Nuovi scaglioni Irpef 2024: tutte le novità da conoscere assolutamente

mani che effettuano calcolo irpef con carta penna e calcolatrice

Tutte le novità sugli scaglioni Irpef 2024: cosa cambia? La guida completa 

I nuovi scaglioni Irpef 2024 sono in dirittura d’arrivo. Assieme al disegno riguardante la Legge di Bilancio, infatti, è stato anche approvato uno dei primi due decreti di attuazione della riforma fiscale che ha fatto luce sulle novità pensate per l’anno venturo. 

Cosa cambia, insomma, in virtù delle modifiche immaginate? Soltanto per il 2024 gli scaglioni Irpef diventeranno tre. Ecco dunque una guida completa per comprendere in che modo avverrà la tassazione sui propri redditi. 

Irpef: cos’è e cosa sono scaglioni e aliquote

Imposta sul reddito delle persone fisiche: ecco cos’è l’Irpef senza troppi giri di parole. Si tratta dunque di una tassa diretta, personale e progressiva, che cambia sulla base dei diversi scaglioni di reddito previsti. 

Per dirla in parole quasi semplicistiche, insomma, più il reddito in questione sale, più questo viene tassato. Sul reddito, dunque, viene applicata un’aliquota, ossia il tasso percentuale che si applica alla base imponibile.

Scaglioni Irpef 2023: la situazione attuale

Attualmente gli scaglioni Irpef sono quattro e, come anticipato, a ciascuno di essi viene applicata una diversa aliquota, che sale all’aumentare del reddito. Vediamo dunque come avviene la tassazione oggi: 

  • Redditi fino a €15.000: aliquota del 23%
  • Redditi da €15.000,01 a €28.000: aliquota del 25%
  • Redditi da €28.000,01 a €50.000: aliquota del 35%
  • Redditi oltre €50.000: aliquota del 43%

Ricordiamo che per situazioni specifiche di redditi fino a €8.174 vale la no tax area, dunque l’aliquota è dello 0%.

Nuovi scaglioni Irpef 2024: cosa cambia

Le novità pensate dall’esecutivo andranno ad interessare una categoria specifica di redditi, quelli compresi nello scaglione €15.001 – €28.000. Ad essi, infatti, verrà applicata un’aliquota più bassa del 23% (contro quella attuale del 25%). Il tutto, è stato calcolato, per un risparmio mensile di 22 euro massimi.  

Volendo riassumere, la situazione a partire dall’anno venturo sarà la seguente: 

  • Redditi fino a €28.000 euro: 23%
  • Redditi da €28.001 a €50.000 euro: 35%
  • Redditi oltre €50.000 euro: 43%.

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Tutto sulla riunione Fed di ottobre-novembre: news e decisioni prese

palazzo della Fed

La riunione Fed di ottobre-novembre 2023 si è conclusa, ma cosa è successo? Le news si sono rincorse, mentre i tassi sono rimasti fermi.

La riunione Fed di ottobre-novembre 2023 si è ufficialmente conclusa.

Come emerso dalle prime news giunte dagli Stati Uniti, i membri del FOMC hanno scelto di non mettere mano al costo del denaro lasciando invariati i tassi di interesse. Le news, però, non si sono esaurite su questo fronte.

Decisioni e news della riunione Fed di ottobre-novembre

Il range di riferimento per i tassi della Federal Reserve è rimasto invariato al 5,25-5,5%. Questa la principale decisione presa all’unanimità dall’istituto di Jerome Powell.

Nel terzo trimestre dell’anno, si legge nel comunicato, l’economia a stelle e strisce è cresciuta di 4,9 punti percentuali, mentre anche sul fronte occupazione paiono intravedersi timidi segnali positivi.

E, come sottolineato da Powell, cambiamenti persistenti nelle condizioni finanziarie potrebbero avere implicazioni sull’andamento della politica monetaria, per cui gli sviluppi su questo fronte sono e continueranno ad essere oggetto di attento monitoraggio, senza necessità di sbilanciarsi attualmente.

Anche sul fronte inflazione appare troppo prematuro cantare vittoria. I progressi ci sono stati, certo, ma l’obiettivo del 2% è ancora piuttosto lontano.

Ciò significa che, se la riunione Fed di ottobre-novembre non ha toccato il costo del denaro, quella di dicembre potrebbe nuovamente cambiare le carte in tavola. Nell’ultimo meeting dell’anno d’altronde verranno pubblicate anche le nuove previsioni macroeconomiche e i policymaker avranno certamente più dati da valutare.

Quel che è chiaro, ha confermato Powell, è che al momento l’ipotesi di un taglio dei tassi è ancora molto lontana e fuori dalle considerazioni del FOMC.

Le previsioni degli esperti

Come di consueto, le previsioni sulla riunione Fed di ottobre e novembre 2023 si sono rincorse già a diversi giorni dall’atteso evento. 

A fronte del penultimo meeting dell’istituto centrale statunitense prima della fine dell’anno, infatti, in molti si sono interrogati sulle mosse del FOMC dopo i numerosi rialzi dei tassi di interesse partoriti negli scorsi mesi. 

Tra i primi a formulare accreditate ipotesi sul meeting autunnale dell’istituto centrale USA sicuramente gli esperti di BofA, che hanno immediatamente immaginato la sostanziale immobilità del FOMC nella riunione di ottobre-novembre. 

