Terra: arrivano gli ETF decentralizzati di Nebula

Terra ETF DeFi

La finanza decentralizzata è uno dei settori crypto dominati da Ethereum. Ma Terra avanza e si avvicina sempre di più al primato

A maggio 2022 si è verificato un tracollo dell’ecosistema Terra che ha avuto effetti negativi sia su TerraUSD che su LUNA. Questo articolo è stato scritto prima dell’evento, quindi prima di leggerlo ti invitiamo ad approfondire la situazione e a restare aggiornat*.
In generale, gli articoli di Young Platform sono da considerarsi puramente informativi e non costituiscono un consiglio finanziario.

L’ecosistema Terra-LUNA esplora galassie sempre più lontane. Dopo l’ultimo apprezzamento, il valore bloccato in piattaforme di finanza decentralizzata su Terra ammonta a ben 25,93 miliardi di dollari. Anche se è ancora ben lontano dai 108 miliardi bloccati in Ethereum, Terra è la seconda blockchain DeFi più grande. Anche le dapp fioccano, tra cui Nebula, una piattaforma che promette di portare gli ETF sulla blockchain.

La crescita di Terra nella DeFi

LUNA ha stupito la community resistendo efficacemente al deprezzamento generale che il settore crypto ha affrontato alla fine di febbraio. Terra ha poi scavalcato BNB e Fantom, approfittando del crollo di quest’ultima dopo l’annuncio dell’addio di Cronje.

Oggi, 9 marzo 2022, la blockchain sudcoreana rappresenta il 12,7% del settore DeFi: una crescita del 36% rispetto all’inizio dell’anno! Tra gli ultimi successi c’è anche la raccolta di 1 miliardo di dollari con cui formare una riserva di bitcoin. La riserva, stando all’associazione no-profit Luna Foundation Guard, servirà a garantire che la stablecoin algoritmica US Terra mantenga la sua quotazione anche in caso di grande instabilità. La riserva sarà comunque non correlata: il fondo entrerà in azione solo se il meccanismo dovesse fallire temporaneamente.

Il miliardo di dollari per la riserva è stato raccolto con il sostegno di Jump Crypto e Three Arrow Capital, due grandi società attive nel mondo crypto e interessate alla DeFi. Il fatto che abbiano dato fiducia a Terra e al particolare sistema messo a punto per assicurarsi che UST rimanga ancorata al dollaro indica che l’ecosistema ha serie intenzioni di diventare l’hub di riferimento per la DeFi.

Nebula e gli ETF decentralizzati

Oltre alla migliorata stabilità dell’ecosistema, Terra ha anche dato spazio a delle dapp di DeFi innovative. Tra queste c’è Nebula, che promette di portare gli exchange-traded fund all’interno della finanza decentralizzata.

Un exchange-traded fund, o ETF, è un fondo a gestione passiva. Nella finanza tradizionale, gli ETF vengono gestiti da grandi fondi d’investimento seguendo gli indici di mercato e replicandoli. Lo scopo è offrire un paniere di azioni diversificato e facilmente scambiabile. Questi strumenti sono ideali per i principianti perché sono flessibili, con bassi costi di gestione e relativamente semplici da capire. Proprio per questo sono estremamente popolari: sulla Borsa italiana sono presenti ben 1296 ETF, ciascuno con un indice di riferimento diverso e una gestione differente.

Può uno strumento così legato alla finanza tradizionale sbarcare su Terra? Nebula pensa di sì. Sviluppata da un team vicino a Terraform Labs, la dapp intende offrire dei cosiddetti ETF dinamici, ribilanciati costantemente dalla community. In questo modo si rinuncia alla gestione passiva di una società d’investimento e si sceglie una gestione decentralizzata e comunitaria del paniere di asset su blockchain da mantenere nel fondo.

In pratica, Nebula si basa su degli smart contract, chiamati cluster, che gestiscono una strategia d’investimento dinamica. Ciascun cluster può essere programmato per seguire una strategia differente. I parametri impostabili sono tanti: oltre al classico market cap e valore di mercato, è possibile impostare smart contract che tracciano anche l’attività della community di un determinato progetto, o il numero dei suoi follower sui social. Il creatore dei cluster quindi può davvero far uscire tutta la sua creatività finanziaria. Sono gli utenti a decidere se i progetto sono validi e quindi premiarli, o se osano troppo e rimandarli ai confini della galassia di Nebula.

Il vantaggio rispetto agli ETF classici è che gli smart contract possono modificare gli asset detenuti dal fondo in maniera rapidissima: potenzialmente, ogni blocco rappresenta un’opportunità per il ribilanciamento del paniere. Oltre alla gestione automatica, è possibile ribilanciare i cluster manualmente. Chi si occupa di ribilanciare il paniere ottiene delle ricompense e degli sconti sull’acquisto dei token rappresentativi del cluster. Questo incentivo sprona la community a contribuire al corretto funzionamento del network.

Nebula riesce quindi a trasportare uno strumento finanziario popolare come l’ETF nel mondo della finanza decentralizzata. L’ecosistema Terra-LUNA è perfetto per ospitare questi progetti di DeFi. UST garantisce una liquidità costante, indispensabile per una piattaforma del genere. I dettagli sulla data di rilascio e sulla tokenomics del progetto sono ancora sconosciuti, ma il team di Nebula merita di essere seguito. Gli ETF dinamici potrebbero diventare una parte importante del mondo della DeFi, considerando la fama di cui godono nella finanza tradizionale. Sarà Terra la prima a ospitarli nel suo ecosistema?

Cronje, addio a Yearn Finance e al mondo crypto

Cronje Yearn Finance

Andre Cronje, padre della finanza decentralizzata e di Yearn Finance, abbandona l’ecosistema DeFi per dedicarsi ad altri progetti

Andre Cronje, il creatore di Yearn Finance, saluta la DeFi dopo aver contribuito al suo sviluppo per 4 anni. L’annuncio è stato dato dal suo partner alla Fantom Foundation, Anton Nell, che si ritirerà insieme al collega. La notizia era nell’aria già da un po’: Cronje non ha mai nascosto la sua insofferenza nei confronti della community DeFi. Cosa succederà ora a YFI e agli altri protocolli che ha lanciato?

