10 grandi aziende che già accettano Bitcoin

Cryptomonnaies : 10 grandes entreprises acceptent déjà le Bitcoin: 10 big companies already accepting Bitcoin

Le criptovalute non sono il futuro, ma il presente. Ecco chi tra le grandi aziende accetta pagamenti in Bitcoin

La mass-adoption? È sempre più vicina. Non siamo noi a dirlo, basta osservare quante aziende e multinazionali, ma anche semplici negozi, si stiano attrezzando per accettare pagamenti in criptovalute. Anche se in molti Stati ancora non sono pienamente regolamentate, il fenomeno crypto è troppo grande per essere ignorato. Ecco perché le aziende vogliono innovarsi e spingere verso la diffusione dei pagamenti in crypto. E non si parla di nicchie specifiche, bensì di brand e servizi molto popolari che fanno parte della nostra quotidianità.

Ecco un elenco di dieci aziende che accettano Bitcoin e le criptovalute come metodo di pagamento.

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Mastercard

Mastercard permette ormai da tempo i pagamenti in criptovalute attraverso la sua piattaforma grazie a collaborazioni con importanti realtà del settore come Metamask e MoonPay. L’azienda ha riconosciuto l’utilità delle crypto come monete vere e proprie. “Con l’interesse [per le crypto] che arriva da molti ambiti, le applicazioni reali delle criptovalute stanno superando la pura speculazione” ha detto Rama Sidhar, vicepresidente per i nuovi mezzi di pagamento digitali di Mastercard. Negli scorsi anni l’azienda leader nel settore dei circuiti di pagamento ha stretto collaborazioni con otto startup Web3 con l’obiettivo di rendere le crypto più accessibili.

Visa

Anche il competitor di Mastercard ha, in questi anni, dedicato le sue energie in progetti a tema criptovalute. Dal 2020 in poi Visa collabora con vari exchange per fornire agli utenti la possibilità di pagare in Bitcoin e altre crypto attraverso le carte di debito che utilizzano Visa come circuito di pagamento. 

Gucci

Sogni di comprare lussuosi capi di abbigliamento attraverso i tuoi satoshi? Negli store statunitensi di Gucci, da Agosto 2022, è possibile pagare in diverse crypto. Per la precisione vengono accettate Bitcoin, Bitcoin Cash, Ethereum, Litecoin, Dogecoin, Shiba Inu, ApeCoin (il token del Bored Apes Yacht Club) e anche le più famose stablecoin

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Microsoft

Tra gli early adopter della tecnologia blockchain c’è Microsoft, che accetta pagamenti in Bitcoin dal 2014. La criptovaluta può essere utilizzata per i servizi Microsoft come Skype o Xbox Live

Tesla

Elon Musk, CEO di Tesla, è stato tra i primi imprenditori a dimostrare interesse verso Bitcoin. Per un certo periodo è stato possibile acquistare le automobili elettriche utilizzando crypto. Poi ci ha ripensato, bloccando temporaneamente pagamenti in Bitcoin fin quando le operazioni di mining non saranno completamente alimentate da fonti rinnovabili. 

Nonostante questo è ancora possibile acquistare alcuni accessori Tesla in Dogecoin (DOGE) .

Amazon

Anche se al momento non è possibile pagare direttamente in crypto sull’e-commerce più grande del mondo, Amazon sta cercando degli esperti di blockchain da inserire nel suo team. Vedremo presto questa nuova funzionalità? Attualmente possiamo comunque acquistare in crypto attraverso l’utilizzo di varie carte di debito oppure convertire le nostre criptovalute in buoni Amazon attraverso siti di terze parti. Comodo, no?

PayPal

Il gigante dei pagamenti ha introdotto nel 2021 la possibilità di acquistare, vendere e custodire alcune criptovalute direttamente dalla sua applicazione. La funzionalità è rimasta però riservata agli utenti residenti negli Stati Uniti. A maggio 2023 c’è stata una svolta: l’avvio della collaborazione tra PayPal e Metamask. Grazie a questa partnership è possibile effettuare il login nella propria area dedicata di Paypal anche con il proprio wallet Metamask e comprare crypto direttamente dal proprio conto PayPal, in un solo passaggio. 

Twitch

Anche Twitch, la piattaforma di streaming più utilizzata al mondo, accetta Bitcoin e altre criptovalute per donazioni e iscrizioni. Tramite le iscrizioni o sub puoi supportare mensilmente i tuoi creatori preferiti pagando con tante diverse crypto: da Bitcoin a Ethereum, da Dogecoin a Litecoin. 

McDonald’s

Al McDonald’s di Lugano puoi comprare il tuo Crispy McBacon con Bitcoin e la stablecoin Theter (USDT). Questi pagamenti fanno parte dell’iniziativa “Plan B” che ha coinvolto il capoluogo del Canton Ticino ad Ottobre 2022. Questo progetto ha l’obiettivo di incrementare l’adozione delle criptovalute nella città svizzera. I pagamenti al McDonald’s di Lugano vengono elaborati sulla blockchain Layer-2 di Bitcoin, il Lighting Network.

Starbucks

Chiudiamo la lista delle 10 aziende che consentono di pagare in Bitcoin, come concluderemo un pranzo, ovvero con un bel caffè da pagare rigorosamente in crypto. Nelle caffetterie americane di Starbucks si possono infatti acquistare espressi e frappuccini in criptovalute direttamente dall’app, grazie alla partnership con Bakkt.

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Negozi dove pagare con Bitcoin

Le aziende presenti in questa lista non sono le uniche ad accettare Bitcoin e le criptovalute come metodo di pagamento, ma sono probabilmente quelle più note a livello globale. Anno dopo anno, molte altre realtà di diverse dimensioni e che operano nei settori più disparati hanno adottato le crypto.

Tra queste ci sono negozi fisici situati in paesi crypto friendly. Qualche esempio pratico? Alcuni store di Burger King in Venezuela, le squadre statunitensi dei Miami Dolphin e dei Dallas Mavericks e dei distributori automatici di Coca Cola in Australia e Nuova Zelanda.

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Francobolli rari: come riconoscerli e dove vendere i pezzi

Francobolli rari: come riconoscere e dove vendere i pezzi

Quali i francobolli rari, d’Italia e non solo, valgono di più? Scopri come riconoscere i più preziosi e dove vendere e comprare

Saper riconoscere quali sono i francobolli rari, d’Italia e non solo, e collezionarli può sembrare un hobby vintage. Il “francobollo” di certo sta diventando un oggetto del passato e proprio per questo ha grande valore storico e culturale. E in certi casi anche economico, visto che alcuni di questi pezzi sono diventati veri e propri tesori ambiti dai collezionisti di tutto il mondo. In genere gli esemplari più speciali sono quelli emessi in edizione limitata, con errori di stampa o con particolari caratteristiche che li distinguono dalle stesse serie. In altri casi sono quelli dedicati a eventi storici o commemorazioni. Ma quali sono i francobolli rari d’Italia e del mondo? Ecco tutti i segreti dei pezzi più unici e come venderli o comprarli. 

Francobolli rari: come capire quali hanno valore

Per riconoscere i francobolli rari e capire quali hanno valore può essere utile affidarsi a un esperto di filatelia. Bisogna considerare infatti diversi aspetti, in primo luogo va individuata la tiratura ovvero il numero di pezzi che sono stati prodotti. Come per le monete rare, anche qui vale il principio per cui più esemplari esistono meno sarà il valore del singolo pezzo. 

Generalmente i francobolli più rari sono quelli con errori di stampa oppure quelli ritirati dalla circolazione. Un altro aspetto da considerare è l’età del pezzo che può essere ricavata dall’illustrazione, o vignetta. Questo è fondamentale per riconoscere quelli emessi per celebrare anniversari o eventi storici. Infine un francobollo vale di più se le sue condizioni sono buone, poiché eventuali imperfezioni potrebbero abbassare la sua quotazione.

Uno dei punti di riferimento per i collezionisti è il catalogo Unificato Super in cui trovare tutte le informazioni sulle quotazioni, aggiornate ogni anno, sui francobolli rari d’Italia e non solo. Tieni presente che i prezzi potrebbero essere solo indicativi e che dipendono dalle varie aste o piattaforme per la compravendita.

Scovare i francobolli più rari è il modo per ottenere il massimo a livello economico. Come abbiamo visto, è la rarità a determinare la preziosità. Questo meccanismo può rispondere anche alla domanda “perché le criptovalute hanno valore”. Queste monete digitali, al contrario di quelle fiat, non sono emesse all’infinito. La loro “tiratura” è stabilita a priori e per questo non risentono dell’inflazione. Proprio come i francobolli!

