CCNL commercio: tutte le informazioni utili

Come funziona CCNL commercio? Informazioni utili e aumenti

Cos’è e come funziona il contratto collettivo nazionale (CCNL) “Commercio?” Informazioni utili e tabelle aumenti.

Il contratto collettivo nazionale di lavoro per il commercio, terziario, distribuzione e servizi, noto come CCNL “Commercio,” è uno degli accordi fondamentali stipulato tra i tra cittadini e le imprese nel panorama lavorativo italiano. Questo documento regola le condizioni di lavoro per i dipendenti delle aziende attive nel settore della distribuzione, logistica e servizi correlati.

Ma quali sono i dettagli principali del contratto? E quali aggiornamenti sono stati introdotti di recente? Esaminiamo i punti chiave del CCNL commercio, tra cui i livelli contrattuali, le ferie, le malattie e le altre informazioni da conoscere. 

Contratto collettivo nazionale (CCNL) “Commercio”, come funziona?

Il contratto collettivo nazionale del commercio, firmato da Conflavoro PMI, Fesica-Confsal e Confsal, ha come obiettivo principale quello di tutelare gli interessi dei lavoratori del settore, che sono più di 3 milioni sul territorio nazionale.

Per poter affermare di conoscere cos’è il CCNL commercio, è necessario conoscere come vengono classificati i dipendenti. Questi sono suddivisi in vari livelli, di cui ognuno è associato a specifiche mansioni. Al di sopra dei seguenti livelli, quelli ordinari, ci sono i quadri, che ricevono un trattamento distinto:

  • Primo livello: ruoli di alta responsabilità e direzione, come gestori di negozi, responsabili marketing e analisti sistemisti.
  • Secondo livello: professionisti con autonomia e capacità di coordinamento, come responsabili delle casse, contabili e spedizionieri qualificati.
  • Terzo livello: mansioni che richiedono competenze tecniche ed esperienza, come impiegati amministrativi, vetrinisti, disegnatori tecnici e operai specializzati.
  • Quarto livello: compiti operativi con specifiche conoscenze tecniche, come cassieri, commessi e magazzinieri.
  • Quinto livello: lavori qualificati che richiedono conoscenze e capacità comuni, come addetti al controllo vendite e aiuto-commessi.
  • Sesto livello: mansioni che richiedono semplici conoscenze pratiche, come uscieri, custodi e operai.
  • Settimo livello: ruoli dedicati a mansioni di pulizia o equivalenti, come addetti alle pulizie.

Essere al corrente dei livelli previsti da questo contratto collettivo non basta per conscere cos’è e come funziona CCNL commercio. È altrettanto, se non più importante, essere al corrente delle condizioni stabilite per equilibrare gli interessi dei lavoratori e delle aziende. Ecco le principali:

  • Ferie e permessi: I dipendenti inquadrati secondo il CCNL commercio hanno diritto a quattro settimane di ferie annuali, oltre a 32 ore di permessi retribuiti. I cosidetti ROL, un acronimo che sta per riduzione dell’orario di lavoro e indica i riposti concessi al lavoratore che possono essere fruiti senza che la retribuzione in busta paga venga ridotta, si maturano ogni 15 giorni lavorativi.
  • Orario di lavoro: L’orario standard è fissato a 40 ore settimanali, distribuite su cinque giorni, ma può essere esteso su sei giorni senza superare le 48 ore settimanali.
  • Mensilità: I lavoratori ricevono 14 mensilità, con la tredicesima erogata a dicembre e la quattordicesima a giugno.
  • Dimissioni e licenziamento: Le dimissioni devono essere comunicate per iscritto, rispettando i termini di preavviso che variano in base al livello e agli anni di servizio. Il licenziamento, invece, può avvenire solo per giusta causa o giustificato motivo.

Periodo di prova e infortunio

Devi sapere, poi, che il CCNL commercio prevede anche un periodo di prova. La durata di questo lasso di tempo in cui l’azienda valuta il l’effettiva preparazione e le competenze del lavoratore varia in base al livello del dipendente: non può superare i sei mesi per quadri e i dipendenti primo livello, e tre mesi per gli altri livelli. In caso di contratto di durata inferiore a un anno, il periodo di prova non può superare il 50% della durata del contratto.

In caso di infortunio riconosciuto dall’INAIL, il CCNL prevede un’indennità che copre il 100% dello stipendio per il giorno dell’incidente, il 60% nei tre giorni successivi, il 90% dal quinto al ventesimo giorno, e nuovamente il 100% fino al 180° giorno.

Maternità

Per le lavoratrici in maternità, il contratto prevede cinque mesi di astensione obbligatoria dal lavoro, durante i quali l’azienda integra l’indennità INPS fino al raggiungimento della piena retribuzione. La dipendente può scegliere come distribuire il periodo di congedo, optando per cinque mesi post-parto, oppure uno prima e quattro dopo, o ancora due mesi prima e tre dopo il parto.

Retribuzione e tabelle retributive

Il CCNL commercio dettaglia tutte le componenti della retribuzione, incluse maggiorazioni e possibili riduzioni. Le tabelle retributive, aggiornate periodicamente secondo gli scatti previsti, indicano gli importi minimi mensili a cui i lavoratori hanno diritto, suddivisi per livello e ruolo.

Rinnovo del 22 marzo 2024: le novità

Il rinnovo del CCNL commercio, avvenuto il 22 marzo 2024, ha introdotto alcune novità significative. La più rilevante è l’aumento dei minimi contrattuali a partire da aprile 2024, con ulteriori incrementi previsti per marzo 2025, novembre 2025, novembre 2026 e febbraio 2027.

Un’altra modifica importante è l’introduzione di una somma una tantum, che sarà erogata con le buste paga di luglio 2024 e luglio 2025. Gli importi variano dai circa 120 euro per il settimo livello ai 300 euro per i quadri.

Il CCNL commercio rappresenta un pilastro fondamentale per la regolamentazione del lavoro nel settore terziario in Italia. Con aggiornamenti continui e condizioni che cercano di bilanciare equamente le esigenze di lavoratori e datori di lavoro, questo contratto collettivo rimane essenziale per garantire diritti, tutele e opportunità nel mondo del commercio e dei servizi.

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Tutto sulla SIAE: costi, scadenze e possibili sanzioni

SIAE: quando si deve pagare, costi e sanzion

Come funziona la SIAE? Quando si deve pagare, quali sono i costi associati e cosa rischia chi non rispetta obblighi e scadenze?

Quando si deve pagare la SIAE? Questo acronimo si riferisce alla Società Italiana degli Autori ed Editori (SIAE), una delle istituzioni più importanti del panorama artistico e culturale italiano. Come si evince dal nome, la SIAE tutela gli interessi di autori, compositori e artisti, assicurando che i loro diritti d’autore vengano rispettati e adeguatamente remunerati.

Tuttavia, il funzionamento della SIAE e gli obblighi a cui sottostare non sono sempre chiari. Con questo articolo vogliamo fare chiarezza e fugare ogni dubbio relativo a quando si deve pagare la SIAE, quali sono i costi associati e cosa rischia chi non rispetta questi obblighi.

