BitClout: il fondatore accusato di frode viene arrestato

bitclout arrestato

Nader Al-Naji, che ha raccolto ben 257 milioni di dollari da investitori al dettaglio e noti venture capitalist come Andreessen Horowitz e Winklevoss Capital, è stato arrestato con l’accusa di aver ingannato gli investitori e di aver utilizzato i fondi per spese personali. La SEC ha accusato Al-Naji di aver mentito sulla natura decentralizzata del progetto BitClout, lanciato nel 2021 come parte del nascente settore “SocialFi” (finanza sociale), il cui obiettivo era rivoluzionare i social media.

La natura di BitClout

BitClout si presentava come una piattaforma ibrida, parte app finanziaria e parte app social, che permetteva agli utenti di scommettere sulla popolarità delle figure pubbliche attraverso i token BTDX. Inizialmente, BitClout ha raggiunto una valutazione di 1 miliardo di dollari, con transazioni per un valore di 225 milioni di dollari nel primo mese. Tuttavia, il valore del token BitClout è precipitato a quasi zero, segnando il fallimento della piattaforma pochi mesi dopo il lancio.

Gli investimenti continuano nonostante gli scandali come BitClout

Nonostante lo scandalo di BitClout e l’arresto di Al-Naji, l’interesse degli investitori per le criptovalute non sembra diminuire. Secondo DL News, quest’anno i venture capitalist dovrebbero investire 12 miliardi di dollari nei progetti crypto, superando gli 8,2 miliardi di dollari raccolti l’anno scorso, anche se lontani dai 30 miliardi di dollari del 2022. Questo aumento degli investimenti è attribuito a vari fattori, tra cui l’accettazione delle criptovalute da parte dell’ex Presidente Trump, l’introduzione di ETF spot per bitcoin ed ethereum, e i previsti tagli dei tassi da parte della Federal Reserve.

La resilienza del settore 

Nonostante la storia di truffe e fallimenti, il settore delle criptovalute dimostra una notevole resilienza. Gli esempi includono i mercati di previsione come Polymarket, che ha recentemente annunciato un investimento di 45 milioni di dollari e ha registrato volumi di trading record durante le elezioni. Inoltre, la regolamentazione crescente e l’introduzione di prodotti finanziari regolamentati, come gli ETF spot per ethereum e bitcoin, segnalano una maturazione del mercato e una risposta positiva agli scandali passati, come quello di FTX.

Conclusione

L’arresto di Nader Al-Naji e il fallimento di BitClout sono un duro colpo per il settore delle criptovalute, ma non sembrano arrestare l’entusiasmo degli investitori. Mentre il panorama cripto continua a evolversi, gli investimenti in questo settore rimangono robusti, sostenuti da nuove opportunità e un crescente interesse regolamentare. La strada verso la legittimazione e la stabilità delle criptovalute è ancora lunga, ma gli sviluppi recenti indicano un settore in continua crescita e adattamento.

Donald Trump alla Bitcoin2024: promesse, impatto e reazioni della community crypto

donald trump bitcoin 2024

Sabato 27 luglio, Donald Trump è salito sul palco della Bitcoin2024, la più grande conferenza mondiale dedicata a Bitcoin, e ha fatto una serie di promesse che hanno avuto un impatto immediato e significativo sul mercato delle criptovalute. Le dichiarazioni di Trump hanno riportato Bitcoin ai livelli dei $70,000, un aumento del 6% che lo avvicina al suo massimo storico. In questo articolo, analizziamo le affermazioni di Trump e come ha reagito la community crypto.

La figura di Trump

Trump è noto per il suo acume politico e per la capacità di attirare un vasto elettorato. Sebbene abbia mostrato sostegno per Bitcoin già prima della campagna presidenziale, va ricordato che nel 2019 definì Bitcoin “una catastrofe imminente” e dichiarò che “Abbiamo solo una vera valuta negli USA ed è più forte che mai”. Cosa lo ha portato a cambiare idea?

Forse Trump ha studiato Bitcoin a fondo, come il CEO di BlackRock Larry Fink, o ha semplicemente riconosciuto il potenziale elettorale dei 50 milioni di americani che detengono criptovalute. Qualunque sia la ragione, questa mossa gli ha permesso di guadagnare il sostegno della community crypto, raccogliendo circa 25 milioni di dollari da investitori e donatori influenti come i gemelli Winklevoss e Jesse Powell.

Le Promesse di Donald Trump alla Bitcoin2024

America capitale mondiale di Bitcoin

Trump ha dichiarato l’intenzione di fare degli Stati Uniti la capitale mondiale di Bitcoin, con un focus particolare sul mining. Ha promesso di abbassare i costi dell’energia elettrica ai minimi mondiali, un incentivo significativo per i miner a spostarsi negli USA. Attualmente, i principali concorrenti degli Stati Uniti nel settore del mining sono Cina (21%) e Russia (13%). Trump ha sottolineato l’importanza del mining per lo sviluppo economico e ha criticato l’amministrazione Biden per la sua posizione sulle criptovalute.

Riserva strategica di Bitcoin

Donald Trump ha anche promesso che, se eletto, non permetterà la vendita dei Bitcoin sequestrati dal governo federale, trasformandoli in una riserva strategica. Attualmente, gli Stati Uniti detengono quasi 210.000 BTC, l’1% dell’offerta totale. Tuttavia, ci sono dubbi sulla possibilità di mantenere questa promessa, dato che recentemente sono stati spostati 29.800 BTC dai fondi confiscati a Silk Road, suggerendo che il partito democratico potrebbe vendere questi asset prima delle elezioni.

Licenziamento di Gary Gensler

Una delle promesse più applaudite è stata l’intenzione di licenziare Gary Gensler, presidente della SEC, e di porre fine alla “crociata contro le crypto” dell’amministrazione Biden. Gensler è stato una figura controversa nel mondo delle criptovalute, avendo intrapreso numerose azioni legali contro aziende del settore. Trump ha promesso di nominare un nuovo presidente della SEC più favorevole alle criptovalute, potenzialmente accelerando l’approvazione di nuovi ETF su Solana e Ripple.

Reazioni della Community Crypto

Le promesse di Trump hanno suscitato un forte entusiasmo nella community crypto. L’annuncio ha portato Bitcoin a risalire verso i $70,000, con un aumento del 6% che lo avvicina al suo massimo storico. Tuttavia, rimangono incertezze su come Trump intenda mettere in pratica queste promesse, considerando le limitazioni costituzionali e legislative.

Il CEO di BTC Inc., David Bailey, ha dichiarato che il settore crypto si impegnerà a raccogliere oltre 100 milioni di dollari e a mobilitare più di 5 milioni di voti per la rielezione di Trump. Questa mossa potrebbe avere un impatto significativo sulla prossima campagna elettorale.

Analisi delle Promesse di Trump

Impatto sul settore del mining

La proposta di Trump di rendere gli Stati Uniti la capitale mondiale del mining di Bitcoin potrebbe avere conseguenze di vasta portata. Attualmente, gli Stati Uniti sono già in testa con il 37% della quota di mercato globale del mining di Bitcoin, seguiti da Cina e Russia. La riduzione dei costi energetici potrebbe attirare un numero ancora maggiore di miner, consolidando ulteriormente la posizione degli Stati Uniti come leader del settore.

