Quali sono i 5 crypto AI agent più famosi del mondo crypto?

AI agent crypto: i 5 più famosi

Quali sono i 5 crypto AI agent più famosi? Le varianti decentralizzate di Chat GPT anche in grado di gestire denaro

Quali sono i crypto AI agent più famosi? Avete presente Chat GPT, Gemini, Claude e tutti quegli altri cervelloni artificiali con cui ormai chiacchieriamo quasi quotidianamente? Bene, ora immaginate se questi genietti digitali potessero non solo scrivere poesie o risolvere problemi complessi, ma anche gestire soldi veri, investire, guadagnare e persino spendere criptovalute. Sembra fantascienza? Non proprio! Benvenuti nel mondo dei crypto AI agents, la nuova, entusiasmante frontiera nata dall’incontro tra due tecnologie che stanno rivoluzionando il mondo: le criptovalute e l’intelligenza artificiale.

In parole povere, stiamo parlando di entità digitali che già oggi sono capaci di muoversi autonomamente sui mercati finanziari decentralizzati e sfornare analisi e previsioni sui prezzi. E la cosa più sbalorditiva? Non sono semplici bot il cui agire è definito da un algoritmo immutabile, ma  sono progettati per imparare dai propri errori e adattarsi alle mutevoli condizioni del mercato, un po’ come farebbe un essere umano.

Certo, detta così sembra una semplificazione estrema, e in parte lo è. Ma niente paura! In questo articolo non ci perderemo in spiegoni teorici su cosa siano esattamente e come funzionino nel dettaglio i crypto AI agents, lo abbiamo già fatto qui. Oggi vogliamo andare dritti al sodo: faremo una carrellata dei 5 più famosi e interessanti crypto AI agent in circolazione, cercando di capire cosa fanno e perché se ne parla tanto.

I 5 crypto AI agents più famosi

Virtual Protocol: la “fabbrica” di agenti AI

Iniziamo subito col botto! Virtual Protocol non è tanto un singolo agente AI, quanto una vera e propria piattaforma o, come si autodefinisce, una “società di agenti AI”, dove chiunque può creare un agente AI personalizzato. Grazie al protocollo Virtuals, una volta configurati, questi agenti “prendono vita” e possono iniziare a muoversi e operare in modo autonomo nel mondo digitale. Cosa significa? Beh, immaginate di poter “programmare” un vostro piccolo aiutante digitale capace, se lo desiderate, di processare transazioni crypto, prendere decisioni basate sulle sue esperienze passate – o sui dati che ha analizzato – e interagire con l’ambiente circostante, che sia la blockchain o altre piattaforme; ad esempio i social network. All’interno di questa lista, vedremo un esempio lampante di agente creato proprio utilizzando questo protocollo.

La maggior parte degli agenti che nascono su Virtuals rientrano nella categoria degli IP (Intellectual Properties) agents, che potremmo definire come delle vere e proprie personalità virtuali, degli influencer digitali. L’esempio più eclatante è Luna, un’agente che ha spopolato su TikTok, raggiungendo quasi 1 milione di follower grazie ai suoi contenuti. Esistono poi i functional agents, meno focalizzati sull’aspetto “social” e più orientati a svolgere compiti specifici per migliorare l’esperienza utente su determinate piattaforme o servizi.

AIXBT: l’oracolo di X

Se bazzicate X e siete appassionati di crypto, è quasi impossibile che non vi siate imbattuti in AIXBT. Questo è, senza dubbio, uno dei crypto AI agent più popolari e seguiti. Creato proprio sulla “fabbrica di agenti” Virtual Protocol, AIXBT viene definito un sentient agent. Il suo scopo principale è chiarissimo: tenere costantemente informati gli holder del suo token associato, condividendo analisi di mercato, approfondimenti e previsioni focalizzate sul mondo crypto. 

Queste analisi non sono campate in aria, ma derivano da un continuo processo di raccolta, analisi e interpretazione di dati. AIXBT ha saputo conquistarsi una vasta platea, accumulando, ad oggi, circa 500.000 follower grazie alla sua abilità nell’identificare le narrative di mercato più calde e nel fornire alpha, ovvero informazioni preziose che possono dare un vantaggio agli investitori. La qualità dei suoi contenuti è tale che persino CoinGecko, una delle piattaforme di analisi dati più autorevoli e utilizzate nel settore crypto, ha deciso di integrare le analisi di AIXBT.

Un piccolo dettaglio non da poco: il token legato a questo agente ha vissuto momenti di gloria, raggiungendo, nel suo picco di massima espansione, una capitalizzazione di mercato di ben 745 milioni di dollari.

Eliza OS: il primo Venture Capital gestito dall’AI

L’idea che muove Eliza OS – che molti ricorderanno con il suo nome precedente, ai16z – è di quelle che stuzzicano la fantasia: immaginate un mondo in cui i vostri investimenti non solo “lavorano per voi” passivamente, ma lo fanno in modo intelligente, proattivo e completamente automatizzato. Non stiamo parlando del solito interesse composto o di formule finanziarie già note. Qui si parla di un’intelligenza artificiale tokenizzata, costruita su Solana, che ha l’obiettivo di generare rendimenti attraverso un’attività di trading sofisticata e continua.

Il modo più semplice per descrivere Eliza OS?  Un fondo di venture capital completamente decentralizzato e automatizzato, che sfrutta la potenza dell’AI per prendere decisioni finanziarie ponderate, quasi come un consulente finanziario instancabile, attivo 24 ore su 24, 7 giorni su 7, e sempre aggiornato sugli ultimi trend di mercato. Il token collegato a Eliza OS ha avuto un successo quasi istantaneo e travolgente, superando la sbalorditiva cifra di 2,5 miliardi di dollari di capitalizzazione in circa quattro mesi dal lancio. Oggi però, il prezzo del token si è notevolmente ridimensionato.

Hey Anon: Chat GPT per la DeFi

Il penultimo progetto di questa nostra carrellata vede protagonista una figura tanto nota quanto discussa del panorama DeFi italiano: Daniele Sesta. Hey Anon è un protocollo che nasce con un obiettivo semplice ma potente: semplificare drasticamente le interazioni con il complesso mondo della Finanza Decentralizzata (DeFi). 

In pratica, è un chatbot in stile Chat GPT, ma nato per interagire direttamente con la DeFi. Potete dargli istruzioni in linguaggio naturale, connettere il vostro wallet crypto, e lui si occuperà di tutta la parte tecnica. Facciamo un esempio? Avete una certa quantità di ETH e volete utilizzarli come collaterale per richiedere un prestito su Aave, ma non sapete da dove iniziare o trovate la procedura macchinosa? Potreste semplicemente chiedere a “Hey Anon” di farlo per voi. Attenzione però: c’è un “ma”. Per poter usufruire dei servizi di questa piattaforma e dare ordini al chatbot, è necessario detenere una certa quantità del token nativo del progetto, ANON.

