Previsioni prezzo del petrolio: voci dagli esperti

Prezzo petrolio: le previsioni 2024 degli esperti

Le previsioni sul prezzo del petrolio per il 2025/2026. Cosa ci dicono gli esperti? Quale sarà il prezzo del Brent e del WTI nel prossimo biennio?

Le previsioni per il prezzo del petrolio nel 2025/2026 sono formulate dagli esperti sulla base di diversi fattori come l’andamento dei conflitti in Ucraina e in Medio Oriente e le relative sanzioni dell’Unione Europea e degli Stati Uniti. Inoltre, il prezzo del barile dipende dall’offerta, che può essere modificata artificialmente dai membri dell’OPEC+, l’organizzazione di esportatori di petrolio che controlla il 40% della produzione mondiale. Vediamo insieme cosa ci dicono gli analisti

Prezzo del petrolio oggi: qual è la quotazione?

Qual è il prezzo del petrolio oggi? È la prima domanda da porsi, perché conoscere il presente – e il passato – è il modo migliore, se non l’unico, per cercare di capire cosa succederà nel prossimo futuro. In questa sezione, pertanto, daremo uno sguardo alla quotazione del petrolio greggio prendendo i due benchmark di riferimento a livello mondiale, ovvero il WTI e il Brent

Qual è il prezzo del petrolio WTI?

Il prezzo del WTI (West Texas Intermediate) – al momento in cui scriviamo – oscilla fra i 71 e i 72 dollari per barile. Se prendiamo in considerazione la storia recente di questo petrolio estratto negli USA, noteremo che, in realtà, il prezzo attuale è determinato quasi esclusivamente dagli ultimissimi eventi geopolitici, che tratteremo in un paragrafo specifico. Il prezzo del WTI, infatti, era in discesa dal maggio del 2022: dai circa 113$/barile di tre anni fa, aveva toccato i 57$ ad aprile di quest’anno, per poi ricominciare a salire leggermente a causa dei dazi di Trump e guadagnare 10$ negli ultimi tre giorni. 

Qual è il prezzo del petrolio Brent?

Il prezzo del Brent (estratto dai giacimenti nel Mare del Nord) – al momento in cui scriviamo – si attesta sui 73,7 dollari per barile. Guardando anche qui al quadro generale, la storia del prezzo del Brent è praticamente identica a quella del WTI: dopo tre anni di declino, dai 115$/barile di maggio 2022 ai 60$ di aprile 2025, il petrolio del Mare del Nord ha ripreso a crescere dopo l’annuncio dei dazi per poi schizzare verso l’alto a giugno.

Ora che abbiamo dato un’occhiata ai movimenti di prezzo, è ora di farsi la domanda delle domande: Cosa determina i movimenti verso l’alto e verso il basso? E quindi:

Da cosa dipende il prezzo del petrolio?

Il prezzo del petrolio, fondamentalmente, dipende da tre fattori decisivi: le decisioni dell’OPEC+, il valore del dollaro e la domanda globale. Analizziamoli uno per uno. 

Chi stabilisce il prezzo del petrolio? L’OPEC+ (ma non solo)

L’OPEC+ è l’organizzazione che riunisce i paesi esportatori di petrolio (Organization of the Petroleum Exporting Countries) e viene considerata, proprio in virtù della sua capacità di stabilire i prezzi, una sorta di cartello. L’OPEC+ nasce nel 2016 ed è l’estensione dell’OPEC, attiva dal 1960. La principale differenza fra le due, risiede nel numero degli stati membri: la primissima formazione dell’OPEC includeva Arabia Saudita, Iran, Iraq, Kuwait e Venezuela. Nel tempo, si sono aggiunti otto stati produttori di petrolio, tra cui Libia, Algeria ed Emirati Arabi Uniti. Infine l’OPEC+, la versione allargata dell’OPEC, include altri dieci paesi come Russia, Messico. Barhein, Brunei, Oman e Azerbaijan. 

La creazione di un “cartello del petrolio” è stata frutto della necessità dei paesi fondatori di contrastare l’egemonia delle cosiddette Sette Sorelle, vale a dire di quelle compagnie che per tutto il ‘900 hanno avuto il monopolio del mercato: le europee British Petroleum e Royal Dutch Shell insieme alle statunitensi Exxon, Texaco, Mobil, Gulf Oil e Standard Oil of California. L’estensione a OPEC+ nel 2016, invece, è stata dettata dalla necessità di contrastare l’aumento delle estrazioni di petrolio negli Stati Uniti, per ritornare ad avere in mano una quota rilevante di mercato. 

L’OPEC+ quindi, avendo il controllo di metà della produzione mondiale e dell’80% delle riserve di greggio, è in grado di influenzare il prezzo del petrolio in modo arbitrario, gestendone i livelli di produzione. In parole semplici, ciò significa che questa alleanza si accorda per aumentare o ridurre la produzione di barili al fine di mantenere i prezzi stabili: ad alta domanda, sale il prezzo per barile e l’offerta viene adeguata; a bassa domanda, il prezzo scende e l’offerta viene tagliata.

Il comportamento dell’Organizzazione negli ultimi mesi, però, è stato diverso dal solito: al calo dei prezzi del petrolio, la produzione di barili è rimasta stabile. Secondo gli analisti, l’Arabia Saudita, che può essere considerata il paese leader fra i membri, si sarebbe “stancata” di sostenere i costi maggiori di questa strategia di equilibrio dei prezzi. Questo perché è il paese che, più degli altri, rinuncia ad esportare greggio proprio nell’ottica di mantenere la quotazione a un livello profittevole per tutti. Il problema è che, allo stesso tempo, tale impegno non viene rispettato da alcuni fra i paesi membri (Kazakistan e Iraq), i quali hanno costantemente sforato il tetto accordato. Inoltre, ci sarebbe anche la volontà di “accontentare” Donald Trump, mantenendo il petrolio economico, con lo scopo di rafforzare l’alleanza strategica con gli Stati Uniti. Infine, nonostante le recenti tensioni, il mercato è stato valutato come “sano”, dal momento che nel Q1 del 2025 il consumo di petrolio è aumentato di 1,2 milioni di barili, ai massimi dal 2023.

Fuori dall’ecosistema OPEC, i maggiori estrattori di greggio sono Stati Uniti, Canada, Cina e i paesi parte dell’OECD (Organization for Economic Co-operation and Development, in Italia conosciuta come OCSE), organizzazione che conta 36 stati membri. 

Il valore del dollaro statunitense 

Negli ultimi cinquant’anni, il dollaro statunitense è stata la valuta di riferimento per la compravendita del petrolio in giro per il mondo. Non a caso, è stato coniato ad hoc il termine petrodollaro, proprio per indicare le immense riserve di valuta che i paesi produttori incassano con la vendita di questo combustibile fossile. Conseguentemente, il valore del dollaro USA influenza in modo diretto il prezzo del barile di petrolio. Facciamo un esempio pratico: quando l’Italia compra un barile di Brent, che abbiamo visto aggirarsi sui 74$ dollari per barile, deve convertire gli euro in dollari. Il prezzo del singolo barile, quindi, è influenzato dal cambio euro/dollaro e risente della forza o debolezza della valuta statunitense. Volendo riassumere con uno slogan, più il dollaro è forte nei confronti dell’euro, più il prezzo del petrolio sale, e viceversa. Naturalmente, questo discorso vale per tutte le valute. 