Riserva di Bitcoin: una mossa strategica?

L’idea di mantenere i Bitcoin sequestrati come riserva strategica potrebbe avere implicazioni significative per il mercato delle criptovalute. Se implementata, questa mossa potrebbe stabilizzare il prezzo di Bitcoin, riducendo la pressione di vendita da parte del governo. Tuttavia, le ultime mosse del governo, sollevano dubbi sulla fattibilità di questa promessa.

Licenziamento di Gensler e Implicazioni per la SEC

Nonostante le promesse di Trump, ci sono sfide legali e costituzionali significative da affrontare. Anche se Trump entrasse alla Casa Bianca a gennaio, Gensler, nominato nel 2021, avrebbe ancora 17 mesi di mandato. Inoltre, l’articolo II della Costituzione non concede espressamente al presidente il potere di rimuovere il presidente della SEC, né lo fa il Securities Exchange Act del 1934.

Conclusione

Il discorso di Donald Trump alla Bitcoin2024 ha avuto un impatto immediato e significativo sul mercato delle criptovalute e sulla community crypto. Le sue promesse, sebbene ambiziose, sollevano domande su come intenda realizzarle e sulle implicazioni a lungo termine. La risposta della community è stata positiva, ma solo il tempo dirà se Trump riuscirà a trasformare queste promesse in realtà.

Se è vero che Trump ha compreso l’importanza delle criptovalute nel panorama politico ed economico attuale – nonché il potere di BTC di attirare elettori e raccogliere fondi – la sua strategia potrebbe avere un impatto duraturo sulla regolamentazione delle criptovalute negli Stati Uniti e sulla posizione del paese nel mercato crypto.

È un buon momento per stipulare un mutuo a tasso variabile? Le previsioni sull’Euribor

Previsioni Euribor: mutui a tasso variabile

Come varierà il costo dei mutui a tasso variabile nei prossimi mesi? Per provare a prevederlo è necessario analizzare le principali previsioni su l’Euribor, il tasso di interesse europeo di riferimento

Cosa ci dicono le ultime previsione sull’Euribor, o Euro Interbank Offered Rate, ovvero il tasso d’interesse medio pagato dalle banche della zona euro per prestarsi, a vicenda, del denaro, nonché il riferimento per quanto riguarda i mutui a tasso variabile.

Negli ultimi mesi, le previsioni sull’Euribor, in particolare quelle a tre mesi, hanno attirato l’attenzione di molti esperti del settore finanziario, che hanno analizzato vari fattori per fornire previsioni sulle sue future fluttuazioni. A quanto si attestano, attualmente, le previsioni sull’Euribor per gli ultimi mesi del 2024?

Previsioni Euribor: cosa accadrà nel breve termine?

Il primo attore che ha fornito le sue previsioni sull’Euribor è, come auspicabile, l’Unione Europea, attraverso lo “Spring 2024 Economic Forecast”, un rapporto che analizza, in senso lato, la situazione economica Europa. 

Nell’executive summary del documento, oltre ad una panoramica che mette in evidenza i dati più importanti per l’Unione come il tasso di crescita del Prodotto Interno Lordo (PIL) e il tasso di inflazione, troviamo anche alcune previsione sull’Euribor e i fattori che lo influenzeranno. 

Ovviamente, il futuro dell’Euribor è strettamente connesso alle decisioni della Banca Centrale Europea (BCE) per quanto riguarda i tassi di interesse, già ridotti di 25 punti base a giugno e che attualmente si attestano al 4,25%. Secondo l’Unione questi raggiungeranno la soglia del 3,2% entro la fine dell’anno e quella del 2,5% per la fine del 2025.

Anche Chatham Financial si aspetta una decrescita dell’Euribor al 3% per i primi mesi dell’inizio del 2025 e al 2,7% entro la fine del prossimo anno. 

Le previsioni sull’Euribor di Erste Group, una delle principali istituzioni finanziarie dell’Europa Centrale e Orientale, sono leggermente più ottimiste. L’istituto di credito, dopo il primo taglio dei tassi di interesse arrivato a giugno, si aspetta che l’Euribor raggiungerà quota 3% entro la fine dell’anno e che si attesterà al 2,6% entro luglio 2025.

Guardando agli ultimi mesi del 2025, le previsioni della maggioranza delle banche e istituzioni di credito sono simili. Tutti si aspettano una diminuzione dell’Euribor a tre mesi, con tassi che potrebbero scendere sotto il 3%  dopo la prossima estate. Questi dati suggeriscono un allentamento delle politiche monetarie restrittive della BCE, probabilmente in risposta a un’inflazione più contenuta.

L’impatto sui mutui a tasso variabile

Perché le previsioni sull’Euribor sono importanti per chi ha stipulato un mutuo a tasso variabile o ha intenzione di farlo nel prossimo futuro? Perché il costo del mutuo varia proprio a seconda delle oscillazione di questo valore. Perciò una diminuzione dell’Euribor comporterebbe una riduzione delle rate mensili del mutuo, e consente quindi ai titolari di mutui a tasso variabile, di risparmiare. 

Se vuoi approfondire questo argomento abbiamo scritto un articolo di blog dedicato al tasso variabile. Insomma, le previsioni per l’Euribor suggeriscono che ci attende una fase di mercato favorevole per i mutui a tasso variabile, dopo qualche anno di rate molto salate! Come anticipato nei paragrafi precedenti, questo trend è strettamente legato alle politiche della BCE e alle condizioni economiche globali. Per i mutuatari, queste informazioni sono cruciali per pianificare al meglio le proprie finanze e considerare eventuali passaggi a mutui a tasso fisso se si desidera maggiore stabilità.

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ETF spot su Ethereum: è iniziato il trading

Ethereum: ETF spot approvati! L’impatto sul prezzo

È appena stato lanciato il trading sugli ETF spot su Ethereum, scopri tutto sui nuovi strumenti finanziari del mondo crypto

Gli ETF spot su Ethereum, approvati esattamente due mesi fa, il 23 maggio, sono finalmente disponibili sul mercato. Dopo più di due mesi di dialogo tra la Security and Exchange Commission (SEC) e i fondi d’investimento americani, i tanto attesi strumenti finanziari sono, dalle 15:30 di questo pomeriggio (ora italiana), scambiabili.

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Quali sono le principali previsioni per il gli afflussi di capitale nei prossimi mesi e per il prezzo di Ethereum? Scoprilo nell’articolo!

Il lancio degli ETF su Ethereum

L’approvazione degli ETF spot su Ethereum, che sembrava quantomeno improbabile all’inizio dell’anno, è arrivata giovedì 23 maggio 2024, mentre la SEC ha dato il via libera agli scambi oggi, martedì 23 luglio. I fondi di investimento che li emettono sono BlackRock, Fidelity, VanEck, ARK Invest e 21 Shares, Grayscale, Hashdex e Invesco. Questi attori, già tutti emittenti di ETF spot su Bitcoin, possono ora offrire ai loro clienti anche questi strumenti finanziari nuovi di zecca.