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Francobolli rari Italia: la lista dei più ricercati

La lista dei francobolli rari d’Italia è particolarmente interessante perché comprende alcuni dei pezzi più unici del mondo: 

  • Error of Colour: questo è uno dei francobolli più rari al mondo presente solo in due pezzi, uno dei quali è stato battuto all’asta in Svizzera nel 2011 per 1,86 milioni di euro. La sua rarità dipende dal suo colore, infatti venne stampato di blu invece che nel classico arancione. Raffigura Ferdinando II ed è stato emesso dal Regno di Sicilia nel 1859, in generale tutti i francobolli di questa zona e pre unità d’Italia sono molto preziosi
  • 3 lire di Toscana: dal valore tra i 200 e i 500.000 euro, questo pezzo è stato emesso il 1° gennaio 1860 dal Gran Ducato di Toscana. Del “3 lire” esistono pochissimi pezzi (si stima circa 324), di questi due sono stati affrancati in due lettere una del re d’Egitto Farouk e l’altra del collezionista Alphonse de Rothschild.
  • Trinacria: fa parte della prima serie mai emessa dal Regno delle Due Sicilie (1858) e rappresenta la trinacria insieme ai gigli dei Borbone e al cavallo rampante effige di Napoli. Il valore di questo esemplare, tra i francobolli rari d’Italia, è di circa 350.000 euro. 
  • Francobollo Garibaldino Mezzo tornese: messo in commercio durante l’epoca garibaldina a Napoli e venne utilizzato per la spedizione a bassi costi dei giornali. Rappresentava ancora il vecchio simbolo dei Borbone perché Garibaldi non aveva tempo di farne realizzare uno  nuovo. La sua rarità dipende dai pochissimi pezzi rimasti integri: questi francobolli erano come dei sigilli sui giornali che dovevano essere spezzati per essere letti. Il suo valore è di circa 13.000 euro. 
  • Gronchi rosa: questo pezzo del 1961 venne emesso con un errore nel raffigurare i confini del Perù sulla cartina geografica, una volta notato lo sbaglio la serie venne ritirata dal mercato anche se ormai alcuni pezzi erano già stati usati. Può valere fino a 30.000 euro. 
  • Ducato di Modena: tra i francobolli rari d’Italia c’è anche la serie dei 15 centesimi di cinque tipologie che valgono tra i 2.000 e i 5.000 euro, e il pezzo da 80 centesimi del 1858 emesso dal governo provvisorio di Parma in unica copia per una lettera alla Francia. La sua quotazione è di circa 200.000 euro. 
  • Trittico Servizio di Stato: questi francobolli del 1933 raffigurano la bandiera italiana e Vittorio Emanuele III, un singolo esemplare può essere valutato fino a 5.000 euro. 
  • Congresso Filatelico di Trieste: si tratta di quattro francobolli di posta ordinaria del Regno d’Italia emessi nel 1922 in occasione del congresso. Valgono circa 4.000 euro. 
  • Centenario morte Alessandro Volta: 480 esemplari da 20 centesimi di questa serie sono stati stampati in viola anziché in rosso e ora valgono dagli 8.000 ai 50.000 euro. 
  • Seconda Milizia: francobolli  rari del 1928, anch’essi stampati in viola nella versione da 50 e da 20 centesimi (oltre 10.000 euro).
  • Ragazzo coi gabbiani: del 1991,raffigura la scultura di Pericle Fazzini stampato per errore in viola, vale oltre i 10.000 euro. 
  • Augusto: destinato alle isole dell’Egeo stampato in viola e quindi nel colore sbagliato, vale oltre 20.000 euro. 
  • Castello di Miramare 1980: anche questo tra i francobolli più rari e ricercati d’Italia è stato emesso in colorazione errata e oggi può valere fino ai 10.000 euro. 

Alcuni francobolli rari dell’Italia sono diventati preziosi anche senza essere mai stati commercializzati. Per varie ragioni alcune serie che sono state create senza mai essere vendute oppure dei falsi:

  • K2: serie nata per celebrare la spedizione del 1954 di Ardito Desio, Achille Compagnoni, Lino Lacedelli e Walter Bonatti che per la prima volta nella storia conquistarono la seconda montagna più alta del mondo. I 160 pezzi non vennero mai venduti e oggi possono valere dai 6.000 ai 7.000 euro. 
  • Trittici Balbo: anche questa serie del 1933 per celebrare la crociera aerea transatlantica Decennale organizzata da Italo Balbo, non venne mai messa in commercio. Un trittico può valere fino ai 1.000 euro. 
  • Falso Due Popoli: questo francobollo è un falso denigratorio elaborato dai servizi segreti inglesi durante la Seconda Guerra Mondiale. Si ispira a un pezzo del 1941 che il regime fascista aveva emesso per celebrare la fratellanza con il popolo tedesco, la satira evidenzia invece la sudditanza di Mussolini nei confronti di Hitler. Il falso oggi vale fino ai 3.000 euro.

Se sei un* collezionista appassionat* di francobolli rari (non solo d’Italia) e altri oggetti preziosi, forse hai sentito parlare di un nuovo modo di certificare la proprietà e il valore degli oggetti da collezione, ovvero gli NFT. I non fungible token infatti sono dei registri digitali garantiti dalla blockchain. 

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I francobolli più rari al mondo

Guardando oltre i francobolli più rari d’Italia, citiamo alcuni esemplari internazionali. Il British Guyana 1 cent Black Magenta ha un valore di 10 milioni di dollari e risale al 1856, si stima esista in unica copia. Il Treskilling Yellow svedese è stato ritrovato in una soffitta nel 1886 e quotato per 2 milioni di euro, la sua rarità dipende ancora una volta dall’errore del colore. In questo caso giallo invece di verse. Un altro rarissimo è l’Inverted Jenny che vale 700.000 euro. Si tratta di un francobollo da 24 centesimi creato per la posta aerea nel 1918 e stampato con il foglio rovesciato, da cui il nome “invertito”. Lo stesso errore è quello dell’Inverted Swan emesso in Australia. Infine in questa lista dei francobolli rari citiamo il Penny Black del Regno Unito. Venne venduto nel 1850 con il ritratto della Regina Vittoria ed è il primo francobollo adesivo della storia. Il suo valore è di circa 3.000 euro. 

Lo spazio di riferimento per quanto riguarda gli NFT, una nuova tecnologia che ha molto in comune con i francobolli, sta diventando la blockchain di Solana. Questo ecosistema crypto si gioca il primato con Ethereum, la rete dove questa tecnologia è nata. Se pensi che il futuro di queste opere d’arte digitali possa essere roseo e quindi valga la pena esplorarlo in profondità, puoi acquistare SOL su Young Platform.

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Francobolli rari, dove venderli e comprarli

Per comprare e vendere francobolli rari se non si è esperti la via migliore è quella di affidarsi ai professionisti come i negozi di filatelia. In questo modo potrete far valutare i vostri pezzi (anche quelli scovati nelle soffitte dei nonni) e farvi consigliare per gli acquisti. Un’altra buona pratica è quella di imparare a muoversi nel mercato di riferimento consultando riviste specializzate, siti web e blog di appassionati ma anche frequentando mercatini dell’antiquariato, fiere ed eventi. Se vuoi comprare o vendere su internet puoi farlo su siti d’asta come Catawiki, sui classici e-commerce come ebay o sui forum. In questo caso è sempre bene farsi mille scrupoli per evitare truffe. 

Infine per andare a caccia di quelli che forse in futuro saranno i prossimi francobolli rari d’Italia, consulta sempre le uscite di Poste Italiane

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I paesi più ricchi del mondo: la classifica del 2024

I paesi più ricchi del mondo: la classifica aggiornata

Quali sono i paesi più ricchi del mondo? Scopri la classifica

Per stilare la classifica dei paesi più ricchi del mondo si utilizza il PIL (Prodotto Interno Lordo) pro capite, uno dei parametri più efficaci e utilizzati per misurare la ricchezza di un paese. Questo indicatore rappresenta il valore totale dei beni e servizi prodotti in un paese in un anno, diviso per il numero di abitanti. Un PIL pro capite elevato indica una maggiore produttività economica e un tenore di vita più alto per i cittadini di quel paese.

Nell’economia globale, la ricchezza è distribuita in modo molto disomogeneo, con alcuni paesi che vantano un PIL pro capite estremamente elevato. Le economie di questi stati sono spesso caratterizzate da settori industriali avanzati, una forte innovazione tecnologica e un elevato livello di istruzione.

Torniamo però al tema centrale di questo articolo: quali sono i paesi più ricchi del mondo? Ecco la classifica aggiornata al 2024.