Kaito: un motore di ricerca per il Web3?

Chiudiamo la nostra lista con Kaito, una piattaforma creata specificamente per semplificare l’accesso e la comprensione della marea di dati che popola l’universo Web3. Immaginate quanto sia difficile, oggi, rimanere aggiornati su tutto ciò che accade nel mondo crypto: notizie, trend sui social media, discussioni su Discord e Telegram, dati on-chain, nuovi progetti che spuntano come funghi. Kaito si propone come una soluzione a questo problema. 

Utilizzando l’AI, Kaito raccoglie, analizza e presenta informazioni cruciali da una miriade di fonti disparate, aiutando utenti, investitori e sviluppatori a navigare in questo mare magnum e a prendere decisioni più consapevoli. Potremmo vederlo come una sorta di “Google Search” potenziato dall’intelligenza artificiale, ma interamente focalizzato e specializzato sul mondo delle criptovalute e del Web3. Un tool che promette di rendere la ricerca di informazioni di qualità più rapida ed efficiente.


E questo è solo un assaggio! Il panorama dei crypto AI agent è in fermento e ogni giorno spuntano nuove idee e progetti. Siamo ancora agli inizi, è vero, e come per tutte le tecnologie emergenti ci sono sfide, rischi e tanta sperimentazione. Ma una cosa è certa: la fusione tra intelligenza artificiale e blockchain ha il potenziale per sbloccare scenari che fino a ieri sembravano relegati ai romanzi di fantascienza.


Come creare immagini con l’intelligenza artificiale

Creare immagini con l'intelligenza artificiale

Come creare immagini con l’intelligenza artificiale, a che punto siamo? Scopri tutti i passaggi in questa guida completa

Se hai visto anche tu le immagini create dall’intelligenza artificiale – e se non le hai viste chi chiediamo dove vivi – il tuo crevello si sara avventurato in un ragionamento tipo questo. C’era un tempo, non così lontano, in cui per creare un’immagine servivano matite, pennelli, macchine fotografiche o, per i più moderni, tavolette grafiche e ore di certosina pazienza. Poi, quasi dal nulla è esplosa l’intelligenza artificiale generativa. Improvvisamente, i nostri feed social, le presentazioni aziendali e persino le chat di gruppo si sono riempite di immagini sognanti, iperrealistiche e bizzarre, tutte partorite da un algoritmo. “Vuoi un gatto astronauta in stile Van Gogh che mangia un gelato su Marte? Dammi due minuti.”

Questa nuova frontiera della creatività digitale ha scatenato un misto tra meraviglia e apprensione. Da un lato, la promessa di democratizzare l’arte, di dare a chiunque il potere di visualizzare l’impossibile; dall’altro, il timore di un futuro dove gli artisti veri, quelli in carne e ossa, finiscono per chiedere l’elemosina ai robot. Ma prima di farci prendere dal panico o dall’euforia, cerchiamo di capire come fa l’intelligenza artificiale a creare immagini.

Creare immagini con l’intelligenza artificiale: cosa c’è dietro questa magia?

Dietro l’apparente stregoneria di un’immagine che nasce da una semplice frase, c’è un concentrato di tecnologia che fino a pochi anni fa era roba da film di fantascienza. Parliamo di machine learning e reti neurali, ovvero software che cercano di imitare il funzionamento del cervello umano. Questi sistemi vengono “addestrati” su database sterminati contenenti miliardi di immagini esistenti, ciascuna accompagnata da una descrizione testuale.

I modelli più in voga oggi, come quelli basati sulle architetture “Diffusion” (tipo Stable Diffusion, DALL-E 3, Midjourney), imparano ad associare le parole ai concetti visivi. In pratica, partono da un “rumore” digitale, una specie di nebbia indistinta, e, guidati dal nostro input testuale (il famoso “prompt”), iniziano a “scolpire” questo rumore, un passettino alla volta, fino a far emergere l’immagine richiesta. Immaginate uno scultore che da un blocco di marmo informe tira fuori una statua, solo che il marmo è digitale e lo scalpello è un algoritmo che ha visto più opere d’arte di qualsiasi critico vivente. Il risultato? A volte un capolavoro, altre volte qualcosa che sembra uscito da un incubo di Dalì dopo una cena pesante.

Come generare immagini con l’AI: istruzioni per l’uso

Se pensate che basti scrivere “gatto” per fare creare all’intelligenza artificiale l’immagine di un felino che fa le fusa dallo schermo, rimarrete delusi. L’arte di dialogare con queste IA, nota con il termine anglofono un po’ pretenzioso di prompt engineering, è una disciplina sottile, a metà tra la poesia e la programmazione.

Bisogna essere specifici, quasi pedanti. Volete un “cane”? Bene, ma di che razza? Cosa sta facendo? Dove si trova? Con che luce? In che stile pittorico? “Un golden retriever cucciolo che dorme beatamente su una poltrona di velluto rosso, illuminato da una luce calda pomeridiana, stile dipinto a olio rinascimentale”. Ecco, così iniziamo a ragionare. 

Poi ci sono i negative prompts, ovvero le istruzioni su cosa NON fare: “niente doppie code, per favore”, “evita quell’effetto plasticoso”, “ti scongiuro, non più di cinque dita per mano!”. Il processo è iterativo: si genera, si osserva il risultato, si affina il prompt, si rigenera, e così via, in un loop che può portare all’immagine perfetta o a decidere che, forse, era meglio un disegno fatto a mano. All’inizio, è facile ottenere abomini digitali: quel “gatto su una bicicletta” potrebbe trasformarsi in un groviglio lovecraftiano di pelliccia e metallo a pedali. Ma con un po’ di pratica (e molta pazienza), si può iniziare a domare la bestia algoritmica e iniziare a creare immagini con l’intelligenza artificiale (AI) di qualità.

 Luci e ombre: i pro e i contro delle immagini generate dall’AI

Come ogni tecnologia che si rispetti, anche l’AI generativa di immagini porta con sé un bel bagaglio di opportunità e qualche scheletro nell’armadio. Ecco un breve riassunto di quelli che, almeno secondo noi, sono i pro e i contro di questa svolta tecnologica.