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Chi ha seguito la questione si sarà accorto della dissomiglianza rispetto all’ingresso in campo degli strumenti finanziari su BTC, da subito disponibili dopo l’approvazione. La principale motivazione che si cela dietro a queste differenze riguarda l’attendibilità dell’evento. In pochi si aspettavano l’approvazione degli ETF su Ethereum, mentre quella di Bitcoin sembrava quasi certa, dapprima che fosse ufficializzata dalla SEC.

Gli afflussi di capitale e l’impatto sul prezzo

Dopo che gli ETF su Ethereum sono stati lanciati possiamo ribadire che nel 2024 è iniziata una nuova era per il settore della criptovalute, caratterizzata da un cambio radicale di percezione rispetto agli anni passati. Ma non solo. L’intervallo di tempo intercorso tra il lancio degli ETF su Bitcoin e di quelli su ETH, ci permette di analizzare i probabili sviluppi futuri e di produrre delle previsioni supportate da qualche dato.

Gli ETF su Bitcoin hanno attratto, dal 10 gennaio 2024 ad oggi, circa 17 miliardi di dollari nel mercato, mentre il prezzo di Bitcoin ha registrato un +50% abbondante dal giorno dell’approvazione. Cosa succederà ad Ethereum?

Ovviamente, è difficile immaginare lo stesso identico livello di adozione anche per questi strumenti finanziari su Ethereum, ma vale la pena ricordare che la capitalizzazione della crypto è circa un terzo di quella di Bitcoin. Perciò, anche se gli inflow saranno inferiori, è possibile che gli ETF avranno un grande impatto sul prezzo.

A questo proposito si è espresso Crypto.com all’interno di un report pubblicato qualche giorno fa. L’exchange è convinto che se le performance di questi due ETF dovessero essere simili, Ether potrebbe raggiungere il livello dei $6,000 entro 60 giorni dall’inizio del trading.

Guarda il prezzo di Ethereum

E gli afflussi di capitale? Riguardo a questo aspetto sono state formulate diverse previsioni. Per esempio Standard Chartered, una delle principali banche del Regno Unito, prevede che gli ETF su Ethereum registrano dal 52% al 155% rispetto agli afflussi degli ETF su Bitcoin. Al contrario, gli analisti di Bloomberg e JP Morgan sono un po’ più pessimisti e si aspettano inflow rispettivamente dal 20% al 25% e dal 7% al 21% rispetto a quelli su BTC.

Infine, se questi dovessero riflettere la differenza tra la capitalizzazione di mercato delle due crypto, assisteremo a degli afflussi secondo un rapporto di 1 a 3; il che significa che potrebbero confluire circa 6 miliardi di dollari su Ethereum nei prossimi sette mesi.

Bitwise dona parte dei ricavi agli sviluppatori di Ethereum

Concludiamo questo articolo con una curiosità in merito agli ETF su Ethereum. Bitwise, uno degli otto fondi di investimento ad emettere un ETF spot su Ethereum, donerà il 10% dei profitti generati dal trading di questi strumenti finanziari agli sviluppatori di Ethereum.

Secondo il recente comunicato, le donazioni saranno suddivise tra due organizzazioni: Protocol Guild e PBS Foundation. Protocol Guild è un’organizzazione che sostiene oltre 170 sviluppatori che si dedicano al segmento “ricerca e sviluppo” di Ethereum. PBS Foundation è, invece, un’organizzazione senza scopo di lucro che si occupa di finanziare lo sviluppo open-source di Ethereum e la ricerca associata.


La giornata di oggi verrà ricordata a lungo dagli appassionati di questo settore. I primi mesi del 2024 hanno dato il via a un nuovo capitolo della storia di questo innovativa tecnologia, anche grazie all’arrivo degli ETF su Ethereum. Rispetto all’anno scorso lo status quo è completamente mutato: Ethereum non è una security e per la prima volta una crypto diversa da Bitcoin verrà messa alla prova sul mercato degli investitori più tradizionali.

L’approvazione è dunque una risposta politica alle dichiarazioni di Trump dei democratici che intendono “farsi amici” i crypto enthusiast per ricevere il loro appoggio politico? Oppure, le questioni sono scollegate e la decisione della SEC è stata presa attraverso un’attenta analisi fondamentale di Ethereum? Probabilmente sarà impossibile scoprire la verità. Ma questo importantissimo evento potrebbe dare la spinta definitiva ad ETH e all’intero mercato e dare il via alla fase più esplosiva di questo bull market.


Biden si ritira. Cosa succede ora?

Joe Biden si ritira. Cosa succede ora?

Biden si è ufficialmente ritirato dalla corsa per le elezioni presidenziali degli Stati Uniti. Cosa succede ora? Quale impatto ha avuto la news sul mercato?

Questa settimana è iniziata con una notizia importantissima, Joe Biden, l’attuale presidente degli Stati Uniti, ha annunciato che non concorrerà alle prossime elezioni americane, a detta sua per: “concentrarsi sul concludere al meglio l’attuale mandato”.

I toni diplomatici dell’annuncio non sono sufficienti a nascondere la verità. Joe Biden si ritira per via delle brutte figure nelle recenti apparizioni pubbliche e per le forti pressioni del partito Democratico che lo considera non più all’altezza, per via di alcuni problemi si salute, della battaglia elettorale. Scopri cos’è successo e l’impatto della notizia sui mercati in questo articolo.

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Biden si dimette: Kamala Harris al suo posto?

“Biden lancia Kamala Harris” ha titolato il New York Times dopo la notizia, visto anche il post su X (ex Twitter) immediatamente successivo alla lettera di ritiro in cui il presidente ha annunciato il suo completo sostegno alla sua vice. L’annuncio è arrivato durante la giornata di ieri, poco dopo le due del pomeriggio americane (orario della costa est).

Bisogna specificare, però, che Biden non si è dimesso dal ruolo di Presidente degli Stati Uniti, azione che avrebbe semplificato notevolmente la vita alla Harris. Se fosse andata in questo modo, la transizione del principale esponente Dem delle elezioni americane sarebbe stata molto più semplice. Il principale problema in questo senso è che Biden ha vinto le primarie e quindi ci sono dei delegati associati al suo nome che avrebbero dovuto confermare la nomination a candidato alla convention Democratica di Chicago. Biden, come ha fatto, può soltanto suggerire, e non imporre, che questi votino per Kamala Harris. Il timore di una convention “aperta”, cioè con più candidati che si contendono il voto non degli elettori ma dei delegati indicati dalle primarie nei mesi scorsi, è stato al centro di tantissime analisi politiche in queste settimane.

Come prevedibile, dopo l’annuncio di Biden, sono cambiate anche le probabilità di vittoria dei candidati. Prima dell’annuncio il sondaggio di Polymarket, la più popolare applicazione decentralizzata di pronostici, dava Trump vincitore al 71% e Biden al 16%. Attualmente, invece, le probabilità di vittoria di Donald Trump sono scese al 64% e quelle di Kamala Harris si attestano al 30%.

