Previsioni economia italiana (e globale): cosa sta per accadere secondo il FMI

Previsioni economia italiana (e globale): cosa sta per accadere secondo il FMI

Le previsioni per l’economia italiana e globale del FMI. Crescita, inflazione e disoccupazione, cosa succederà?

Quali sono le previsioni per l’economia italiana e globale del Fondo Monetario Internazionale? Con il suo report pubblicato l’11 aprile, e intitolato “Una ripresa difficile”, il FMI ha rivisto le sue stime per la crescita, l’inflazione e la disoccupazione a livello mondiale e con un focus sui singoli Stati. 

Previsioni economia italiana: crescita, inflazione e disoccupazione per 2023 e 2024

Concentriamoci subito sulle previsioni per l’economia italiana redatte dal FMI. Per quest’anno è prevista una crescita dello 0,7% e per il 2024 dello 0,8%. In questo caso le stime sono state riviste al rialzo dello 0,1% rispetto alle ultime di gennaio. Nonostante questo l’Italia rimane in ultima posizione tra i paesi del G7. Quest’anno farà peggio solo la Germania per cui si prevede un PIL piatto che però recupererà notevolmente nel 2024. Anche l’economia britannica si arresta, con un PIL negativo dello 0,3%. A trascinare l’eurozona c’è la Spagna con una crescita dell’1,5% per il 2023 e del 2% nel 2024. 

Tornando alle previsioni per l’economia italiana, il FMI si aspetta un aumento della disoccupazione all’8,3% rispetto all’8,1% del 2022; e un calo dell’inflazione dall’8,7% del 2022, al 4,5% del 2023 al 2,6% del 2024. 

Previsioni economia globale 

Come si può intuire dal titolo del report, le previsioni per l’economia globale non sono tra le più rosee. Il Fondo Monetario Internazionale ha rivisto a ribasso le sue stime per l’economia mondiale, a 2,8% per il 2023 e 3% per il 2024. Il calo, rispetto alle precedenti previsioni di gennaio, è stato dello 0,1%. 

Pierre-Olivier Gourinchas, capo economista del FMI, ha spiegato che nonostante la graduale ripresa dalla pandemia e dall’invasione dell’Ucraina, il clima rimane incerto. “La ripresa economica globale resiste, ma la strada si fa impervia”, soprattutto a causa della recente instabilità bancaria. Per il FMI la crescita economica globale rimane debole rispetto agli standard storici, i rischi finanziari sono aumentati e l’inflazione non ha ancora invertito la rotta.

Secondo il report l’inflazione globale dovrebbe rallentare al 7% quest’anno (rispetto all’8,7% del 2022). Il livello rimane al di sopra degli obiettivi che si sono date le Banche Centrali degli Stati Uniti e dell’Unione Europea (2%), il che suggerisce che le politiche monetarie restrittive probabilmente continueranno. 

Nelle sue previsioni sull’economia globale, il FMI sottolinea come la Russia stia resistendo alle sanzioni, il suo PIL crescerà dello 0,7% (un aumento dello 0,4% rispetto alle stime precedenti). Un cenno anche alla Cina in ripartenza con un 5,2% nel 2023. Negli Stati Uniti invece la crescita è doppia rispetto all’eurozona, il PIL dovrebbe aumentare dell’1,6% ma il prossimo anno la situazione dovrebbe essere invertita a vantaggio dell’area euro. 

Le previsioni sull’economia italiana e globale del FMI arrivano mentre si attendono con il fiato sospeso le nuove decisioni sui tassi di interesse durante la prossima riunione della BCE e della Federal Reserve previste rispettivamente per il 4 maggio e il 2-3 maggio.

Riunione Fed Marzo 2023: cosa è successo oltre al rialzo dei tassi?

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Powell sceglie la stabilità dei prezzi, la riunione Fed di Marzo ha portato un nuovo aumento dei tassi di interesse. Cosa è successo?

