Arrotondare lo stipendio? Ecco come fare con idee e trucchi per una seconda entrata

Come arrotondare lo stipendio: idee, trucchi e consigli

Qualche idea su come arrotondare lo stipendio? Non farti sfuggire l’ispirazione!

Ti sei mai chiesto come arrotondare lo stipendio? Se fai parte della Generazione Z o se sei un Millennial probabilmente la risposta è “sì”. Un’indagine di Deloitte infatti ha dimostrato che i ragazzi e le ragazze di queste generazioni accettano sempre più spesso un secondo lavoro a causa delle preoccupazioni economiche. Nello specifico nel 2023 il 46% dei GenZ hanno un altro lavoro rispetto a quello principale, per i Millennial il dato scende al 37%. Per l’indagine Deloitte ha raccolto risposte da 44 paesi del mondo e le principali attività emerse per arrotondare lo stipendio riguardano la vendita di prodotti o servizi online, la consegna di cibo o le attività di creazione di contenuti. 

Trovare un’entrata economica alternativa è innanzitutto una necessità ma può essere anche un modo per approfondire una passione, rispolverare un hobby e renderlo remunerativo o per imparare nuove competenze ed espandere la rete professionale. Ma esistono davvero queste opportunità? Come arrotondare lo stipendio e guadagnare magari rimanendo a casa?

Come arrotondare lo stipendio online

A volte tutto quello che serve per avere una seconda entrata e cominciare ad arrotondare lo stipendio è una connessione internet! Il principio alla base di queste idee è “se sei brav* a fare qualcosa, fatti pagare per farla!”. Questo non vale solo per il tuo lavoro principale, quanti hobby che consideri solo dei passatempi hanno un potenziale economico? 

  1. Vendi le tue foto agli stock

Se ti piace fare fotografie e hai interi hard disk pieni di scatti di qualità, prova a venderli ai siti di stock. I più famosi sono Adobe Stock, Shutterstock e iStockPhoto. 

  1. Vendi le tue grafiche

Un’altra idea per arrotondare lo stipendio adatta ai grafici è quella di creare dei template da vendere online. Con Canva Creators puoi caricare sul marketplace le tue grafiche ed ottenere una rendita passiva, puoi realizzare dei libri da colorare per bambini o libri mandala e metterli in vendita su Amazon. 

  1. Vendi quello che non usi più

Fare spazio nell’armadio e in cantina è un ottimo modo per arrotondare lo stipendio. Oltre alle classiche piattaforme come Ebay o Subito.it, negli ultimi anni si sta facendo strada Vinted, un’app in cui è davvero semplice sbarazzarsi degli oggetti inutilizzati e dare loro una nuova vita. Non solo vestiti ma anche libri e accessori. 

A proposito l’analisi di Deloitte sostiene che le nuove generazioni siano le più propense ad acquistare articoli di seconda mano

Arrotondare lo stipendio: idee per tutti

Le idee per arrotondare lo stipendio non sono solo digitali, ci sono ad esempio i classici “lavoretti” che si fanno da quando si è giovanissimi. Se sei familiare ad un determinato argomento o sei fresco di scuola o università, puoi proporti come insegnante privato, le ripetizioni ai bambini e ai ragazzi ormai si fanno ad ogni età. Per le elementari sono gettonatissimi gli “aiuto compiti”. Anche le consulenze tecniche e professionali possono rientrare in questa idea su come arrotondare lo stipendio. Sei un social media manager? Offriti per aiutare qualche pagina Instagram. Sei uno sviluppatore? Proponi la tua competenza a chi vuole tirare su un sito web da zero. 

Se sei una persona pratica puoi pensare di arrotondare lo stipendio come “factotum”: lavori di giardinaggio, traslochi, dipingere o imbiancare. Ricordati sempre di informarti su come dichiarare queste prestazioni occasionali ed essere in regola con le norme vigenti. 

