Moonbirds: tutti in hype per gli NFT da mettere in Staking

Moonbirds NFT staking

Le solite scimmie annoiate di Bored Ape ti hanno stancato? Scopri cosa sono i Moonbirds, gli NFT da mettere in staking!

Dopo il dominio incontrastato di Bored Ape Yacht Club e Cryptopunk, una nuova collezione di non-fungible token potrebbe superarli entrambi: stiamo parlando dei Moonbirds, un progetto che dopo una settimana ha già raggiunto vette altissime! Scopri cosa sono i Moonbirds e come funziona lo staking di questi nuovi NFT!

I nuovi NFT in trend? Ecco Moonbirds!

Che cosa sono i Moonbirds? I nuovi NFT in trend che hanno battuto ogni record! Lanciati il 16 Aprile 2022, hanno raggiunto picchi altissimi di prezzo in poco tempo, segnale di un enorme successo. Un dato al volo? I Moonbirds hanno registrato un volume totale di vendite di quasi 360 milioni di dollari in poco più di una settimana. Le 10 vendite più alte sono comprese tra i 397 mila e il milione di dollari.

La collezione è composta da 10.000 token su Ethereum che raffigurano gufi e civette. I Moonbirds nascono da Proof, una startup fondata da un noto investitore VC, Kevin Rose. La compagnia ha alle spalle un altro progetto NFT di successo ovvero il Proof Collective, una sorta di club prestigioso per collezionisti e artisti NFT. I Moonbirds sono stati pensati per essere gli “official Proof PFP”, ovvero le foto profilo ufficiali dei soci del club. I Moonbirds sono anche le chiavi per poter entrare nel canale discord di Proof in cui vengono discusse e proposte tutte le iniziative. Rose ha grandi ambizioni per i Moonbirds, tra cui una nuova funzionalità chiamata “nesting” con cui sarà possibile bloccare i propri NFT per ricevere reward e benefit. 

Tratti e nesting: come si evolvono i Moonbirds

Come altre collezioni di NFT, i Moonbirds hanno dei “tratti” generati casualmente che li rendono unici, e ciascun tratto ha una rarità differente. Ci sono 8 categorie di tratti, che vanno dallo sfondo al vestiario al colore delle penne. Alcuni tratti sono rarissimi, come il Cosmic: su 10.000 gufi, solo 6 ce l’hanno!

Hai mai fatto staking di NFT? La collezione Moonbird è unica nel suo genere perché permette di bloccare i propri token per ricevere delle ricompense, proprio come nello staking. Questo meccanismo prende il nome di nesting! Ogni proprietario può mettere i propri Moonbird in questa sorta di “staking”, connettendo il proprio wallet al sito ufficiale della collezione. Qui i nostri volatili digitali fanno un nido, che ogni 30 giorni diventa più prezioso. All’inizio il nido sarà composto da semplici rametti, ma col tempo può diventare di bronzo, d’argento e persino d’oro! Un nido prezioso equivale a reward sempre più consistenti. È importante però che i nostri uccellini stiano tranquilli: metterli in vendita su un marketplace resetterà il nido e azzererà tutti i progressi.

L’idea di Kevin Rose è di dare un ulteriore valore aggiunto al nesting. Oltre ai reward c’è molto di più! Dopo un certo periodo di tempo, i possessori dei Moonbirds arriveranno a guadagnare oggetti reali: ad esempio, se il nostro NFT indossa una felpa, il team di PROOF ci invierà una vera e propria felpa uguale a quella del nostro Moonbird come premio per aver tenuto in staking il token.

Come acquistare un Moonbird

Acquistare un Moonbird è facile, si trovano sui principali marketplace. Tuttavia per aggiudicarti un gufo o una civetta dovrai mettere mano al tuo wallet, infatti il prezzo minimo per il Moonbird più comune è di 15 ETH, ovvero circa 42 mila dollari. Uno dei più rari, invece, è al momento disponibile su Looksrare per 375 ETH. Puoi trovare le collezioni ufficiali sia su Opensea sia su Looksrare. Se vuoi entrare a far parte della community dei Moonbirds ti basterà connettere il tuo wallet e fare un’offerta. Attenzione però: quando compri un NFT, il livello del suo nido si resetterà, indipendentemente dal livello raggiunto dal suo precedente proprietario. Quindi, quando lo metterai in nesting, il tuo gufo tornerà in un modesto nido di rametti. 

Adesso che sai cosa sono i Moonbirds, gli NFT da mettere in staking, rimarrai fedele alla vecchia guardia dei Bored Ape Yacht Club e dei Cryptopunk

Fantom: 5 Dapp da urlo tra DeFi, Gaming e NFT

Fantom 5 dapp migliori

Fantom, la piattaforma multichain programmabile e sostenibile, ha un ecosistema ricco di applicazioni a tema horror! Scopri le 5 migliori dapp su Fantom!

Fantom (FTM) è una piattaforma crypto scalabile, altamente programmabile e, come si intuisce dal nome… a tema horror! Creata dal coreano Ahn Byung Ik, la piattaforma è stata sviluppata insieme ad Andre Cronje, già fondatore di yearn.finance. L’ecosistema di Fantom è ancora giovane, ma la velocità e i bassi costi del suo protocollo hanno già attirato numerosi sviluppatori. Ogni dapp ha accesso a una sidechain, un sistema simile a quello provato da Polkadot. Ma, a differenza di quest’ultima, gli “slot” sono illimitati. 

Potenzialmente Fantom può accogliere tantissime dapp senza compromettere la velocità delle sue transazioni o la sicurezza del suo protocollo. Proprio per questo nel suo ecosistema troviamo tantissime applicazioni che vanno da exchange decentralizzati, a marketplace di NFT, e persino a videogiochi play-to-earn. Scopri 5 migliori Dapp su Fantom!

Spookyswap

Fantom nasce come una piattaforma crypto per la DeFi, e Spookyswap è il DEX di punta del suo ecosistema! Il suo token, BOO, ha una capitalizzazione di mercato di più di 100 milioni di dollari, rendendolo l’exchange decentralizzato più grande su Fantom. Il suo funzionamento è simile al più famoso UniSwap, con meno unicorni e più spettri. 

Su Spookyswap puoi scambiare token differenti, offrire liquidità alle pool o mettere in staking il token nativo, BOO. In più puoi anche mandare token da una blockchain all’altra attraverso un bridge, e impostare dei “limit order”. Il valore totale bloccato nel protocollo ammonta a 790 milioni di dollari: non male per un DEX così giovane! E per quanto riguarda la sicurezza? Spookyswap è controllata da Certik, azienda che si occupa di sicurezza nel Web3. Insomma, l’unica cosa di cui aver paura sono i fantasmi!

Tomb Finance

In una blockchain per la DeFi non può mancare una crypto dal valore stabile! Tomb Finance è un ecosistema basato su TOMB, un token ancorato a FTM. A garantire l’ancoraggio del token c’è un complesso algoritmo simile al sistema di signoraggio di US Terra.

Purtroppo, Tomb Finance ha avuto un piccolo incidente di percorso che ha fatto diminuire la sua popolarità. All’inizio esisteva una “gatekeeper tax”, ovvero una tassa del 20% sulla vendita dei token. Secondo gli sviluppatori questa tassa sarebbe stata tolta dopo qualche mese, ma nel frattempo alcuni utenti avevano trovato un modo di vendere i loro token senza pagare la tassa, provocando sospetto nella community. Dopo le spiegazioni degli sviluppatori e la rimozione della Gatekeeper tax, però, Tomb Finance è risorta e adesso TOMB ha una capitalizzazione di mercato pari a 383 milioni di dollari.

Rarity Game

Tra le 5 migliori Dapp su Fantom c’è anche Rarity, un videogioco play-to-earn sviluppato da Andre Cronje. Da buon nerd appassionato di D&D, Cronje ha voluto trasferire sulla blockchain gli anni passati come dungeon master e ha creato Rarity.

Il videogioco, sviluppato su Fantom, può sembrare molto simile a un classico gioco di ruolo. All’inizio devi creare un personaggio appartenente a una classe, come Guerriero o Mago. Per crearlo bisogna solo pagare le gas fee, che su Fantom sono davvero basse. Poi si può mandare il proprio personaggio all’avventura, dove affronterà mostri ed esplorerà dungeon! Dopo qualche level up, il tuo alter-ego potrà creare degli oggetti come armi, pozioni e armature, e venderli come NFT sul marketplace di Rarity ad altri giocatori come te. Chi è che da piccolo non sognava di guadagnare giocando?

