Crollo FTX: Caroline Ellison condannata, in arrivo i rimborsi

Caroline Ellison condannata

Caroline Ellison è stata condannata a due anni di reclusione in un carcere di minima sicurezza. Nel frattempo gli utenti colpiti dal crollo di FTX stanno per essere rimborsati

Caroline Ellison, ex CEO di Alameda Research e figura chiave nel crollo di FTX, ha ricevuto una sentenza di due anni di carcere per il suo coinvolgimento in una delle frodi più ingenti della storia americana. Grazie alla sua collaborazione con le autorità, la sua pena è stata notevolmente ridotta rispetto alle previsioni iniziali

In questo articolo esploreremo i motivi che hanno portato il giudice Lewis Kaplan a comportarsi in modo clemente nei confronti della Ellison, oltre a approfondire la questione sui rimborsi che interesseranno gli utenti colpiti dal tracollo di FTX.

Il ruolo di Caroline Ellison nel caso FTX

Caroline Ellison è stata a lungo al centro dell’industria crypto come CEO di Alameda Research, il fondo di investimento collegato alla piattaforma FTX. Non solo ha avuto un ruolo di leadership, ma è stata anche sentimentalmente legata a Sam Bankman-Fried, l’ex CEO di FTX. Quando FTX è crollato nel 2022, è emerso che entrambi avevano orchestrato una delle più grandi frodi finanziarie della storia recente, sottraendo miliardi di dollari dai conti degli utenti di FTX per coprire le perdite e i debiti contratti negli anni precedenti.

Ellison si è dichiarata colpevole già a dicembre 2022, ammettendo di aver collaborato con SBF per nascondere l’uso improprio dei fondi. La sua testimonianza è stata fondamentale per il processo di Bankman-Fried, che si è concluso con una condanna a 25 anni, comportamento che le ha permesso di ricevere una pena ridotta.

La condanna e le ragioni della clemenza

Nonostante il suo ruolo nel crollo di FTX, la sentenza di Caroline Ellison è stata di soli due anni di carcere. Questo risultato ha sorpreso molti, visto che, quando sono iniziati gli interrogatori, si era ipotizzato dovesse scontare fino a 110 anni di prigione. La riduzione della pena è dovuta alla sua totale collaborazione con le autorità e all’immediata ammissione di colpevolezza. Il giudice Kaplan ha sottolineato che, nonostante la gravità della frode, la subordinazione di Ellison a SBF e il suo status di figura “vulnerabile” hanno pesato sulla decisione finale.

Un discorso completamente va fatto per Sam Bankman-Fried, che ha continuato a dichiararsi innocente durante tutto il processo. Il giudice ha criticato la sua mancanza di rimorso e la sua, citando le esatte parole: “flessibilità nei confronti della verità”.

L’impatto sul mondo crypto e il futuro degli investitori

La conclusione del caso Ellison segna la fine di uno dei capitoli più controversi della storia crypto, ma apre una nuova fase per gli investitori di FTX. Prevalentemente perché circa 16 miliardi di dollari derivanti dal fallimento di FTX saranno restituiti agli investitori entro la fine del 2024. Diversamente da quanto accaduto per i rimborsi di altre aziende crypto fallite, questi fondi verranno restituiti in contanti o stablecoin. In questo modo i potenziali effetti negativi sui mercati delle criptovalute saranno nulli, mentre c’è una concreta possibilità che una parte di questi capitali rientri nel mercato crypto.

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CTA La vicenda di Caroline Ellison non solo chiude un importante capitolo nella crisi di FTX, ma rappresenta un punto di svolta per la regolamentazione del settore crypto. La sua cooperazione con le autorità ha ridotto la sua pena, ma l’impatto delle sue azioni e di quelle di Sam Bankman-Fried continuerà a farsi sentire nel mondo delle criptovalute per anni.


I libri più venduti in Italia nel 2024

I libri più venduti in italia nel 2024 la classifica

Quali sono i libri più venduti in italia nel 2024. Scopri la classifica aggiornata

L’estate, il periodo in cui generalmente si legge di più, si è ufficialmente conclusa. E quindi per tirare le somme e analizzare quali sono stati i contenuti preferiti dagli italiani. Per farlo ci possiamo basare sui dati di Feltrinelli, una delle principali catene di librerie del bel paese.

Quali sono dunque i libri più venduti in Italia nel 2024? Scoprilo in questo articolo!

10. Una conquista fuori menù di Felicia Kingsley

Una commedia romantica divertente e scorrevole, con dialoghi scoppiettanti e personaggi ben caratterizzati. La storia segue le vicende di una chef indipendente e di un magnate della ristorazione, entrambi ambiziosi e testardi. In questo scontro tra mondi diversi, l’amore si mescola con la rivalità professionale. Felicia Kingsley riesce a bilanciare humor e tenerezza in modo accattivante, creando situazioni comiche e al tempo stesso dolci. Questo libro si lascia leggere tutto d’un fiato, ideale per chi ama le commedie romantiche.

9. La neve in fondo al mare di Matteo Bussola


Un romanzo toccante che esplora i temi del lutto, della memoria e della riconciliazione. Matteo Bussola intreccia storie personali e familiari con grande delicatezza, creando una narrazione profonda e introspettiva. La trama segue le vite di persone diverse, tutte connesse da un filo invisibile di emozioni e ricordi. Lo stile poetico e ricco di immagini dell’autore rende l’atmosfera intima e nostalgica, ma mai pesante. Le descrizioni paesaggistiche evocano una natura che diventa quasi protagonista della storia. Un libro che invita alla riflessione sulla vita, sulla perdita e sulle seconde possibilità.

8. Cuore nero di Silvia Avallone


Un viaggio profondo nell’animo umano, attraverso una storia che affronta i legami familiari, le dinamiche di genere e il senso di appartenenza. Silvia Avallone crea personaggi complessi, carichi di emozioni e in lotta con il proprio passato. Il romanzo indaga con precisione le difficoltà del crescere e del trovare il proprio posto nel mondo. La prosa è densa e coinvolgente, e tocca temi universali come l’amore, la rabbia e la ricerca di sé. La scrittura di Avallone è appassionata, capace di rendere vivide le emozioni dei protagonisti. Un libro che lascia il segno per la sua forza narrativa.

7. Il cognome delle donne di Aurora Tamigio


Questo romanzo è un inno alla forza delle donne e al loro legame con la storia e la famiglia. Aurora Tamigio narra con intensità la storia di generazioni di donne, esplorando la trasmissione del sapere femminile e delle esperienze tra madre e figlia. L’ambientazione è ricca di dettagli che evocano un senso di tradizione e appartenenza, pur rimanendo attuale e rilevante per il presente. La voce narrante è autentica e piena di sfumature emotive, rendendo la lettura coinvolgente. Il romanzo riflette sul peso dei nomi e delle identità, e su come le donne si costruiscono e si riappropriano di sé. Un libro che parla al cuore e alla mente.

6. I miei giorni alla libreria Morisaki di Satoshi Yagisawa


Una storia dolce e malinconica che ruota attorno alla magia dei libri e alla ricerca di sé stessi. Il protagonista, attraverso la vita in una piccola libreria, riscopre il piacere della lettura e della connessione umana. Satoshi Yagisawa dipinge con delicatezza un ritratto di solitudine e rinascita, con personaggi autentici e situazioni semplici, ma cariche di significato. Il romanzo è un omaggio ai libri come strumento di guarigione e trasformazione personale. Con una scrittura lineare ma poetica, l’autore riesce a catturare il cuore dei lettori. Un libro perfetto per gli amanti della lettura e delle storie intime.

5. Come l’arancio amaro di Milena Palminteri

Un romanzo che parla di amore, perdita e rinascita, con uno sguardo attento alle sfumature emotive dei personaggi. La storia si sviluppa attorno a una protagonista che deve affrontare una difficile scelta, tra passato e futuro, tra ciò che ha perso e ciò che potrebbe ancora avere. Milena Palminteri scrive con intensità, offrendo ai lettori un racconto ricco di colpi di scena emotivi. La prosa è fluida, con descrizioni vivide e dialoghi ben costruiti. Il tema dell’arancio amaro, simbolo di speranza e dolore, permea tutto il romanzo, donandogli una forte connotazione simbolica. Una storia che tocca corde profonde e invita alla riflessione.