Andre Cronje abbandona Yearn Finance e la DeFi

Yearn Finance, lanciata nel 2020, è una blockchain che ha aiutato fin dall’inizio chi è interessato alla finanza decentralizzata. Il protocollo, sviluppato da Cronje, seleziona automaticamente le piattaforme di yield farming che danno le ricompense più alte, semplificando la vita a chi si occupa di DeFi. YFI è stata rilasciata nel 2020, e durante la ICO, il suo fondatore non ha riservato nessun token per sé.

Cronje ha lavorato nel mondo crypto fin dal 2018. Come mai ha deciso di dedicarsi ad altri progetti? In realtà, lo sviluppatore ha più volte mostrato profonda insofferenza nei confronti della community, specialmente verso la parte più interessata alla finanza decentralizzata. Senza peli sulla lingua, si è scontrato più volte con alcune persone sui social su temi come decentralizzazione e responsabilità, arrivando persino a definire la community “tossica”.

Andre Cronje ha sempre lavorato da solo, ma dopo che i suoi protocolli hanno cominciato ad avere successo, si è ritrovato criticato e attaccato per svariati motivi. “Non importa quello che fai, gli utenti saranno scontenti, e puoi star certo che te lo diranno” scrisse nel 2020. Alla fine, insieme ad Anton Nell, ha deciso di abbandonare il mondo crypto senza fornire alcuna spiegazione.

Cosa succede a Yearn Finance e alle altre dapp di Cronje

La community DeFi ha reagito in maniera poco ottimista all’annuncio di Cronje. Alcuni utenti gridano persino al “rug pull”, anche se in questo caso è un termine del tutto fuori luogo. Lo sviluppatore, infatti, ha solo detto che non supporterà più le sue dapp, ma ha lasciato la strada libera a chiunque voglia prendere il suo posto. Tutti i codici che ha scritto sono infatti open-source. Nonostante questo, YFI, FTM e il suo ultimo progetto SOLID sono scesi di prezzo.

Secondo la maggior parte degli esperti, però, l’abbandono di Cronje non interferirà con il funzionamento della DeFi. Uno sviluppatore del team di Yearn Finance ha criticato il panic selling generale, facendo notare che “Andre non lavora a Yearn Finance già da un anno”. James Hancock, ex-sviluppatore di Ethereum, ha ulteriormente spiegato la situazione. “Gli smart contract sono immutabili e non hanno bisogno della supervisione di Cronje per funzionare. [Cronje] sta solo interrompendo il supporto alle pagine web delle dapp”.

Cosa significa questo? Vuol dire che, semplicemente, andrà persa l’interfaccia grafica che permetteva agli utenti di interagire con la blockchain e le dapp. Questo non vuol dire che gli smart contract non avranno più valore, o che Yearn Finance smetterà di funzionare. I programmatori potranno continuare il lavoro di Cronje e creare nuove interfacce grafiche per rendere il protocollo più user-friendly.

La paura che tutti i token impiegati negli smart contract vadano perduti, quindi, è praticamente ingiustificata; le transazioni sono ancora conservate all’interno della blockchain. Cronje, poi, non seguiva più attivamente lo sviluppo né di YFI né di Fantom. L’ecosistema DeFi continuerà a sopravvivere anche senza uno dei suoi sviluppatori più brillanti. Questo è il vantaggio della decentralizzazione!

Terra: gli effetti dell’aggiornamento Columbus-5

Terra LUNA Aggiornamento

Columbus-5 è l’ultimo aggiornamento dell’ecosistema Terra-LUNA e ha semplificato le operazioni di staking e burning dei token. Ecco tutti i benefici

A maggio 2022 si è verificato un tracollo dell’ecosistema Terra che ha avuto effetti negativi sia su TerraUSD che su LUNA. Questo articolo è stato scritto prima dell’evento, quindi prima di leggerlo ti invitiamo ad approfondire la situazione e a restare aggiornat*.
In generale, gli articoli di Young Platform sono da considerarsi puramente informativi e non costituiscono un consiglio finanziario.

Il 13 settembre 2021, Terra si è aggiornata con Columbus-5. La blockchain coreana, in forte crescita, ha aumentato il suo market cap del 14,000% rispetto al 2021, mentre UST ha sorpassato i 10 miliardi di dollari in capitalizzazione. Come funziona Columbus-5 e perché ha convinto la community di Terra?

Ripasso: come funziona Terra

Terra è una blockchain Proof-of-Stake con un funzionamento molto particolare. Una delle sue funzionalità più interessanti è quella di permettere la creazione di stablecoin algoritmiche, cioè non ancorate a nessun asset sottostante. Per mantenere il valore delle stablecoin ancorato a quello delle valute di riferimento, il protocollo di Terra brucia o conia token per bilanciare l’offerta. 

Ad esempio, se il valore di Terra USD (UST) supera il rapporto 1:1 col dollaro, l’algoritmo premia gli utenti che bruciano LUNA per coniare stablecoin. Così, l’offerta di UST aumenta e il valore diminuisce. Questo sistema è chiamato signoraggio.

E se il valore della stablecoin è inferiore rispetto al dollaro? Allora il protocollo premia gli utenti che vendono UST in cambio di LUNA, diminuendo l’offerta e riportando il valore della stablecoin a livelli normali.

Cosa cambia con Columbus-5

Prima di settembre 2021, con Columbus-4, il signoraggio prevedeva che parte dei LUNA venissero bruciati, mentre un’altra parte veniva messa a disposizione della community per sostenere vari progetti e per garantire ricompense agli staker. Il sistema si è rivelato troppo generoso, e il fondo per la community è diventato sempre più sostanzioso, ma anche inutilizzato. 

La community di Terra ha quindi proposto di bruciare tutti i LUNA presenti nel fondo per coniare UST. Nella stessa proposta si è deciso di dare un miliardo di quegli UST a Ozone, un protocollo di assicurazioni basato sulla blockchain. Ozone è un fondo che copre i rischi derivanti da eventuali malfunzionamenti di Terra; in un certo senso, contribuisce a supportare l’ecosistema rassicurando chi detiene grandi somme di LUNA. I restanti UST sono rimasti nel fondo della comunità per sostenere nuovi progetti.