Guarda il grafico di BTC

L’impatto della news sui mercati

Poco fa abbiamo assistito all’apertura della borsa americana, che ha registrato ottime performance nei primi minuti di trading dopo la rinuncia di Biden. Il NASDAQ 100, l’indice che segue l’andamento delle cento aziende tecnologiche più capitalizzate, ha registrato un +1,56%, e l’S&P 500, un + 1%. L’impatto del ritiro di Biden su Bitcoin è, invece, stato visibile fin dai minuti immediatamente successivi all’annuncio. BTC si è riportato al di sopra dei 68.000$, anche se soltanto per poche ore.

Cosa succederà nel mondo crypto se Trump dovesse vincere le elezioni di novembre? Negli ultimi mesi l’imprenditore ed ex-presidente si è dimostrato sempre più a favore del settore. Dopo diverse dichiarazioni pro BTC la news più importante in merito riguarda la sua presenza a Bitcoin 2024, la più grande conferenza al mondo dedicata al mondo crypto in programma dal 22 al 25 luglio a Nashville.

Ma c’è di più, una rielezione di Trump potrebbe causare un’iniezione di liquidità anche sui mercati “tradizionali”, in particolare quello azionario. Già il suo primo mandato è stato caratterizzato da politiche economiche espansive volte a stimolare l’economia, che potrebbero essere nuovamente applicate dato il recente rallentamento dell’inflazione. La sua, molto probabile, vittoria alle elezioni di novembre 2024 sancirà l’inizio della bull run più esplosiva di sempre?


Le differenze tra i tassi sui mutui: Eurirs, Euribor, BCE e il loro rapporto con l’inflazione

I tassi sui mutui e l’inflazione

Le differenze tra i principali tassi di riferimento per i mutui: Eurirs, Euribor, e BCE. Come variano in relazione all’inflazione e come influiscono sul costo di un mutuo?

Il tasso di interesse sul mutuo è uno degli aspetti più importanti da considerare quando si decide di prendere in prestito del denaro. Per questo motivo comprendere le differenze tra Eurirs, Euribor, e i tassi della BCE può fare una grande differenza nella scelta del finanziamento più adatto. 

Vediamo nel dettaglio come funzionano questi tassi, come variano e qual è l’influenza su di essi dell’inflazione.

Euribor: i mutui a tasso variabile

L’Euribor, o Euro Interbank Offered Rate, è il tasso d’interesse medio pagato dalle banche della zona euro per prestarsi, a vicenda, del denaro. O, in parole semplici, rappresenta il costo del denaro nell’Eurozona in un determinato momento. L’Euribor viene calcolato giornalmente dalla federazione bancaria europea, attraverso la media ponderata dei tassi di interesse delle banche più attive dell’area euro. Questo indice varia giornalmente e può avere diverse durate di riferimento, da un giorno fino a 12 mesi. Ad esempio, il tasso Euribor a tre mesi era del 3.7% il 10 luglio 2024​

Ma cosa centra con i mutui? Il tasso di interesse Euribor è il benchmark (o riferimento) utilizzato per calcolare l’interesse di prodotti finanziari come prestiti personali, mutui e depositi bancari a tasso variabile. In altre parole, le rate che chi ha stipulato un mutuo a tasso variabile deve pagare variano in modo direttamente proporzionale all’Euribor, se questo scende diventano più economiche. 

Eurirs: i mutui a tasso fisso

L’Eurirs (Euro Interest Rate Swap), invece, è il tasso di riferimento per i mutui a tasso fisso. Così come l’Euribor rappresenta il costo a cui le banche, e gli altri istituti di credito europei, prendono in prestito del denaro tra di loro ad un costo prefissato. L’Eurirs è calcolato quotidianamente dalla Federazione Bancaria Europea e varia a seconda della durata del finanziamento. Più lungo è il periodo, più alto sarà il tasso applicato. Ad esempio, al 10 luglio 2024, i tassi Eurirs per un mutuo di 20 anni erano al 3.6%.

La stagione caratterizzata da politiche restrittive portata avanti dalle principali banche centrali sembra vicina alla conclusione. La riduzione dei tassi di interesse, già iniziata in Europa e imminente negli USA secondo diversi esperti, potrebbe agevolare gli asset più volatili come le azioni e le criptovalute. Se pensi che possa essere il momento giusto per esporsi agli asset digitali, puoi farlo attraverso la nostra app!

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Tassi di interessi della BCE

Veniamo, infine, ai tassi di interesse della BCE, quelli di cui si sente parlare più spesso, soprattutto dal 2021 in poi, in quanto sono stati alzati per contrastare l’inflazione. Questi vengono decisi mensilmente dalla Banca Centrale Europea e rappresentano il tasso al quale le banche commerciali possono prendere in prestito denaro dalla stessa. Per capire la differenza con i tassi sui mutui precedenti, i tassi di interesse della BCE possono essere interpretati come il “prezzo all’ingrosso” del denaro per le banche europee

Per capire come questi variano non possiamo, però, tralasciare l’inflazione, un fenomeno economico che rappresenta l’aumento generale dei prezzi nel tempo, e che riduce il potere d’acquisto delle valute. 

Ma perché l’inflazione influisce sui tassi d’interesse? Il rapporto tra questi due valore non è diretto, i tassi di interesse non variano automaticamente in relazione all’inflazione, dato che vengono decisi dalla BCE. Tuttavia, le banche centrali del mondo intervengono quando il costo del denaro raggiunge livelli preoccupanti, nella maggior parte dei casi alzandoli.

In conclusione, Scegliere il mutuo giusto richiede una buona comprensione dei diversi tassi di riferimento e delle loro variazioni. L’Eurirs offre stabilità per i mutui a tasso fisso, mentre l’Euribor rappresenta la variabilità per i mutui a tasso variabile. Il tasso BCE influisce direttamente sul costo del denaro a breve termine, e l’inflazione gioca un ruolo cruciale nell’economia, influenzando tutti i tassi di interesse.

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Cos’è il MiCA e cosa prevede il regolamento europeo sulle crypto?

Regolamento MiCA crypto: cos’è e cosa prevede? La guida

Cos’è il MiCA e cosa prevede il regolamento crypto che disciplina il mercato nell’Eurozona? Leggi la guida completa

Cos’è il regolamento MiCA e cosa prevede? Domanda più che lecita dopo che, a giugno 2023, il Parlamento Europeo ha approvato il documento che disciplinerà il mercato delle criptovalute nell’Eurozona sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea ed entrerà in vigore progressivamente nel corso del 2024. 

Questo documento è noto con l’acronimo di MiCAR o MiCA, che sta per Markets in Crypto-Assets, ossia “mercati dei crypto-assets” ed è il primo regolamento dell’UE che disciplina il settore delle criptovalute.

Gli scopi principali di questo pacchetto di norme sono garantire la protezione degli investitori attraverso obblighi di trasparenza, requisiti per operare e prevenzione degli abusi, mettendo un ordine sistemico al settore dei crypto asset. 

Vediamo che cosa stabilisce e come cambia il panorama crypto. 

Dalle ICO alla MiCA

La regolamentazione del MiCA è stata ispirata dal fenomeno delle offerte pubbliche di crypto attività nel 2017, meglio note come Initial Coin Offerings (ICOs). Queste hanno attirato in modo particolare l’attenzione dei legislatori e dei regolatori nazionali ed europei. 