4. La regina dei sentieri di Marco Malvaldi e Samantha Bruzzone


Al quarto posto della classifica dei libri più venduti in Italia troviamo un giallo intrigante che unisce avventura e mistero in un’ambientazione naturale mozzafiato. I protagonisti si trovano coinvolti in un caso che mette alla prova la loro capacità investigativa e le loro relazioni personali. Marco Malvaldi e Samantha Bruzzone costruiscono una trama avvincente, ricca di colpi di scena, mantenendo un tono ironico e leggero. Le descrizioni dei paesaggi montani sono vivide e creano un’atmosfera suggestiva che accompagna il lettore durante tutto il libro. I personaggi sono ben caratterizzati, e il ritmo narrativo è sostenuto. Un romanzo che riesce a coniugare giallo e commedia in modo brillante.

3. Due di Enrico Brizzi


Una storia che esplora le sfide della vita moderna, le difficoltà delle relazioni e la complessità dell’essere adulti. Enrico Brizzi racconta con ironia e realismo le vicende di una coppia che cerca di sopravvivere alle pressioni esterne e interne. Il romanzo è ricco di dialoghi pungenti e momenti di riflessione, alternando momenti di leggerezza a passaggi più profondi. La scrittura di Brizzi è vivace, capace di tenere alta l’attenzione del lettore. “Due” è un libro che si presta a essere letto in maniera veloce, ma lascia spazio a riflessioni più ampie sulle dinamiche di coppia e sulla società contemporanea. Un ritratto fresco e attuale delle relazioni umane.

2. Il canto dei cuori ribelli di Thrity Umrigar

Thrity Umrigar regala ai lettori una storia di speranza, lotta e amicizia, in un contesto storico e culturale ricco di sfaccettature. Il romanzo segue un gruppo di personaggi che si trovano a fare i conti con le proprie convinzioni e con il mondo che li circonda. La scrittura è poetica e piena di emozioni, capace di far emergere le contraddizioni interne di ogni protagonista. Il libro si muove tra temi universali come la libertà, l’amore e il sacrificio, con una forte attenzione al ruolo delle donne. Un racconto che tocca il cuore e l’anima, portando il lettore a riflettere sul potere del cambiamento.

1. L’età fragile di Donatella Di Pietrantonio

Al primo posto della classifica dei libri più venduti in Italia c’è un romanzo che affronta con grande delicatezza il tema della fragilità umana e delle relazioni familiari. Donatella Di Pietrantonio descrive con maestria il complesso rapporto tra genitori e figli, esplorando le difficoltà della crescita e della ricerca di un equilibrio tra indipendenza e affetto. La sua scrittura è intima e coinvolgente, capace di trasportare il lettore nelle vite dei personaggi, rendendoli estremamente reali. La narrazione è fluida, con un ritmo che alterna momenti di riflessione a passaggi più intensi. Un libro che invita a guardare dentro di sé e a comprendere l’importanza dei legami umani, anche quando sembrano più fragili.

Le 10 auto giapponesi più famose

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Le 10 auto giapponesi più famose al mondo. Ecco la classifica dei modelli che hanno conquistato il cuore degli appassionati

Il mondo delle auto giapponesi ha affascinato gli appassionati di motori per decenni, grazie a una combinazione di innovazione tecnologica, affidabilità e prestazioni impressionanti. Fin dagli anni ’60, questi grandi marchi hanno stabilito nuovi standard nel settore automobilistico, offrendo veicoli che vanno dalle compatte efficienti alle supercar dalle prestazioni mozzafiato. Ecco la classifica delle 10 auto giapponesi più famose e iconiche al mondo, che hanno segnato la storia dell’automobilismo e continuano ad essere oggetti del desiderio per molti appassionati.

10. Honda Civic Type R

La Honda Civic Type R è uno dei modelli più amati dagli appassionati di hot hatch. Con questo termine ci si riferisce alle compatte sportive, dotate di dimensioni e aspetto simile a quello delle utilitarie ma con un motore quasi da supercar.

La Honda Civic Type R è, infatti, dotata di un motore turbo da 2.0 litri VTEC che eroga oltre 300 CV e dal suo debutto, nel 1998, è diventata un punto di riferimento per le auto sportive compatte, grazie al suo telaio agile e alla potenza erogata dal suo motore.

9. Mazda MX-5 Miata

La Mazda MX-5 Miata è un’icona delle roadster leggere. Con il suo design elegante, la maneggevolezza eccezionale e il motore a trazione posteriore, offre un’esperienza di guida pura e coinvolgente.

Lanciata nel 1989, la MX-5 ha riportato in auge il concetto di roadster accessibile, vendendo oltre un milione di unità in tutto il mondo e guadagnandosi un posto nel Guinness dei Primati tutto italiano. Nel 2022 si sono radunate all’autodromo di Monza ben 707 Mazda MX-5.

8. Toyota Supra

La Toyota Supra, soprattutto nella sua quarta generazione (A80) uscita nel 1994, è diventata una leggenda grazie al suo potente motore 2JZ-GTE da 3.0 litri biturbo e al design senza tempo.

Questa automobile è una vera e propria ‘icona tra gli appassionati di tuning e corse, grazie alla sua enorme potenzialità di elaborazione, che le permette di raggiungere una potenza superiore ai 1000 CV.

7. Nissan GT-R

Tra le auto giapponesi più famose al mondo c’è sicuramente la Nissan GT-R 35, conosciuta anche come “Godzilla”, è una supercar con prestazioni incredibili grazie al suo motore V6 biturbo da 3.8 litri e al sofisticato sistema di trazione integrale.

Dal suo lancio nel 2007, la GT-R ha sfidato le supercar europee a una frazione del prezzo, guadagnando un seguito di culto per le sue capacità e la sua tecnologia avanzata.

Come non citare poi il modello precedente, l’R 34 Skyline forse ancora più iconica anche grazie al fenomenale motore, un 6 cilindri in linea da 2.6 litri nome in codice RB26DETT da 280 CV (reali invece sono 340 CV abbinati a 364 Nm di coppia).

6. Subaru Impreza WRX STI

La Subaru Impreza WRX STI è diventata famosa grazie al suo successo nei rally e al suo motore boxer turbo da 2.5 litri abbinato a un sistema di trazione integrale avanzato.

La WRX STI ha portato le prestazioni da rally su strada, offrendo agli appassionati una vettura capace di affrontare sia circuiti che terreni accidentati.

5. Lexus LFA

La Lexus LFA è una supercar in edizione limitata con un motore V10 da 4.8 litri sviluppato in collaborazione con Yamaha. La sua struttura in fibra di carbonio e il sound del motore sono stati elogiati da critici e appassionati.

Nonostante il prezzo elevato, la LFA è stata acclamata come una delle migliori supercar del 21° secolo, grazie alla sua esclusività e alle sue prestazioni.

4. Mitsubishi Lancer Evolution

La Mitsubishi Lancer Evolution, o “Evo”, è una berlina sportiva ad alte prestazioni con un motore turbo e trazione integrale. Con numerosi successi nei rally, l’Evo è diventata una leggenda tra gli appassionati di auto sportive.

Prodotta in varie generazioni fino al 2016, la Lancer Evolution è stata un simbolo di prestazioni accessibili e un’alternativa diretta alla Subaru WRX STI.

3. Nissan 350Z/370Z

Le Nissan Z sono note per il loro design aggressivo e il motore V6 potente. La 350Z e la successiva 370Z hanno continuato la tradizione delle Z-car offrendo prestazioni sportive a un prezzo accessibile.

Queste auto hanno mantenuto vivo lo spirito delle auto sportive a due posti, diventando popolari sia tra i puristi della guida che tra gli appassionati di tuning.

2. Honda NSX

La Honda NSX, lanciata nel 1990, è stata la prima supercar giapponese. Con un motore V6 montato centralmente e un telaio in alluminio, la NSX ha rivoluzionato il concetto di supercar, offrendo prestazioni di alto livello con affidabilità e facilità di guida.

La NSX è stata sviluppata con l’aiuto di Ayrton Senna e ha stabilito nuovi standard per le supercar, influenzando il design e l’ingegneria di molte altre vetture sportive.

