Decifrare la BCE: tassi di interesse, inflazione e cosa significa per te

bce sede congresso

L’11 aprile 2024, la Banca Centrale Europea (BCE) è pronta a prendere una decisione che potrebbe avere ripercussioni sull’economia di tutta Europa. Con i dati recenti che mostrano un calo sorprendente dei tassi di inflazione in Francia e in Italia, crescono le speculazioni su un potenziale taglio dei tassi di interesse. Questo articolo spiega i fondamenti del ruolo della BCE, la dinamica dell’inflazione e gli impatti potenziali delle prossime decisioni politiche.

La Banca Centrale Europea spiegata

La BCE agisce come custode della stabilità monetaria per i paesi dell’Eurozona, garantendo che l’euro rimanga una valuta stabile e affidabile. Il suo strumento principale per raggiungere questo obiettivo è la manipolazione dei tassi di interesse, una leva che influenza direttamente l’attività economica in tutto il continente.

L’importanza delle decisioni della BCE

Le decisioni della BCE hanno ripercussioni su tutta l’economia: dall’espansione delle imprese, che chiedono prestiti da investire nelle loro attività, ai tassi di interesse sui conti di risparmio personali o sui mutui

L’aggiustamento dei tassi di interesse, infatti, può stimolare la crescita economica rendendo il prestito più conveniente, oppure, al contrario, raffreddare un’economia surriscaldata. In altre parole, la salute dell’economia, riflessa nei tassi di occupazione, nella crescita delle imprese e nei consumi, è direttamente influenzata dalle politiche della BCE.

Impatto della BCE sui mercati 

Le decisioni prese dalla BCE non influenzano solo l’economia tradizionale ma hanno anche un impatto sul mondo degli investimenti, tra cui quello delle criptovalute

Quando la BCE modifica i tassi di interesse, influisce su come le persone investono i loro soldi. Se i tassi di interesse sono bassi, prendere in prestito denaro costa meno, e ciò può rendere più attraenti gli investimenti in azioni o immobili. D’altra parte, se i tassi aumentano, potrebbe diventare più conveniente tenere i propri risparmi in obbligazioni, che hanno un minor tasso di rischio.

Le criptovalute, sebbene appartengano a un mercato considerato più volatile, non sono isolate dagli effetti di queste politiche. Le decisioni della BCE possono influenzare l’appetito al rischio degli investitori: in periodi di tassi bassi, alcuni potrebbero cercare rendimenti più elevati nelle criptovalute, mentre in periodi di tassi più alti, potrebbero preferire opzioni di investimento considerate più sicure.

L’elemento che più tra tutti influenza le decisioni sui tassi di interesse è l’inflazione

Il ruolo dell’inflazione e i suoi effetti

L’inflazione misura quanto più costoso è diventato un insieme di beni e servizi in un determinato periodo. Un certo livello di inflazione è normale e persino desiderato in un’economia sana, in quanto indica crescita. Tuttavia, un’inflazione troppo alta o troppo bassa può segnalare problemi, influenzando tutto, dal tuo conto della spesa ai tuoi risparmi.

Un’alta inflazione significa che i tuoi soldi non valgono quanto prima, influenzando come le famiglie pianificano il budget e il futuro. Per gestire l’inflazione, le banche centrali come la BCE aggiustano i tassi di interesse. Abbassare i tassi può incoraggiare la spesa e gli investimenti rendendo il prestito più economico, mentre aumentare i tassi può aiutare a raffreddare un’economia in crisi.

Come monitorare le decisioni della BCE 

Per tenere d’occhio come queste dinamiche, puoi utilizzare piattaforme come Young Platform. Disponibile sia come app che su web, Young Platform offre l’iscrizione gratuita e pubblica aggiornamenti che ti permettono di monitorare l’impatto delle notizie economiche sui prezzi delle criptovalute in tempo reale. Inoltre, sul sito di Young Platform, tutti i contenuti, notizie e articoli di approfondimento sono gratuiti, fornendo una risorsa preziosa per rimanere informato.

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Un’altra strategia utile è segnarsi in calendario le date delle prossime riunioni della BCE o seguire in diretta le conferenze stampa. Questo ti permette di essere tra i primi a capire le decisioni della BCE e come potrebbero influenzare il mercato, compreso quello delle criptovalute.

La scena economica attuale

Recentemente, c’è stata una sorpresa positiva per l’economia dell’Eurozona, che include paesi come Italia, Francia e Germania. L’inflazione, ovvero – come abbiamo visto – quanto velocemente i prezzi di beni e servizi come cibo, vestiti e benzina salgono, è diminuita più di quanto tutti si aspettassero a marzo 2024, arrivando al 2,4%. Gli esperti pensavano che sarebbe rimasta al 2,6%. Anche il tasso di inflazione core, che esclude componenti volatili come energia, cibo, alcol e tabacco, si è ridotto, passando dal 3,1% al 2,9%. Questo potrebbe sembrare un piccolo cambiamento, ma ha un grande significato.

  • Francia: l’inflazione ha rallentato significativamente, con cali osservati nei prezzi dei servizi, dell’energia e dei prodotti alimentari.
  • Italia: ha riportato tassi di inflazione inferiori alle aspettative, seguendo una tendenza simile alla Francia.
  • Germania: è la più grande economia di tutti i paesi dell’Eurozona, che ha addirittura visto i prezzi aumentare solo del 2,2%, il ritmo più lento in tre anni. 

Quando l’inflazione cala, significa che l’aumento dei prezzi rallenta. Per le persone, questo potrebbe significare che il denaro guadagnato “dura di più”, e potrebbero notare meno aumenti di prezzo quando fanno acquisti quotidiani. Questo raffreddamento dell’inflazione in più di due importanti economie dell’Eurozona ha portato a maggiori speculazioni sul prossimo passo della BCE.

Cosa potrebbe significare un taglio dei tassi della BCE?

I tassi di interesse influenzano quanto costa prendere in prestito soldi. Quando sono bassi, le persone e le aziende possono prendere in prestito più facilmente per cose come comprare una casa o investire in nuovi progetti.

Quindi, se la BCE decidesse di abbassare i tassi di interesse a breve, potrebbe rendere i prestiti e i mutui più economici, stimolando potenzialmente la crescita economica. Tuttavia, per i risparmiatori, ciò potrebbe significare rendimenti inferiori sui conti di risparmio.

Alcuni numeri da tenere d’occhio 

Nonostante la buona notizia, non tutti i settori stanno rallentando allo stesso modo. L’inflazione nei servizi, come ristoranti e trasporti, è rimasta più o meno la stessa, mostrando che i salari  possono ancora spingere i prezzi verso l’alto in alcune aree. Questo è qualcosa che la BCE deve considerare attentamente, poiché, tale aumento, potrebbe risolversi in un rinvio del taglio dei tassi di interesse.