Quando si deve pagare la SIAE?

Se ti stai chiedendo quando pagare la SIAE devi sapere che è obbligatorio sostenere il costo ogni volta che si utilizza pubblicamente un’opera protetta da copyright, come musica, film, spettacoli teatrali, o qualsiasi altra forma di espressione artistica. Ciò include eventi come concerti, feste, spettacoli, ma anche l’uso di musica di sottofondo in esercizi commerciali come bar, ristoranti, negozi e hotel.

Più nello specifico, ecco alcune situazioni comuni in cui è necessario pagare la SIAE:

  • Eventi pubblici: Se organizzi un concerto, una serata karaoke, una sfilata di moda, o qualsiasi evento pubblico in cui viene utilizzata musica o altre opere protette, devi pagare la SIAE per ottenere l’autorizzazione necessaria.
  • Esercizi commerciali: Se gestisci un bar, un ristorante, un negozio o qualsiasi attività commerciale in cui viene diffusa musica di sottofondo, è necessario pagare la SIAE. Anche la semplice riproduzione di musica tramite radio o TV richiede il pagamento dei diritti.
  • Streaming e webcast: Anche chi utilizza opere protette in streaming online o attraverso webcast deve ottenere le necessarie licenze dalla SIAE. Questo vale per i creatori di contenuti, siti web e piattaforme digitali.
  • Utilizzo in film e produzioni video: Se utilizzi musica o altri contenuti protetti in un film, un video promozionale o qualsiasi altro tipo di produzione audiovisiva, devi pagare i diritti alla SIAE.

Quanto costa la SIAE?

 I costi associati al pagamento della SIAE variano notevolmente a seconda del tipo di utilizzo e dell’opera in questione. La SIAE applica tariffe diverse in base al contesto. Per esempio, per quanto riguarda gli eventi pubblici, i costi dipendono dal tipo di evento, dal numero di spettatori e dall’importanza dell’evento stesso. Per esempio, un grande concerto avrà costi più elevati rispetto a una piccola festa di quartiere.

Analizzando invece i costi della SIAE per gli esercizi commerciali, le tariffe sono generalmente calcolate in base alle dimensioni dell’immobile. Ad esempio, un piccolo bar pagherà meno rispetto a un grande ristorante o a una discoteca.

Per le dirette streaming, le tariffe possono variare in base al numero di utenti connessi, alla frequenza di utilizzo e alla piattaforma utilizzata. Alcuni servizi di streaming potrebbero già includere i costi SIAE nel loro abbonamento, ma non è sempre così. Infine, per le visioni audiovisive i costi sono determinati dalla durata dell’opera utilizzata, dal tipo di diffusione (cinema, TV, web) e dall’importanza della produzione.

Cosa rischia chi non paga la SIAE?

Chi non paga la SIAE può incorrere in conseguenze legali e finanziarie rilevanti come sanzioni pecuniarie e azioni legali, fino ad arrivare alla sospensione dell’attività. Nel primo caso si tratta semplicemente di multe, che vengono applicate per aver utilizzato delle opere senza aver fatto fronte al pagamento dei diritti d’autore ad esse connessi. A seconda della gravità della violazione, la SIAE può decidere se intraprendere o meno delle azioni legali che possono portare a cause civili e richieste di risarcimento danni.

La sospensione dell’attività è, invece, una misura che viene attuata nel caso in cui la violazione sia grave. In quel caso, l’esercizio commerciale o l’evento deve rimanere chiuso o “fermo” finché i pagamenti delle imposte e delle sanzioni non vengono regolarizzati. Non pagare la SIAE può anche comportare un danno alla reputazione dell’organizzatore dell’evento o dell’esercente. Questo può influire negativamente sui rapporti con artisti, fornitori e clienti.

Pagare la SIAE non è solo un obbligo legale, ma anche un dovere morale verso gli autori e i creatori di opere artistiche. La corretta gestione dei diritti d’autore garantisce che gli artisti ricevano il giusto compenso per il loro lavoro, permettendo così la continuazione e lo sviluppo della cultura. Sebbene i costi possano sembrare elevati, è importante considerare le conseguenze negative del mancato pagamento, che possono includere sanzioni, azioni legali e danni alla reputazione. Pertanto, è fondamentale informarsi adeguatamente e rispettare le normative vigenti per evitare problemi e contribuire alla tutela della creatività artistica.

Infine, concludiamo questo articolo con una curiosità. La SIAE ha utilizzato la blockchain di Algorand per organizzare il suo archivio creando, sulla rete, una collezione di più di 4 milioni di NFT. Ogni token non fungibile aveva la funzione di rappresentare il diritto su un’opera di uno dei quasi 100 mila creator che la SIAE gestisce.

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Gaetano Blandini, Manager di SIAE in occasione della partnership con Algorand si è espresso così: “la tecnologia della blockchain è di sicuro un filone interessante da continuare ad esplorare per via della sua trasparenza ed efficienza, fondamentali per chi, come noi, gestisce lo stipendio del duro lavoro degli altri”.

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Benzina in calo: cosa significa per il mercato globale del petrolio?

Prezzo benzina in calo: conseguenze petrolio

Il prezzo della benzina sta scendendo. Cosa succederà al petrolio inteso come asset?

La fine dell’estate e la conclusione delle vacanze portano con sé un fenomeno prevedibile ma significativo: la diminuzione dei prezzi della benzina a livello internazionale. Questo calo è principalmente dovuto a una riduzione della domanda, un classico esempio di come i cicli stagionali influenzino i mercati energetici. Ma dietro questa apparente normalità, si nascondono dinamiche complesse che potrebbero avere ripercussioni durature sul mercato globale del petrolio. 

Nel periodo estivo, la domanda di benzina aumenta notevolmente, spinta dai viaggi per le vacanze e dall‘incremento dell’attività turistica. Tuttavia, con la fine della stagione estiva, questa domanda subisce una brusca frenata. Secondo i dati recenti, gli strumenti derivati (futures) sulla benzina negli Stati Uniti sono scesi a 2,35 dollari al gallone, avvicinandosi al minimo di sei mesi registrato all’inizio di agosto.

Questo non è solo un riflesso della diminuzione della domanda di carburanti, ma anche dell’andamento più ampio dei mercati petroliferi, che si trovano a fare i conti con una serie di fattori economici e geopolitici.

L’impatto sul prezzo del petrolio

L’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA) ha indicato che il mercato del petrolio potrebbe trovarsi di fronte a un’eccedenza di offerta nel quarto trimestre del 2024. Questo, a meno che l’OPEC+ non decida di prorogare i tagli alla produzione attualmente in atto. La possibilità di un surplus è ulteriormente rafforzata dal rallentamento economico della Cina, che ha portato a una revisione al ribasso della domanda per l’oro nero.