Fantums of Opera

NFT di fantasmi in grafica 8-bit in grado di sfidarsi in duelli mortali. Questo è Fantums of Opera, il primo progetto di NFT approdato su Fantom! Lo scopo degli sviluppatori è creare un universo a tema Halloween dove i padroni dei Fantums possono costruire oggetti, scambiarsi pozioni, vincere trofei e far combattere i propri spettri!

Oltre agli NFT, Fantums ha anche dei token nativi: FOO e RIP. I FOO sono dei token di governance che, secondo il team di sviluppo, potranno a breve essere messi in staking. I RIP, invece, servono a far “resuscitare” i propri fantasmini caduti in battaglia. Uno dei modi per ottenerli? Distruggere un altro Fantum che possiedi, perdendolo per sempre. Questi Pokémon del Web3 sembrano pronti a far concorrenza agli Aavegotchi!

Paintswap

Ami gli NFT, non disdegni il trading e ti interessi allo yield farming? Allora Paintswap può fare al caso tuo. Questa dapp combina un DEX per crypto con un marketplace di NFT, ed è stato sviluppato su Fantom per sfruttare la velocità e i bassi costi delle transazioni. Proprio in virtù delle gas fee ridotte, Paintswap incoraggia gli utenti a scambiare NFT dal prezzo contenuto, oltre che collezioni da centinaia di migliaia di dollari.

Il token nativo di Paintswap, chiamato simpaticamente BRUSH, può essere messo in staking direttamente sulla dapp per ottenere delle ricompense. Il token permette anche di accedere alla governance della PaintswapDAO. Dove altro li trovi dei rarissimi e scintillanti Pepe corazzati? 

Dalla “tradizionale” finanza decentralizzata al play-to-earn, le 5 migliori dapp su Fantom (FTM) insieme hanno un market cap di quasi mezzo miliardo di dollari! Se l’ecosistema continua a crescere, Fantom potrebbe entrare di diritto nel mondo dei protocolli “Ethereum Killer” grazie alla programmabilità e alla velocità delle sue transazioni. Riuscirà a competere con gli altri grandi nomi della blockchain?

UniSwap o Curve? Due exchange decentralizzati a confronto

Uniswap vs Curve 2022

Uniswap e Curve sono due exchange, entrambi decentralizzati ma con alcune differenze. Scopri qual è il DEX migliore del 2022!

All’inizio, il mercato delle crypto era dominato dagli exchange centralizzati. La facilità d’uso e la comodità dei CEX li ha resi e li rende tuttora lo strumento più sicuro e user-friendly per gli appassionati di crypto. Nel 2018, però, è arrivato UniSwap, il primo exchange decentralizzato innovativo. Rispetto agli exchange decentralizzati di prima generazione, UniSwap è automatizzato, senza un order book vero e proprio, e per questo dispone quasi sempre di una buona liquidità per permettere gli scambi.

Il successo di questo nuovo protocollo ha portato alla nascita di molti altri DEX, a volte quasi “copiati” da UniSwap. Proprio mentre l’ambiente della DeFi stava diventando monotono, è arrivato Curve, un exchange decentralizzato multichain specializzato negli scambi di stablecoin. Questo DEX risolve un problema di UniSwap, ovvero la volatilità delle pool quando le crypto che si scambiano hanno prezzi simili. Vediamo le differenze tra UniSwap e Curve e qual è il miglior DEX nel 2022.

UniSwap, pioniera degli exchange decentralizzati

Chi prima arriva meglio alloggia: anche se le “copie” abbondano, UniSwap è il DEX con i volumi più alti del mercato DeFi. Dal 2018, il protocollo ha rivoluzionato il mercato crypto con la sua piattaforma user-friendly e dalla tecnologia innovativa. Fino a quel momento, i pochi exchange decentralizzati esistenti utilizzavano dei classici order book, che gestivano gli ordini di acquisto o di vendita. Il problema era che in questo modo c’era poca liquidità all’interno dell’exchange; non era raro trovarsi di fronte a scambi lenti, eseguiti a prezzi indesiderati o totalmente bloccati.

UniSwap ha quindi sfruttato la tecnologia degli smart contract e ha sostituito il vecchio sistema peer-to-peer con un sistema peer-to-contract. Il DEX ha inserito nel protocollo gli AMM (Automated Market Maker). Il “maker”, ovvero la parte che soddisfa l’ordine, non è più un altro trader ma uno smart contract. L’AMM prende liquidità dalle “liquidity pool” e porta a termine gli scambi in maniera totalmente automatica. Ogni “pair” di crypto ha una liquidity pool, all’interno della quale sono presenti un gran numero di token sempre disponibili. 

La domanda sorge spontanea: chi è che rimpingua le liquidity pool? Ecco l’altra trovata geniale di UniSwap. Invece di affidarsi ad aziende o investitori, come per gli exchange centralizzati, UniSwap offre ricompense agli utenti che “bloccano” le loro crypto nelle pool di liquidità. Così, sono gli stessi utilizzatori della blockchain a offrire liquidità al DEX, in cambio di una parte delle commissioni dell’exchange.

Curve, un DEX per stablecoin 

UniSwap, e gli exchange decentralizzati in generale, hanno un problema notevole: quando si scambiano crypto con valori simili (come le stablecoin, per esempio), può avvenire un fenomeno detto “slippage”. Lo slippage avviene quando il prezzo di mercato varia repentinamente mentre lo smart contract sta finalizzando l’ordine, portandoti a un risultato diverso da quello inizialmente previsto. 

Curve ha implementato un metodo per evitare questo fenomeno, comune negli altri DEX soprattutto durante lo scambio di stablecoin. Le sue liquidity pool sono specializzate per far fronte a grossi scambi tra valute con bassa differenza di valore. Oltre alle classiche stablecoin, è possibile scambiare anche altre crypto come ad esempio wBTC e renBTC, entrambi token su Ethereum ancorati al valore di BTC.

Curve ha riscosso un certo successo in quanto un DEX così efficace nello scambiare valute di questo tipo ancora non esisteva. Spesso i trader hanno bisogno di un certo tipo di stablecoin rispetto a un altro, perché non tutte le piattaforme e i protocolli accettano ogni tipo di crypto. Ad esempio, un protocollo di DeFi potrebbe accettare solo stablecoin decentralizzate, portando un trader a dover prima scambiare i suoi Tether per DAI o UST.

UniSwap e Curve: le novità dei DEX per il 2022

Due DEX innovativi con due specializzazioni differenti: sembra un buon compromesso, ma sia Curve che UniSwap vogliono espandersi e diventare gli exchange decentralizzati migliori della blockchain! Con gli ultimi aggiornamenti, entrambi i DEX hanno cercato di andare oltre Ethereum e oltre le loro nicchie, ed entrambe le roadmap promettono grandi innovazioni. Vediamo le novità!

UniSwap: l’espansione verso nuovi orizzonti e la concorrenza a Curve

UniSwap ha dominato il mercato dal suo rilascio, tranne per qualche periodo in cui il suo market share è stato insidiato da SushiSwap. Ma, durante l’estate 2021, Curve è riuscito a “flippare” la situazione, e da agosto 2021 UniSwap ha perso la sua corona per quanto riguarda il valore dei token bloccati nel protocollo. Nonostante questo, il team di sviluppo del DEX più famoso della blockchain ha messo in campo una serie di miglioramenti per non essere lasciato indietro dagli avversari sempre più determinati. 

Tra le azioni più significative, c’è l’espansione oltre l’ecosistema di Ethereum verso piattaforme layer-2 come Arbitrum, Optimism e Polygon. Proprio su Polygon il DEX, implementato a fine 2021, ha riscosso un enorme successo! In poco tempo, UniSwap ha scalzato altri exchange decentralizzati come SushiSwap o QuickSwap presenti su Polygon da più tempo. La DAO che governa UniSwap ha inoltre promosso delle iniziative per portarla su altre blockchain, in particolare Gnosis (GNO) e Moonbeam, una parachain di Polkadot (DOT). L’exchange ha anche deciso di provare a esplorare orizzonti oltre la finanza decentralizzata, istituendo gli UniSwap Lab Ventures (ULV), un fondo di investimenti attivo nello sviluppo di strumenti per il Web3. Tra i progetti supportati ci sono nomi importanti come Aave e MakerDAO, l’organizzazione autonoma centralizzata che governa la stablecoin DAI.