Gli Stati Uniti e il dollaro continuano ad avere un ruolo dominante in queste dinamiche, data la potenza economica e militare del paese a stelle e strisce. Tuttavia, qualcosa sta cambiando. Innanzitutto la Cina, di gran lunga il paese che importa più fossile, ha iniziato a comprare barili attraverso la sua valuta, lo yuan. In secondo luogo, l’Arabia Saudita non ha rinnovato l’accordo cinquantennale che nel 1974 aveva siglato con gli USA e che prevedeva la vendita del petrolio in dollari e l’investimento dei proventi in debito americano, in cambio di protezione militare e vendita di armi. Con Trump, come abbiamo anticipato, si sta verificando un riavvicinamento fra i due paesi, ma è innegabile che molte potenze nel mondo stiano cercando di attuare politiche di dedollarizzazione

Domanda globale

Naturalmente, come la legge della domanda e dell’offerta vuole, il prezzo del petrolio è determinato anche e soprattutto dalla richiesta globale. L’offerta, come detto prima, è prerogativa dell’OPEC+ e degli altri attori di mercato, ma la domanda è frutto della somma di più variabili interconnesse. Attualmente, il consumo di petrolio a livello mondiale si aggira sui 100 milioni di barili al giorno, con Cina, Stati Uniti e Unione Europea in testa.

Tra i fattori che incidono sulla domanda di petrolio, al primo posto troviamo la crescita economica globale perché più l’economia mondiale si espande, più aumenta l’energia destinata alla produzione industriale, ai trasporti e alle attività energivore, più c’è richiesta. Ciò vale anche al contrario, come nel caso del periodo del Covid: il mondo si ferma, le industrie si spengono, la domanda diminuisce drasticamente, il prezzo del petrolio crolla. 

Un altro fattore determinante è legato alle politiche energetiche e alla transizione ecologica. Questo perché, ovviamente, più ci si affranca dai combustibili fossili, più la domanda si riduce, più il prezzo dovrebbe abbassarsi. Questa correlazione non è sempre così automatica e dipende in parte dalle decisioni dell’OPEC+. 

Un terzo fattore riguarda i cosiddetti shock esogeni, vale a dire quegli eventi esterni alle leggi dell’economia come i disastri naturali e le guerre, che potrebbero danneggiare le linee di rifornimento o, in generale, minare gli equilibri di produzione. È stato così nel caso dell’invasione russa dell’Ucraina, che ha causato la cessazione dei rapporti fra Unione Europea e Russia determinando un rialzo dei prezzi di petrolio e gas naturale – e dell’inflazione – durato fino a metà 2022. 

Previsioni prezzo del petrolio: cosa prevede il biennio 2025/2026?

Fare previsioni sul prezzo del petrolio in questo periodo è estremamente difficile, a causa degli stravolgimenti di natura geopolica ed economica che, da tre anni ormai, mandano nel caos le istituzioni finanziarie di tutto il mondo. Inoltre, la recentissima escalation del conflitto fra Israele e Iran contribuisce a alimentare la forte incertezza sul futuro a breve e medio termine. 

Un’analisi indipendente della EIA (U.S. Energy Information Administration) datata 10 giugno 2025, cioè due giorni prima dell’attacco dell’aviazione israeliana nei confronti degli impianti nucleari iraniani, prevedeva i seguenti prezzi per il prossimo biennio: 

  • Previsioni prezzo del petrolio Brent: nel Q2 del 2025 le stime indicavano un prezzo di circa 65$ per barile, nel Q3 di 62$ e nel Q4 di 61$, con una media annuale stimata di 66$/barile. Nel 2026 il trend discendente sarebbe dovuto proseguire, con un prezzo di 60$/barile nel Q1 2026, di 60$ nel Q1 e nel Q2, 59$ nel Q3 e 58$ nel Q4. La media annuale: 59,2$ per barile
  • Previsioni prezzo del petrolio WTI: per il 2025 le misurazioni rilevavano un prezzo di 62$ nel Q2, 58,6$ nel Q3, 57$ nel Q4, con media annuale di 62,3$/barile. Anche qui, 2026 all’insegna del ribasso con 56$ per barile nel Q1, 56,6$ nel Q2, 55,6$ nel Q3 e 54$ nel Q4. Media annuale: 55,6$/barile

Le motivazioni dietro queste previsioni sono da ricercare nel fatto che ci si aspetta un surplus, cioè un eccedenza, di offerta rispetto alla domanda, con conseguente accumulo delle scorte globali – e, come abbiamo visto prima, fisiologico calo del prezzo del greggio. Questa argomentazione è sostenuta  anche da un report dell’AIE (Agenzia Internazionale dell’Energia), nel quale si evidenzia che, nel 2025, gli investimenti nel settore dei combustibili fossili ammonteranno a 1,1 trilioni di dollari, la metà rispetto al capitale destinato all’energia rinnovabile. A ciò, si aggiunge un crollo del 6% degli investimenti dedicati all’upstream petrolifero, cioè alla ricerca di nuovi giacimenti da sfruttare, e di quelli verso le raffinerie, in calo al livello più basso degli ultimi 10 anni – sotto i 30 miliardi. Tutto questo sembra indicare un chiaro riorientamento dell’allocazione del capitale. Ma c’è un ma.

L’andamento del petrolio nel 2025: occhio all’escalation fra Israele e Iran

I raid dell’aviazione israeliana sugli impianti nucleari iraniani di Natanz e Tabriz del 12-13 giugno, hanno cambiato tutte le carte in tavola nel giro di 24 ore. La risposta della Repubblica Islamica di Teheran è arrivata dopo qualche ora e ha contribuito ad inasprire la già delicatissima situazione. Lasciando un secondo da parte i discorsi relativi alle alleanze geopolitiche nell’ecosistema OPEC+, che potrebbero portare a un taglio netto e coordinato della produzione di petrolio, l’aggravarsi di questo conflitto avrebbe conseguenze dirette sulla circolazione degli idrocarburi e delle merci. Perchè? Perchè da quelle parti sono presenti due stretti di mare fondamentali per il commercio mondiale: lo Stretto di Bab-el-Mandeb e quello di Hormuz

Per quanto riguarda il primo dei due, abbiamo avuto modo di parlarne quando abbiamo scritto della tempesta perfetta che ha portato al boom del prezzo dell’oro. Lo Stretto di Hormuz, invece, è una novità e lo affrontiamo qui per la prima volta: come ha affermato il Ministro della Difesa Guido Crosetto, questo collo di bottiglia “sarà uno dei punti critici nelle prossime settimane e nel medio-lungo termine”. Per dare qualche informazione di natura geografica, parliamo di un passaggio marittimo strategico situato tra l’Iran (a nord) e l’Oman (a sud), che collega il Golfo Persico a ovest con il Golfo di Oman e, di conseguenza, con il Mare Arabico e l’Oceano Indiano a est. 