Queste sono solo alcune delle tantissime attività extra che si possono intraprendere per arrotondare lo stipendio. Quando l’inflazione e il costo della vita si fanno sentire, una sola busta paga può non bastare. Ricevere una seconda entrata invece può essere il punto di partenza per risparmiare qualcosa

Pensione di cittadinanza 2023: requisiti e ultime notizie

Pensione di cittadinanza 2023: requisiti e ultime notizie

Chi ha diritto alla pensione di cittadinanza nel 2023 e quali sono i requisiti per ottenerla? Il governo Meloni la abolirà? Le ultime notizie

Sai cos’è la pensione di cittadinanza, i suoi requisiti e le ultime notizie in merito? Questa importante misura di sostegno sociale è rivolta ai cittadini italiani che vivono una situazione economica difficile. 

È un’iniziativa di welfare ovvero l’insieme delle politiche, degli interventi, dei programmi e dei servizi erogati dalle istituzioni pubbliche per garantire il benessere sociale e tutelare i cittadini, specialmente in termini di sicurezza economica, assistenza sanitaria e istruzione. 

Scopri quali sono i requisiti per ricevere la pensione di cittadinanza e le ultime notizie che hanno fatto seguito al nuovo decreto legge siglato dal governo Meloni.

Pensione di cittadinanza: che cos’è e a quanto ammonta? 

Prima di sottolineare i requisiti della pensione di cittadinanza e le ultime notizie in merito è necessario fare alcune precisazioni. In altre parole vale la pena rispondere alla domanda: cos’è la pensione di cittadinanza? Questa è una forma di sostegno monetario destinata ai cittadini anziani o ai nuclei familiari composti da individui con disabilità gravi e perciò non autosufficienti.

L’ammontare di denaro destinato alle famiglie in difficoltà varia da un minimo di 480€ all’anno ad un massimo di 9.630€. La pensione di cittadinanza varia in base ad alcune caratteristiche del nucleo familiare dell’individuo che la richiede. 

Nello specifico l’importo di base aumenta:

  • dello 0,4% per ogni componente della famiglia che abbia più di 18 anni;
  • dello 0,2% per ogni componente minorenne;
  • fino a un massimo del 2,2% per le famiglie con uno o più individui affetti da disabilità gravi e quindi non autosufficienti;
  • è previsto poi un incremento del sussidio fino a 5.000€ per ogni soggetto con disabilità, e di 7.500€ per ogni membro della famiglia che viva una condizione di disabilità grave o di non autosufficienza.

Questo sussidio è destinato alle persone che hanno superato i 67 anni di età e si trovano in condizioni economiche precarie. Ma vediamo nel dettaglio tutti i requisiti per ricevere la pensione di cittadinanza nel 2023.

Pensione di cittadinanza: requisiti 2023

I requisiti per la pensione di cittadinanza sono essenzialmente due: uno anagrafico e uno economico. La misura infatti spetta ai pensionati o agli individui con età pensionabile che percepiscono un reddito mensile inferiore ai 780€. L’indicatore di riferimento utilizzato per stabilire se un cittadino ha diritto o meno a questo sussidio è l’ISEE. 

Quest’ultimo deve essere inferiore ai 7.560€ annui per chi è solo e ha una casa di proprietà mentre può arrivare fino a 9.360€ nel caso in cui il nucleo familiare preso in esame abiti in una casa in affitto. 

Non basta però rientrare in questi parametri, ci sono altri requisiti per la pensione di cittadinanza: 

  • il valore del patrimonio immobiliare non deve essere superiore a 30.000€;
  • il patrimonio mobiliare, che comprende carte, conti, titoli, libretti, non deve superare i 6.000€. Questa soglia cresce di 2.000€ per ogni componente del nucleo familiare, fino a una cifra massima di 10.000€, e di 1.000€ per ogni figlio successivo al secondo;
  • non si devono possedere veicoli immatricolati da meno di 6 mesi;
  • né veicoli con cilindrata superiore a 1.600 cc o motoveicoli con cilindrata superiore a 250 cc, immatricolati nei 2 anni precedenti;
  • o ancora navi o imbarcazioni da diporto, comprate nei 2 anni precedenti alla richiesta.