Per evitare di cadere di nuovo in “overfunding”, è stato anche cambiato il sistema di signoraggio. Adesso, il 100% dei LUNA viene bruciato ogni volta che si coniano degli UST. Questo ha contribuito a rendere Terra una blockchain estremamente deflazionaria.

Come tutte le blockchain basate su Cosmos, anche Terra ha accesso al sistema IBC (Inter Blockchain Communication), che permette di scambiare asset in maniera semplice tra reti costruite sulla stessa piattaforma. Columbus-5 ha attivato questo protocollo, modificando radicalmente l’ecosistema IBC. Infatti, prima di Terra, sulla rete non c’era una stablecoin nativa liquida che sostenesse gli exchange decentralizzati. Con l’arrivo di Columbus-5, i protocolli DeFi di Cosmos hanno guadagnato nuova liquidità da cui attingere. 

Quale sarà il futuro di Terra

Le innovazioni apportate dall’aggiornamento Columbus-5 hanno fatto salire alle stelle la popolarità di Terra e di LUNA. Un ulteriore aggiornamento ha eliminato le commissioni sulle transazioni, permettendo agli sviluppatori di creare con più facilità applicazioni basate su smart contract. Questo riduce leggermente gli introiti dello staking, ma contribuisce a far crescere la popolarità e l’usabilità dell’ecosistema Terra-LUNA, a beneficio anche degli staker stessi.

In più, tra le ultime decisioni della community, c’è l’approvazione di una campagna di marketing massiccia: Terra ha stretto una partnership con Washington Nationals, una squadra di baseball, per far entrare la crypto nel mainstream e consolidare i casi d’uso nella vita reale. Nel contratto, ad esempio, è prevista la possibilità di pagare il biglietto per le partite in stablecoin targate Terra.

Columbus-5 ha trasformato UST nella stablecoin decentralizzata con la capitalizzazione di mercato più alta. La compatibilità cross-chain e l’azzeramento delle commissioni sulle transazioni contribuirà a una crescita di dapp e strumenti DeFi, che a loro volta ingrandirà il market cap di UST. La combinazione tra valuta deflazionaria e stablecoin algoritmica ha già convinto la community, non ci resta che aspettare e vedere se LUNA arriverà… to the moon!

Cosa sta succedendo al mining di Bitcoin in Russia?

bitcoin mining

La guerra tra Russia e Ucraina ha messo in crisi il mondo, ma il mining di Bitcoin va avanti. Ma per quanto durerà ancora?

Nonostante la guerra tra Ucraina e Russia, il mining di bitcoin non si ferma. Considerando che nel 2021 l’11,2% dell’hash rate globale si trovava in Russia, molti si aspettavano un crollo di Bitcoin simile a quello avvenuto quando la Cina ha bandito il mining. Invece, la maggior parte delle mining pool continua a minare criptovalute, e il valore del mercato crypto ha retto il colpo.

Il mining di Bitcoin in Russia

L’instabilità geopolitica russa in seguito alle pesanti sanzioni ha scalfito anche il settore crypto. Nonostante la blockchain sia slegata dagli asset tradizionali, Bitcoin ed Ethereum hanno comunque seguito un trend ribassista prima di risalire. Ma come sono stati colpiti i miner russi?

Alcune pool internazionali, come Flexpool.io, hanno bloccato le attività dei miner russi. La mining farm, impegnata soprattutto nel mining di Ethereum, ha sospeso tutte le attività con sede in Russia. “Di solito non ci immischiamo in faccende politiche… ma questa non è solo politica. Chiediamo scusa ai nostri miner russi, molti di voi non supportano la guerra. Ma state comunque supportando la vostra nazione” scrive un rappresentante della mining pool su Reddit.

Altre mining pool, invece, continuano ad andare avanti col loro lavoro. Whit Gibbs, CEO della statunitense Compass Mining, ha affermato che le loro strutture di mining in Russia sono lontane dal conflitto, precisamente in Siberia. Perciò, nonostante la guerra, i super-computer della mining pool continueranno a supportare la rete di Bitcoin. Cosa significa questo per la Russia?

La criptoeconomia e la guerra

La presenza delle forze russe in Ucraina ha sconvolto le persone e i mercati, e gli Stati occidentali hanno rapidamente risposto con vari pacchetti di pesantissime sanzioni economiche. Banche, società e personalità importanti in Russia si sono ritrovate tagliate fuori dal sistema economico globale nel giro di una settimana. L’imminente esclusione della Russia dal sistema di pagamenti interbancari SWIFT, poi, potrebbe rivelarsi il colpo di grazia per il rublo russo. 

Ma dove la moneta fiat non arriva, potrebbe arrivare Bitcoin. Vista la massiccia presenza di società di mining presenti in Russia, la domanda interna di energia è elevata, e potrebbe aumentare ancora di più se il governo dovesse decidere di supportare ufficialmente le criptovalute. A quel punto, sarebbe possibile convertire il gas naturale in potenza di calcolo e potenziare il mining di bitcoin, invece di venderlo alle nazioni europee. Questa tattica è già stata sperimentata dall’Iran, nazione esclusa dal sistema SWIFT nel 2012.

Bitcoin: un modo per evitare le sanzioni?

Sarà questa l’arma di Putin per evitare il collasso economico della sua nazione? Probabilmente no. Infatti, il Ministero dell’Economia russo ha recentemente proposto una legge che vieta l’utilizzo di criptovalute come sistema di pagamento. La decentralizzazione potrebbe non essere vantaggiosa per il governo russo, che ha preferito proteggersi dalle sanzioni siglando vari accordi economici con la Cina.