Il mercato del lavoro 

Mentre parliamo di inflazione e tassi di interesse, dobbiamo considerare un altro fattore importante per questo quadro: il mercato del lavoro. A febbraio 2024, il numero di persone senza lavoro nell’area dell’euro era al 6,5%, una percentuale leggermente inferiore  rispetto all’anno scorso. Questo vuol dire che, nonostante tutto, le persone stanno trovando lavoro, il che è un buon segno per l’economia. Tuttavia, sembra che le previsioni per il mese di marzo date dall’Istat non siano delle migliori, con un provvisorio 7,5% sul tasso di disoccupazione.

Il difficile compito della BCE 

Non tutti i paesi dell’Eurozona vivono le stesse situazioni e si trovano nello stesso clima economico. Questa differenza tra i paesi è cruciale per la BCE quando pensa ai tassi di interesse. Deve assicurarsi che qualsiasi decisione prenda funzioni non solo per i paesi con problemi di inflazione ma anche per quelli che stanno facendo bene. La BCE ha il compito complicato di tenere tutto in equilibrio, senza causare problemi in nessuna zona.

Conclusione 

Tutto questo, dalla diminuzione dell’inflazione ai tassi di disoccupazione stabili e alle differenze tra i paesi, ci riguarda da vicino. Influenza quanto costano le cose che compriamo, la facilità con cui le aziende possono crescere e, alla fine, quante persone riescono a trovare lavoro. Mentre aspettiamo di vedere cosa deciderà la BCE, possiamo essere certi che le sue azioni avranno un impatto diretto sulla nostra economia quotidiana, i nostri investimenti e il nostro lavoro.

La Fed mantiene i tassi di interesse invariati nella riunione di marzo 2024

riunione fed marzo 2024

Quando è calato il sipario sulla riunione della Fed di marzo 2024, un’ondata di anticipazioni ha lasciato il posto all’assoluta certezza: i tassi di interesse federali rimangono invariati. L’attuale range target è compreso tra il 5,25% e il 5,50%. 

La decisione, allineata alle aspettative stabilite dalle previsioni della Fed, indica un approccio cauto nonostante il clamore per l’allentamento delle politiche monetarie. Ma cosa significa questo per l’economia, i consumatori e gli investitori? Questo articolo approfondisce le sfumature dell’ultima posizione politica della Fed, analizzando gli strati al di là della decisione principale.

Previsioni del mercato 

Quando siamo entrati nel 2024, il settore degli investimenti era pieno di ottimismo. Gli operatori di mercato speravano in una serie di tagli dei tassi, prevedendo fino a sei o sette aggiustamenti al ribasso. 

Tuttavia, le maree della realtà economica hanno attenuato queste aspettative. I recenti sviluppi e le analisi dei dati hanno portato a una revisione delle prospettive, con un consenso che si basa su tre tagli dei tassi previsti a partire da giugno. Questo aggiustamento riflette un cauto ottimismo, riconoscendo le sfide persistenti nel contenere l’inflazione, una nemesi che si è dimostrata più resistente del previsto.

Tendenze inflazionistiche e indicatori economici

Le tendenze inflazionistiche rimangono un determinante critico della traiettoria politica della Fed. Nonostante un calo dai livelli di picco, i tassi di inflazione sono aumentati sia a gennaio che a febbraio, come indicato dall’ultimo Consumer Price Index e dall’Indice dei Personal Consumption Expenditures Price Index, e sono ancora al di sopra dell’obiettivo del 2% della Fed.

Dati sull’occupazione e le loro implicazioni

La resilienza del mercato del lavoro, testimonia la forza sottostante dell’economia. Tuttavia, questa robustezza presenta anche un enigma per la Fed. L’aumento recente della disoccupazione, unito alla solida creazione di posti di lavoro, dipinge un quadro complesso per i policymaker, bilanciando tra il frenare l’inflazione e favorire l’impiego.

“Un forte aumento delle assunzioni di per sé non costituirebbe un motivo per trattenere i tagli dei tassi”, ha affermato Jerome Powell, presidente della Fed, aggiungendo che il mercato del lavoro di per sé non è motivo di preoccupazione riguardo all’inflazione.

Dettagli della riunione della Fed di marzo

Durante la riunione della Fed di marzo 2024, i membri del Congresso hanno stimato una riduzione complessiva dei tassi del tre quarti di punto percentuale entro la fine del 2024, segnando le prime diminuzioni dai tempi iniziali dell’epidemia di Covid-19 a marzo 2020.

Il livello attuale del tasso sui fondi federali rappresenta il picco più elevato degli ultimi 23 anni. Questo tasso determina i costi reciproci di prestito notturno tra le banche, influenzando diverse tipologie di debito per i consumatori.

Le anticipazioni riguardanti i tre possibili tagli emergono dal cosiddetto “dot plot” della Fed, un insieme di previsioni anonime rigorosamente analizzate dai diciannove membri del FOMC. Questo schema non offre dettagli circa la tempistica delle azioni previste.

Il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, ha confermato che l’istituto non ha ancora precisato le tempistiche per i tagli, ma rimane nell’aspettativa che questi si realizzino, a patto che i dati economici siano favorevoli. Dopo la riunione, l’indice FedWatch del CME Group ha mostrato che i mercati dei futures attribuivano una possibilità del 75% al verificarsi del primo abbassamento dei tassi già nella sessione dell′11-12 giugno.

La commissione anticipa ulteriori tre tagli nel 2026, seguiti da altri due successivamente, fino a quando il tasso sui fondi federali non stabilizzerà intorno al 2,6%, che i funzionari ritengono essere il tasso neutrale, non incentivo né restrittivo.

Queste previsioni fanno parte del Summary of Economic Projections della Fed, che include anche proiezioni sul PIL, sull’inflazione e sulla disoccupazione. La distribuzione dei punti data ha rivelato un’inclinazione più aggressiva rispetto a dicembre, senza però alterare significativamente le stime per l’anno corrente.

Impatto sui mercati

In risposta alla decisione della Federal Reserve di mantenere i tassi stabili, Seema Shah, capo stratega globale di Principal Asset Management, ha dichiarato: “Powell ha forse mostrato le sue carte: ha bisogno di una buona ragione per non tagliare i tassi, piuttosto che di una ragione per tagliare i tassi. I mercati forse non avrebbero potuto chiedere di più alla Fed e le azioni festeggeranno”.

In effetti, mercoledì pomeriggio le principali medie sono salite dopo che la Federal Reserve ha pubblicato la sua decisione politica e le previsioni sui tassi. L’S&P 500 ha guadagnato lo 0,3% e il Nasdaq Composite lo 0,5%. L’indice Dow Jones Industrial Average che ha terminato la giornata con un aumento di 401 punti, ossia poco oltre l’1%. I rendimenti dei buoni del Tesoro hanno principalmente registrato una discesa, con il tasso di riferimento decennale che si è assestato recentemente al 4,28%, in calo di 0,01 punti percentuali.

Conclusione

L’ultimo appuntamento della Federal Reserve dipinge il quadro di una banca centrale a un bivio. Destreggiandosi tra il duplice mandato di controllare l’inflazione e di promuovere l‘occupazione, la Fed cammina sul filo della politica monetaria. Per i consumatori e gli investitori, il messaggio è chiaro: preparatevi a un paesaggio definito da aggiustamenti graduali e da un’osservazione vigile.