1. Toyota 2000GT

La Toyota 2000GT è considerata la prima auto sportiva giapponese di livello mondiale. Prodotta in quantità limitata tra il 1967 e il 1970, questa coupé presentava un design elegante e un motore a sei cilindri in linea.

La 2000GT ha messo il Giappone sulla mappa delle auto sportive, diventando un oggetto da collezione estremamente raro e prezioso.

Perché le auto giapponesi sono così apprezzate?

Le auto giapponesi sono famose per la loro affidabilità e la capacità di offrire prestazioni eccezionali a prezzi competitivi. Modelli come la Toyota Supra e la Nissan GT-R hanno definito nuove generazioni di auto sportive, mentre vetture come la Honda NSX e la Lexus LFA hanno sfidato le supercar europee sul loro terreno. La continua ricerca della perfezione e l’attenzione ai dettagli rendono queste auto non solo mezzi di trasporto, ma veri e propri capolavori dell’ingegneria automobilistica.

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Energia nucleare: è in arrivo la svolta per gli States?

L’energia nucleare negli Stati Uniti: un approfondimento

È in arrivo una svolta per l’energia nucleare negli Stati Uniti, dato che si ipotizza la riapertura di impianti chiusi in passato? Scopri il progetto sulla fusione finanziato da Bill Gates

L’energia nucleare sta vivendo un momento di rinascita, in particolare negli Stati Uniti, dove si sta puntando a riaprire centrali dismesse e a sviluppare nuove tecnologie. Questo interesse rinnovato nasce dalla sempre più crescente consapevolezza della necessità di ridurre le emissioni di carbonio e dalla crescente domanda di energia pulita per sostenere settori come i data center, l’intelligenza artificiale e la mobilità elettrica. 

Due esempi significativi di questo trend sono la riapertura della centrale nucleare di Palisades, chiusa nel 2022, e lo sviluppo di reattori nucleari avanzati come quello della start-up TerraPower, finanziata dal miliardario Bill Gates. Scopri le ultime news relative all’energia nucleare negli Stati Uniti in questo articolo.

Riaprire vecchie centrali: il caso della centrale nucleare di Palisades

La centrale nucleare di Palisades, situata a Covert, nel Michigan, è stata chiusa a maggio 2022, dopo 40 anni di attività per via della competizione con un’altra fonte di energia pulita, il gas naturale, più economico da estrarre. Tuttavia, la crescente pressione per decarbonizzare l’economia ha spinto il governo statunitense a riconsiderare il ruolo del nucleare nel mix energetico del Paese.

Negli ultimi anni, diversi impianti nucleari negli Stati Uniti sono stati chiusi. Poi però il governo ha cambiato rotta, principalmente grazie al Inflation Reduction Act (IRA), una misura del 2022 che tra le altre cose promuove lla produzione di energia pulita. Il risultato? Un piano per la riapertura di alcune di queste strutture. 

Il caso di Palisades è emblematico in questo senso. Grazie a circa 1,5 miliardi di dollari di finanziamenti emessi dal Dipartimento dell’Energia e un contributo di 300 milioni di dollari del governo federale del Michigan, la centrale potrebbe essere riaperta entro il 2025.

Perché riaprire una centrale chiusa?

La riapertura della centrale di Palisades potrebbe essere una mossa strategica per aumentare rapidamente la capacità di produzione di energia nucleare negli Stati Uniti senza dover costruire nuovi impianti da zero. Insomma, è un modo per ottenere, lo stesso, un risultato senza affrontate un processo che richiede anni e ingenti investimenti. L’energia nucleare ha contribuito a circa il 20% della produzione di elettricità negli Stati Uniti negli ultimi trent’anni, quota che è gradualmente diminuita, principalmente a causa dell’elevato costo di gestione delle centrali e del timore generale che suscitano le centrali.

Un’eccessiva preoccupazione che possano verificarsi incidenti è, almeno dal punto di vista statistico, sbagliato. Oggi il nucleare negli Stati Uniti è una delle fonti di energia più sicure, pulite e affidabili, soprattutto alla luce degli avanzamenti tecnologici che permettono uno smaltimento più efficace dei rifiuti. Sebbene la percezione pubblica del nucleare sia ancora influenzata da disastri passati come Chernobyl e Fukushima, diversi sondaggi indicano un graduale cambiamento dell’opinione pubblica a favore del nucleare, visto come un alleato fondamentale per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione.

La centrale di Palisades potrebbe non essere l’unico impianto a riaprire. Se l’operazione avrà successo, altre centrali chiuse potrebbero seguire lo stesso percorso, come Three Mile Island in Pennsylvania, contribuendo così a ridurre la dipendenza del paese dai combustibili fossili.

L’innovazione nel nucleare: TerraPower e il nuovo reattore di Bill Gates

Mentre alcuni progetti si concentrano sul recupero di vecchie centrali, altri guardano al futuro, con la creazione di reattori nucleari più piccoli, economici e sicuri. Uno dei progetti più ambiziosi in questo campo è quello di TerraPower, una start-up sostenuta da Bill Gates, che sta costruendo un nuovo tipo di reattore nucleare nella città di Kemmerer, nel Wyoming. TerraPower sta sviluppando un reattore raffreddato a sodio liquido, una grande novità rispetto a quelli tradizionali, che utilizzano acqua pressurizzata per raffreddare il nucleo.

La scelta del sodio liquido permette di operare a pressioni più basse, riducendo così la necessità di costose misure di sicurezza. Questo rende il reattore più semplice da costruire e più economico rispetto ai modelli tradizionali. Il primo reattore di TerraPower sarà di dimensioni più ridotte rispetto ai tradizionali reattori nucleari: produrrà 345 megawatt, un terzo della potenza dei reattori convenzionali, e sarà pronto non prima del 2030.

Una delle caratteristiche innovative del reattore di TerraPower è la capacità di immagazzinare energia in una batteria a sali fusi, che permette al reattore di modulare la sua produzione di energia a seconda delle necessità. Questo è particolarmente utile quando si integra l’energia nucleare con fonti rinnovabili, come l’energia solare e quella eolica, che sono caratterizzate da una produzione intermittente.

Energia nucleare negli Stati Uniti: le sfide per il futuro

Nonostante i progressi tecnologici e il sostegno politico, le sfide che l’energia nucleare deve affrontare sono ancora tantissime. Il costo per costruire nuovi impianti è elevato, e spesso i progetti sono soggetti a ritardi e hanno bisogno di fondi aggiuntivi per essere ultimati. Un esempio è rappresentato dai reattori 3 e 4 dell’impianto di Vogtle, in Georgia, che sono stati costruiti con sette anni di ritardo e sono costati più del doppio delle stime iniziali.

Anche il progetto di TerraPower non è immune a queste difficoltà. Ad esempio, la società ha dovuto ritardare di due anni l’inizio dei lavori a causa della crisi globale delle forniture di uranio arricchito, causata dallo scoppio del conflitto Russo-Ucraino.

Infine, per concludere questa panoramica sull’energia nucleare negli stati uniti, non si può non analizzare la fusione, da sempre interpretata come possibile soluzione a lungo termine per ottenere energia pulita e illimitata. Per intenderci, la fusione nucleare è il processo che alimenta il sole: gli isotopi dell’idrogeno si fondono, rilasciando enormi quantità di energia senza produrre scorie. Tuttavia, la tecnologia per contenere l’enorme quantità di energia scaturita da questo processo è ancora in fase di sviluppo e non ci sono certezze su quando e se potrà essere commercializzata.

Una start-up cinese, Energy Singularity, sta lavorando su un reattore a fusione e spera di commercializzare questa tecnologia entro il 2035. L’azienda sta sviluppando un dispositivo chiamato tokamak, che utilizza potenti magneti per contenere un plasma riscaldato a temperature estremamente elevate.

Sebbene la fusione nucleare offra enormi promesse, gli esperti avvertono che ci sono ancora numerose sfide tecniche da superare.Il nucleare, sia nella sua forma tradizionale che nelle sue versioni più avanzate, rappresenta una delle opzioni più promettenti per risolvere il problema della transizione energetica. La riapertura di centrali dismesse come Palisades potrebbe aiutare a colmare il divario energetico nel breve termine, mentre progetti come quello di TerraPower e lo sviluppo della fusione nucleare potrebbero rivoluzionare il settore nei prossimi decenni.