Ci sono rischi significativi che la Fed posticiperà l’ultimo rialzo al 2024 o non lo farà più”

Anche la presidente della Federal Reserve Bank di Cleveland, Loretta Mester, aveva fornito indicazioni sulle mosse autunnali dell’istituto centrale. A pochi giorni dalla riunione Fed di ottobre-novembre, la donna aveva formulato prospettive ancora orientate verso un altro aumento dei tassi di interesse (non necessariamente in autunno), pur sottolineando che, tra le attuali incertezze economiche, quello attuale è un momento in cui i policymaker devono essere furbi e agili. 

Generalmente parlando, dunque, le previsioni degli esperti si sono rivelate corrette. La riunione Fed di ottobre-novembre si è rivelato un momento di pausa in attesa di ulteriori indicazioni sul fronte macroeconomico. Occhi puntati dunque sulla prossima riunione, l’ultima di questo 2023 ricco di news e sorprese.

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BCE: le decisioni prese durante la riunione di ottobre 

bandiera ue

La riunione BCE di ottobre protagonista: novità e le decisioni prese

La riunione BCE di ottobre 2023 si è ufficialmente conclusa. Le decisioni dell’istituto centrale sono state attese (come di consueto) dall’intero mercato e dai cittadini dell’Eurozona. I tassi di interesse, nello specifico, sono finiti ancora al centro dell’attenzione e, come noto, non sono stati toccati. 

Di seguito tutte le novità partorite dal Consiglio Direttivo e altresì una panoramica sulle previsioni formulate dagli esperti a una settimana dal meeting. 

Al seguente link il calendario completo di tutte le prossime riunioni BCE.

Riunione BCE ottobre 2023: decisioni e novità

I tassi di interesse dell’Eurozona sono rimasti invariati. Questa la principale decisione comunicata dall’istituto di Christine Lagarde, che non ha nascosto le sue preoccupazioni.

Con la riunione BCE di ottobre, dunque, i tassi sulle operazioni di rifinanziamento principale, quelli sulle operazioni di rifinanziamento marginale e quelli sui depositi sono rimasti fermi rispettivamente a: 

  • 4,5%;
  • 4,7%;
  • 4%.

Nel comunicato stampa, la banca ha osservato che, sulla base delle valutazioni attuali, i tassi di interesse sono a livelli che, mantenuti per un periodo sufficientemente lungo, daranno un contributo sostanziale all’obiettivo di inflazione. Il quale ricordiamo si attesta al 2%.

Come sempre, ha continuato l’istituto, le decisioni future garantiranno che i tassi ufficiali saranno fissati a livelli sufficientemente restrittivi per tutto il tempo necessario. In particolar modo saranno prese in considerazione “le prospettive di inflazione alla luce dei dati economici e finanziari in arrivo, delle dinamiche dell’inflazione di fondo e della forza di trasmissione della politica monetaria.”

Le previsioni pre-meeting

Gli esperti di ING avevano per primi definito il meeting come una sorta di “riunione di mezzo”, eliminando dal quadro la possibilità di un nuovo rialzo dei tassi di interesse.  

Il Consiglio Direttivo, avevano dichiarato, avrebbe deciso di lasciare invariati i tassi di interesse per poter prima ottenere informazioni sulla crescita del PIL del terzo trimestre e per poter altresì formulare nuove proiezioni interne nel meeting di dicembre.

Le previsioni di ING avevano fatto anche riferimento alla situazione geopolitica più recente, certamente non in grado di aiutare gli sforzi dell’istituto centrale. Secondo gli analisti infatti il conflitto in Israele influirà negativamente sulle prospettive di crescita della zona euro, mentre l’impennata del greggio premerà sull’inflazione rendendo più arduo il ritorno all’obiettivo del 2%. 

Le proiezioni comunicate nella riunione BCE di settembre si erano basate sull’idea di un prezzo medio del petrolio a 82 dollari al barile nel 2024. Tuttavia, avevano fatto fatto notare le previsioni di ING, se l’oro nero salirà a 95 dollari al barile il prossimo anno, questo porterà le stime inflazionistiche dal 3,2% al 3,3% per il 2024 e dal 2,1% al 2,4% per il 2025. Il ritorno al 2%, dunque, potrebbe essere posticipato al 2026. 

I tassi di interesse, insomma, saranno alzati nuovamente nell’anno corrente? Al momento la situazione appare troppo incerta per poterlo dire. 

In questa direzione anche le parole pronunciate qualche giorno prima del meeting da Yannis Stournaras, governatore della banca centrale di Grecia, dove si è tenuta proprio la riunione BCE di ottobre (i meeting si tengono generalmente a Francoforte):

“Se c’è una nuova fonte di incertezza in Medio Oriente, dove non si sa assolutamente cosa accadrà – siamo all’oscuro – è meglio mantenere aperte tutte le nostre opzioni e stare attenti a preservare la resilienza dei paesi europei”.

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Bonifico istantaneo: come fare e quali sono i costi? Una guida

ragazza con carta di credito e cellulare in mano

Come fare un bonifico istantaneo, quali i costi e in che modo effettuare l’operazione senza sbagliare? Nonostante il procedimento sia ormai disponibile da diverso tempo, queste domande tornano spesso a galla, soprattutto fra coloro che non hanno mai avuto modo di inviare o ricevere denaro tramite la suddetta operazione. 

Ecco dunque una guida semplice per chiarire i costi, le modalità di esecuzione e tutte le caratteristiche da conoscere. 

Bonifico istantaneo: cos’è

Prima di entrare nel dettaglio della questione, di parlare di costi e di spiegare come fare un bonifico istantaneo vale la pena di chiarire cos’è. Con questi termini si definisce quel trasferimento di denaro da un conto corrente all’altro con disponibilità immediata dei fondi da parte del beneficiario. 