Inoltre, gli Stati Uniti, il principale produttore mondiale di greggio, hanno visto un aumento inaspettato delle scorte di petrolio, nonostante un calo delle scorte di benzina. Questo ha contribuito a mantenere sotto pressione i prezzi del petrolio, con il Brent e il WTI che mostrano segni di debolezza. Le previsioni indicano che il prezzo del Brent potrebbe stabilizzarsi intorno ai 65-70 dollari al barile, con possibilità di ulteriore ribasso se le condizioni economiche globali dovessero peggiorare.

Il prezzo del petrolio e della benzina è notoriamente volatile, influenzato da una molteplicità di fattori come le tensioni geopolitiche, il cali o l’aumento della domanda, le politiche green promulgate dagli Stati e dll’Unione Europea. Attualmente, il contesto è caratterizzato da un eccesso di offerta che potrebbe amplificarsi se le economie globali, già sotto pressione, dovessero entrare in una fase recessiva. L’OPEC+ si trova così a dover bilanciare attentamente le sue decisioni di produzione per evitare un crollo dei prezzi simile a quello del 2014, causato proprio da un’eccessiva offerta di greggio.

Cosa aspettarsi nei prossimi mesi?

Le previsioni per i prossimi mesi dipendono fortemente da come evolverà la domanda globale di energia. Se assistermo ad una recessione a livello globale, i prezzi del petrolio potrebbero subire ulteriori pressioni al ribasso, e scatenare un effetto domino sulla maggior parte dei titoli energetici. Dall’altro lato, se l’economia riuscirà a stabilizzarsi, potremmo assistere a un graduale recupero dei prezzi, anche se difficilmente si tornerà ai livelli pre-pandemia nel breve termine.

Il calo dei prezzi della benzina con la fine dell’estate non è solo una buona notizia per i consumatori, ma anche un segnale di una più ampia debolezza nella domanda globale di petrolio. Con l’OPEC+ che gioca un ruolo cruciale nel mantenere l’equilibrio del mercato, i prossimi mesi saranno decisivi per capire quale direzione prenderà il mercato energetico globale. In ogni caso, il panorama rimane incerto, e la volatilità continuerà a caratterizzare il mercato del petrolio per il prossimo futuro.


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Pagare in crypto direttamente dall’iPhone, l’aggiornamento di Apple e l’annuncio di Circle (USDC)

Apple pagamenti in crypto con USDC

Apple ha annunciato, negli scorsi giorni, che renderà disponibile il suo chip NFC agli sviluppatori di aziende terze. Scopri le implicazioni per il mondo crypto

Una critica che viene spesso mossa al mondo crypto riguarda l’esperienza degli utenti, o come si dice in gergo, user experience (UX). Seed phrase, address e chiavi private rendono l’esplorazione del mondo delle criptovalute un’attività complessa per i meno esperti. Ma nelle ultime ore è trapelata una news che ha il sapore di soluzione a questo annoso problema.

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Apple permetterà, indirettamente, di effettuare pagamenti in crypto grazie all’ultimo aggiornamento sui chip NFC, permettendo ai wallet e agli exchange di sognare in grande. Il primo grande player a muoversi è stato Circle che ha fatto sapere su X (Ex Twitter), tramite il suo Chief Executive Officer (CEO) Jeremy Allaire, che i possessori di iPhone potranno pagare in USDC con un semplice “tap”.

Ecco quali novità si presentano all’orizzonte per quanto riguarda i pagamenti in crypto attraverso i dispositivi Apple.

Cosa cambia per i wallet Web 3

Il tweet di Allaire ha acceso l’entusiasmo nel mondo crypto, soprattutto per il consiglio contenuto al suo interno: “sviluppatori di applicazioni per effettuare pagamenti su blockchain, preparatevi! Apple sta arrivando”. Ma cosa significa questo a livello pratico?

Beh, la possibilità per i devs di mettere le mani sul chip NFC dell’iPhone consentirà ai wallet Web3 e crypto di invocare il circuito in modo da finalizzare transazioni, creando nuove possibilità di interazione tra dispositivi. In altre parole, sarà possibile utilizzare il proprio wallet crypto per effettuare un pagamento semplicemente con un “tap”, così come accade oggi per le normali carte di debito o credito.

Questa innovazione, secondo il CEO di Circle, non rimarrà circoscritta ai pagamenti diretti tra utenti ma verrà estesa anche a quelli diretti ai commercianti e all’utilizzo degli NFT, ad esempio per biglietti di eventi o certificati.

L’Apertura di Apple al mondo NFC

Ma come mai tutto questo è possibile soltanto da oggi? Perché Apple non consentiva ad applicazioni di terze parti di accedere alla sua tecnologia, che poteva essere sfruttata solo da Apple Wallet e Apple Pay. Ora, con l’aggiornamento software iOS 18.1 previsto per questo autunno, i developer di terze parti potranno finalmente accedere al chip NFC dell’iPhone. 

Tuttavia, non sarà tutto scontato: i developer dovranno firmare accordi commerciali con Apple, rispettare gli standard di sicurezza e privacy imposti dall’azienda, e pagare eventuali commissioni, i cui dettagli non sono ancora stati rivelati. La decisione di consentire l’accesso ai suoi chip NFC arriva dopo svariati anni di pressioni da parte dei regolatori, inclusa l’Unione Europea, che ha spinto per rendere, questo mercato, il più competitivo possibile.

Utilizzeremo le crypto “senza accorgercene?”

L’integrazione di USDC con il sistema tap-to-pay su iPhone potrebbe essere un punto di svolta per l’adozione delle criptovalute su larga scala, principalmente perché potrebbe rendere i pagamenti in stablecoin più accessibili e facili da processare. D’altronde, l’obiettivo condiviso dalla maggior parte degli imprenditori che operano in questo settore è, da tempo, lo stesso: rendere questa incredibile tecnologia utilizzabile da chiunque. Così come internet, che ha dovuto affrontare un lungo processo per diventare mainstream.

I pagamenti in crypto attraverso i chip NFC dei dispositivi Apple è un tassello, seppur piccolo, nel percorso delle criptovalute (e delle stablecoin) per diventare un metodo di pagamento, un mezzo di scambio, popolare, almeno quanto le valute fiat.


È un buon momento per stipulare un mutuo a tasso variabile? Le previsioni sull’Euribor

Previsioni Euribor: mutui a tasso variabile

Come varierà il costo dei mutui a tasso variabile nei prossimi mesi? Per provare a prevederlo è necessario analizzare le principali previsioni su l’Euribor, il tasso di interesse europeo di riferimento

Cosa ci dicono le ultime previsione sull’Euribor, o Euro Interbank Offered Rate, ovvero il tasso d’interesse medio pagato dalle banche della zona euro per prestarsi, a vicenda, del denaro, nonché il riferimento per quanto riguarda i mutui a tasso variabile.

Negli ultimi mesi, le previsioni sull’Euribor, in particolare quelle a tre mesi, hanno attirato l’attenzione di molti esperti del settore finanziario, che hanno analizzato vari fattori per fornire previsioni sulle sue future fluttuazioni. A quanto si attestano, attualmente, le previsioni sull’Euribor per gli ultimi mesi del 2024?