La sua importanza deriva dal fatto che è il punto di transito obbligato per una porzione enorme del petrolio e del gas naturale liquefatto (il GNL) mondiale esportato dai principali produttori del mondo: Arabia Saudita, Emirati Arabi, Kuwait, Qatar, Iraq e Iran. Per capirci, si stima che attraverso questo stretto di mare passi ogni giorno circa il 40% della produzione mondiale di petrolio. Lato scambi commerciali, lo Stretto di Hormuz vede il passaggio di oltre 3.000 navi al mese. È dunque evidente come la chiusura di questo passaggio al trasporto marittimo causerebbe un rialzo dei prezzi e danni incalcolabili per l’economia mondiale. 

Per concludere, la situazione è così incerta e complicata che perfino gli analisti di settore non vogliono sbilanciarsi e preferiscono monitorare l’evoluzione della crisi. Un articolo di lunedì 16 giugno – targato CNBC – recita letteralmente: “I colossi dell’energia Baker Hughes e Woodside evitano di fare previsioni sul petrolio mentre il conflitto Iran-Israele si intensifica”. Sulla base di ciò, il consiglio è quello di entrare nel nostro canale Telegram e restare sul pezzo, perché questa crisi ci interessa moltissimo e non tarderemo a pubblicare aggiornamenti – oppure puoi iscriverti direttamente su Young Platform qui sotto!

Le previsioni 2025 sul prezzo di Bitcoin: cosa si aspettano gli esperti?

Strategie crypto: le 5 più popolari

Il 2025 sarà l’anno in cui Bitcoin raggiungerà i 100.000$? Scopri le previsioni sul prezzo di BTC per il prossimo anno formulate dagli esperti

Il 2024 è stato un grande anno per il prezzo di Bitcoin, così come avevano ipotizzato gli esperti all’interno delle loro previsioni. Il prezzo di BTC all’inizio dell’anno orbitava nell’area dei 40.000$, raggiunta grazie a un grande rally messo a segno nel 2023.

Da gennaio a marzo abbiamo, poi, assistito al movimento di prezzo più esplosivo della sua storia recente. Bitcoin, grazie a sei settimane rialziste su sette, ha raggiunto l’attuale all-time high a quota 73.700$. Infine, all’inizio di novembre, dopo la vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali USA, Bitcoin è esploso a rialzo registrando diversi massimi storici consecutivi.

Dai un’occhiata 

Convertitore BTC-EUR

Grafico BTC

Cosa succederà nel 2025? Quali sono le previsioni per il prezzo di Bitcoin degli esperti e dei principali fondi di investimento. Alcuni di questi, all’inizio del 2024 sono entrati a far parte del settore, promuovendo l’adozione di BTC e di tutto il mondo crypto.

Prezzo Bitcoin: le previsioni 2025 più ottimiste

Apriamo questa carrellata di previsioni sul prezzo di Bitcoin per il 2025 con le più ottimistiche. Himanshu Maradiya, fondatore di CIFDAQ Blockchain sostiene che BTC raggiungerà il valore di un milione di dollari entro la fine del prossimo anno. Quando gli è stato fatto notare che il target da lui fissato è, a dir poco, ottimistico ha commentato: “sebbene prevedere che il Bitcoin raggiungerà 1.000.000 di dollari entro il 2025 possa sembrare troppo, diversi fattori rendono plausibile tale scenario: la crescente adozione della crypto, l’approvazione degli ETF spot avvenuta a gennaio 2024, l’indebolimento delle valute fiat tradizionali a causa dell’iperinflazione e l’aumento della redditività per i miners”. Speriamo Himanshu, speriamo.

Passiamo poi ad una vecchia conoscenza del mondo crypto, il CEO di MicroStrategy Michael Saylor. Forse il più grande sostenitore di Bitcoin al mondo afferma che è probabile che la crypto raggiungerà il target del milione di dollari, perché è la riserva di valore più efficente al mondo. Inoltre, Saylor sottolinea l’impareggiabile stabilità del Bitcoin nel preservare la ricchezza, in particolare durante le fasi economicamente incerte.

Compra Bitcoin

Anche il venture capitalist Chamath Palihapitiya condivide le opinioni appena presentate. Le sue previsioni sul prezzo di Bitcoin ad un milione di dollari entro il 2025 sono giustificate dalla capacità di Bitcoin di funzionare come riparo dall’instabilità economica globale. 

Torniamo con i piedi per terra, citando le previsioni sul prezzo di Bitcoin per il 2025 del fondatore di SkyBridge Capital, Anthony Scaramucci, che ha dichiarato che si aspetta BTC a 170.000 dollari per via della “sua offerta limitata e di una domanda destinata a crescere sempre di più”. Nello specifico, secondo l’esperto investitore, gli ETF spot sulla crypto domineranno il mercato azionario mondiale nei prossimi anni.

“Anche se le performance passate non sono una garanzia, i fondamentali del Bitcoin rimangono solidi, rendendo probabile un apprezzamento a lungo termine. La volatilità potrebbe persistere, ma il Bitcoin al di sotto dei 100.000 dollari sarà presto storia passata”.

Pantera Capital, invece, ha riproposto una previsione sul prezzo di Bitcoin pubblicata, per la prima volta, due anni fa, affermando che BTC potrebbe arrivare a 114.000 dollari entro l’agosto 2025. Questo pronostico riflette il crescente ottimismo del settore nonostante la diverse sfide che devono ancora essere superate. In particolare, affinché si crei l’ecosistema perfetto che potrebbe promuovere la crescita di Bitcoin, potrebbe essere necessario assistere a diversi tagli dei tassi di interesse da parte della FED e ad una svolta positiva a riguardo al conflitto in Medio Oriente.

Nella sua centesima lettera agli investitori pubblicata di recente, Pantera ha riproposto la sua analisi del novembre 2022 sulle performance di Bitcoin precedenti e successive all’halving. Utilizzando il cosiddetto modello stock-to-flow, il fondo ha misurato l’offerta rispetto alla quantità di nuovi BTC emessi, che si sono ridotti del 50% dopo l’halving di aprile 2024.

Come non citare Robert Kiyosaki e Mike Novogratz, che prevedono obiettivi più moderati ma comunque impressionanti. Il primo si aspetta BTC a 500.000 dollari entro la fine del 2025, mentre le previsioni sul prezzo di Bitcoin di Novogratz prevedono che lo steso target verrà raggiunto entro i prossimi tre anni.

Infine non si può non includere una delle voci più influenti del settore crypto, ovvero Tim Draper. Il fondatore del fondo Draper Fisher Jurvetson ha fissato un obiettivo di 250.000 dollari entro il 2025, sottolineando la crescente accettazione di Bitcoin sia come asset finanziario che come tecnologico.

