Riunione Fed Marzo 2023: cosa è successo oltre al rialzo dei tassi?

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Powell sceglie la stabilità dei prezzi, la riunione Fed di Marzo ha portato un nuovo aumento dei tassi di interesse. Cosa è successo?

Durante la riunione Fed di Marzo in calendario martedì e mercoledì sono state prese delle scelte difficili. Nonostante il sistema bancario e finanziario statunitense si trovi in una situazione delicata dopo la crisi di SVB, Signature e Silvergate, la Banca Centrale ha deciso comunque di aumentare i tassi di interesse di 25 punti base, ovvero di un quarto di punto percentuale. 

Riunione Fed Marzo 2023: nuovo aumento dei tassi di interesse 

Durante la riunione Fed del 21 e 22 Marzo è arrivato l’atteso rialzo di 25 punti base dei tassi di interesse. Il tasso di riferimento federale ora si trova tra il 4,75% e il 5%. Questo incremento è stato il nono consecutivo, ed è il più alto dal 2006. La Federal Reserve continua quindi la sua politica monetaria hawkish, che a molti ricorda quella attuata negli anni ‘80 per combattere l’inflazione

Powell ha riconosciuto che nonostante i recenti avvenimenti nel sistema bancario porteranno a un inasprimento delle condizioni di credito, il taglio dei tassi di interesse non rientra nella politica del FOMC per il 2023. Insomma non sono previste pause per i rialzi. 

In altre parole, in sede di riunione la Fed ha scelto di rimanere focalizzata sulla stabilità dei prezzi, continuando a far salire i tassi di interesse e tenendo conto del rischio di ulteriori difficoltà per gli istituiti bancari. La Federal Reserve comunque ha istituito un fondo per la liquidità garantendo di risarcire i depositanti delle banche fallite in questo periodo. Powell si è dimostrato fiducioso sulla solidità delle banche degli Stati Uniti

Questa decisione è stata giustificata così: “i recenti sviluppi potrebbero determinare un inasprimento delle condizioni di credito per le famiglie e le imprese e pesare sull’attività economica, sulle assunzioni e sull’inflazione. L’entità di questi effetti è incerta. Il Comitato rimane molto attento ai rischi di inflazione”. 

Nonostante tutto, infatti, la principale sfida della Federal Reserve rimane la lotta all’inflazione per mantenerla al 2%

Durante la riunione Fed di Marzo è stato anche reso noto il grafico Dot Plot, che mostra le posizioni dei singoli membri del FOMC sul futuro dei tassi di interesse sul breve, medio e lungo termine. 

Le proiezioni indicano un picco del 5,1%, lo stesso indicato lo scorso Dicembre. Questo ci dice che la maggior parte dei funzionari (7 su 18) si aspetta per il futuro ulteriori aumenti dei tassi di interesse. 

Riunione Fed Marzo 2023: focus su crescita, inflazione e disoccupazione

Oltre alla decisione sui tassi di interesse, i funzionari della Fed nella riunione di marzo hanno aggiornato anche le loro proiezioni sull’economia statunitense. Sono state aumentate leggermente le aspettative sull’inflazione, che per quest’anno ci si aspetta essere al 3,3%. A Dicembre questa previsione era del 3,1%. 

La view sul tasso di disoccupazione è stata abbassata al 4,5%, mentre le prospettive per il PIL sono scese allo 0,4%.

L’indice dei prezzi delle spese per i consumi personali, uno degli indicatori di inflazione preferiti dalla Fed, è aumentato dello 0,6% rispetto a Gennaio ed è cresciuto del 5,4% rispetto a un anno fa se si escludono gli alimenti e l’energia.

A una settimana di distanza dal rialzo dei tassi di interessi della BCE, è arrivato anche quello della Banca Centrale degli Stati Uniti. La riunione della Fed di Marzo 2023 porterà caos nei mercati finanziari? Di sicuro l’aumento dei tassi di interesse ha delle conseguenze non solo per le banche ma anche per i consumatori. 

Riunione BCE: aumentano i tassi di interesse a Marzo 2023

Riunione BCE marzo: aumento tassi di interesse confermato. Che succede ora

La riunione BCE di Marzo ha portato un nuovo aumento dei tassi di interesse. Le cose da sapere ora 

Nella riunione BCE del 16 Marzo il tanto atteso aumento dei tassi di interesse, si è finalmente verificato. 

