Come compilare il Quadro RT per criptovalute: una guida semplice

quadro rt dichiarazione redditi

Le plusvalenze generate da cripto-attività che superano i 2.000 euro sono tassate con un’imposta sostitutiva del 26%. La tassazione avviene nel Quadro RT del modello Redditi Persone Fisiche.

Dal 1° gennaio 2023, si sono verificati importanti cambiamenti nella modalità di dichiarazione delle cripto-attività all’interno del Quadro RT della dichiarazione dei redditi. Questi aggiornamenti, introdotti dall’Agenzia delle Entrate, mirano a semplificare e rendere più chiara la dichiarazione delle plusvalenze generate da investimenti in criptovalute. Vediamo quindi in questo articolo come compilare il nuovo Quadro RT per la dichiarazione delle plusvalenze e minusvalenze per l’anno fiscale 2023. 

Aggiornato il 16 maggio 2024

Cos’è cambiato?

Fino al 31 dicembre 2022, le plusvalenze generate dalle cripto-attività dovevano essere dichiarate nella Sezione II del Quadro RT, precisamente dai righi RT21 fino a RT30. Per quanto riguarda le minusvalenze, queste andavano inserite nella Sezione V, occupando i righi da RT92 a RT95. In sostanza, tutte le informazioni relative sia alle plusvalenze che alle minusvalenze erano concentrate all’interno di un’unica sezione del Quadro RT.

Con l’anno fiscale 2023, però, è stata introdotta una novità significativa: l’Agenzia delle Entrate ha stabilito delle sezioni appositamente dedicate alle cripto-attività. Questo cambiamento si riflette nella creazione delle:

  • Sezione II-B,Plusvalenze derivanti dalla cessione di cripto-attività”, che va compilata utilizzando i righi da RT31 a RT39 per dichiarare le plusvalenze del 2023.
  • Sezione V, “Minusvalenze non compensate nell’anno”, dove riportare le perdite subite nel 2023 che andranno ad ammortizzare l’importo da pagare nei quattro anni successivi. Nota bene: chi ha aderito alla Rivalutazione di novembre 2023 o farà il Ravvedimento Operoso non può dedurre le minusvalenze degli anni precedenti al 2023. 
  • Sezione VIII, “Cripto-attività: valutazione del valore nominale”, righi RT 107-108, per chi ha aderito alla Rivalutazione al valore normale. Questa opzione è scaduta e qui vanno indicati solo i valori di chi ha già rivalutato.

Un’altra novità importante introdotta, è la possibilità di compilare, per l’anno di imposta 2023, più moduli del Quadro RT da riportare all’interno della dichiarazione dei redditi. 

Come calcolare le plusvalenze

Le plusvalenze vanno indicate in Euro nel Quadro RT. L’imposta del 26% viene applicata solo se i guadagni superano i 2.000 euro nell’anno fiscale.

Nota bene: Sebbene la circolare suggerisca che le plusvalenze siano tassabili solo per l’importo che supera la franchigia di 2.000 euro, le specifiche tecniche fornite dall’Agenzia delle Entrate interpretano tale franchigia come una soglia. Pertanto, se questa soglia viene superata, il 26% di tassa sarà applicato sull’intero importo della plusvalenza.

Il calcolo delle imposte può risultare complesso, soprattutto se si possiedono più wallet o si utilizzano piattaforme DeFi. Ti invitiamo a dare un’occhiata alla funzionalità “Tasse & Report” di Young Platform. Qui sono disponibili diversi servizi, tra cui l’acquisto di un Report fiscale dove puoi aggregare diversi wallet, fac simile del Quadro RT e una consulenza con un commercialista esperto.