I pro:

  • Democratizzazione della creatività: chiunque, anche chi disegna come un bambino di tre anni, può dare forma visiva alle proprie idee. Serve un logo al volo? Un’illustrazione per un post? Un’ispirazione per un tatuaggio? Chiedi e (forse) ti sarà dato;
  • Velocità ed efficienza: per designer, creativi e marketer, è uno strumento pazzesco per il brainstorming, per creare moodboard, concept art, prototipi rapidi. Ore di lavoro condensate in pochi minuti;
  • Nuovi orizzonti estetici: l’IA può mescolare stili, inventare prospettive, creare immagini che un umano potrebbe non concepire, aprendo a forme d’arte inedite;
  • Divertimento puro: ammettiamolo, richiedere all’IA di disegnare robe assurde è spesso spassoso;

I contro:

  • L’incubo delle sei dita (e altre amenità): la famigerata “uncanny valley” è sempre in agguato. Mani con troppe o troppo poche dita, volti che si sciolgono come cera, prospettive da mal di mare, oggetti che sfidano le leggi della fisica. A volte, i risultati sono talmente surreali da diventare essi stessi una forma d’arte involontaria.
  • La fiera del generico: con la facilità d’uso, il rischio è una marea montante di immagini esteticamente piacevoli ma prive di anima, tutte un po’ uguali, un po’ “effetto Midjourney”. Il mondo è ora invaso da gattini cyberpunk con un numero variabile (ma quasi mai corretto) di zampe.
  • La crisi dell’originalità: se tutti usano gli stessi strumenti e magari anche prompt simili, non rischiamo un appiattimento stilistico?
  • Ma è arte questa?: il dibattito è aperto e infuocato. Se l’opera la “fa” una macchina, è ancora arte? Chi è l’artista? Colui che scrive il prompt, o l’algoritmo? Mio cugino, che fino a ieri faceva solo meme di dubbia qualità, ora si definisce “un prompt artist internazionale”, con tanto di portfolio su LinkedIn.

E dal punto di vista filosofico?

E qui la faccenda si fa seria, perché le implicazioni vanno ben oltre il numero di dita. Il primo problema, già da tempo centrale all’interno del dibattito sull’intelligenza artificiale, non solo quando viene utilizzata per creare immagini è connesso al Copyright e alla domanda: di chi è l’immagine generata? Dell’utente che ha scritto il prompt? Della società che ha creato l’IA? O è un’opera derivata dalle miriadi di immagini usate per l’addestramento, molte delle quali magari protette da copyright? Al momento, è un Far West legale. E che dire del prompting “nello stile di [artista famoso vivente]”? È omaggio o furto?

C’è poi il tema connesso al lavoro. L’intelligenza artificiale distruggerà il mercato di illustratori, fotografi, grafici o lo renderà soltanto più produttivo. A noi piace essere ottimisti è immaginare un mondo dove l’IA è un potentissimo “assistente creativo”, che libera gli esseri umani dalle task superficiali e ci permette di concentrarci sui compiti di maggior valore.

Chiudiamo con i due principali dilemmi etici. Il primo è spaventoso e riguarda la facilità con cui si possono creare immagini con l’intelligenza false ma realistiche. Foto di eventi mai accaduti, volti di persone appiccicati su corpi di altre. Le implicazioni per quanto riguarda il tema della disinformazione, della manipolazione dell’opinione pubblica e della fiducia nelle fonti sono enormi. Distinguere il vero dal verosimile diventerà sempre più un’impresa.

Infine va ribadito che le IA sono addestrate su dati creati dagli esseri umani. Se questi dati contengono pregiudizi (di genere, etnici, culturali), l’IA li imparerà e li replicherà, magari creando immagini stereotipate o escludendo determinate rappresentazioni. L’algoritmo, insomma, può essere razzista o sessista tanto quanto le società che lo hanno nutrito.

Insomma, la possibilità creare immagini con l’intelligenza artificiale è sicuramente rivoluzionaria, tanto quanto l’invenzione della fotografia o del fotoritocco digitale. Come ci stiamo accorgendo sempre di più l’AI è uno strumento incredibilmente potente, capace di democratizzare la creatività, di accelerare i processi produttivi, ma anche di sollevare interrogativi profondi sulla natura dell’arte, sul lavoro e sulla verità stessa. Come ogni strumento, il suo impatto – benefico o malefico – dipenderà da come sceglieremo di usarlo, di regolarlo e di integrarlo nelle nostre vite. Non è né un demone da esorcizzare né una bacchetta magica che risolverà ogni problema. È, più prosaicamente, un nuovo, potentissimo set di pastelli digitali a disposizione dell’umanità. Preparatevi a un futuro dove, per capire se la foto delle vacanze del vostro amico è reale o “promptata”, servirà un occhio allenato, un secondo caffè e, forse, una laurea honoris causa in filosofia della percezione. Il bello (e il brutto) è appena cominciato.

DeepSeek: l’AI cinese che ha fatto crollare il mercato

DeepSeek AI: crollo crypto e intelligenza artificiale

Il mercato crolla in seguito al lancio della versione R1 di DeepSeek, un’intelligenza artificiale sviluppata da un’azienda cinese. Cos’è successo?

Nelle ultime ore, i mercati – in particolare il NASDAQ (l’indice dei principali titoli tecnologici) e quello delle criptovalute – hanno subito un forte calo. Secondo molti analisti, parte di questa reazione è attribuibile al lancio della versione R1 di DeepSeek, un’intelligenza artificiale basata su modelli linguistici simili a Chat GPT.

In particolare, ha destato scalpore la rapidità con cui è stato sviluppato DeepSeek e i costi estremamente contenuti, soprattutto considerando che il modello è gratuito e open source. Stando alle dichiarazioni dei suoi sviluppatori, infatti, la realizzazione di DeepSeek R1 avrebbe richiesto soltanto 6 milioni di dollari e 2 mesi di lavoro.

DeepSeek: una minaccia per gli Stati Uniti?

Qual è il principale motivo di preoccupazione legato a questa novità nel campo dell’intelligenza artificiale, che ha contribuito al recente crollo dei titoli tecnologici? È presto detto: DeepSeek sembra funzionare egregiamente e i costi per svilupparlo sono irrisori se paragonati a quelli sostenuti, per esempio, da Google per “allenare” Gemini (191 milioni di dollari) o da OpenAI per il rilascio di Chat GPT 5 (tra 1,7 e 2,5 miliardi di dollari). Tale disparità pone dubbi sulla solidità dell’impressionante crescita delle azioni legate all’AI.

L’ipotesi più diffusa, che è comunque da prendere con cautela, è che DeepSeek possa rivoluzionare il mercato dell’intelligenza artificiale e diminuire drasticamente la domanda di componenti hardware specifici, innescando un’ondata di panic selling. D’altra parte, c’è chi sostiene che si tratti di una semplice narrazione, il classico “catalizzatore” utile a giustificare movimenti che, in realtà, rientrano nelle normali oscillazioni di mercato.

E il mercato crypto?

Come mai anche le criptovalute hanno subito una flessione? Le motivazioni principali sono due. La prima riguarda la correlazione tra mercato azionario e mercato crypto: quando uno scende, spesso trascina con sé anche l’altro. Tuttavia, c’è chi ritiene che ci siano altre ragioni, in particolare di natura macroeconomica: il Federal Open Market Committee (FOMC), nella riunione del 29 gennaio, potrebbe lasciare invariati o persino aumentare i tassi di interesse, nonostante il neo-presidente Donald Trump spinga per una riduzione.