Previsioni Euribor: cosa accadrà nel breve termine?

Il primo attore che ha fornito le sue previsioni sull’Euribor è, come auspicabile, l’Unione Europea, attraverso lo “Spring 2024 Economic Forecast”, un rapporto che analizza, in senso lato, la situazione economica Europa. 

Nell’executive summary del documento, oltre ad una panoramica che mette in evidenza i dati più importanti per l’Unione come il tasso di crescita del Prodotto Interno Lordo (PIL) e il tasso di inflazione, troviamo anche alcune previsione sull’Euribor e i fattori che lo influenzeranno. 

Ovviamente, il futuro dell’Euribor è strettamente connesso alle decisioni della Banca Centrale Europea (BCE) per quanto riguarda i tassi di interesse, già ridotti di 25 punti base a giugno e che attualmente si attestano al 4,25%. Secondo l’Unione questi raggiungeranno la soglia del 3,2% entro la fine dell’anno e quella del 2,5% per la fine del 2025.

Anche Chatham Financial si aspetta una decrescita dell’Euribor al 3% per i primi mesi dell’inizio del 2025 e al 2,7% entro la fine del prossimo anno. 

Le previsioni sull’Euribor di Erste Group, una delle principali istituzioni finanziarie dell’Europa Centrale e Orientale, sono leggermente più ottimiste. L’istituto di credito, dopo il primo taglio dei tassi di interesse arrivato a giugno, si aspetta che l’Euribor raggiungerà quota 3% entro la fine dell’anno e che si attesterà al 2,6% entro luglio 2025.

Guardando agli ultimi mesi del 2025, le previsioni della maggioranza delle banche e istituzioni di credito sono simili. Tutti si aspettano una diminuzione dell’Euribor a tre mesi, con tassi che potrebbero scendere sotto il 3%  dopo la prossima estate. Questi dati suggeriscono un allentamento delle politiche monetarie restrittive della BCE, probabilmente in risposta a un’inflazione più contenuta.

L’impatto sui mutui a tasso variabile

Perché le previsioni sull’Euribor sono importanti per chi ha stipulato un mutuo a tasso variabile o ha intenzione di farlo nel prossimo futuro? Perché il costo del mutuo varia proprio a seconda delle oscillazione di questo valore. Perciò una diminuzione dell’Euribor comporterebbe una riduzione delle rate mensili del mutuo, e consente quindi ai titolari di mutui a tasso variabile, di risparmiare. 

Se vuoi approfondire questo argomento abbiamo scritto un articolo di blog dedicato al tasso variabile. Insomma, le previsioni per l’Euribor suggeriscono che ci attende una fase di mercato favorevole per i mutui a tasso variabile, dopo qualche anno di rate molto salate! Come anticipato nei paragrafi precedenti, questo trend è strettamente legato alle politiche della BCE e alle condizioni economiche globali. Per i mutuatari, queste informazioni sono cruciali per pianificare al meglio le proprie finanze e considerare eventuali passaggi a mutui a tasso fisso se si desidera maggiore stabilità.

Sei sul blog di Young Platform, la piattaforma italiana per comprare criptovalute. Qui puoi trovare le ultime novità su blockchain, Bitcoin e Web3. Raccontiamo da vicino questa economia emergente con un occhio alla finanza tradizionale, così hai tutto quello che ti serve per entrare nella nuova era del denaro. 


Interesse composto: cos’è e come si calcola?

Interesse composto: cos’è e come si calcola?

Cos’è e come si calcola l’interesse composto? Come cresce il capitale investito negli anni.

Che cos’è l’interesse composto e come si calcola? Un concetto finanziario sul quale si è espresso addirittura Albert Einstein, definendolo “l’ottava meraviglia del mondo”, nonché il faro di due leggende dei mercati: Warren Buffet e Charlie Munger. Nonostante sia abbastanza semplice da comprendere, in molti non conoscono il funzionamento e in che modo varia il capitale investito se si applica questa magica formula matematica.

Per definire l’interesse composto, in breve, si può dire che è il rendimento percentuale che si riceve su un importo il quale è frutto di un interesse guadagnato in precedenza. Insomma, è una sorta di interesse sugli interessi. Se dopo aver letto la definizione hai ancora dei dubbi non ti preoccupare, una volta che sarai arrivato alla fine dell’articolo, soprattutto grazie agli esempi pratici, saprai esattamente cos’è l’interesse composto e come si calcola.

Che cos’è l’interesse composto?

Per comprendere cos’è e come funziona l’interesse composto, possiamo iniziare dicendo che ti consente di guadagnare interessi non solo sul capitale che hai investito, ma anche sui rendimenti che accumuli nel tempo. Questo, però, accade soltanto nel caso in cui reinvesta i profitti che generi.

Contrariamente a quanto si possa pensare, l’interesse composto può essere applicato anche nel caso in cui si decida di investire il proprio capitale in uno strumento finanziario diverso da quello scelto in origine. Ad esempio, se hai registrato un profitto di 1.100 euro depositando, per tre anni, 10.000 euro nel conto deposito offerto della tua banca e decidi di cambiare rotta preferendo, in un dato momento, il mercato azionario, il tuo capitale crescerà comunque seguendo le logiche dell’interesse composto, a patto che tu reinvesta i profitti generati. 

Interesse composto: come si calcola?

Ora che sai, almeno in parte, cos’è l’interesse composto e come funziona, possiamo affrontare qualche esempio pratico per fissare il più possibile questo importante concetto finanziario. Per farlo ci serviremo dello scenario ipotizzato nel paragrafo precedente.

Immaginiamo, dunque, che tu abbia investito 10.000 euro in un conto deposito che garantisce un rendimento del 5% all’anno e che distribuisce i profitti generati annualmente. Ti potresti chiedere perché è importante specificare quando il conto deposito distribuisce i profitti a chi lo utilizza. Quando si parla di interesse composto, la variabile tempo, rappresentata dalla frequenza, è fondamentale. Ma vedremo anche questo nell’esempio pratico qui sotto.

Al termine dei primi 365 giorni il tuo capitale sarà diventato di 10.500€, dato che si sommeranno 500€ ai 10.000€ di partenza, ovvero il suo 5%. Fino qui è tutto molto semplice e la magia dell’interesse composto non è ancora stata “evocata”.

Analizziamo ora le performance per il secondo anno, il cui punto di partenza sarà di 10.500€ e non più 10.000€. Durante il secondo anno, grazie all’interesse composto, guadagnerai 525€ (10.500 * 5%), 25€ in più rispetto a quello precedente e il tuo capitale totale diventerà pari a 11.025€.

Se vogliamo comprendere che cos’è l’interesse composto è ancora più efficace analizzare la questione in termini percentuali. Mettiamo caso che, non essendo ancora a conoscenza della formula matematica per calcolare l’interesse composto, tu decida, per stimare il possibile ritorno dei suoi investimenti per due anni, di raddoppiare l’interesse “di base” garantito annualmente. 