Prezzo Bitcoin: le previsioni 2025 più pessimiste

Nel corso degli anni le previsioni ribassiste sul prezzo di Bitcoin sono diventate sempre meno. D’altronde chi ha più volte dichiarato, e forse anche sperato, in un collasso dell’asset è stato, ogni volta, puntalmente smentito dalle sue performance.

Nonostante questo, però, la Banca Centrale Europea continua ad scettica nei confronti di BTC. Impossibile dimenticare quando nel 2022, in occasione del crollo di FTX, la BCE ha dato per spacciato Bitcoin. Nell’articolo di blog dall’evocativo titolo “Bitcoin last standUlrich Bindseil and Jürgen Schaaf scrivono che l’apparente stabilizzazione del prezzo di BTC avvenuta dopo il fallimento dell’exchange era un ultimo sussulto indotto artificialmente e che la criptovaluta è destinata a diventare irrilevante. Queste previsioni sul prezzo di Bitcoin però si sono già dimostrate errate, l’oro digitale dal punto di minimo di Novembre 2022, ha più che triplicato il suo prezzo.


Anche l’amministratore delegato di JPMorgan, Jamie Dimon, non è un fan di Bitcoin. Il CEO ha definito la crypto “una perdita di tempo” paragonandola ad uno Schema Ponzi che scomparirà quando tutti i BTC saranno minati, ma dopo i recenti rialzi ha anche promesso che non si esprimerà più in merito alla criptovaluta.


Ethereum, le previsioni sul prezzo degli esperti

ETF Ethereum in arrivo? 5 motivi

Cosa dicono le previsioni su Ethereum degli esperti? Le ultime ipotesi sul prezzo per il secondo semestre del 2024

Quali sono le previsioni su Ethereum degli esperti? Il prezzo, dopo un lunghissimo rally rialzista iniziato a ottobre 2023, sta affrontando una correzione. Grazie a quel movimento il prezzo di Ethereum è passato da 1.500$ a 4.000$ nel punto di massima espansione, registrando un movimento del +170%. 

Attualmente, invece, si trova sul livello dei 3.300$. Quale sarà il destino della seconda crypto più importante del mercato? 

Ethereum è la grande blockchain Proof-of-Stake alternativa a Bitcoin. Fondata nel 2013 da Vitalik Buterin con l’ambizione di diventare il “world computer”, ovvero un ecosistema in cui ospitare applicazioni decentralizzate dedicate agli ambiti più diversi, dalla finanza all’intrattenimento. Le previsioni su Ethereum sono seguite tanto quelle su Bitcoin, la crypto Ether (ETH) infatti è la sua vera grande competitor.

Segui il prezzo di Ethereum!

Previsioni Ethereum: le ultime stime degli esperti

Il prezzo di ETH a marzo si è avvicinato all’all-time high dei 4.800$, sostenuto principalmente dalla correlazione positiva con Bitcoin. E, secondo gli analisti, ci sarebbero tutti i segnali per continuare il rialzo. Anche se, fino all’approvazione degli ETF spot di maggio, la crypto ha sofferto il confronto con BTC, il vero protagonista di questo bull market.

Dopo l’evento inaspettato di maggio, però, tutto è cambiato. Ethereum ha recuperato terreno nei confronti di Bitcoin, prima di essere stato bloccato dal crollo di tutto il mercato a cui abbiamo assistito negli ultimi giorni.


Buone notizie, durante il primo semestre di quest’anno, sono arrivate anche dal mondo on-chain. BlackRock, il colosso degli investimenti, ha istituito BUIDL, un fondo per asset tokenizzati sulla blockchain di Ether.

Dai un’occhiata al prezzo di ETH!

Le previsioni per il 2024

La maggior parte delle previsioni sul prezzo di Ethereum per il secondo semestre del 2024 a lungo termine sono bullish, ed era difficile immaginare il contrario dato il comportamento del mercato negli scorsi mesi. Dopo il +70% circa del 2023, e il fisiologico momento di stallo del mercato, i trader si aspettano che il rialzo si espanda negli ultimi mesi dell’anno.

Markus Thielen, responsabile della ricerca e della strategia di Matrixport, sostiene che “sia arrivata la possibilità di un movimento esplosivo verso l’alto”. Secondo Ben Ritchie, amministratore delegato di Digital Capital Management, nella migliore delle ipotesi ETH potrebbe superare l’attuale l’all-time high nella seconda parte del 2024

Le previsioni per Ethereum di Anton Kharitonov di Traders Union, che vedevano la crypto a 3.400$ per la fine del 2023, si sono rivelate azzeccate, il suo prossimo target (per l’inizio del 2025) è di 7.200$.

Considerando un orizzonte temporale più ampio, la società di fondi d’investimento globale VanEck è super ottimista. Ritiene che sul lungo termine la capitalizzazione di mercato di Ethereum potrebbe superare i 2.000 miliardi di dollari. E per quanto riguarda i suoi target di prezzo? Secondo le previsioni sul prezzo di Ethereum più conservative la crypto arriverà a 22.000$ entro il 2030, mentre secondo quelle più ottimiste, il suo valore sarà di 154.000$.

Compra ETH

La crescita dell’ecosistema Ethereum

Il successo, e quindi il verificarsi delle previsioni su Ethereum più ottimistiche dipendono molto dalla crescita dell’intero ecosistema che, a sua volta, è influenzato dallo stato di salute dei Layer 2.

VanEck ha effettuato delle previsioni anche sulle reti parallele ad Ethereum che vedono una capitalizzazione totale di 30 miliardi di dollari entro il 2030. Questa crescita è stata stimata tenendo in considerazione i flussi di denaro in ingresso e i ricavi, in costante crescita nell’ultimo periodo, che potranno avere un impatto importante sul prezzo di Ethereum.


Il principale motivo è connesso alle commissioni di transazione che devono essere pagate, anche sui Layer 2, utilizzando ETH. Insomma, la crescita delle blockchain parallele a Ether potrebbe riflettersi sulla domanda per ETH e quindi in una crescita della capitalizzazione di mercato e del prezzo.

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L’interesse su Ethereum della finanza tradizionale

Nonostante il prezzo di ETH sia cresciuto meno di quello di Bitcoin negli ultimi mesi, le previsioni su Ethereum per il secondo semestre del 2024 tengono conto anche dell’approvazione degli ETF spot sulla crypto.


I momenti in cui Gary Gensler, il presidente dell Security and Exchange Commission (SEC), definiva Ether una security sono ormai lontani, dato che negli scorsi giorni è trapelata la news che raccontava lo stop sulle indagini sulla Ethereum Foundation da parte della commissione.

Cambio euro dollaro, le previsioni degli esperti per il 2024

Cambio euro dollaro, le previsioni degli esperti per il 2023

Le previsioni degli esperti per il cambio euro dollaro 2024, quale sarà la moneta più forte? 