In altre parole, come emerge anche dal nome dell’operazione, i soldi vengono trasferiti immediatamente, anche nel giro di pochissimi secondi, dal conto del mittente a quello del destinatario. 

Il nome ufficiale e tecnico dell’operazione è SEPA Instant Credit Transfer (SCT Inst), ossia un trasferimento di credito istantaneo nell’area SEPA, Single Euro Payments Area, in cui le transazioni devono rispettare standard uniformi.

Come fare un bonifico istantaneo

Come molti avranno già intuito, le modalità di esecuzione dell’operazione variano a seconda del proprio fornitore di servizi di pagamento (o in generale della propria banca). In linea di massima, però, ci sono degli step da seguire per poter portare a termine il procedimento che, ricordiamo, può essere effettuato sia presso uno sportello fisico della propria filiale sia tramite home banking (ove supportato).

Innanzitutto bisogna assicurarsi che proprio il fornitore supporti e aderisca a questo servizio. Poi bisogna ovviamente sincerarsi di possedere sul proprio conto (dunque quello del mittente) tutta la somma che si è intenzionati ad inviare per evitare il blocco dell’operazione. 

Poi bisogna essere in possesso dell’IBAN del destinatario, che dovrà essere comunicato all’operatore di sportello o inserito direttamente sul sito o sull’app che si utilizza. Vale la pena di ricordare che molto spesso i servizi di home banking possono chiedere una nuova conferma della volontà di effettuare un bonifico istantaneo e non ordinario per cui in quel caso occorre sempre accettare nuovamente.

Una volta inserito l’IBAN, l’importo e la causale (dunque nulla di nuovo rispetto alle operazioni standard), basterà procedere al trasferimento dei fondi che nel giro di pochi secondi o minuti saranno disponibili sul conto del beneficiario. Ecco dunque come fare un bonifico istantaneo in pochi, semplici passi. 

Costi 

I costi del bonifico istantaneo variano a seconda del provider di servizi bancari/finanziari da noi scelto. Tramite l’app di Poste Italiane, ad esempio, l’operazione viene a costare 1€, oltre all’ulteriore euro richiesto per l’operazione di base per un totale di 2€. 

Su UniCredit invece si segnalano costi di 2,5€, mentre csu Banca Sella 2,3€. Intesa San Paolo, ancora, ha una commissione equivalente al costo del bonifico ordinario più lo 0,04% dell’importo trasferito. 

Ogni banca, insomma, ha i propri costi di gestione del bonifico istantaneo per cui, se si vuole essere sicuri di quanto verrà addebitato, chiamare direttamente il proprio provider e chiedere l’informazione è la scelta migliore. Nella maggior parte dei casi, però, non ci sono sorprese e tutti i costi sono esplicitati nella pagina di conclusione dell’operazione. 

Vantaggi del bonifico ordinario

Quel che è emerso in questa piccola guida è che il bonifico istantaneo ha le stesse modalità di esecuzione di quello ordinario. Le differenze però sono notevoli. 

Non soltanto infatti il trasferimento istantaneo si verifica effettivamente nel giro di pochi secondi, ma l’operazione è altresì disponibile 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Nel caso del bonifico ordinario, invece, essa viene elaborata e gestita soltanto nei giorni feriali.

La velocità di esecuzione, dunque, è senza dubbio il punto di forza di queste operazioni, in un mondo in costante movimento e perenne corsa, in cui le persone si aspettano che le transazioni avvengano istantaneamente. 

La flessibilità e la sicurezza, poi, sono altri due aspetti fondamentali che portano a prediligere i bonifici istantanei, che possono essere effettuati in qualsiasi momento e ovunque, grazie all’uso diffuso di dispositivi mobili e connessioni internet, il tutto tramite tecniche avanzate di crittografia e sicurezza per proteggere le transazioni, riducendo il rischio di frodi e accessi non autorizzati.

Questo tipo di operazioni, dunque, pare condividere molto con il mondo delle criptovalute, le quali consentono ai titolari di effettuare transazioni dirette senza la necessità di intermediari come banche o istituzioni finanziarie tradizionali. Le operazioni crypto sono solitamente veloci e possono essere considerate equivalenti a un bonifico istantaneo, ma con una struttura decentralizzata e senza confini geografici. Scopri di più su questo mondo e su come sfruttare tutte le sue potenzialità!

Centesimi rari: quali sono e qual è il loro valore?

insieme di centesimi da vari tagli

Scopri quali sono i centesimi rari. Molti di essi hanno un valore che non ti aspetti! Ecco tutte le curiosità da conoscere

I centesimi rari rappresentano per gli appassionati di numismatica e per i semplici curiosi, un argomento di notevole interesse. 

Molto spesso, infatti, capita di frugare nei cassetti delle vecchie case o anche nei vecchi vestiti e di trovarsi di fronte alcune monete rare (qui la lista completa delle più eccezionali) che portano a domandarsi non soltanto se il loro valore è più alto rispetto a quello degli esemplari classici, ma anche come riconoscerle. 