Il mercato e i movimenti di prezzo

Passando ai numeri, l’indice Nasdaq ha registrato una correzione di quasi il 4% prima dell’apertura, mentre il titolo NVIDIA è sceso di oltre il 14% nel pre-market, per poi recuperare leggermente all’avvio degli scambi.

Per quanto riguarda le criptovalute, Bitcoin è scivolato sotto la soglia psicologica dei 100.000 dollari – che alcuni analisti consideravano un supporto cruciale – per poi recuperare. Tuttavia il sentiment per quanto riguarda la crypto più importante del mercato sembra sotto controllo. Analisti di rilievo, come Arthur Hayes, continuano a prospettare un target, per questo bull market, tra i 180.000$ e i 250.000$ per BTC. Inoltre, è necessario aggiungere che febbraio è un mese storicamente rialzista per le criptovalute, con una performance media del +15% circa per quanto riguarda Bitcoin.

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DeepSeek non è un “cigno nero”

Nonostante l’allarmismo e la ricerca di un capro espiatorio per il calo dei prezzi delle ultime ore, molti esperti ritengono che DeepSeek non sia assolutamente un “cigno nero”. Per definizione, infatti, questa locuzione indica eventi imprevedibili e dirompenti (come guerre, pandemie o il collasso inaspettato di settori o attori chiave) capaci di alterare radicalmente i mercati per lungo tempo. Per esempio i cigni neri dello scorso ciclo sono stati due: il crollo dell’ecosistema Terra-Luna e il fallimento dell’exchange centralizzato FTX.

Nel caso di DeepSeek, invece, ci troviamo di fronte a un’innovazione certamente interessante ma, con ogni probabilità, già ampiamente “prezzata” dai mercati, soprattutto in un periodo in cui l’intelligenza artificiale è al centro dell’interesse mediatico e finanziario. Se tutti parlano di una potenziale bolla, significa che l’informazione è già nota e dunque in buona parte scontata.

Come sottolineano diversi analisti sui social, spesso si costruisce una narrativa ad hoc per giustificare fasi di panico o vendite improvvise. Senza prove concrete di un collasso generalizzato, l’attuale correzione potrebbe essere solo un aggiustamento tecnico all’interno di un trend che rimane ancora rialzista. In un mercato famoso per le sue ampie oscillazioni, concentrarsi sui dati fondamentali e sulle prospettive di lungo termine è la strategia più prudente, evitando di farsi condizionare da ipotesi estreme o “rumori” momentanei.

Quali sono, davvero, i rischi dell’intelligenza artificiale?

Quali sono i rischi dell’intelligenza artificiale?

Quali sono i rischi dell’intelligenza artificiale? Dalla privacy alla sicurezza, dai dilemmi etici alla dislocazione del lavoro

L’intelligenza artificiale e il machine learning sono tecnologie incredibili, con enormi potenzialità e un oceano di casi d’uso di cui abbiamo esplorato soltanto la superficie. Come ogni invenzione che ha le potenzialità di stravolgere il mondo in cui viviamo, l’introduzione dell’intelligenza artificiale nella nostra quotidianità comporta anche dei rischi. Questo aspetto relativo all’AI è iniziato ad emergere nel 2022, dopo il lancio di ChatGPT, uno dei primi modelli AI a diventare mainstream.

Dal job displacement – fenomeno che descrive la futura scomparsa di alcuni lavori – alle preoccupazioni sulla privacy e sulla sicurezza, fino ad arrivare a dilemmi etici e sociali che, ad oggi, sono stati affrontati solo in parte. Vediamo quali sono i principali rischi dell’intelligenza artificiale.

I rischi dell’intelligenza artificiale: machine learning vs deep learning

Prima di affrontare nel dettaglio i rischi dell’intelligenza artificiale può essere utile definire il concetto specificando le principali differenze tra i diversi modelli. Innanzitutto, si può iniziare definendo l’obiettivo dell’intelligenza artificiale, ovvero quello di sviluppare delle “macchine” dotate di capacità di apprendimento automatico e di adattamento che siano ispirate ai modelli di apprendimento umani.

Tuttavia, il termine intelligenza artificiale è spesso associato a concetti come il deep learning e il machine learning (ML), che vengono considerati sinonimi anche se in realtà presentano delle differenze. Il machine learning è la sottoarea dell’AI che si concentra sullo sviluppo di algoritmi che permettono ai computer di imparare dai dati e migliorare le loro prestazioni nel tempo, senza essere esplicitamente programmati per ogni specifica attività. Il ML si serve della statistica per consentire alle macchine di “apprendere” dai dati, identificando pattern e prendendo decisioni basate su esempi passati

Il Deep Learning è, invece, un sottoinsieme più specifico del machine learning che utilizza le reti neurali per imparare dai dati. ChatGPT e Gemini (l’AI di Google), sono ottimi esempi di modelli di deep learning funzionanti, seppur ancora embrionali se si considerano le potenzialità di questa tecnologia.

Infine, prima di affrontare i rischi connessi all’intelligenza artificiale, possiamo definire le principali teorie ad essa connesse, molto utili per distinguere le due tipologie più diffuse di AI:

  • Intelligenza artificiale forte: teoria secondo la quale le macchine saranno in grado di sviluppare una coscienza di sé e quindi replicare l’intelligenza umana;
  • Intelligenza artificiale debole: teoria secondo la quale è possibile sviluppare macchine in grado di risolvere problemi specifici, senza però avere coscienza delle attività svolte.

Negli ultimi anni, l’intelligenza artificiale ha trovato nuove applicazioni anche nel settore delle criptovalute, con numerosi progetti innovativi nati per combinare il meglio di queste due tecnologie all’avanguardia. Sul nostro exchange, troverai una selezione di crypto AI, insieme a un Salvadanaio Personalizzato che ti consente di acquistare regolarmente le quattro più promettenti di questo segmento. Scoprilo ora!

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I rischi dell’intelligenza artificiale

Ora che abbiamo definito in modo più specifico i concetti che compongono l’AI possiamo buttarci a capofitto sull’argomento centrale di questo articolo, rispondendo alla domanda: quali sono i rischi associati all’intelligenza artificiale? Ovviamente sarà necessario sintetizzare, anche se ogni paragrafo di questo articolo andrebbe approfondito in un articolo dedicato. 

1. Problemi di privacy

Le tecnologie AI, così come la maggior parte dei social media, raccolgono e analizzano grandi quantità di dati personali, rendendo la privacy un problema sempre attuale. Questo tema è diventato ancora più rilevante dopo l’arresto del CEO di Telegram, Pavel Durov

Anche l’intelligenza artificiale è coinvolta in queste preoccupazioni. Tuttavia, la gestione della privacy varia notevolmente a seconda della giurisdizione legale. Ad esempio, le normative europee sono molto più rigorose rispetto a quelle degli Stati Uniti e pongono un’enfasi maggiore sulla protezione dei dati personali e sui diritti degli individui.