Quali sono le previsioni per il cambio euro dollaro per il secondo trimestre del 2024? Come sempre, l’EUR/USD viene monitorato con attenzione dagli esperti del mercato valutario e non solo. Ogni movimento della quotazione viene costantemente analizzato e con esso anche i continui rafforzamenti e indebolimenti di una valuta rispetto all’altra. Per questo motivo, e per l’interesse nei confronti del pair, ogni anno gli esperti formulano le proprie previsioni sul cambio euro dollaro. 

Cambio euro dollaro: previsioni 2024

Prima di analizzare le previsioni sul cambio euro dollaro, è necessario fare qualche precisazione teorica. EUR/USD è la sigla che indica il cambio euro-dollaro ovvero il tasso che indica quanti dollari servono per acquistare un euro. In questa coppia valutaria l’euro è la “valuta base”, mentre il dollaro quella “quotata”. Se ad esempio il tasso è 1.5 vuol dire che 1,5$ corrispondono a 1 euro.

Il cambio euro dollaro viene studiato dagli investitori del mercato Forex e in generale serve a calcolare la solidità di una valuta. Questa metrica è influenzata dalle politiche monetarie delle banche centrali come il rialzo dei tassi di interesse e delle condizioni macroeconomiche, come l’inflazione o lo spread dei rendimenti obbligazionari tra USA e Germania. Nello specifico quando una Banca Centrale alza i tassi di interesse, la moneta in circolazione diminuisce e questo fa aumentare il suo valore.

Le previsioni sul cambio euro dollaro per il 2024 delle principali banche di investimento indicano un 1.09 per la fine dell’anno. In generale ci si aspetta che l’euro continui a guadagnare terreno rispetto al dollaro visto anche il recente taglio dei tassi di interesse da parte della Banca Centrale Europea

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Le previsioni di Morgan Stanley

Gli analisti di Morgan Stanley, avevano predetto, nel 2023, che USD avrebbe sofferto nei confronti dell’euro.

Le loro previsioni sul cambio euro dollaro vedono la coppia arrivare a 1.08, livello raggiunto in questi giorni.

Bank of America e ING

Bank of America, invece, si aspetta un euro più forte nel 2024. La stima sul tasso di cambio è di 1.10 e 1.15. Gli elementi che potrebbero alterare queste ipotesi sono diversi, come il protrarsi della politica hawkish della BCE, l’andamento della guerra in Ucraina e del conflitto in Medio Oriente e le conseguenze sui prezzi delle materie prime.

Al contrario invece, se la Banca Centrale Europea dovesse procedere con altri tagli dei tassi di interesse nei prossimi mesi e la FED dovesse restare ferma, queste stime potrebbero essere riviste al rialzo

Anche secondo ING l’EUR/USD continuerà a salire nel corso del 2024. Con una media intorno ai 1.15. 

JPMorgan

Le previsioni sul cambio euro dollaro di JPMorgan formulate ad aprile 2024, iniziano con la presa di coscienza che il dollaro si è rafforzato dopo le promesse di tre tagli dei tassi per quest’anno. Con un aumento di valore del 4,5% da dicembre 2023 a aprile. Poi però, la situazione è cambiata e l’inflazione è tornata a crescere.

Per quanto riguarda le principali valute, J.P. Morgan Research è rialzista sullo yen. Nel loro report si legge che il ratio con il dollaro potrebbe raggiungere il livello dei 155 a giugno del 2024, quello dei 154 a settembre e quello dei 153 a marzo.

Per quanto riguarda la sterlina, J.P. Morgan Research resta ribassista, come annunciato durante il 2023.

ABN AMRO Bank

Gli economisti di ABN AMRO Bank invece hanno alzato le previsioni per il cambio euro dollaro per il 2024. Tale rapporto, secondo la banca totalmente condizionato dalle politiche monetarie delle due banche centrali, dovrebbe restare intorno al livello degli 1,1 fino alla fine del 2024. Questo perché ABN AMRO Bank si aspetta che la Banca Centrale Europea procederà con un piano di tagli dei tassi di interesse più serrato rispetto a quello della FED.

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5 previsioni crypto degli esperti per il 2024 

Previsioni crypto 2024: cosa dicono gli esperti?

Stablecoin, Halving e ETF spot su Bitcoin, Layer 2 e DeFi scopri queste e altre tendenze del 2024 con 5 previsioni crypto degli esperti!

Le previsioni crypto per il 2024? Secondo gli esperti quest’anno sarà ricco di novità e sviluppi nel mondo delle criptovalute. Stablecoin, DeFi, Layer 2 e ETF spot su Bitcoin sono solo alcune delle tendenze emergenti per i prossimi mesi. In questo articolo esploreremo proprio le 5 previsioni crypto per il 2024 dal mercato alla tecnologia. Sai già cosa aspettarti per il prossimo anno? Analisti e ricercatori sì, vediamo cosa ne pensano!

1. Stablecoin

La prima delle previsioni crypto, riguarda le stablecoin che secondo gli esperti saranno un trend crescita come, d’altronde, anche durante gli anni passati. La centralità di questo tipo di criptovalute si vedrà in diversi aspetti, innanzitutto molti protocolli realizzeranno la loro stablecoin sottolineando la necessità di una crypto che cerca di contrastare la volatilità. 

Ne vedremo così di nuove con caratteristiche che nessun’altra ha mai avuto come ad esempio stablecoin resistenti all’inflazione o ancorate ai cosiddetti real world asset. Sull’argomento si è espresso anche Vitalik Buterin in un post di fine 2022 “What in the Ethereum application ecosystem excites me”, in cui propone di far gestire le stablecoin alle DAO, rendendole così sempre più decentralizzate. 

Quelle esistenti invece lavoreranno a moltiplicare i loro casi d’uso e a mantenere la loro popolarità. Attualmente nella classifica delle dieci crypto più capitalizzate, quattro sono proprio stablecoin. 

Perché queste ultime sono una parte fondamentale delle previsioni crypto 2024? Sappiamo già che le stablecoin rappresentano spesso il primo accesso al mondo crypto. In altre parole sono un passaggio intermedio nel percorso dalla finanza tradizionale alla DeFi. Inoltre è probabile che nei prossimi mesi assisteremo a una domanda e a un’adozione maggiore delle stablecoin soprattutto nei paesi con un’economia fragile in difficoltà di fronte agli effetti dell’inflazione globale.

2. Bitcoin: tra ETF spot e Halving

Il vero protagonista degli ultimi mesi del 2023 è stato Bitcoin, che, nonostante sia la criptovaluta più longeva, continua a sorprendere tutti. Non dal punto di vista di aggiornamenti e miglioramenti ma per l’adozione in costante crescita. Quest’estate non si è parlato di altro che degli ETF spot su BTC e della loro possibile approvazione. Questa, secondo diversi analisti, dovrebbe arrivare a gennaio e potrebbe dare inizio ad un bull market senza precedenti. Secondo le previsioni crypto per il 2024 di VanEck, uno dei principali fondi di investimento crypto americani, l’approvazione di questi strumenti porterà nel mercato più di 2,4 miliardi di dollari nei primi mesi del 2024.