Bisogna poi ricordare che le transazioni in Bitcoin non sono anonime ma pseudonime, e con i giusti mezzi è possibile risalire ai proprietari dei wallet. Questo esclude anche che gli oligarchi russi spostino gran parte del loro patrimonio in asset crypto, visto che le sanzioni sarebbero in grado di colpirli anche sulla blockchain! Con un blockchain explorer, il governo USA può identificare le transazioni degli oligarchi sanzionati, e punire chi accetta i pagamenti. Ogni tipo di commercio con la Russia è illegale, e questo vale anche per gli asset digitali.

I millennial sono la generazione di Bitcoin

Bitcoin Millennial

Nonostante le incertezze del mercato, i millennial sono la generazione più interessata a Bitcoin e alle altre criptovalute

Negli USA, i millennial (cioè i nati tra il 1981 e il 1996) sono stanchi degli asset finanziari tradizionali e preferiscono Bitcoin, secondo uno studio di Morning Consult. La ricerca, condotta tra luglio e dicembre 2021, ha interessato 50.000 persone.

Con le nuove tecnologie che arrivano sempre più velocemente, rimanere al passo può essere difficile: per questo è più probabile che la generazione dei baby boomer rimanga ancorata ad asset tradizionali come azioni, oro o ETF. I millennial, d’altro canto, hanno trovato rifugio nelle nuove promettenti tecnologie come la blockchain e Bitcoin.

La stabilità finanziaria che manca ai millennial

Sempre secondo Morning Consult, nel 2022 c’è stato un aumento di persone che non sentono di essere economicamente stabili. Per “stabilità finanziaria” si intende la serenità che ciascuna famiglia ha nei confronti delle proprie finanze. Una coppia di trentenni che non riesce ad arrivare a fine mese, o un lavoratore con un basso stipendio che non può permettersi di riparare la sua macchina, sono esempi di bassa stabilità finanziaria.

Secondo la ricerca, sono soprattutto i millennial ad aver accusato questo calo. La paura delle nuove varianti di Covid, l’inflazione e le crisi internazionali hanno portato questa categoria di persone ad avere sfiducia nelle istituzioni economiche classiche, mentre la generazione dei baby boomer non teme particolarmente questi imprevisti.

Bitcoin, la tecnologia che piace ai giovani

Nel 2022, si può dire che le crypto siano entrate di prepotenza tra gli asset “mainstream”. Lo studio di Morning Consult mostra che il 24% degli intervistati possiede criptovalute. Il dato è molto più interessante quando visto in prospettiva: il 31% degli intervistati possiede un account di brokeraggio, mentre il 23% ha i suoi soldi in un conto deposito.

Le crypto, quindi, hanno addirittura superato uno dei metodi di risparmio ritenuti più sicuri e stabili, cioè i conti deposito delle banche! E, ovviamente, la maggior parte di questa crescita è dovuta ai millennial. Meno del 10% dei baby boomer possiede crypto, mentre, a dicembre 2021, il 48% dei millennial intervistati possedeva Bitcoin o altre criptovalute.

Tuttavia, la ricerca mostra anche che la maggior parte dei millennial che possiede crypto è “un uomo con uno stipendio molto alto”. Il 25% degli intervistati, infatti, guadagna più di 100mila dollari, una cifra che sicuramente lascia ampio spazio per supportare numerosi progetti.

Perché i millennial puntano sulle crypto

La domanda nasce spontanea: perché proprio i millennial credono nella blockchain? Soprattutto negli USA, l’inflazione è aumentata vertiginosamente negli ultimi mesi, come effetto degli aiuti elargiti dal governo per combattere i danni della pandemia. I millennial hanno visto nelle criptovalute una risorsa alternativa e un potenziale da non lasciarsi scappare, allo stesso tempo supportando una tecnologia decentralizzata come quella della blockchain.

I baby boomer, almeno per le questioni finanziarie, sono molto legati a un rapporto diretto con il broker della propria banca. Ti ricorda qualcosa? Un sistema centralizzato, gerarchico, dove chi non si interessa di finanza lascia che a gestire i propri risparmi sia un’altra persona. Dall’altra parte, i millennial sono una generazione abituata alle nuove tecnologie, ai social, e alle community online. La condivisione della conoscenza, unita alla facilità e all’immediatezza con cui adesso è possibile acquistare un’azione o una criptovaluta, ricorda i sistemi decentralizzati della blockchain.

I millennial quindi sono più propensi a credere in Bitcoin perché sono più fiduciosi nell’impatto positivo che le nuove tecnologie possono avere sulla vita quotidiana e finanziaria. Possiamo quindi aspettarci che anche la generazione Z seguirà lo stesso trend? Anche loro avranno la stessa fiducia nelle crypto? Sicuramente le grandi istituzioni finanziarie non staranno a guardare. Proprio lo studio di Morning Consult esorta le banche a prepararsi alla blockchain. “I professionisti finanziari devono conoscere le criptovalute per soddisfare la curiosità dei clienti… chi si limita a guardare dagli spalti rimarrà indietro”.

Everest: l’hub del Web3 su The Graph

The Graph Everest

The Graph è fondamentale per tutto l’ecosistema della blockchain. Ecco come una sua dapp, Everest, contribuisce a supportare i progetti crypto

The Graph è una blockchain molto particolare. A differenza delle altre criptovalute più blasonate, The Graph vuole essere invisibile all’utente finale, ma utilissima per chiunque sviluppi nell’ecosistema crypto.

Il protocollo serve a rendere più efficienti le applicazioni decentralizzate, punto cardine delle crypto di nuova generazione. The Graph accelera il processo di ricerca dei dati nella blockchain, indicizzandoli e rendendoli più accessibili.

Inizialmente nato solo per Ethereum, il network si è ampliato fino a diventare indispensabile per quasi tutte le blockchain. Ma The Graph non è solo una rete di supporto! Everest, un registro universale di tutti i progetti crypto, è stata la prima dapp a essere lanciata sul protocollo, nel 2020: vediamo come funziona e quanto è utile!

Everest, un vero “registro universale” su The Graph

È facile perdersi nell’immenso panorama dei progetti basati su blockchain. Tra protocolli DeFi e nuove DAO che nascevano di continuo, la community crypto sentiva il bisogno di una directory organizzata ma decentralizzata per schedare tutte le dapp – già lanciate o ancora in sviluppo.