Mentre l’economia continua la sua danza con l’inflazione e la crescita, le strategie e le decisioni della Fed restano fondamentali. Ad ogni riunione e annuncio, i contorni del futuro economico diventano più chiari. Tuttavia, in quest’epoca di imprevedibilità, una verità rimane ferma: il cammino da percorrere è lastricato di passi cauti e di occhi vigili.

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Riunione BCE: risultati della conferenza di marzo 2024

Riunione BCE settembre 2024: le previsioni sui tassi di interesse

Questo articolo esplora i risultati della riunione della BCE di marzo 2024,  in calendario il 7 marzo 2024, analizzando le decisioni sui tassi di interesse, sui programmi di acquisto di attivi e sugli aggiustamenti nei quadri operativi.

Mentre la zona euro affronta cambiamenti inflazionistici e traiettorie di crescita economica, comprendere le risposte strategiche della BCE è fondamentale per professionisti finanziari, investitori e analisti politici.

Decisioni di Politica Monetaria della BCE  

In una mossa attentamente osservata dai mercati e dai responsabili delle politiche, il Consiglio Direttivo della BCE ha mantenuto invariati i tassi di interesse chiave, riflettendo un approccio sfumato alla fragile ripresa economica della zona euro e al calo dell’inflazione. 

La decisione di tenere i tassi delle operazioni di rifinanziamento principali, della facilità di prestito marginale e della facilità di deposito rispettivamente al 4,50%, 4,75% e 4,00%, sottolinea l’ottimismo cauto della BCE e l’impegno a garantire la stabilità dei prezzi.

Il contesto di questa decisione è un ambiente economico complesso caratterizzato da un’inflazione in calo ma da pressioni sui prezzi interni persistenti, in particolare dalla crescita dei salari. 

Le ultime proiezioni dello staff indicano una revisione al ribasso dei tassi di inflazione per gli anni a venire, con un’attesa media del 2,3% nel 2024. Queste forniscono uno spaccato delle sfide della BCE. Le cifre, insieme a previsioni di crescita ammorbidite, sottolineano il delicato equilibrio che la BCE mira a raggiungere tra il sostegno alla crescita economica e il contenimento dell’inflazione entro il suo obiettivo.

APP e PEPP

Una parte significativa degli aggiustamenti degli strumenti di politica monetaria della BCE riguarda il Programma di Acquisto di Attivi (APP) e il Programma di Acquisto di Emergenza Pandemica (PEPP). La decisione di lasciare che il portafoglio APP diminuisca si allinea con una strategia di normalizzazione graduale, allontanandosi dalle misure di sostegno monetario dell’era pandemica. La riduzione graduale del portafoglio PEPP, prevista per diminuire di 7,5 miliardi di euro al mese nella seconda metà del 2024, indica l’intento della BCE di ritirarsi con cautela dallo stimolo monetario espansivo, riflettendo una risposta al miglioramento, seppur ancora precario, panorama economico.

L’approccio della BCE alle operazioni di rifinanziamento è stato anche esaminato. Questa analisi sottolinea gli sforzi della BCE per affinare i suoi strumenti monetari, così da allinearli meglio alle condizioni economiche attuali e proiettate, garantendo che le disposizioni di liquidità alle banche siano coerenti con gli obiettivi di politica più ampi.

Questi aggiustamenti del programma non sono semplici modifiche tecniche ma segnalano una transizione più profonda nel paradigma di politica della BCE. Ridimensionando attentamente gli acquisti di attivi e ricalibrando le operazioni di rifinanziamento, la BCE sta navigando verso la normalizzazione, rimanendo allo stesso tempo abbastanza agile per rispondere a nuovi shock economici o sviluppi.

Prospettive Economiche 

La riunione di marzo 2024 ha messo in evidenza anche la pianificazione strategica a lungo termine della BCE, in particolare attraverso i cambiamenti al suo quadro operativo per l’attuazione della politica monetaria. 

La previsione di una crescita lenta nel 2024 suggerisce una zona euro alle prese con pressioni interne ed esterne, dai rapporti di debito pubblico elevati alle incertezze del commercio globale. Tuttavia, il rimbalzo anticipato nei consumi e negli investimenti dal 2025 al 2026 riflette la fiducia nella resilienza economica di fondo della regione e nel previsto allentamento delle pressioni inflazionistiche.

Questa sezione del rapporto della BCE enfatizza il ruolo delle politiche fiscali e strutturali di supporto insieme alle strategie monetarie. L’appello della BCE per una rapida attuazione del programma Next Generation EU e una maggiore integrazione nei mercati bancari e dei capitali sottolinea l’approccio multifaccettato necessario per affrontare le sfide economiche attuali e rafforzare la crescita a lungo termine.

Conclusione 

La riunione della BCE di marzo 2024 incapsula un momento critico nel panorama della politica monetaria della zona euro. Con decisioni di mantenere i tassi di interesse e di affinare programmi di acquisto di attivi e operazioni di rifinanziamento, la BCE bilancia attentamente le sue risposte immediate alle condizioni economiche attuali con i suoi obiettivi strategici a lungo termine. 

Mentre i tassi di inflazione si adeguano e le proiezioni economiche evolvono, le politiche della BCE continueranno a svolgere un ruolo cruciale nel plasmare il cammino della zona euro verso la ripresa e la stabilità.

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Riunione FED Gennaio 2024: tassi invariati

riunione fed gennaio 2024

Per il quarto meeting consecutivo, la Federal Reserve lascia invariati i tassi di interesse. Powell scettico sui tagli di marzo. 

In una mossa attesa dal mercato, nell’incontro della FED il 30-31 gennaio 2024 si è deciso di mantenere il tasso dei fondi federali tra il 5,25% e il 5,5%. Questa decisione segna una continuazione della posizione adottata da luglio 2023, riflettendo la strategia del comitato di fronte a indicatori economici buoni ma non consolidati. “Non abbiamo un mandato di crescita. Abbiamo un mandato di massima occupazione e un mandato di stabilità dei prezzi.” Così il presidente della Federal Reserve Jerome Powell commenta la riunione.  

Dalla forte ondata inflazionistica che nel 2022 ha toccato i suoi picchi più elevati degli ultimi quarant’anni, il Comitato Federale di Mercato Aperto (FOMC) ha intrapreso una politica monetaria rigida per riportare l’equilibrio nell’economia. Questo ha portato all’inizio di una serie di aumenti dei tassi di interesse a partire da marzo 2022, con l’obiettivo di contenere l’inflazione. Da allora, effettivamente, ha mostrato segni di rallentamento. Tuttavia, livelli di interesse così elevati non erano stati registrati da più di due decenni, creando nel mercato una pressione crescente affinché la Fed intervenga con un taglio nei prossimi mesi. 

Durante l’incontro della FED di gennaio 2024, il Comitato ha enfatizzato la sua intenzione di mantenere un elevato livello di vigilanza. Il bilanciamento dei fattori economici resta un compito delicato e non scontato: ridurre i tassi di interesse potrebbe infatti compromettere la tendenza al ribasso dell’inflazione, mentre, dall’altro lato, l’economia statunitense si trova a rischio di precipitare in una recessione. “L’inflazione è ancora troppo alta, i progressi in corso nel ridurla non sono garantiti e il percorso da seguire è incerto”, ha affermato Jerome Powell, nella sua conferenza stampa successiva alla riunione.