La classifica dei paesi più ricchi del mondo

Ecco la classifica dei paesi con il PIL pro capite più alto nel 2024, basata sui dati del Fondo Monetario Internazionale (FMI). Alcune di queste economie avanzate sono, da tempo, attive nel settore delle criptovalute e della tecnologia blockchain. Il Lussemburgo e Singapore, ad esempio, sono noti per essere hub finanziari innovativi che stanno esplorando attivamente questo mondo. Conoscere Bitcoin, e le altre principali crypto, potrebbe essere un’opportunità per emergere in un contesto economico globale sempre più digitalizzato.

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1. Lussemburgo (140.000$)

Con un PIL pro capite di circa 140.000 dollari, il Lussemburgo è al primo posto nella classifica dei paesi più ricchi del mondo. La sua economia è caratterizzata da un settore finanziario robusto e da un copioso e costante afflusso di capitali esteri.

2. Irlanda (110.000$)

L’Irlanda, il cui PIL pro capite si aggira intorno ai 110.000$, si posiziona seconda. Il suo successo è dovuto, in gran parte, alla presenza delle sedi europee di multinazionali tecnologiche e farmaceutiche. Questo paese ha attirato, negli ultimi anni, molte imprese di successo, grazie a una situazione fiscale molto favorevole.

3. Svizzera (106.000$)

La Svizzera è conosciuta, soprattutto, per la sua elevata qualità della vita e l’efficienza dei servizi, forniti sia dagli enti pubblici che dalle imprese private. Inoltre, il paese dei cantoni, va molto forte nel settore della finanza e in quello industriale.

4. Norvegia (96.000$)

Al quarto posto della classifica dei paesi più ricchi del mondo troviamo la Norvegia, prevalentemente grazie alle risorse naturali presenti sul territorio, in particolare petrolio e gas. Anche le imprese norvegesi sono molto sviluppate, all’avanguardia a livello mondiale in diversi campi, anche grazie al grande lavoro svolto dai ricercatori norvegesi.

5. Qatar (90.000$)

Il Qatar deve la sua ricchezza alle enormi riserve di petrolio e gas naturale. Che sono circa il 13% di quelle mondiali.

6. Singapore (87.000$)

Singapore è un hub finanziario e commerciale globale, con una economia forte, basata su servizi finanziari, tecnologie avanzate e commercio internazionale​. In molti sottovalutano l’impatto dell’industria navale della Città-stato, favorita dalla posizione geografica al centro di importanti rotte sulla direttrice est-ovest.

7. Stati Uniti (84.000$)

Al settimo posto della classifica dei paesi più ricchi del mondo ci sono gli Stati Uniti, con un PIL pro capite di $84,201, gli states sono ancora una delle economie più potenti del mondo. A pesare sul bilancio americano c’è l’enorme mercato interno alimentato dalle aziende tech, finanziarie e industriali più grandi del mondo.

Singapore e gli Stati Uniti sono anche i paesi efficacemente inseriti all’interno del settore delle criptovalute. Se vuoi approfondire questa innovativa branca della finanza, puoi scaricare la nostra app!

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8. Islanda (80.000$)

La forza dell’econimia islandese deriva princiapalmente dal turismo, dalla pesca e dalla produzione di energia rinnovabile. Questo stato è anche uno di quelli in cui si vive meglio, occupa i primi posti in quasi tutte le classifiche dei paesi per qualità della vita.

9. Emirati Arabi Uniti (76.000$)

Gli Emirati Arabi Uniti sono una delle economie più dinamiche del Medio Oriente, la loro ricchezza deriva principalmente dal petrolio, ma anche dal grande sviluppo del turismo e del settore finanziario degli ultimi anni.

La classifica dei paesi più ricchi del mondo offre uno spaccato interessante su come la ricchezza globale sia distribuita. Questi paesi non solo vantano un elevato PIL pro capite, ma spesso offrono anche una qualità della vita elevata, con accesso a servizi avanzati, infrastrutture moderne e opportunità economiche. 

Se vuoi saperne di più sull’economia globale e sui fattori che influenzano la ricchezza di un paese, continua a seguirci per ulteriori approfondimenti.

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Come fare soldi online e partendo da zero? Idee e opportunità

Come fare soldi online e partendo da zero: 9 idee

Come fare soldi online e magari partendo da zero? È davvero possibile? 

Forse anche tu ti sei chiesto almeno una volta come fare soldi online, magari partendo da zero, e ti sei imbattuto in improbabili guide alla ricerca del guadagno facile o promesse troppo belle per essere vere. Oggi esistono diverse opportunità per sfruttare internet non solo per arrotondare lo stipendio ma come vera e propria fonte di entrate.

Bisogna però essere realistici, nessuna di queste opzioni prevede zero sforzo. Se vuoi sapere come fare soldi online tieni presente che questo non significa affidarsi a una formula magica che gonfierà il tuo conto in banca senza alzare un dito. 

Come fare soldi online partendo da zero: cose da sapere 

La prima considerazione da fare in questa breve guida, è che internet ormai è il “luogo” in cui lavora la maggior parte delle persone. Guadagnare online oggi non è una novità, basti pensare a chi durante la pandemia ha iniziato a lavorare a distanza e continua tuttora. Inoltre, negli ultimi anni si sono sviluppate diverse professioni che si basano sul lavoro “telematico”, come gli influencer e le figure del digital marketing. Quindi se vuoi sapere come fare soldi online partendo da zero e desideri costruire una carriera, considera i mestieri dell’era di internet.

Il web offre numerose potenzialità perché ormai tocca ogni aspetto della vita quotidiana. Possiamo vendere qualsiasi prodotto e servizio e mettere da parte qualcosa per i nostri risparmi. Oltre alle possibilità di internet già note, la tokenizzazione e gli NFT stanno aprendo nuove modalità per monetizzare in maniera sempre più equa i contenuti su internet. La fase dello sviluppo di internet a cui ci stiamo affacciando, conosciuta come Web3, offrirà nuovi spunti su come fare soldi online e partendo da zero. 

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Idee e opportunità

Entriamo nel vivo e vediamo diverse idee e opportunità da tenere in considerazione:  Ce ne sono davvero per tutti i gusti ed esigenze. 

  1. Sondaggi retribuiti

Come fare soldi online anche senza particolari competenze? Dedicando il proprio tempo a sondaggi che vengono retribuiti. Le aziende infatti sono sempre alla ricerca di feedback e recensioni sui loro prodotti. Queste sfruttano le opinioni di chi partecipa ai sondaggi per migliorare diversi aspetti, dalla comunicazione alla struttura. 

I sondaggi possono riguardare sia prodotti che siti o app

  1. Second hand

La risposta a come fare soldi online partendo da zero e contemporaneamente liberando anche spazio in casa è vendere abbigliamento o oggetti di seconda mano. Tra Subito.it, ebay e Vinted, Wallapop e Facebook Marketplace le piattaforme che ti permettono di liberarti di oggetti che non usi più sono tantissime. 

  1. Collezionismo

Sul web puoi anche guadagnare qualcosa vendendo oggetti da collezionismo. In cantina potresti recuperare monete rare o francobolli introvabili che valgono una fortuna. Online esistono veri e propri siti di aste specializzate a cui puoi richiedere anche consulenze. 

  1. Print on demand

Questi servizi permettono di affidarsi a un e-commerce di prodotti personalizzabili che realizza su richiesta e spedisce magliette, tazze, poste o altri gadget con le tue grafiche o opere d’arte sopra. Se sei un* artista o un* designer, con i print on demand puoi fare soldi online senza investire nessuna cifra o gestire un magazzino. 

  1. Amazon Affiliate 

Grazie al programma “Amazon Affiliate” chiunque può promuovere link dei prodotti dell’e-commerce e ottenere delle percentuali sulle vendite effettuate tramite essi. In altre parole chiunque tramite un blog o un qualsiasi contenuto internet può consigliare dei prodotti e ottenere fino al 12% di commissioni. 

  1. Lavoro freelance 

Un’altra idea è quella di offrire servizi da freelance. Tradurre o scrivere testi, correggere bozze, vendere fotografie stock o programmare siti web sono solo alcuni esempi di ciò che puoi trasformare in un’entrata. Per questo scopo sono state create alcune piattaforme che mettono in contatto i vari professionisti come Fiverr o Melascrivi.

Se stai leggendo questo articolo in quanto appassionato di criptovalute, e vorresti fare un po’ di esperienza in questo settore, ci sono delle piattaforme che fanno al caso tuo! Le più utilizzate sono, al momento, Upwork, Web3 jobs, Remote3 e CryptoJobsList. Se, invece, vuoi approfondire questo settore pieno di opportunità puoi accedere all’app di Young Platform.

