10 musicisti e band che hanno lanciato NFT musicali

Musica NFT: 10 musicisti che hanno già lanciato degli NFT 

Da Snoop Dogg ai Linkin Park: scopri i 10 musicisti che hanno già lanciato degli NFT musicali.

Gli NFT, o non-fungible token, sono una delle innovazioni più versatili portate dalla blockchain. Anche se sono conosciuti soprattutto per progetti artistici come Bored Ape Yacht Club, gli NFT nascondono un enorme potenziale anche per il mondo della musica. Sono tanti gli artisti che stanno provando questo nuovo modello di NFT musicali, e presto ci saranno piattaforme create appositamente come Napster 3.0. Scopri quali sono i 10 musicisti e band che hanno già lanciato NFT musicali: l’ultimo ti sorprenderà!

1. Snoop Dogg ed Eminem

Due idoli della comunità crypto, Snoop Dogg ed Eminem sono fan sfegatati degli NFT da anni. Fieri possessori di svariati Bored Ape Yacht Club e Mutant Ape Yacht Club, i due rapper hanno visto nella musica NFT un modo per migliorare l’industria discografica e rivedere il rapporto tra fan e artista.

Proprio il 24 giugno, le due leggende del rap hanno pubblicato un nuovo video musicale in collaborazione con Yuga Labs, dove impersonano le loro Ape. Snoop Dogg poi ha all’attivo vari progetti per la musica NFT, e ha messo in vendita 25mila album sotto forma di non-fungible token a 5mila dollari. Questi NFT, chiamati Stash Box, contengono il suo nuovo album B.O.D.R. con 3 tracce bonus per gli appassionati. 

2. Shawn Mendes

Shawn Mendes, il cantante pop diventato famoso con la sua hit Stitches, si è lanciato nel mondo crypto insieme a Genies, una piattaforma NFT che crea personaggi 3D utilizzabili in vari metaversi. Ha pubblicato su OpenSea una collezione di NFT ispirati al suo album best-seller, Wonder, e anche alcuni wearables digitali da sfoggiare sui propri avatar virtuali.

3. Mike Shinoda, Linkin Park

Anche Mike Shinoda, vocalist dei Linkin Park, si è unito al trend degli NFT musicali. Il cantante della leggendaria band ha tenuto un’asta per l’NFT di una clip musicale del suo singolo Zora. Ha anche venduto degli NFT con degli artwork esclusivi di un altro suo singolo, Happy Endings.

Oltre a questi esperimenti, Mike Shinoda ha anche cercato di educare il suo pubblico sulle funzionalità degli NFT, con alcuni tweet che spiegano chiaramente cosa sono i non-fungible token e qual è il loro valore. Grazie alla sua voglia di innovare e di educare il suo pubblico alle nuove tecnologie, il cantante dei Linkin Park è diventato uno dei musicisti più importanti ad aver già lanciato NFT musicali.

4. Whitney Houston

La sorellastra della compianta Whitney Houston ha venduto come NFT una demo mai rilasciata della leggendaria cantante soul, registrata quando aveva 17 anni, a ben 1 milione di dollari. La canzone è accompagnata da un video dell’artista digitale Diane Sinclair. Purtroppo per gli amanti di Whitney Houston, la canzone legata all’NFT non può essere resa pubblica, e resterà per sempre nelle mani del fortunato che se l’è aggiudicata all’asta. I proventi sono stati donati alla Whitney Houston Foundation, un’associazione no-profit che si occupa di emancipare le giovani donne negli USA.

5. Avenged Sevenfold

La band alt-metal americana Avenged Sevenfold ha lanciato nel 2021 una collezione di 10mila NFT chiamata “Deathbat Clubs”. Anche se non sono direttamente legati a delle canzoni, questi NFT rappresentano i possibili utilizzi futuri dei non-fungible token. In base alla rarità del token, infatti, il fan che possiede un Deathbat ha diritto ad alcuni vantaggi esclusivi, come biglietti gratis a vita per vedere gli Avenged Sevenfold oppure il privilegio di passare una giornata con la band.

M. Shadow, il cantante della band alt-metal, ha detto che gli NFT sono molto più che un modo per fare soldi facili. Devono essere considerati “strette di mano virtuali”, perché hanno il potenziale di creare community solide e di premiare i fan più accaniti. “Sono tutti ossessionati col fare soldi, quando questo nasconde le vere innovazioni degli NFT” ha detto il pioniere della musica NFT. “…gli NFT dovrebbero essere i biglietti per accedere a club esclusivi per i veri fan”. 

6. deadmau5

Tra i 10 musicisti che hanno già lanciato NFT c’è l’artista techno deadmau5. Già conosciutissimo nel mondo crypto anche grazie alla sua collaborazione con il metaverso di The Sandbox. Oltre ad opere d’arte 3D e ticket per eventi musicali esclusivi, deadmau5 vende le sue canzoni direttamente ai suoi fan sfruttando la piattaforma NFT Nifty Gateway. Secondo il suo manager, l’artista ha guadagnato più di 4 milioni di dollari dai suoi NFT!

7. Achille Lauro

Italia terra di innovazione musicale? Sicuramente sì, almeno per Achille Lauro. Noto per le sue performance “eccentriche”, Lauro è un esponente della trap molto conosciuto anche grazie alle sue apparizioni al Festival di Sanremo. Ma durante il suo concerto del 5 luglio a Milano ha svelato il suo ultimo progetto di arte generativa “sound-reactive”.

Per “arte generativa” si intende arte creata casualmente da alcuni algoritmi, partendo da un set di caratteristiche impostate dagli sviluppatori della collezione NFT. In questo caso Achille Lauro ha collaborato con gli studenti della BigRock school per il progetto “NFT live Superart”, che genererà delle opere d’arte basandosi sulle note delle sue canzoni più famose. La creazione delle opere avverrà in diretta durante i suoi concerti. Saranno poi messe in vendita ad autunno, e i proventi andranno tutti in beneficenza.

8. Justin Blau, 3LAU

Justin Blau, in arte 3LAU, è un dj statunitense tra i primi a sperimentare con gli NFT. Blau ha venduto il suo primo non-fungible token nel 2020, molto prima che i token entrassero in voga. Ma era solo l’inizio: infatti, a febbraio 2021 il dj ha venduto 33 NFT commemorativi del suo album Ultraviolet, uscito 3 anni prima. La vendita è stata un successo, e ha guadagnato quasi 12 milioni di dollari!

In seguito Justin Blau ha continuato a puntare sul mondo della musica NFT, e ha lanciato una piattaforma di musica decentralizzata chiamata Royal. Gli NFT musicali venduti su Royal sono associati non solo a una canzone, ma anche a una percentuale di diritti di vendita decisa dall’artista. Questo vuol dire che chi possiede l’NFT associato a una canzone, guadagna ogni volta che viene acquistata o utilizzata in pubblicità e film. Un’idea innovativa che permette ai fan di “possedere” una parte delle proprie canzoni preferite, su blockchain!