Fu proprio l’annuncio nel 2019 dello sviluppo di Libra, la stablecoin di Facebook, a spingere gli Stati ad approvare rapidamente una regolamentazione su questo tipo di criptovaluta. Libra avrebbe infatti permesso il trasferimento di una valuta privata a miliardi di utenti dentro il circuito chiuso della blockchain. 

Le opportunità date dalla MiCA

L’idea di fondo è che i crypto asset abbiano il potenziale per divenire mezzi efficienti di raccolta di capitale per le piccole e medie imprese e, per la loro natura intrinsecamente transnazionale, proporsi come strumenti per nuovi servizi di pagamento mantenendo l’Unione europea come un polo di 

Garantire un quadro normativo unificato, porterebbe l’Europa a rafforzare la sua capacità industriale e di innovazione entro limiti sicuri ed etici. Questa normativa eurounitaria, infatti, costituisce un unicum a livello mondiale e può trasformare l’Europa nel primo mercato unico “continentale” dei nuovi asset, assicurandole una posizione di avanguardia rispetto ad altri ordinamenti, inclusi gli Stati Uniti. 

L’attuale contesto normativo delle criptovalute

Ad oggi la situazione normativa europea sul settore crypto è infatti fortemente frammentata e in via di evoluzione. Ogni Paese ha adottato le proprie leggi, rendendo difficile un’armonizzazione normativa. La Francia possiede, per esempio, una regolamentazione per le ICO (Initial Coin Offering), mentre la Germania ha classificato le crypto come valute digitali e le ha sottoposte già da tempo ad una tassazione specifica. Anche l’italia ha introdotto la tassazione delle criptovalute all’interno della Legge di Bilancio per il 2023.

Il punto di partenza: che cos’è una criptovaluta?

Il primo tentativo dell’Unione Europea è stato quello di cercare un termine e una definizione che potessero includere nella normativa la maggior parte delle tipologie di criptovalute e attività ad esse connesse. 

Ecco quindi l’introduzione del termine crypto-asset definito come “rappresentazione digitale di un valore o un diritto che può essere trasferito e memorizzato elettronicamente, utilizzando un registro distribuito o una tecnologia analoga”.  

MiCA: cosa prevede per i progetti crypto

Il MiCA si rivolge sia agli emittenti di crypto-asset, sia ai prestatori di servizi relativi alle crypto-asset (“crypto-asset service provider” o CASP). 

D’ora in avanti gli emittenti di crypto-asset potranno operare previa autorizzazione e rispettare diversi requisiti, tra i quali troviamo in particolare requisiti di trasparenza, nonché la pubblicazione di un “white paper” che dettagli i diritti e i rischi associati all’asset emesso. Alcune categorie specifiche di crypto-asset devono anche rispettare specifici requisiti di riserva, governance e stabilizzazione del prezzo.

Il whitepaper darà così trasparenza su aspetti come l’architettura del sistema, i meccanismi di sicurezza, le strategie di governance e l’utilizzo previsto della tecnologia, facilitando così la comprensione del progetto da parte degli investitori. 

Inoltre, I CASP (Crypto-Asset Service Provider) dovranno registrarsi presso le autorità nazionali e rispettare standard rigorosi per la protezione dei propri utenti.

MiCA: cosa prevede per gli exchange

Il MiCA stabilisce che tutte le aziende che forniscono servizi legati ai crypto-asset, come la custodia, lo scambio, la consulenza e altri, debbano registrarsi presso le autorità di regolamentazione nazionali e aderire a rigorosi standard organizzativi, operativi e di condotta aziendale. Questi standard includono misure volte a proteggere gli asset dei clienti, prevenire i conflitti di interesse e garantire la trasparenza del mercato. 

Il nuovo framework, inoltre, ritiene direttamente responsabili i CASP in caso di bug, exploit o insolvenza. In questo modo, si potrà garantire un risarcimento agli utenti nel caso in cui parte del capitale delle piattaforme vada perduto. Inoltre, i CASP dovranno conservare lo storico di tutte le transazioni processate sulla loro piattaforma per almeno i 5 anni.

MiCA: lotta al riciclaggio di denaro

Per quanto riguarda l’antiriciclaggio, il monitoraggio e l’applicazione delle norme vigenti verrà affidato all’ABE (Autorità Bancaria Europea). L’ente avrà anche un registro con le aziende che non potranno svolgere attività di CASP nell’UE che utilizzerà per limitare l’entrata nel mercato di organizzazioni considerate ad “alto rischio” riciclaggio.

Inoltre tutte le aziende che hanno a che fare con i crypto-asset Proof-of-Work devono regolarmente presentare dei documenti che attestino il loro impatto ambientale. Il MiCA non bandisce le criptovalute PoW, ma limita la loro diffusione tagliando gli incentivi pubblici diretti verso questo tipo di tecnologie.

Crypto-asset come strumenti finanziari

Se gli emittenti sono tenuti a rispettare le direttive MiCA che riguardano tutte quei crypto-asset che non sono considerate strumenti finanziari, i prestatori di servizi sono tenuti ad applicarle a prescindere dalla natura, dal valore o dal diritto che il crypto-asset incorpora. 

La distinzione tra crypto-asset che possono essere considerate strumenti finanziari e quelle che non lo sono, rappresenta una componente fondamentale dell’intero quadro normativo. La MiCA cerca infatti di considerare tutti quei casi d’uso delle crypto-asset che non erano già coperti da normative storiche, come la MiFID che regola le crypto-asset assimilabili a strumenti finanziari e la PSD per quelle assimilabili a moneta elettronica e depositi. 

Prendendo spunto dai principi delle normative esistenti, la MiCA rappresenta un corpo normativo nuovo e complementare, che cerca di adattarsi alle peculiarità del settore crypto.

Nuova categorizzazione giuridica dei crypto-asset 

Il primo passo è stata la definizione di tre categorie di crypto-asset che, come abbiamo detto, non sono assimilabili a strumenti finanziari:

  1. token di moneta elettronica (EMT)
  2. token collegato ad attività (ART)
  3. token “residuali”

La classificazione dei token è ancora ad oggi in evoluzione e, pertanto, richiederà ulteriori chiarimenti da parte delle preposte Autorità.

Vediamo dunque la definizione delle tre categorie di token. 

Token di moneta elettonica

I token di moneta elettronica o electronic money tokens (indicati dalla sigla EMT) includono tutti quei token che fanno riferimento al valore di una singola valuta fiat a corso legale, come l’euro o il dollaro. La differenza con i “token collegati ad attività” è proprio qui: il fatto di legarsi al valore di una sola valuta fiat.  

In questa categoria rientrerebbero molte stablecoin, come Tether, criptovalute progettate per mantenere un valore stabile, tramite un sistema chiamato “ancoraggio” a una moneta fiduciaria, in rapporto 1:1. L’ancoraggio per cui ad esempio un’unità di stablecoin corrisponde sempre a 1 dollaro, viene assicurato grazie a riserve monetarie o tramite algoritmi. 