Dopo l’incremento di 50 punti base messo in atto nel meeting dello scorso Febbraio (qui il link al calendario completo delle prossime riunioni della BCE), le previsioni sono state confermate. E ci troviamo di nuovo a porci la domanda “perché la Banca Centrale Europea ha preso questa decisione”? 

Riunione BCE Marzo: un nuovo aumento dei tassi d’interesse

La decisione della riunione BCE di Marzo non è stata un fulmine a ciel sereno. Già dopo il meeting del mese scorso, la presidente Christine Lagarde aveva spiegato che per Marzo 2023 ci sarebbe stato un nuovo aumento dei tassi di interesse. Presumibilmente di altri 50 punti base, per un totale di +100 punti base nel primo trimestre dell’anno. E così è stato. 

Durante la conferenza stampa che ha seguito la riunione, Lagarde ha esordito con queste parole: “si prevede che l’inflazione rimarrà troppo alta per troppo tempo”. Lo scopo di questo incremento quindi è quello di assicurare un ritorno dell’inflazione nell’Eurozona al suo obiettivo del 2% nel medio termine e quindi di mantenere stabili i prezzi, obiettivo principale dell’Istituto centrale. 

Le previsioni della Banca Centrale Europea per l’inflazione sono del 5,3% per il 2023, il 2,9% per il 2024 e il 2,1% per il 2025. 

Con l’aumento, i tassi di interesse BCE a partire dal 22 Marzo diventano: per le operazioni di rifinanziamento principale al 3,5%, per le operazioni di rifinanziamento marginale al 3,75% e sui depositi presso la banca centrale al 3%. 

Molti esperti erano sicuri che nella riunione BCE di Marzo i tassi sarebbero saliti oltre le previsioni, ma Lagarde ha spiegato che l’approccio rimane sempre data driven ovvero che le reazioni dell’istituto non possono prescindere dai dati. Non è stato comunque fissato un tetto limite, secondo Lagarde l’unico obiettivo guida da perseguire a ogni costo è l’inflazione al 2%.

La presidente ha spiegato che l’aumento dei tassi d’interesse è stata l’unica opzione discussa e veramente possibile per lavorare sulla stabilità dei prezzi. La decisione è stata presa dalla grande maggioranza del Consiglio Direttivo, con solo una certa riluttanza di “3 o 4” membri che volevano prendere più tempo e raccogliere ulteriori dati in occasione della riunione di Marzo. 

Lagarde ha assicurato che alzare i tassi di interesse non sarà uno stress per la stabilità finanziaria. Per gli investitori e i risparmiatori le conseguenze saranno però notevoli. 

Previsioni su crescita e inflazione 

Nella riunione BCE di Marzo l’istituto centrale non si è occupato soltanto dell’atteso aumento dei tassi di interesse. È stata anche l’occasione per presentare le nuove previsioni su crescita e inflazione dell’Eurozona. Nello specifico, gli esperti della Banca Centrale Europea si aspettano un aumento della crescita dell’1,6% sia nel 2024 che nel 2025 grazie alla forza del mercato del lavoro, un miglioramento del clima di fiducia e una ripresa dei redditi. Le proiezioni rimangono inferiori rispetto a quelle comunicate a Dicembre. 

Altri temi della riunione BCE

Non soltanto aumento dei tassi di interesse nel meeting di Marzo. La riunione BCE non ha visto un aggiornamento sulle politiche di quantitative tightning. Ovvero di quello strumento di politica monetaria restrittiva (hawkish) che prevede una riduzione dei portafogli obbligazionari della Banca Centrale Europea, con lo scopo di abbassare la liquidità e l’offerta di moneta. E di conseguenza, diminuire i prezzi. 

Nel caso della BCE, il quantitative tightning si applica al Programma di Acquisto attività (APP) attivo dal 2015. Lagarde ha confermato le linee guida prese già all’inizio di Marzo: la Banca Centrale Europea ha cominciato la riduzione dei suoi titoli, non riacquistando quelli in scadenza. Secondo le previsioni, il quantitative tightning diminuirà il portafoglio dell’Istituto di 15 miliardi al mese, fino alla fine di Giugno. 

Lagarde, sollecitata dai giornalisti, ha anche commentato brevemente la crisi delle banche in California come SVB e Signature. La BCE ritiene che il sistema bancario europeo sia forte dal punto di vista della liquidità e resiliente, e che la supervisione rispetto al 2008 sia migliorata e aumentata. 