9. Kings of Leon

Il gruppo rock statunitense Kings of Leon ha preso molto sul serio la sua avventura nella musica NFT: ha infatti deciso di rilasciare il suo ultimo album, While You See Yourself, direttamente sulla piattaforma NFT YellowHeart! Erano disponibili tre tipi di non-fungible token: il primo comprendeva l’album con delle canzoni bonus, il secondo garantiva anche un pass per partecipare gratuitamente a tutti i loro concerti, mentre il terzo era un pacchetto di opere d’arte su blockchain legate all’album. Ogni NFT è associato a un disegno diverso. Rilasciati il 5 marzo 2021, i prezzi variavano da 50 dollari per il token base a 2500 per quelli più rari e con i disegni più elaborati!

10. Ringo Starr

Il batterista dei Beatles che lancia i suoi NFT? Ebbene sì! Ringo Starr ha collaborato con la casa d’aste Julien’s Auction per una collezione di 20 non-fungible token chiamata “The Creative Mind of a Beatle”. La collezione è composta da 5 dipinti animati accompagnati dall’audio di un assolo di batteria di Ringo Starr in persona. Ogni dipinto è disponibile in 4 copie uniche – garantisce la blockchain! Oltre al dipinto animato digitale, chi acquista l’NFT ha diritto a un quadro fisico firmato dal batterista dei Beatles, e può anche chiedere a Ringo Starr un incontro virtuale sulla piattaforma Spatial.io. Una chicca per gli appassionati dei Beatles!

Questi 10 musicisti e band che già usano NFT sono solo i primi a unirsi alla rivoluzione musicale in arrivo! Il Web3 e la blockchain hanno il potenziale di rendere l’industria discografica più equa e giusta nei confronti degli artisti, che non vedono di buon occhio le piattaforme di streaming come Spotify. Inoltre, permettono di instaurare uno speciale rapporto con i fan più sfegatati. La musica NFT è solo all’inizio: prima o poi anche il tuo artista preferito arriverà sulla blockchain!

Napster ritorna a sorpresa con una piattaforma per NFT musicali

Web3: Napster porta gli NFT musicali su Algorand

Il leggendario servizio di musica peer-to-peer torna nel Web3 come piattaforma per NFT musicali. Napster 3.0 sarà meglio di Spotify?

Sei nato negli anni ‘90? Allora non puoi non ricordare Napster, il leggendario servizio peer-to-peer del Web1 che permetteva ai primi utenti Internet di scambiare musica gratuitamente. Nell’era del Web3, Napster ha deciso di tornare alle radici e di inaugurare Napster 3.0, una piattaforma di NFT musicali costruita su Algorand. Il litepaper è stato rilasciato il 29 giugno e racchiude tante piccole chicche, tra cui il nuovissimo token $NAPSTER. La sfida musicale tra Web3 e Web2: Napster 3.0 sarà meglio di Spotify? Scopriamolo!

La musica NFT arriva su Algorand grazie a Napster

Napster 3.0 è la naturale evoluzione del primo Napster, la piattaforma musicale P2P. Nata nel 1999, la piattaforma permetteva agli utenti di scambiarsi MP3 liberamente e gratuitamente. Nel 2001, in seguito a delle cause legali portate avanti dalle case discografiche, Napster ha chiuso e il suo nome è stato utilizzato per creare Napster 2.0, una piattaforma di streaming musicale con un’iscrizione mensile. Anche se nome e logo sono gli stessi, attualmente Napster 2.0 è più simile a Spotify (che agli artisti non piace) che a un sistema P2P per scambiare musica.

Ma questo sta per cambiare: il 10 maggio 2022, Napster 2.0 è stato comprato da Hivemind (una società d’investimento) e da Algorand, la blockchain di Silvio Micali. Il 29 giugno, la rivelazione: il servizio di streaming musicale tornerà alle radici! Come? Sfruttando la blockchain! Quello che hanno in comune la prima versione di internet e il Web3 è proprio la proprietà e la condivisione libera di contenuti. Napster 3.0 diventerà una piattaforma di NFT musicali grazie alle innovazioni rese possibili dalla blockchain. “Il nome di Napster fa subito pensare all’innovazione, ed è fieramente sinonimo di musica” troviamo scritto sul litepaper. In effetti all’inizio del millennio, Napster offriva un servizio unico nel suo genere. “Adesso Napster torna alle radici lanciando un ecosistema decentralizzato per la musica, creato per i fan e per i musicisti”.

In pratica, Napster vuole creare una piattaforma di NFT musicali dove gli artisti potranno comunicare autonomamente coi fan e vendere la loro musica su blockchain. Essendo un ecosistema per musica NFT, Napster 3.0 permetterà agli artisti e alle case di produzione di pubblicare canzoni ma anche video musicali ed eventi esclusivi, per non parlare del potenziale dei concerti nel metaverso o di NFT speciali da collezione. E, grazie ad Algorand, le transazioni saranno rapide e sicure! 

Cos’è e a cosa serve $NAPSTER, il token costruito su Algorand

Il pilastro dell’economia di Napster 3.0 sarà il suo token, $NAPSTER. Questa crypto basata su Algorand sarà la parte principale dell’intero ecosistema e servirà a connettere efficacemente fan e artisti. Per avere un token con un valore intrinseco, Napster 3.0 avrà un sistema di incentivi che spronerà la community a contribuire per migliorare la piattaforma decentralizzata, in pieno spirito Web3. Ovviamente, dopo il rilascio iniziale, la community stessa potrà indirizzare lo sviluppo della piattaforma per la musica NFT attraverso un sistema di votazioni simili a quelli delle DAO!

Per guadagnare token $NAPSTER, il litepaper accenna che si dovrà eseguire “lavoro utile” per la piattaforma. Ancora non è chiaro in cosa consista questo “lavoro utile”, ma considerando che una piattaforma decentralizzata del genere ha bisogno di partecipazione collettiva, si può già fare qualche ipotesi. Ad esempio è probabile che una parte dei token sarà erogata agli sviluppatori indipendenti che lavoreranno per migliorare Napster 3.0, oppure a coloro che svilupperanno smart contract con funzionalità specifiche. Allo stesso modo, saranno premiati i fan e gli artisti più attivi sulla piattaforma di NFT musicali. Non dimentichiamo che i progetti Web3 si fondano una base di utenti attivi e interessati al progetto che supportano! 

Napster 3.0 sarà una piattaforma di NFT musicali potenzialmente rivoluzionaria nel Web3. Al contrario delle altre aziende che si stanno avventurando in questo settore, Napster ha un nome conosciutissimo e ha fatto la storia del primo Internet. In più è costruita su Algorand, una blockchain che già collabora con alcune realtà musicali come la SIAE. Adesso bisogna solo aspettare il whitepaper completo e la tokenomics dettagliata per dare un giudizio finale. Napster 3.0 riuscirà a diventare meglio di Spotify? 