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Dibattito tra Kamala Harris e Donald Trump, com’è andata? Le cose da sapere

Dibattito elezioni americane: tutte le cose da sapere

Il 10 settembre si è tenuto l’atteso dibattito ufficiale tra Kamala Harris e Donald Trump per le elezioni presidenziali di novembre. Chi ha avuto la meglio?

Il 5 novembre gli elettori degli Stati Uniti andranno alle urne per eleggere il prossimo presidente. Inizialmente previste come una rivincita delle elezioni del 2020, queste elezioni sono state stravolte a luglio, quando il presidente Joe Biden ha deciso di concludere la sua campagna e ha appoggiato la vicepresidente Kamala Harris. La grande domanda ora è: il risultato significherà un secondo mandato di Donald Trump o la prima donna presidente degli Stati Uniti?

Harris vs Trump: il dibattito e l’effetto sulla campagna

Il 10 settembre ha segnato un momento molto importante nella corsa alle elezioni presidenziali per entrambi i candidati, soprattutto per Kamala Harris, che ha colto l’occasione per presentarsi agli americani come la nuova leader del Partito Democratico dopo le dimissioni di Joe Biden. La Harris si è rivolta a tutti gli americani ancora indecisi sul voto, salendo sul palco decisa a rappresentare il “volto del cambiamento” e mostrando una “nuova via da seguire” per tutti gli americani. Trump, d’altra parte, ha matenuto il suo stile, rimarcando le posizioni forti che lo distinguono e criticando il poco pragmatismo della rivale. 

Harris vs Trump: un confronto acceso sui temi chiave

Il dibattito, tenutosi a Philadelphia e moderato da David Muir, ha visto i due candidati affrontare argomenti di grande rilevanza per gli elettori: economia, inflazione, immigrazione e aborto. Harris ha cercato di posizionarsi come la candidata della classe media, accusando Trump di essere il “paladino dei miliardari”, mentre Trump ha dipinto Harris come un’estremista di sinistra, priva dell’esperienza necessaria per governare.

Kamala Harris ha avuto un inizio più lento, ma è riuscita a carburare e a mettere Trump in difficoltà su alcuni punti sensibili, come la sua popolarità tra i leader mondiali e i suoi guai giudiziari. Ha cercato di presentarsi come una leader pragmatica e risoluta, pronta a confrontarsi con le sfide internazionali e nazionali, come le questioni di politica estera e sociale.

D’altra parte, Donald Trump ha mantenuto il suo solito stile provocatorio, cercando di screditare la sua avversaria con attacchi personali e ripetuti riferimenti al mandato di Joe Biden, che ha definito come un fallimento. Nonostante la tendenza a rispondere alle provocazioni, Trump ha cercato di evitare attacchi eccessivamente personali, mantenendo però un tono duro, specialmente sull’immigrazione, tema su cui ha un vantaggio nei sondaggi.

Endorsement di Taylor Swift e la “spin room”

Uno dei momenti più discussi della serata è stato l’endorsement di Taylor Swift a favore di Harris. La popstar, molto influente sui social, ha appoggiato la candidata democratica con un messaggio rivolto ai suoi fan, sottolineando il suo sostegno alla Harris. Questo potrebbe avere un impatto significativo, soprattutto tra gli elettori più giovani.

Nella “spin room”, dopo il dibattito, entrambi i campi hanno dichiarato la vittoria. Gli alleati di Trump hanno cercato di minimizzare i danni causati da alcune delle sue dichiarazioni controverse, come quando ha affermato che gli immigrati haitiani rubano e mangiano animali domestici in Ohio, affermazione subito smentita dal moderatore.

Chi ha vinto il dibattito?

Per quanto riguarda le reazioni immediate, Harris sembra aver consolidato la sua posizione, riuscendo a tenere testa a Trump e a non cedere alle sue provocazioni. Trump è apparso sicuro, ma è stato messo in difficoltà su alcuni punti sensibili, come i suoi guai giudiziari e la sua popolarità tra i leader mondiali. 

Tuttavia, entrambi i candidati hanno offerto pochi dettagli concreti sui loro programmi, lasciando molti elettori con domande su quale sarà il futuro politico degli Stati Uniti. È quindi troppo presto per valutare l’impatto sui sondaggi, che nei prossimi giorni potrebbero indicare meglio se ci saranno variazioni nelle preferenze elettorali. Sicuramente, giocheranno un ruolo fondamentale i sette Stati con il maggior numero di seggi: Wisconsin, Pennsylvania, Nevada, Carolina del Nord, Michigan, Georgia e Arizona.

Questi sette Stati si possono, a loro volta, dividere in tre categorie territoriali differenti. Pennsylvania, Michigan e Wisconsin, tutti situati a nord con sul confine con il Canada, rappresentano la parte più industriale del paese. North Carolina e Georgia, invece, si trovano a sud di Washington, mentre Nevada e Arizona sono i più importanti degli Stati Uniti Occidentali. 

Chi è in testa nei sondaggi?

Nei mesi precedenti al ritiro di Biden, i sondaggi lo mostravano costantemente in svantaggio rispetto a Donald Trump. Anche se Harris ha faticato inizialmente a migliorare quelle percentuali, la sua campagna ha iniziato a guadagnare terreno. Attualmente, guardando i sondaggi nazionali, Kamala Harris è in testa di tre punti percentuali

Questo dato, però, conta relativamente, poiché non tiene conto della valenza differente degli Stati chiave o swing states che possiedono un numero più alto di seggi, che abbiamo elencato prima.

Se analizziamo la questione tenendo conto di queste preferenze, notiamo come Donald Trump e Kamala Harris siano, sostanzialmente, alla pari. Per esempio in Pens la Harris ha il 48% delle preferenze mentre Trump il 47% e le stesse identiche percentuali per quanto riguarda la Georgia. Trump invece è in vantaggio in Arizona (48%) contro il 47% della Harris.

Le medie dei sondaggi nazionali danno una buona idea della popolarità generale dei candidati, ma non necessariamente riflettono con precisione il possibile esito delle elezioni. Il risultato dipenderà da  una manciata di stati in bilico, come Pennsylvania, Michigan e Wisconsin, che storicamente oscillano tra i due partiti.

Chi sta vincendo negli stati in bilico?

I sondaggi sono molto serrati nei sette stati chiave, tra cui la Pennsylvania, che è fondamentale per la vittoria elettorale. La Pennsylvania, in particolare, ha il maggior numero di voti elettorali tra gli stati in bilico, rendendola decisiva.

Michigan e Wisconsin, un tempo roccaforti democratiche, sono passate a Trump nel 2016, ma Biden le ha riconquistate nel 2020. Joe Biden, innfatti, aveva conquistato i favori di sei di questi sette Stati, ad eccezione della Carolina del Nord. Se Harris riuscirà a mantenere queste conquiste, sarà sulla buona strada per vincere le elezioni. Trump, invece, dovrà recuperare terreno in questi stati chiave per garantirsi i voti necessari a raggiungere i 270 grandi elettori richiesti per la vittoria.

In altre parole, Kamala Harris e Donald Trump difficilmente si recheranno a Los Angeles (California) o a New York, e se lo faranno l’unico obiettivo delle visite sarà quello di raccogliere denaro. Mentre molto probabilmente andranno a Phoenix (Arizona), Milwaukee (Wisconsin) o Atlanta (Georgia).

Il ruolo dei finanziamenti 

Un elemento che sottolinea l’importanza degli swing states rispetto a quello considerati “normali” è la quantità di denaro spesa dai partiti per la promozione dei programmi. Ad agosto, per quanto riguarda gli spot televisivi in Pennsylvania, i due politici hanno speso circa 40 milioni di dollari a testa, in Georgia quasi 20 e in Arizona più di 10.

Infine, possiamo analizzare in modo sintetico le questioni che giocheranno un ruolo chiave alle elezioni americane di novembre, prevalentemente dal punto di vista ideologico e demografico. Per esempio, Donald Trump aveva conquistato una considerevole fetta dell’elettorato afroamericano, che però potrebbe tornare a votare Dem dopo l’ingresso in campo di Kamala Harris. Allo stesso tempo, invece, tanti immigrati sudamericani che sono ormai cittadini degli Stati dell’ovest, potrebbero preferire l’approccio di Trump all’immigrazione, perché sono diventati, con il tempo, fortemente conservatori su questo tema.