Inoltre, bisogna anche considerare che entro la prima metà del 2024 ci sarà il prossimo halving di Bitcoin. Questo evento, che coincide con il dimezzamento delle ricompense per i miner, ha sempre influenzato positivamente il prezzo di BTC nei mesi successivi.

Insomma, dopo due anni difficili, le previsioni sulla crypto per il 2024 sono molto ottimiste, in molti tra gli esperti si aspettano che raggiunga l’importante traguardo dei 100.000$. Se non possiedi ancora BTC puoi valutare di acquistarlo su Young Platform.

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3. Layer 2 di Ethereum 

I Layer 2 di Ethereum sono pronti a fare il botto! Nello specifico secondo le previsioni crypto degli esperti, la tecnologia pronta ad esplodere è quella dei zero-knowledge rollup (che potrebbero superare l’altro tipo di rollup, quelli optimistic). Questa verrà scelta non solo per la scalabilità ma anche per il miglioramento della privacy delle transazioni, argomento sempre molto caldo. 

Collegato a questo trend vedremo un accumulo di valore nei progetti e nei token Layer 2, infatti i zero-knowledge rollup riusciranno a gestire la maggior parte delle attività degli smart contract. 

4. Regolamentazione

Le previsioni crypto 2024 sul tema della regolamentazione? Il declino di diversi operatori del settore tra cui la blockchain Terra, Three Arrow Capital, Celsius, FTX ha avuto, inizialmente, un effetto negativo sull’adozione. Ma, a qualche mese di distanza, si ha la sensazione che siano stati degli step necessari per fare un po’ di “pulizia” nel settore, che ora sembra pronto a ripartire. Tutto quello che è successo non deve, però, essere dimenticato. Questo sarà il punto di partenza per normative nazionali e internazionali serie sulle criptovalute. Probabilmente per proteggere gli utenti, verranno regolamentate la DeFi, e tutti gli exchange centralizzati o meno. 

In questo contesto avverrà una selezione naturale nell’ecosistema crypto, i progetti e le aziende valide si rafforzeranno, quelle senza valore scompariranno, lasciando il mercato più pulito. Una particolare enfasi verrà data ai controlli di liquidità dei progetti. 

5. DeFi 

Secondo le previsioni crypto degli esperti, nel 2024 la DeFi migliorerà i propri servizi rendendoli più trasparenti, immediati e completi. Questo, in realtà, sta già succedendo, anche se l’interesse sulla finanza decentralizzata si è notevolmente ridimensionato rispetto ai picchi del 2021. Con la fine del bear market potremmo però assistere ad un forte recupero dei protocolli DeFi esistenti e assisteremo sicuramente alla nascita di nuovi. Secondo le previsioni degli esperti è probabile che questo sotto-settore supererà i volumi dello scorso bull market durante i prossimi mesi.

Anche le categorie di servizi stanno diventando sempre più numerose. A beneficiare del crollo di FTX, e dei problemi legali di altri exchange sono stati in primis i DEX. Un’altro trend in crescita nel 2023 è stato quello del liquid staking, il cui principale esponente è LIDO, ad oggi l’applicazione decentralizzata con più valore totale bloccato (TVL) al suo interno: 20 miliardi di dollari. 

Ma quali sono le previsioni crypto per il 2024 per il settore della DeFi? Secondo gli esperti i protocolli che si sono affermati negli scorsi mesi continueranno a crescere. Il liquid staking, dopo aver dominato la blockchain di Ethereum è in forte crescita anche su Solana. Marinade e Jito, le due piattaforme di questo tipo più utilizzate, hanno rispettivamente 500 e 450 milioni di TVL. 

Le piattaforme di lending, i bridge, e i protocolli che si occupano di tokenizzazione dei real world asset (RWA) (rispettivamente seconda, terza e settima categoria per utilizzo) potrebbero andare incontro allo stesso destino. Dall’inizio del 2023 il TVL della sezione di Maker che si occupa di tokenizzazione è cresciuto da 600 milioni a 2,5 miliardi.

Queste 5 previsioni crypto per il 2023 sono l’intreccio delle opinioni di vari esperti, tra cui Vitalik Buterin e ricercatori e analisti di The Block, Messari, CoinMarketCap, VanECK, Fisher Capital e Pantera Capital. 

Sei sul blog di Young Platform, la piattaforma italiana per comprare criptovalute. Qui puoi trovare le ultime novità su blockchain, Bitcoin e Web3. Raccontiamo da vicino questa economia emergente con un occhio alla finanza tradizionale, così hai tutto quello che ti serve per entrare nella nuova era del denaro.

Previsioni oro 2025: il prezzo continua a infrangere record. Cosa succederà alle quotazioni?

revisioni oro 2024: cosa accadrà al prezzo?

Le previsioni sull’oro per il 2025 sotto la lente: cosa dicono gli esperti? Arriverà un nuovo massimo storico?

Quali sono le previsioni sull’oro per il 2025? Il prezzo ha, di recente, sfiorato i 2.800$ l’oncia e ha registrato una perfomance annuale del +30% circa. Inflazione, debolezza del dollaro e guerre hanno determinato la salita del metallo prezioso il cui prezzo è ora in price discovery.

Cosa succederà nei prossimi mesi? La vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali USA mischia le carte in tavola? O l’oro continuerà a prosperare a causa della complicatissima situazione geopolitica. Scopri tutte le previsioni oro per il 2025 formulate dagli esperti e le cause dei recenti rialzi. 

Previsioni oro 2025 da rivedere? Prezzo continua a infrangere record

Quali sono le previsioni dell’oro per il 2025? Gli esperti si aspettavano una crescita del genere? Il prezzo si è riportato sopra i 2.600$ e negli ultimi mesi ha infranto ogni record. A partire da ottobre 2023, è tornata una forte incertezza sui mercati, principalmente a causa dell’esplosione della guerra in Medio Oriente che ha favorito la corsa verso i beni rifugio, tra cui l’oro. Due anni fa invece, il rialzo del prezzo del metallo prezioso era coinciso con il fallimento della Silicon Valley Bank e della Signature Bank

Durante il 2024 l’oro ha guadagnato un 30% circa, mentre dall’inizio del 2023 un abbondante 60%.

Previsioni oro 2025: cosa prevedono gli esperti

Le previsioni sull’oro per il 2025 elaborate dagli esperti seguiranno quelle degli scorsi anni? Quelle che prevedevano un rialzo della sua quotazione si sono sempre rivelate azzeccate dal 2022 ad oggi. Nel 2023 in molti avevano auspicato un superamento dei 2.000$ che è avvenuto. Ma il metallo prezioso era stato protagonista già nel 2022, sostenuto dall’inizio della Guerra in Ucraina e dall’aumento dell’inflazione. Cosa succederà nel 2025? 