Bored Ape in causa per contraffazione del suo marchio

Bored Ape in guerra con Ryder Ripps

Il Club più famoso del mondo NFT è in guerra contro l’artista Ryder Ripps per la contraffazione del marchio BAYC

È guerra legale tra il Bored Ape Yacht Club e l’artista americano Ryder Ripps. Yuga Labs ha citato in causa Ripps per aver falsificato il brand e averlo portato in cattiva luce. Ripps infatti ha ricreato la sua personale collezione di Bored Ape utilizzando le stesse opere dell’originale ma ripulite da alcuni elementi politici che secondo lui problematici. Ci troviamo di fronte a un caso di diffamazione? Di violazione del copyright? Scopri la vicenda e perché le Bored Ape sono in guerra con Ryder Ripps per contraffazione del marchio!

Ryder Ripps e il suo studio della cultura NFT

Ryder Ripps, artista concettuale newyorkese che ha lavorato con Nike e Bruno Mars, si sta dedicando a indagare il mondo degli NFT con provocazioni e domande sulla loro natura, sulla provenienza culturale delle varie collezioni e sulla proprietà digitali. Nel 2021 Ripps aveva condotto un esperimento sul copyright dei token non fungibili “ri-mintando” l’immagine del CryptoPunks #3100 su Ethereum. L’NFT è stato cancellato subito dopo aver ricevuto un avviso dal Digital Millennium Copyright Act di Larva Labs, proprietaria della collezione all’epoca. Nel suo studio degli NFT, Ripps ha deciso di studiare da vicino il Bored Ape Yacht Club, la collezione più importante del settore e i suoi creatori del Yuga Labs. In particolare Ripps ha deciso di esaminare le persone dietro alle Bored Ape nella convinzione che “la provenienza è sempre stata l’aspetto definitivo per stabilire il significato e il valore di un’opera d’arte”. Quella di Ripps in realtà è una visione molto radicale che chiama in causa questioni morali, non tutti sono convinti che l’etica debba influenzare l’arte e la sua percezione.

Le accuse di razzismo al Bored Ape Yacht Club

Cos’ha scoperto Ripps nella sua indagine sulle Bored Ape? “Attraverso mesi di ricerche intensive, io e altri membri della comunità abbiamo scoperto ampie connessioni tra il BAYC e la cultura sovversiva dei troll nazisti di Internet”. Un esempio di quello che secondo Ripps è problematico è l’utilizzo della scimmia, un animale associato alla discriminazione delle minoranze etniche. Ryder Ripps dunque il 13 Maggio ha deciso di ricreare l’intera collezione del Bored Ape Yacht Club ripulendola di tutti gli elementi che ha individuato in quanto razzisti e nazisti: “le immagini originali del BAYC vengono ricontestualizzate – illuminando verità sulle loro origini e sui loro significati, nonché sulla natura del Web3 – il potere degli NFT di cambiare il significato, stabilire la provenienza ed eludere la censura”. La collezione di Ripps prende il nome di RR/BAYC, dalle vendite Ripps ha guadagnato quasi 2 milioni di dollari. 

La reazione di Yuga Labs

I creatori del BAYC non potevano rimanere indifferenti e hanno reagito citando in causa Ryder Ripps. A differenza di quanto si potrebbe pensare, Yuga Labs non ha portato in tribunale l’artista per diffamazione o per violazione del copyright ma per contraffazione del marchio. Ciò che ha fatto Ripps non ha a che fare con il copyright, il Bored Ape non si è mai preoccupato troppo dell’uso dell’immagine delle Ape. Ad esempio sono numerosi i progetti musicali che hanno utilizzato gli NFT delle “scimmie annoiate” come personaggi o icone, i proprietari delle Bored Ape infatti possiedono anche i diritti commerciali. Mentre il copyright protegge il contenuto, il marchio invece salvaguardia il nome e la reputazione del brand. Secondo Yuga Labs è stato su questo fronte che Ripps ha agito illecitamente. Ripps infatti ha chiamato la sua collezione “ripulita” usando il nome originario, ha promosso un “Ape marketplace” e ha trasformato il logo in chiave nazista. 

Gli avvocati di Yuga Labs dovranno dimostrare che modificando il marchio del Bored Ape Yacht Club, Ripps ha creato un “rischio di confusione” per i consumatori: “si tratta di uno sforzo deliberato per danneggiare Yuga Labs a spese dei consumatori, seminando confusione sul fatto che questi NFT RR/BAYC siano in qualche modo sponsorizzati, affiliati o collegati al Bored Ape Yacht Club ufficiale di Yuga Labs”, questo il commento dei legali che hanno avanzato la causa presso la Corte Distrettuale degli Stati Uniti per il Distretto Centrale della California. 

Il Bored Ape Yacht Club è ora in guerra con Ryder Ripps per la contraffazione del suo marchio. Perché questa storia è così interessante? La sentenza della corte, e in generale l’esito di questa vicenda, saranno decisive per stabilire degli standard sui temi di copyright e trademark per le collezioni di token non fungibili. 

Svolta crypto anche per Facebook, gli NFT arrivano sul social

Facebook diventa piattaforma NFT: svelate le prime foto!

Zuckerberg non abbandona la blockchain: Facebook diventerà una piattaforma per gli NFT 

Meta, la società di Zuckerberg che controlla i social Facebook, Instagram e Whatsapp, ha di nuovo sorpreso il mondo crypto. Dopo aver annullato il progetto del wallet Novi e della crypto Diem, ha annunciato che presto Facebook integrerà gli NFT basati su Ethereum e Polygon. Il social network così supporterà i creator e gli utenti che vogliono comprare NFT. Continua a leggere per vedere come saranno gli nft su Facebook!

NFT di Ethereum e Polygon su Facebook: rilasciate le prime foto

Meta (ex Facebook), la società che controlla alcuni dei social più utilizzati al mondo, ha dimostrato interesse nel mondo crypto quando ha cambiato nome e ha iniziato a interessarsi al concetto di metaverso. A marzo 2022 Zuckerberg aveva annunciato che su Instagram sarebbero arrivati gli NFT, al momento questa funzionalità è in fase di test per gli influencer di alcune nazioni. Il prossimo passo? Trasformare Facebook in una piattaforma dove sfoggiare i propri NFT!

A dare la notizia è stato Navdeep Singh, sviluppatore per Meta. “Sono entusiasta di mostrare al mondo quello su cui sto lavorando” ha twittato, rilasciando un piccolo spoiler per i più curiosi. Nella foto si vedono alcune delle funzioni che saranno disponibili quando saranno rilasciati gli NFT su Facebook. Ad esempio sarà possibile inserire nel profilo intere collezioni (come Bored Ape Yacht Club o Pudgy Penguins), basterà averle sul proprio wallet! I non-fungible token, poi, potranno essere condivisi come dei normali post, a cui si potranno aggiungere reazioni e commenti.