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  1. Monetizzare un blog o un profilo social

Uno dei modi più conosciuti e tradizionali per fare soldi online partendo da zero è quello di curare un blog o un profilo social per farlo crescere in termini di visite e follower. In questo modo si può guadagnare ad esempio vendendo pubblicità.

  1. Self Publishing

Come fare soldi online con il tuo romanzo nel cassetto? Se hai ambizioni letterarie puoi considerare di pubblicare in autonomia il tuo libro (senza passare per case editrici) e guadagnare direttamente dalle vendite. Quello di Amazon (Kindle Direct Publishing) è uno dei servizi di self publishing più utilizzati, con cui creare ebook o stampare cartacei che vengono venduti direttamente tramite l’e-commerce. Il colosso delle vendite propone anche il premio letterario “Amazon Storyteller” dedicato a tutti coloro che hanno autopubblicato le loro opere con il servizio KDP. In palio ci sono 10.000 euro

Il self publishing non è solo per gli scrittori in erba, qualsiasi siano le tue conoscenze puoi metterle giù nero su bianco e trovare il tuo pubblico di riferimento

  1. Acquisto e vendita di domini internet

Il mercato dei domini internet continua ad essere uno dei metodi per fare soldi online, seppur sia diventato sempre più competitivo negli anni. Una delle pratiche più diffuse è quella del domain flipping che consiste nel registrare dei domini a basso costo e poi rivenderli a cifre più alte. Per guadagnare il più possibile bisogna andare alla ricerca dei nomi più ricercati e quindi potenzialmente più costosi. 

Le cose da NON fare

Ora che hai a disposizione diverse idee, è bene occuparsi delle best practices da adottare. Innanzitutto è bene non fidarsi di chi su internet ma non solo, promette guadagni facili e senza sforzo. Spesso dietro a queste promesse ci sono brutte sorprese. È sempre indispensabile assicurarsi che le piattaforme o i servizi che si utilizzano non nascondano truffe.

Spesso, gli attori che propongono questo tipo di attività, che possiamo definire utilizzando un eufemismo, poco trasparenti, sfruttano proprio il settore delle criptovalute. In particolare, utilizzano questo mondo per promettere guadagni astronomici, simili a quelli registrati da alcuni pionieri di questa tecnologia, che oggi è praticamente impossibile replicare. Non cadere in queste trappole! I soldi facili non esistono, e, nel caso in cui esistessero, se qualcuno avesse la possibilità di guadagnare milioni di euro non facendo nulla, conserverebbe tale “ricetta” per se.

Piuttosto puoi approfondire la tecnologia blockchain e le principali criptovalute studiando il loro funzionamento.

Approfondisci il settore delle cripotvalute

Se hai deciso di provare uno di questi modi, tieni presente che serve pazienza per ottenere i risultati che ti sei prepost*. La frustrazione e lo scoraggiamento iniziale non ti porteranno da nessuna parte, piuttosto dedicati con costanza al tuo progetto per crescere un po’ alla volta.

Infine informati per agire in maniera conforme e legale. Infatti tutto quello che guadagni, che sia su internet o no, va dichiarato. Chiedi una consulenza al tuo commercialista di fiducia per iniziare a fare soldi online  partendo da zero!

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Cosa è successo alle azioni di GameStop? Perché sono esplose a rialzo nelle ultime ore?

Azioni GameStop: cos’è successo al prezzo?

Le azioni di GameStop sono esplose a rialzo nella giornata di ieri, in seguito ad un meme apparso su X (ex Twitter). Come mai il loro prezzo è salito così tanto?

È ripartita la stagione delle meme stock? Nella giornata di ieri le azioni di GameStop sono esplose a rialzo duplicando il loro valore. Per stimare la portata di tale movimento rialzista basta specificare che il New York Stock Exchange (NYSE), mercato sul quale si svolge il trading dell’azione, è stato obbligato a mettere in pausa gli scambi.

Nelle ore successive, poi, l’ondata di acquisti si è abbattuta anche sulla blockchain di Solana, dove sono nate diverse meme coin che hanno preso ispirazione dall’accaduto. Ecco che cosa è successo alle azioni di GameStop e da cosa è scaturito il pump

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La storia delle azioni di GameStop

Per capire chi è stato a far esplodere a rialzo le azioni di GameStop, e in generale cosa è successo, dobbiamo fare un passo indietro e tornare, per un momento, al 2021. Quell’anno si verificò uno degli eventi più particolari e inaspettati della storia di Wall Street. Il prezzo delle azioni di GameStop, nella primavera di quell’anno, fu oggetto di movimento a rialzo straordinariamente violento e passò, in meno di quindici giorni, da circa 5$ a più di 120$.

La causa principale dell’esplosione fu uno short squeeze, un rapidissimo aumento di prezzo generato dalla chiusura di tantissime posizioni short. Chiudere una posizione short equivale, infatti, a effettuare un acquisto e se questa azione viene effettuata da diversi investitori, si genera un circolo vizioso che spinge violentemente il prezzo verso l’alto. Il termine “squeeze” ovvero “spremere” sta a indicare ciò che accade ai trader che stavano shortando il titolo, i quali vengono spremuti finanziariamente dall’aumento di prezzo.

In quel frangente la popolarità di un utente noto come Roaring Kitty su X (ex Twitter) e come DeepFu***ngValue su Reddit crebbe enormemente, soprattutto perché gli utenti del social network si accorsero che era dal marzo del 2019 che l’utente deteneva il titolo GME. Ma non solo, DVS postava mensilmente analisi e tesi di investimento in cui comunicava ai suoi follower che le azioni di GameStop erano fortemente sottovalutate e che alcuni fondi di investimento le stavano, appunto, shortando. 

Inutile dire che il trader e analista finanziario, all’anagrafe Keith Gill, è diventato, una volta che lo short squeeze da lui previsto è, di fatto, avvenuto, una vera e propria leggenda. Nel suo ultimo aggiornamento, che risale a marzo del 2021, il valore del suo portafoglio ammontava a circa 34 milioni di dollari, mentre poco più di due anni prima le stesse azioni valevano circa 53.000$.

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L’esplosione delle azioni di GameStop di maggio 2024

Ora che conosciamo la storia delle azioni di GameStop, possiamo analizzare quanto accaduto durante la giornata di ieri, lunedì 13 maggio. Roaring Kitty, Il leader della meme stock season che abbiamo conosciuto nel paragrafo precedente, dopo quasi tre anni di assenza dai social media, è tornato a postare. Non ha pubblicato un post di spiegazioni e neanche un semplice saluto, ma un meme chiaramente riferito al mondo dei videogiochi che ha collezionato in meno di ventiquattro ore più di 2 milioni di visualizzazioni.

https://x.com/TheRoaringKitty/status/1789807772542067105

Le azioni di GameStop, che orbitavano intorno al livello dei 30$ prima dell’apertura dei mercati, sono esplose a rialzo aprendo sul livello dei 65$, obbligando il NYSE a mettere in pausa il trading. E questo avvenimento ha avuto un impatto anche sul mondo crypto.

Già nel 2021 l’esplosione delle meme stock e la crescita dell’adozione crypto erano stati due fenomeni, in parte, correlati. All’epoca, l’interesse di massa attratto dalle azioni si era riversato anche nel settore delle criptovalute, e nelle ultime ore è successo lo stesso, anche se in misura minore per quanto riguarda l’ammontare monetario approdato nel mercato crypto. Sono nate diverse meme coin su Solana dotate di nomi e sigle che rimandano all’evento, ma ad avere la meglio è stato GME, il token omonimo delle azioni di GameStop. Questa crypto ha registrato un incremento del +1.900% nelle ultime ventiquattro ore, raggiungendo una capitalizzazione di mercato di 68 milioni di dollari.

Cosa succederà nei prossimi giorni? L’interesse sulle azioni di GameStop si riverserà anche nel mondo crypto come già successo nel 2021? Puoi prepararti a questa evenienza acquistando Solana, il token nativo della blockchain protagonista nell’ecosistema delle meme coin.

Bitcoin può essere hackerato? I computer quantistici possono distruggerlo?

Bitcoin può essere hackerato?

È possibile che Bitcoin venga hackerato? I computer quantistici riusciranno a distruggere la blockchain? Scopri di più

La blockchain di Bitcoin è estremamente sicura a livello informatico, prevalentemente grazie ai modelli crittografici che utilizza. Nonostante questo, all’orizzonte c’è una minaccia che preoccupa alcuni crypto enthusiast: i computer quantistici. 