Pensione di cittadinanza, ultime notizie: sarà abolita?

Se ti stai chiedendo quali sono le ultime notizie sulla pensione di cittadinanza, e in particolare se il governo Meloni la abolirà, La risposta è “no”. Inizialmente il nuovo esecutivo, attraverso l’approvazione della Legge di Bilancio 2023, aveva deciso di abrogare sia la pensione che il reddito di cittadinanza. Negli ultimi mesi però ha fatto marcia indietro. La pensione di cittadinanza continuerà ad esistere anche nel 2024 grazie al Decreto del Lavoro approvato ad inizio mese.


I requisiti e le modalità in cui verrà erogata il prossimo anno non cambiano, ad eccezione della percentuale aggiuntiva percepita da coloro i quali hanno individui con disabilità gravi a carico, che passa dal 2,2% al 2,3% e dal valore degli immobili che si possiedono. Se fino al 2023 si potevano possedere immobili per un valore complessivo di 30.000€ ora il limite è fissato a 10.000€. Ecco dunque quali sono i requisiti per ricevere la pensione di cittadinanza e le ultime notizie su questo importante strumento di welfare.

Tassazione TFR: guida al calcolo delle imposte sulla liquidazione

Tassazione TFR: guida al calcolo delle imposte sulla liquidazione

Guida al calcolo della tassazione del TFR: spiegazione ed esempio

Come funziona la tassazione del TFR e con quale calcolo si può trovare? Se sei alle prime armi con contratti di lavoro e contributi, forse non sai che quando decidi di incassare il TFR ovvero il “Trattamento di Fine Rapporto” devi pagare delle tasse. Se invece lo stai accumulando già da qualche anno, può esserti d’aiuto leggere questa breve guida al calcolo della tassazione TFR!

Cos’è il TFR e come si calcola

Prima di addentrarci nel calcolo della tassazione TFR, chiariamo innanzitutto cosa si intende per “Trattamento di Fine Rapporto”. In pratica è una somma di denaro che viene riconosciuta a tutti i lavoratori dipendenti alla risoluzione di un contratto di lavoro (sia a tempo determinato che indeterminato). 

IL TFR viene chiamato anche “liquidazione”, “buonuscita” o “retribuzione differita” ed è un compenso erogato con l’ultima busta paga solo alla fine del rapporto lavorativo che sia in caso di dimissioni che di licenziamento o pensionamento.

Per il calcolo della tassazione TFR è indispensabile conoscere l’importo della liquidazione. Il primo passo da fare per trovare questo valore è dividere la propria RAL (retribuzione annua lorda) per 13,5. A questo punto bisogna aggiungere: 

  • il coefficiente di rivalutazione complessivo che corrisponde al 75% dell’indice di inflazione calcolato dall’ISTAT. 
  • Un tasso fisso dell’1,5%. 

Calcolo tassazione TFR: i fattori da cosa considerare 

Il calcolo della tassazione del TFR dipende da diversi fattori come l’ammontare accumulato dal lavoratore ma anche “dove” è stato conservato nel corso del rapporto lavorativo. 

Quando si inizia un nuovo impiego, con la firma del contratto, viene chiesto al lavoratore se intende far maturare il TFR in azienda o destinarlo a un fondo pensione. Questa scelta dipende dalle considerazioni personali di ciascuno dal momento che esistono pro e contro per entrambe le opzioni. In ogni caso questo influenza il calcolo della tassazione TFR come vedremo nell’esempio. 

Un altro aspetto da considerare è un eventuale anticipo del TFR, i lavoratori del settore privato a certe condizioni possono richiedere una quota della loro liquidazione prima della risoluzione del rapporto per far fronte a spese mediche, all’acquisto della prima casa, alla nascita di un figlio. 