Nonostante tali dichiarazioni, i trader continuano a puntare su un taglio dei tassi che li porterebbe in un range tra il 3,75% e il 4% entro la fine dell’anno, in vista delle elezioni presidenziali. Ciò vorrebbe dire che la FED dovrebbe iniziare a tagliare i tassi costantemente con incrementi di un quarto di punto percentuale ad ogni riunione a partire da maggio. Per coloro che ancora ipotizzano un taglio a marzo, nella riunione della FED di gennaio Powell ha sottolineato: “Non penso che sia probabile che il Comitato raggiunga un livello di fiducia entro la riunione di marzo”. 

Per conoscere i prossimi appuntamenti della FED, consulta il calendario completo.

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Riunione BCE gennaio 2024: decisioni e prospettive

riunione BCE gennaio 2024

Nonostante le speculazioni del mercato, nella riunione BCE gennaio 2024 si è deciso di mantenere invariati i tassi di interesse. Questo riflette un approccio prudente in un contesto economico in evoluzione.

Mantenimento dei Tassi di Interesse

Il Consiglio Direttivo della BCE, nella sua riunione del 25 gennaio 2024, ha deciso all’unanimità di mantenere invariati i tre principali tassi di interesse. Ciò significa che i tassi di interesse restano fissati rispettivamente:

  • operazioni di rifinanziamento principali 4,5%
  • facilità di prestito marginale 4,75%
  • facilità di deposito 4%

Questa mossa si allinea con l’impegno della BCE a garantire che l’inflazione a medio termine si allinei al suo obiettivo del 2%.

Sul nostro blog puoi consultare il calendario completo dei prossimi incontri del Consiglio, nonché le decisioni prese dalla BCE a dicembre 2023. Se vuoi leggere queste informazioni in tempo reale e osservare il loro impatto sui prezzi e sul mercato delle criptovalute, scarica Young Platform, l’exchange crypto 100% italiano, supportato dalle maggiori banche italiane.

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Le dichiarazioni di Christine Lagarde

Christine Lagarde, Presidente della Banca Centrale Europea, ha commentato: “È probabile che l’economia della zona euro sia stata stagnante nell’ultimo trimestre del 2023 e debole nel primo del 2024. Tuttavia, alcuni indicatori puntano a una ripresa più avanti nell’anno. L’inflazione, scesa al 2,9% a dicembre, continuerà a diminuire nel 2024″. Ha sottolineato che è ancora prematuro discutere di tagli ai tassi di interesse. Questo perché la BCE deve procedere ulteriormente nel processo di disinflazione prima di poter essere certa che l’inflazione raggiungerà il suo obiettivo del 2%. 

Al World Economic Forum di Davos, Lagarde aveva evidenziato quali sono i fattori che la BCE sta attenzionando e che influenzeranno le prossime decisioni sui tassi di interesse.

Degna di nota è l’introduzione che ha scelto, sottolineando un cambiamento rispetto alla ‘normalità’ pre-2023. Se il periodo pandemico e post-pandemico è atipico e difficile da analizzare, nel 2023 abbiamo assistito a un processo di “normalizzazione”. Tuttavia, sostiene Lagarde con un gioco di parole, questa normalizzazione ci sta traghettando verso un periodo “non-normale”. Assisteremo, quindi, a un cambio di driver dell’economia globale e nuove modalità di crescita.

Il ruolo dei consumi 

Fino ad ora, i consumi hanno funzionato come un motore di crescita vitale, spinti da condizioni favorevoli che ora sembrano esaurirsi. Questo progressivo calo dei fattori positivi implica una trasformazione nella forza trainante dell’economia. 

I risparmi calano drasticamente 

Abbiamo assistito a una notevole riduzione dei risparmi in eccesso nelle economie avanzate, passando da una media del 10% a cifre vicine allo zero. Tale diminuzione, insieme al mercato del lavoro meno teso, potrebbe suggerire un calo nella potenza dei consumi come forza propulsiva dell’economia. Ciò potrebbe indicare un cambiamento nella dinamica di spesa dei consumatori, con potenziali impatti su vari settori.

Commercio globale

Al World Economic Forum di Davos, Ngozi Okonjo-Iweala, direttrice generale dell’Organizzazione mondiale del Commercio, commenta l’attuale situazione. L’Europa non riesce a seguire il ritmo delle grandi potenze, appesantita dalla situazione geopolitica. Tuttavia, grazie alla resilienza del commercio internazionale, ha potuto superare il taglio alle importazioni di energia dalla Russia dopo l’invasione dell’Ucraina.

Le prospettive del Consiglio Direttivo

Nella riunione BCE gennaio 2024, il Consiglio Direttivo ha evidenziato che le nuove informazioni confermano la precedente valutazione delle prospettive di inflazione a medio termine. Nonostante l’effetto base che causa un aumento dell’inflazione complessiva legato all’energia, la tendenza al ribasso dell’inflazione di fondo continua. Inoltre, gli aumenti passati dei tassi di interesse continuano a trasmettersi efficacemente sull’inflazione. “Le condizioni di finanziamento restrittive stanno temperando la domanda, contribuendo al calo dell’inflazione”, ha aggiunto il Consiglio.

Politica Monetaria: cosa succederà nei prossimi mesi?

Il Consiglio Direttivo rimane impegnato a riportare l’inflazione al target del 2% in tempi opportuni. Basandosi sulla sua attuale valutazione, il Consiglio ritiene che i tassi di interesse di riferimento della BCE, se mantenuti per un periodo sufficientemente lungo, contribuiranno significativamente al raggiungimento di tale obiettivo. Le decisioni future assicureranno che i tassi di riferimento siano fissati su livelli sufficientemente restrittivi finché necessario, seguendo un approccio guidato dai dati per determinare il livello e la durata adeguati della restrizione.

Programma di Acquisto di Attività (APP) e PEPP

Durante la riunione BCE gennaio 2024, il Consiglio ha notato che il portafoglio dell’APP si sta riducendo a un ritmo misurato e prevedibile, dato che l’Eurosistema non reinveste più il capitale rimborsato sui titoli in scadenza. Riguardo al PEPP (programma di acquisto di emergenza pandemica), il Consiglio prevede di reinvestire il capitale rimborsato sui titoli in scadenza nella prima metà del 2024, riducendo il portafoglio del PEPP di una media di 7,5 miliardi di euro al mese nella seconda metà dell’anno, e terminando i reinvestimenti entro la fine del 2024.

Le reazioni degli analisti

Gli analisti, come Morgane Delle Donne, Responsabile della Strategia di Investimento Europa presso Global X, hanno notato che i mercati continuano ad anticipare una svolta più accomodante da parte della BCE entro l’anno.