Ed ecco che entra in gioco Everest: una dapp decentralizzata, basata su The Graph ma non legata a nessuna blockchain specifica, che contiene al suo interno un registro di 1574 progetti. Questi progetti sono tutti legati al Web3, e sono divisi in macrocategorie per facilitarne la ricerca.

Tra i progetti possiamo trovare DAO, dapp, fondi, organizzazioni no-profit e molto più! Ogni progetto ricade in una categoria ben definita: tra di queste troviamo, per esempio, DeFi o Governance, ma anche le categorie Ambiente e Beneficenza. C’è davvero di tutto, e questo è il grande vantaggio di Everest: la facilità con cui chiunque può aggiungere ed esplorare i progetti crypto.

Sei curioso e vuoi dare un’occhiata alle applicazioni innovative basate su blockchain? Ti basta andare sul sito della dapp per saziare la tua curiosità. Oltre a questo, è anche uno strumento fondamentale per chi sta cercando progetti da supportare: se il creatore di una dapp è particolarmente attivo e aggiorna costantemente i dati presenti su Everest, sta sicuramente inviando un buon segnale a potenziali partner economici!

Come funziona Everest

L’obiettivo di The Graph con Everest è creare un hub globale dove ospitare tutti i progetti crypto aggiornati. Ogni progetto ha un’identità garantita sulla blockchain di The Graph attraverso un token ERC-1056, e grazie a un sistema di controllo decentralizzato è anche possibile eliminare o modificare dei progetti già esistenti qualora si riscontrino delle anomalie.

Il primo passo per apparire su Everest è aggiungere un progetto. Per farlo bisogna pagare una quota d’iscrizione pari a 10 DAI (circa 10$), che finiscono nella riserva di Everest. Il creatore del progetto è anche il suo proprietario, e può scegliere di delegare il controllo oppure passare lo status di proprietario a qualche altro utente della blockchain. Ogni progetto può anche avere dei rappresentanti. Il sistema dei rappresentanti è gerarchico, e quindi i membri più importanti hanno più poteri rispetto agli utenti meno importanti.

Ma se il sistema è open source, cosa impedisce a un utente qualunque di listare e fingere di essere il proprietario di un progetto? Proprio per evitare questo, Everest ha studiato un metodo per contestare i progetti listati. Chi apre una contestazione blocca 10 DAI e impone una votazione. Le ragioni possono essere varie, dai dati non aggiornati alla proprietà di un progetto di una persona che in realtà con quel progetto non ha nulla a che fare. Se la contestazione viene approvata, chi l’ha aperta riprende i DAI bloccati e ne guadagna ulteriori 9. Se la contestazione viene respinta, i 10 DAI finiscono nella riserva di Everest.

Gli utenti della dapp possono votare sulle contestazioni, e ricevere dei DAI se lo fanno, ma solo se hanno già aggiunto un progetto su Everest. I voti dei progetti più longevi “pesano” di più, e hanno più valore rispetto ai voti dei progetti appena inseriti sulla piattaforma. 

Il registro unico per un Web3 decentralizzato

Grazie a Everest, l’ecosistema di The Graph ha messo le basi per un ecosistema davvero decentralizzato. Il sistema di contestazione di Everest e la community attiva del mondo crypto assicurano che il registro riporti dati corretti e funzioni anche senza nessun controllo centralizzato.

Il team di sviluppo di Everest spera che il loro registro diventi sempre più ampio, e dare modo a tutti di trovare informazioni sicure e affidabili sui loro progetti crypto preferiti.

Polkadot: tutto sulla seconda asta per le parachain

Polkadot Parachain Coin

Polkadot comincia a ingranare: dopo il successo della prima asta, adesso ci si gioca i posti per altre 5 parachain

Si è appena chiusa la seconda asta per accaparrarsi il diritto di programmare una parachain su Polkadot! Dopo che il 18 dicembre sono andate online le prime 5 parachain, la blockchain di Gavin Wood ha aperto altri 5 slot.

Le parachain sono delle blockchain “parallele”, che si basano sulla rete principale, ma possono essere programmate a seconda dei bisogni della singola applicazione. Acala, che ha vinto la prima asta tenuta per le parachain, è un progetto DeFi precedentemente basato su Ethereum. Moonbeam, invece, è una blockchain che facilita le transazioni cross-chain tra le piattaforme più utilizzate. Casi d’uso diversissimi, ma basate sulla stessa blockchain: questa è la particolarità di Polkadot!

Come funzionano le aste su Polkadot

La scalabilità e l’interoperabilità promesse dalle parachain allettano molti sviluppatori, ma come funzionano le aste su Polkadot? Il funzionamento è molto semplice. Ci sono 100 slot per le parachain. Questi slot vengono messi periodicamente all’asta in gruppi di 5, a una settimana di distanza l’uno dall’altro, in un ciclo infinito. Infatti, chi vince l’asta ha diritto a utilizzare quella parachain per un tempo limitato, di solito di due anni. L’integrità del network è garantita dai DOT che vengono “bloccati” durante l’asta,  poi restituiti a chi ha contribuito al progetto alla fine del prestito.

Attualmente l’algoritmo sta verificando a chi andrà il decimo slot, l’ultimo di questo gruppo. Le parachain dei progetti vincitori andranno live l’11 marzo, e non mancheranno di portare una boccata d’aria nell’ecosistema di Polkadot!

Efinity

Efinity è la piattaforma che ha vinto l’asta il 31 dicembre, raccogliendo 7,7 milioni di DOT con più di ventimila partecipanti. La piattaforma, sviluppata dal team che ha creato Enjin, supporterà lo scambio di NFT.

Efinity punta tutto sull’interoperabilità e sulla scalabilità della parachain. Il team di sviluppatori, infatti, ha aspramente criticato il mercato NFT di Ethereum. “Gli artisti sono costretti a lavorare con commissioni enormi, smart contract poco flessibili e un’interoperabilità poco chiara”. Al contrario, su Efinity lo scambio di token sarà intuitivo e immediato, “e gli utenti potranno godersi le loro opere d’arte senza preoccuparsi di come funziona la rete su cui stanno operando”.