Centesimi rari: introduzione ai tagli

Come ben sappiamo, il 2002 è stato l’anno in cui i cittadini italiani ed europei hanno assistito ad una rivoluzione: le valute nazionali sono state sostituite dall’euro. Le monete in € sono oggi disponibili in diversi tagli: 

  • 2 euro (€2,00)
  • 1 euro (€1,00)
  • 50 centesimi (€0,50)
  • 20 centesimi (€0,20)
  • 10 centesimi (€0,10)
  • 5 centesimi (€0,05)
  • 2 centesimi (€0,02)
  • 1 centesimo (€0,01)

Ed è proprio sui tagli più piccoli che si concentrerà la nostra attenzione in questo articolo. In circolazione, infatti, esistono diverse tipologie di centesimi rari che hanno un valore più o meno elevato a seconda dei casi.

50 centesimi rari 

Tra i piccoli tagli della moneta unica più cercati in tutta Europa sicuramente i 50 centesimi rari, il cui valore oscilla a seconda dei singoli esemplari, i quali tra l’altro sono numerosissimi, per cui in questo articolo ci focalizzeremo solo sui più noti. 

Tra questi, come non parlare dei 50 centesimi del 2007. La maggior parte delle monete da 50 c. oggi in circolazione risale all’anno 2002. I 50 centesimi del 2007, invece, sono estremamente rari da trovare, nonostante ne siano stati coniati 4.994.490 esemplari (dati di moneterare.net). Non è tuttora chiaro il motivo di questa difficoltà nello scovare la moneta nonostante l’elevata tiratura, ma quel che è chiaro è sicuramente il suo valore: dai 2 euro ai 10€ se in Fior di Conio (senza segni di circolazione).

Poi ci sono i 50 Centesimi Rari Malta, soprattutto quelli degli anni 2011, 2012, 2014, 2015 e 2021. Il loro valore anche qui non è particolarmente elevato e si aggira tra 1,5 e 2,5 euro in FdC. 

Con l’esclusione delle annate 2002-2003, anche i 50 Centesimi Rari Monaco sono considerati interessanti dagli esperti di numismatica e il loro valore inizia a salire dai 10 ai 50 euro. 

Per i 50 Centesimi Rari Vaticano, suddivisi in 6 serie, si può arrivare anche a quota 55€, mentre quelli Portogallo 2007 si aggirano intorno ai 50€.

20 centesimi rari

In linea di massima, i 20 centesimi si definiscono rari se presentano ovviamente delle particolarità come ad esempio errori di conio o esuberi di metallo. In questi casi la loro quotazione oscilla da 3,25 a 55 euro. Non hanno valore invece i pochi esemplari trafugati prima del ritiro della moneta da 20 c. con il millesimo di conio 1999 emessa però nel 2002. 

10 centesimi rari

Tra le monete più interessanti si segnalano quelle del 2008 di Malta, dal valore di 1 euro in Fior di Conio, o anche quelle coniate nel 2002, i cui errori di fabbricazione hanno determinato quotazioni dai 236 ai 288 euro.

5 centesimi rari

Nel caso dei 5 sono da fare delle precisazioni aggiuntive e delle distinzioni in base al singolo esemplare. Tutte le quotazioni seguenti sono in Fior di Conio: 

  • 5 centesimi del 2002 di Irlanda, Portogallo, Grecia e Spagna: 1€
  • 5 centesimi 2008 di Malta con incisione del tempio di Mnajdra: 1€
  • 5 Centesimi 2003 di San Marino: 10€
  • 5 centesimi 2002 della Zecca Vaticana: 40€

1 centesimo raro

L’1 centesimo più raro esistente oggi è quello derivante da un errore: la monetina in questione presenta l’incisione soltanto sul retro ed è priva di anno di conio. Il suo valore? Circa 550€ in FdC. 

Altri esemplari hanno invece quotazioni decisamente inferiori. L’1 centesimo raro del 2004 di Grecia, Lussemburgo, Olanda vale un euro, mentre quello di San Marino 2003 si aggira intorno ai 10 euro. La monetina 1999 dei Paesi Bassi vale 1,20€ circa, mentre quella maltese con l’immagine del tempio di Mnajdra quota 2€.

Da non dimenticare poi l’1 centesimo raro Mole Antonelliana, sul quale è stata appunto coniata l’immagine della moneta da 2 centesimi per errore. Il suo valore si aggira intorno ai 2.500€/3000€. 

Centesimi rari e Bitcoin

Ovviamente i centesimi rari in circolazione sono molti di più di quelli descritti in questo articolo. Quel che è chiaro, però, è che la rarità è un aspetto particolarmente interessante non soltanto per gli esperti del settore. Più un bene o un asset è raro e più il suo valore tende ovviamente ad aumentare. Un concetto, questo, rintracciabile anche nel settore delle criptovalute: i Bitcoin, ad esempio, sono considerati rari perché il loro protocollo prevede una fornitura massima limitata a 21 milioni di monete

Questo limite è stato progettato per creare una forma di rarità intrinseca nel sistema. A differenza delle valute tradizionali, che possono essere stampate in quantità illimitate, la quantità di Bitcoin in circolazione è quindi limitata, il che può influenzare la loro percezione come risorsa rara e preziosa. Per questo molti scelgono di acquistare quando il prezzo del BTC è più basso (come nell’attuale fase di mercato), in modo da ottenere la crypto pagando meno di coloro che invece attenderanno il rialzo del mercato. I centesimi rari e il Bitcoin, insomma, hanno più in comune di quanto si possa immaginare!

Cos’è la ragione sociale? Il significato per azienda e privato

donna che legge fogli seduta ad una scrivania

Capire cos’è la ragione sociale e il vero significato del termine, sia per un’azienda che per un privato, è fondamentale per chiunque si occupi di affari, diritto commerciale o anche gestione di business. Questo concetto, infatti, riveste una grande importanza per molteplici ragioni, non solo di identificazione e riconoscimento, ma anche ad esempio legali. 