Martina Daga, Economista Macro presso AcomeA SGR, ha sottolineato che il riconoscimento da parte della BCE dei progressi positivi sia in termini di inflazione sia sul mercato del lavoro mostra un approccio più morbido.

Nicolas Forest, CIO presso Candriam, ha evidenziato l’approccio della BCE basato sui dati piuttosto che su un calendario prestabilito, non aspettandosi un allentamento della politica prima di giugno.

David Chappell, Senior Fixed Income Portfolio Manager presso Columbia Threadneedle Investments, ha segnalato che Christine Lagarde ha lasciato aperta la possibilità di un primo taglio dei tassi a giugno.

Dopo la riunione BCE gennaio 2024, quindi, gli analisiti puntano su giugno. Invece, le previsioni del mercato fino a pochi giorni fa sembravano scommettere su una prima mossa ad aprile e un totale di cinque tagli dei tassi nel 2024.  Sembra inoltre inverosimile che la BCE proceda a un taglio dei tassi prima della FED. 

Revisione al ribasso delle stime di inflazione e crescita dell’Eurozona

La BCE ha rivisto al ribasso le stime di inflazione e di crescita dell’Eurozona per il primo trimestre del 2024. Emerse dal Survey of Professional Forecasters (SPF), l’indagine ha coinvolto 59 economisti ed analisti finanziari, condotta tra il 5 e il 10 gennaio.

L’inflazione è attesa in calo al 2,4% nel 2024 ed al 2% nel 2025 e nel 2026, con una revisione al ribasso rispetto alle precedenti previsioni. Queste revisioni al ribasso riflettono l’impatto di prezzi del petrolio inferiori alle attese e di un’attività economica più debole del previsto.

Le aspettative di crescita del PIL reale sono state anch’esse riviste al ribasso per il 2024 e il 2025. La frenata prevista è dello 0,6% quest’anno e un recupero all’1,3% il prossimo anno. Gli economisti intervistati si aspettano una leggera contrazione del PIL reale nell’ultimo trimestre del 2023, seguita da una lenta ripresa dell’attività economica nel 2024.

Le prospettive di crescita a lungo termine sono rimaste invariate all’1,3%, mentre le stime sulla disoccupazione sono rimaste sostanzialmente invariate rispetto alla precedente indagine.

Conclusioni

La riunione BCE gennaio 2024 conclude con un approccio cauto ma vigile alla politica monetaria, riflettendo l’impegno della banca centrale alla stabilità dei prezzi e alla crescita economica in mezzo a previsioni riviste e condizioni globali mutevoli. La decisione di mantenere invariati i tassi di interesse, insieme alle revisioni al ribasso delle stime di inflazione e crescita, indica un’attenta navigazione nel complesso ambiente economico.

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Riunione BCE di dicembre: ci aspetta un inversione di marcia sui tassi di interesse?

riunione-bce-dicembre-2023

Riunione BCE di dicembre 2023: nessun rialzo sui tassi di interesse. Cosa accadrà nei primi mesi del 2024?

Durante la riunione BCE, che si è svolta il 14 dicembre, il Consiglio Direttivo si è espresso sul punto più importante: i tassi di interesse, lasciandoli invariati.

È la seconda volta che ciò accade, già nella riunione di ottobre la BCE non li aveva toccati interrompendo l’incremento totale a 4,5 punti che proseguiva da luglio 2022. A questo link il calendario completo dei prossimi incontri BCE, dove volta per volta verrà inserito il commento sulle decisioni prese.

Riunione della BCE: perché è importante?

Come per le decisioni della FED, quelle della BCE toccano ancor più da vicino il nostro portafoglio, perché interessano direttamente i nostri risparmi, i mutui, gli investimenti e il potere di acquisto dell’Euro. Che tu sia un risparmiatore, un abile giocoliere nell’arrivare a fine mese o un investitore, sapere che cosa viene deciso ai piani alti, può aiutarti a “far meglio i conti in tasca” e prepararti al 2024. In questo articolo riporteremo le decisioni sulla riunione BCE di dicembre e il potenziale impatto sulla nostra vita quotidiana.

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Inflazione e tassi di interesse

Un elemento cruciale nell’analisi della BCE è l’inflazione. Il rialzo dei tassi ha avuto effetti positivi sul lungo termine. Infatti, l’andamento dell’inflazione nel 2023 è stato generalmente positivo, scendendo dal 10% di un anno fa al 2,9% attuale. Anche l’inflazione core, che esclude l’energia e il cibo, si sta moderando.  

Con un calo dell’inflazione all’2,9% nell’area euro a ottobre e il secondo stop al rialzo dei tassi consecutivo sembra che la stagione di politiche di quantitative tightening sia conclusa. Tuttavia, le decisioni prese durante la riunione della BCE di dicembre non vedono ancora un decremento dei tassi che restano sull’attuale livello. Questo, secondo le parole del Consiglio Direttivo, è essenziale per riportare l’inflazione al 2% livello che, a questo ritmo, dovremmo raggiungere nel 2025.

Le previsioni dei membri del Consiglio della BCE 

Recentemente, all’interno del consiglio della Banca Centrale Europea (BCE), si è assistito a un cambio di tono anche tra i membri più intransigenti riguardo alla politica monetaria. 

Isabel Schnabel, importante figura della BCE e precedentemente nota per la sua linea dura, aveva espresso dubbi sull’opportunità di ulteriori aumenti dei tassi di interesse, citando i recenti dati sull’inflazione che suggeriscono una prospettiva più flessibile.

Analogamente, Joachim Nagel, presidente della Deutsche Bundesbank e altro membro di spicco della linea dura, ha riconosciuto segnali positivi nell’andamento dell’inflazione, pur mantenendo una certa cautela riguardo a possibili riduzioni dei tassi nel 2024.

Dall’altra parte, Goldman Sachs ha recentemente suggerito che potrebbe essere necessario anticipare le riduzioni dei tassi di interesse, in considerazione di una politica fiscale più restrittiva che potrebbe rallentare l’economia nel 2024.  

Riunione BCE dicembre: cosa è emerso?

L’ultimo incontro della Banca Centrale Europea è stato giovedì 14 dicembre. All’interno del meeting la presidente Lagarde ha confermato i recenti dati positivi sull’inflazione, sottolineando al contempo il continuo impegno della BCE in un approccio guidato dalle metriche. Ma la cosa più importante è che si è deciso di mantenere stabili i tassi di interesse, rispettivamente al 4,50%, 4,75% e 4,00%.

In termini di crescita economica, a settembre la BCE aveva previsto un incremento dell’economia dell’area euro dello 0,7% nel 2023, dell’1,0% nel 2024 e dell’1,5% nel 2025. Revisioni al ribasso per il 2024 e il 2025 potrebbero rafforzare ulteriormente le aspettative di mercato di vari tagli dei tassi di interesse nel 2024, influenzando al ribasso anche i rendimenti dei titoli di stato nell’area euro.

Conclusioni

In sintesi, secondo quanto emerso dalla riunione della BCE di dicembre 2023, Il Consiglio e la Lagarde rimangono concentrati sulla stabilità dei prezzi, pur riconoscendo i rischi per la crescita economica e le incertezze geopolitiche. La politica monetaria europea continuerà a essere determinata dai dati e dalle prospettive economiche, con un occhio attento alle variazioni dell’inflazione e alle condizioni di mercato.