Tassazione TFR: il calcolo con un esempio

La tassazione TFR  viene imposta nell’ultima busta paga del dipendente. Tornando ai casi citati in precedenza, se il lavoratore ha mantenuto l’importo in azienda la tassazione prevista va dal 17% fino al 23% (per le imprese con più di 50 dipendenti). Se invece il TFR è stato maturato in un fondo pensione, la tassazione va dal 9% al massimo del 15%

Per chi ha chiesto un anticipo, il calcolo della tassazione TFR è più complesso. La tassazione arriva al 23% per chi ha usato la liquidazione per comprare casa, al 15% se richiesto per spese mediche o motivi personali. In questo caso influiscono anche gli anni di lavoro maturati alla richiesta dell’anticipo. 

Per ricapitolare come si calcola la tassazione TFR, vediamo un esempio. 

TFR di 10.000€:

  • Se in azienda: l’importo finale già tassato varia da un massimo di 8.300€ (17%) a un minimo di 7.770€ (23%);
  • Se in un fondo pensione: l’importo finale già tassato varia da un massimo di 9.100€ (9%) a un minimo di 8.500€ (15%).

La tassazione TFR tuttavia tiene conto di diversi casi particolari, per questo è bene rivolgersi a dei professionisti per effettuare il calcolo della liquidazione in maniera precisa. 

Come si effettua il calcolo dello stipendio netto? Ecco la guida pratica

Calcolo stipendio netto: ecco come fare

Quanto guadagni davvero? Scopri come fare il calcolo dello stipendio al netto delle detrazioni fiscali e delle imposte sul reddito

Sai come effettuare il calcolo dello stipendio netto? Molto probabilmente conosci la tua retribuzione annua lorda, ovvero la RAL, ma sai realmente quanto guadagni, ovvero quanto denaro riceverai nel corso dell’anno? 

Conoscere il tuo stipendio netto è molto importante dato che parte del tuo salario verrà trattenuto dallo Stato attraverso le imposte sul reddito e le contribuzioni previdenziali. Questo calcolo ti permette di conoscere il denaro che hai a disposizione per affrontare le spese quotidiane e quanti soldi puoi dedicare ai tuoi investimenti. Scopri come si esegue il calcolo dello stipendio netto in questa guida!

Che cos’è lo stipendio netto?

Per scoprire come svolgere l’esatto calcolo dello stipendio netto è innanzitutto necessario capire di cosa stiamo parlando. Si tratta dell’importo effettivo che viene accreditato sul conto bancario di un lavoratore. Spesso il valore netto può discostarsi significativamente da quello lordo, che viene indicato sul contratto di lavoro o sulla lettera di assunzione. Per essere in grado di effettuare il calcolo è quindi indispensabile conoscere i fattori che influiscono sul suo valore finale, come spese e agevolazioni. 

Cosa influisce sul tuo stipendio?

Vediamo ora quali sono i principali fattori che influenzano il valore dello stipendio e impongono il calcolo del netto dal lordo: imposte sul reddito, contribuzioni previdenziali e le detrazioni fiscali.

  • Le detrazioni fiscali sono agevolazioni che riducono le imposte che un lavoratore deve pagare. Esistono diverse detrazioni fiscali comuni, come ad esempio quelle per i figli a carico, le spese mediche, l’acquisto di una casa o le spese per l’istruzione.
  • Le imposte sul reddito rappresentano l’importo che ogni lavoratore deve versare allo Stato in base alle aliquote fiscali stabilite. L’imposta sul reddito che devono pagare le persone fisiche si chiama IRPEF ed è progressiva, ovvero la sua aliquota varia in relazione all’ammontare del reddito imponibile. Ad esempio se il reddito imponibile di un lavoratore è inferiore a 15.000€ esso pagherà un’aliquota del 23% mentre se è compreso tra i 15.000€ e i 28.000 pagherà il 25% e così via.
  • Le contribuzioni previdenziali sono invece gli importi che il lavoratore deve obbligatoriamente versare all’INPS e che verranno, in parte, restituiti al lavoratore attraverso la pensione. Queste contribuzioni vengono solitamente trattenute direttamente dallo stipendio lordo prima del calcolo dello stipendio netto. Le percentuali delle contribuzioni previdenziali possono variare a seconda del paese e del regime previdenziale adottato, in italia, per i lavoratori dipendenti sono del 9,19%.