Ad interrogarsi su di esso sono molto spesso anche i cittadini meno esperti, che possono ritrovarsi di fronte a documenti in cui i termini sono utilizzati in maniera naturale presupponendo la conoscenza della materia. 

Il significato di ragione sociale infatti non riguarda soltanto le aziende, ma anche il privato, per cui sapere cos’è e a cosa serve appare ormai fondamentale. 

Cos’è la ragione sociale: significato 

Quando parliamo di società commerciali dobbiamo obbligatoriamente distinguere tra società di capitale e società di persone. Nel primo caso, ciò che le identifica (il nome) è definito “denominazione”, mentre nel secondo caso è definito proprio “ragione sociale”, un concetto quest’ultimo che trova definizione nel diritto societario. 

La ragione sociale si compone di due elementi fondamentali: il nome dell’azienda e, a seguire, l’acronimo che specifica e chiarisce la tipologia di società. Essa deve essere iscritta nel registro delle imprese per tutelare il diritto di esclusiva ed evitare la circolazione di aziende aventi nomi identici. Un esempio di ragione sociale potrebbe essere “gelateria SaS di Mario Rossi”.

Volendo riassumere in pochissime parole, insomma, potremmo definire il significato di ragione sociale come quello di nome con cui un’azienda, un’impresa o una società sono legalmente registrate e operano. Eppure alcune ulteriori specifiche sono d’obbligo per capire al meglio cos’è questo concetto.

Esempio di ragione sociale: come cambia in base alla società

Come anticipato parlando del significato di ragione sociale, quest’ultimo è un concetto che riguarda non le società di capitale ma le società di persone, le quali a loro volta possono essere di diverso tipo: 

  • Società Semplici (SS): la forma societaria più elementare che può essere costituita per l’esercizio di attività economiche non di natura commerciale (articolo 2249 del codice civile). In questo caso, nella sua r.s. non è necessario indicare il nome di uno o più soci, ma è comunque possibile farlo.
  • Società in Nome Collettivo (SnC): è una tipologia societaria in cui ogni socio risponde solidalmente, illimitatamente, personalmente e sussidiariamente per le obbligazioni sociali (art. 2291 c.c.). In questo caso la ragione sociale deve obbligatoriamente contenere il nome di uno o più soci.
  • Società in Accomandita Semplice (SaS): la sua caratteristica principale è la presenza di due categorie di soci: accomandatari (che rispondono solidalmente e illimitatamente per le obbligazioni sociali) e accomandanti (la cui responsabilità è invece limitata alla quota conferita per le obbligazioni sociali). In questo caso la ragione sociale deve obbligatoriamente contenere il nome di almeno un socio accomandatario. 

Esempio di ragione sociale per SS

“Panetteria SS” o “Panetteria SS di Mario Rossi” nel caso in cui si voglia (non è obbligatorio) specificare il nome di uno o più soci. 

Esempio di ragione sociale per SnC

“Panetteria SnC di Mario Rossi”: poiché il nome di uno o più soci va obbligatoriamente specificato. 

Esempio di ragione sociale per SaS

“Panetteria di Luigi Bianchi”: dove Luigi Bianchi non è soltanto un normale socio, ma è un socio accomandatario.  

Cos’è la ragione sociale e qual è il suo significato appare ormai chiaro. 

Ragione sociale per il privato: significato

Quello di r.s. è un concetto che non si applica soltanto alle aziende. Non di rado infatti si parla di ragione sociale del privato, ma cos’è? Anche i liberi professionisti possono avere una r.s dopo aver aperto una ditta individuale ed aver effettuato l’iscrizione alla Camera di Commercio. 

In questo caso essa si compone di nome e cognome del privato che possono essere seguiti e accompagnati anche da altri termini come nomi di fantasia. 

Abbiamo dunque capito cos’è la ragione sociale e qual è il significato vero del termine, sia per un’azienda che per un privato, anche grazie a quale esempio. D’altronde, in un mondo in cui le società giocano un ruolo così cruciale, la comprensione del concetto è un passo fondamentale per navigare con successo il mondo degli affari e per prendere decisioni informate che influenzano non solo le aziende stesse, ma anche la società nel suo complesso.

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Cosa è successo nella riunione Fed di settembre 2023

facciata Federal Reserve

Guida alla riunione di settembre: tassi di interesse e non solo

La riunione Fed di settembre 2023 si è conclusa. I tassi di interesse non sono stati toccati, esattamente come previsto dalla maggior parte degli analisti, e il ciclo di rialzi è stato messo in pausa. 

Ma cosa ha spinto il FOMC a prendere questa decisione e cosa accadrà negli ultimi mesi? La conferenza stampa di Jerome Powell ha chiarito il quadro. 

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Riunione Fed settembre 2023: le news principali

Nel meeting appena concluso il Federal Open Market Committee (FOMC) ha confermato il saggio di riferimento in un intervallo compreso fra il 5,25% e il 5,5%. La stretta monetaria è stata dunque messa in pausa, al contrario di quanto accaduto a Francoforte con la BCE in occasione dell’ultimo meeting

Quella presa nella riunione Fed di settembre 2023 è stata una decisione unanime, accompagnata dalle consuete previsioni circa il prossimo andamento dei tassi di interesse. Come confermato dallo stesso istituto centrale la stretta monetaria non è conclusa: da qui alla fine dell’anno 12 governatori hanno parlato di una risalita dei tassi nel range 5,50-5,75%, mentre 7 si sono detti convinti che non sarà necessario. 