Interesse per investimento biennale (non composto): 5% * 2 = 10%

Guadagno per investimento biennale (non composto): 10.000 * 10% = 1.000€

Capitale totale per investimento biennale (non composto): 10.000€ + 1.000€ = 11.000€

Cambia qualcosa rispetto al calcolo effettuato utilizzando l’interesse composto e quindi partendo dall’assunto che si siano reinvestiti i profitti generati il primo anno?

La risposta è sì, anche se la differenza è piuttosto lieve:

11.025€ – 11.000€ = 25€

Invece che registrare un rendimento del 10%, questo, in percentuale, è stato del 10.25%. Ciò significa che reinvestendo il tuo capitale iniziale e i profitti generati guadagni, in questo caso specifico, avresti guadagnato 25 euro in più. Questa cifra però diventa sempre più grande al variare di alcuni parametri, come il tempo o la percentuale di ritorno sull’investimento. Se, per esempio, tu decidessi restare investito nello stesso strumento finanziario per vent’anni senza prelevare i profitti, i 10.000€ iniziali si trasformerebbero in 26.500$. 

La magia dell’interesse composto diventa ancora più evidente nel caso in cui sia possibile ottenere un ritorno più alto sugli investimenti. Se, per esempio, riuscissi a registrare un 10% all’anno con un capitale iniziale sempre pari a 10.000€, dopo vent’anni ti troveresti con un gruzzolo di circa 67.000$.

Quanto hai appena letto rende bene l’idea di come può crescere il capitale investito negli anni. A prescindere da quanto sia “importante” la somma iniziale. Per questo motivo, farlo può essere una scelta saggia, soprattutto se l’alternativa è lasciare il proprio denaro “sotto il materasso” o sul conto in banca alla mercea dell’inflazione. Se pensi che sia arrivato il momento di iniziare e vuoi farlo attraverso una asset class innovativa e all’avanguardia puoi iniziare a esplorare il mondo crypto, magari iniziando da Bitcoin.

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Da cosa è influenzato?

Nel paragrafo precedente abbiamo anticipato che il tempo è una variabile molto importante quando si parla di interesse composto. Questo si manifesta in diversi modi, in primis con la frequenza di compounding, ovvero ogni quanto tempo si ricevono i profitti ed è quindi possibile reinvestire. Per quanto riguarda un investimento in azioni, criptovalute o strumenti finanziari come gli ETF, questo processo è praticamente automatico, principalmente perché, solitamente, si holdano per lunghi periodi di tempo senza prelevare dal capitale i profitti generati annualmente.

Ovviamente, uno dei parametri che influenza maggiormente l’interesse composto è il tasso di interesse. Questo varia notevolmente a seconda del tipo di asset che si sceglie. Per esempio, se si scelgono delle obbligazioni (o degli strumenti finanziari che si basano su questi) il rendimento sarà garantito e, praticamente, sicuro e verrà redistribuito in una data certa. Al contrario, è impossibile calcolare, in anticipo, l’interesse composto sulle azioni o sulle crypto, perchè non si conosce il rendimento che si otterrà alla fine dell’investimento.

Interesse composto: la formula

Per concludere questo articolo, ora che sappiamo cos’è l’interesse composto e come si calcola, possiamo analizzare la formula e applicarla a qualche caso specifico.

A = P*(1+ r/n)nt

Dove:

  • A è il valore futuro;
  • P è il capitale;
  • r è il tasso di interesse;
  • n è il la frequenza di erogazione;
  • t è il tempo calcolato in anni. 

Sebbene questa formula sia quella universalmente riconosciuta, ne esiste una più intuitiva per calcolare l’interesse composto su un investimento. Applichiamola direttamente all’esempio pratico che abbiamo affrontato nei paragrafi precedenti:

(Capitale totale – Capitale iniziale) / Capitale iniziale

(11.025 – 10.000) / 10.000 = 9,1025 = 10,25%

Come puoi notare dalla formula che trovi qui sopra, puoi ricavare l’interesse composto dividendo il surplus che hai ottenuto dopo un tempo t  dall’inizio del tuo investimento, in questo caso due anni, per il capitale iniziale.

In conclusione, l’interesse composto è, in parole semplici, l’interesse sugli interessi, una misura fondamentale per stimare i rendimenti futuri, utilizzata da chiunque operi sui mercati finanziari. Ora che sai che cos’è l’interesse composto e come si calcola, non ti resta che iniziare ad esplorare l’altrettanto magico mondo delle crypto.

Ottenere prestiti senza busta paga e senza garante: la guida e i requisiti

Coppia al PC

È possibile ottenere prestiti senza una busta paga e senza un garante? Ecco tutte le cose da sapere e i requisiti

Ottenere prestiti senza busta paga e senza garante è, davvero, possibile. Ovviamente ci sono dei requisiti da soddisfare per ricevere accedervi, ma ottenere un muto o un finanziamento senza garanzie non è così difficile come si potrebbe pensare.

Anche conosciuti come prestiti senza reddito o prestiti senza garanzie, queste sono forme di finanziamento in cui il richiedente non è tenuto a, o comunque non può, fornire una busta paga o altre prove di reddito per ottenere quanto richiesto. I prestiti senza busta paga (e anche senza garante) infatti, sono utilizzati spesso da chi non ha una stabilità lavorativa o in generale non è in grado di fornire la documentazione finanziaria tradizionalmente richiesta in questi frangenti

Prestiti senza busta paga: come ottenerli? Requisiti 

Nel processo di richiesta di un prestito solitamente sono domandati vari documenti, tra cui la busta paga, che attesta la posizione lavorativa del richiedente e garantisce la capacità di restituire l’importo. Tuttavia, nel caso in cui il richiedente non la possieda le banche possono richiedere la presenza di un garante, ossia una figura che si impegna al rimborso nel caso in cui il richiedente non sia in grado di farlo. 

Come? Una delle modalità ammesse è ad esempio quella della fideiussione con beneficio di escussione. Si tratta di una garanzia personale con cui il fideiussore si impegna a rimborsare,attraverso il suo patrimonio, la cifra ottenuta dal terzo per il quale svolge il ruolo di garante in caso di inadempienza.  

In linea generale, un garante deve percepire un reddito dimostrabile e soprattutto giudicato sufficiente per coprire eventuali insolvenze e non deve inoltre essere iscritto al Crif come cattivo pagatore. La banca prende in esame anche il patrimonio del soggetto, in particolar modo i suoi beni immobiliari, sebbene non vengano considerati fra i requisiti come garanzia accessoria.

Anche la presenza di un canone di locazione (un semplice affitto) per immobile di proprietà di chi richiede la cifra può essere uno dei requisiti per ottenere prestiti senza busta paga. 

Per richiedere somme elevate, invece, possono essere necessarie delle garanzie ulteriori, come ad esempio la presenza di un cointestatario assieme al quale avanzare richiesta. Valutata, sempre soprattutto in questi casi, anche la possibilità di ipotecare un immobile (di proprietà). In entrambi i casi, le tempistiche per richiedere e ottenere prestiti senza busta paga sono, di norma, più lunghe rispetto a quelle delle domande tradizionali. Inoltre, vale la pena di notare che le garanzie ipotecarie o pignoratizie sono gravate da spese burocratiche elevate, che spesso arrivano anche a superare o comunque ad eguagliare l’importo richiesto.