Secondo un portavoce di Meta, inizialmente saranno supportati solo gli NFT basati su Ethereum e Polygon, ma è in programma il supporto anche per i token costruiti su Solana e Flow. Saranno abilitati anche i cross-post con Instagram, per creare un ecosistema unico all’interno dei prodotti Meta. In futuro, sarà possibile comprare NFT direttamente su Facebook. La svolta crypto di Facebook potrebbe essere fondamentale per portare la tecnologia degli NFT a una platea più ampia di utenti.

Addio wallet ma Facebook diventa una piattaforma NFT

L’interesse di Zuckerberg per le crypto è cominciato nel 2019, quando la sua società ha rilasciato il wallet Novi. Novi era un progetto beta che avrebbe dovuto permettere agli utenti di Facebook di pagare più facilmente e velocemente. La crypto di Facebook, però, non ha mai visto la luce. Né Libra (il progetto originario) né Diem (la sua evoluzione) avranno un futuro, perché Meta ha deciso di abbandonare il progetto e chiudere Novi. Infatti la crypto di Facebook ha incontrato molti ostacoli sia tecnici che legislativi, portando Zuckerberg a dismettere completamente il progetto. Novi sarà chiuso per sempre il primo settembre 2022.

Ma l’interesse per la blockchain non è morto con il wallet Novi, anzi: secondo alcuni esperti, gli NFT su Facebook serviranno a rendere la piattaforma social un nuovo hub per gli appassionati di crypto. Il supporto per i non-fungible token sarà fondamentale per portarli nel mainstream e dare la possibilità agli utenti di sfoggiare le loro collezioni. Per adesso, la piattaforma social più utilizzata da chi si occupa di crypto è Twitter, ma questo potrebbe cambiare presto!

L’obiettivo di Facebook è rendere “social” gli NFT e le crypto, lasciando che il passaparola faccia il resto. Per questo le novità saranno prima testate da influencer e creator di un certo rilievo nella community; se i test avranno successo, gli NFT potranno essere utilizzati da tutti gli utenti Facebook. 

Se tutto va secondo i piani, gli NFT su Facebook saranno rilasciati nei prossimi mesi ad alcuni utenti, per poi raggiungere tutti gli altri. Meta, la società che possiede Facebook, crede molto nelle crypto e nei progetti su blockchain. I suoi 2,93 miliardi di utenti potrebbero ritrovarsi a interagire con gli NFT su Facebook senza rendersene conto, – un bel vantaggio per l’adozione globale delle criptovalute. Facebook diventerà presto una piattaforma per gli NFT a tutti gli effetti, l’idea del social network farà entrare i non-fungible token nel mainstream?

L’era NFT di Gucci, il brand di lusso entra nella DAO di SuperRare

Gucci NFT: il brand di lusso entra nella DAO di SuperRare

Il brand di lusso entra nella DAO di SuperRare: gli NFT di Gucci in mostra sul top marketplace

Si è concluso da pochi giorni NFT.NYC, l’evento newyorkese dedicato al Web3 che ha sancito l’ingresso nella cultura pop degli NFT. Conferenze, party e novità incredibili: Solana nel 2023 lancerà uno smartphone crypto, Snoop Dogg e Eminem si sono trasformati in Bored Ape in un video musicale. In questa occasione Gucci ha annunciato di essersi unita alla DAO di SuperRare, uno dei più importanti marketplace NFT del settore. Lo scopo della partecipazione attiva all’organizzazione autonoma decentralizzata che gestisce SuperRare, è la creazione di un nuovo spazio artistico virtuale con un’impronta di digital fashion. Il brand di lusso entra nella DAO di SuperRare, gli NFT di Gucci trovano casa in uno spazio espositivo virtuale!

La storia di Gucci in NFT

La collaborazione tra questi due colossi dell’arte digitale e della moda di lusso, è stata comunicata da Zack Yanger, SVP of Business Development di SuperRare, e Nicolas Oudinot, CEO di Gucci Vault, il concept store sperimentale online di Gucci. Come accade nella maggior parte delle DAO, per entrare è necessario comprare una quota dei token di governance, in questo caso Gucci ha acquistato 25.000$ di token RARE. Con questa mossa Gucci si è garantita il diritto di proporre e votare iniziative riguardanti il marketplace NFT. L’obiettivo finale della partnership è sviluppare una galleria permanente per gli NFT di Gucci entro la fine dell’anno, il progetto si chiamerà Vault Art Space: “svincolato da pareti fisiche, lo spazio presenta una rotazione regolare di mostre, ognuna delle quali è un vortice immersivo di creatività”. La mostra di debutto che sancisce l’ingresso di Gucci nella DAO di SuperRare si intitola “The Next 100 Years of Gucci” ed è stata pubblicata il 23 Giugno 2022, si tratta di collezione di opere d’arte NFT di 29 artisti che mostrano e interpretano l’eredità e il patrimonio di Gucci. Le opere saranno messe all’asta in tre diverse tranche, il prezzo degli NFT di Gucci si aggira tra i 2,5 e i 6 ETH

Gucci per un’economia “interconnessa e decentralizzata”

Perché il brand di lusso ha deciso di entrare nella DAO di SuperRare? Oudinot ha spiegato che si sono rivolti a SuperRare “sapendo di poter contare sul nostro impegno reciproco per amplificare la visione di questo gruppo poliedrico di artisti” e ancora “siamo rimasti affascinati dalla capacità di SuperRare di fornire [agli artisti] una piattaforma per mostrare il loro lavoro in modo innovativo, una piattaforma che si basa su un senso di comunità e che valorizza le interazioni e la decentralizzazione come strumenti chiave per sostenere sia gli artisti che i collezionisti”. Secondo Oudinot, Gucci desidera prendere parte ad una “economia più interconnessa e decentralizzata”. Proprio perché ha scelto una DAO e non una realtà centralizzata, Gucci sembra intenzionata a scrivere la sua nuova era di digital fashion secondo le regole e gli ideali della decentralizzazione. 

Il 2022? L’anno Web3 di Gucci

Il 2022 è stato l’anno in cui Gucci ha ampliato i suoi orizzonti nella scena Web3. A Febbraio è stata presentata la collezione NFT SUPERGUCCI, a Marzo è arrivata Gucci Grail: NFT Gucci personalizzati, ideati da Alessandro Michele (art director della casa di moda) e realizzati dall’artista digitale Wagmi-san. A Maggio Gucci è diventata una delle aziende che accettano pagamenti in criptovalute, infatti in 5 store Gucci negli Stati Uniti si può pagare in Bitcoin, Bitcoin Cash, Ethereum, Wrapped Bitcoin, Litecoin, Shiba Inu, Dogecoin e con alcune stablecoin ancorate al dollaro. Non dimentichiamo che Gucci ha anche la sua LAND a The Sandbox e su Roblox, dove ha allestito un giardino con store di capi d’abbigliamento digitali e locali virtuali. Il terreno di Gucci a The Sandbox ospita conversazioni sul futuro della moda nel Metaverso e esperienze di digital fashion organizzate da Gucci Vault. Questi sono solo alcuni dei progetti Web3 di Gucci!