Con il MiCA, gli emittenti e i fornitori di EMT dovranno rispettare principalmente questi obblighi:

  • L’Autorità bancaria europea (ABE) supervisionerà e regolerà tutti gli EMT.
  • Gli emittenti di EMT avranno bisogno di una “licenza di moneta elettronica”, simile a una licenza bancaria standard, ma con dei limiti precisi che non comportano la possibilità di operare come istituti di credito.   

Token collegati ad attività 

La seconda categoria, ovvero i token collegati ad attività (indicati dalla sigla ART), comprendono quei token che non sono EMT e che “mirano a stabilizzare il loro valore facendo riferimento a un altro valore o diritto, o a una combinazione degli stessi, comprese una o più valute ufficiali.”

Ne è un esempio Pax Gold, la cui sigla è PAXG, è il tentativo di unire i vantaggi dell’oro e della blockchain. Questa stablecoin infatti riproduce 1:1 il valore dell’oro, metallo prezioso di cui sono composte anche le sue riserve. Pax Gold è emessa da Paxos Trust Company. Grazie a questa stablecoin su blockchain, si possono acquistare anche piccole e frazionabili somme di oro.

Con il MiCA, gli emittenti e i fornitori di ART saranno soggetti a ulteriori obblighi, come:

  • Tutte le ART saranno supervisionate dall’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati (ESMA) a meno che non siano ritenute “significative”. Sono significative quando superano determinate soglie, come ad esempio una capitalizzazione di mercato superiore a 5 miliardi. In questo caso, subentrerà l’EBA. 
  • Solo gli emittenti di token con sede legale nell’UE potranno emettere ART.  
  • Gli ART non ancorati a una valuta europea saranno controllati per preservare l’integrità monetaria dell’UE.   

Il dibattito interpretativo su EMT e ART

Il dibattito sulla definzione di ART è particolarmente acceso. Essa sembra estendersi a tutte le stablecoin, configurandosi così come un insieme ampio che comprende quello più specifico degli EMT. Tuttavia, per alcuni, gli interessi e i diritti associati agli ART non sono facilmente compatibili con quelli degli EMT. 

Indipendentemente dalle prime impressioni, è evidente che queste definizioni rimangono troppo limitate per coprire appieno le varie sfaccettature delle stablecoin. Una normativa che rifletta realmente le caratteristiche tecnologiche e giuridiche del settore richiederà una vera collaborazione tra il mondo delle criptovalute e le autorità regolatorie e non un “copy cut” stiracchiato delle vecchie normative al mercato crypto.

Token “residuali”

Nella terza categoria, quella “né carne, né pesce”, rientrano tutti i token “residuali”.  In questa categoria generale comprende gli utility token e tutte le crypto-asset che non si qualificano come ART o EMT. Sono cioè quelle crypto-asset che non ancorano il loro valore a una valuta fiat o a un paniere di asset. 

Gli utility token forniscono l’accesso digitale a un prodotto o servizio specifico. Le norme del MiCA richiedono trasparenza anche in questo caso, ma sono meno restrittive di quelle per le EMT e le ART.

Le società che emettono questo tipo di token sono tenuti a redigere uno specifico documento, il White Paper che deve essere pubblicato sul sito internet di proprietà dell’organizzazione che emette la criptovaluta.

All’interno di questo documento devono essere contenute tutte le informazioni fondamentali sul token, come una descrizione dettagliata del progetto, il modo in cui vengono emesse e vendute le crypto e le tecnologie su cui si basa.

Il caso di Bitcoin

Sebbene in termini di catalogazione bitcoin (BTC) rientri in quella dei “token residuali”, l’esclusione dal Regolamento viene chiarita nei Considerando. Qui viene detto che quando un crypto asset viene creato automaticamente come ricompensa per la manutenzione della blockchain o per la convalida delle transazioni, la norma non viene applicata. 

Questo approccio regolamentare dimostra la scelta di escludere gli aspetti più innovativi e dinamici della tecnologia blockchain. La divisione in tre categorie, pur includendo una categoria residuale aperta, esclude molti crypto asset, ignorando di fatto Bitcoin.

Quasi che posizionarlo in una limbo, né moneta né strumento finanziario, sia il modo migliore per renderlo il più innocuo possibile. Questo se è vero che ogni legge, buona o cattiva che sia, finisce per essere percepita positivamente, perché la sua sola esistenza è capace di incentivare gli investimenti e una certa fiducia nell’intero ecosistema. 

Resta il fatto che continuiamo a ignorare l’elefante nella stanza. Bitcoin è il crypto asset in assoluto più diffuso, il primo per capitalizzazione di mercato, con una dominance (valutazione di Bitcoin rispetto alla valutazione del mercato complessivo delle criptovalute) di oltre il 50%. A ciò si aggiunge che la quasi totalità degli operatori di mercato cui il MiCA è destinato offrono servizi che lo riguardano e rappresenta un unicum per le sue caratteristiche di governance decentralizzata, contro il quale le ambizioni di controllo del legislatore continuano a scontrarsi senza trovare soluzione. 

La DeFi, la grande assente 

Anche la DeFi non rientra nel framework del MiCA.

In effetti la DeFi è un argomento a sé, che scardina ogni criterio di imputazione della responsabilità, dove davvero di decentralizzazione si tratti. Proprio per questo, sta mettendo in difficoltà i regolatori di tutto il mondo, incerti sul come e sul se abbia senso creare una norma ad hoc.

Sorprende anche che i mercati del credito in crypto asset siano stati esclusi dalla regolamentazione, considerando la loro reputazione come uno degli ambiti più a rischio per i consumatori, specialmente per quanto riguarda il rapporto tra fornitori di servizi e consumatori. 

Il MiCA si concentra sui rischi associati alle piattaforme centralizzate, mentre lending e staking di crypto asset sono più comuni su piattaforme decentralizzate. Anche se spesso queste attività implicano una certa centralizzazione dei processi, facendo sorgere dubbi sulla reale decentralizzazione e sulla possibilità di identificare soggetti responsabili, il tutto però non sembra portare ad un quadro equilibrato di vigilanza.

Anche gli NFT mancano all’appello

L’esclusione degli NFT (Non-Fungible Tokens) dalla regolamentazione si basa sulle loro caratteristiche distintive. A differenza di altre crypto-asset, gli NFT sono unici e non facilmente intercambiabili, il che rende difficile determinare il loro valore tramite confronti diretti con altre attività di mercato o equivalenti. 

La loro unicità riduce significativamente il loro utilizzo in ambito finanziario e i relativi rischi per il sistema finanziario e monetario (fiat) nel suo complesso. Di conseguenza, il legislatore ha deciso di escluderli dall’ambito di applicazione di alcune normative. 

Questo non implica che gli NFT non possano essere classificati come strumenti finanziari in futuro. La discussione sugli NFT è ancora in corso e potrebbero emergere ulteriori linee guida sulla loro classificazione e regolamentazione.

Wallet di exchange e wallet privati: cosa cambia con il MiCA?

Anche per quanto riguarda la regolamentazione dei crypto wallet, le leggi europee puntano a proteggere gli utenti. I pagamenti P2P tra privati via criptovalute non sono stati toccati.Infine il MiCA si occupa anche dell’impatto dei crypto influencer, coloro che esprimono pareri personali su determinate criptovalute consigliandole ai propri follower sui social network. Il disegno di legge prevede delle sanzioni per coloro che non si comportano in modo trasparente: esprimendo pareri su un determinato asset senza comunicare la loro esposizione.