Gli analisti di J.P. Morgan continuano ad essere ottimisti. In un report pubblicato qualche giorno fa hanno dichiarato che una vittoria di Donald Trump, che è di fatto arrivata, avrebbe potuto influire positivamente sul prezzo della riserva di valore. Anche se il giorno delle elezioni l’oro ha sofferto registrando un -3% circa. Il motivo principale che ha portato gli analisti della banca statunitense a produrre le sopracitate previsioni sull’oro per il 2025 è connesso al debasement trade, che si verifica quando gli investitori tentano di coprirsi dai crolli delle valute

L’instabilità geopolitica che potrebbe seguire l’elezione di Donald Trump. Soprattutto connessa all’approccio del nuovo presidente nei confronti dei due conflitti in corso (Ucraina e Medio Oriente), potrebbe causare qualche scossone alle monete fiat. E l’oro potrebbe, dunque, essere una risposta, così come Bitcoin.

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Passiamo poi a Goldman Sachs, le cui previsoni sull’oro per il 2025 sono nuovamente connesse all’esito delle elezioni americane. Secondo gli analisti il metallo prezioso potrebbe continuare a crescere fino a raggiungere un nuovo massimo storico a quota 3.000$ all’oncia.  

Secondo le previsioni sull’oro di Wisdomtree, uno dei più grandi fondi d’investimento statunitensi, il 2025 potrebbe essere un anno “favorevole” per il mercato della materia prima, supportato dalle tensioni geopolitiche che non sembrano vicine ad una risoluzione. Wisdomtree si aspetta un prezzo di 2.750$ l’oncia entro la fine del primo trimestre del 2025. Anche Citi è bullish sul metallo prezioso dato che ha fissato il target sui 2.900$ l’oncia per l’inizio del 2025.

Se vuoi esporti all’oro in modo semplice e intuitivo puoi valutare l’acquisto di Pax Gold (PAXG). Si tratta di una stablecoin e, quindi, una criptovaluta che segue il valore di un determinato asset, in questo caso l’oro. PAXG viene preferita all’oro dato che è più facilmente acquistabile, anche quando si parla di piccoli importi, e agevolmente detenibile.

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Per concludere questa carrellata di previsioni sull’oro degli esperti, citiamo quella di Bank of America (BoA) Global Research che prevedeva un aumento dei prezzi dell’oro superiore ai 3.000. Quello che emerge da tutte queste previsioni sull’oro per il 2025 è la dipendenza da diversi fattori: le elezioni USA di novembre 2024, la situazione geopolitica, la possibile e connessa debolezza del dollaro e l’inflazione.

Prezzo oro da record: le possibili cause 

Le previsioni sull’oro per il 2025 che hanno elaborato gli esperti ci dicono che le quotazioni sono destinate a crescere ulteriormente, nonostante gli ultimi anni siano già stati incredibilmente positivi. Vediamo quali sono ad oggi le possibili cause a sostegno di questa ipotesi. 

  • Politica monetaria dovish della Fed 

Il prossimo andamento del prezzo dell’oro potrà dipendere dall’esito delle prossime riunioni della Federal Reserve, dopo il taglio dei tassi di interesse di settembre. Questo porterebbe gli investitori ad avvicinarsi all’acquisto di oro, per il metallo la diminuzione dei tassi potrebbe essere positiva dato che i titoli di stato diventano meno convenienti

  • Possibile crisi del dollaro 

Storicamente la forza del dollaro e dell’oro sono inversamente proporzionali. Sono diversi mesi che la moneta statunitense sta accusando colpi e tantissime banche sono state molto vicine al collasso a causa dei tassi di interesse, ma dopo l’elezione di Donald Trump la situazione potrebbe cambiare. Il dollaro ripartirà a rialzo provocando un’ondata di disinteresse nei confronti dell’oro o la situazione resterà stabile?

  • Situazione geopolitica

I due principali conflitti in atto sembrano ancora piuttosto lontani da una svolta decisiva. Con l’approdo di Trump alla Casa Bianca a gennaio 2025 la situazione, soprattutto per quanto riguarda il conflitto russo-ucraino, potrebbe cambiare e riflettersi anche sul prezzo dell’oro.

Queste sono le previsioni sull’oro per il 2025 degli esperti. In molti pensano che la spinta rialzista degli ultimi anni non si arresterà, anche se le variabili in gioco sono tante e piuttosto complesse.

Scopri tutte le previsioni per il 2025 su principali mercati.

Bitcoin previsioni: il bull market è ripartito a marzo secondo Arthur Hayes

Bitcoin previsioni: il bull market è iniziato

Secondo le previsioni su Bitcoin di Arthur Hayes il bull market è ripartito a Marzo 2023. Ma come si comporterà BTC nei prossimi mesi?

Le previsioni su Bitcoin di Arthur Hayes non sono mai scontate. Il fondatore ed ex CEO di BitMEX, in un discorso tenuto alla Blockchain Week di Seul, ha dichiarato che il bull market è ripartito da mesi, il 10 marzo 2023 per essere precisi.

Secondo Hayes, però, per assistere ad un’esplosione rialzista del mercato sarà necessario aspettare da sei a dodici mesi. Ma cosa si cela dietro a questa tesi, da dove arrivano le previsioni su Bitcoin, interessanti soprattutto alla luce dell’halving in arrivo nel 2024?

Perché il bull market è già iniziato?

Le previsioni su Bitcoin esposte dal celebre investitore durante la Blockchain Week di Seul erano già state anticipate all’interno di un’analisi pubblicata sul suo blog. Ma quali sono stati gli eventi scatenanti di questo bull market secondo Hayes? Il primo è l’istituzione del Bank Term Funding Program (BTFP), un fondo creato dalla Federal Reserve per aiutare istituti di credito in difficoltà.

In occasione del crollo delle banche americane (tra cui Silicon Valley Bank, Signature Bank, ecc…) la Federal Reserve (FED) ha utilizzato questo fondo per acquistare le obbligazioni detenute da quegli istituti di credito. Invece che comprarle al prezzo di mercato però (molto basso a causa dell’incremento dei tassi di interesse) le ha acquistate tenendo conto del loro valore nominale. In poche parole la FED ha iniettato liquidità nel mercato per salvare le banche sull’orlo del fallimento, contribuendo all’incremento dell’insostenibilità del sistema fiat.

Il secondo punto alla base delle previsioni su Bitcoin di Hayes è strettamente connesso al primo e riguarda sempre le obbligazioni americane (bond). Questi strumenti finanziari a breve inizieranno a scadere e il governo dovrà emetterne di nuovi al netto dei tassi di interesse attuali. Questo genererà un ulteriore incremento di liquidità all’interno dei mercati la quale, secondo Hayes, si sposterà sui asset considerati più rischiosi perché più volatili, come Bitcoin.