Inoltre, l’ultimo grande aggiornamento di UniSwap, V3 (rilasciato a maggio 2021) ha istituito la liquidità concentrata e i range order, due facce della stessa medaglia. La prima permette ai fornitori di liquidità di selezionare una fascia di prezzo specifica per cui fornire liquidità a una singola pool, il secondo dà la possibilità ai trader di scegliere il range di prezzo limite a cui eseguire un ordine. Il vantaggio per i fornitori è che l’estrema volatilità non costituisce più una minaccia per i loro token, mentre per i trader significa avere commissioni più proporzionate al rischio e minore slittamento dei prezzi. La soluzione  è una sfida esplicita a Curve, e potrebbe convincere i trader a scegliere UniSwap come DEX di fiducia se questo sistema dovesse risultare più performante rispetto a quello messo in atto da Curve.

Curve: le liquidity pool e l’endorsement di Terra

Anche Curve ha provato a estendere le proprie potenzialità. Con Curve V2, il protocollo ha cominciato a offrire mercati anche per asset dai valori diversi, grazie a delle liquidity pool che comprendono più di due crypto. Con la nuova versione, infatti, sono state istituite pool con 3, 4 o anche 5 crypto differenti. Tricrypto è una delle liquidity pool più importanti di Curve, e permette scambi tra ETH, wBTC e USDT. Su Polygon è persino disponibile una pool che permette di scambiare wBTC, ETH, DAI, USDC e USDT. Nonostante la presenza di più crypto, l’algoritmo studiato da Curve permette di utilizzare la liquidità in maniera più efficiente, senza creare perdite alla pool stessa.

Per quanto riguarda le pool che comprendono solo stablecoin, 3pool è sicuramente la più importante. All’interno troviamo liquidità per DAI, USDT e USDC. La sua dominanza però è stata messa in discussione da Do Kwon, nella lotta tra DAI e UST, la stablecoin dell’ecosistema Terra. Il 2 aprile, il fondatore di Terra ha annunciato il lancio di 4pool, composta dalle stablecoin UST, FRAX, USDT e USDC. Considerando l’importanza dell’ecosistema Terra, un annuncio del genere potrebbe convincere trader esterni a Curve a utilizzare 4pool per gli scambi tra stablecoin, considerando che USDT, USDC e UST sono rispettivamente prima, seconda e quarta per market cap.

In futuro, Curve potrebbe approdare su Celo, una blockchain per la DeFi che si dichiara eco-sostenibile e “mobile friendly”. Questo potrebbe essere un grande vantaggio per la DeFi, essendo un settore che risente di una gran mancanza di usabilità e accessibilità. Celo ha anche delle stablecoin native ancorate all’euro e al real brasiliano, e potrebbe rappresentare una svolta per chi si approccia alla finanza decentralizzata dall’Europa o dall’America del Sud.

Qual è il miglior DEX nel 2022?

Entrambi i DEX hanno dei punti di forza ma anche delle differenze, qual è il migliore nel 2022? UniSwap è sicuramente un “unicorno” della DeFi, e lo sta dimostrando ulteriormente dopo gli ultimi annunci. Il suo utilizzo si sta diffondendo a macchia d’olio, andando anche oltre la finanza decentralizzata, anche grazie all’interfaccia più semplice e user-friendly rispetto agli avversari. In più, UNI rimane il token DEX con marketcap più alto.

D’altro canto, Curve rimane un exchange decentralizzato valido, con tantissima liquidità a disposizione e con una community attiva. Il valore bloccato all’interno del protocollo è più alto rispetto a UniSwap, un bene per la finanza decentralizzata sempre assetata di liquidità. La governance di Curve, però, ha un difetto: è vulnerabile a un cosiddetto “governance attack”. Bloccare i propri CRV infatti garantisce agli individui un certo numero di voti. Questi voti possono anche aumentare o diminuire gli incentivi di ciascuna pool. Dei malintenzionati, quindi, potrebbero comprare un gran numero di CRV, bloccarli e votare per aumentare le ricompense di una pool, manipolando artificialmente il mercato. Fortunatamente esiste un board di sicurezza per rispondere agli attacchi e ribilanciare l’ecosistema, ma se questa debolezza non verrà sradicata, si tratta di un altro punto a sfavore di CRV rispetto a UNI.


Ma il verdetto finale è riservato al futuro: sarà la V3 di UniSwap la soluzione ai problemi dei DEX, o l’algoritmo firmato Curve rimarrà anche nel 2022 il DEX migliore per le stablecoin?

L’adozione delle criptovalute nel 2022 in Europa e nel mondo

Futuro criptovalute 2022 USA Europa Africa America del Sud

Il futuro delle criptovalute nel 2022 tra le leggi in USA ed Europa, i divieti in Cina e i casi d’uso reali in Africa e America del Sud.

Ormai il fenomeno delle crypto è troppo grande per essere ignorato. Negli USA, il tema è scottante e molto sentito, tanto che ci sono discrepanze tra le idee della SEC, che continua a vietare gli ETF spot, e il governo statunitense stesso. Le crypto però riescono anche a “riunire” la frammentata situazione politica USA, come dimostrato dalle idee affini di Eric Adams, sindaco democratico di New York, e Francis Suarez, primo cittadino repubblicano di Miami recentemente impegnato nella Miami Bitcoin Conference.

E nel resto del mondo? L’Unione Europea sta preparando una serie di leggi che regolamenti le crypto e i wallet, al contrario della Cina che ha completamente bandito le crypto. In Africa e in America del Sud, invece, troviamo casi d’uso reali, un piccolo assaggio di quello che le criptovalute potranno diventare! Scopri di più sul futuro delle criptovalute nel 2022 in Europa, in Africa e in America del Sud.

Le crypto in Europa: regolamentazioni e utilizzi concreti

Il mercato bullish del 2021 ha sicuramente fatto breccia nei cuori di molti europei, che vuol dire questo per il futuro delle criptovalute nel 2022? Secondo uno studio, i cittadini europei sono meno propensi a fidarsi delle criptovalute rispetto ad altri Paesi nel mondo. Il sondaggio ha rilevato che solo il 17% possiede delle crypto, mentre la media globale è del 23%. La presenza di un sistema bancario solido ed efficiente forse non crea quella necessità di convenienza e velocità che le criptovalute soddisfano, tra le altre cose.

Nonostante l’84% della popolazione europea abbia un conto bancario, l’invasione russa dell’Ucraina ha mostrato che le criptovalute possono avere i loro utilizzi in situazioni impreviste ed eccezionali. Con i trasferimenti bancari limitati, è emersa in fretta l’utilità della blockchain come mezzo per trasferire il denaro in maniera peer-to-peer e decentralizzata. L’Ucraina, infatti, ha raccolto più di 70 milioni di dollari con le criptovalute, ignorando i rallentamenti dovuti al collasso delle infrastrutture bancarie. 

Allo stesso modo, la pseudonimia delle crypto ha messo in allerta Europa e USA, che stanno lavorando per garantire che le sanzioni alla Russia siano rispettate. D’altronde le crypto sono neutrali: tutto dipende da ciò che le persone decidono di fare con questa tecnologia. 

L’Africa e il boom delle criptovalute: il caso della Nigeria

Da anni, la maggior parte degli Stati africani ha un grande problema: quello delle infrastrutture finanziarie carenti. Secondo uno studio, solo il 48% dei cittadini africani possiede un conto bancario, meno della metà. Questo rappresenta un grosso limite in un’economia sempre più globale, dove il contante rappresenta ormai una minima parte di tutte le transazioni. Una delle cause è la corruzione dilagante di molti governi, che di conseguenza non riescono a tenere a bada l’inflazione delle monete sovrane. Per esempio, la Nigeria ha un’inflazione del 18%, un numero vertiginoso a cui si è accompagnato un incremento dei prezzi dei generi alimentari del 21%. 