Riunione Fed di dicembre 2023: prospettive sulla Politica Monetaria e sull’Economia

Riunione Fed di dicembre 2023: tassi di interesse mantenuti stabili e tre tagli previsti per il 2024. Valutiamo quindi l’impatto sui tuoi soldi e le strategie da intraprendere in base alle decisioni prese. 

La riunione Fed di dicembre 2023, presieduta da Jerome Powell, ha mantenuto invariato il tasso di interesse di riferimento per la terza volta consecutiva e ha posto le basi per i molteplici tagli previsti nel 2024 e oltre. L’inflazione rimane infatti la preoccupazione centrale per la Fed, che si sforza di riportarla al 2%. Ma i trader stanno concentrando la loro attenzione sulle previsioni di taglio dei tassi da parte dei policymaker.

Gli esiti della riunione sono cruciali per investitori, economisti e pubblico. Vediamo quali previsioni degli analisti sono state confermate e quali smentite. Soprattutto, vediamo come e perché queste decisioni influiscono anche sul valore dei nostri soldi. 

Il calendario completo delle riunioni della Fed 2024 è già disponibile. 

Perché si fanno delle previsioni?

Le decisioni della Fed hanno un impatto diretto sui nostri investimenti. Se non si è un analista, un esperto di economia o un investitore da lungo tempo, si fa fatica a immaginare come una decisione presa oltreoceano possa avere effetti sui nostri soldi. Eppure, è così. Ed è per questo che quando la Fed parla, tutti ascoltano. Per lo stesso motivo, chi lavora nel settore – economisti, broker, analisti ed esperti di politica monetaria – si esprimono con anticipo, cercando di capire cosa succederà. I piccoli e grandi investitori usano poi le previsioni degli esperti per agire con anticipo, capire come muovere il denaro e su quali cavalli puntare.  
Steve Azury, capo di Azury Financial a Troy, Michigan, sintetizza perfettamente l’impatto delle previsioni sulla riunione Fed: “Il costo del prestito ha un impatto su tutte le aree di investimento, acquisto e risparmio. La semplice previsione di ciò che potrebbe accadere è sufficiente per provocare una reazione del mercato azionario”.

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Il punto cruciale: i tassi di interesse 

Il punto più discusso è sicuramente sui tassi di interesse. Ogni volta che la Fed aumenta o diminuisce il tasso obiettivo, scatena importanti scossoni sui mercati. Questi si comportano come delle faglie: nel tentativo di ricalibrarsi sui nuovi tassi, scatenano terremoti di minore o maggiore intensità. Anche il mercato delle criptovalute non è esente da questi terremoti. 

Adeguamenti di politica monetaria e loro implicazioni

Con una mossa significativa, la Fed ha optato per un approccio più cauto, mantenendo il tasso di interesse di riferimento, ovvero il 5,25%-5,50%, stabilito a luglio 2023. Questa decisione segna un allontanamento dalla serie di rialzi aggressivi dei tassi registrati a partire da marzo 2022. Gli analisti avevano ampiamente anticipato la decisione della Fed di restare fermi, poiché l’inflazione – scesa al 3,7% – è sotto controllo sempre di più.

Oltre a decidere di mantenere una posizione di attesa, i membri del comitato della Federal Reserve hanno indicato la possibilità di almeno tre riduzioni dei tassi di interesse nel 2024, prevedendo tagli di un quarto di punto percentuale ciascuno. Questa strategia è più aggressiva rispetto a quanto i funzionari avevano precedentemente suggerito. In seguito all’annuncio di questa decisione, il Dow Jones Industrial Average ha registrato un forte incremento, superando i 37.000 punti per la prima volta.

La strategia adottata dalla Fed rappresenta un tentativo di bilanciare due obiettivi: contenere l’inflazione senza frenare la crescita economica. Questo orientamento è fondamentale per i mercati finanziari, poiché rappresenta un segnale di un possibile cambio di direzione nell’approccio della Fed al trattamento delle tensioni economiche.

La strategia dietro l’aumento dei tassi

L’aumento dei tassi dell’ultimo anno ha reso più difficile per le banche concedere prestiti e mutui a cittadini e aziende. Questo ha comportato meno assunzioni, meno investimenti nell’edilizia, contrazioni nella produzione di beni. A sua volta si è tradotto in volatilità sul mercato azionario, delle materie prime, sul cambio valutario e, in ultimo, sugli asset ad alto rischio come le criptovalute

Volendo semplificare al massimo, la strategia della Fed è proprio questa. Quando rende ancora più difficile l’acquisto di beni, le persone spendono meno e acquistano meno cose. Quindi, nel termpo, i prezzi diminuiscono. Più alti sono i tassi, minore è il valore del denaro e quindi, nel lungo periodo, i prezzi tendono a diminuire all’aumentare del tasso. È un po’ come mettere l’economia nel congelatore, aspettando che torni a temperatura ambiente.

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Sviluppi e proiezioni economiche

La riunione Fed ha fornito una visione sfumata dell’attuale panorama economico, compresa la crescita del PIL e i modelli di spesa dei consumatori. Powell ha sottolineato che, nonostante alcune sfide, l’economia ha mostrato una certa resistenza. Il mercato del lavoro, in particolare, ha mostrato solidità, con un graduale miglioramento dei dati sull’occupazione. Nella conferenza stampa, Powell ha affermato: “Gli indicatori recenti suggeriscono che la crescita dell’attività economica ha subito un sostanziale rallentamento rispetto al ritmo smisurato osservato nel terzo trimestre. Anche così, il PIL è sulla buona strada per espandersi intorno al 2,5% per l’intero anno”.

Un calcio d’angolo è possibile?

Durante la recente riunione Fed, i funzionari hanno chiarito di essere pronti a incrementare i tassi di interesse qualora l’inflazione dovesse intensificarsi. Tuttavia, hanno anche espressamente indicato che attualmente possono permettersi di attendere e osservare gli effetti che le loro precedenti politiche restrittive stanno avendo sull’economia degli Stati Uniti.

I persistenti alti livelli di inflazione hanno avuto un impatto politico significativo sul presidente Joe Biden, il cui indice di gradimento è diminuito in gran parte a causa della percezione pubblica negativa sulla sua gestione dell’economia. È stato suggerito che la Fed potrebbe esitare a prendere misure politiche drastiche nell’anno delle elezioni presidenziali, previste per il 2024.

Lo stato di salute attuale dei mercati 

Sebbene i principali indici azionari come lo Standard & Poors 500 abbiano trascorso gran parte del 2022 in crisi, se la sono cavata bene nel 2023, anche se sono al di sotto dei livelli più alti dell’anno. L’S&P 500 è cresciuto di circa il 10%, mentre il Nasdaq Composite è salito di circa il 24%. 