Conclusione

Il dibattito tra Kamala Harris e Donald Trump ha dato ai cittadini americani un assaggio delle dinamiche che caratterizzeranno questa corsa presidenziale. Harris sembra avere un piccolo vantaggio nei sondaggi, ma la strada verso la Casa Bianca è tutt’altro che sicura. Nei prossimi giorni, il panorama politico continuerà a evolversi, e gli elettori degli stati in bilico avranno l’ultima parola su chi guiderà il Paese.

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Negli ultimi anni, OnlyFans si è affermata come una delle piattaforme più redditizie per la monetizzazione dei contenuti digitali, offrendo a creatori provenienti da tutto il mondo l’opportunità di generare guadagni straordinari. Questo social network permette ai suoi utenti di offrire contenuti esclusivi ai loro sostenitori, chiamati “fans”, i quali pagano una tariffa mensile per poterli visualizzare.

OnlyFans ha guadagnato una notevole notorietà, soprattutto nel settore dell’intrattenimento per adulti, ma nel tempo ha attirato una vasta gamma di creator di contenuti provenienti da diverse industries. Grazie a questo modello, i più ricchi creatori di OnlyFans percepiscono guadagni che fanno invidia a top manager, calciatori, star del cinema e quadri di grandi aziende. Anche se è importante precisare che diverse ricerche dimostrano che pochissimi profili attivi sulla piattaforma riescono a registrare guadagni significativi.

In questo articolo, scopriremo chi sono i dieci creator più ricchi di OnlyFans nel 2024, ma attenzione: i guadagni riportati in questo articolo sono frutto di stime, pertanto potrebbero non essere al 100% accurati.

1. Bella Thorne (11 milioni di dollari al mese)

Al primo posto troviamo Bella Thorne, famosissima attrice, musicista e modella che ha stabilito un record tuttora imbattuto, incassando un milione di dollari nelle prime 24 ore dall’iscrizione sulla piattaforma. La sua presenza su OnlyFans, annunciata nel 2019 su Instagram, ha rapidamente attirato milioni di fan. 

Anche Benjiamin Mascolo, al secolo Benji, ex membro del duo Benji e Fede ed ex fidanzato della ricca creator di OnlyFans, ha parlato dei guadagni della Thorne, dichiarando che “guadagnava milioni di dollari al mese”.

2. Cardi B (9,5 milioni di dollari al mese)

Tra i creator più ricchi di OnlyFans c’è anche Cardi B, una famosissima rapper americana. Anche se la sua attività sulla piattaforma è abbastanza limitata, lo status raggiunto grazie alla musica le ha permesso di attrarre un vasto pubblico sulla piattaforma. I suoi guadagni derivano da contenuti che includono dietro le quinte, aggiornamenti personali e servizi fotografici provocanti.

3. Iggy Azalea (9,2 milioni di dollari al mese)

Al terzo posto dei creator più ricchi di OnlyFans c’è ancora una rapper, l’australiana Iggy Azalea. A quanto pare l’artista è molto legata al denaro, di recente ha anche sponsorizzato una meme coin di nome Mother Iggy, che ha raggiunto in pochissimo tempo una capitalizzazione di oltre 300 milioni di dollari. 

MOTHER è però poi crollata, come spesso capita alle crypto supportate dalle celebrità. Quando l’hype sul progetto inizia venire meno il prezzo crolla drasticamente, perché quest’ultimo non è supportato da fondamentali solidi. Come invece accade per le criptovalute più serie e realmente innovative, in particolare Bitcoin e Ethereum.

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Conosciuta per i suoi album di successo come “The End of an Era” e “The New Classic”, Iggy condivide contenuti musicali, immagini dietro le quinte e servizi fotografici sul suo account, che le consentono di guadagnare, secondo le stime, circa 9 milioni di dollari al mese.

4. Coco Austin (9 milioni di dollari al mese)

Coco Austin, modella e personalità televisiva americana, ha saputo monetizzare la sua immagine su OnlyFans senza ricorrere a contenuti espliciti, almeno inizialmente, anche se oggi sul web compaiono alcune immagini che la ritraggono in topless, presumibilmente provenienti dalla piattaforma.

Grazie al suo grande seguito sui social media, ha convertito un buon numero di follower in fan paganti su OnlyFans, dove offre foto seducenti e pacchetti di abbonamento che vanno dai tre ai dodici mesi.

5. Mia Khalifa (6,5 milioni di dollari al mese)

Mia Khalifa, ex star dell’industria per adulti, ha sfruttato la sua enorme popolarità sui social media per ottenere milioni di iscritti su OnlyFans. Nonostante le controversie legate al suo passato, Mia è riuscita a reinventarsi e a diventare una delle figure più redditizie sulla piattaforma.

Dopo aver lasciato l’industria per adulti nel 2014, ha affrontato numerose difficoltà, tra cui minacce di morte da parte dell’ISIS e l’inclusione nella lista delle persone non gradite in diversi paesi musulmani.

6. Erica Mena (4,5 milioni di dollari al mese)

Erica Mena, conosciuta per la sua partecipazione a “Love & Hip Hop”, un reality show molto famoso negli Stati Uniti, ha sfruttato la sua notorietà per costruire un impero personale. Grazie a quel trampolino di lancio, Erica ha raggiunto un grande successo, che si è esteso anche su OnlyFans

7. Bhad Bhabie (4,33 milioni di dollari al mese)

Danielle Peskowitz Bregoli, nota come Bhad Bhabie, è una rapper americana che ha raggiunto la fama dopo la sua apparizione al “Dr. Phil Show”. La sua personalità e il suo stile unico l’hanno portata a lanciare una carriera musicale di successo, ampliando la sua presenza sui social media e consolidando il suo status di star.

8. Tana Mongeau (3 milioni di dollari al mese)

Tana Mongeau è una influencer, YouTuber e personalità dei social media americana. Conosciuta per i suoi vlog e contenuti spesso controversi, Tana ha costruito un seguito massiccio online, diventando una delle figure più riconoscibili e influenti tra i giovani nel panorama digitale.

9. Gemma McCourt (2,3 milioni di dollari al mese)

Gemma McCourt è un’imprenditrice digitale che ha saputo sfruttare la sua creatività per costruire una carriera di successo nel mondo online. Ha successivamente deciso di registrarsi su OnlyFans, che ha un costo mensile di 30$.

10. Pia Mia (2 milioni di dollari al mese)

All’ultimo posto della classifica dei creator più ricchi di OnlyFans trovi Pia Mia Perez, una cantante, cantautrice e modella statunitense. Con un seguito significativo sui social media e su YouTube, Pia Mia ha saputo espandere la sua carriera nel mondo della musica e della moda, diventando una delle personalità più seguite e ammirate della sua generazione.

Tutto sulla SIAE: costi, scadenze e possibili sanzioni

SIAE: quando si deve pagare, costi e sanzion

Come funziona la SIAE? Quando si deve pagare, quali sono i costi associati e cosa rischia chi non rispetta obblighi e scadenze?

Quando si deve pagare la SIAE? Questo acronimo si riferisce alla Società Italiana degli Autori ed Editori (SIAE), una delle istituzioni più importanti del panorama artistico e culturale italiano. Come si evince dal nome, la SIAE tutela gli interessi di autori, compositori e artisti, assicurando che i loro diritti d’autore vengano rispettati e adeguatamente remunerati.

Tuttavia, il funzionamento della SIAE e gli obblighi a cui sottostare non sono sempre chiari. Con questo articolo vogliamo fare chiarezza e fugare ogni dubbio relativo a quando si deve pagare la SIAE, quali sono i costi associati e cosa rischia chi non rispetta questi obblighi.

Quando si deve pagare la SIAE?

Se ti stai chiedendo quando pagare la SIAE devi sapere che è obbligatorio sostenere il costo ogni volta che si utilizza pubblicamente un’opera protetta da copyright, come musica, film, spettacoli teatrali, o qualsiasi altra forma di espressione artistica. Ciò include eventi come concerti, feste, spettacoli, ma anche l’uso di musica di sottofondo in esercizi commerciali come bar, ristoranti, negozi e hotel.