Ecco dunque cosa è successo nel corso della riunione BCE del 16 Marzo. L’aumento dei tassi di interesse non è stato l’unico protagonista del meeting, Lagarde ha discusso le previsioni di crescita e rimarcato la stabilità del sistema bancario dell’Eurozona. 

Aumento tassi di interesse BCE: quali conseguenze e per chi? 

BCE e aumento tassi di interesse: quali conseguenze?

Come funzionano i tassi di interesse? Perché la BCE li aumenta e quali sono le conseguenze

Ti sei mai chiest* quali sono le conseguenze dell’aumento dei tassi di interesse della BCE? Può sembrare impercettibile, ma l’impatto di questa politica è molto forte e coinvolge tutti, sia le imprese che i singoli risparmiatori. Cosa succede quando la Banca Centrale Europea prende questa decisione durante le sue riunioni di politica monetaria?

A questo link il calendario completo delle riunioni della Banca Centrale Europea per il 2023

Cosa sono i tassi di interesse 

Prima di parlare delle conseguenze dell’aumento dei tassi di interesse  BCE occorre effettuare dei chiarimenti concettuali. In generale i tassi di interesse sono delle percentuali che indicano quanto costa prendere in prestito denaro, ovvero il pagamento che devi alla banca quando chiedi un finanziamento; e allo stesso tempo stabiliscono quanto fruttano i tuoi risparmi, ovvero il rendimento di eventuali somme depositate in banca. 

Ad esempio, se chiedi in prestito 10.000€ con un tasso di interesse del 3%, devi restituire alla banca la somma iniziale più il 3% (300€). 

Se al contrario depositi 10.000€ con un tasso di interesse del 3%, ogni anno ricevi 300€.

I tassi di interesse della BCE invece sono come delle “tariffe” che l’istituzione applica alle banche commerciali dell’Eurozona quando concede loro prestiti. E funzionano da standard per quelli che queste banche a loro volta propongono ai clienti. 

I tassi BCE sono di tre tipologie: 

  1. Sulle operazioni di rifinanziamento principale: è il tasso che grava sulle banche che assumono prestiti da Francoforte per la durata di una settimana;
  2. Su operazioni di rifinanziamento marginale: in riferimento ai prestiti overnight, (negoziazione con rientro nella giornata lavorativa seguente);
  3. Sui depositi presso la banca centrale: attinenti alle somme che le banche depositano overnight alla banca centrale. 

Sono tre tassi d’interesse distinti ma collegati e di solito la Banca Centrale Europea procede con il loro aumento (o decremento) nello stesso momento. Ecco le previsioni per la prossima riunione del 16 Marzo.

Aumento tassi di interesse BCE: a cosa serve?

Per la BCE i tassi d’interesse sono uno strumento di politica monetaria per assolvere al suo principale compito: mantenere stabili i prezzi

La stabilità è intaccata principalmente dall’inflazione, che fa lievitare i prezzi in maniera esponenziale. Quando linflazione è alta, il potere d’acquisto delle persone diminuisce. In altre parole, rispetto a dei periodi di ridotta inflazione, si possono comprare meno cose con una stessa quantità di denaro. 

Per alzare il potere d’acquisto delle persone, la BCE ricorre all’aumento dei tassi d’interesse. Ma in che modo sono collegati questi due aspetti e quali le conseguenze di questa decisione di politica monetaria? 

BCE e aumento tassi d’interesse: quali sono le conseguenze

La prima fra le conseguenze dell’aumento dei tassi d’interesse è un aumento dei costi necessari a richiedere prestiti. Così facendo  siamo incentivati a risparmiare e si riduce il denaro circolante (perché chiedere in prestito soldi e investire è più costoso). 

Insomma quando la BCE compie questa scelta, per le banche diventa più costoso finanziarsi, quindi per i clienti è svantaggioso chiedere prestiti. I mutui sono meno convenienti e per le imprese è più difficile ottenere finanziamenti. Tuttavia si riceve un rendimento maggiore per i risparmi. 

Le conseguenze dell’aumento dei tassi d’interesse della BCE ricadono soprattutto sui mutui a tasso variabili. Una stima ci dice che con il rialzo di 50 punti base (che si è verificato già a Febbraio), le rate di questa tipologia di mutui salgono di una cifra compresa tra i 33 e i 43€. 