Se ti interessa il mondo crypto, sappi che esistono anche prestiti collegati al settore e li affronteremo nel prossimo nel prossimo paragrafo.

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Prestiti senza busta paga e senza garante: requisiti

Anche chi non ha né una prova finanziaria di reddito né un garante può tentare di richiedere somme di denaro agli istituti di credito. Esistono diversi tipi di prestiti senza busta paga e senza garante, tra cui:

  • Prestito d’onore: si rivolge solo ed esclusivamente a studenti di scuole medie secondarie oppure a universitari e ha l’obiettivo di garantire il completamento del ciclo di studi. Fra i requisiti per ottenerlo c’è sicuramente quello della media scolastica elevata oltre che la presenza di una convenzione fra la scuola/università e l’istituto di credito propenso ad erogare questa tipologia di prestito.
  • Prestiti garantiti dagli enti pubblici: spesso prendono vita da fondi nazionali o europei e possono essere anche a fondo perduto. Hanno l’obiettivo di sostenere le fasce più deboli della popolazione permettendogli di avviare progetti imprenditoriali in grado di generare entrate.

Prestiti decentralizzati: lending and borrowing crypto

Negli ultimi anni si è affermata una nuova tipologia di prestiti che funzionano, di fatto, anche se non si fornisce una busta paga o non si indica un garante. La piattaforma di riferimento è, in questo senso, Aave, un’applicazione decentralizzata costruita sulla blockchain di Ethereum, leader nel settore del lending and borrowing decentralizzato. 

Su Aave tutto è regolato dagli smart contract, contratti intelligenti che svolgono le mansioni che, nel sistema finanziario tradizionale, sono affidate alle banche o ad altri istituti di credito. Come già anticipato, per richiedere un prestito su Aave, non serve né una busta paga né, tantomeno, un garante, ma il funzionamento dell’intero sistema è garantito dal collaterale in crypto depositato dagli utenti stessi. Puoi approfondire il funzionamento di questa innovativa piattaforma di finanza decentralizzata (DeFi) nel nostro articolo dedicato ad Aave.

Se, invece, ti consideri una persona più pragmatica e vuoi passare subito all’azione, puoi acquistare il token AAVE direttamente su Young Platform.

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Ecco dunque le maggiori opzioni disponibili sul tavolo e i requisiti necessari. Quando si sceglie di richiedere prestiti senza busta paga e senza garante, però, la cautela è d’obbligo. Le truffe sono sempre dietro l’angolo e affidarsi a istituti riconosciuti è sempre la soluzione più sicura.

Libri di crescita personale: quali sono i migliori?

Libri di crescita personale: quali sono i migliori?

Quali sono i migliori libri di crescita personale? Una lista di dieci titoli che devi assolutamente leggere

Identificare i 10 migliori libri di crescita personale è una sfida ardua, al limite dell’impossibile dato che ogni lettore ha i suoi gusti e può essere mosso da esigenze specifiche. Tuttavia, data l’incredibile produzione letteraria in questo ambito, può essere utile fare una selezione, soprattutto per chi deve scegliere il suo primo libro di questo tipo e non sa da dove iniziare.

Ecco la lista dei 10 migliori libri di crescita personale secondo noi.

1. “Deep Work” di Cal Newport

“Deep Work” esplora l’importanza di dedicarsi intensamente a compiti complessi e significativi per raggiungere risultati straordinari. Newport fornisce strategie pratiche per coltivare la concentrazione e migliorare la produttività. 

Questo libro è perfetto per chi desidera ridurre le distrazioni e aumentare l’efficacia del proprio lavoro, aiutando a sviluppare la capacità di lavorare profondamente e a gestire meglio il proprio tempo.

Dopo aver letto questo libro potresti iniziare ad esplorare il mondo delle criptovalute. Cal Newport, attraverso questa opera, fornisce alcuni consigli molto efficaci per studiare e approfondire gli argomenti più complessi del nostro tempo. Cosa c’è di meglio di questo, innovativo, settore nel quale si mischiano diverse discipline, principalmente informatica e economia!

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2. “Atomic Habits” di James Clear

“Atomic Habits” offre una guida dettagliata su come costruire abitudini positive e sradicare quelle negative attraverso piccoli cambiamenti quotidiani. Clear utilizza ricerche scientifiche e storie personali per illustrare come le abitudini modellano la nostra vita. Questo libro è essenziale per chi vuole migliorare gradualmente e ottenere risultati duraturi, dato che offre strategie semplici e pratiche che possono portare a cambiamenti significativi nella propria vita.

3. “The Power of Now” di Eckhart Tolle

“The Power of Now” è un classico, presente in tutte le librerie nella sezione “crescita personale”. Questo libro insegna l’importanza di vivere nel presente per raggiungere la pace interiore e la felicità. 

Tolle combina elementi di filosofia e psicologia, offrendo una guida pratica per vivere una vita più consapevole e appagante. Attraverso il libro, Tolle aiuta i lettori a liberarsi dalle catene del passato e dalle preoccupazioni per il futuro, concentrandosi su l’unico momento che conta veramente: il presente.

4. “Your Erroneous Zones” di Wayne W. Dyer

“Your Erroneous Zones” è un libro fondamentale per chi desidera liberarsi dai pensieri e comportamenti autolimitanti. Wayne W. Dyer offre strategie pratiche per identificare e superare le “zone erronee”, cioè quei modi di pensare che impediscono di raggiungere la piena realizzazione personale. Questo libro è un invito a prendere il controllo della propria vita e a viverla con più autenticità e libertà.

5. “The 7 Habits of Highly Effective People” di Stephen R. Covey

Questo libro è una guida completa per migliorare la propria efficacia personale e professionale attraverso sette abitudini fondamentali. Covey fornisce strumenti e strategie per sviluppare una vita equilibrata e produttiva, rendendolo un must-read per chiunque desideri migliorare le proprie capacità di gestione del tempo e di leadership.

6. “Designing Your Life: How to Build a Well-Lived, Joyful Life” di Bill Burnett e Dave Evans

Bill Burnett e Dave Evans, docenti alla Stanford University, presentano un approccio innovativo per progettare una vita soddisfacente utilizzando i principi del design thinking

“Designing Your Life” offre strumenti pratici per esplorare appieno le proprie passioni, superare gli ostacoli e costruirsi una carriera e una vita appagante. Questo libro è ideale per chi cerca un metodo strutturato per affrontare le decisioni importanti della vita con creatività e fiducia.

7. “Think and Grow Rich” di Napoleon Hill

Un classico della letteratura motivazionale, “Think and Grow Rich” esplora i principi fondamentali del successo finanziario e personale. Hill analizza le abitudini e la filosofia dei grandi uomini d’affari e suggerisce al lettore come applicarle nella propria quotidianità per raggiungere obiettivi ambiziosi. 