Quando la Fed ha annunciato a novembre 2021 la sua intenzione di aumentare i tassi, anche il mercato delle criptovalute si è contratto. Octavio Sandoval, direttore degli investimenti di Illumen Capital, afferma: “Quando la Fed ha introdotto politiche monetarie restrittive aumentando i tassi nel 2022, ha causato un adeguato calo di valutazione dei mercati azionari e delle criptovalute”. Siamo stati tutti testimoni del crollo dei prezzi, spinto sul fondo anche dall’effetto a catena di FTX. Oggi il mercato delle criptovalute sta vivendo nuovi rialzi, sintomo di una fiducia rinnovata nel settore, soprattutto di fronte all’instabilità del settore bancario. 

Prospettive future e incertezze

Il discorso di Powell alla riunione Fed ha offerto anche uno sguardo alla traiettoria economica prevista. Pur proiettando un cauto ottimismo, ha riconosciuto le incertezze intrinseche che offuscano le previsioni economiche. Queste incertezze, che vanno dall’andamento dell’economia globale alle politiche fiscali nazionali, sono fattori critici che la Fed continuerà a monitorare e a tenere in considerazione nel definire la futura politica monetaria.

Ma a fronte di queste decisioni, come ci dovremmo comportare? 

In che modo l’aumento dei tassi dovrebbe influire sulla tua strategia di investimento

Proprio perché i tassi in rialzo, l’inflazione elevata e l’incertezza economica sono fattori che generano volatilità, stagnazione e svalutazione degli investimenti sul breve periodo – nel nostro caso il biennio 2022-2023 – è importante avere un piano a lungo termine. Per molti, il piano a lungo termine significa continuare a investire regolarmente in un portafoglio diversificato. La diversificazione viene attuata sia in termini di asset ad alto, medio e basso rischio, sia in termini di tipi di industrie, progetti e aziende. 

Sebbene i trader a breve termine possano sudare per l’aumento dei tassi e cercare di cronometrare una recessione, è fondamentale mantenere le cose in prospettiva. Invece di cercare di trovare il momento giusto per vendere, gli investitori buy-and-hold (acquista e mantieni)  possono sfruttare la volatilità del mercato a proprio vantaggio e quindi cercare di trovare il momento giusto per aggiungere altro capitale.

Le recessioni e i periodi di crisi possono essere un momento interessante per aggiungere asset al proprio portafoglio a prezzi scontati. Come disse una volta Warren Buffett, le azioni sono più economiche quando pochi concordano sul fatto che siano un investimento interessante. 

Conclusioni

La riunione Fed di dicembre 2023 è una testimonianza dell’impegno con cui la Federal Reserve persegue la sua missione pubblica. I risultati e gli approfondimenti di questa riunione sono fondamentali per navigare nelle complesse acque economiche che ci attendono. Con l’inizio di un nuovo anno, la comprensione e l’assorbimento di questi spunti saranno fondamentali per gli economisti, gli investitori e il pubblico per anticipare la direzione dell’economia.

Tutto sulla riunione Fed di ottobre-novembre: news e decisioni prese

palazzo della Fed

La riunione Fed di ottobre-novembre 2023 si è conclusa, ma cosa è successo? Le news si sono rincorse, mentre i tassi sono rimasti fermi.

La riunione Fed di ottobre-novembre 2023 si è ufficialmente conclusa.

Come emerso dalle prime news giunte dagli Stati Uniti, i membri del FOMC hanno scelto di non mettere mano al costo del denaro lasciando invariati i tassi di interesse. Le news, però, non si sono esaurite su questo fronte.

Decisioni e news della riunione Fed di ottobre-novembre

Il range di riferimento per i tassi della Federal Reserve è rimasto invariato al 5,25-5,5%. Questa la principale decisione presa all’unanimità dall’istituto di Jerome Powell.

Nel terzo trimestre dell’anno, si legge nel comunicato, l’economia a stelle e strisce è cresciuta di 4,9 punti percentuali, mentre anche sul fronte occupazione paiono intravedersi timidi segnali positivi.

E, come sottolineato da Powell, cambiamenti persistenti nelle condizioni finanziarie potrebbero avere implicazioni sull’andamento della politica monetaria, per cui gli sviluppi su questo fronte sono e continueranno ad essere oggetto di attento monitoraggio, senza necessità di sbilanciarsi attualmente.

Anche sul fronte inflazione appare troppo prematuro cantare vittoria. I progressi ci sono stati, certo, ma l’obiettivo del 2% è ancora piuttosto lontano.

Ciò significa che, se la riunione Fed di ottobre-novembre non ha toccato il costo del denaro, quella di dicembre potrebbe nuovamente cambiare le carte in tavola. Nell’ultimo meeting dell’anno d’altronde verranno pubblicate anche le nuove previsioni macroeconomiche e i policymaker avranno certamente più dati da valutare.

Quel che è chiaro, ha confermato Powell, è che al momento l’ipotesi di un taglio dei tassi è ancora molto lontana e fuori dalle considerazioni del FOMC.

Le previsioni degli esperti

Come di consueto, le previsioni sulla riunione Fed di ottobre e novembre 2023 si sono rincorse già a diversi giorni dall’atteso evento. 

A fronte del penultimo meeting dell’istituto centrale statunitense prima della fine dell’anno, infatti, in molti si sono interrogati sulle mosse del FOMC dopo i numerosi rialzi dei tassi di interesse partoriti negli scorsi mesi. 

Tra i primi a formulare accreditate ipotesi sul meeting autunnale dell’istituto centrale USA sicuramente gli esperti di BofA, che hanno immediatamente immaginato la sostanziale immobilità del FOMC nella riunione di ottobre-novembre. 

Ci sono rischi significativi che la Fed posticiperà l’ultimo rialzo al 2024 o non lo farà più”

Anche la presidente della Federal Reserve Bank di Cleveland, Loretta Mester, aveva fornito indicazioni sulle mosse autunnali dell’istituto centrale. A pochi giorni dalla riunione Fed di ottobre-novembre, la donna aveva formulato prospettive ancora orientate verso un altro aumento dei tassi di interesse (non necessariamente in autunno), pur sottolineando che, tra le attuali incertezze economiche, quello attuale è un momento in cui i policymaker devono essere furbi e agili. 

Generalmente parlando, dunque, le previsioni degli esperti si sono rivelate corrette. La riunione Fed di ottobre-novembre si è rivelato un momento di pausa in attesa di ulteriori indicazioni sul fronte macroeconomico. Occhi puntati dunque sulla prossima riunione, l’ultima di questo 2023 ricco di news e sorprese.

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BCE: le decisioni prese durante la riunione di ottobre 

bandiera ue

La riunione BCE di ottobre protagonista: novità e le decisioni prese

La riunione BCE di ottobre 2023 si è ufficialmente conclusa. Le decisioni dell’istituto centrale sono state attese (come di consueto) dall’intero mercato e dai cittadini dell’Eurozona. I tassi di interesse, nello specifico, sono finiti ancora al centro dell’attenzione e, come noto, non sono stati toccati. 

Di seguito tutte le novità partorite dal Consiglio Direttivo e altresì una panoramica sulle previsioni formulate dagli esperti a una settimana dal meeting. 