Più nello specifico, ecco alcune situazioni comuni in cui è necessario pagare la SIAE:

  • Eventi pubblici: Se organizzi un concerto, una serata karaoke, una sfilata di moda, o qualsiasi evento pubblico in cui viene utilizzata musica o altre opere protette, devi pagare la SIAE per ottenere l’autorizzazione necessaria.
  • Esercizi commerciali: Se gestisci un bar, un ristorante, un negozio o qualsiasi attività commerciale in cui viene diffusa musica di sottofondo, è necessario pagare la SIAE. Anche la semplice riproduzione di musica tramite radio o TV richiede il pagamento dei diritti.
  • Streaming e webcast: Anche chi utilizza opere protette in streaming online o attraverso webcast deve ottenere le necessarie licenze dalla SIAE. Questo vale per i creatori di contenuti, siti web e piattaforme digitali.
  • Utilizzo in film e produzioni video: Se utilizzi musica o altri contenuti protetti in un film, un video promozionale o qualsiasi altro tipo di produzione audiovisiva, devi pagare i diritti alla SIAE.

Quanto costa la SIAE?

 I costi associati al pagamento della SIAE variano notevolmente a seconda del tipo di utilizzo e dell’opera in questione. La SIAE applica tariffe diverse in base al contesto. Per esempio, per quanto riguarda gli eventi pubblici, i costi dipendono dal tipo di evento, dal numero di spettatori e dall’importanza dell’evento stesso. Per esempio, un grande concerto avrà costi più elevati rispetto a una piccola festa di quartiere.

Analizzando invece i costi della SIAE per gli esercizi commerciali, le tariffe sono generalmente calcolate in base alle dimensioni dell’immobile. Ad esempio, un piccolo bar pagherà meno rispetto a un grande ristorante o a una discoteca.

Per le dirette streaming, le tariffe possono variare in base al numero di utenti connessi, alla frequenza di utilizzo e alla piattaforma utilizzata. Alcuni servizi di streaming potrebbero già includere i costi SIAE nel loro abbonamento, ma non è sempre così. Infine, per le visioni audiovisive i costi sono determinati dalla durata dell’opera utilizzata, dal tipo di diffusione (cinema, TV, web) e dall’importanza della produzione.

Cosa rischia chi non paga la SIAE?

Chi non paga la SIAE può incorrere in conseguenze legali e finanziarie rilevanti come sanzioni pecuniarie e azioni legali, fino ad arrivare alla sospensione dell’attività. Nel primo caso si tratta semplicemente di multe, che vengono applicate per aver utilizzato delle opere senza aver fatto fronte al pagamento dei diritti d’autore ad esse connessi. A seconda della gravità della violazione, la SIAE può decidere se intraprendere o meno delle azioni legali che possono portare a cause civili e richieste di risarcimento danni.

La sospensione dell’attività è, invece, una misura che viene attuata nel caso in cui la violazione sia grave. In quel caso, l’esercizio commerciale o l’evento deve rimanere chiuso o “fermo” finché i pagamenti delle imposte e delle sanzioni non vengono regolarizzati. Non pagare la SIAE può anche comportare un danno alla reputazione dell’organizzatore dell’evento o dell’esercente. Questo può influire negativamente sui rapporti con artisti, fornitori e clienti.

Pagare la SIAE non è solo un obbligo legale, ma anche un dovere morale verso gli autori e i creatori di opere artistiche. La corretta gestione dei diritti d’autore garantisce che gli artisti ricevano il giusto compenso per il loro lavoro, permettendo così la continuazione e lo sviluppo della cultura. Sebbene i costi possano sembrare elevati, è importante considerare le conseguenze negative del mancato pagamento, che possono includere sanzioni, azioni legali e danni alla reputazione. Pertanto, è fondamentale informarsi adeguatamente e rispettare le normative vigenti per evitare problemi e contribuire alla tutela della creatività artistica.

Infine, concludiamo questo articolo con una curiosità. La SIAE ha utilizzato la blockchain di Algorand per organizzare il suo archivio creando, sulla rete, una collezione di più di 4 milioni di NFT. Ogni token non fungibile aveva la funzione di rappresentare il diritto su un’opera di uno dei quasi 100 mila creator che la SIAE gestisce.

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Gaetano Blandini, Manager di SIAE in occasione della partnership con Algorand si è espresso così: “la tecnologia della blockchain è di sicuro un filone interessante da continuare ad esplorare per via della sua trasparenza ed efficienza, fondamentali per chi, come noi, gestisce lo stipendio del duro lavoro degli altri”.

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Quali sono, davvero, i rischi dell’intelligenza artificiale?

Quali sono i rischi dell’intelligenza artificiale?

Quali sono i rischi dell’intelligenza artificiale? Dalla privacy alla sicurezza, dai dilemmi etici alla dislocazione del lavoro

L’intelligenza artificiale e il machine learning sono tecnologie incredibili, con enormi potenzialità e un oceano di casi d’uso di cui abbiamo esplorato soltanto la superficie. Come ogni invenzione che ha le potenzialità di stravolgere il mondo in cui viviamo, l’introduzione dell’intelligenza artificiale nella nostra quotidianità comporta anche dei rischi. Questo aspetto relativo all’AI è iniziato ad emergere nel 2022, dopo il lancio di ChatGPT, uno dei primi modelli AI a diventare mainstream.

Dal job displacement – fenomeno che descrive la futura scomparsa di alcuni lavori – alle preoccupazioni sulla privacy e sulla sicurezza, fino ad arrivare a dilemmi etici e sociali che, ad oggi, sono stati affrontati solo in parte. Vediamo quali sono i principali rischi dell’intelligenza artificiale.

I rischi dell’intelligenza artificiale: machine learning vs deep learning

Prima di affrontare nel dettaglio i rischi dell’intelligenza artificiale può essere utile definire il concetto specificando le principali differenze tra i diversi modelli. Innanzitutto, si può iniziare definendo l’obiettivo dell’intelligenza artificiale, ovvero quello di sviluppare delle “macchine” dotate di capacità di apprendimento automatico e di adattamento che siano ispirate ai modelli di apprendimento umani.

Tuttavia, il termine intelligenza artificiale è spesso associato a concetti come il deep learning e il machine learning (ML), che vengono considerati sinonimi anche se in realtà presentano delle differenze. Il machine learning è la sottoarea dell’AI che si concentra sullo sviluppo di algoritmi che permettono ai computer di imparare dai dati e migliorare le loro prestazioni nel tempo, senza essere esplicitamente programmati per ogni specifica attività. Il ML si serve della statistica per consentire alle macchine di “apprendere” dai dati, identificando pattern e prendendo decisioni basate su esempi passati

Il Deep Learning è, invece, un sottoinsieme più specifico del machine learning che utilizza le reti neurali per imparare dai dati. ChatGPT e Gemini (l’AI di Google), sono ottimi esempi di modelli di deep learning funzionanti, seppur ancora embrionali se si considerano le potenzialità di questa tecnologia.

Infine, prima di affrontare i rischi connessi all’intelligenza artificiale, possiamo definire le principali teorie ad essa connesse, molto utili per distinguere le due tipologie più diffuse di AI:

  • Intelligenza artificiale forte: teoria secondo la quale le macchine saranno in grado di sviluppare una coscienza di sé e quindi replicare l’intelligenza umana;
  • Intelligenza artificiale debole: teoria secondo la quale è possibile sviluppare macchine in grado di risolvere problemi specifici, senza però avere coscienza delle attività svolte.

Negli ultimi anni, l’intelligenza artificiale ha trovato nuove applicazioni anche nel settore delle criptovalute, con numerosi progetti innovativi nati per combinare il meglio di queste due tecnologie all’avanguardia. Sul nostro exchange, troverai una selezione di crypto AI, insieme a un Salvadanaio Personalizzato che ti consente di acquistare regolarmente le quattro più promettenti di questo segmento. Scoprilo ora!

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I rischi dell’intelligenza artificiale

Ora che abbiamo definito in modo più specifico i concetti che compongono l’AI possiamo buttarci a capofitto sull’argomento centrale di questo articolo, rispondendo alla domanda: quali sono i rischi associati all’intelligenza artificiale? Ovviamente sarà necessario sintetizzare, anche se ogni paragrafo di questo articolo andrebbe approfondito in un articolo dedicato. 