Questo libro, basato su decenni di ricerca, offre strategie pratiche per raggiungere il successo.

8. “Tools of Titans” di Tim Ferriss

“Tools of Titans” è una raccolta di consigli e strategie esposte da alcune delle persone più brillanti e di successo al mondo, raccolte e commentate da Tim Ferriss.

Il libro copre una vasta gamma di argomenti, tra cui salute e vita professionale, offrendo spunti pratici e l’ispirazione giusta per migliorare il proprio stile di vita. Ferriss distilla informazioni grazie a più di 200 interviste con atleti, imprenditori, e artisti di fama mondiale, rendendo questo libro una miniera di conoscenze preziose.

9. “The Elephant in the Brain” di Kevin Simler e Robin Hanson

“The Elephant in the Brain” analizza le motivazioni inconsce che guidano il nostro comportamento. Gli autori sostengono che molte delle nostre azioni siano guidate da motivazioni nascoste di cui non siamo consapevoli. Questo libro offre una prospettiva affascinante su come la mente umana funziona e su come le nostre vere motivazioni influenzano il nostro comportamento quotidiano.

10. “Principles: Life and Work” di Ray Dalio

Ray Dalio, uno dei più noti investitori e imprenditori al mondo, condivide i principi che hanno guidato la sua vita e la sua carriera. Il libro è una raccolta di lezioni su come affrontare le sfide personali e professionali con saggezza e integrità e offre preziosi insegnamenti su leadership, gestione del rischio e innovazione. Dalio presenta un approccio strutturato alla vita e al lavoro, basato su principi chiari e testati, che possono aiutare chiunque a migliorare la propria capacità decisionale e a raggiungere il successo.

Questi libri rappresentano alcune delle migliori risorse disponibili per chi cerca di migliorare se stesso e raggiungere il successo in vari aspetti della vita. Ognuno di essi offre strumenti e strategie pratiche che possono essere applicate immediatamente per iniziare il proprio viaggio di crescita personale.

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Come fare soldi online e partendo da zero? Idee e opportunità

Come fare soldi online e partendo da zero: 9 idee

Come fare soldi online e magari partendo da zero? È davvero possibile? 

Forse anche tu ti sei chiesto almeno una volta come fare soldi online, magari partendo da zero, e ti sei imbattuto in improbabili guide alla ricerca del guadagno facile o promesse troppo belle per essere vere. Oggi esistono diverse opportunità per sfruttare internet non solo per arrotondare lo stipendio ma come vera e propria fonte di entrate.

Bisogna però essere realistici, nessuna di queste opzioni prevede zero sforzo. Se vuoi sapere come fare soldi online tieni presente che questo non significa affidarsi a una formula magica che gonfierà il tuo conto in banca senza alzare un dito. 

Come fare soldi online partendo da zero: cose da sapere 

La prima considerazione da fare in questa breve guida, è che internet ormai è il “luogo” in cui lavora la maggior parte delle persone. Guadagnare online oggi non è una novità, basti pensare a chi durante la pandemia ha iniziato a lavorare a distanza e continua tuttora. Inoltre, negli ultimi anni si sono sviluppate diverse professioni che si basano sul lavoro “telematico”, come gli influencer e le figure del digital marketing. Quindi se vuoi sapere come fare soldi online partendo da zero e desideri costruire una carriera, considera i mestieri dell’era di internet.

Il web offre numerose potenzialità perché ormai tocca ogni aspetto della vita quotidiana. Possiamo vendere qualsiasi prodotto e servizio e mettere da parte qualcosa per i nostri risparmi. Oltre alle possibilità di internet già note, la tokenizzazione e gli NFT stanno aprendo nuove modalità per monetizzare in maniera sempre più equa i contenuti su internet. La fase dello sviluppo di internet a cui ci stiamo affacciando, conosciuta come Web3, offrirà nuovi spunti su come fare soldi online e partendo da zero. 

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Idee e opportunità

Entriamo nel vivo e vediamo diverse idee e opportunità da tenere in considerazione:  Ce ne sono davvero per tutti i gusti ed esigenze. 

  1. Sondaggi retribuiti

Come fare soldi online anche senza particolari competenze? Dedicando il proprio tempo a sondaggi che vengono retribuiti. Le aziende infatti sono sempre alla ricerca di feedback e recensioni sui loro prodotti. Queste sfruttano le opinioni di chi partecipa ai sondaggi per migliorare diversi aspetti, dalla comunicazione alla struttura. 

I sondaggi possono riguardare sia prodotti che siti o app

  1. Second hand

La risposta a come fare soldi online partendo da zero e contemporaneamente liberando anche spazio in casa è vendere abbigliamento o oggetti di seconda mano. Tra Subito.it, ebay e Vinted, Wallapop e Facebook Marketplace le piattaforme che ti permettono di liberarti di oggetti che non usi più sono tantissime. 

  1. Collezionismo

Sul web puoi anche guadagnare qualcosa vendendo oggetti da collezionismo. In cantina potresti recuperare monete rare o francobolli introvabili che valgono una fortuna. Online esistono veri e propri siti di aste specializzate a cui puoi richiedere anche consulenze. 

  1. Print on demand

Questi servizi permettono di affidarsi a un e-commerce di prodotti personalizzabili che realizza su richiesta e spedisce magliette, tazze, poste o altri gadget con le tue grafiche o opere d’arte sopra. Se sei un* artista o un* designer, con i print on demand puoi fare soldi online senza investire nessuna cifra o gestire un magazzino. 

  1. Amazon Affiliate 

Grazie al programma “Amazon Affiliate” chiunque può promuovere link dei prodotti dell’e-commerce e ottenere delle percentuali sulle vendite effettuate tramite essi. In altre parole chiunque tramite un blog o un qualsiasi contenuto internet può consigliare dei prodotti e ottenere fino al 12% di commissioni. 

  1. Lavoro freelance 

Un’altra idea è quella di offrire servizi da freelance. Tradurre o scrivere testi, correggere bozze, vendere fotografie stock o programmare siti web sono solo alcuni esempi di ciò che puoi trasformare in un’entrata. Per questo scopo sono state create alcune piattaforme che mettono in contatto i vari professionisti come Fiverr o Melascrivi.

Se stai leggendo questo articolo in quanto appassionato di criptovalute, e vorresti fare un po’ di esperienza in questo settore, ci sono delle piattaforme che fanno al caso tuo! Le più utilizzate sono, al momento, Upwork, Web3 jobs, Remote3 e CryptoJobsList. Se, invece, vuoi approfondire questo settore pieno di opportunità puoi accedere all’app di Young Platform.

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  1. Monetizzare un blog o un profilo social

Uno dei modi più conosciuti e tradizionali per fare soldi online partendo da zero è quello di curare un blog o un profilo social per farlo crescere in termini di visite e follower. In questo modo si può guadagnare ad esempio vendendo pubblicità.