2. Dilemmi Etici e Morali

Il discorso sull’etica dei sistemi AI, specialmente in contesti decisionali che possono avere conseguenze significative, è molto complesso e contorto. La difficoltà principale in questo senso risiede nel tradurre principi etici, che spesso sono soggettivi e culturalmente variabili, in regole e algoritmi che possano guidare il comportamento delle macchine

Ricercatori e sviluppatori devono dare la massima priorità alle implicazioni etiche di questa tecnologia, non solo per prevenire potenziali danni, ma anche per garantire che l’IA operi in modo coerente con i valori fondamentali della società. Questo richiede un impegno costante nel bilanciare innovazione tecnologica e responsabilità sociale.

3. Rischi per la sicurezza

Negli ultimi anni, dopo che l’intelligenza artificiale è diventata mainstream, sono fortemente cresciuti i rischi per la sicurezza legati al suo utilizzo. Gli hacker e altri attori malevoli possono sfruttare i modelli AI per condurre attacchi informatici sempre più sofisticati, eludere le misure di sicurezza esistenti e sfruttare le vulnerabilità dei sistemi, mettendo a rischio infrastrutture critiche e dati sensibili.

Per mitigare tali rischi, è essenziale che governi e organizzazioni sviluppino rigorose best practices per l’implementazione sicura dell’AI. Queste non riguardano solo l’adozione di misure di sicurezza avanzate, ma anche la promozione di una cooperazione internazionale volta a stabilire norme e regolamenti globali, necessaria per molti esperti del settore. Insomma, in molti pensano che soltanto attraverso un approccio coordinato e proattivo sarà possibile proteggere efficacemente la società dalle minacce alla sicurezza derivanti dall’uso improprio dell’IA.

4. Dislocazione del lavoro

Un’altro rischio attribuito all’intelligenza artificiale è il job displacement, che ha il potenziale di causare significative perdite di posti di lavoro in diversi settori, colpendo in particolare i lavoratori meno qualificati. Sebbene secondo diverse ricerche l’intelligenza artificiale e le altre tecnologie emergenti saranno in grado di creare più posti di lavoro di quanti ne eliminino, la transizione non sarà priva di difficoltà. Man mano che le tecnologie dell’IA continuano a svilupparsi e a diventare sempre più efficienti, diventa fondamentale per la forza lavoro adattarsi rapidamente a questi cambiamenti.

Per rimanere competitivi in un panorama in continua evoluzione, i lavoratori devono acquisire nuove competenze, con un focus particolare su quelle digitali e tecnologiche. Questo è particolarmente importante per i lavoratori meno qualificati, che rischiano di essere più vulnerabili alla dislocazione causata dall’automazione. La riqualificazione e l’apprendimento continuo diventano quindi essenziali per garantire che la forza lavoro possa integrarsi con le nuove tecnologie, piuttosto che essere sostituita da esse. Le politiche pubbliche e le iniziative educative devono sostenere questo processo di transizione, fornendo gli strumenti necessari affinché i lavoratori possano adattarsi e prosperare nell’era dell’AI.

5. Disinformazione e fake news

Infine, l’ultimo rischio dell’intelligenza artificiale che affrontiamo in questo articolo riguarda i contenuti falsi generati da questa tecnologia, come i deepfake. Attraverso la creazione di questi contenuti sarà sempre più facile ingannare anche osservatori esperti, alimentando la disinformazione e minando la fiducia nelle fonti di informazione. Combattere la disinformazione generata dall’IA è essenziale per preservare l’integrità delle informazioni nell’era digitale e per proteggere il tessuto democratico delle società.

Uno studio dell’Università di Stanford ha evidenziato i pericoli urgenti dell’IA in questo contesto, affermando che “i sistemi di IA vengono utilizzati al servizio della disinformazione su Internet, con il potenziale di diventare una minaccia per la democrazia e uno strumento per il fascismo.” Strumenti come i video deepfake e i bot online, che manipolano il discorso pubblico simulando consenso e diffondendo fake news, possono recare diversi danni alla società.

Questi sono solo alcuni dei rischi associati all’intelligenza artificiale e al suo crescente impatto sulla nostra vita quotidiana, ma ce ne sono molti altri da considerare. Ad esempio, la concentrazione del potere nelle mani di poche grandi aziende e la crescente dipendenza dagli strumenti basati su questa tecnologia. Senza sconfinare nella fantascienza, questi problemi richiedono attenzione e soluzioni concrete, anche se è opportuno specificare che le opportunità già offerte dall’IA sono sufficientemente promettenti da giustificare l’investimento e lo sviluppo continuo, rendendo il bilancio tra costi e benefici complessivamente positivo.

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Crypto AI: Grayscale lancia il suo fondo!

Crypto e intelligenza artificiale (AI): il fondo di Grayscale

Grayscale ha appena annunciato il suo fondo crypto AI. Scopri da cosa è composto questo innovativo strumento finanziario.

Grayscale ha appena annunciato il suo Decentralized AI Fund LLC, un fondo di investimento nuovo di zecca,  che permetterà a chi lo acquista di esporsi ai più importanti protocolli crypto che puntano ad affermarsi nel settore dell’intelligenza artificiale

Da quali crypto è composto questo fondo innovativo? Qual è l’obiettivo principale che Grayscale vuole raggiungere e quali sono i problemi dell’intelligenza artificiale che potrebbero essere risolti grazie alla blockchain? Scoprilo in questo articolo.

Scopri le crypto AI

Il nuovo fondo crypto AI di Grayscale

Praticamente tutti conoscono Grayscale, soprattutto perché è il più grande fondo di investimenti nativo crypto, il primo a lanciare strumenti finanziari su Ethereum e Bitcoin. Per questo motivo, la news uscita nelle scorse ore è molto importante, vista la capacità del team di questo player finanziario all’avanguardia di intercettare i nuovi trend

Il principale problema dell’intelligenza artificiale, almeno secondo Grayscale, riguarda la centralizzazione delle compagnie che la controllano

Quelle davvero in grado di offrire prodotti che raggiungono l’adozione di massa sono poche e molto potenti, principalmente per via dell’enorme quantità di dati in loro possesso. Come soluzione a questo problema sono nati diversi protocolli AI decentralizzati, che puntano, però, anche a rendere ancora più innovativi e intelligenti processi che li compongono. In particolare, la tecnologia blockchain consente di distribuire la proprietà e la governance dei servizi AI, aumentando, di riflesso, la trasparenza.

Le criptovalute che lo compongono

Per ora, le informazioni a nostra diposizione ci dicono che Il Grayscale Decentralized AI Fund si autoribilancerà ogni trimestre e accoglierà il seguente paniere di criptovalute:

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Il team non si è ancora espresso sulle possibili integrazioni future, ma è probabile che altre crypto verranno aggiunte nel corso del tempo. Perché Grayscale ha scelto proprio queste? Beh perché rappresentano le tre categorie principali di crypto AI ad oggi in circolazione:

  • Protocolli che stanno costruendo servizi di intelligenza artificiale decentralizzati;
  • Progetti che cercano risolvere i principali problemi riscontrati dalle piattaforme AI;
  • Reti infrastrutturali e risorse necessarie per lo sviluppo della tecnologia. Ad esempio i mercati decentralizzati per l’archiviazione dei dati, o quelli per lo scambio della potenza di calcolo delle GPU e il rendering grafico.