La procedura per calcolare lo stipendio netto

Ora che sai quali fattori devi considerare per il calcolo del proprio stipendio netto,  vediamo il procedimento “passo dopo passo”:

  1. Calcolare lo stipendio lordo: ovvero l’importo totale dello stipendio prima delle detrazioni fiscali e delle contribuzioni previdenziali. Questa è la RAL (retribuzione annua lorda) che hai concordato con il tuo datore di lavoro quando hai firmato il contratto.
  1. Determinare le contribuzioni previdenziali che devi pagare: ad esempio le assicurazioni sociali e i contributi pensionistici obbligatori e trovare di conseguenza il reddito imponibile.
  1. Calcolare l’imposta sul reddito (IRPEF) moltiplicando il reddito imponibile per l’aliquota: attraverso questa operazione si trovano le imposte lorde, a cui andranno poi sottratte le detrazioni fiscali. Ci sono anche altre imposte sul reddito sempre di questo tipo come l’IRPEF regionale e quello comunale. In questo articolo li tralasceremo per semplificare il procedimento.
  1. Identificare le detrazioni fiscali: è necessario raccogliere tutte le informazioni necessarie per determinare le detrazioni fiscali a cui hai diritto. Queste possono includere detrazioni per i figli a carico, spese mediche, interessi sui mutui o altre più specifiche previste dalla legislazione fiscale in vigore. Sottraendo l’ammontare totale di questi benefici dalle imposte lorde si individuano le imposte nette.
  1. Ricavare la retribuzione netta: sottraendo al reddito imponibile l’imposta netta e sommando eventuali bonus (ad esempio l’ex bonus Renzi di 100€ per i lavoratori che percepiscono un reddito inferiore ai 28.000€ ).

Calcolo stipendio netto: esempio pratico

Se non hai ancora compreso a pieno come effettuare il calcolo dello stipendio netto potrebbe essere utile un esempio pratico. Quanto denaro riceve effettivamente  un lavoratore che percepisce una RAL di 20.000 € e che possiede due figli a carico che gli garantiscono delle detrazioni fiscali per 2.000€ all’anno?

  1. Calcolo del reddito imponibile

Reddito imponibile = retribuzione lorda – contributi INPS a carico del dipendente (9,19%)

20.000€ – (9,19% x 20.000€) = 

20.000€ – 1.838€ = 18.162€

  1. Calcolo dell’imposta lorda (IRPEF)

25% di 18.162€ = 4.540,5€

  1. Calcolo dell’imposta netta = IRPEF – detrazioni fiscali

4.540,5€ – 2.000€ = 2.540,5€

  1. Stipendio netto = reddito imponibile – imposta netta + eventuali bonus

18.162€ – 2.540,5€ = 15.621,5€

Ora che sai quali sono i passaggi principali per effettuare il calcolo dello stipendio netto non ti resta che provare tu stesso in modo da assimilare bene il procedimento da svolgere. In questo modo, nel caso tu debba valutare un’offerta di lavoro, potrai sapere con esattezza quanto denaro riceverai sul tuo conto corrente.

Decreto Lavoro: cosa prevede davvero? Tutte le news

Decreto Lavoro: cosa prevede davvero? Tutte le news

Decreto lavoro: cosa prevede davvero per i lavoratori? Tutte le news spiegate in 3 punti 

Cosa prevede il decreto lavoro? Le ultime news sull’argomento hanno portato molti italiani a porsi questa domanda. Dopo che il Consiglio dei Ministri del governo Meloni ha approvato il testo il 1° maggio 2023, è arrivato il momento di chiedersi cosa cambierà per i lavoratori. Scopri le 3 principali novità del decreto lavoro, cosa prevede e tutte le news!