La Fed, ha dichiarato Powell, vuole essere sicura che la stretta sia sufficiente prima di arrivare a conclusioni definitive sull’attuale ciclo monetario. Novembre e dicembre, dunque, potrebbero portare nuovi rialzi, ma come sempre le decisioni saranno prese sulla base dei dati macro. 

Per quel che riguarda il 2024, invece, l’istituto ha fatto trapelare che il taglio del costo del denaro potrebbe iniziare non prima della fine dell’anno.

Le previsioni pre-meeting

Le previsioni e le news sulla riunione Fed di settembre 2023 hanno iniziato a rincorrersi addirittura una settimana prima del meeting. Diversi esperti si sono interrogati sulle mosse dell’istituto centrale, che ha comunicato le sue decisioni ufficiali mercoledì 20, come indicato dal calendario completo degli appuntamenti. Il tutto soltanto pochi giorni dopo la BCE, che invece è stata protagonista giovedì 14 settembre, con un meeting che ha tenuto fino alla fine il fiato sospeso al mercato.

Alcune delle più accreditate stime sull’incontro del FOMC sono venute a galla grazie ad un sondaggio condotto da Reuters, che ha ascoltato ben 97 economisti, la maggioranza dei quali (94) si era detta convinta che la Federal Reserve avrebbe lasciato invariati i tassi di interesse, iniziando a tagliare il costo del denaro verso aprile-giugno 2024.

Nello stesso sondaggio 17 analisti su 97 avevano parlato di un ulteriore rialzo prima della fine dell’anno. I progressi sul fronte inflazione ci sono stati, ma appare rischioso al momento darli per assodati. D’altronde lo stesso presidente della FED di Dallas Lorie Logan è andato in questa direzione:

“A questo punto credo che dovremmo procedere gradualmente, soppesando il rischio di un’inflazione troppo alta con il rischio di frenata eccessiva dell’economia”.

Quella attuale appare dunque una fase molto cauta in cui è necessario più che mai essere prudenti, come confermato anche dalla presidente della Federal reserve di Boston Susan Collins:

“Anche se potremmo essere vicini, o addirittura giunti, al picco del rialzo tassi, un ulteriore inasprimento potrebbe essere giustificato, a seconda dei futuri dati in arrivo”.

Le previsioni e le news sulla riunione Fed di settembre sono apparse dunque abbastanza concordi e il FOMC le ha confermate: il rialzo dei tassi di interesse non c’è stato, ma questa, probabilmente, sarà soltanto una pausa.

Riunione BCE settembre 2023: le cose da sapere

bandiere UE

Tutte le decisioni prese nella riunione di settembre: tassi di interesse salgono ancora

La riunione BCE di settembre si è conclusa e molte delle previsioni degli esperti sui tassi di interesse sono state disattese. Come sempre al termine del meeting l’istituto centrale ha pubblicato il comunicato stampa nel quale sono state evidenziate le decisioni prese, ed è stata programmata la consueta conferenza stampa alle ore 15:00 con lo scopo di spiegare le misure pensate.

Riunione BCE settembre: le decisioni sui tassi di interesse e non solo

I tassi di interesse sono stati alzati ancora una volta. Ecco la principale decisione presa nella riunione BCE di settembre 2023. L’inflazione, si legge nel comunicato ufficiale dell’istituto, continua a diminuire, ma resterà troppo elevata ancora a lungo. Il Consiglio direttivo si è detto determinato a garantire il ritorno dell’indicatore al suo obiettivo di medio termine del 2%. Per tutte queste ragioni i tassi sono stati incrementati ancora del 25 punti base.

Le proiezioni macroeconomiche per l’Eurozona parlano ora di un’inflazione media al 5,6% nel 2023, al 3,2% nel 2024 e al 2,1% nel 2025. Per i primi due anni le stime sono state riviste al rialzo (a causa dei prezzi energetici), mentre per il terzo anno al ribasso. Escludendo alimentari ed energia, invece, l’inflazione è vista al 5,1% nell’anno corrente, al 2,9% nel 2024 e al 2,2% nel 2025.

Cosa aspettarsi in futuro?

Il Consiglio direttivo ritiene che mantenendo i tassi di interesse su questi livelli sufficientemente a lungo, l’inflazione tornerà verso il target. Le future decisioni della BCE garantiranno che i tassi di riferimento saranno fissati a livelli sufficientemente restrittivi per tutto il tempo necessario, si legge ancora nel comunicato.

L’istituto di Lagarde continuerà a seguire un approccio data driven per determinare il livello e la durata adeguati della restrizione. In particolare, le decisioni sui tassi di interesse del Consiglio direttivo si baseranno sulla valutazione delle prospettive di inflazione alla luce dei dati economici e finanziari in arrivo, delle dinamiche dell’inflazione di fondo e della forza di trasmissione della politica monetaria.

Le previsioni di Morgan Stanley

Se sulla maggior parte dei meeting 2023 le previsioni degli analisti si sono dimostrate concordi, sulla riunione BCE di settembre si è posato un alone di particolare incertezza. A riassumere perfettamente i dubbi sulle mosse di Lagarde sono stati sin da subito gli analisti di Morgan Stanley. Inizialmente, essi avevano preventivato per settembre un aumento dei tassi di interesse, ma tali previsioni sono successivamente cambiate. 

A pochi giorni dalla riunione BCE gli stessi esperti hanno iniziato a immaginare un meeting all’insegna dell’immobilità, con una Lagarde pronta a non comunicare alcun aumento del costo del denaro visto il calo dell’inflazione dei servizi dell’Eurozona e i segnali di deterioramento economico. 