Per concludere possiamo riprendere le parole di Rayhaneh Sharif-Askary, Head of Product & Research di Grayscale, riportate nel comunicato attraverso il quale è stato dato l’annuncio. “L’ascesa di queste tecnologie dirompenti ha creato interessanti opportunità per gli investitori e crediamo che il  nostro fondo crypto AI sia un ottimo modo per investire in questo settore emergente. I protocolli di IA basati su blockchain incarnano i principi di decentralizzazione, accessibilità e trasparenza e hanno le potenzialità per mitigare i rischi fondamentali che emergono dalla proliferazione di questa tecnologia.”

TAO arriva su Young Platform Pro

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Da oggi puoi acquistare su Young Platform Pro una nuova crypto: scopri tutte le informazioni su Bittensor (TAO)! 

Da questo momento puoi acquistare e vendere Bittensor (TAO) su Young Platform Pro! Un protocollo su blockchain dedicato a modelli di intelligenza artificiale. Per questa criptovaluta non sono disponibili depositi e prelievi. Per maggiori informazioni, leggi i nostri Termini e Condizioni

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Bittensor (TAO): cosa devi sapere?

L’obiettivo di Bittensor (TAO) è quello di decentralizzare e democratizzare l’accesso all’intelligenza artificiale. Questo protocollo consente di creare modelli AI collaborativi e decentralizzati e punta, quindi, a superare i limiti di quelli centralizzati. Il meccanismo di consenso attivo su questa rete è gestito da un algoritmo di tipo Proof-of-Intelligence, composto da nodi che valutano rispettivamente i contributi forniti da ciascuno di essi secondo standard di utilità e qualità.

Come utilizzare TAO su Young Platform Pro

Ecco tutte le funzionalità disponibili per Bittensor (TAO) su Young Platform Pro:

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Attenzione! Bittensor (TAO) può essere solamente acquistata e venduta ma non prelevata o depositata da e su Young Platform.

L’hype per Sora, il nuovo prodotto di OpenAI, fa esplodere le crypto AI

Crypto e intelligenza artificiale: prezzo GRT

Il prezzo delle crypto che si basano sull’intelligenza artificiale sta salendo vertiginosamente dopo l’annuncio di Sora, il nuovo prodotto di Open AI. The Graph (GRT) ha registrato un +60% in una settimana

The Graph (GRT), una delle più famose crypto che si basano sull’intelligenza artificiale, è esplosa nell’ultima settimana registrando un +60%. Anche Worldcoin (WLD), il progetto su blockchain del CEO di OpenAI Sam Altman, è stato investito da un movimento rialzista da capogiro, con un +42% nelle ultime 24 ore ($ 7,46). In termini settimanali l’incremento è stato del 180%. 

Parte di questo successo è dovuto al lancio di Sora, l’ultimo prodotto di OpenAI, l’azienda di intelligenza artificiale che ha creato Chat GPT. Questa applicazione consente agli utenti di creare video realistici e fantastici partendo da una semplice descrizione testuale. Cosa è successo ai progetti crypto AI più famosi nell’ultima settimana? Scoprilo in questo articolo! 

Scopri il prezzo di The Graph

OpenAI lancia Sora e le crypto AI esplodono

Giovedì 15 febbraio, OpenAI ha  presentato Sora, un nuovo prodotto che consente di creare filmati attraverso descrizioni testuali, creato con il supporto di Microsoft. Nonostante sia attualmente utilizzabile soltanto da creator selezionati, l’annuncio ha fatto molto scalpore attirando l’attenzione di tutti. Ciò è dovuto, in particolare, alle potenzialità di questa nuova applicazione già apprezzabili dai video sample pubblicati dall’azienda.

L’annuncio ha anche avuto un impatto a dir poco esplosivo sul mondo crypto. Le principali criptovalute o token che utilizzano questa tecnologia sono stati oggetti di dirompenti rally rialzisti. Tra i più famosi, oltre a Worldcoin fondato dal CEO di OpenAI Sam Altman, troviamo The Graph (GRT), Fetch.ai (FET) e Render (RNDR).

Pensi che questi progetti siano destinati a crescere ancora dato il forte interesse attorno all’intelligenza artificiale? Se sì, puoi valutare di acquistare uno di questi token sul nostro exchange!


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Crypto e AI: il trend proseguirà

Identificare il momento in cui è stata annunciata Sora è molto semplice se si analizza il grafico delle crypto AI più famose. Dopo il 15 febbraio (il giorno della pubblicazione) tutti i token più famosi dei progetti su blockchain che fanno parte di questa categoria sono stati interessati da pump importanti, analizziamone alcuni:

  • The Graph: il prezzo di GRT, dal giorno dell’annuncio di OpenAI, è cresciuto del 60% nel punto di massima espansione. Partendo dal prezzo di 0,17$ la crypto è arrivata a toccare quota 0,30$ e ora orbita nella zona degli 0,26$. 

Nonostante il recente rally rialzista l’all-time high è ancora molto lontano. GRT, esattamente 3 anni fa (febbraio 2021), oscillava sopra il supporto dei 2,5$. Ritornare su quel livello di prezzo vorrebbe dire registrare un x10.

  • Fetch.ai: il lancio di Sora ha fatto molto bene anche a Fetch.ai (FET), una piattaforma che combina la tecnologia blockchain con l’intelligenza artificiale (AI) e il machine learning. Il prezzo di FET è cresciuto del 40% negli ultimi dieci giorni e ora si trova nei pressi del suo massimo storico

Non è la prima volta che il valore della cripto viene influenzato positivamente da un annuncio di OpenAI. Il lancio di Chat GPT aveva fatto decollare FET che, alla fine del 2022, è passata da 0,06$ a 0,6$ in meno di tre mesi. Dove può arrivare ora?

  • Render: questa crypto è forse quella che più è connessa a Sora dal punto di vista tecnologico. L’obiettivo di questo progetto è democratizzare l’accesso alle risorse necessarie, prevalentemente schede video (GPU), per il rendering video.

Gli investitori più attivi e informati potrebbero aver deciso di posizionarsi su questa criptovaluta proprio per questo motivo e il suo movimento di prezzo potrebbe essere stata una conseguenza. Il valore di RNDR, dal 15 febbraio a oggi, è passato da 4,8$ a 6,2$ grazie a un movimento rialzista del 30% circa.

La domanda da un milione di dollari ora è la seguente: le crypto che si basano sull’intelligenza artificiale continueranno ad attirare l’attenzione o abbiamo assistito a un fuoco di paglia? 