Al seguente link il calendario completo di tutte le prossime riunioni BCE.

Riunione BCE ottobre 2023: decisioni e novità

I tassi di interesse dell’Eurozona sono rimasti invariati. Questa la principale decisione comunicata dall’istituto di Christine Lagarde, che non ha nascosto le sue preoccupazioni.

Con la riunione BCE di ottobre, dunque, i tassi sulle operazioni di rifinanziamento principale, quelli sulle operazioni di rifinanziamento marginale e quelli sui depositi sono rimasti fermi rispettivamente a: 

  • 4,5%;
  • 4,7%;
  • 4%.

Nel comunicato stampa, la banca ha osservato che, sulla base delle valutazioni attuali, i tassi di interesse sono a livelli che, mantenuti per un periodo sufficientemente lungo, daranno un contributo sostanziale all’obiettivo di inflazione. Il quale ricordiamo si attesta al 2%.

Come sempre, ha continuato l’istituto, le decisioni future garantiranno che i tassi ufficiali saranno fissati a livelli sufficientemente restrittivi per tutto il tempo necessario. In particolar modo saranno prese in considerazione “le prospettive di inflazione alla luce dei dati economici e finanziari in arrivo, delle dinamiche dell’inflazione di fondo e della forza di trasmissione della politica monetaria.”

Le previsioni pre-meeting

Gli esperti di ING avevano per primi definito il meeting come una sorta di “riunione di mezzo”, eliminando dal quadro la possibilità di un nuovo rialzo dei tassi di interesse.  

Il Consiglio Direttivo, avevano dichiarato, avrebbe deciso di lasciare invariati i tassi di interesse per poter prima ottenere informazioni sulla crescita del PIL del terzo trimestre e per poter altresì formulare nuove proiezioni interne nel meeting di dicembre.

Le previsioni di ING avevano fatto anche riferimento alla situazione geopolitica più recente, certamente non in grado di aiutare gli sforzi dell’istituto centrale. Secondo gli analisti infatti il conflitto in Israele influirà negativamente sulle prospettive di crescita della zona euro, mentre l’impennata del greggio premerà sull’inflazione rendendo più arduo il ritorno all’obiettivo del 2%. 

Le proiezioni comunicate nella riunione BCE di settembre si erano basate sull’idea di un prezzo medio del petrolio a 82 dollari al barile nel 2024. Tuttavia, avevano fatto fatto notare le previsioni di ING, se l’oro nero salirà a 95 dollari al barile il prossimo anno, questo porterà le stime inflazionistiche dal 3,2% al 3,3% per il 2024 e dal 2,1% al 2,4% per il 2025. Il ritorno al 2%, dunque, potrebbe essere posticipato al 2026. 

I tassi di interesse, insomma, saranno alzati nuovamente nell’anno corrente? Al momento la situazione appare troppo incerta per poterlo dire. 

In questa direzione anche le parole pronunciate qualche giorno prima del meeting da Yannis Stournaras, governatore della banca centrale di Grecia, dove si è tenuta proprio la riunione BCE di ottobre (i meeting si tengono generalmente a Francoforte):

“Se c’è una nuova fonte di incertezza in Medio Oriente, dove non si sa assolutamente cosa accadrà – siamo all’oscuro – è meglio mantenere aperte tutte le nostre opzioni e stare attenti a preservare la resilienza dei paesi europei”.

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Cosa è successo nella riunione Fed di settembre 2023

facciata Federal Reserve

Guida alla riunione di settembre: tassi di interesse e non solo

La riunione Fed di settembre 2023 si è conclusa. I tassi di interesse non sono stati toccati, esattamente come previsto dalla maggior parte degli analisti, e il ciclo di rialzi è stato messo in pausa. 

Ma cosa ha spinto il FOMC a prendere questa decisione e cosa accadrà negli ultimi mesi? La conferenza stampa di Jerome Powell ha chiarito il quadro. 

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Riunione Fed settembre 2023: le news principali

Nel meeting appena concluso il Federal Open Market Committee (FOMC) ha confermato il saggio di riferimento in un intervallo compreso fra il 5,25% e il 5,5%. La stretta monetaria è stata dunque messa in pausa, al contrario di quanto accaduto a Francoforte con la BCE in occasione dell’ultimo meeting

Quella presa nella riunione Fed di settembre 2023 è stata una decisione unanime, accompagnata dalle consuete previsioni circa il prossimo andamento dei tassi di interesse. Come confermato dallo stesso istituto centrale la stretta monetaria non è conclusa: da qui alla fine dell’anno 12 governatori hanno parlato di una risalita dei tassi nel range 5,50-5,75%, mentre 7 si sono detti convinti che non sarà necessario. 

La Fed, ha dichiarato Powell, vuole essere sicura che la stretta sia sufficiente prima di arrivare a conclusioni definitive sull’attuale ciclo monetario. Novembre e dicembre, dunque, potrebbero portare nuovi rialzi, ma come sempre le decisioni saranno prese sulla base dei dati macro. 

Per quel che riguarda il 2024, invece, l’istituto ha fatto trapelare che il taglio del costo del denaro potrebbe iniziare non prima della fine dell’anno.

Le previsioni pre-meeting

Le previsioni e le news sulla riunione Fed di settembre 2023 hanno iniziato a rincorrersi addirittura una settimana prima del meeting. Diversi esperti si sono interrogati sulle mosse dell’istituto centrale, che ha comunicato le sue decisioni ufficiali mercoledì 20, come indicato dal calendario completo degli appuntamenti. Il tutto soltanto pochi giorni dopo la BCE, che invece è stata protagonista giovedì 14 settembre, con un meeting che ha tenuto fino alla fine il fiato sospeso al mercato.

Alcune delle più accreditate stime sull’incontro del FOMC sono venute a galla grazie ad un sondaggio condotto da Reuters, che ha ascoltato ben 97 economisti, la maggioranza dei quali (94) si era detta convinta che la Federal Reserve avrebbe lasciato invariati i tassi di interesse, iniziando a tagliare il costo del denaro verso aprile-giugno 2024.

Nello stesso sondaggio 17 analisti su 97 avevano parlato di un ulteriore rialzo prima della fine dell’anno. I progressi sul fronte inflazione ci sono stati, ma appare rischioso al momento darli per assodati. D’altronde lo stesso presidente della FED di Dallas Lorie Logan è andato in questa direzione:

“A questo punto credo che dovremmo procedere gradualmente, soppesando il rischio di un’inflazione troppo alta con il rischio di frenata eccessiva dell’economia”.

Quella attuale appare dunque una fase molto cauta in cui è necessario più che mai essere prudenti, come confermato anche dalla presidente della Federal reserve di Boston Susan Collins:

“Anche se potremmo essere vicini, o addirittura giunti, al picco del rialzo tassi, un ulteriore inasprimento potrebbe essere giustificato, a seconda dei futuri dati in arrivo”.

Le previsioni e le news sulla riunione Fed di settembre sono apparse dunque abbastanza concordi e il FOMC le ha confermate: il rialzo dei tassi di interesse non c’è stato, ma questa, probabilmente, sarà soltanto una pausa.