Composable Finance

Composable Finance ha vinto il settimo slot con più di 6 milioni di DOT. L’obiettivo della parachain è creare una DeFi cross-chain, che faciliti lo scambio di token e smart contract tra tutte le blockchain layer 1.

La vision di Composable Finance è creare un ecosistema “blockchain-agnostic”, ossia compatibile con token di qualunque blockchain, che sia così semplice da far entrare la DeFi nel mondo della finanza mainstream.

Centrifuge

Centrifuge ha vinto l’ottavo slot con più di 5,4 milioni di DOT. La sua mission è riassunta nel concetto di “Real World DeFi”, ovvero una finanza decentralizzata ma basata sul “mondo reale”. Il suo obiettivo è simile a quello di Composable Finance, ma con alcune differenze.

Centrifuge porta gli asset tradizionali nella finanza decentralizzata. Per ora il progetto è attivo su Ethereum, ma grazie alla parachain di Polkadot, la rapidità degli smart contract sarà ancora maggiore. Centrifuge è integrato con alcune importanti realtà DeFi come Aave o MakerDAO.

HydraDX

HydraDX si è guadagnata il nono slot con 2,4 milioni di DOT. È un protocollo DeFi cross-chain con una differenza rispetto agli altri exchange decentralizzati. Normalmente, un exchange ha una “pool” di liquidità per ogni pair (per esempio, DOT/ETH).

HydraDX ha studiato un sistema chiamato “Omnipool”, che comprende tutti i pair in un’unica pool. In questo modo, la liquidità dei token risulta più accessibile, velocizzando gli scambi tra crypto differenti e migliorando l’efficienza della blockchain.

E il decimo slot?

Il decimo slot è ancora conteso, ma per ora il progetto che probabilmente vincerà sembra essere Interlay, con 2,7 milioni di DOT e più di diecimila sostenitori. Interlay è un progetto DeFi completamente concentrato su Bitcoin.

Attraverso un token in rapporto 1:1 col prezzo di bitcoin chiamato interBTC, il progetto vuole rendere possibile l’utilizzo e lo scambio di BTC su ogni blockchain.

L’asta si è conclusa il 24 febbraio, alle 14:45. Manca poco a sapere se Interlay ha conquistato il decimo slot! In ogni caso, gli altri slot per le parachain di Polkadot saranno sbloccati l’11 marzo, con una nuova asta che presenterà delle regole differenti.

Visto che il canary network di Polkadot, Kusama, ha retto bene l’aggiunta di ben 22 parachain, è stata approvata una mozione per aumentare il numero di slot messi all’asta in ogni gruppo. A partire dall’11 marzo, saranno messi a disposizione ben 7 slot invece di 5. Inoltre, i primi due vincitori di ogni gruppo potranno mandare live le loro parachain immediatamente, invece di aspettare l’inizio dell’asta successiva.

Polkadot e le sue parachain stanno prendendo il volo, e noi le seguiremo: appuntamento alla prossima asta!

Ethereum: il vigilante che ha salvato Optimism

Ethereum vigilanti blockchain hacker

Un famoso hacker, Saurik, ha scovato un bug di Optimism, un Layer 2 di Ethereum. Invece di sfruttarlo, l’ha segnalato ricevendo un premio. Mr. Robot nella vita reale?

Ethereum è una delle blockchain più conosciute dopo Bitcoin. Grazie alla sua community florida e alla sua versatilità, negli anni è diventata un punto di riferimento per la DeFi e per le piattaforme layer 2.

Optimism, una rete layer 2 costruita su Ethereum, nascondeva un bug che avrebbe permesso a chiunque l’avesse scoperto di acquistare ETH infiniti e manipolare temporaneamente il mercato. Fortunatamente la blockchain è anche circondata da una community solida: un famoso hacker, Saurik, ha scovato il bug e l’ha sistemato.

Saurik, l’hacker che ha salvato Ethereum

Forse il nome non ti dirà niente, ma Saurik, al secolo Jay Freeman, è un programmatore di successo ed è molto conosciuto nei giri che contano. Per essere più precisi, è un hacker di fama internazionale! Il programmatore è particolarmente famoso per aver sviluppato Cydia, un programma che permette di installare applicazioni di terze parti su prodotti Apple.

Saurik, che lavora come “bug hunter”, ha scritto di aver cominciato a studiare Optimism dopo che il team di sviluppo aveva offerto 2 milioni di dollari se qualcuno avesse trovato un bug critico della loro rete. Dopo un anno di ricerca, l’hacker è riuscito a scovare una falla nel codice della rete layer 2.

Optimism è una rete costruita su Ethereum per velocizzare le transazioni e migliorare la scalabilità della blockchain madre. Saurik aveva scoperto un modo per “attaccare” questa rete e creare un numero infinito di token, che avrebbe potuto scambiare con tutti gli Ether disponibili sul protocollo layer 2. Prima o poi qualcuno si sarebbe accorto della falla, e l’ecosistema di Ethereum si sarebbe ritrovato compromesso.

Invece di sfruttare il bug, Saurik ha trovato un fix e l’ha presentato al team di Optimism. Un gesto onesto che gli ha reso 2 milioni di dollari, visto che il team gli ha offerto una lauta ricompensa per la scoperta. Ti sembrano tanti? Pensa a quanti danni avrebbe creato un hacker con brutte intenzioni: sicuramente Optimism, e gli utenti della rete, avrebbero perso ben più di 2 milioni di dollari.

Una community di ferro: il miglior antivirus

Il lavoro del bug hunter è complesso ma fondamentale. Chi va a caccia di bug è un hacker etico che ricerca, in maniera legale, delle falle di sicurezza all’interno di software o siti. Le aziende mettono spesso a disposizione delle “bug bounties”, ovvero delle taglie che i cacciatori di bug possono riscuotere.

Anche quando si parla della blockchain, i bug hunter sono fondamentali, forse anche di più che rispetto ai software tradizionali! Una delle più grandi missioni delle crypto è proprio la decentralizzazione. La community gioca un ruolo di rilievo nel creare un ecosistema innovativo e funzionale, ed è proprio per questo che le DAO o i launchpad sono modelli molto apprezzati.