  1. Self Publishing

Come fare soldi online con il tuo romanzo nel cassetto? Se hai ambizioni letterarie puoi considerare di pubblicare in autonomia il tuo libro (senza passare per case editrici) e guadagnare direttamente dalle vendite. Quello di Amazon (Kindle Direct Publishing) è uno dei servizi di self publishing più utilizzati, con cui creare ebook o stampare cartacei che vengono venduti direttamente tramite l’e-commerce. Il colosso delle vendite propone anche il premio letterario “Amazon Storyteller” dedicato a tutti coloro che hanno autopubblicato le loro opere con il servizio KDP. In palio ci sono 10.000 euro

Il self publishing non è solo per gli scrittori in erba, qualsiasi siano le tue conoscenze puoi metterle giù nero su bianco e trovare il tuo pubblico di riferimento

  1. Acquisto e vendita di domini internet

Il mercato dei domini internet continua ad essere uno dei metodi per fare soldi online, seppur sia diventato sempre più competitivo negli anni. Una delle pratiche più diffuse è quella del domain flipping che consiste nel registrare dei domini a basso costo e poi rivenderli a cifre più alte. Per guadagnare il più possibile bisogna andare alla ricerca dei nomi più ricercati e quindi potenzialmente più costosi. 

Le cose da NON fare

Ora che hai a disposizione diverse idee, è bene occuparsi delle best practices da adottare. Innanzitutto è bene non fidarsi di chi su internet ma non solo, promette guadagni facili e senza sforzo. Spesso dietro a queste promesse ci sono brutte sorprese. È sempre indispensabile assicurarsi che le piattaforme o i servizi che si utilizzano non nascondano truffe.

Spesso, gli attori che propongono questo tipo di attività, che possiamo definire utilizzando un eufemismo, poco trasparenti, sfruttano proprio il settore delle criptovalute. In particolare, utilizzano questo mondo per promettere guadagni astronomici, simili a quelli registrati da alcuni pionieri di questa tecnologia, che oggi è praticamente impossibile replicare. Non cadere in queste trappole! I soldi facili non esistono, e, nel caso in cui esistessero, se qualcuno avesse la possibilità di guadagnare milioni di euro non facendo nulla, conserverebbe tale “ricetta” per se.

Piuttosto puoi approfondire la tecnologia blockchain e le principali criptovalute studiando il loro funzionamento.

Approfondisci il settore delle cripotvalute

Se hai deciso di provare uno di questi modi, tieni presente che serve pazienza per ottenere i risultati che ti sei prepost*. La frustrazione e lo scoraggiamento iniziale non ti porteranno da nessuna parte, piuttosto dedicati con costanza al tuo progetto per crescere un po’ alla volta.

Infine informati per agire in maniera conforme e legale. Infatti tutto quello che guadagni, che sia su internet o no, va dichiarato. Chiedi una consulenza al tuo commercialista di fiducia per iniziare a fare soldi online  partendo da zero!

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Di quanto aumenta lo stipendio dopo il taglio al cuneo fiscale?

Aumento dello stipendio dopo il taglio del cuneo fiscale

Gli stipendi degli italiani sono cresciuti ultimamente, anche se di poco. Questo incremento è dovuto al taglio del cuneo fiscale attuato dalla Legge di Bilancio per il 2023 e rinnovato quest’anno

Se vi state chiedendo come mai il vostro stipendio è aumentato negli ultimi tempi, trovate la risposta in questo articolo. Ciò è dovuto alla misura che prevede il taglio del cuneo fiscale inserita all’interno della legge di bilancio del 2024.

A quanto ammonta questo aumento di stipendio, chi sono i beneficiari e come sfruttare questo piccolo incremento per conservare il proprio potere d’acquisto nel tempo?

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Aumento stipendio: cos’è il cuneo fiscale?

Per conoscere il motivo del recente aumento degli stipendi bisogna chiarire, innanzitutto, che cosa si intende per cuneo fiscale. Questo rappresenta la somma di tutte le imposte che ogni lavoratore deve versare. In altre parole indica la differenza tra il compenso lordo erogato dal datore di lavoro e il netto ricevuto all’interno della busta paga.

La riduzione di questi contributi e quindi l’abbassamento del cuneo fiscale coincide, logicamente, con un aumento dello stipendio del lavoratore. Per utilizzare un esempio pratico ridurre il cuneo fiscale è un po’ come applicare uno sconto sulle imposte, che vengono automaticamente trattenute dalle buste paga dei dipendenti.

Legge di bilancio 2023 e 2024: facciamo il punto

Il taglio del cuneo fiscale che ha causato un aumento di stipendio per tanti lavoratori dipendenti è stato introdotto dalla Legge di Bilancio del 2023 e poi confermato da quella per l’anno corrente.  Nonostante la proroga della misura sul taglio del cuneo fiscale, disposta dall’articolo cinque della finanziaria in atto, ci sono alcune differenze rispetto a quella per l’anno passato. 

Queste riguardano le fasce di reddito interessate, che attualmente sono quelle tra i 35.000€ e i 25.000€ o chi percepisce un reddito inferiore a 25.000€.

Aumento stipendio: a quanto ammonta?

Ma veniamo al “nocciolo” della questione e cerchiamo di rispondere alla domanda che probabilmente ti stai ponendo: quali sono le categorie avvantaggiate dall’aumento dello stipendio previsto dal taglio del cuneo fiscale? E di quanto è aumentato il loro compenso?

Innanzitutto, bisogna precisare che il Decreto Lavoro prevedeva, e prevede ancora dato che la misura è stata rinnovata per il periodo che andava da luglio a dicembre del 2023 uno sgravio fiscale del 6% per chi percepiva un reddito mensile lordo inferiore ai 2.692€. Mentre uno del 7% per i lavoratori con uno stipendio, sempre lordo, di 1.923€.

Ecco come si applica tale “sconto” sui contributi sugli stipendi degli italiani:

  • Per gli stipendi fino ai 10.000€ lordi all’anno: 44,92€ in più in busta paga, quindi netti;
  • fino a 15.000 € all’anno: 67,38€ in più;
  • fino ai 20.000 € lordi all’anno: 76,82€ in più;
  • fino ai 25.000 € lordi all’anno: 96,03€ in più;
  • fino ai 30.000 € lordi all’anno: 90,49€ in più;
  • fino ai 35.000 € lordi all’anno: 98,56€ in più;

Per fornire una panoramica completa sull’aumento dello stipendio causato dal taglio del cuneo fiscale bisogna anche specificare che questo non ha avuto un impatto sulla tredicesima.

Ora che sai a quanto ammonta tale aumento dello stipendio, nel caso in cui tu lo stia ricevendo, puoi utilizzare una parte di esso per metterti al riparo dall’inflazione. Questo fenomeno intacca, mese dopo mese, il tuo potere d’acquisto. 
In questo senso la scelta giusta potrebbe essere Bitcoin, una riserva di valore digitale nonché l’asset migliore degli ultimi anni. Scopri come proteggerti dalla svalutazione monetaria leggendo questo articolo!

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