Hermes e gli NFT? Non tutti i brand di lusso amano il digital fashion

Non tutte le case di moda hanno un buon rapporto con i token non fungibili alla stregua di Gucci! Hermes, il brand di lusso francese, ha di recente concluso (e perso) una diatriba legale su alcuni NFT su OpenSea. Un artista digitale, Mason Rothschild, ha messo in vendita su OpenSea delle opere digitali che raffigurano delle rivisitazioni dell’iconico modello di borse di Hermes, Birkin. La casa di moda non ha gradito e ha subito sostenuto il plagio chiedendo a OpenSea di rimuovere gli NFT e qualsiasi metadato connesso ad essi, e a Rothschild di distruggere le proprie opere digitali. OpenSea, con l’arrivo della diffida, ha eliminato gli NFT ma l’artista ha semplicemente spostato le sue opere su un altro marketplace NFT. Hermes a quel punto ha citato in giudizio Rothschild che si è difeso spiegando che lui non realizza né vende Birkin contraffatte ma che crea opere d’arte che raffigurano queste borse, come Andy Warhol ha fatto con i barattoli di zuppa Campbell. Non ci sarebbe dunque nessuna violazione del diritto d’autore! Il giudice incaricato di prendere una decisione in effetti ha tutelato il valore artistico e creativo degli NFT di Rothschild non ritenendoli degli oggetti commerciali destinati alla vendita in contraffazione ma vere e proprie opere d’arte. La vicenda ci suggerisce che la moda tradizionale e la digital fashion su blockchain non sono ancora del tutto compatibili e non sempre viaggiano sulla stessa lunghezza d’onda, sembra che non vedremo presto progetti che coinvolgono Hermes e gli NFT.

Pudgy Penguins, la collezione NFT con una storia complicata

Immagini Pudgy Penguins NFT

Una collezione di NFT che raffigura teneri pinguini e con una storia un po’ complicata. Scopri il valore dei Pudgy Penguins e come sono nati!

Le collezioni di NFT sono sempre di più, e Twitter è pieno di utenti che dichiarano la propria passione per i token non fungibili usandoli come immagini di profilo. Una delle collezioni più famose, Pudgy Penguins, ha fatto molto scalpore nel mondo crypto dopo alcune critiche rivolte al fondatore della collezione. Adesso però il progetto dei pinguini su blockchain ha cambiato proprietario e il floor price è di 1,5 ETH. Scopri tutto sui Pudgy Penguins NFT,  dalla loro storia complicata al loro valore!

Cosa sono i Pudgy Penguins?

I Pudgy Penguins sono una collezione di NFT che raffigura adorabili pinguini con cappellini, occhiali da sole, sciarpe o papillon. La collezione, rilasciata a luglio 2021, è composta da 8.888 immagini differenti e generate casualmente. Ogni pinguino ha un set di caratteristiche più o meno rare, ed è proprio questa rarità a determinare il prezzo di ciascun Pudgy Penguin. Acquistare un NFT ti offre, oltre ovviamente al possesso dell’opera associata, accesso al canale Discord ufficiale dei pinguini. Ogni pinguino viene amichevolmente definito un “pengu”. I possessori invece sono chiamati “huddler”, in riferimento al comportamento dei pinguini reali che si abbracciano per rimanere al caldo.

Il progetto, dopo essere acquistato da alcuni  appassionati dei Pudgy Penguins per 750 ETH, ha una roadmap apparentemente ambiziosa: l’obiettivo è creare un vero e proprio metaverso per ogni huddler, una DAO e forse anche un token. Per il momento è nato  un marketplace proprietario per scambiare i propri pinguini, e un progetto secondario di NFT chiamato “Lil Pudgys”, che rappresenta dei pulcini di pinguino. 

Attualmente il floor price per la collezione NFT è di 1,49 ETH, i Pudgy Penguin NFT  hanno mosso un totale di più di 54mila ETH dalla data di rilascio! La community di huddlers è anche molto attiva su Twitter, dove si raduna intorno a un adorabile “grido di battaglia”: “MY PENGUIN IS ME AND I AM MY PENGUIN”. Eppure, nonostante la fama e il successo di questo progetto, la storia e la creazione dei Pudgy Penguins ha dei risvolti piuttosto  problematici, tanto che alcuni utenti sono arrivati a pensare a uno scam. Perché alcuni pensavano questo? Tutto parte dal fondatore dei pinguini, ColeThereum.

Pudgy Penguins e ColeThereum, il fondatore del progetto era un truffatore? 

Come abbiamo detto, il progetto nasce nel 2021, il 22 luglio per l’esattezza, proprio nel periodo di massima fama per gli NFT. I Pudgy Penguins sono stati creati da 4 studenti tra cui ColeThereum. Il costo iniziale per il minting di uno degli adorabili pinguini era di 0,03 ETH. I Pudgy Penguins furono subito un successo, non solo grazie alla bellezza dei disegni (chi è che non trova irresistibili i pinguini!) ma anche perché i fondatori avevano inizialmente promesso una roadmap ricca di novità e sorprese. A rendere questa collezione ancora più famosa ha contribuito anche il New York Times, che le ha dedicato un articolo.

Tuttavia, dopo un po’ di tempo, la community ha cominciato a capire che i fondatori della collezione non avevano intenzione di seguire la roadmap annunciata prima del lancio. Alcuni utenti, poi, hanno indagato sulla storia di ColeThereum. Secondo le loro ricerche, il fondatore dei Pudgy Penguins avrebbe aperto una serie di attività fallimentari e poco oneste, oltre che altri progetti NFT di scarso successo. ColeThereum ha sempre negato tutto ma senza rispondere direttamente alle accuse, inimicandosi sempre di più la community di huddlers e facendo calare il prezzo degli NFT.

Il colpo di grazia è arrivato intorno a Natale 2021. ColeThereum e gli altri fondatori hanno rilasciato una seconda collezione di NFT. Questi token raffiguravano delle uova da far schiudere. Dopo una lunga attesa, dalle uova sono uscite… delle canne da pesca, molte delle quali non erano neanche uniche. Dopo quella delusione, gli huddler hanno preso in mano la situazione e hanno deciso di fare un vero e proprio colpo di DAO!

Una nuova speranza per restituire valore ai Pudgy Penguins

La decentralizzazione è alla base di ogni progetto crypto, comprese le collezioni NFT! Proprio per questo, la community di huddler ha deciso di fare di tutto per “prendersi” i Pudgy Penguins e allontanare dal progetto i fondatori originali. Oltre ai tanti thread su Twitter in cui gli utenti mettevano a nudo i trascorsi poco onesti di ColeThereum, altri hanno deciso di tagliare il supporto economico ai fondatori. Quando si vende un NFT, infatti, una percentuale della vendita va a chi ha creato la collezione.