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Come compilare il Quadro RT – Sezione II-B 

  • Rigo RT31 – Totale dei corrispettivi : inserisci il corrispettivo in euro generato delle plusvalenze generate dalla cessione (vendita) o ricezione (airdrop, reward staking, yield farming, play to earn ecc) di criptovalute dal 1 gennaio 2023 al 31 dicembre 2023. Ad esempio, se hai venduto € 50.000 di BTC dichiara l’intera quantità, € 50.000 di BTC. 
  • Rigo RT32 – Totale dei costi o dei valori di acquisto:  inserire il prezzo di acquisto o eventualmente rideterminato delle criptovalute. Inserire una “x” (RT32 colonna 1) su “costo rideterminato” se ci si è avvalsi dell’opzione per la rideterminazione del costo di carico di ciascuna critpo attività posseduta al 1° gennaio 2023 ex art.1 co.133 a 135 L.197/2022). 
  • Rigo RT33 – Plusvalenze (RT31 – RT32 col 2): calcolare la differenza tra il valore inserito in RT31 (corrispettivi in euro dati dalla vendita delle criptovalute) meno il valore inserito in RT32 (ovvero il prezzo di costo) e inseriscilo nella casella. Hai generato una plusvalenza imponibile qualora la differenza ti dia un valore maggiore a € 2.000. 
    • ovvero Minusvalenze: questa casella è da compilare se – al contrario – RT32 ha un valore maggiore di RT31. Ciò significa che hai venduto le criptovalute a un prezzo più basso rispetto al prezzo di acquisto, generando una perdita. Hai generato una minusvalenza che puoi recuperare se supera i  € 2.000.

Se hai generato plusvalenze più basse di € 2.000 la compilazione di questa sezione è completata perché non vi è tassazione

Se hai generato plusvalenze che superano i € 2.000, inserisci l’intero importo.

Se hai generato minusvalenze che superano i € 2.000, inserisci l’intero importo.

  • Rigo RT34 – Eccedenza minusvalenze anni precedenti: la casella è in grigio perché per l’anno fiscale 2023 non va riportata. 
  • Rigo RT35 – Eccedenza minusvalenze certificate dagli intermediari:
    • di cui anni precedenti: la casella è in grigio perché per l’anno fiscale 2023 non va riportata. 
  • Rigo RT36 – Differenza (RT33 col. 2 – RT34 – RT35 col. 2): dal momento che RT34 e RT35 per l’anno fiscale 2023 non sono da riportare, inserire il valore di RT33 (Plusvalenze). 
  • Rigo RT37 – Imposta sostitutiva (26% dell’importo di rigo RT36): calcolare il 26% del valore indicato in RT36.  
  • Rigo RT38 – Eccedenza d’imposta sostitutiva risultante dalla precedente dichiarazione non compensata: per l’anno fiscale 2023 non va compilato.  
  • Rigo RT39 – IMPOSTA SOSTITUTIVA DOVUTA: inserire quanto riportato in RT37.
quadro rt sezione II B

Eccedenza di minusvalenze – Sezione V

Se in un anno hai solo registrato delle minusvalenze, cioè delle perdite, che hai inserito in RT33 “ovvero Minusvalenze”, non sei obbligato a dichiararle ai fini fiscali. Tuttavia, può essere utile segnalarle comunque nel Quadro RT del modello Redditi PF. Questo perché le minusvalenze non compensate possono essere utilizzate nei successivi quattro anni per ridurre le tasse su eventuali guadagni futuri. Se le tue perdite superano i 2.000 euro, potrai sfruttarle per compensare altre plusvalenze, ovvero i guadagni che potresti realizzare. Se vuoi utilizzarle, inserisci l’importo di RT33 “ovvero Minusvalenze” anche in Sezione V, RT94 SEZ II-B, Colonna 5 “Eccedenza relativa al 2023”.  

quadro rt sezione V

Versamento dell’imposta con il modello F24

Il versamento dell’imposta deve essere fatto entro la scadenza ordinaria di pagamento delle imposte sui redditi, il 30 giugno 2024. Il codice tributo da utilizzare con modello F24 èè il 1715 o 1716 “​​Imposta sostitutiva sulle plusvalenze di cui all’art. 67, comma 1, lett. da c-bis) a c-quinquies) del TUIR.” Indicare quindi:

  • Codice tributo: 1715 o 1716
  • Rateizzazione: niente
  • Anno: 2023
  • Importo:  quello inserito in Sezione II-B RT37 (oppure in Sezione VIII RT107 Colonna 2 se hai scelto la Rivalutazione).