Queste macchine, incredibilmente potenti, sono in grado di svolgere calcoli ad una velocità esponenzialmente più elevata rispetto a quelle tradizionali e, per questo motivo, potrebbero mettere a rischio la blockchain di Bitcoin. La sicurezza dell’intera rete si basa, infatti, proprio sulla potenza di calcolo, messa a disposizione dai miner e costantemente in equilibrio.

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Visto che lo sviluppo di queste macchine sta avanzando velocemente negli ultimi anni, è necessario preoccuparsi? Bitcoin potrà, davvero, essere hackerato per colpa dei computer quantistici?

Bitcoin può essere hackerato? Cosa sono i computer quantistici

L’intuizione che sta alla base di questa tecnologia risale al 1981, quando Richard Feynman propose la sua teoria della computazione quantistica. L’idea era quella di creare elaboratori che simulassero la realtà proprio nel modo in cui si manifesta, e quindi attraverso artefatti quantistici, e non attraverso variabili binarie.

La differenza principale tra i computer quantistici e quelli tradizionali sta, dunque, nell’architettura delle più piccole unità che compongono il linguaggio macchina

Il linguaggio macchina di un elaboratore tradizionale è, infatti, basato su un’architettura binaria; l’unità di informazione che sta alla base di questa si chiama Bit e codifica uno stato che può essere o 0 o 1.

Al contrario, l’unità di informazione dei computer quantistici, il Qubit, o bit quantistico, si ispira alle particelle. Senza entrare troppo nel tecnico si può dire che i Qubit possono oltre ad assumere lo stato 0 o 1, possono restituirne uno qualsiasi di quelli compresi tra i due valori.

Il funzionamento di queste macchine è estremamente complesso, perciò non entreremo nel dettaglio. Anche perché il focus di questo articolo è comprendere se Bitcoin può essere o meno hackerato da queste macchine all’avanguardia.

Come funziona la crittografia di Bitcoin?

Per capire se i computer quantistici saranno in grado di hackerare Bitcoin dobbiamo comprendere come lavora la sua blockchain a livello crittografico. Il network di BTC utilizza, in questo senso, tre funzioni principali:

  1. La funzione di hash Secure Hash Algorithm (SHA) 256: è un algoritmo che viene utilizzato da Bitcoin per garantire l’integrità delle informazioni memorizzate in un blocco. La SHA-256 è unidirezionale, ovvero è possibile generare un hash (o impronta digitale) da qualsiasi contenuto ma, al contrario, non è possibile svolgere il procedimento inverso, ovvero non si può risalire al contenuto partendo dall’hash. Il risultato di questa funzione crittografica, che viene utilizzata principalmente nel processo di mining, in particolare per creare l’hash del blocco e garantire il funzionamento del meccanismo di consenso Proof-of-Work, è sempre un codice alfanumerico di 64 caratteri, codificato in 256 bit o 32 byte ed essa;
  1. RIPEMD-160: questa è un’altra funzione hash crittografica usata in Bitcoin, principalmente per ridurre la lunghezza degli hash SHA-256 da 256 bit a 160 bit. Questo ridimensionamento viene utilizzato nella creazione dell’indirizzo Bitcoin, che inizia con un hash SHA-256 della chiave pubblica seguito da un hash RIPEMD-160;
  1. Le Curve Ellittiche: Bitcoin usa l’Elliptic Curve Digital Signature Algorithm (ECDSA) per garantire che le monete possano essere spese solo dal legittimo proprietario. La curva specifica usata in Bitcoin è la secp256k1, che aiuta a generare la chiave pubblica dalla chiave privata e a firmare le transazioni.

Bisogna anche specificare che Bitcoin utilizza funzioni crittografiche che siano battle tested. Ciò significa che esse non sono funzionanti soltanto a livello matematico ma sono state già testate “sul campo” per diversi anni, o addirittura, decenni. 

Guarda il prezzo di BTC

Perché i computer quantistici sono una minaccia?

È arrivato il momento di rispondere alla domanda centrale di questo articolo: Bitcoin può essere hackerato?

Per farlo ci concentreremo sulla modalità teoricamente più possibile, ottenere il controllo di più del 50% della potenza computazionale della rete, e quindi effettuare un 51% attack. Se un hacker riuscisse in questa impresa potrebbe, potenzialmente, spendere due volte i Bitcoin, il che porterebbe al fallimento dell’intera blockchain

Scongiurare la minaccia della doppia spesa (double spending) è stato uno degli obiettivi principali del creatore di Bitcoin Satoshi Nakamoto. D’altronde, BTC non sarebbe andato lontano se qualcuno avesse potuto impiegare la stessa somma in più scambi economici. 

In questo senso i computer quantistici sono sempre stati considerarti una minaccia per Bitcoin e, più in generale, per la crittografia, dato che sono, teoricamente, in grado di effettuare complicatissimi calcoli ad una velocità esponenzialmente più alta rispetto a quelli tradizionali. Queste operazioni matematiche complesse, stanno alla base della sicurezza di Bitcoin, dato che vengono svolte dai miner per validare i blocchi e quindi rendere sicuro l’intero network.

Perché Bitcoin dovrebbe essere al sicuro?

Bitcoin può, davvero, essere hackerato? I quantum computer sono, all’atto pratico, una minaccia o, nel caso in cui la loro adozione dovrebbe crescere, non avranno comunque nessun impatto sul network di BTC? È impossibile dare una risposta certa a questa domanda. Tuttavia, possiamo analizzare alcuni dati e toerie per fare chiarezza sulla questione. 

Una delle più popolari sostiene che, una volta che questa tecnologia verrà adottata e i computer quantistici diventeranno davvero acquistabili, i miner di Bitcoin saranno tra i primi soggetti ad utilizzarli. In passato essi si sono aggiudicati le componentistiche hardware più avanzate, proprio perché la validazione dei blocchi della rete di BTC è un’attività fortemente competitiva e chi la svolge è fortemente incentivato ad aggiornare costantemente il proprio setup. Attualmente l’80% di questi soggetti possiede macchine estremamente costose, dotate dei chip più potenti in circolazione.

Secondo alcune stime, per replicare la potenza di calcolo in possesso dal 51% dei partecipanti alla rete, bisognerebbe spendere circa 3,7 miliardi di dollari in componenti hardware. Questa cifrà non tiene conto dell’aumento di prezzo che subirebbero i componenti, dato un tale incremento della domanda. Senza considerare poi che l’autore di un attacco di questo tipo non produrrebbe nessun beneficio economico per se stesso, dato che, nel caso in cui andasse a buon fine, ogni Bitcoin perderebbe, istantaneamente, il suo valore.

Insomma, non si trarrebbe alcun vantaggio tendando hackerare Bitcoin, nonostante sia teoricamente possibile, mentre il costo, approssimato per difetto a 3,7 miliardi di dollari, è incredibilmente elevato. Sarebbe più facile, e remunerativo, provare ad hackerare una banca centrale.

Quanto valgono le vecchie lire? Focus sui tagli da 10, 100, 500 e 1000

Lire monete e carta

Una guida al valore delle vecchie lire: fino a quanto possono essere valutate?

Il valore delle 10 lire, delle 100, delle 500 e delle 1000 viene spesso ricercato non soltanto dagli esperti del campo, ma anche da quanti possono ritrovarsi in casa esemplari più o meno particolari del vecchio conio. 

Non di rado accade infatti di rimettere le mani sulle vecchie lire nascoste nei cassetti o nelle case dei nonni. Ma qual è il loro valore? Possono essere considerate oggi delle rarità? Quest’ultima, tra l’altro, è una caratteristica tipica delle criptovalute e soprattutto del Bitcoin il cui limite di emissione è fissato a 21 milioni di BTC. Il che, ovviamente, contribuisce alla preziosità della crypto e ad incrementare la sua forza anti-inflazionistica.

Esplora il mercato crypto

10 Lire: valore di Pegaso e Spiga

Negli anni della Repubblica sono state coniate ben due monete da 10 lire con valore oggi differente. La prima, coniata dal 1946 al 1950, è la 10 Lire Pegaso (anche nota come 10 Lire Ulivo). Per conoscere esattamente il valore dei pezzi, però, bisogna fare delle distinzioni fra i diversi anni di produzione: 

  • 1946: in Fior di Conio (ossia senza segni di circolazione) il valore di questa 10 lire può superare i 500€. Un pezzo in condizioni Splendide (pochissima circolazione e con rilievi intatti) arriva sopra i 350€. Un pezzo in buone condizioni invece può toccare i 200€.
  • 1947: essendo la più rara, il valore di questa 10 Lire Pegaso si aggira in Fior di Conio anche sopra i 4.500€, in buone condizioni intorno ai 1.700€ e nello stato di Splendido poco sotto i 3.000€.
  • 1948: non rara come la precedente, essa può valere intorno alle 150€ in Fior di Conio, e intorno alle 50€ in condizioni Splendide.
  • 1949 e 1950: entrambe le annate hanno prodotto 10 Lire Pegaso dal valore di 50€ per pezzo in Fior di Conio. 