Per evitare questo, alcuni astuti appassionati hanno deciso di creare dei “Wrapped Penguins”. Un wrapped token è un token che rappresenta un asset. I Wrapped Penguins erano token ERC-20 che “rappresentavano” il possesso di un NFT Pudgy Penguins. In questo modo, scambiarsi pinguini non avrebbe fatto arrivare nessuna percentuale nelle tasche dei fondatori, tacciati dalla community come approfittatori che non rispecchiavano la filosofia ottimista dei Pudgy Penguins.

Questa situazione ha portato un utente della community dei pengu, Luca Netz, a offrire ben 250 ETH (all’epoca 2,4 milioni di dollari) a ColeThereum in cambio della proprietà del progetto. Dopo un po’ di silenzio radio da parte dei fondatori originali, Luca Netz ha confermato l’acquisto il 3 aprile 2022. Adesso la roadmap prevede una DAO, un metaverso e, in futuro, anche un token.Netz infatti preferisce fare le cose con calma proponendo una funzionalità alla volta.


La morale della favola? I Pudgy Penguins hanno valore grazie alla loro community, esattamente come tutti i progetti NFT! Grazie alla decentralizzazione, i veri appassionati sono riusciti a prendere il controllo della collezione per dargli un futuro. Ora il team di Pudgy Penguins sta persino assumendo sviluppatori e artisti, per continuare il progetto e magari raggiungere le vette di Bored Ape Yacht Club o CryptoPunks. Riusciranno gli adorabili pinguini a dimostrare che bastano passione e forza di volontà per riportare un progetto alla ribalta?

Yuga Labs ingaggia un esperto di NFT per dare nuova vita ai Cryptopunks

Yuga Labs assume un esperto di NFT per i CryptoPunks

Ritorno di fiamma per i CryptoPunks? Yuga Labs ha assunto un esperto per dare nuova vita alla collezione di NFT più famosa al mondo!

Christie’s è la casa d’aste più attiva per quanto riguarda il commercio di NFT. Basti pensare che ha venduto una delle opere non-fungibili dell’artista Beeple per ben 69 milioni di dollari! Non solo: è anche stata la prima casa d’aste ad accettare pagamenti in criptovalute. Tutto questo grazie a Noah Davis, NFT Specialist per Christie’s, che da sempre crede nelle potenzialità della blockchain e delle crypto. Ma ecco la novità: Davis è stato ufficialmente ingaggiato da Yuga Labs, lo studio che ha creato Bored Ape Yacht Club, per dare nuova vita a una delle collezioni NFT più famose del mondo crypto. Yuga Labs assume un esperto di NFT per espandere l’universo dei Cryptopunks!

Noah Davis di Christie’s e Yuga Labs vogliono migliorare i CryptoPunks

Il 19 giugno Noah Davis, esperto di NFT per la casa d’aste Christie’s, ha scritto su Twitter che avrebbe lavorato insieme a Yuga Labs per dare una nuova direzione ai Cryptopunks. La famosa collezione di NFT, acquistata a marzo dai creatori di Bored Ape Yacht Club, conta 10.000 immagini pixellate tutte differenti. Creata nel 2017 da Larva Labs, in origine chi possedeva un NFT della collezione non aveva i diritti intellettuali dell’immagine. 

Questa linea di pensiero è cambiata dopo l’acquisizione da parte di Yuga Labs: la prima novità è stato proprio l’annuncio di dare ai proprietari degli NFT i pieni diritti commerciali e intellettuali delle opere acquistate! Ma i creatori di Bored Ape non si fermano qui: per rendere i Cryptopunks ancora più “a prova di Web3”, hanno scelto di assumere un esperto di NFT. “Sono onorato di annunciare che gestirò i CryptoPunks in qualità di Brand Leader” ha scritto Noah Davis su Twitter. 

Perché Yuga Labs ha scelto proprio Davis per gestire un progetto NFT così famoso e importante? L’ormai ex-dipendente di Christie’s non è solo appassionato di blockchain con un occhio da intenditore per le opere d’arte non fungibili, ma ha anche all’attivo dei progetti di successo! Attualmente è impegnato nello sviluppo di una collezione NFT chiamata Howlerz. Ed è anche un fiero possessore del CryptoPunk n. 2099. Niente male!

Cosa succederà adesso ai CryptoPunks?

Adesso che Davis è diventato Brand Leader dei CryptoPunks, cosa succederà alla collezione NFT? Yuga Labs, dopo aver acquisito la collezione, ha specificato che non l’avrebbe trasformata in un nuovo “Yacht Club” e avrebbe mantenuto tutte le caratteristiche preferite dai Punkers. Noah Davis ha confermato questa linea d’azione. “NON FARÒ C*****E CON I CRYPTOPUNKS” ha affermato su Twitter. “Niente Punks su tazze né stupide serie TV” continua. Insomma, chi ha acquistato un CryptoPunk nel lontano 2017 non si ritroverà tradito da operazioni troppo commerciali.

Invece, tra le prime proposte di Davis, c’è una serie di chiacchierate faccia a faccia con i veri appassionati dei CryptoPunks. “Ovunque vada la community è lì che andranno i Punks” ha specificato sul thread di Twitter. In questo modo lo spirito dei primi Punkers e dei CryptoPunks non andrà perduto dietro trovate pubblicitarie! 

Uno dei fondatori delle Bored Ape, Garga, ha scritto proprio il 19 giugno che altre novità sul futuro dei CryptoPunks arriveranno nelle prossime settimane. “Abbiamo scelto un approccio lento e ponderato per i Punks, prendendo in considerazione le aspettative della community. Siamo onorati di essere i custodi di questa collezione storica, e abbiamo il massimo rispetto per Noah e per la community dei Punkers”. Quindi allaccia le cinture e preparati alle novità: questo è solo l’inizio!

Proprio durante questa fase storica per i CryptoPunks c’è stato molto movimento nel mercato NFT. Il floor price per un pezzo della collezione è passato da 48 ETH a ben 65 ETH. Un salto del 35%! La nuova assunzione di Yuga Labs sembra aver già fatto breccia nel cuore della community. È il momento della rinascita di una delle collezioni più famose di sempre?

Stranger Things porta gli NFT negli anni ‘80

Gli NFT di Stranger Things gratis con un gioco di Netflix

Con un mini-videogioco, Netflix distribuisce gratis gli NFT di Stranger Things! I token non fungibili sono sviluppati su Palm, una sidechain di Ethereum

Per la promozione della quarta stagione di Stranger Things, Netflix ha realizzato un gioco a premi con la piattaforma Candy Digital. Partecipando si può ricevere gratis uno degli 11.111 NFT che raffigurano i protagonisti della serie. Dopo l’esperimento della caccia al tesoro “non-fungible” con il lancio dei nuovi episodi di Love, Death + Robots, la piattaforma di streaming sceglie un nuovo format di gioco per gli appassionati! 