Difficile dirlo anche se, almeno attualmente, sembra più probabile la prima opzione visto che gli investimenti in entrambi settori sono in forte e continua crescita. Chi era scettico all’inizio del 2023 e considerava il trend delle crypto legate all’intelligenza artificiale un fenomeno puramente speculativo si sarà ricreduto?

Grok: cos’è e come funziona l’intelligenza artificiale di Elon Musk

Elon Musk e l'intelligenza artificiale: Il debutto di Grok

L’ultima iniziativa di Elon Musk nel campo dell’intelligenza artificiale? Grok, l’AI generativa connessa ad X, che promette di rivoluzionare il dialogo digitale

L’intelligenza artificiale di Elon Musk si chiama Grok ed è stata sviluppato dalla sua nuova impresa, xAI. Su X (ex Twitter) il social network acquisito di recente dall’imprenditore. La chatbot sarà sfacciata e sarcastica, capace di intessere dialoghi con una verve umoristica, fedele allo stile del suo ideatore

Nonostante sia stata “allenata” soltanto da luglio e con una quantità di dati minore, l’intelligenza artificiale di Elon Musk potrebbe essere addirittura migliore di Chat GPT, almeno su alcuni aspetti. Scopriamo allora cos’è e come funziona il nuovo progetto dell’imprenditore sudafricano.

Cos’è e come funziona l’intelligenza artificiale di Elon Musk?

Il patron di Tesla ha di recente presentato Grok, l’ultima chatbot di AI stile Chat GPT sviluppata dalla sua nuova startup che opera in questo innovativo settore. L’imprenditore ha deciso di lanciare il suo progetto contemporaneamente all’avventura in X, nonostante abbia, nel 2015, co-fondato Open AI, l’impresa proprietaria di Chat GPT, partner di Microsoft. Proprio il social network sarà una componente cruciale dell’intelligenza artificiale di Elon Musk. La chatbox avrà accesso, immediato e in tempo reale, a tutti i contenuti della piattaforma e sarà utilizzabile soltanto dagli abbonati alla versione Premium+.

Se ti interessano i nuovi trend tecnologici come l’intelligenza artificiale, gli NFT, il metaverso o le criptovalute puoi valutare di scaricare la nostra app. Su Young Platform trovi le crypto più importanti del mercato e puoi scegliere quella che fa per te.

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Il nome Grok deriva dal libro di Douglas Adams “Guida galattica per autostoppisti”; all’interno del romanzo il verbo utilizzato all’infinito (to grok) descrive la comprensione immediata e approfondita di ogni argomento. Le peculiarità più interessanti dell’AI sono l’ironia e il sarcasmo. Queste caratteristiche sono state annunciate dall’imprenditore attraverso il post di presentazione. In che modo? Attraverso un’ironica ricetta per produrre cocaina in casa. Sì, Elon Musk non smette mai di stupirci.

Grok vs Chat GPT: differenze

Quali sono ad oggi le principali differenze fra Chat GPT e l’intelligenza artificiale di Elon Musk e quale sarà la migliore? Entrambe intelligenze artificiali di tipo pre-trained e funzionano attraverso forme di apprendimento automatico che si servono della tecnologia del machine learning. In altre parole sono addestrate, attraverso una grandissima quantità di dati, per scrivere testi comprensibili dagli esseri umani.

Come anticipato, però, Grok si differenzia dalla concorrente per lo stile di risposta, caratterizzato anche da ironia e sarcasmo, e dovrebbe essere quindi più affine ad uno spirito umano. Al contrario ChatGPT predilige risposte puramente informative, formali e rispettose delle linee guida etiche. La partita tra l’intelligenza artificiale di Elon Musk e Chat GPT potrebbe giocarsi sull’accesso alle informazioni. Grok ha accesso diretto e in tempo reale a tutti i contenuti pubblicati su X, impossibili da estrapolare per i soggetti esterni come Microsoft e quindi OpenAI.

Infine, nonostante siano due modelli molto simili, hanno obiettivi parzialmente diversi. ChatGPT è stato progettato per assistere gli utenti fornendo risposte informative e facilitando vari compiti, dalla programmazione al tutoraggio, fino al supporto nel lavoro creativo. Grok, invece, riflette l’ambiziosa visione di Musk di sviluppare un assistente virtuale in grado di comprendere l’universo in modo più filosofico e astratto intrattenere.

Queste, almeno ad oggi, sono soltanto promesse, vedremo se l’intelligenza artificiale di Elon Musk le rispetterà.

Intelligenza o incoscienza artificiale? Con Massimo Chiriatti

Live Massimo Chiriatti: intelligenza artificiale o incoscienza?

Le intelligenze artificiali sono davvero macchine in grado di prendere decisioni al posto dell’uomo? 

Che cos’è davvero l’intelligenza artificiale? O è meglio definirla incoscienza artificiale? 

L’incessante sviluppo tecnologico a cui stiamo assistendo riuscirà a rendere le macchine coscienti e capaci di provare sentimenti umani come il coraggio, la responsabilità o l’immaginazione?

O le macchine e, di conseguenza, le intelligenze artificiali, sono semplicemente dei calcolatori di simboli, per quanto incredibilmente sofisticati?

Domani, lunedì 28 agosto alle 18:00, proveremo a dare una risposta a questi quesiti al sapore di fantascienza.

Tratteremo questi temi insieme a Massimo Chiriatti, un ospite di assoluta eccellenza: Chief Technology Officer (CTO) di Lenovo, nonché scrittore di successo e grande esperto di tecnologia blockchain, tokenizzazione e criptovalute. 

Il Dott. Chiriatti ha anche ricoperto il ruolo di CTO Blockchain & Digital Currencies per IBM, una delle più grandi aziende tech al mondo, perciò ci sarà spazio anche per delle riflessioni sul mondo crypto.

Il tema centrale della Live resta però l’intelligenza artificiale, il settore tecnologico sulla bocca di tutti in questo periodo. Il mercato dell’AI, secondo uno studio di PricewaterhouseCoopers (PWC), raggiungerà un valore di 15 trilioni di dollari entro il 2030.

Se ti serve un ripassino sul tema, dai un’occhiata a questi contenuti!

Imposta un promemoria e non perderti questa incredibile chiacchierata a cavallo tra la tecnologia e la filosofia. Ci vediamo qua sotto!


Cos’è Chat GPT? Tutto sull’intelligenza artificiale per scrivere testi

Crypto e intelligenza artificiale (AI): il fondo di Grayscale

Che cos’è Chat GPT? Scopri l’intelligenza artificiale del momento usata per scrivere testi, rispondere a domande complesse, elaborare programmi informatici

Che cos’è Chat GPT, l’intelligenza artificiale utilizzata anche per scrivere testi? Si tratta di un’applicazione che si basa sul modello di deep learning GPT-3 sviluppata da Open AI, una società con sede a San Francisco fondata da Elon Musk nel 2015. Parliamo di un chatbot progettato per interagire con gli utenti come avviene in una normale conversazione in chat. Per elaborare da un articolo come questo a una stringa di codice html. Il tutto grazie al pressoché infinito bacino di risorse che consulta in millesimi di secondo e alla sua capacità di comprendere il linguaggio umano. Il chatbox è stata rilasciata alla fine del 2022 mentre a febbraio del 2023 è uscita la versione successiva, Chat GPT-4.