Anche per la sicurezza, la community è importante: senza i beta tester, senza i bug hunter, o semplicemente senza la volontà dei programmatori di migliorare la propria blockchain, il mondo delle crypto perderebbe la propria spinta verso innovazione e decentralizzazione.

Non solo Saurik: gli hacker etici sono ovunque

Hai visto Mr. Robot? Allora saprai che il fascino degli hacker etici è innegabile. Ti piacerà sapere che i cosiddetti “white-hat hacker”, ovvero quegli hacker che non intendono davvero derubare il prossimo ma solo aiutare le piattaforme a diventare più sicure, sono molto attivi sulla blockchain! E non si occupano solo di bug su Ethereum, ma si interessano a tutte le piattaforme crypto.

Per esempio, il 10 agosto 2021, Poly Network ha subito un attacco che ha fatto perdere alla piattaforma 610 milioni di dollari in token. “Mr. White Hat”, l’hacker che ha condotto l’attacco, ha fatto sapere il giorno dopo che l’aveva fatto “per divertimento”, offrendosi di restituire tutto il denaro e di far sapere a Poly Network come sistemare il bug.

L’11 febbraio, l’utente twitter Tree of Alpha ha contattato Coinbase per avvisarli di un bug che poteva essere sfruttato per prendere il controllo del prezzo delle criptovalute sul mercato. Grazie alla sua correttezza, l’hacker ha evitato che qualche malintenzionato si arricchisse alle spalle dei trader onesti.

Sei interessato a diventare un bug hunter? Cardano, in preparazione per il rilascio del nuovo update, ha raddoppiato le taglie per chi scova dei bug! Se sei un programmatore, non lasciarti sfuggire l’occasione e contribuisci alla sicurezza della community crypto. Chi holda ADA ti ringrazierà!

Atlo: le ultime novità dal sistema Terra

Terra Atlo e le ultime novità dalla blockchain di LUNA

Terra è stata la blockchain preferita dagli utenti di Young Platform in questo mese, forse grazie al fortunato lancio del launchpad Atlo su Terra?

A maggio 2022 si è verificato un tracollo dell’ecosistema Terra che ha avuto effetti negativi sia su TerraUSD che su LUNA. Questo articolo è stato scritto prima dell’evento, quindi prima di leggerlo ti invitiamo ad approfondire la situazione e a restare aggiornat*.
In generale, gli articoli di Young Platform sono da considerarsi puramente informativi e non costituiscono un consiglio finanziario.

Da giovane volevi fare l’astronauta? Ti farà sicuramente piacere sapere che LUNA, la crypto nativa di Terra, questo mese si è classificata al 3° posto sul podio delle crypto più scambiate su Young Platform, dopo MANA e SAND. Ovviamente senza considerare gli evergreen: BTC ed ETH. Abbiamo già parlato molto di questi due metaversi, ma nella blockchain di Terra ci avete creduto tantissimo, quindi vogliamo tenervi aggiornati!

News flash: la blockchain made in Corea ha recentemente accolto sulla sua piattaforma un launchpad nuovo di zecca, Atlo. 

I launchpad sono elementi fondamentali per alimentare l’ecosistema delle blockchain. Queste dapp permettono a individui e aziende di pubblicare alcuni progetti e lasciare che la community decida se sono validi o no, attraverso un sistema di votazioni e staking. Atlo è il nuovissimo launchpad rilasciato sulla blockchain Terra, ed è già funzionante al 100%! Scopri di più su Atlo e sui tre progetti che sono nati nel suo ecosistema.

Come funziona il launchpad Atlo

Assembly, Test and Launch Operation: ATLO è un acronimo utilizzato nel campo dell’aeronautica per indicare il processo che porta i razzi nello spazio. Migliaia di ingegneri e astrofisici lavorano in questa fase, rimanendo spesso sconosciuti, al contrario degli astronauti di cui tutti ricordano il nome. Nonostante questo, il loro lavoro è fondamentale e importante tanto quanto quello dei loro più blasonati colleghi.

Proprio da questo procedimento prende forma l’idea di Atlo. Il launchpad ha lo scopo di decentralizzare i lanci di nuove idee crypto, e di gestire in maniera autonoma e indipendente il processo che va dalla presentazione dell’idea al rilascio dei token. “Stiamo creano $ATLO per mettere in pratica i pilastri delle criptovalute: decentralizzazione, autonomia, governance condivisa ed esecuzione”.

L’Atlo Protocol Launch si divide in sei step, portati avanti da tre ruoli fondamentali nel procedimento. I launcher sono gli ideatori di un progetto, in cerca di approvazione e fondi. Gli investors sono individui che vogliono prendere parte al progetto, impegnando parte dei loro $ATLO. I community participant sono coloro che hanno i loro $ATLO in staking, garantendo la qualità e la sicurezza del protocollo, anche senza investire in nessun progetto particolare.

Quali sono i sei step che ogni progetto affronta prima di essere ufficialmente lanciato?

1. Proposta

Un potenziale launcher propone il suo progetto, utilizzando la dapp di governance Atlo. Dopo aver depositato un numero minimo di token e aver rispettato alcuni criteri, la proposta può passare allo step successivo.

2. Valutazione e votazione della proposta

A questo punto, la community vota la proposta utilizzando i propri $ATLO. Il launchpad supporterà creatori e community, semplificando la comunicazione tra le due parti.

3. Decisione

Se la proposta viene bocciata, allora non andrà a buon fine. Se viene accettata, la proposta passa allo step successivo e ottiene un voto basato sulla sua popolarità.

4. Lancio del token

Il protocollo di governance definisce equamente il numero di token del progetto da affidare alla community del progetto, in base agli $ATLO depositati dalla community nello step 2.

5. Generazione dei token

I token vengono generati, e vengono poi distribuiti dal launchpad.

6. Post Launch Evaluation

Dopo il lancio, viene presentato un questionario per permettere alla community di valutare la qualità del lancio.

I tre progetti su Atlo

Il launchpad è già funzionante e ha riscosso un certo successo! Con tutte le persone che hanno idee innovative, c’era da aspettarselo. Sono stati presentati tre progetti, vediamo quali sono!