Sempre in Nigeria, c’è un altro dato interessante: su 201 milioni di abitanti, ci sono più di 180 milioni di smartphone con connessione a Internet. E, sorprendentemente, il 35% dei nigeriani afferma di possedere crypto! Più della metà di loro ha poi rivelato che ha intenzione di comprare altre criptovalute nell’immediato futuro, entro il 2022. A cosa si deve questo boom? Più della metà della popolazione dello Stato africano è composta da under-19. Questo, unito all’alta inflazione e alla difficoltà ad accedere a servizi finanziari, potrebbe spiegare la ragione di questo numero così alto.

I dati dal resto dell’Africa sono simili, ma è interessante notare anche un’altra cosa. Rispetto al resto del mondo, i cittadini africani hanno meno crypto ma sono più propensi a utilizzarle in scambi peer-to-peer. Questo dimostra che, mentre nei Paesi più industrializzati si preferiscono criptovalute con un valore tecnologico e finanziario più alto, in Africa si preferisce usare le crypto come valuta per effettuare pagamenti tra cittadini. Come reagiranno i governi di fronte a questi numeri? Mentre alcuni, come in Etiopia, si sono dimostrati aperti alla tecnologia blockchain, è probabile che altri proveranno a rendere i controlli ancora più stringenti. Le criptovalute riusciranno a spianare la strada per la libertà economica dell’Africa?

Le criptovalute in America del Sud: antidoto contro l’inflazione?

L’America del Sud soffre degli stessi problemi dell’Africa, problemi che le crypto possono risolvere, secondo molti sudamericani. Brasile, Argentina e Colombia sono 3 degli Stati che hanno risposto più positivamente alle innovazioni tecnologiche e alla facilità di trasferimento delle criptovalute. In un sondaggio condotto da Sherlock Communications, più del 25% dei cittadini brasiliani ha affermato che ha intenzione di comprare crypto nei prossimi 12 mesi, ovvero più di 36 milioni di persone! 

Quali possono essere i fattori scatenanti? La mancanza di facile accesso a conti bancari, e la dipendenza degli stati dell’America del Sud dalle rimesse estere. Solo il 54% dei cittadini sudamericani possiede un conto corrente. Il problema però è amplificato dal fatto che molte famiglie dipendono dalle rimesse mandate da parenti all’estero. Mandare denaro dagli Stati Uniti al Venezuela, per esempio, è molto costoso e richiede del tempo. Per molti, è più conveniente scambiare il proprio denaro in stablecoin o in Bitcoin, e trasferirli ai wallet dei propri familiari senza passare per dogane o istituti bancari dai controlli troppo stretti. In più, sempre nel caso del Venezuela, è evidente che l’inflazione sta mettendo in ginocchio l’economia del Paese. Invece di conservare i propri soldi sotto il materasso, alcuni cittadini venezuelani hanno deciso di acquistare Bitcoin o stablecoin per proteggere il valore del loro denaro.

Un altro dato interessante è che più della metà degli intervistati ha risposto che non ha intenzione di comprare crypto non perché non le ritiene un buon asset, ma perché non sa come funzionano gli exchange e i wallet. Potenzialmente, degli interventi come quello di Cardano in Etiopia potrebbero avere enormi benefici per la popolazione sudamericana.

Il futuro delle criptovalute e della blockchain potrebbe avere una svolta nel 2022, e non solo nei Paesi meno ricchi. Il dollaro americano sta subendo una inflazione mai vista prima, e alcuni sostengono che le stablecoin possano in parte sopperire alla perdita di valore della valuta più diffusa al mondo.

DAI e UST: due stablecoin a confronto

DAI vs UST stablecoin migliore

DAI o UST: qual è la migliore? Un confronto tra le due stablecoin decentralizzate più importanti sul mercato

(Articolo aggiornato al 12 maggio 2022)

Le stablecoin sono fondamentali nell’ecosistema delle crypto. Senza di loro, sarebbe impossibile fare i conti con l’elevata volatilità del mercato delle criptovalute. È per questo che sono fondamentali nel complesso settore della DeFi: permettono di sfruttarne tutte le funzionalità e Dapp potendo contare su un prezzo costante nel tempo, senza sorprese.

Le stablecoin possono essere centralizzate, come Tether o USD Coin, ma questo sistema richiede fiducia nell’azienda che le emette. Un sistema che rispecchia la filosofia blockchain, invece, è quello delle stablecoin decentralizzate. Questo tipo di criptovalute mantiene l’ancoraggio alla valuta di riferimento o attraverso degli algoritmi, che regolano automaticamente domanda e offerta, o attraverso una collateralizzazione in crypto. DAI di MakerDAO e UST di Terra sono le due più importanti sul mercato. Qual è la stablecoin migliore? Vediamo come funzionano e quali sono le differenze!

DAI, la prima stablecoin decentralizzata

DAI è stata la prima stablecoin decentralizzata ad avere successo nel mercato DeFi, nel lontano 2017. La crypto è governata da MakerDAO, una organizzazione autonoma decentralizzata tra le più importanti della blockchain. L’idea di una stablecoin decentralizzata venne al fondatore di MakerDAO Rune Christhensen, in cerca di un modo per creare una criptovaluta efficace come moneta di scambio, ma che non fosse centralizzata come lo era già allora USD Tether. Insieme a MakerDAO rilasciò, nel 2017 il white paper della prima versione di DAI: una stablecoin ancorata al dollaro e collateralizzata da Ethereum. Nel 2019, a seguito di un aggiornamento, DAI può essere collateralizzata da numerose altre crypto oltre ETH. La precedente versione della valuta è passata alla storia come SAI (single-collateral DAI).

Al 12 aprile 2022, la capitalizzazione di mercato di DAI è di 9,2 miliardi di dollari. Questo la rende la quinta stablecoin più importante, e infatti è molto utilizzata non solo nella DeFi e nelle pool di liquidità, ma anche da alcuni e-commerce o progetti di beneficenza come Unicef.

Terra, a ogni valuta la sua stablecoin

L’ecosistema Terra-LUNA, fondato dal coreano Do Kwon, è un progetto a tutto tondo. Oltre a supportare NFT e Web3, Terra è anche una piattaforma molto prolifica nel settore DeFi. E non solo per gli smart contract, ma anche perché permette di creare facilmente stablecoin ancorate a qualunque valuta esistente. USD Terra, la più utilizzata, è ancorata al valore del dollaro; ma esistono anche EUT (ancorata all’euro) e KRT (ancorata al won sudcoreano). A differenza delle altre stablecoin più famose, non c’è niente a collateralizzare il valore delle stablecoin su Terra. Ciò che mantiene stabile UST, ad esempio, è un algoritmo che fa leva sulla crypto principale di Terra, LUNA. Il sistema si è dimostrato molto efficace, ma per garantire ulteriormente la stabilità Do Kwon ha optato per acquistare riserve di criptovalute per avere un ulteriore livello di sicurezza, qualora l’algoritmo non riuscisse più a mantenere il valore di UST pari a quello del dollaro.

Al 12 aprile 2022, la capitalizzazione di USD Terra è di 16,7 miliardi di dollari, ed è la quarta stablecoin più importante. La rapidità di Terra, la presenza di forti protocolli di sicurezza e la possibilità di avere una stablecoin per ogni valuta rendono l’ecosistema coreano uno dei più versatili, e infatti nonostante sia relativamente nuovo (UST esiste solo dal 2020) è già riuscito a superare la più rodata DAI.

DAI vs UST a confronto: quali sono le differenze?

Entrambe le stablecoin sono nate per offrire una soluzione decentralizzata a un mercato estremamente polarizzato. Le prime 3 stablecoin (USD Tether, USD Coin e Binance USD) sono centralizzate, e hanno un market cap di più di 150 miliardi di dollari, ma la situazione potrebbe eventualmente cambiare se UST e DAI continueranno la loro crescita. Vediamo le differenze tra le due stablecoin decentralizzate più importanti, e come hanno intenzione di continuare la loro crescita per diventare la migliore!