Gli NFT di Stranger Things in palio con il videogioco di Netflix

L’enorme successo di Stranger Things ha riportato a galla vibes anni ‘80. “Running Up That Hill”, il pezzo del 1985 di Kate Bush è tornato in vetta alle classifiche dopo trent’anni proprio grazie a una puntata della serie. Un revival vintage generale dalla musica di quegli anni, alla moda ma speriamo non nei tagli di capelli. Negli anni ‘80 di sicuro la tecnologia blockchain non era nemmeno contemplata, ecco che Stranger Things collega i due mondi e propone degli NFT che in qualche modo raccontano quell’epoca. La collezione NFT di Stranger Things è composta da 11.111 pezzi che rappresentano in maniera digitale i poster di 5 personaggi: Undici, Mike, Will, Jonathan e Argyle. Il gioco per ottenerli è ambientato in un laboratorio (stile Hawkins) ed è abbastanza semplice, si tratta di risolvere puzzle, indovinelli e alcune sfide legate alla serie. Grazie al gioco di Netflix si possono ricevere gratis questi NFT! Ogni round di gioco ha un differente personaggio in palio. La scorsa settimana 4.700 giocatori hanno ricevuto il poster tokenizzato di Undici. 

Il gioco non è piaciuto proprio a tutti i fan, alcuni hanno criticato Netflix perché il videogioco è solo in versione desktop. Una versione mobile sarebbe stata troppo futuristica per una serie ambientata negli anni ‘80?

Candy Digital e la Palm Blockchain

Netflix si è appoggiata a Candy Digital per la realizzazione degli NFT di Stranger Things. Candy Digital è una società leader nel settore dei token non fungibili, dedicata allo sviluppo di digital collectible legati al mondo dello sport, della cultura e dell’intrattenimento. Al momento è la piattaforma ufficiale della Major League Baseball statunitense e uno dei partner scelti da Mastercard per sperimentare la sua espansione nel Web3 facilitando gli acquisti NFT, insieme a Immutable X, The Sandbox e Nifty Gateway. Candy Digital lavora su Palm, una sidechain di Ethereum. Palm sta costruendo un ecosistema NFT creato appositamente per la “cultura e la creatività”. Il suo token si chiama $PALM e in quanto sidechain, Palm, è completamente compatibile con Ethereum. Una delle collezioni NFT più famose rilasciate su Palm è “The Currency Project” dell’artista Damien Hirst. Gli NFT di Damien Hirst sono la rappresentazione digitale di 10.000 opere fisiche associate. 

NFT al Festival di Cannes, il cinema arriva su blockchain

NFT cinema arriva su blockchain a Cannes 2022

Finanziare un film con gli NFT? Decentralizzare la produzione cinematografica? I temi crypto al Festival di Cannes

Dal 17 al 28 Maggio 2022 si è svolta la 75° edizione del Festival del Cinema di Cannes, che ha segnato la svolta dell’industria cinematografica verso la blockchain. Conferenze, tavoli di lavoro e eventi a tema crypto hanno invaso la Croisette! Le startup del mondo tech hanno portato nuove tecnologie e parole chiave che hanno aperto interessanti discussioni: “NFT”, “Blockchain” e “Metaverso”. La promessa? Rivoluzionare e democratizzare l’industria del cinema. A Cannes, il cinema arriva su blockchain! Scopri i progetti più interessanti presentati al Festival!

Blockchain per il cinema indie, una casa di produzione decentralizzata

Uno degli scopi per cui l’industria cinematografica sfrutta la blockchain è la possibilità di decentralizzare i processi di produzione. Decentralized Pictures (DCP) è un’organizzazione no-profit basata su blockchain. La DCP supporta la produzione di film indipendenti e li finanzia tramite delle votazioni pubbliche. Registi e artisti possono proporre idee, la cui realizzazione verrà votata dalla community. Su Decentralized Pictures, la presentazione dei progetti, il voto e il processo di selezione dei film sono tutti registrati su blockchain e chi partecipa attivamente a questi processi riceve come ricompensa dei token. La DCP è sostenuta da diverse realtà tradizionali del settore cinematografico come la casa di produzione Extension 765 e Gotham Film & Media Institute. Durante il Festival di Cannes, i fondatori hanno avuto modo di presentare la loro piattaforma e spiegare la loro mission: “il nostro mandato è quello di sostenere i registi provenienti da contesti svantaggiati e sottorappresentati, per dare loro accesso a un’industria che dall’esterno può essere molto scoraggiante e difficile da capire”. Lo scopo della Decentralized Pictures è quello di utilizzare la blockchain per scovare artisti tramite un protocollo equo, democratico e trasparente.

Film in crowdfunding con gli NFT 

La seconda pratica che è stata discussa al Festival di Cannes, è il finanziamento di pellicole in crowdfunding con gli NFT. In poche parole, per raccogliere i fondi necessari alla lavorazione di un film vengono venduti dei token non fungibili. Questi non essendo semplici gadget, ma opere d’arte con un valore reale sono più efficaci di qualsiasi mezzo per il crowdfunding e attirano l’interesse delle persone. La blockchain inoltre garantisce chiarezza e trasparenza nel tracciamento dei fondi che entrano ed escono da un progetto

Al festival di Cannes è intervenuto Miguel Faus, il regista di “Calladita”, un lungometraggio prodotto grazie alla raccolta fondi di 6,9 ETH gestita da Nouns DAO. Faus ha spiegato che prima di rivolgersi agli NFT, ha passato diversi anni cercando di trovare un adeguato finanziamento per il suo film e che il punto di forza degli NFT sta proprio nella loro utilità, i vantaggi offerti dal possedere un token non fungibile attraggono le persone. In Calladita Faus ha omaggiato la cultura del Web3 con diversi easter egg, come una t-shirt con una Bored Ape. Un altro esempio di film finanziato con NFT è “The Infinite Machine”, basato sul libro di Camila Russo che racconta la storia di Ethereum. Anche “Plush”, il primo film d’animazione realizzato con una collezione di NFT è stato sostenuto in questo modo, vediamolo nel prossimo paragrafo.

Il primo film d’animazione NFT presentato a Cannes

Gli NFT possono essere delle vere e proprie star del cinema! Una collezione di token non fungibili che rappresenta dei teneri orsacchiotti sarà la protagonista di Plush, un innovativo film di animazione voluto dalla Rooftop Production e dal Karlab Studios, produttori di successi come Minions, Sing e Cattivissimo Me. L’idea è quella di utilizzare la veste grafica degli orsi di peluche digitali per realizzare il film, e allo stesso tempo vendere i protagonisti come token non fungibili. I proprietari degli orsetti di Plush, che sono in vendita per circa 1250 euro, diventeranno a tutti gli effetti dei co-produttori e riceveranno in proporzione gli incassi del botteghino. La vendita di questi NFT è stata inaugurata il 20 Maggio proprio a Cannes. 