Durante la riunione Fed di Marzo in calendario martedì e mercoledì sono state prese delle scelte difficili. Nonostante il sistema bancario e finanziario statunitense si trovi in una situazione delicata dopo la crisi di SVB, Signature e Silvergate, la Banca Centrale ha deciso comunque di aumentare i tassi di interesse di 25 punti base, ovvero di un quarto di punto percentuale. 

Riunione Fed Marzo 2023: nuovo aumento dei tassi di interesse 

Durante la riunione Fed del 21 e 22 Marzo è arrivato l’atteso rialzo di 25 punti base dei tassi di interesse. Il tasso di riferimento federale ora si trova tra il 4,75% e il 5%. Questo incremento è stato il nono consecutivo, ed è il più alto dal 2006. La Federal Reserve continua quindi la sua politica monetaria hawkish, che a molti ricorda quella attuata negli anni ‘80 per combattere l’inflazione

Powell ha riconosciuto che nonostante i recenti avvenimenti nel sistema bancario porteranno a un inasprimento delle condizioni di credito, il taglio dei tassi di interesse non rientra nella politica del FOMC per il 2023. Insomma non sono previste pause per i rialzi. 

In altre parole, in sede di riunione la Fed ha scelto di rimanere focalizzata sulla stabilità dei prezzi, continuando a far salire i tassi di interesse e tenendo conto del rischio di ulteriori difficoltà per gli istituiti bancari. La Federal Reserve comunque ha istituito un fondo per la liquidità garantendo di risarcire i depositanti delle banche fallite in questo periodo. Powell si è dimostrato fiducioso sulla solidità delle banche degli Stati Uniti

Questa decisione è stata giustificata così: “i recenti sviluppi potrebbero determinare un inasprimento delle condizioni di credito per le famiglie e le imprese e pesare sull’attività economica, sulle assunzioni e sull’inflazione. L’entità di questi effetti è incerta. Il Comitato rimane molto attento ai rischi di inflazione”. 

Nonostante tutto, infatti, la principale sfida della Federal Reserve rimane la lotta all’inflazione per mantenerla al 2%

Durante la riunione Fed di Marzo è stato anche reso noto il grafico Dot Plot, che mostra le posizioni dei singoli membri del FOMC sul futuro dei tassi di interesse sul breve, medio e lungo termine. 

Le proiezioni indicano un picco del 5,1%, lo stesso indicato lo scorso Dicembre. Questo ci dice che la maggior parte dei funzionari (7 su 18) si aspetta per il futuro ulteriori aumenti dei tassi di interesse. 

Riunione Fed Marzo 2023: focus su crescita, inflazione e disoccupazione

Oltre alla decisione sui tassi di interesse, i funzionari della Fed nella riunione di marzo hanno aggiornato anche le loro proiezioni sull’economia statunitense. Sono state aumentate leggermente le aspettative sull’inflazione, che per quest’anno ci si aspetta essere al 3,3%. A Dicembre questa previsione era del 3,1%. 

La view sul tasso di disoccupazione è stata abbassata al 4,5%, mentre le prospettive per il PIL sono scese allo 0,4%.

L’indice dei prezzi delle spese per i consumi personali, uno degli indicatori di inflazione preferiti dalla Fed, è aumentato dello 0,6% rispetto a Gennaio ed è cresciuto del 5,4% rispetto a un anno fa se si escludono gli alimenti e l’energia.

A una settimana di distanza dal rialzo dei tassi di interessi della BCE, è arrivato anche quello della Banca Centrale degli Stati Uniti. La riunione della Fed di Marzo 2023 porterà caos nei mercati finanziari? Di sicuro l’aumento dei tassi di interesse ha delle conseguenze non solo per le banche ma anche per i consumatori. 

Riunione BCE: aumentano i tassi di interesse a Marzo 2023

Riunione BCE marzo: aumento tassi di interesse confermato. Che succede ora

La riunione BCE di Marzo ha portato un nuovo aumento dei tassi di interesse. Le cose da sapere ora 

Nella riunione BCE del 16 Marzo il tanto atteso aumento dei tassi di interesse, si è finalmente verificato. 