Fanfury

Fanfury è un metaverso improntato sul gaming. Il mondo di Fanfury si basa su un genere di nicchia, quello del fantasy sport. Se hai mai giocato a Blood Bowl, allora sai di che si tratta! In un mondo distopico, potrai giocare e interagire con un sistema di DeFi perfettamente integrato nelle meccaniche di gioco.

MintDAO

Pensavi che gli NFT non potessero diventare meglio di così? MintDAO dimostra il contrario! La piattaforma di minting di NFT sarà capace di lanciare intere collezioni di arte digitale senza sprecare tempo. Ogni collezione avrà delle variabili personalizzate, e chi sceglie di conservare i propri token non fungibili sarà premiato! Yield farming con gli NFT? Perché no!

Minerva

Una DAO da sommelier: Minerva è un’organizzazione autonoma di appassionati di vini. La DAO selezionerà i migliori produttori di vini da tutto il mondo, e permetterà agli utenti di comprare le loro bottiglie. Durante il tempo di maturazione, la somma pagata verrà impiegata per fare yield farming sulle piattaforme di DeFi. Il produttore di vino otterrà la maggior parte del ricavato, mentre l’acquirente avrà una parte minore… ma sarà ripagato con un calice di ottimo vino!


Non solo stablecoin: l’ecosistema di Terra diventa ancora più ricco di funzionalità e innovazioni. Ed è evidente che la passione per le nuove tecnologie è ciò che piace alla crypto community! Per saperne di più su come funziona Terra, vienici a trovare sull’Academy!

Criptovalute per San Valentino? Il Cupido che non ti aspettavi

Secondo un sondaggio, chi si interessa a Bitcoin e crypto è più interessante agli occhi di potenziali partner.

È San Valentino, love is in the air, e tu stai guardando grafici e candele di Bitcoin. Ma non abbatterti: secondo uno studio, chi è appassionato di crypto ha più probabilità di attrarre partner sulle app di dating. Un dato? Il 74% degli intervistati ha detto che andrebbe a un secondo appuntamento con chi paga il conto usando Bitcoin. Ma occhio a non diventare monotematici, o la vostra passione potrebbe ritorcervisi contro!

Bitcoin e amore: un’accoppiata vincente?

Se conosci le app di dating, sai benissimo quanto è difficile trovare la frase giusta per iniziare una conversazione. Vuoi sembrare simpatico, ma alle tue battute rispondono solo i grilli, oppure nessuno apprezza le tue citazioni colte ? La soluzione, sorprendentemente, potrebbe essere proprio parlare di crypto!

Secondo uno studio condotto su 2.000 statunitensi, più del 40% degli uomini e del 25% delle donne intervistate apprezza particolarmente chi ha un interesse per la blockchain e Bitcoin. Allo studio hanno risposto soprattutto Millennials e Gen Z, cioè persone che hanno vissuto le innovazioni tecnologiche e che hanno visto Bitcoin nascere. Con il boom delle criptovalute degli ultimi anni, è normale che i giovani adulti si siano interessati alla blockchain, e notoriamente la community crypto è molto unita e attiva!

Temi che sia solo una scusa per trovare qualcuno che abbia un bel po’ di soldi? Dipende! Le criptovalute non sono solo valute, sono veri e propri progetti. Per esempio, Cardano è una blockchain che punta sulla sostenibilità e sulla facilità d’uso. Avalanche vuole creare un ecosistema di dapp efficiente e altamente scalabile. The Sandbox invece è il metaverso perfetto per i videogiocatori. Scambiarsi pareri sulle crypto preferite non vuol dire solo parlare di soldi, ma di valori e preferenze! L’importante è non bisticciare su quale sia l’Ethereum killer migliore al primo appuntamento.

Basta cioccolatini, a San Valentino si regalano NFT

Hai già un partner? Considera di regalare un NFT! Secondo il sondaggio, l’8% degli intervistati vorrebbe ricevere un non-fungible token, e non qualche Bitcoin, per San Valentino. La bellezza degli NFT è che sono immutabili: potrebbero sostituire i lucchetti sui ponti? Secondo Ivan Sokolov, fondatore di Mintmade, sì. La sua piattaforma permette agli utenti di effettuare il minting di NFT personalizzati coi nomi dei due partner. Un lucchetto indistruttibile, e non devi neanche buttare la chiave!

Per chi cerca qualcosa di può particolare, sono state messe in vendita parti del Bacio di Klimt, la nuova idea del Museo di Vienna. Oppure, è possibile acquistare gli NFT di un gioiello di Myka, oreficeria che offre gioielli personalizzati. Quest’anno ha deciso di avventurarsi nel metaverso, e offrire copie digitali dei gioielli più gettonati sotto forma di token. Queste iniziative avranno successo? Con l’avvento del metaverso e la voglia di esprimere la propria personalità anche nella realtà virtuale, è possibile.

Bitcoin sì, ma con moderazione

Incontrare qualcuno che condivide i nostri stessi interessi è sempre bello, ma bisogna sempre ricordarsi di spaziare e non diventare monotoni, soprattutto quando si parla di soldi. Alcuni degli intervistati hanno detto che parlare solo di criptovalute può diventare noioso, e trasformare un bell’appuntamento in un colloquio di lavoro!

Ma non solo: purtroppo, anche i truffatori sono in cerca di “amore”. Nel 2021, complici anche i lockdown e l’assenza di contatto fisico, gli scammer hanno truffato l’80% di vittime in più. Sfruttando le app di dating e inventando scuse per non mostrarsi di persona, questi truffatori fingono di essere interessati al malcapitato, fin quando non gli chiedono di inviare dei soldi. Bitcoin e altre criptovalute sono il pagamento che preferiscono, quindi presta attenzione ai tuoi incontri! La blockchain deve essere un mezzo per condividere interessi in comune, perciò tieni sempre ben stretta la tua chiave privata e le tue password. E ricorda, DYOR è un mantra che può essere applicato anche fuori dal mondo crypto.

Buon San Valentino!