Le opinioni su Chat GPT sono contrastanti. C’è chi è entusiasta perché vede nell’intelligenza artificiale uno strumento che semplificherà il lavoro quotidiano. E chi, probabilmente influenzato dalle innumerevoli pellicole di fantascienza che trattano la questione, teme uno epilogo distopico della situazione. Scopri che cos’è Chat GPT e come usare questa intelligenza artificiale per scrivere testi.

Chat GPT: cos’è davvero

Il primo punto da cui partire è senza dubbio quello delle chiarificazioni concettuali. Capire cos’è Chat GPT è infatti il primo step da compiere prima di addentrarsi nel “come usare” questa intelligenza artificiale. L’applicazione di Open AI utilizza il GPT (Generative Pre-trained Transformer), un modello di elaborazione del linguaggio basato sul deep learning, una forma di apprendimento automatico che si serve della tecnologia del machine learning. In altre parole Chat GPT è stata addestrata per scrivere testi comprensibili dagli esseri umani da OpenAI attraverso una grandissima quantità di informazioni.

È una vera e propria chat, alla vista non dissimile da quelle che utilizziamo quotidianamente. La grande differenza è che a rispondere ai messaggi dall’altra parte dello schermo, invece che una persona reale, c’è un’intelligenza artificiale. Questa AI comprende ciò che scriviamo e risponde in modo coerente e appropriato alle domande che le poniamo. Chat GPT è anche in grado di comprendere il contesto delle conversazioni e utilizzare uno specifico tono di voce coerente con le richieste degli utenti.   

Come funziona Chat GPT?

Una volta capito cos’è Chat GPT vale la pena di addentrarsi nelle sue funzionalità. L’intelligenza artificiale di OpenAI è una delle più avanzate AI per scrivere testi in linguaggio naturale. Questa chatbot è stata progettata per essere “linguisticamente generica”. Ciò significa che è in grado di generare testi simili a quelli che potrebbe elaborare un essere umano attraverso l’utilizzo di una vastissima gamma di contenuti. Basta chiedere e Chat GPT ti risponderà.

In quanto intelligenza artificiale per scrivere testi, Chat GPT sa comporre racconti fantastici, testi per canzoni, post per social media e poesie nello stile dei più grandi poeti. Non importa in che lingua formuli le domande o le richieste, poiché è anche in grado di tradurre istantaneamente. Per darti un’idea di cosa può fare, le abbiamo chiesto di scrivere una poesia dedicata a Bitcoin in stile dantesco. Questo è stato il risultato:

“Lì, il valore non è determinato

Da banchieri o dalle leggi del mercato,

Ma dalla fede e dalla fiducia

Che gli utenti hanno nel loro sistema.

E così giunsi al Bitcoin, moneta nuova

che regna sui mercati del mondo intero

con potenza e forza senza pari.

O Bitcoin, tu che sei il futuro in cerca,

guida i nostri passi verso la luce

e donaci la saggezza che ci serve”.

Bitcoin non è l’unica criptovaluta che merita una dichiarazione d’amore. Sull’exchange di Young Platform puoi trovare le crypto pià importanti del mercato e scegliere quella che fa per te.

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Chat GPT è anche capace di scrivere linee di codice utilizzando i più famosi linguaggi di programmazione, ed è quindi uno strumento interessante anche per sviluppatori. È in grado di leggere e scrivere nei linguaggi di programmazione per lo sviluppo di applicazioni blockchain, come ad esempio Solidity, in cui è programmato Ethereum e riesce a scovare eventuali vulnerabilità presenti al loro interno.

Microsoft, che ha investito in questa applicazione 10 miliardi di dollari, ha integrato la chatbox nel suo motore di ricerca, Bing. Il browser e l’intelligenza artificiale intelligenza artificiale per scrivere testi collaborano in modo da restituire risposte sempre più esaustive e complete alle ricerche degli utenti. Anche Google ha deciso di espandersi in questo settore, attraverso il lancio di Bard, la sua intelligenza artificiale attualmente in fase di beta.

Come usare Chat GPT?

Nonostante sia uno strumento che dipende da una tecnologia complessa, utilizzarlo per scrivere testi e non solo è molto semplice. Per usare Chat GPT ti basta accedere al sito ufficiale e registrarti. In un primo momento il servizio di Open AI era stato sospeso dal garante della privacy italiano, che ha sancito lo stop all’applicazione finché non rispetterà le normative vigenti. 

Ora Chat GPT è stato sbloccato, una volta completata la registrazione potrai sbizzarrirti ponendo all’AI domande complicate, come ad esempio: “spiegami come funziona un computer quantistico”. Oppure potrai usare Chat GPT per scrivere il codice Python di un giochino semplice.

Chat GPT-4: le novità

Neanche il tempo di sfruttare a pieno tutte le funzionalità della prima versione che Open AI ha già rilasciato quella nuova. Cos’è Chat GPT-4? L’ultimo modello di chatbox dell’azienda che interpreta anche le immagini. Oltre alla nuova multimodalità (capacità di interpretare sia testi che immagini), la versione 4 è anche più precisa nelle risposte e riesce a gestire testi molto più lunghi. Se nella versione precedente l’intelligenza artificiale riusciva a scrivere testi o documenti di massimo 3.000 vocaboli, la nuova versione riesce a “digerire” fino a di 25.000 parole

Chat GPT-4 si è dimostrata efficace nel fornire risposte convincenti al supporto tecnico, nell’aiutare gli avvocati a preparare le cause e nel fornire ai medici procedure di diagnosi per alcune malattie. I miglioramenti apportati all’ultima versione non si limitano all’elaborazione del linguaggio naturale ma coinvolgono anche la capacità di scrivere codice. Chat GPT-4 è in grado, per esempio, di programmare in autonomia un sito web utilizzando Javascript e HTML. 

La chatbox di Open AI però, nonostante sia incredibilmente smart, non è ancora in grado di elaborare informazioni in tempo reale a differenza di Bard. La quarta versione di Chat GPT, come la terza, attinge ancora le informazioni da un database limitato alla data dell’ultimo aggiornamento. Al momento è possibile utilizzare GPT-4 soltanto abbonandosi a Chat GPT Plus, il servizio premium che era già a disposizione degli utenti per la “vecchia” versione al costo di 20$ al mese. 

Ora che sai cos’è Chat GPT, l’intelligenza artificiale per scrivere testi e come funziona, la introdurrai nella tua quotidianità per migliorare e velocizzare il tuo lavoro, quando ovviamente verrà sbloccata?

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