Dopo l’incremento di 50 punti base messo in atto nel meeting dello scorso Febbraio (qui il link al calendario completo delle prossime riunioni della BCE), le previsioni sono state confermate. E ci troviamo di nuovo a porci la domanda “perché la Banca Centrale Europea ha preso questa decisione”? 

Riunione BCE Marzo: un nuovo aumento dei tassi d’interesse

La decisione della riunione BCE di Marzo non è stata un fulmine a ciel sereno. Già dopo il meeting del mese scorso, la presidente Christine Lagarde aveva spiegato che per Marzo 2023 ci sarebbe stato un nuovo aumento dei tassi di interesse. Presumibilmente di altri 50 punti base, per un totale di +100 punti base nel primo trimestre dell’anno. E così è stato. 

Durante la conferenza stampa che ha seguito la riunione, Lagarde ha esordito con queste parole: “si prevede che l’inflazione rimarrà troppo alta per troppo tempo”. Lo scopo di questo incremento quindi è quello di assicurare un ritorno dell’inflazione nell’Eurozona al suo obiettivo del 2% nel medio termine e quindi di mantenere stabili i prezzi, obiettivo principale dell’Istituto centrale. 

Le previsioni della Banca Centrale Europea per l’inflazione sono del 5,3% per il 2023, il 2,9% per il 2024 e il 2,1% per il 2025. 

Con l’aumento, i tassi di interesse BCE a partire dal 22 Marzo diventano: per le operazioni di rifinanziamento principale al 3,5%, per le operazioni di rifinanziamento marginale al 3,75% e sui depositi presso la banca centrale al 3%. 

Molti esperti erano sicuri che nella riunione BCE di Marzo i tassi sarebbero saliti oltre le previsioni, ma Lagarde ha spiegato che l’approccio rimane sempre data driven ovvero che le reazioni dell’istituto non possono prescindere dai dati. Non è stato comunque fissato un tetto limite, secondo Lagarde l’unico obiettivo guida da perseguire a ogni costo è l’inflazione al 2%.

La presidente ha spiegato che l’aumento dei tassi d’interesse è stata l’unica opzione discussa e veramente possibile per lavorare sulla stabilità dei prezzi. La decisione è stata presa dalla grande maggioranza del Consiglio Direttivo, con solo una certa riluttanza di “3 o 4” membri che volevano prendere più tempo e raccogliere ulteriori dati in occasione della riunione di Marzo. 

Lagarde ha assicurato che alzare i tassi di interesse non sarà uno stress per la stabilità finanziaria. Per gli investitori e i risparmiatori le conseguenze saranno però notevoli. 

Previsioni su crescita e inflazione 

Nella riunione BCE di Marzo l’istituto centrale non si è occupato soltanto dell’atteso aumento dei tassi di interesse. È stata anche l’occasione per presentare le nuove previsioni su crescita e inflazione dell’Eurozona. Nello specifico, gli esperti della Banca Centrale Europea si aspettano un aumento della crescita dell’1,6% sia nel 2024 che nel 2025 grazie alla forza del mercato del lavoro, un miglioramento del clima di fiducia e una ripresa dei redditi. Le proiezioni rimangono inferiori rispetto a quelle comunicate a Dicembre. 

Altri temi della riunione BCE

Non soltanto aumento dei tassi di interesse nel meeting di Marzo. La riunione BCE non ha visto un aggiornamento sulle politiche di quantitative tightning. Ovvero di quello strumento di politica monetaria restrittiva (hawkish) che prevede una riduzione dei portafogli obbligazionari della Banca Centrale Europea, con lo scopo di abbassare la liquidità e l’offerta di moneta. E di conseguenza, diminuire i prezzi. 

Nel caso della BCE, il quantitative tightning si applica al Programma di Acquisto attività (APP) attivo dal 2015. Lagarde ha confermato le linee guida prese già all’inizio di Marzo: la Banca Centrale Europea ha cominciato la riduzione dei suoi titoli, non riacquistando quelli in scadenza. Secondo le previsioni, il quantitative tightning diminuirà il portafoglio dell’Istituto di 15 miliardi al mese, fino alla fine di Giugno. 

