanno visto uscire vincitore Donald Trump, che tornerà a Capitol Hill dopo la parentesi democratica degli ultimi quattro anni.


Se avesse vinto Kamala Harris probabilmente la situazione sarebbe stata diversa, ma al potere da gennaio in poi ci saranno i repubblicani, che hanno anche conquistato la maggioranza al congresso. Quanto accaduto e tutte le promesse associate ad un nuovo mandato Trump hanno fatto esplodere a rialzo il prezzo dei principali asset, in particolare quello di Bitcoin e delle azioni Tesla. In meno di venti minuti dall’apertura dei mercati gli ETF spot su Bitcoin hanno registrato un miliardo di dollari di volumi, mentre durante la giornata del 7 novembre il record assoluti di afflussi di capitale: 1,38 miliardi di dollari.

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Tuttavia, non è ancora detta l’ultima parola. Per quanto riguarda il mondo crypto quanto accaduto questa settimana sembra aver riacceso il bull market, bruscamente interrotto ad aprile dopo il raggiungimento degli all-time high (ATH). Massimi storici che, sono stati nuovamente aggiornati nelle scorse ore. Mentre analizzando l’azionario si nota come da parecchio tempo i principali indici, su tutti S&P 500 e NASDAQ, stiano registrando movimenti rialzisti di prezzo ad un ritmo molto sostenuto.


Insomma, la domanda da un milione di dollari connessa alla riunione della FED del 7 novembre è una sola: il taglio dei tassi di interesse farà ulteriormente crescere i mercati, in particolare per Bitcoin? O i principali asset rallenteranno dopo la corsa al rialzo degli ultimi giorni?