DAI, la collateralizzazione e la governance della DAO

Il funzionamento di DAI è allo stesso tempo tradizionale e innovativo. Le stablecoin ancorate al dollaro collateralizzate non sono una novità, ma normalmente erano sempre state garantite da una combinazione di contanti, bond, e titoli di credito. L’idea rivoluzionaria è stata quella di utilizzare come collaterale una criptovaluta! Inizialmente, DAI era collateralizzata solo da Ethereum. Dal 2019, una votazione della DAO ha stabilito che potessero essere usate anche altre crypto. Per assicurare la stabilità della valuta, DAI ha implementato un sistema di “sovracollateralizzazione”. In breve, per ottenere un certo numero di DAI bisogna bloccare negli smart contract della blockchain un valore maggiore di valute collaterali.

Il vantaggio di una collateralizzazione in crypto è che DAI non ha nessuna restrizione legale, al contrario di Tether, per esempio. In quanto totalmente basata su blockchain, l’unico ente a cui dare ascolto è la DAO che la governa. Proprio la DAO è fondamentale nel plasmare lo sviluppo e le innovazioni di DAI. MakerDAO è una delle organizzazioni autonome decentralizzate più longeve della blockchain, e il token MKR permette a chi lo possiede di votare e suggerire nuove funzionalità. Per far fronte all’avanzata di UST, che ha spodestato DAI come stablecoin decentralizzata con più market cap, l’organizzazione ha proposto alcuni aggiornamenti che rendano la stablecoin più stabile, o che le permettano di espandersi oltre i confini della blockchain.

Proposte future per DAI

La prima proposta per rendere l’ecosistema di MakerDAO più appetibile è l’introduzione di un sistema di staking per la valuta di governance, MKR. Per partecipare alle votazioni, non basta possedere MKR ma bisogna anche metterlo in staking, ottendendo in cambio un token chiamato stkMKR. La proposta vuole anche introdurre un sistema di ricompense per chi blocca i propri MKR. Questo incentiverebbe i possessori del token a conservarlo senza venderlo, e potrebbe potenzialmente stabilizzare, se non addirittura far alzare, il valore di MKR.

La seconda proposta è potenzialmente innovativa, ma per questo molto controversa. L’idea di alcuni membri della DAO è di permettere la collateralizzazione di DAI non solo con crypto, ma anche con asset della finanza tradizionale (Real Word Assets, o RWA). Un sistema simile è già stato provato da Centrifuge, una dapp su Ethereum e Polkadot che funge da bridge tra la blockchain e asset tradizionali.

Terra, la regina degli algoritmi

La stablecoin di Terra, UST, ha rappresentato una rivoluzione nel mondo della DeFi. Il suo funzionamento è innovativo, e attualmente rappresenta lo stato dell’arte delle stablecoin decentralizzate. A differenza di DAI, US Terra mantiene il suo ancoraggio al dollaro grazie a un algoritmo, e a un continuo ribilanciamento con la crypto nativa di Terra, LUNA. La fornitura di UST è direttamente legata a quest’ultima. 

Il funzionamento si basa su un sistema di signoraggio. Quando il prezzo di UST sale oltre il dollaro, l’algoritmo converte 1$ di LUNA in UST, aumentando la fornitura circolante e facendo così scendere il prezzo, ma facendo aumentare il valore di LUNA. Al contrario, quando il prezzo della stablecoin scende, allora è UST a essere convertita in LUNA. Così il prezzo della stablecoin sale, e quello di LUNA scende. Questo sistema purtroppo non è riuscito a reggere al crollo del mercato di metà maggio 2022, in cui una combinazione di mercato ribassista e sell-off hanno fatto perdere l’ancoraggio di UST e crollare il prezzo di LUNA. ha studiato un sistema algoritmico che ha resistito ad alcuni crash importanti come quello del 2020, anche se ha subito un crollo durante una fase di discesa di Bitcoin nel 2022. C’è da dire che la “falla” dell’algoritmo potrebbe essere sanata, se la community sceglierà di continuare a credere in Terra, per dar vita a un algoritmo più solido e affidabile di prima.

Stabilità ed espansione, le due parole d’ordine

Nonostante l’ecosistema di Terra abbia già raggiunto grandi traguardi, gli sviluppatori della blockchain non vogliono fermarsi qui. La qualità più preziosa di una stablecoin è, appunto, la stabilità, e per questo Terra Labs, l’azienda dietro LUNA, ha studiato ulteriori metodi per assicurarsi che UST non perda mai il suo ancoraggio anche in questa fase di grandissima espansione. Ha deciso quindi di creare una riserva di crypto differenti, che possano assorbire la volatilità di UST in caso di crolli improvvisi del mercato. La Luna Foundation Guard, la non-profit che custodisce queste riserve, attualmente possiede un gran numero di LUNA e BTC. L’obiettivo di Kwon Do è raggiungere una riserva di BTC del valore di 10 miliardi di dollari. Recentemente, alla riserva si sono aggiunti anche 200 milioni di dollari in AVAX. Questa crypto è stata scelta per la sua recente espansione e per l’entusiasmo della sua community. Il progetto vuole eliminare completamente il rischio di “depegging” di UST, che i detrattori ritengono possibile.

Terra comunque non rinuncia all’espansione nella DeFi. Kwon Do ha annunciato la creazione di “4pool” su Curve, una pool di liquidità di cui fanno parte 4 stablecoin: UST, FRAX, USDC e USDT. La pool ha più di 21 miliardi di dollari di asset, e punta a diventare il punto di riferimento della finanza decentralizzata su Curve. L’obiettivo dichiarato del fondatore di Terra Labs è sostituirsi completamente a DAI, attualmente presente nella “3pool” di Curve con più di 3,3 miliardi di dollari. 

Qual è la stablecoin decentralizzata migliore tra DAI e UST?

La longeva DAI o la rivoluzionaria UST: qual è la stablecoin migliore tra le due? Entrambe hanno dei grandi vantaggi. DAI, proprio in qualità di stablecoin decentralizzata più affermata, ha dei casi d’uso che vanno oltre la blockchain ed è accettata da alcune istituzioni non-crypto. Se la proposta sui Real World Asset dovesse passare, allora si affermerebbe come il ponte primario tra il mondo centralizzato e quello decentralizzato.

D’altra parte, UST ha studiato un sistema algoritmico che ha resistito ad alcuni crash importanti come quello del 2020, anche se ha subito un crollo durante una fase di discesa di Bitcoin nel 2022. C’è da dire che la “falla” dell’algoritmo potrebbe essere sanata, se la community sceglierà di continuare a credere in Terra, per dar vita a un algoritmo più solido e affidabile di prima.

Nonostante le differenze, sia DAI che UST sono stablecoin imprescindibili per un corretto funzionamento e utilizzo della finanza decentralizzata. Tra 10 anni esisteranno ancora entrambe, o una delle due avrà preso totalmente il sopravvento sull’altra? 

Bitcoin Conference 2022 a Miami: le novità dalla Wall Street delle crypto

Le novità della Bitcoin Conference 2022 a Miami

Apre i battenti la Bitcoin Conference 2022, voluta dal sindaco di Miami Francis Suarez: quali novità aspettarsi?

È cominciato in maniera spettacolare il congresso più atteso da tutti i fan di Satoshi Nakamoto. La Bitcoin Conference 2022 di Miami è stata inaugurata con la scoperta di una statua che incarna alla perfezione Bitcoin: un toro meccanico con gli occhi laser! La statua ricalca il famoso Toro di Wall Street, la scultura dell’artista Antonio Di Modica installata davanti alla Borsa di New York. Sono già stati venduti più di 30mila biglietti: che novità aspettarsi dalla prima giornata della Bitcoin Conference 2022? 

Francis Suarez, il sindaco più bullish d’America

Francis Suarez, il sindaco di Miami, non ha mai nascosto la sua passione per Bitcoin, anzi! Da quando è stato eletto sindaco, ha dimostrato costantemente grande interesse per i vantaggi che offre la blockchain, per esempio ha abbracciato la tecnologia dei CityCoin. Il suo sogno? Una città basata su blockchain che funzioni senza tasse! Anche se l’obiettivo è chiaramente utopico, questo non l’ha scoraggiato, e ha fatto di tutto per rendere Miami la città pioniera dell’economia del futuro. È per questo che i bitcoiner hanno scelto la capitale della Florida per la conferenza dedicata a Bitcoin più importante al mondo. 