Decreto lavoro: cosa prevede per il reddito di cittadinanza?

Per riassumere cosa prevede il Decreto Lavoro del governo Meloni, abbiamo individuato 3 principali novità. La prima riguarda l’abolizione del Reddito di Cittadinanza a partire dal 2024 e l’arrivo del sostituto Assegno di Inclusione. Quest’ultimo viene definito una misura di “contrasto alla povertà, alla fragilità e all’esclusione sociale” e sarà rivolto alle famiglie con persone disabili, minori o over 60. L’assegno base potrà arrivare a 500 euro al mese, con cifre più alte previste per alcune variabili come la presenza di over 67 o disabili gravi o la necessità di pagare un affitto. Secondo quanto prevede il Decreto Lavoro, l’assegno verrà erogato per 18 mesi con la possibilità di rinnovo di altri 12 (con un mese di pausa). È destinato a chi è residente in Italia da almeno 5 anni e ha un ISEE non superiore ai 9.360 euro. 

Decreto lavoro: le news sul cuneo fiscale e gli aumenti di stipendio

Cosa prevede il Decreto Lavoro sul fronte redditi? Stando alle ultime news, il testo prevede un taglio al cuneo fiscale che porterà a un aumento degli stipendi. Nello specifico saranno stanziati 4 miliardi per alzare lo sgravio delle tasse di 4 punti entro fine dell’anno. Per chi ha un reddito fino a 35.000 euro l’alleggerimento delle tasse passerà dal 3% al 6%, e per i redditi fino ai 25.000 arriverà al 7%. 

In altre parole per i lavoratori dipendenti con redditi non superiori ai 35.000 euro ci sarà un aumento in busta paga di circa 100 euro per sei mesi, da luglio a dicembre 2023.

Decreto lavoro: cosa prevede per il welfare

Per rispondere alla domanda “cosa prevede il Decreto Lavoro”, bisogna riprendere il concetto di fringe benefit ovvero i bonus aziendali non tassati. La terza principale novità del testo approvato dal Consiglio dei Ministri riguarda l’ampliamento del welfare per i lavoratori dipendenti con figli minori, nello specifico la soglia dei fringe benefit aumenterà a 3.000 euro. Tra questi anche i rimborsi per i pagamenti delle utenze domestiche. Il testo prevede anche un fondo da 60 milioni per sostenere le famiglie potenziando centri estivi e servizi educativi nel territorio per i minori. 

Decreto lavoro, altri provvedimenti

Per concludere questa panoramica su cosa prevede il decreto lavoro e sulle news a tema, vediamo altri decisivi provvedimenti citati nel testo. Fa il suo ingresso lo Strumento di Attivazione al Lavoro che consente ai componenti dei nuclei familiari tra i 18 e i 59 anni con un valore ISEE inferiore ai 6.000 euro, di partecipare a corsi di formazione e qualificazione professionale. 

Inoltre per i datori di lavoro che assumono i beneficiari dell’Assegno di Inclusione è previsto un esonero contributivo del 100% annuo (fino a 8.000 euro), per quelli che assumono i Neet ovvero i giovani con meno di 30 che non studiano né lavorano, invece lo “sconto” sulle tasse sarà del 60%. 

Il Decreto Lavoro alza la soglia dei voucher delle prestazioni di lavoro occasionale da 10.000 a 15.000 euro per chi opera nei settori di congressi, fiere, eventi, stabilimenti termali e parchi divertimento. 


Le ultime news sul Decreto Lavoro e cosa prevede hanno suscitato pareri contrastanti. Il governo presenta il testo come un traguardo importantissimo, Giorgia Meloni stessa ha dichiarato che si tratta del più importante taglio delle tasse degli ultimi decenni: “nel giorno della festa del lavoro, il governo sceglie di lavorare e dare risposte a coloro che legittimamente aspirano a cambiare la loro posizione e lo facciamo con una serie di provvedimenti articolati, il più importante tra tutti è il taglio delle tasse sul lavoro”.