Bitcoin è stato creato per questo

Come evidenziato, dunque, le previsioni su Bitcoin di Arthur Hayes sono strettamente connesse al fallimento di alcuni istituti di credito americani avvenuto ad inizio 2023. Il CEO di BitMEX sa benissimo che Bitcoin è stato creato proprio per questo motivo, ovvero impedire che i fallimenti e gli intrecci delle banche commerciali e centrali danneggino l’economia. Non a caso il creatore di Bitcoin, Satoshi Nakamoto ha inciso nel blocco genesi: “The Times 03/Jan/2009 Chancellor on brink of second bailout for banks”. 

Questo è il titolo di un articolo del Times sulla crisi finanziaria del 2008 che descrive l’intervento del ministro dell’economia britannico dell’epoca, Alistair Darling per salvare le banche. Il testo è stato scelto da Satoshi Nakamoto, come una sorta di dichiarazione di intenti per la creazione di una nuova forma di valuta digitale decentralizzata, che fosse immune alle manipolazioni delle banche centrali e dei governi.

Attraverso i bailout o alcuni surrogati come il Bank Term Funding Program (BTFP), infatti, le banche centrali e i governi salvano gli istituti di credito in difficoltà, ma influenzano negativamente la situazione economica globale.


Insomma, come già anticipato le previsioni su Bitcoin di Arthur Hayes non si sono dimostrate affatto scontate. Il CEO di BitMEX non ha parlato né di ETF spot su Bitcoin e nemmeno di Halving! Sarà soltanto il tempo, però, a dire se le sue stime si concretizzeranno oppure no.

Le ultime previsioni su Dogecoin: +110% in arrivo grazie a Musk?

loghi di twitter e X con coin Doge

Dogecoin, Elon Musk, Twitter e X: cosa sta succedendo e cosa dicono le ultime previsioni sulla crypto?

Le previsioni su Dogecoin sono tornate a rincorrersi negli ultimi giorni. A scatenarle ancora una volta Elon Musk, dopo il rebranding che ha ufficialmente cambiato il nome di Twitter in X. 

Anche il logo del famoso uccellino è stato sostituito, così come i colori predominanti della piattaforma, passati da blu a nero. Ma cosa ha a che vedere tutto questo con Dogecoin e con le previsioni formulate dagli osservatori? Il valore della crypto è finito nuovamente sotto i riflettori.

Dogecoin, previsioni: occhi su Elon Musk

A marzo scorso il fondatore di Tesla ha dato vita a X Corp. divenuta società madre di Twitter e da quel momento sono state poste ufficialmente le basi per il rebranding della piattaforma social. 

Nei piani di Musk la creazione di una everything app, da utilizzare non soltanto come social network ma anche come una piattaforma finanziaria, di pagamenti, che a detta del fondatore potrebbe arrivare ad assorbire “metà del sistema finanziario globale” se regolarizzata a dovere.

Ma perché sulla scia di queste novità si sono sviluppate nuove previsioni su Dogecoin e sul futuro della crypto, già in passato influenzata positivamente dalle decisioni del miliardario? A scatenare una vera e propria ondata di speculazioni è stata la nuova biografia Twitter di Musk, nella quale è comparso dopo il rebranding proprio il simbolo di DOGE (Ɖ) accanto a quello della nuova piattaforma. 

Per alcuni, insomma, la crypto già ripetutamente supportata dal patron di Tesla finirà per essere accettata come metodo di pagamento sull’ormai ex Twitter. Questo potrebbe determinare movimenti di prezzo per ovvi motivi. 

Nella comunità crypto Elon Musk è conosciuto anche come il “DOGEfather” per cui un nuovo endorsement da parte sua potrebbe far avverare le più rosee previsioni su Dogecoin, determinando un incremento del suo valore. Secondo le stime di Akash Girimath,  analista di FXStreet, il prezzo di DOGE potrebbe addirittura dar vita a un rally a tripla cifra percentuale, un +110%

Ovviamente, quelle descritte sono soltanto delle speculazioni e come sempre non è dato sapere se le previsioni su Dogecoin si avvereranno o meno. Sarà il tempo a confermare o smentire quanto immaginato dopo le decisioni di Musk.

Previsioni Bitcoin: svolta in arrivo secondo il guru della finanza

Previsioni Bitcoin: svolta in arrivo secondo il macro guru

Previsioni per Bitcoin e la sua capitalizzazione di mercato, la crisi economica potrebbe portarla alle stelle 

Nuove previsioni per Bitcoin dal guru della finanza Hugh Hendry. Il noto gestore di hedge fund durante un’intervista rilasciata a Bloomberg ha rivelato le sue ipotesi sul futuro della criptovaluta rispetto al contesto macroeconomico attuale. 

Previsioni Bitcoin: la spinta dalla crisi economica e finanziaria

Le previsioni su Bitcoin di Hendry sono arrivate durante un’intervista di carattere generale sulla situazione macroeconomica attuale. Alla domanda su come avrebbe preferito proteggersi da un eventuale collasso del sistema finanziario, l’esperto ha spiegato che fra tutti gli asset quello a cui si affiderebbe è Bitcoin. Ancora prima che all’oro

Secondo Hendry, nell’ipotesi non così remota di una crisi, l’oro è un buon investimento per difendersi ma ha lo svantaggio che il suo potenziale rialzo è limitato: “l’oro ha una capitalizzazione di 13.000 miliardi di dollari. L’oro sarebbe l’equivalente di tutte le azioni statunitensi”.

Controlla il prezzo di BTC, l’oro digitale per eccellenza!

Market cap triplicato! 

Secondo le previsioni  su Bitcoin di Hendry, in caso di crisi macroeconomica mondiale la crypto triplicherà la sua capitalizzazione di mercato toccando i 1,5 miliardi di dollari. In caso di peggioramento della situazione, secondo l’esperto, Bitcoin sarebbe l’asset più performante. 

“Il market cap di Bitcoin è di mezzo trilione di dollari. E Bitcoin si trova nel mondo dell’asset allocation all’interno di un insieme che chiamiamo alternative, come il private equity, gli immobili commerciali, l’oro e così via. È un insieme da 100.000 miliardi di dollari e Bitcoin è mezzo trilione di dollari. Quindi potrebbe triplicare e diventare un trilione e mezzo di dollari. Sarebbe la metà di Apple“, ha spiegato Hendry durante l’intervista.

Hendry è sembrato fiducioso sul destino della crypto anche per i recenti sviluppi sull’entrata in campo degli investitori istituzionali. Dopo la richiesta di BlackRock per un ETF a tema, ci sono state interessanti reazioni da parte del mercato. In altre parole, le previsioni su Bitcoin sono ottimiste anche per la spinta della regolamentazione e dell’adozione. 

A un anno circa dal prossimo halving, cominciano a moltiplicarsi le stime su BTC soprattutto a livello di prezzo. In prossimità dell’atteso “dimezzamento delle ricompense”, la curiosità sul destino della crypto sale. Il suo valore schizzerà come in passato? Al momento hanno la meglio le previsioni più ottimistiche su Bitcoin, catalizzate dalle ultime notizie.