Suarez stesso ha inaugurato la Bitcoin Conference 2022 di Miami con un discorso di apertura estremamente bullish. “Bitcoin ha il potere di creare ricchezza per chi non ha accesso alle banche, e per i poveri delle nostre comunità che stanno venendo decimati dall’inflazione e dagli sprechi” ha affermato il sindaco. Per questo, ha illustrato il suo piano per portare Bitcoin e la blockchain “in ogni parte della nostra società” entro il 2024. Ha concluso dicendo che il prossimo presidente americano dovrebbe essere pro-crypto. “Potrei anche essere io… nah, non quest’anno”, ha aggiunto scherzosamente.

Da Cash App al Messico, Bitcoin verso la mass adoption

Tra gli speaker di rilievo, la Bitcoin Conference 2022 di Miami ha accolto un rappresentante di Cash App, che ha annunciato una grande novità. “Per anni ci hanno detto che Bitcoin non è scalabile. La prova del contrario è davanti agli occhi” ha detto Miles Suter, a capo della sezione crypto per la famosa app per pagamenti statunitense. Ha poi annunciato che Cash App permetterà di scambiare Bitcoin, sia on-chain sia con Lightning Network, e che sarà possibile effettuare acquisti e pagamenti in BTC. Secondo Suter, Bitcoin è una moneta “sound”, sicura e affidabile. Grazie all’implementazione di Lightning Network, poi, gli scambi saranno quasi istantanei. L’obiettivo del cambiamento è dare la possibilità a tutti di scambiare denaro e fare acquisti on-line, anche a chi non ha facile accesso ai servizi bancari.

Tra le altre novità dalla Bitcoin Conference 2022 di Miami c’è la volontà di ben due Stati di rendere Bitcoin valuta legale. Indira Kempis, senatore del Messico, ha detto che nel suo Stato ci sono 67 milioni di persone senza accesso al sistema bancario. Tra due mesi, Kempis presenterà dunque una proposta di legge sulle fintech e sulle valute digitali. Il suo obiettivo è convincere il Parlamento a votare una legge rivoluzionaria: Bitcoin come valuta legale. Anche Miguel Albuquerque, presidente dell’isola di Madeira, regione autonoma del Portogallo, vuole legalizzare la crypto di Satoshi: “Credo nel futuro e credo in Bitcoin”.

Questa è solo la prima giornata della più importante conferenza su Bitcoin al mondo, e le novità non si fermeranno di certo qui! Miami riuscirà davvero a diventare la Wall Street delle crypto?

Hoskinson e Snoop Dogg, i due giganti tra ADA e NFT

Snopp Dogg Hoskinson Twitter NFT

Su Twitter, Charles Hoskinson e Snoop Dogg hanno discusso di blockchain, arte ed NFT insieme a Clay Nation

Sai cos’è la “claymation”? Con questo termine si intende una tecnica di animazione molto particolare. Invece di tracciare disegni, si usano figure d’argilla. La tecnica era molto apprezzata specialmente tra gli anni ‘80 e ‘90, e dei nostalgici hanno deciso di trasportarla sulla blockchain! Clay Nation è la collezione di NFT fatti a mano con l’argilla, sostenuta da Snoop Dogg in persona. Il rapper è stato ospite di Clay Nation insieme a Charles Hoskinson su Twitter. Dalla chiacchierata sono nati degli interessantissimi spunti di discussione, e più di diecimila persone hanno seguito la live!

Clay Nation e la collaborazione con Snoop Dogg

Clay Nation è una collezione di NFT nata lo scorso settembre. Sono diecimila i personaggi generati con un algoritmo che compongono la collezione, basata su Cardano. In futuro esisterà un vero e proprio “clayverso” fatto in 3D, dove chi ha acquistato un NFT potrà tenere eventi e acquistare terreni. “Clay Nation è un progetto NFT che vuole dare alla community l’opportunità di vivere un’atmosfera positiva e unire il mondo fisico a quello digitale” ha detto una portavoce del progetto.

Recentemente Clay Nation ha cominciato una collaborazione con Snoop Dogg e con suo figlio Champ Medici, per offrire insieme ai personaggi d’argilla degli NFT musicali. Ma l’hype non si ferma qui: il mondo crypto non vedeva l’ora di partecipare all’atteso evento su Twitter rivelato da Clay Nation: una chiacchierata su Cardano tra Hoskinson e Snoop Dogg! Il podcast, durato poco meno di un’ora, ha visto i due giganti – uno della tecnologia, l’altro del rap – scambiarsi idee e dritte su come plasmare il mondo crypto e renderlo creator-friendly. 

Il “rinascimento culturale” della blockchain 

Quando blockchain e arte si uniscono, ecco che nascono gli NFT. Snoop Dogg, da artista innovativo, è già entrato nel metaverso di The Sandbox, e non si è lasciato sfuggire l’opportunità di far parte anche del mondo di Clay Nation! Ma perché un artista così influente e famoso come Snoop Dogg dovrebbe appassionarsi a NFT e crypto? “Il mondo della musica è un mondo di delinquenti” ha detto senza mezzi termini il rapper, raccontando la storia di come ha cominciato nel mondo della musica. “Il sistema è fatto apposta per tenere [gli artisti] in basso” ha continuato, parlando di come siano pochi i cantanti che riescono a spuntare dei contratti proficui quando sono ancora giovani. “Il mondo crypto, invece, è tutto a favore degli artisti indipendenti.

Hoskinson ha aggiunto che la blockchain rappresenta un vero “rinascimento culturale” per tutto il mondo dell’arte, musica compresa. Grazie alla decentralizzazione, non c’è bisogno di intermediari: sono gli artisti stessi a organizzare i loro eventi – digitali e fisici – e a delineare la loro linea artistica, senza dare conto alle etichette discografiche. “Non c’è bisogno di una mano che raccolga i soldi e te li dia, il denaro finisce in un sistema di escrow e poi ti viene consegnato automaticamente alla fine dell’evento” ha detto il fondatore di Cardano. Finalmente l’artista è al centro della sua performance, e può relazionarsi con i suoi fan nel modo che preferisce! NFT, eventi digitali nel metaverso, concerti fisici con biglietti acquistati con le crypto: le potenzialità che ha la blockchain per trasformare il mondo dell’arte sono infinite!

La trasparenza della blockchain e il futuro di Cardano

Durante la chiacchierata, Hoskinson si è anche soffermato a parlare dell’ecosistema di Cardano e di come ADA possa diventare la valuta principale del mondo crypto. “Ciò che apprezzo [della blockchain] è che non devo fidarmi di nessuno” ha detto, e ha portato l’esempio di una classica transazione da un wallet all’altro: “Posso controllare da solo se la transazione è partita”. La trasparenza è uno dei maggiori vantaggi della blockchain, ma non solo. Hoskinson ha anche elogiato l’equità garantita dai sistemi decentralizzati: un contadino etiope ha la stessa importanza di un multimiliardario californiano. L’equità delle crypto porta anche ad avere una community compatta e collaborativa, dove chi ha delle conoscenze le mette a disposizione degli altri in difficoltà. 

Snoop Dogg condivide appieno questa opinione: il rapper ha sempre sostenuto i giovani artisti promettenti senza chiedere nulla in cambio. “Voglio un ragazzo che segua la sua personale linea artistica, io gli posso dare un riflettore, non voglio qualcuno che stia sotto la mia ala protettrice” ha detto durante la chiacchierata. E, insieme a suo figlio, crede che Cardano possa essere la piattaforma giusta per permettere ai giovani di salire alla ribalta con idee originali e innovative. “Credo che ci sia bisogno di introdurre sempre più giovani nel mondo crypto, e Cardano può essere un buon punto di partenza” ha detto Champ Medici. 


La blockchain di Hoskinson spicca tra le altre per sostenibilità, trasparenza e attivismo in vari ambiti, dalla politica e all’istruzione fino all’arte e allo svago. Pavia, il metaverso made in Cardano, ha già superato i 22mila proprietari terrieri; e il totale di ADA in staking rappresenta quasi il 72% dell’intero ecosistema. A giugno l’hard fork Vasil dovrebbe aumentare ancora la scalabilità del network, e Hoskinson crede che le dapp aumenteranno sempre di più.