Diverso il discorso per la 10 Lire Spiga (o Spighe), coniata dal 1951 al 1956 e poi ancora dal 1965 al 2001:

  • 1951: valore in Fior di Coinio (FDC) di 25€. 
  • 1952: 20€ in FDC. 
  • 1953: 25€ in FDC.
  • 1954: 90€ in FDC.
  • 1955: 15€ in FDC.
  • 1956: 25€ in FDC.
  • 1965: 30€ in FDC

Per le annate 1966, 1967, 1983 e 1984 il valore di questa 10 Lire si aggira intorno ai 5€ mentre per le restanti si parla di cifre di circa 1 o 2 euro. 

100 lire: valore

In FDC, la moneta del 1955 potrebbe valere più di 800€, mentre in quasi Fior di Conio 700€ e in condizioni Splendide 120€. Quella dell’anno successivo, invece, potrebbe aggirarsi fra i 120-150€ in FDC e intorno ai 18€ in status Splendido. 

Anche il valore delle 100 Lire coniate dal 1957 al 1961 è abbastanza buono: un pezzo in condizioni ottimali può oscillare tra i 500€ ed il 650€. Le 100 lire del 1962 e del 1963 sono le ultime ad avere un buon peso, compreso tra i 100€ ed i 180€ in FDC. 

Per quel che riguarda il valore delle 100 Lire piccole, coniate all’inizio degli anni ‘90, questo è di circa 1,5€ in condizioni perfette. Le 100 Lire Guglielmo Marconi invece si aggirano intorno ai 500€ in FDC se in argento e con la scritta “prova”, e intorno ai 250€ se in Acmonital sempre con la scritta. 

Le 100 Lire FAO e le 100 Lire Livorno hanno un valore di circa 2€.

Valore 500 lire

Anche in questo caso vanno fatte diverse distinzioni. 

  • 500 Lire Caravelle: quella rara con le bandierine delle caravelle controvento, sale fino a 13.000 euro in FDC. Quella classica, invece, può valere fino a €45. 
  • 500 Lire 100° Unità d’Italia: 15€ in FDC.
  • 500 Lire Dante Alighieri: il valore dei pezzi di prova (con la relativa scritta) arriva a 2.500€, mentre quello dei pezzi classici fino a 12€.
  • 500 Lire Bimetalliche: quella più nota, che in FDC può arrivare a 2€, con l’eccezione di quelle coniate nel 1958 con la testa media e la firma piccola, intorno ai 20€.
  • 500 Lire Banca d’Italia: parliamo di circa 2-3€ di valore.
  • 500 Lire Luca Pacioli: 5€ in FDC.
  • 500 Lire ISTAT: circa 3€ in FDC.
  • 500 Lire Polizia Stradale: circa 3€ in FDC.
  • 500 Lire IFAD: circa 3€ in FDC.
  • 500 Lire Elezioni Del Parlamento Europeo: 4€.

Valore 1000 Lire

Discorso vasto anche per le famose 1000 Lire. Quelle Roma Capitale 1970 Argento arrivano a 600€ con la scritta “prova” senza la quale scendono invece a 15€. Le 1000 Lire Sbagliate con Errore (riguardante i confini della cartina disegnata) hanno un valore massimo di 3€ mentre quelle con la cartina corretta del ‘97 e ‘98 arrivano a 4€. I pezzi del 1999 e 2000 invece possono arrivare fino a 15€. Sul fronte banconote, invece, quelle della prima serie che iniziano per AA e terminano con la lettera A, valgono circa 35€.

Ovviamente il mondo numismatico è così ampio che esistono numerose altre monete non citate in questo articolo. Molti pezzi possono avere minime caratteristiche che li differenziano gli uni dagli altri, quindi affidarsi ad un esperto per ottenere una valutazione corretta sul valore delle lire che si posseggono è sicuramente la strada più sicura.

 

Cos’è l’OAM, Organismo degli Agenti e dei Mediatori?

Cos’è l’OAM, l'Organismo degli Agenti e dei Mediatori

Che cos’è l’OAM, Organismo degli Agenti e dei Mediatori e cosa bisogna fare per iscriversi?

In questo articolo scopriamo che cos’è l’OAM, Organismo degli Agenti e dei Mediatori, un punto di riferimento essenziale per i professionisti che operano nel settore finanziario. Il principale compito di questa associazione consiste nel gestire gli elenchi degli agenti e i mediatori in attività.

Scopri che cos’è l’OAM, di cosa si occupa e quali sono i passaggi per iscriversi.

Cos’è l’OAM?

L’Organismo degli Agenti e dei Mediatori esiste dal 2010 ed è stato integrato dal Decreto Legislativo emesso dal governo il 13 agosto di quell’anno. È un’associazione privata, dotata di personalità giuridica e senza scopo di lucro. 

L’OAM può esercita il diritto di applicare delle sanzioni, nel caso in cui identifichi comportamenti scorretti da parte dei suoi iscritti. Questa struttura si occupa principalmente di redigere e iscrivere negli appositi elenchi gli agenti finanziari e i mediatori creditizi in attività.

Le funzioni dell’OAM

Comprendere che cos’è l’OAM vuol dire, soprattutto, capire quali sono le funzioni di questo organismo. La principale ha a che fare con la gestione degli elenchi degli agenti in attività, ma l’Organismo degli Agenti e Mediatori si occupa anche di altro. È suo compito verificare l’onorabilità e la professionalità degli agenti e si assicura che le normative vigenti vengano applicate in modo corretto e non ci siano conflitti di interesse.

Insomma, la maggioranza delle attività portate avanti dall’OAM puntano a mantenere l’integrità del settore e proteggere gli interessi dei consumatori.

Come iscriversi all’OAM e il processo di registrazione

Innanzitutto, potrebbe essere utile comprendere il motivo per il quale è importante iscriversi all’OAM. Essere iscritti a questo registro è la condizione necessaria per poter fornire legalmente servizi finanziari in Italia

Questo non vale soltanto per gli agenti e i mediatori che operano nel settore finanziario tradizionale, ma anche chi esercita servizi relativi all’utilizzo di criptovalute e alla fornitura di portafogli digitali (wallet). Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha infatti, attraverso il decreto del 13 gennaio 2022, emanato l’obbligo di registrazione anche per gli operatori in valuta virtuale.

Per diventare parte dell’OAM, i candidati devono superare un test che valuta la loro conoscenza in ambito economico, finanziario e giuridico. Il test si compone di 20 domande a scelta multipla, estratte da un database consultabile sul sito ufficiale dell’OAM. A partire dal 1° settembre 2015, l’ammissione agli elenchi può avvenire solo superando il test.

Dopo il superamento del test, i candidati possono accedere alla propria area riservata sul sito per confermare l’esito positivo e procedere con l’iscrizione all’elenco di competenza. Le fasi di registrazione sono ben dettagliate e guidate tramite indicazioni ricevute via email sulla casella di posta certificata del candidato. Questo sistema assicura che solo i professionisti qualificati e meritevoli possano essere inclusi negli elenchi, rafforzando così la fiducia pubblica nel settore.

Insomma, ponendosi la domanda che cos’è e come funziona l’OAM si comprende l’importanza di questo organo per gli agenti e i mediatori che operano, in Italia, nel settore finanziario. Come già anticipato, l’iscrizione è obbligatoria anche per i soggetti operano nel settore delle criptovalute, per questo motivo Young Platform è iscritta da maggio del 2022.

Sei sul blog di Young Platform, la piattaforma italiana per comprare criptovalute. Qui puoi trovare le ultime novità su blockchain, Bitcoin e Web3. Raccontiamo da vicino questa economia emergente con un occhio alla finanza tradizionale, così hai tutto quello che ti serve per entrare nella nuova era del denaro. 

Chi sono i 10 uomini più ricchi del mondo?

Uomini più ricchi del mondo: la classifica aggiornata al 2023

Chi sono gli uomini più ricchi del mondo nel 2024? Elon Musk ha mantenuto il suo primato o è stato scalzato da qualche altro miliardario? 

Qual è la classifica degli uomini più ricchi del mondo nel 2024? Questa graduatoria è calcolata in base al patrimonio netto. Ovvero alla differenza tra il valore totale dei beni o degli asset posseduti, ad esempio contanti, investimenti, immobili e aziende, e l’ammontare delle passività, in particolare debiti e mutui.