Le indicazioni della BCE

Alcune considerazioni sullo svolgimento della riunione BCE di settembre sono arrivate dallo stesso istituto centrale e, nello specifico, dal vice-presidente Luis de Guindos. A circa due settimane dal meeting, l’uomo ha confermato le incertezze del mercato, parlando di una decisione “ancora aperta”. 

Nell’incontro di luglio i policymaker della banca avevano lasciato le porte aperte a un nuovo aumento del costo del denaro, ma alcuni si erano mostrati dubbiosi viste le ultime proiezioni economiche pubblicate. 

“Un ulteriore aumento a settembre sarebbe necessario se non vi fosse una prova convincente del fatto che gli effetti del tightening sono stati abbastanza forti da portare giù l’inflazione di fondo”,

avevano tuonato i verbali pubblicati a fine agosto. 

Le previsioni sulla riunione BCE di settembre, dunque, sono sembrate incerte fino all’ultimo momento. Il meeting è stato attentamente monitorato e con esso anche i giorni precedenti l’evento, durante i quali si è tentato di cogliere indizi più specifici sul fronte tassi di interesse. 

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Cos’è lo spoofing? Il significato di questa truffa e come proteggersi

carta di credito che esce da uno smartphone

Tutto quello che serve sapere sullo spoofing telefonico: cos’è e come proteggersi dalle truffe?

Conoscere il significato di spoofing è oggi sempre più importante per evitare di cadere nelle truffe dei malintenzionati, costantemente pronti a sottrarre dati personali e denaro tramite gli strumenti tecnologici. 

I raggiri, purtroppo, sono ormai all’ordine del giorno e il massiccio utilizzo dei cellulari, divenuti parte integrante della nostra vita, rende le cose decisamente più facili a chi cerca di portare avanti tali frodi. Lo spoofing rientra proprio in questo ambito per cui capire con chiarezza non soltanto il suo significato, ma soprattutto come proteggersi da questi schemi e come evitare di incapparvi è fondamentale.

Il significato di spoofing: cos’è e tipologie

Letteralmente, il significato di spoofing è proprio quello di raggiro, imbroglio. Con questa tipologia di attacco i malintenzionati impersonano un’altra entità falsificando i dati per ottenere un vantaggio illegittimo. Una manipolazione che si basa sull’abilità di ingannare i sistemi e gli utenti i quali sono portati (erroneamente) a credere che stanno comunicando con una fonte attendibile.

È una tecnica ampiamente utilizzata nei più generali attacchi di phishing, che hanno come obiettivo finale l’ottenimento di informazioni personali, come password, numeri di carte di credito e dettagli finanziari. 

Per comprendere effettivamente il significato di spoofing, però, occorre effettuare una distinzione fra le diverse tipologie di attacchi possibili. In alcuni casi le vittime possono ricevere dei classici messaggi sul telefono nei quali l’identità del mittente è celata per apparire legittima (SMS spoofing). In altri, invece, i malintenzionati possono modificare i numeri di telefono quando effettuano chiamate ai danni degli utenti (Caller ID spoofing) .

La modifica dei numeri e del nome del mittente, fra l’altro, non è una pratica così difficile. Esistono addirittura dei provider che offrono questo tipo di servizio poiché, di base, esso non è considerato illegale. Lo è soltanto nel momento in cui viene utilizzato per truffare gli utenti. Si pensi ad esempio a tutte quelle aziende che hanno bisogno di inviare messaggi di servizio su larga scala ai propri clienti e che per questo hanno bisogno di nascondere il numero del mittente. In questo caso la pratica appare perfettamente legittima, mentre il significato di spoofing cambia assumendo una connotazione negativa quando il procedimento è generato per compiere azioni malevole e truffe. 

Esiste poi anche l’email spoofing che, come suggerisce il nome, avviene tramite l’invio di comunicazioni di posta elettronica. Da non dimenticare poi anche l’IP spoofing, con cui i truffatori nascondono l’identità di un server rendendo apparentemente legittimo l’indirizzo IP di un host, o anche lo spoofing del server DNS, in cui la compromissione del server DNS (Domain Name Service) determina un reindirizzamento verso un sito malevolo.

Anche l’ARP Spoofing va necessariamente tenuto in considerazione per proteggersi: in questo caso vengono inviati dai truffatori dei messaggi ARP (Address Resolution Protocol) falsificati.

Indipendentemente dalla tipologia di approccio adottato, tutte le varie forme di spoofing condividono un elemento fondamentale: utilizzano la fiducia come leva per ottenere o alterare dati sensibili, compiere frodi finanziarie, aggirare i meccanismi di controllo dell’accesso alle reti e diffondere software dannoso mediante collegamenti e allegati maligni.

Come proteggersi?

Identificare attacchi di spoofing è diventato oggi sempre più difficile e questo perché, come già detto, falsificare l’identità dei mittenti è tutt’altro che difficile. Questo significa che tutti dovrebbero adottare delle pratiche di sicurezza solide e attente. 

Innanzitutto bisognerebbe visitare soltanto siti ufficiali e notoriamente sicuri (con protocollo HTTPS). Poi bisognerebbe riflettere attentamente di fronte ad ogni comunicazione che si riceve (da qualsiasi tipo di canale), anche quando il mittente sembra assolutamente affidabile. 