Avalanche Summit a Barcellona tra Hackathon, subnet e dapp

Avalanche network summit novità

Avalanche ha organizzato un summit a Barcellona che ha riscosso grande successo tra appassionati e istituzioni: scopri le novità del network!

Il summit di Barcellona, lungo 5 giorni, ha segnato una svolta per Avalanche: tra Hackathon (ovvero sfide tra sviluppatori), presentazioni e discussioni, la blockchain di Emin Gün Sirer ha attirato l’attenzione di tutti. E non solo di semplici appassionati di crypto: tra i partecipanti c’erano anche rappresentanti di istituzioni tradizionali come Mastercard e Deloitte. Le ultime novità di Avalanche cui si è parlato? Subnet, dApp, e incentivi!

Una conferenza per tutti

Da sconosciuta a top10: la crescita di Avalanche è stata senza dubbio una valanga nel mondo crypto. Ad oggi, Avalanche ha una capitalizzazione di mercato pari a quasi 24 miliardi di dollari ed è la decima crypto per market cap: non male per essere nata solo il 2020! Il suo successo è dovuto a diversi fattori, in primis la crescita del suo network e la fiducia dei suoi utilizzatori. Al contrario di altre criptovalute con una forte componente istituzionale, come Cardano o Solana, Avalanche ha scelto di supportare anche altri settori di mercato, istituendo fondi per videogiochi e svago.

“[Ci sono] individui con grandi credenziali, e anche individui molto discutibili”, ha scherzato il fondatore di Avalanche, Emin Gün Sirer. Effettivamente, alla conferenza di Barcellona c’erano rappresentanti istituzionali così come appassionati e sviluppatori indipendenti. A incarnare la CeFi (finanza centralizzata) c’erano Mastercard, BlockFi o il fondo di investimento Polychain Capital. 

Ma soprattutto c’erano tantissimi amanti di crypto, incuriositi dalla prima conferenza di questa giovane criptovaluta. Ingolositi dalle novità di Avalanche o dai premi offerti dall’Hackathon, membri della community da tutto il mondo hanno viaggiato fino a Barcellona anche per incontrarsi tra loro.

Subnet e dApp: il network si espande con l’Avalanche Multiverse

“L’obiettivo [principale] è far appassionare ad Avalanche gli sviluppatori. In un anno, contiamo di avere più di un miliardo di transazioni, e più di mille dapp” ha detto Gabriel Cardona, programmatore per Ava Labs. Per facilitarne lo sviluppo e l’adozione la piattaforma è stata programmata per essere EVM-compatible, ovvero compatibile con le dapp sviluppate su Ethereum. Questo semplifica la vita agli sviluppatori che conoscono già Ethereum e ai progetti che vogliono migrare su una blockchain più scalabile come Avalanche.

Tra le dapp più importanti di Avalanche ci sono Trader Joe, un exchange decentralizzato, e Crabada, un videogioco play-to-earn che ricalca il famoso Axie Infinity. Ava Labs ha anche annunciato l’arrivo di un nuovo wallet chiamato Core, studiato appositamente per Avalanche e con supporto a Bitcoin integrato. “Core non è solo un wallet, è un sistema operativo per il Web3 che combina sicurezza con tecnologia mai vista in nessun altro wallet” ha detto un rappresentante di Ava Labs.

Tra le altre cose, durante il summit, il team di Avalanche ha anche parlato a lungo dei subnet, un sistema simile alle parachain di Polkadot. I subnet permettono agli sviluppatori di creare delle blockchain basate su Avalanche con parametri personalizzati, dal numero di validatori alle ricompense dello staking, fino ai linguaggi di programmazione supportati. Il vantaggio è che sono comunque indipendenti dalla blockchain principale, e così non si corre il rischio di “intasare” la rete in caso ci siano troppe transazioni. Velocità e bassi costi di transazione rimangono intaccati grazie a questo sistema. “Tra un anno, la Top100 delle crypto sarà molto differente, e si baserà sui subnet di Avalanche” sostiene Cardona.

Per aiutare gli sviluppatori a provare i nuovi subnet, Avalanche ha predisposto un programma di incentivi per 4 milioni di AVAX chiamato Avalanche Multiverse. Il round di finanziamento riguarderà tutto l’ecosistema blockchain, dalle dApp di DeFi alle piattaforme per la compravendita di NFT, fino ai videogiochi play-to-earn. Non solo: Ava Labs collaborerà anche con Aave e con dei fondi di investimento per costruire un subnet dedicato alle istituzioni finanziarie tradizionali, che integrerà la funzionalità di KYC. “Il subnet di Avalanche con KYC integrato rappresenta un grande passo avanti per l’adozione istituzionale della blockchain, e siamo fieri di sostenerlo” scrive Wes Cowan, Direttore del settore DeFi del fondo Valkyrie.

Le novità dell’Hackathon di Avalanche

Tra i partecipanti al summit di Barcellona non potevano mancare gli appassionati di programmazione! E quando tanti programmatori si ritrovano in una stanza, è inevitabile che parta una sfida all’ultima riga di codice. Gli organizzatori della conferenza hanno organizzato un hackathon, ovvero una competizione dove piccole squadre di sviluppatori hanno due giorni per risolvere un problema.

La sfida si è tenuta gli ultimi giorni della conferenza, e il montepremi totale ammontava a ben 200mila dollari! Gli sviluppatori si sono trattenuti giorno e notte nella sala conferenze, con il fondatore di Avalanche Emin Gün Sirer che passava a dare consigli ai vari team impegnati nella gara. Alla fine, sono stati premiati i progetti più innovativi e funzionali, e alcuni sono già utilizzabili!

Qualche esempio? Subnet.center è un sistema di notifiche per i validatori del network di Avalanche. Per evitare rallentamenti nella rete, è fondamentale che i validatori siano sempre online e aggiornati. Con questa soluzione il team di sviluppo si è aggiudicato 20mila dollari. La dapp migliore invece è stata zkID, un protocollo che permette di verificare alcuni dati registrati sulla blockchain in maniera totalmente anonima. Ad esempio è possibile provare che si possiede un NFT o una certa quantità di token senza mai rivelare il proprio indirizzo wallet, e preservando quindi l’anonimato. 


Questo summit ha regalato un sacco di chicche agli amanti di AVAX, ma le novità del network non finiscono qui: l’Avalanche Multiverse presto entrerà nel vivo dell’azione, e il network diventerà sempre più esteso. Riuscirà a spodestare Ethereum, oppure ci penserà The Merge a consolidare la blockchain di Buterin come la regina indiscussa degli smart contract?

La blockchain può plasmare il futuro dell’Ucraina?

Ucraina blockchain guerra manifestazione pace

Alexander Bornyakov, viceministro per la digitalizzazione ucraino, ha grandi progetti per blockchain e crypto quando si arriverà alla pace

Alexander Bornyakov è il viceministro per la trasformazione digitale ucraino dal 2019. Prima di entrare in politica, ha partecipato alla creazione di varie start-up tech in Ucraina e negli Stati Uniti. La sua conoscenza del mondo tecnologico sta aiutando l’Ucraina in una guerra sempre più digitale, anche sfruttando la blockchain. Ma la spinta dell’Ucraina verso il mondo crypto non si fermerà quando arriverà la pace, dice Bornyakov.

La blockchain in Ucraina in tempo di guerra

Le criptovalute sono state una soluzione ai blocchi del sistema finanziario durante la resistenza all’occupazione russa, in una lotta che si tiene sia sul campo militare che sul campo mediatico. L’Ucraina è riuscita a guadagnare in poco tempo il supporto internazionale, tanto che l’UE ha imposto pesantissime sanzioni alla Russia e dall’aiuto monetario pari a 13 miliardi di dollari da parte degli Stati Uniti. Anche i cittadini si sono mossi per sostenere la causa ucraina con donazioni di cibo o denaro

Tra le piattaforme di donazione spiccava ad esempio Patreon, che permetteva di donare mensilmente una quota per sostenere le spese militari ucraine. La piattaforma, però, ha chiuso la pagina perché violava la sua policy. Non solo: anche i normali bonifici esteri subivano rallentamenti a causa della situazione precaria in Ucraina. “C’erano grossi problemi coi trasferimenti di denaro, perché le banche nazionali avevano limitato la possibilità di trasferire fondi”, ha spiegato Bornyakov.