1. Problemi di privacy

Le tecnologie AI, così come la maggior parte dei social media, raccolgono e analizzano grandi quantità di dati personali, rendendo la privacy un problema sempre attuale. Questo tema è diventato ancora più rilevante dopo l’arresto del CEO di Telegram, Pavel Durov

Anche l’intelligenza artificiale è coinvolta in queste preoccupazioni. Tuttavia, la gestione della privacy varia notevolmente a seconda della giurisdizione legale. Ad esempio, le normative europee sono molto più rigorose rispetto a quelle degli Stati Uniti e pongono un’enfasi maggiore sulla protezione dei dati personali e sui diritti degli individui.

2. Dilemmi Etici e Morali

Il discorso sull’etica dei sistemi AI, specialmente in contesti decisionali che possono avere conseguenze significative, è molto complesso e contorto. La difficoltà principale in questo senso risiede nel tradurre principi etici, che spesso sono soggettivi e culturalmente variabili, in regole e algoritmi che possano guidare il comportamento delle macchine

Ricercatori e sviluppatori devono dare la massima priorità alle implicazioni etiche di questa tecnologia, non solo per prevenire potenziali danni, ma anche per garantire che l’IA operi in modo coerente con i valori fondamentali della società. Questo richiede un impegno costante nel bilanciare innovazione tecnologica e responsabilità sociale.

3. Rischi per la sicurezza

Negli ultimi anni, dopo che l’intelligenza artificiale è diventata mainstream, sono fortemente cresciuti i rischi per la sicurezza legati al suo utilizzo. Gli hacker e altri attori malevoli possono sfruttare i modelli AI per condurre attacchi informatici sempre più sofisticati, eludere le misure di sicurezza esistenti e sfruttare le vulnerabilità dei sistemi, mettendo a rischio infrastrutture critiche e dati sensibili.

Per mitigare tali rischi, è essenziale che governi e organizzazioni sviluppino rigorose best practices per l’implementazione sicura dell’AI. Queste non riguardano solo l’adozione di misure di sicurezza avanzate, ma anche la promozione di una cooperazione internazionale volta a stabilire norme e regolamenti globali, necessaria per molti esperti del settore. Insomma, in molti pensano che soltanto attraverso un approccio coordinato e proattivo sarà possibile proteggere efficacemente la società dalle minacce alla sicurezza derivanti dall’uso improprio dell’IA.

4. Dislocazione del lavoro

Un’altro rischio attribuito all’intelligenza artificiale è il job displacement, che ha il potenziale di causare significative perdite di posti di lavoro in diversi settori, colpendo in particolare i lavoratori meno qualificati. Sebbene secondo diverse ricerche l’intelligenza artificiale e le altre tecnologie emergenti saranno in grado di creare più posti di lavoro di quanti ne eliminino, la transizione non sarà priva di difficoltà. Man mano che le tecnologie dell’IA continuano a svilupparsi e a diventare sempre più efficienti, diventa fondamentale per la forza lavoro adattarsi rapidamente a questi cambiamenti.

Per rimanere competitivi in un panorama in continua evoluzione, i lavoratori devono acquisire nuove competenze, con un focus particolare su quelle digitali e tecnologiche. Questo è particolarmente importante per i lavoratori meno qualificati, che rischiano di essere più vulnerabili alla dislocazione causata dall’automazione. La riqualificazione e l’apprendimento continuo diventano quindi essenziali per garantire che la forza lavoro possa integrarsi con le nuove tecnologie, piuttosto che essere sostituita da esse. Le politiche pubbliche e le iniziative educative devono sostenere questo processo di transizione, fornendo gli strumenti necessari affinché i lavoratori possano adattarsi e prosperare nell’era dell’AI.

5. Disinformazione e fake news

Infine, l’ultimo rischio dell’intelligenza artificiale che affrontiamo in questo articolo riguarda i contenuti falsi generati da questa tecnologia, come i deepfake. Attraverso la creazione di questi contenuti sarà sempre più facile ingannare anche osservatori esperti, alimentando la disinformazione e minando la fiducia nelle fonti di informazione. Combattere la disinformazione generata dall’IA è essenziale per preservare l’integrità delle informazioni nell’era digitale e per proteggere il tessuto democratico delle società.

Uno studio dell’Università di Stanford ha evidenziato i pericoli urgenti dell’IA in questo contesto, affermando che “i sistemi di IA vengono utilizzati al servizio della disinformazione su Internet, con il potenziale di diventare una minaccia per la democrazia e uno strumento per il fascismo.” Strumenti come i video deepfake e i bot online, che manipolano il discorso pubblico simulando consenso e diffondendo fake news, possono recare diversi danni alla società.

Questi sono solo alcuni dei rischi associati all’intelligenza artificiale e al suo crescente impatto sulla nostra vita quotidiana, ma ce ne sono molti altri da considerare. Ad esempio, la concentrazione del potere nelle mani di poche grandi aziende e la crescente dipendenza dagli strumenti basati su questa tecnologia. Senza sconfinare nella fantascienza, questi problemi richiedono attenzione e soluzioni concrete, anche se è opportuno specificare che le opportunità già offerte dall’IA sono sufficientemente promettenti da giustificare l’investimento e lo sviluppo continuo, rendendo il bilancio tra costi e benefici complessivamente positivo.

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Sony lancia Soneium, la sua blockchain Layer 2 di Ethereum

Sony lancia la sua blockchain Layer 2 di Ethereum

Sony Group e Startale Labs annunciano Soneium: un Layer 2 costruito su Ethereum che punta a traghettare le crypto nel mainstream!

Il colosso dell’intrattenimento Sony, in collaborazione con Startale Labs, ha appena annunciato Soneium, una nuova blockchain Layer-2 su Ethereum che promette di cambiare, per sempre, il panorama Web3 globale. 

Questo progetto ambizioso punta a superare le barriere che hanno finora limitato l’adozione della blockchain e a integrare questa tecnologia nei prodotti di Sony rivolti ai consumatori entro i prossimi due anni. Scopri tutto sul primo passo di Sony nell’industria blockchain in questo articolo.


Accedi al mondo crypto

Una nuova era per la blockchain

Una settimana ricca di novità in grado di accelerare, e non di poco, l’adozione del mondo crypto e della tecnologia blockchain. Mercoledì ci ha pensato Apple, che ha annunciato l’apertura del suo chip NFC a sviluppatori di aziende terze, comprese quelle Web3, mentre oggi tocca a Sony.

Soneium, la blockchain Layer 2 di Sony, sarà costruita utilizzando l’OP Stack, un kit di sviluppo fornito da Optimism, e di conseguenza sarà supportato dalla tecnologia degli Optimistic Rollup. Grazie a questa informazione possiamo già affermare che effettuare le commissioni di transazione, su Soneium, saranno piuttosto economiche. Ma la cosa più interessante riguarda il grande nome che sta dietro al progetto. Con questa soluzione, Sony intende portare la blockchain fuori dalla nicchia degli appassionati di criptovalute, rendendola accessibile e utile per milioni di utenti.

Sota Watanabe, CEO di Startale Labs e direttore di Sony Block Solutions Labs, ha delineato un piano di sviluppo in tre fasi per Soneium. Nel primo anno, l’obiettivo principale sarà attrarre sviluppatori e utenti Web3. Successivamente, poi, la piattaforma integrerà alcuni prodotti Sony famosi e largamente utilizzati come Sony Bank, Sony Music e Sony Pictures. Infine, entro il terzo anno dal lancio, Soneium punta a diventare un punto di riferimento per le imprese e per le applicazioni decentralizzate (dapp).​

Integrazione con l’ecosistema Sony

L’integrazione di Soneium con i prodotti Sony è una delle informazioni più interessanti finora a nostra disposizione. La piattaforma non sarà solo un’infrastruttura tecnologica, ma un vero e proprio ecosistema che supporterà applicazioni in settori chiave come l’intrattenimento, la finanza decentralizzata (DeFi) e il gaming

Sony sta, però, lavorando su più fronti. In particolare è alle prese con lo sviluppo dell’integrazione di Soneium su Astar, una blockchain creata dall’altro player che fa parte di questa join venture: Startale Labs. Lo scopo di questa integrazione è fondere le risorse e l’infrastruttura di Astar con il nuovo Layer 2, azione che consentirà di accedere ad un bacino di utenti e sviluppatori di discrete dimensioni, una volta che la testnet di Soneium verrà lanciata.