Il primo NFT Cannes Summit 

Durante il Festival di Cannes si è svolta anche la prima edizione dell’NFT Cannes Summit. La conferenza è stata organizzata da varie realtà tra cui OP3N, una dapp dedicata agli NFT su Avalanche e lo studio di produzione Electromagnetic Production. I temi affrontati durante il summit sono stati la relazione tra l’industria cinematografica e la nuova frontiera dell’intrattenimento su blockchain, il ruolo degli NFT a livello di finanziamenti, collezionismo e distribuzione e le opportunità di coinvolgimento delle community. L’evento si è svolto a porte chiuse, per partecipare era necessario un invito. Concluso il Festival di Cannes, non ci resta che aspettare gli sviluppi dell’apertura dell’industria del cinema alla blockchain.

Solana sconfigge i bot degli NFT, ripristina la rete e il prezzo torna a salire

Solana Okay Bears NFT bot

Il prezzo di Solana sale grazie agli NFT! A inizio maggio Solana è andata down per colpa dei bot, il problema è stato risolto con un aggiornamento mirato

Solana, una delle crypto preferite dai fondi istituzionali, ha approfittato della fama degli NFT per competere con Ethereum: anche se la blockchain di Buterin è ancora la piattaforma più utilizzata per i token non fungibili, SOL la segue a ruota. Eppure Solana ha un grande problema: quello dei bot, che intasano e mandano in crash la rete, come avvenuto a inizio maggio per il minting degli Okay Bears. In occasione del minting iniziale di NFT, i bot cercano di accaparrarsi tutti i pezzi da collezione prima degli utenti. Scopri l’asso nella manica di Solana per eliminare i bot e perché il suo prezzo sale grazie agli NFT invertendo il trend ribassista delle crypto!

I bot degli NFT mandano in tilt Solana

“Basta scimmie annoiate” avranno pensato i creatori di Okay Bears, mentre immaginavano la nuova collezione di NFT lanciata su Solana a fine aprile. Visto che il mercato è bearish, perché non proporre immagini di orsi con cappellini, tatuaggi e occhiali da sole? Questo progetto NFT su Solana ha avuto grandissimo successo, diventando la collezione più popolare del network e andando “sold out” dopo solo un giorno.

Un successo per gli NFT, ma Solana non ha avuto tempo di adagiarsi sugli allori: l’enorme numero di transazioni ha mandato in down il network per ben 7 ore. Il problema, secondo il team di Solana, era causato dai bot. I bot sono la piaga di ogni minting di NFT, compresi quelli su Solana: infatti, sono in grado di effettuare milioni di transazioni al secondo per tentare di acquistare tutti i token presenti prima degli utenti umani. Ovviamente questo porta a una congestione del network, che richiede l’intervento dei validatori per risolverlo: esattamente quello che è successo con il lancio degli Okay Bears.

Solana, disponendo di una rete con fee molto basse e transazioni rapide, è l’ecosistema ideale per i bot, che possono effettuare milioni di transazioni spendendo pochissimo. “Più velocità e meno costi” non sono sempre auspicabili, almeno in questo caso, ed è per questo che Ethereum con le sue alte gas fee è meno suscettibile agli attacchi dei bot.

Solana troppo centralizzata? “Tutto un fraintendimento”

Il crash, che ha messo in ginocchio la rete, ha richiesto tutto lo sforzo dei validatori per risolvere la situazione il più in fretta possibile. Tra le possibili soluzioni da mettere in campo per bloccare l’attacco e ripristinare la rete di Solana, c’era quella di bloccare temporaneamente il protocollo di minting di NFT, Candy Machine. Tra le altre cose, era stato proposto di bloccare completamente tutti gli smart contract che gestivano gli NFT. 

In seguito a questa proposta Jack Lu, il fondatore del marketplace di NFT Magic Eden, ha addirittura implorato i validatori di non farlo. Questo ha fatto scaturire pesanti critiche da parte di alcuni utenti della blockchain, dicendo che, se la proposta fosse stata approvata, avrebbe rappresentato un grave precedente per la blockchain. Hudson Jameson, che ha lavorato con la Ethereum Foundation, ha definito questa proposta un “evento assolutamente catastrofico”.

Austin Federa, head of communication di Solana Labs, ha personalmente disconosciuto queste proposte. Aggiungendo che“la bellezza dei sistemi permissionless è che chiunque può fare proposte quando vuole”. Questo è l’esatto contrario di un sistema centralizzato. Parlando di Jack Lu, Federa ha scritto che i suoi tweet “sono stati totalmente fraintesi e presi fuori contesto”. Alla fine la proposta non ha avuto seguito e nessuno smart contract è stato bloccato. Per evitare che gli attacchi dei bot si ripetessero, Solana Labs ha implementato una misura mirata: una “tassa sui bot”.

Solana dichiara guerra ai bot degli NFT e il prezzo di SOL sale

Subito dopo la ripresa della rete, Metaplex, il protocollo di minting di NFT, ha imposto una piccola fee per ogni transazione non valida. Non lasciarti ingannare: questo sistema non ha alcuna influenza sugli utenti normali! Le transazioni non valide sono quasi sempre fatte partire da bot, che le inviano in massa con lo scopo di congestionare la rete. In questo modo, il botting non sarà più “gratis” ma avrà un costo di 0,01 SOL.

Ti sembra una cifra troppo piccola? Pensa che durante l’attacco di fine aprile, i bot emettevano fino a 6 milioni di transazioni al secondo. Mentre prima non si incorreva in nessuna penalità, adesso sarà impossibile sostenere il costo di questi attacchi. Finora, queste commissioni hanno già generato quasi 2000 SOL! La parte migliore? Tutti gli introiti vengono mandati ai wallet dei creatori dei progetti. I bot, che prima avevano il potere di distruggere una collezione di NFT, adesso pagano gli artisti! Karma

Questa soluzione drastica ma estremamente mirata ha permesso al prezzo di Solana di salire grazie agli NFT, anche nel bel mezzo di questo mercato ribassista. Dopo il crollo a 40$ del 12 maggio, il 17 maggio SOL è già tornata a 56$! Gli utenti adesso ripongono le loro aspettative in una blockchain veloce, economica ma anche a prova di bot. Tra gli altri motivi per l’ascesa del prezzo di SOL, c’è probabilmente il crollo di LUNA. Anche la crypto dell’ecosistema Terra, infatti, era una delle preferite dai fondi istituzionali. Dopo il tracollo, si può ipotizzare che quei fondi abbiano deciso di virare su coin di altre blockchain che promettono scalabilità e innovazione, come SOL.