Lagarde, sollecitata dai giornalisti, ha anche commentato brevemente la crisi delle banche in California come SVB e Signature. La BCE ritiene che il sistema bancario europeo sia forte dal punto di vista della liquidità e resiliente, e che la supervisione rispetto al 2008 sia migliorata e aumentata. 

Ecco dunque cosa è successo nel corso della riunione BCE del 16 Marzo. L’aumento dei tassi di interesse non è stato l’unico protagonista del meeting, Lagarde ha discusso le previsioni di crescita e rimarcato la stabilità del sistema bancario dell’Eurozona. 

Al lavoro per la CBDC europea, la BCE coinvolge anche Amazon

Euro digitale: la BCE al lavoro con Amazon per la CBDC

Euro digitale in arrivo? La Banca Centrale Europea sta collaborando con cinque società tech per lo studio della sua CBDC

Con un comunicato del 16 Settembre 2022, la Banca Centrale Europea ha annunciato la collaborazione con cinque società tech per testare e sviluppare un’eventuale Central Bank Digital Currency. Le CBDC sono monete digitali che si distinguono dalle criptovalute perché sono emesse da banche centrali e quindi non sono decentralizzate, come ad esempio Bitcoin. Per la BCE il principale vantaggio dell’euro digitale sarebbe la facilità e l’accessibilità, dal momento che basterebbe una semplice connessione internet per usufruire dei servizi bancari relativi alla CBDC. L’Unione Europea nel 2021 ha promosso una fase investigativa per lo sviluppo di una CBDC, fase che doveva durare due anni. Entro metà del 2023 infatti la BCE emetterà il suo verdetto: euro digitale sì o no? 

Le aziende selezionate per sviluppare prototipi e casi d’uso per la CBDC

Prima di prendere una decisione sull’euro digitale, la BCE ha coinvolto cinque aziende per realizzare dei prototipi e casi d’uso in cui potrebbe essere utilizzata la CBDC. Per scegliere queste aziende, ad Aprile 2022 è stato presentato un bando al quale si sono candidate 54 società interessate a lavorare all’euro digitale. Il 16 Settembre sono state comunicate le aziende selezionate, ognuna con un’area di pertinenza: 

  1. CaixaBank: pagamenti online peer-to-peer;
  2. Worldline: pagamenti offline peer-to-peer;
  3. EPI: pagamenti presso i punti vendita disposti dal pagatore;
  4. Nexi: pagamenti presso il punto vendita disposti dal beneficiario;
  5. Amazon: pagamenti e-commerce.

La BCE è quindi al lavoro con Amazon e Co. per sviluppare la sua CBDC. È il momento dell’operazione prototipo! Queste aziende tech sono chiamate a sviluppare, lato front-end, delle interfacce di servizi per l’euro digitale. Lo scopo è quello di testare transazioni con l’euro digitale, sistemi di pagamento peer-to-peer, in e-commerce ma anche nei punti vendita. Il lavoro sui prototipi durerà fino al primo trimestre del 2023, per poi essere presentato in un report.

Perché la BCE è interessata all’euro digitale?

Per la BCE l’euro digitale potrebbe essere un’integrazione funzionale al denaro contante. In che senso? L’euro digitale non è previsto come una sostituzione dell’euro come lo conosciamo e utilizziamo, ma come una scelta in più disponibile per i pagamenti: “potrebbe favorire l’innovazione finanziaria e migliorare l’efficienza complessiva del sistema dei pagamenti”. La CBDC sarebbe una moneta elettronica emessa dalla BCE e dalle banche centrali nazionali, accessibile a tutti i cittadini e alle imprese. Secondo la BCE l’euro digitale può avere successo solo se utilizzato dai cittadini europei nella vita quotidiana, deve quindi aggiungere valore ed essere realmente utile. I test in corso stanno verificando proprio questi aspetti. La BCE continua a sondare il terreno mentre la Casa Bianca sembra più decisa a lanciare il suo dollaro digitale!