Scopri Young Platform

Il lancio di Soneium si inserisce in un contesto più ampio di espansione di Sony nel settore delle criptovalute e della blockchain. Lo scorso anno Sony ha acquisito l’exchange crypto Whalefin e ha depositato il brevetto per una nuova tipologia di token detti “super-fungibili”. Questi, molto simili ai più famosi non fungible token (NFT) sono stati pensati migliorare l’esperienza di gioco all’interno dell’ecosistema PlayStation​.Con il lancio di Soneium, Sony dimostra la sua determinazione nel voler giocare un ruolo da protagonista nel futuro del Web3. Questo progetto è un chiaro segnale dell’intenzione di Sony di ridefinire i confini tra mondo fisico e digitale, creando nuove opportunità per innovazione e creatività.

Viaggiare senza nessuna preoccupazione: le assicurazioni sui viaggi

Assicurazioni viaggio: cosa sono e come funzionano

Viaggiare “senza pensieri” è davvero possibile? Scopri che cosa sono le assicurazioni sui viaggi e come funzionano

Se chiedessimo a 100 persone che cosa farebbero se avessero soldi infiniti, più della metà risponderebbe: “visiterei tantissimi paesi diversi in giro per il mondo”. Viaggiare piace praticamente a tutti, anche se, qualche volta, comporta dei rischi. Non siamo qui per fare i guastafeste. Se stai per partire per una vacanza esotica non vorrai certo concentrarti sui pericoli o sulle difficoltà che potresti incontrare una volta che atterri.

Ma non si può neanche essere eccessivamente ottimisti e pensare che nulla possa complicare la tua esperienza in un paese estero o impedirti di partire. Ritardi nei voli, smarrimento dei bagagli, infortuni o problemi di salute in paesi stranieri possono trasformare un viaggio da sogno in un incubo. 

Le assicurazioni viaggio entrano in gioco proprio per offrire protezione e assistenza in queste situazioni impreviste. Ma cosa sono esattamente e come funzionano? In questo articolo, esploreremo tutto ciò che devi sapere per affrontare un viaggio in serenità.

Cosa sono le assicurazioni viaggio?

Le assicurazioni viaggio sono polizze create per proteggere e risarcire i viaggiatori da una serie di imprevisti che possono verificarsi durante un viaggio. Ne esistono di diverse tipologie, ma la maggior parte proteggono i loro clienti da questi imprevisti.

  • Spese mediche improvvise: copertura per le spese sanitarie in caso di malattia o infortunio durante il viaggio.
  • Annullamento o interruzione del viaggio: rimborso dei costi sostenuti se si è costretti ad annullare o interrompere il viaggio per motivi imprevisti, come malattia o emergenze familiari.
  • Perdita o smarrimento dei bagagli: copertura per il risarcimento dei beni persi o danneggiati durante il viaggio.
  • Ritardi: rimborso delle spese aggiuntive sostenute a causa di ritardi dei voli o altri mezzi di trasporto.

Perché è importante averne una?

Le assicurazioni viaggio sono fondamentali per diverse ragioni. In primo luogo perché ti permettono di affrontare un’avventura in serenità e la rendono più godibile. Avere la certezza di essere coperti in caso di emergenza rende un viaggio molto meno stressante. Inoltre, queste diventano quasi fondamentali se si visitano paesi in cui le spese mediche sono ingenti. In questo caso, se non si possiede un’assicurazione sui viaggi ci si potrebbe trovare a dover sborsare cifre astronomiche in caso di un problema di salute.

Infine, le assicurazioni viaggio possono aiutarti a recuperare parte dei costi (talvolta anche la loro totalità) del soggiorno in caso di imprevisti che ti obbligano a cancellarlo o interromperlo prima del tempo.

Come funzionano le assicurazioni viaggio?

Il funzionamento delle assicurazioni viaggio è relativamente semplice. Ecco i passaggi principali:

  1. Acquisto della polizza: per far si che la tua assicurazione viaggio sia valida è buona norma acquistare la polizza prima di partire. Puoi farlo tramite compagnie assicurative specializzate o direttamente con l’agenzia attraverso la quale hai prenotato.
  2. Attivazione della polizza: la copertura entra in vigore dal momento in cui acquisti la polizza e dura fino alla fine del periodo coperto, che di solito coincide con il termine del viaggio.
  3. In caso di imprevisto: se si verifica un evento coperto dalla polizza (ad esempio, ti ammali durante il viaggio), devi contattare l’assicurazione per avviare la pratica di risarcimento.
  4. Presentazione del reclamo: per richiedere un risarcimento, dovrai presentare documentazione che dimostri l’accaduto, come un referto medico o un rapporto di polizia. La compagnia assicurativa valuterà la tua richiesta e, se approvata, ti rimborserà secondo i termini della polizza.
  5. Assistenza: molte assicurazioni viaggio offrono anche servizi di assistenza 24/7, che possono aiutarti a trovare medici, organizzare trasporti di emergenza, o fornire supporto in caso di perdita del passaporto.

Cosa considerare quando si sceglie un’assicurazione viaggio?

Quando scegli una assicurazione viaggio, è importante considerare alcuni fattori per assicurarti di ottenere la copertura di cui hai bisogno.

Stai partendo per una folle avventura in solitaria, o non viaggi senza la tua dolce metà o la tua compagnia? Starai via a tempo indeterminato perché non sopporti più la solita routine, o preferisci andare via per poco tempo ma più volte durante l’anno? Hai in programma di svolgere attività altamente rischiose, ad esempio sport estremi come paracadutismo o immersioni? 

Una volta che sai rispondere a queste domande puoi scegliere l’assicurazione che fa per te, dato che la polizza deve adattarsi, come un vestito cucito su misura, alla tipologia di viaggio che stai pianificando. L’ultima cosa da fare è poi verificare i limiti di copertura per le spese mediche e controllare le franchigie applicabili, questa fanno decisamente la differenza quando si sceglie la polizza perfetta per sé.

Assicurazioni viaggio: tre offerte complete

Dopo aver compreso cosa sono le assicurazioni viaggio e come funzionano, analizziamo alcune tra le migliori offerte sul mercato. Cosa offrono queste polizze e qual è la somma massima che rimborsano?

Allianz

Un’assicurazione sui viaggi molto versatile cucita su misura a seconda delle tue esigenze. Il servizio Global Assistance offre assistenza medica completa ventiquattr’ore su ventiquattro, pagamento delle spese mediche, ospedaliere e chirurgiche e rientro sanitario in Italia. Inoltre, prevede anche il rimborso nel caso di un prolungamento soggiorno per malattia o infortunio, delle penali in caso di annullamento e indennizzo in caso di furto o mancata riconsegna del bagaglio.

I massimali, per quanto riguarda le spese mediche per viaggi con durata fino a 45 giorni sono di:

  • 150.000€ per l’Europa;
  • 300.000€ per il resto del mondo;
  • Illimitato per i viaggi negli Stati Uniti d’America.

Richiedi un preventivo

AXA

Anche l’assicurazione viaggio di Axa offre assistenza telefonica 24 ore su 24 in lingua italiana e il pagamento delle spese ospedaliere e chirurgiche. Axa Assistance offre tre livelli di copertura assicurativa viaggi: Schermo Totale, Protezione Media e Protezione Base i cui relativi massimali sono di 100.000€, 500.000€ e 3 milioni di euro.

Dai un’occhiata!

Coverwise

Coverwise offre, invece, una polizza flessibile con assistenza medica inclusa 24 ore su 24, copertura delle spese ospedaliere e chirurgiche, e rientro sanitario. La polizza prevede anche il rimborso delle penali per annullamento del viaggio e copertura del bagaglio in caso di furto, smarrimento o mancata consegna.

I massimali sono:

  • 250.000€ per viaggi in Europa;
  • 500.000€ per il resto del mondo;
  • 1.000.000€ per Stati Uniti, Canada e Giappone.

Vai al sito 

Ora che sai cosa sono le assicurazioni sui viaggi e come funzionano puoi valutare se proteggerti da eventuali rischi prima di intraprendere uno. Stipulare una polizza è probabilmente il modo migliore per affrontare con totale serenità un’entusiasmante avventura.

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