L’opposizione d’altro canto non condivide cosa prevede il nuovo Decreto Lavoro, né l’idea che sia un taglio delle tasse davvero decisivo. Viene criticato l’addio al Reddito di Cittadinanza, così come le poche tutele per le famiglie con molti figli e con condizioni difficili.

Guida rapida all’acquisto ricorrente

Guida rapida all'acquisto ricorrente di criptovalute

L’acquisto ricorrente ti permette di ripetere un acquisto di Bitcoin o Ethereum in modo regolare e automatico. Scopri perché può essere utile e come attivarlo!

In questa guida puoi imparare ad attivare la funzionalità acquisto ricorrente su Young Platform scegliendo l’opzione che fa al caso tuo. Ma prima di tutto, cos’è un acquisto ricorrente di criptovalute? L’acquisto ricorrente è una funzionalità che rende automatico l’acquisto di crypto. Una volta impostato un acquisto ricorrente, l’app Young Platform comprerà per te le criptovalute che hai scelto, nella quantità e nella frequenza che vorrai. In questo modo non dovrai farlo manualmente. 

Perché impostare un acquisto ricorrente? 

Al di là della comodità, perché può essere utile impostare un acquisto ricorrente? Spesso l’acquisto ricorrente viene scelto da chi non si sente un trader esperto pronto a intercettare il momento migliore per acquistare. Impostando un acquisto ricorrente infatti compri criptovalute in maniera costante, al di là delle variazioni di prezzo. Che il prezzo sia ai suoi massimi o ai suoi minimi!

Generalmente comprare quando i prezzi sono alti non è molto vantaggioso, perché allora la pratica dell’acquisto ricorrente viene utilizzata? Alcuni scelgono di comprare con regolarità per tentare di minimizzare la volatilità dei prezzi. Ad esempio se compri BTC a cadenza mensile, anche se a prezzi diversi, alla fine dell’anno avrai comprato BTC al prezzo medio annuale. Il tutto senza lo stress di dover interpretare i grafici. In altre parole, con l’acquisto ricorrente non tenti di indovinare il momento giusto per comprare.

L’acquisto ricorrente è una funzionalità utilizzata anche per evitare di comprare crypto in maniera impulsiva e non lasciarsi prendere né da un eccessivo entusiasmo, né da un inguaribile disfattismo. Mai sentito parlare di finanza comportamentale? Con un acquisto ricorrente potresti mantenere la calma durante anche i peggiori bear market

Come si attiva un acquisto ricorrente? 

Puoi impostare un acquisto ricorrente direttamente sull’app di Young Platform, nella sezione Portafoglio Principale della criptovaluta che hai scelto (su Young Platform puoi impostare un acquisto ricorrente di Bitcoin o di Ether) oppure nella sezione Salvadanaio della criptovaluta che hai scelto. Se utilizzi la piattaforma web, comincia dal pannello di compravendita nell’Home Page. 

Scegli un’opzione di frequenza:

  1. Settimanale
  2. Ogni due settimane
  3. Mensile

Seleziona un metodo di pagamento con cui ti verranno accreditate regolarmente le criptovalute:

  1. Il saldo Euro (gratuito)
  2. Una carta di debito o credito (con le commissioni previste)

Puoi attivare l’acquisto ricorrente su due tipi di portafogli diversi:

  1. Salvadanaio
  2. Portafoglio Principale

Abbiamo preparato due tutorial appositamente!

L’acquisto ricorrente sul Portafoglio Principale

Il Portafoglio Principale è quello che utilizzi per effettuare scambi e trasferimenti nel breve termine.

L’acquisto ricorrente sul Salvadanaio

Il Salvadanaio ti permette di lasciare intoccate le tue criptovalute che vuoi tenere da parte per il medio-lungo termine. Ma a che scopo?

Il Salvadanaio funziona proprio come un vero e proprio porcellino di terracotta: lì puoi conservare le tue criptovalute che non vuoi destinare alle più frequenti attività di compravendita.