Opinioni dal settore: pro MiCA

Gli appassionati del settore crypto sanno che cos’è il MiCA e cosa prevede da diversi mesi. La prima bozza del documento è infatti stata redatta nel 2020 e perciò hanno avuto parecchio tempo per farsi la loro idea su questa regolamentazione. 

Secondo alcuni esperti, il MiCA sta avendo un impatto positivo sul settore. La protezione dei consumatori che garantisce il nuovo framework serve a rendere più accessibile il mondo crypto. In più, le nuove regole impediscono l’accesso al mercato europeo alle aziende sospette o discutibili, riducendo il rischio di scam o rug pull. Secondo Dante Disparte, l’Head of Global Policy di Circle, le leggi trasformeranno l’Unione Europea in un terreno crypto competitivo e innovativo.Guardando alla situazione normativa degli Stati Uniti, confusa e penalizzante per il settore, il MiCA è diventato un esempio da seguire, di come regole chiare possono attirare sviluppatori e nuovi progetti. In Europa infatti gli investimenti sui progetti crypto stanno diventando i più numerosi del mondo.

Opinioni dal settore: contro MiCA

D’altra parte, i critici pensano che queste nuove leggi europee potrebbero avere effetti negativi sul mercato. Principalmente perché alcune operazioni che, ad oggi, vengono eseguite in maniera immediata, come le transazioni tra wallet di exchange e i prelievi di grandi somme di crypto, potrebbero diventare complicate. I detrattori credono quindi che questo rallenterà l’adozione delle criptovalute.

In generale però, le opinioni dei membri della community crypto che sanno da tempo che cos’è il regolamento MiCA e cosa prevede, sono positive. D’altronde la maggior parte dei pionieri del settore (come Charles Hoskinson e Andre Cronje) sono da sempre a favore della regolamentazione delle criptovalute.  

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BTP Italia e Valore: le linee guida per il 2024

BTP Italia e Valore: le linee guida per il 2024

Dopo il grande successo del 2023, il MEF ha già effettuato due emissioni di BTP nel 2024. Ecco le linee guida per i prossimi sei mesi.

Il Ministero dell’Economia e delle Finanze continuerà a proporre strumenti dedicati agli investitori retail, soprattutto grazie al successo riscontrato nel corso degli ultimi anni. I BTP Italia e i BTP Valore verranno ugualmente apprezzati anche se potremmo continuare ad assistere a una riduzione dei tassi di interesse nei prossimi mesi del 2024 e quindi del loro rendimento?

Se i tassi di interesse torneranno alla normalità potremmo assistere ad una ripartire ad una migrazione di capitali dalle obbligazioni a vantaggio di asset più volatili: azioni e criptovalute. Puoi prepararti a questa evenienza acquistando Bitcoin o altre criptovalute sul nostro exchange.

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BTP: un recap dei primi mesi del 2024

Il 2023 e la prima parte del 2024, almeno dal punto di vista delle obbligazioni governative, è stato un successo. Durante l’anno scorso sono stati messi BTP (Buoni del Tesoro Poliennali) per un totale di circa 360 miliardi di euro e BOT (Buoni ordinari del Tesoro) per 156 miliardi. Questi dati se sommati ci restituiscono il controvalore totale dei titoli emessi nel 2023 dal nostro paese, che supera i 500 miliardi di euro. Un grande successo è stato riscosso anche dalla nuova tipologia di obbligazioni, i BTP Valore, bond dedicati esclusivamente a risparmiatori individuali e affini.

Durante le due emissioni del 2024 (di marzo e di maggio) sono stati “piazzati” rispettivamente 18,3 e 11,2 miliardi di euro su queste obbligazioni. Per i cittadini che hanno comprato il titolo in fase di emissione e lo terranno fino alla scadenza nel 2030, è previsto un premio fedeltà dello 0,80%.

Inoltre, bisogna specificare che la tassazione rimane quella classica per le obbligazioni governative del 12,5%, a differenza di quella del 26% applicata per il mercato azionario e quello delle criptovalute, e che i BTP Valore vengono esclusi dal calcolo dell’ISEE fino a 50.000 euro.

Le linee guida per il 2024

Insomma, il MEF ha, almeno fino ad oggi, rispettato le linee guida per le emissioni delle obbligazioni governative italiane nel 2024 annunciate alla fine dell’anno scorso.

Ha, infatti, effettuato due emissioni nel corso dell’anno in modo da soddisfare un numero più alto possibile di investitori, sia quelli retail che quelli istituzionali. Inoltre,i titoli hanno mantenuto l’indicizzazione legata al tasso di inflazione nazionale e il premio fedeltà per gli investitori retail che porteranno a scadenza l’obbligazione.

Cosa ci aspetta per il secondo trimestre di quest’anno? Arriveranno dei nuovi BTP a tre e a sette anni?

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Tassi BCE: conseguenze del taglio sui mercati e sull’economia

tassi bce giugno 2024

La BCE taglia i tassi per la prima volta dal 2019.  

La Banca Centrale Europea (BCE) giovedì 6 giugno, ha annunciato un taglio dei tassi di interesse, portando il tasso sui depositi dal 4% al 3,75%, il tasso di riferimento dal 4,50% al 4,25% e il tasso sui prestiti marginali dal 4,75% al 4,50%. Non si verificava dal 2019.

Questa decisione è stata presa nonostante le previsioni di inflazione siano state riviste al rialzo, evidenziando un percorso di riduzione dei tassi che sarà lento e irregolare.

Decisioni future sui tassi di interesse

Christine Lagarde, presidente della BCE, ha sottolineato che le future decisioni sui tassi saranno prese “meeting dopo meeting” e ha avvertito che il percorso sarà accidentato. Ha aggiunto: “Il taglio dei tassi di oggi è figlio della fiducia che riponiamo nel percorso di crescita, me per proseguire in questo processo dovremo attendere che le analisi confermino che siamo in rilancio economico”.

Nonostante il taglio dei tassi, la BCE non ha fornito indicazioni precise sulle prossime mosse, rimarcando che le pressioni inflazionistiche rimangono elevate. Le previsioni aggiornate vedono un’inflazione media del 2,5% per il 2024, del 2,2% per il 2025 e dell’1,9% per il 2026.

Impatto sul mercato del lavoro e sull’economia

La BCE ha rivisto al rialzo le sue previsioni di crescita per il 2024, ora stimata allo 0,9% rispetto allo 0,6% previsto a marzo. Tuttavia, le prospettive per il 2025 sono state leggermente ridotte all’1,4%, mentre quelle per il 2026 rimangono invariate all’1,6%. Questo quadro indica una crescita economica moderata nei prossimi anni, con un’inflazione che potrebbe rimanere al di sopra del target del 2% fino al 2025.