Queste sono le conseguenze più immediate dell’aumento dei tassi di interesse della BCE. Tuttavia l’istituto prende questa decisione per mettere in atto una strategia più ampia. Alzare i tassi di interesse serve anche a diminuire l’aspettativa di inflazione e quindi a moderare la domanda salariale, che porta i lavoratori a chiedere stipendi più alti. La Banca Centrale Europea ha l’obiettivo di evitare anche la spirale salari-prezzi e tutelare il mercato del lavoro. 

Per molti anni i tassi di interesse della BCE sono stati bassi, negli ultimi mesi però l’inflazione è aumentata come risultato di un insieme di fattori: la lunga ripresa economica dopo la pandemia, la guerra in Ucraina e la crisi del gas e delle materie prime. Con conseguenze come un aumento vertiginoso dei prezzi al consumo che alla fine del 2022 sono arrivati al 10%. Oggi l’obiettivo della BCE è far tornare questa inflazione al 2%, adottando strategie come, appunto, l’aumento dei tassi d’interesse. 

Al lavoro per la CBDC europea, la BCE coinvolge anche Amazon

Euro digitale: la BCE al lavoro con Amazon per la CBDC

Euro digitale in arrivo? La Banca Centrale Europea sta collaborando con cinque società tech per lo studio della sua CBDC

Con un comunicato del 16 Settembre 2022, la Banca Centrale Europea ha annunciato la collaborazione con cinque società tech per testare e sviluppare un’eventuale Central Bank Digital Currency. Le CBDC sono monete digitali che si distinguono dalle criptovalute perché sono emesse da banche centrali e quindi non sono decentralizzate, come ad esempio Bitcoin. Per la BCE il principale vantaggio dell’euro digitale sarebbe la facilità e l’accessibilità, dal momento che basterebbe una semplice connessione internet per usufruire dei servizi bancari relativi alla CBDC. L’Unione Europea nel 2021 ha promosso una fase investigativa per lo sviluppo di una CBDC, fase che doveva durare due anni. Entro metà del 2023 infatti la BCE emetterà il suo verdetto: euro digitale sì o no? 

Le aziende selezionate per sviluppare prototipi e casi d’uso per la CBDC

Prima di prendere una decisione sull’euro digitale, la BCE ha coinvolto cinque aziende per realizzare dei prototipi e casi d’uso in cui potrebbe essere utilizzata la CBDC. Per scegliere queste aziende, ad Aprile 2022 è stato presentato un bando al quale si sono candidate 54 società interessate a lavorare all’euro digitale. Il 16 Settembre sono state comunicate le aziende selezionate, ognuna con un’area di pertinenza: 

  1. CaixaBank: pagamenti online peer-to-peer;
  2. Worldline: pagamenti offline peer-to-peer;
  3. EPI: pagamenti presso i punti vendita disposti dal pagatore;
  4. Nexi: pagamenti presso il punto vendita disposti dal beneficiario;
  5. Amazon: pagamenti e-commerce.

La BCE è quindi al lavoro con Amazon e Co. per sviluppare la sua CBDC. È il momento dell’operazione prototipo! Queste aziende tech sono chiamate a sviluppare, lato front-end, delle interfacce di servizi per l’euro digitale. Lo scopo è quello di testare transazioni con l’euro digitale, sistemi di pagamento peer-to-peer, in e-commerce ma anche nei punti vendita. Il lavoro sui prototipi durerà fino al primo trimestre del 2023, per poi essere presentato in un report.

Perché la BCE è interessata all’euro digitale?

Per la BCE l’euro digitale potrebbe essere un’integrazione funzionale al denaro contante. In che senso? L’euro digitale non è previsto come una sostituzione dell’euro come lo conosciamo e utilizziamo, ma come una scelta in più disponibile per i pagamenti: “potrebbe favorire l’innovazione finanziaria e migliorare l’efficienza complessiva del sistema dei pagamenti”. La CBDC sarebbe una moneta elettronica emessa dalla BCE e dalle banche centrali nazionali, accessibile a tutti i cittadini e alle imprese. Secondo la BCE l’euro digitale può avere successo solo se utilizzato dai cittadini europei nella vita quotidiana, deve quindi aggiungere valore ed essere realmente utile. I test in corso stanno verificando proprio questi aspetti. La BCE continua a sondare il terreno mentre la Casa Bianca sembra più decisa a lanciare il suo dollaro digitale!