Come ha reagito l’Ucraina? Puntando sulle criptovalute e sulla blockchain. L’idea è partita da Mike Chobanian, CEO dell’exchange ucraino KUNA. L’imprenditore aveva creato dei wallet per ricevere sostegno economico in Bitcoin, Ethereum e stablecoin. Il Ministero per la Trasformazione Digitale ha poi reso ufficiale questo metodo di donazione, che ha riscosso grandissimo successo. L’Ucraina è riuscita a raccogliere più di 70 milioni di dollari in crypto! Anche se questo numero è di molto inferiore rispetto ai miliardi di dollari offerti dagli USA, le donazioni sono state fatte da volontari, senza alcun intermediario e in modo decentralizzato. L’Ucraina ha anche creato un “museo della guerra” digitale usando la tecnologia degli NFT, per finanziare la resistenza e per documentare l’invasione russa.

La blockchain in Ucraina in tempo di pace

Tutti questi sforzi nella blockchain avranno risvolti positivi per il mondo crypto anche quando la guerra avrà fine? Probabilmente sì, visto il grande successo che hanno avuto le donazioni crypto per l’Ucraina. Non solo: nonostante l’invasione russa, Zelenskyy ha ufficialmente legalizzato le criptovalute con una legge ad hoc, dopo tre anni di discussione. “[Il Presidente] ha mandato un forte segnale: un giorno – quando avremo vinto la guerra – inviteremo le aziende che si occupano di crypto in Ucraina” ha detto fiducioso Bornyakov.

La speranza del viceministro è che sempre più imprenditori sceglieranno l’Ucraina per aprire aziende che si occupano di blockchain. Il settore crypto è in forte espansione, e potrebbe dare lavoro a molti ucraini in difficoltà dopo la guerra. La forte componente tecnologica, poi, potrebbe aiutare il governo ucraino a rivoluzionare le sue infrastrutture nell’ottica di un futuro totalmente digitale e online. Prima dell’inizio della guerra il Ministero per la Trasformazione Digitale si stava occupando proprio della digitalizzazione della burocrazia. Dichiarazione dei redditi, carta d’identità, certificati vaccinali sono alcune delle procedure che il governo vuole automatizzare e quindi semplificare. La blockchain, sotto questo punto di vista, potrebbe essere fondamentale per creare un sistema trasparente che tenga lontana la corruzione, un vero problema nella burocrazia ucraina.

Alcune crypto, come Cardano e Avalanche, sono affermate a livello istituzionale e hanno, tra i loro obiettivi, proprio la creazione di infrastrutture utili ai governi in difficoltà. Ad esempio, la Cardano Foundation collabora attivamente con l’Etiopia per creare un sistema di registri elettronici che semplifichi la burocrazia legata all’istruzione pubblica. Un sistema del genere può essere adattato a varie esigenze, e l’Ucraina potrebbe dimostrare al mondo che la blockchain è un protocollo efficace e versatile anche in tempi di pace.

Le 6 crypto che stanno costruendo il Web3 

6 crypto interessanti web3 2022

Finisce il Web2, inizia il Web3: il 2022 potrebbe essere l’anno decisivo per il nuovo Internet decentralizzato? Ecco le 6 crypto più interessanti del Web3!

Meta, Twitter, Google potrebbero davvero essere sostituiti da Chainlink, Polkadot e Brave? Secondo gli esperti di blockchain, il Web3 è sempre più vicino. Il nuovo Internet dovrebbe essere decentralizzato, anonimo e collaborativo. Ma l’impatto di questa tecnologia potrebbe avere effetti anche sul sistema economico e sociale! Non ci credi? Guarda le 6 crypto più interessanti del Web3 e scopri come stanno contribuendo al nuovo Internet decentralizzato!

1. Chainlink (LINK), il ponte tra blockchain e mondo reale

Chainlink è una blockchain proof-of-stake con un compito fondamentale: collegare il mondo reale alla blockchain. Grazie a LINK, è possibile sviluppare applicazioni decentralizzate in grado di interagire e scambiare dati con protocolli diversi, anche off-chain. Per esempio, un programmatore può creare una dApp che tenga traccia della supply chain di un’azienda, o che controlli l’andamento di uno stock del mercato tradizionale. Questo è possibile grazie al sistema di “oracoli” di ChainLink, ovvero software decentralizzati che inviano dati affidabili e trasparenti dal mondo allo smart contract che li richiede.

L’interoperabilità tra sistemi blockchain e sistemi tradizionali è fondamentale per costruire il Web3, e ChainLink è l’anello di collegamento tra questi due mondi. 

2. The Graph (GRT), una blockchain per sviluppatori

The Graph è una blockchain fondamentale per chi sviluppa dApp nel Web3. Grazie a GRT, è possibile trovare qualunque dato sulla blockchain in pochi secondi, invece di passare attraverso ogni singola transazione. Questo perché The Graph indicizza le informazioni, permettendo di restringere il campo a ciò che interessa all’utente e quindi velocizzare la ricerca. Il vantaggio di The Graph è che è un protocollo decentralizzato: quindi è aperto, trasparente e neutrale. Praticamente tutte le dApp richiedono un flusso di informazioni costante, e soprattutto informazioni specifiche su ciò che accade sulle blockchain con cui comunicano. Di solito, più una applicazione è sofisticata o user-friendly, più dati richiederà. Gli strumenti che facilitano l’accesso a questi dati, però, sono centralizzati oppure non indicizzano i dati, al contrario di The Graph.

The Graph ha ricevuto gli encomi di personalità importantissime nel mondo crypto, come Andre Cronje. Vitalik Buterin in persona ha riconosciuto l’importanza del protocollo, citando il protocollo come un modo per migliorare la scalabilità di Ethereum. E se lo dice il creatore di Ethereum…

3. Polkadot e Kusama, le due cugine del Web3

Polkadot, insieme al suo cosiddetto “canary network” Kusama, è un  protocollo che sta riscuotendo tantissimo successo tra gli sviluppatori. Grazie al sistema di parachain, ha semplificato la vita a migliaia di sviluppatori di Dapp. Infatti, sviluppare un protocollo basandosi sulle parachain richiede molto meno tempo rispetto a creare una blockchain dalle fondamenta. 

In più, Polkadot e Kusama hanno inventato il “crowdloan”, un sistema per raccogliere fondi decentralizzato, trasparente e democratico. Tutto il procedimento di crowdloan è in mano agli utenti che scelgono i progetti più meritevoli da sostenere. Così si crea un ecosistema su misura e controllato dalla community: una delle idee di base del Web3!

4. Basic Attention Token, contro le pubblicità invasive

Non sopporti banner pubblicitari invadenti? Neanche il co-fondatore di Mozilla, Brendan Eich, che crede che il web sia troppo inquinato dalla pubblicità dannosa. Proprio per questo ha creato Brave, un browser che mette la privacy degli utenti al primo posto, e BAT, un token ERC-20 che premia chi crea pubblicità creative e non invadenti. 

Brave e BAT formano un ecosistema dove gli utenti possono ottenere ricompense se guardano le pubblicità selezionate e approvate da Brave. In questo modo, si premiano sia gli advertiser creativi e originali, ma si incentivano anche gli utenti a visionare pubblicità interessanti per loro. La parte più bella? Brave è totalmente open-source, e BAT è un token basato su Ethereum. L’advertising diventa così un ecosistema in cui tutti gli attori scambiano valore, e non una battaglia tra utenti poco interessati e aziende che cercano visibilità a tutti i costi.

5. Ankr, Web3 per tutti

Infine, tra le 6 crypto più interessanti del Web3 troviamo Ankr, una piattaforma che offre vari strumenti per sfruttare le potenzialità del nuovo Internet. Attraverso tool di sviluppo e API, semplifica attività fondamentali come la creazione di nodi per varie blockchain, lo staking e la programmazione di dApp cross-chain.Il token, ANKR, è un utility token ERC-20 e BEP-20 utilizzato soprattutto come moneta per acquistare i servizi offerti su Ankr. 

Più una blockchain viene utilizzata, più diventa decentralizzata e sicura. Il Web3, essendo formato e guidato dagli utenti, funziona allo stesso modo: grazie ad Ankr, è più facile contribuire al nuovo Internet!