Bisognerebbe poi evitare di inserire con troppa fiducia e leggerezza i propri dati personali senza prima aver effettuato le dovute indagini sul mittente che ci sta richiedendo quell’azione e ovviamente si dovrebbero analizzare con attenzione tutti i link e gli allegati contenuti nelle comunicazioni ricevute. Un semplice click su di essi, infatti, potrebbe avere ripercussioni importanti per la vittima. 

Anche l’utilizzo di password forti e robuste è altamente raccomandato. Bisognerebbe evitare di utilizzare nomi comuni ricollegabili alla vittima, o date di nascita facilmente identificabili e costruire delle chiavi altamente personalizzate e difficili da scovare.

Mantenere alta l’attenzione, dunque è fondamentale, ma non è l’unica cosa che si può fare per proteggersi dallo spoofing. Si potrebbe ad esempio decidere di utilizzare una VPN per rendere più difficili i tentativi di frode (gli hacker, infatti, avrebbero difficoltà a decifrare i dati degli utenti che hanno criptato il proprio traffico). Oppure si potrebbero valutare servizi come il blocco dei cookie, offerti ad esempio dal Threat Protection di NordVPN. Si potrebbero utilizzare poi anche i classici antivirus, in grado di identificare tentativi di attacco e i firewall in grado di individuare indirizzi esterni alla rete locale. 

Come già dichiarato all’inizio di questo articolo, conoscere il significato di spoofing è più che mai fondamentale, così come mantenere alta l’attenzione nei confronti degli innumerevoli tentativi di frode cui, purtroppo, siamo ormai esposti.

In tal senso, Young Platform adotta solide misure di sicurezza per confermarsi affidabile e non chiede ai suoi utenti credenziali d’accesso e altri codici, tramite alcun canale di comunicazione. Scopri di più.

Quando scenderanno i tassi dei mutui? A cosa prestare attenzione

Calcolatrice e persone intente a calcolare

Quando scenderanno i tassi sui mutui secondo le previsioni degli esperti

Quando scenderanno i tassi dei mutui? Una domanda lecita che molti in Italia e più in generale nell’Eurozona hanno iniziato a porsi negli ultimi mesi. Il blocco della moneta unica è stato travolto dalla politica monetaria della BCE che dall’estate dello scorso anno ha iniziato ad alzare i tassi di interesse. 

Dal mese di luglio 2022 l’istituto di Christine Lagarde ha rivisto il costo del denaro numerose volte, cosa che ha avuto conseguenze imponenti anche sui semplici cittadini. Alzare i tassi d’interesse significa infatti alzare i costi che devono essere sostenuti quando si chiede un prestito o, appunto, un mutuo, soprattutto se a tasso variabile.

Chiedersi quando scenderanno i tassi dei mutui è diventato obbligatorio dunque, per tutte le persone che si sono trovate a fronteggiare costi in aumento, ma anche per quanti hanno dovuto mettere ad esempio in pausa la richiesta di finanziamenti a causa dei tassi non convenienti.

Quando scenderanno i tassi dei mutui: le previsioni

Nonostante l’inflazione sia notevolmente diminuita dal 10,6% di ottobre 2022 al 5,5% di giugno 2023, essa rimane ancora troppo al di sopra dell’obiettivo del 2%. Un’analisi pubblicata di recente proprio dalla BCE ha tentato di formulare previsioni sull’effetto delle politiche monetarie di inasprimento implementate negli ultimi mesi, dalle quali dipende la risposta alla domanda iniziale: quando scenderanno i tassi dei mutui. 

Secondo l’indagine, quanto fatto fino ad ora avrà come conseguenza delle pressioni al ribasso sia sull’attività economica che sull’inflazione dal 2023 al 2025. Il 2024, nello specifico, sarà l’anno in cui le politiche monetarie saranno visibili sui prezzi al consumo. L’impatto sul PIL, invece, sarà visibile in maniera predominante proprio nel 2023.

Per i prossimi mesi, dunque, sarà inverosimile un taglio del costo del denaro e del costo dei prestiti. I tassi di interesse sui mutui sono oggi superiori al 4%: soltanto a maggio il dato è salito al 4,58% secondo i dati di Bankitalia, il che ha generato rincari di circa 170 euro al mese (o €2.040 annui) per le famiglie. Una situazione che, a sua volta, ha incrementato il numero di insolvenze nei pagamenti di quanti si sono trovati sempre più in difficoltà. 

Curiosità: negli ultimi tempi, soprattutto negli USA, è emersa anche una nuova modalità di pagamento dei mutui tramite criptovalute. Le sue caratteristiche, ovviamente, sono differenti rispetto a quelle delle operazioni classiche.

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Secondo la maggior parte degli analisti, la Banca Centrale Europea non taglierà il costo del denaro prima del 2024 il che si tradurrà in mutui cari ancora a lungo. Per gli analisti di Nomura, ad esempio, l’inversione di rotta si paleserà soltanto con l’arrivo del quarto trimestre del prossimo anno. Nei prossimi mesi, invece, i tassi potrebbero continuare addirittura a salire con l’obiettivo di riportare l’inflazione verso il 2%. Allo stato attuale, dunque, è probabile che i tassi sui mutui non scenderanno prima di un altro anno abbondante. 

Come già sottolineato dalla stessa BCE, però, la situazione economica attuale è circondata da un velo di incertezza piuttosto spesso, per cui non è possibile prevedere al momento con estrema convinzione quando scenderanno i tassi dei mutui. Le riunioni della banca centrale (qui il calendario completo dei meeting in arrivo) continueranno ad essere attentamente monitorate, così come la comunicazione di Lagarde, per tentare di scovare indizi in tal senso.