La classifica degli uomini più ricchi del mondo più conosciuta è quella stilata annualmente da Forbes. Quella redatta dalla rivista statunitense non è però l’unica, esiste anche il Bloomberg Billionaires Index che restituisce il valore dei possedimenti dei miliardari più facoltosi del mondo in tempo reale e per questo motivo potrebbe variare nei prossimi mesi.

Queste due graduatorie nonostante mostrino valori leggermente diversi per quanto riguarda i patrimoni, anche una classifica degli uomini più ricchi del mondo diversa. Per questo articolo ci siamo basati sui dati di Forbes, anche se la prima posizione è condivisa da entrambe le graduatorie. 

10. Larry Page

Larry Page è uno dei due fondatori di Google, nonche ex CEO dell’azienda e di Alphabet, la holding che la possiede. Attualmente Google, e quindi Alphabet, è la quarta azienda al mondo per capitalizzazione di mercato, preceduta soltanto da Microsoft, Apple e NVIDIA, grazie a un market cap di circa 2 triliardi di dollari. Il patrimonio di Larry Page è, invece, di 114 miliardi di dollari secondo Forbes.

9. Mukesh Ambani

Mukesh Ambani è il presidente della Reliance Industries Limited (RIL), una delle più grandi aziende indiane. La RIL realizza prodotti petroliferi e petrolchimici, fibre e materiali per il settore tessile. Il suo patrimonio è di 116 miliardi di dollari.

8. Steve Ballmer

Al decimo posto della classifica degli uomini più ricchi del mondo c’è l’ex CEO di Microsoft, Steve Ballmer. Ballmer è stato uno dei primi dipendenti dell’azienda tech; è entrato a far parte della compagnia fondata da Bill Gates nel 1980. 

Nel corso degli anni ha ricoperto diversi ruoli chiave all’interno di Microsoft, incluso quello di presidente dal 1998 al 2000. Dopo aver lasciato l’azienda nel 2014 è diventato il proprietario della squadra della National Basketball Association (NBA) dei Los Angeles Clippers. Il suo patrimonio è di circa 121 miliardi di dollari.

7. Bill Gates

Il sesto nella classifica degli uomini più ricchi del mondo non ha bisogno di presentazioni. Il fondatore di Microsoft ha guidato questa classifica per diversi anni: ininterrottamente dal 1995 al 2009 e poi anche nel 2014 e nel 2015. Il suo patrimonio dal 2009 in poi è cresciuto ogni anno. Ad oggi, secondo Forbes, si aggira intorno ai 128 miliardi di dollari.

6. Warren Buffett

Anche alla quinta posizione della classifica degli uomini più ricchi del mondo troviamo un personaggio molto noto, che è stato in due occasioni il leader di questa graduatoria. Warren Buffet viene considerato da molti l’investitore migliore di sempre. La sua società, la Berkshire Hathaway, è la sesta azienda più grande del pianeta grazie ad una capitalizzazione di mercato di 713 miliardi di dollari. Il valore totale dei beni in possesso di Buffet è invece di 133 miliardi di dollari.

5. Larry Ellison

Larry Ellison è uno dei co-fondatori nonché l’ex CEO di Oracle, una delle più grandi aziende di software al mondo. Il suo patrimonio secondo Forbes è di circa 141 miliardi di dollari.

4. Mark Zuckemberg

Il quarto uomo più ricco del mondo non ha, di certo, bisogno di presentazioni. Il co-fondatore di Facebook, nonché CEO dell’azienda che ora prende il nome di Meta ha un patrimonio di 177 miliardi di dollari. Chissà se quando fondò il suo social media per connetere studenti universitari avrebbe immaginato di poter raggiungere questo traguardo.

3. Jeff Bezos

Il gradino più basso del podio della classifica degli uomini più ricchi del mondo è occupato dal fondatore ed ex CEO di Amazon, Jeff Bezos. Nel 2021 ha lasciato la quinta azienda più grande al mondo per dedicarsi alla filantropia e ad altri progetti, come il suo fondo di beneficenza per combattere il cambiamento climatico e promuovere la sostenibilità ambientale. Bezos è stato l’uomo più ricco del mondo in quattro occasioni: nel 2017, 2018, 2019 e nel 2020 e il suo patrimonio nel 2023 è di 194 miliardi di dollari.

2. Elon Musk

Medaglia d’argento per il tycoon sudafricano Elon Musk. Che è stato di recente scalzato dal gradino più alto del podio. Il nuovo presidente di Twitter, nonché CEO di Tesla e SpaceX e co-fondatore di Open AI, l’azienda che si occupa dello sviluppo di Chat GPT

È stato l’uomo più ricco del mondo nel 2021 e nel 2022 ed ora si gioca il primato con il proprietario del gruppo LVMH. Il patrimonio di Elon Musk, che si aggira intorno ai 188 miliardi di dollari sta subendo significative oscillazioni soprattutto a causa del discusso affare per l’acquisto di Twitter.

1. Bernard Arnault

Chi è dunque l’individuo più facoltoso del pianeta? Le classifiche degli uomini più ricchi del mondo di Forbes e il Bloomberg Billionaires Index sono d’accordo, la risposta è: Bernard Arnault

Il francese è presidente e amministratore delegato di LVMH Moët Hennessy Louis Vuitton SE, il più grande agglomerato di aziende di beni di lusso al mondo del quale fanno parte Louis Vuitton, Christian Dior, Fendi, Moët & Chandon e Dom Pèrignon. Il patrimonio di Bernard Arnault è di circa 233 miliardi di dollari.

E in Italia?

Chi è l’uomo più ricco d’Italia? Nel nostro paese la classifica è rimasta invariata rispetto all’anno scorso. Al primo posto c’è sempre Giovanni Ferrero, presidente e amministratore delegato del gruppo di proprietà dell’azienda piemontese, il quale occupa anche la ventisettesima posizione della classifica degli uomini più ricchi al mondo. Al secondo e al terzo posto invece troviamo Leonardo Del Vecchio di Luxottica e lo stilista Giorgio Armani.

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Finanza tradizionale, CeFi e DeFi: un confronto

DeFi, finanza centralizzata e tradizionale a confronto

Progetti su blockchain tra finanza tradizionale, CeFi e DeFi: cosa indicano questi termini e quali sono le differenze principali?

La finanza tradizionale, per antonomasia centralizzata, ha iniziato negli ultimi anni ad esplorare e sviluppare progetti basati sulle tecnologie a registro distribuito (DLT). Parallelamente, il mercato delle criptovalute ha adottato e adattato alcuni modelli della finanza tradizionale per sviluppare ciò che possiamo definire una Finanza a Registro Distribuito con intermediario, conosciuta come CeFi (Centralized Finance), e una Finanza a Registro Distribuito senza intermediario, o Decentralized Finance (DeFi).

Questi sviluppi rappresentano un interessante incrocio tra le pratiche della finanza tradizionale e l’innovazione tecnologica, portando alla creazione di nuovi modelli finanziari. Per analizzare concretamente questo fenomeno, possiamo considerare alcuni casi reali, unici e innovativi, emersi nel contesto nazionale. Questi esempi offrono uno spaccato vivido di come le tecnologie DLT vengano applicate in modo pratico e innovativo nel settore finanziario, combinando elementi sia della finanza centralizzata sia di quella decentralizzata.

Il caso Azimut e banca Valsabbina

A novembre 2023, Fleap Holding ha introdotto un’iniziativa pionieristica in Italia: la creazione della prima struttura di investimento basata su blockchain, finalizzata a stimolare lo sviluppo di progetti innovativi. Questa iniziativa vede la partecipazione del Gruppo Azimut attraverso Azimut Capital Management SGR, di Banca Valsabbina e di Integrae SIM, che collaborano come intermediari aderenti.

La struttura di investimento, gestita da Fleap Holding, opera tramite la piattaforma Fleap Digital Company. Il suo ruolo è quello di individuare società innovative con un elevato potenziale di crescita, acquisire partecipazioni in esse ed emettere Strumenti Finanziari Partecipativi (SFP), utilizzando la tecnologia blockchain per la digitalizzazione delle scritture relative a tali partecipazioni. Un aspetto peculiare di questo modello è che la gestione degli SFP emessi e le azioni della holding sono interamente gestite tramite blockchain, eliminando la necessità di certificati fisici o altri documenti cartacei.  

Questa iniziativa segna la prima volta in Europa che viene creata una struttura così articolata e interamente basata su blockchain per investimenti in progetti innovativi. Rappresenta un significativo passo avanti nell’innovazione dei mercati finanziari, soprattutto considerando l’interazione e la collaborazione tra gli intermediari coinvolti in questa sperimentazione.  