Lagarde ha indicato che la crescita dei salari, pur rimanendo elevata, dovrebbe rallentare nel corso dell’anno, contribuendo a ridurre le pressioni inflazionistiche. Tuttavia, la riduzione dei tassi sarà probabilmente lenta, con un’inflazione che rimarrà sopra il target della BCE per gran parte del 2025. Questo scenario implica che la BCE continuerà a monitorare attentamente vari indicatori economici per determinare la sua politica monetaria futura.

Conseguenze del taglio dei tassi BCE

Il taglio dei tassi di interesse da parte della BCE avrà diverse conseguenze:

  1. Riduzione del costo del credito: le famiglie e le imprese potranno beneficiare di tassi di interesse più bassi sui prestiti, favorendo così l’accesso al credito e stimolando i consumi e gli investimenti.
  2. Impatto sui risparmiatori: i tassi di interesse più bassi possono penalizzare i risparmiatori, riducendo i rendimenti sui depositi bancari e sui titoli di stato.
  3. Stimolo alla crescita economica: un costo del denaro inferiore dovrebbe incentivare la spesa e gli investimenti, sostenendo la crescita economica. Tuttavia, l’efficacia di questa misura dipenderà anche dalle condizioni economiche globali e dall’evoluzione della domanda interna.
  4. Inflazione e salari: la riduzione dei tassi potrebbe influenzare l’inflazione e la dinamica dei salari. Sebbene Lagarde abbia segnalato che la crescita dei salari si ridurrà, l’inflazione potrebbe rimanere elevata nel breve termine, complicando ulteriormente le decisioni future della BCE.

Reazioni dei mercati

I mercati finanziari avevano anticipato il taglio dei tassi, scontando un movimento al ribasso di 25 punti base. Dopo l’annuncio del taglio dei tassi, i rendimenti dei titoli di stato della zona euro sono aumentati significativamente. In particolare, il rendimento dei titoli di stato a 10 anni della Germania è salito di quasi 8 punti base al 2,573%, mentre il rendimento dei titoli a 2 anni è aumentato di poco meno di 6 punti base al 3,033%. Anche i rendimenti dei titoli di stato italiani e spagnoli a 10 anni hanno registrato aumenti rispettivamente di 9 e 7 punti base, attestandosi al 3,893% e al 3,299%.

Confronto internazionale

La BCE, nonostante abbia iniziato ad aumentare i tassi più tardi rispetto ad altre banche centrali, è ora in una posizione di guida con il taglio di giugno. La Federal Reserve americana, ad esempio, è ancora alle prese con un tasso di inflazione più alto. Altri paesi come il Canada, la Svezia e la Svizzera hanno già iniziato a ridurre i tassi di interesse nel ciclo attuale.

Conclusioni

La BCE ha fatto sapere chiaramente che le prossime mosse dipenderanno dai dati economici e che non esiste un percorso predeterminato per ulteriori tagli dei tassi. Con un’inflazione ancora sopra il target e una crescita economica moderata, il futuro della politica monetaria europea resta in bilico, richiedendo un’attenzione costante e una valutazione accurata di tutte le variabili in gioco.

FED: previsioni per i tassi di interesse nella riunione di giugno 2024

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Qual è la posizione della FED sul taglio dei tassi di interesse?  Ecco le previsioni degli analisti. 

La Federal Reserve (FED) è la banca centrale degli Stati Uniti e ha un ruolo fondamentale nel sistema finanziario globale. Ogni sua decisione, specialmente riguardo ai tassi di interesse, è attentamente monitorata da economisti, analisti e investitori di tutto il mondo. 

Ma cosa possiamo aspettarci dalla prossimo riunione della FED, prevista per l’11-12 giugno 2024? Gli analisti prevedono che la FED manterrà i tassi di interesse invariati, ma ci sono segnali che potrebbero anticipare futuri tagli entro la fine dell’anno.

Cos’è la Fed e perché è importante?

La Federal Reserve, o FED, è l’istituzione che funge da banca centrale degli Stati Uniti. Ha il compito di stabilizzare l’economia attraverso la gestione della moneta e dei tassi di interesse. Tra le sue funzioni principali ci sono il controllo dell’inflazione, la regolazione del sistema bancario e la promozione della stabilità economica. I tassi di interesse determinati dalla FED influenzano il costo del denaro, ossia quanto costa prendere in prestito o quanto si guadagna risparmiando.

L’attuale situazione dei tassi di interesse

I tassi di interesse della FED sono fermi in un intevallo tra il 5,25% e il 5,5% da luglio 2023. Dopo un anno di stabilità, la FED ha deciso di non aumentare ulteriormente i tassi, nonostante i segnali contrastanti sull’inflazione. Secondo il governatore della FED Christopher Waller, alcuni rapporti sull’inflazione nei primi mesi del 2024 hanno temporaneamente raffreddato le aspettative di un taglio dei tassi, ma recenti dati sull’indice dei prezzi al consumo (CPI) suggeriscono che l’inflazione non sta accelerando.

Le previsioni degli analisti per il meeting di giugno

Secondo il CME’s FedWatch Tool, la probabilità di un taglio dei tassi nel meeting di giugno è solo dello 0,1%. Anche il sito di previsioni Kalshi indica una probabilità del 99% che i tassi rimangano invariati. Tuttavia, gli analisti prevedono che la FED potrebbe segnalare possibili tagli dei tassi più avanti nel 2024. Durante il meeting, sarà aggiornata la “Summary of Economic Projections”, dove i politici monetari delineeranno le loro previsioni per la fine dell’anno.

Impatti sulla vita quotidiana della Fed

Le decisioni della FED sui tassi di interesse hanno un impatto diretto sulla vita quotidiana delle persone. Tassi di interesse più alti significano prestiti più costosi per case, auto e aziende, e rendimenti più alti per i risparmiatori. Al contrario, tassi più bassi rendono i prestiti più economici ma riducono i guadagni sui risparmi. Ad esempio, i tassi dei mutui a 30 anni hanno raggiunto un massimo annuale del 7,79% nel 2023, per poi scendere al 7,03% a fine maggio 2024.

Le decisioni della FED portano anche una volatilità più o meno elevata anche nel mercato delle criptovalute. Monitora gli impatti in tempo reale.

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Quando potrebbe arrivare un taglio dei tassi?

Secondo i mercati obbligazionari, il primo taglio dei tassi potrebbe avvenire a settembre 2024, con una probabilità del 50%. Un secondo taglio potrebbe seguire a dicembre. Tuttavia, queste previsioni sono soggette a cambiamenti rapidi in risposta ai dati economici. Ad esempio, c’è ancora una probabilità del 15% che non ci siano tagli nel 2024.

La riunione della FED di giugno è attesa con grande interesse, ma è improbabile che porti a cambiamenti immediati nei tassi di interesse. Gli occhi sono puntati sulle previsioni economiche aggiornate e sulle dichiarazioni del presidente della FED, Jerome Powell. La possibilità di tagli dei tassi nel corso del 2024 dipenderà dalla forza del mercato del lavoro e dai progressi nel controllo dell’inflazione.

Le decisioni della FED continueranno ad avere un impatto significativo sull’economia globale e sulla vita quotidiana di milioni di persone. Monitorare queste decisioni ci aiuta a capire meglio le dinamiche economiche e a prendere decisioni finanziarie più informate.