Il caso Sella

A gennaio 2024, dpixel, il Venture Incubator appartenente al gruppo Sella, ha segnato un momento storico nel panorama italiano del venture capital, realizzando la prima iniziativa di investimento in startup tramite blockchain. Questo innovativo investimento è stato effettuato in Lendit, una piattaforma di credit-sharing B2B, con il supporto della piattaforma di Seed Venture, che ha reso possibile la gestione dei contratti di investimento attraverso l’emissione di token.

La piattaforma utilizzata per questo progetto, sviluppata da Seed Venture – società parte del portafoglio dpixel e inclusa nel programma di accelerazione Metaverse 4 Finance – ha permesso la creazione di token per gestire gli accordi di investimento.

Gli smart contract trasformano gli investimenti in token che possono essere scambiati in ogni momento, offrendo immediata disponibilità e liquidità agli interessati a operazioni di venture capital. Questo rappresenta un grande passo avanti, poiché apre la possibilità di un mercato secondario per l’equity, rendendo liquidi investimenti che tradizionalmente sono considerati di lungo periodo.

L’utilizzo della blockchain ha dunque facilitato l’investimento di dpixel in Lendit, una piattaforma B2B di credit-sharing che consente a imprese e professionisti di prestarsi denaro in modo semplice, rapido e sicuro.  

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Le crypto nella CeFi

Se la finanza tradizionale sta importando modelli decentralizzati per innovarsi, il mercato delle criptovalute ha ricalcato modelli esistenti per rendere più accessibili servizi decentralizzati spesso complessi e rischiosi per chi è alle prime armi. 

La CeFi è un sistema in cui gli individui possono accedere a servizi legati alle criptovalute tramite piattaforme centralizzate. Nella CeFi, le banche e le istituzioni finanziarie tradizionali svolgono un ruolo chiave. Questi intermediari centrali gestiscono depositi, prestiti, investimenti e altre attività finanziarie per conto dei loro clienti.

La natura centralizzata fornisce dei vantaggi soprattutto a livello tecnico. Grazie a tradizionali accordi commerciali, un servizio CeFi permette facilmente di utilizzare valute fiat, connettendosi a qualunque banca o servizio di pagamento. Inoltre, può fornire la custodia e gli scambi per qualunque criptovaluta: il fatto che molte criptovalute siano basate su network diversi non costituisce un problema o un ostacolo. Dunque la custodia dei fondi è del tutto in carico al servizio, o a intermediari specializzati. Questo per l’utente principiante significa comodità e facilità di accesso.

In ultimo, ma non per importanza, l’assetto CeFi rende disponibile al cliente un servizio di supporto diretto che nella DeFi non sarebbe possibile. 

È così che la CeFi combina gli asset e le opportunità della DeFi con la semplicità e l’affidabilità dei tradizionali servizi centralizzati. La CeFi permette di ricevere ricompense custodendo le proprie crypto, ottenere liquidità, prestiti, utilizzare fiat per acquistare crypto e molto altro ancora. 

I CEX, o exchange centralizzati di criptovalute, sono esempi di servizio CeFi. Sono piattaforme online che fungono da intermediari tra acquirenti e venditori di criptovalute, facilitando lo scambio di valute fiat (come dollari, euro) con criptovalute (come Bitcoin, Ethereum) e viceversa, oltre al trading tra diverse criptovalute. A differenza degli exchange decentralizzati (DEX), i CEX sono gestiti da un’entità centrale che controlla la piattaforma, garantendo un ambiente di trading regolato, sicuro e spesso più intuitivo per gli utenti. Questo centralismo consente l’implementazione di misure di sicurezza avanzate, servizio clienti dedicato e procedure di compliance normativo, rendendo i CEX particolarmente attraenti per i trader neofiti e quelli che cercano tranquillità e affidabilità.

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Tra i CEX più famosi ed estesamente utilizzati spiccano Binance, con il suo vasto assortimento di criptovalute e prodotti finanziari innovativi; Coinbase, quotato in borsa e noto per la sua piattaforma user-friendly e l’accento sulla sicurezza; e Kraken, che offre robuste funzionalità di trading oltre a servizi di custodia. Questi giganti del trading di criptovalute hanno giocato un ruolo cruciale nell’adozione mainstream delle criptovalute.

La DeFi: è il futuro della finanza?

Tradizionalmente, la maggior parte delle transazioni finanziarie richiede la presenza di un intermediario. Ad esempio, quando si effettua un pagamento con carta di credito, diverse entità sono coinvolte e, in diverse fasi, hanno il controllo completo sui dettagli della transazione, con la facoltà di interromperla o rifiutarla.

Il movimento della Finanza Decentralizzata (DeFi) si fonda sull’idea che il sistema finanziario non dovrebbe essere nelle mani di intermediari monopolistici, ma dovrebbe essere decentralizzato. Alcuni sostengono questo approccio per ragioni politiche o filosofiche, mentre altri ritengono che porterà a una maggiore efficienza e velocità nelle transazioni.

La DeFi si basa su una varietà di tecnologie sviluppate nell’ecosistema blockchain, che è una sottocategoria delle tecnologie a registro distribuito (DLT). Nel mondo della DeFi, vi è una varietà sempre più ampia di attori. La maggior parte delle applicazioni principali è basata sulla blockchain di Ethereum, che facilita lo sviluppo di software decentralizzato. Queste applicazioni utilizzano la tecnologia degli smart contract per minimizzare o eliminare la necessità di intermediari umani o aziendali.

I fornitori di servizi legati alla DeFi stanno creando alternative ai servizi finanziari tradizionali e introducendo prodotti completamente nuovi. Tra le applicazioni DeFi più importanti troviamo i DEX, o scambi decentralizzati di criptovalute. Rappresentano l’evoluzione blockchain dell’intermediazione finanziaria, eliminando la necessità di un ente centrale che supervisioni le transazioni. In questo ecosistema, le operazioni di scambio avvengono direttamente tra gli utenti (peer-to-peer) attraverso l’uso di smart contracts sulla blockchain, garantendo trasparenza, sicurezza e anonimato. Questa struttura decentralizzata non solo riduce il rischio di attacchi informatici centralizzati e di frodi ma promuove anche una maggiore libertà e controllo da parte degli utenti sulle proprie risorse finanziarie. 

Tra i vantaggi dei DEX vi sono la custodia personale dei fondi, minori restrizioni geografiche e un accesso più democratico al trading di criptovalute. UniSwap è uno dei DEX più noti e utilizzati, famoso per il suo modello di formazione dei prezzi basato sulla liquidità fornita dagli utenti stessi. Altri esempi includono SushiSwap e PancakeSwap, che, oltre allo scambio di token, offrono una varietà di servizi finanziari decentralizzati (DeFi) come yield farming, lending e staking. 

  • Yield Farming: lo yield farming è una strategia di investimento nel settore DeFi che permette agli utenti di guadagnare rendimenti mettendo a disposizione le proprie criptovalute in pool di liquidità, sfruttando le ricompense derivanti dalle commissioni di transazione o da altri incentivi.
  • Staking: Lo staking è il processo attraverso il quale gli utenti bloccano le proprie criptovalute in una blockchain per partecipare alla validazione delle transazioni in reti Proof of Stake (PoS), ricevendo in cambio ricompense sotto forma di nuove criptovalute.
  • Lending: Il lending nel contesto DeFi consente agli utenti di prestare le proprie criptovalute ad altri partecipanti attraverso piattaforme decentralizzate, guadagnando interessi sulle criptovalute prestate senza l’intermediazione di enti finanziari tradizionali.

Si può affermare che la finanza decentralizzata impiega un’architettura a strati multipli, con ogni livello che ha uno scopo specifico e si costruisce sull’altro per creare un’infrastruttura aperta e altamente componibile. Questo permette a chiunque di implementare, modificare o utilizzare parti di questa infrastruttura, seguendo la logica dell’open source.

I vari strati della DeFi sono gerarchicamente organizzati e, come in ogni costruzione, la solidità complessiva dipende dalla robustezza delle sue fondamenta. La fragilità di un livello può quindi amplificarsi e influenzare i livelli successivi. La stabilità e l’efficacia di ciascun livello sono pertanto fondamentali per garantire la resilienza e l’efficienza dell’intero sistema DeFi.

Molti esperti ritengono che la DeFi rappresenti il futuro dei servizi finanziari, e si stanno vedendo investimenti considerevoli in startup DeFi. Tuttavia, il settore ha assistito a diversi fallimenti di alto profilo e si trova ancora in una fase di sviluppo iniziale.