Nota bene: questo pagamento può essere fatto contestualmente a quello per l’Imposta di Bollo. Leggi quindi: Come compilare il Quadro RW e pagare l’F24. 

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Di quanto aumenta lo stipendio dopo il taglio al cuneo fiscale?

Aumento dello stipendio dopo il taglio del cuneo fiscale

Gli stipendi degli italiani sono cresciuti ultimamente, anche se di poco. Questo incremento è dovuto al taglio del cuneo fiscale attuato dalla Legge di Bilancio per il 2023 e rinnovato quest’anno

Se vi state chiedendo come mai il vostro stipendio è aumentato negli ultimi tempi, trovate la risposta in questo articolo. Ciò è dovuto alla misura che prevede il taglio del cuneo fiscale inserita all’interno della legge di bilancio del 2024.

A quanto ammonta questo aumento di stipendio, chi sono i beneficiari e come sfruttare questo piccolo incremento per conservare il proprio potere d’acquisto nel tempo?

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Aumento stipendio: cos’è il cuneo fiscale?

Per conoscere il motivo del recente aumento degli stipendi bisogna chiarire, innanzitutto, che cosa si intende per cuneo fiscale. Questo rappresenta la somma di tutte le imposte che ogni lavoratore deve versare. In altre parole indica la differenza tra il compenso lordo erogato dal datore di lavoro e il netto ricevuto all’interno della busta paga.

La riduzione di questi contributi e quindi l’abbassamento del cuneo fiscale coincide, logicamente, con un aumento dello stipendio del lavoratore. Per utilizzare un esempio pratico ridurre il cuneo fiscale è un po’ come applicare uno sconto sulle imposte, che vengono automaticamente trattenute dalle buste paga dei dipendenti.

Legge di bilancio 2023 e 2024: facciamo il punto

Il taglio del cuneo fiscale che ha causato un aumento di stipendio per tanti lavoratori dipendenti è stato introdotto dalla Legge di Bilancio del 2023 e poi confermato da quella per l’anno corrente.  Nonostante la proroga della misura sul taglio del cuneo fiscale, disposta dall’articolo cinque della finanziaria in atto, ci sono alcune differenze rispetto a quella per l’anno passato. 

Queste riguardano le fasce di reddito interessate, che attualmente sono quelle tra i 35.000€ e i 25.000€ o chi percepisce un reddito inferiore a 25.000€.

Aumento stipendio: a quanto ammonta?

Ma veniamo al “nocciolo” della questione e cerchiamo di rispondere alla domanda che probabilmente ti stai ponendo: quali sono le categorie avvantaggiate dall’aumento dello stipendio previsto dal taglio del cuneo fiscale? E di quanto è aumentato il loro compenso?

Innanzitutto, bisogna precisare che il Decreto Lavoro prevedeva, e prevede ancora dato che la misura è stata rinnovata per il periodo che andava da luglio a dicembre del 2023 uno sgravio fiscale del 6% per chi percepiva un reddito mensile lordo inferiore ai 2.692€. Mentre uno del 7% per i lavoratori con uno stipendio, sempre lordo, di 1.923€.

Ecco come si applica tale “sconto” sui contributi sugli stipendi degli italiani:

  • Per gli stipendi fino ai 10.000€ lordi all’anno: 44,92€ in più in busta paga, quindi netti;
  • fino a 15.000 € all’anno: 67,38€ in più;
  • fino ai 20.000 € lordi all’anno: 76,82€ in più;
  • fino ai 25.000 € lordi all’anno: 96,03€ in più;
  • fino ai 30.000 € lordi all’anno: 90,49€ in più;
  • fino ai 35.000 € lordi all’anno: 98,56€ in più;

Per fornire una panoramica completa sull’aumento dello stipendio causato dal taglio del cuneo fiscale bisogna anche specificare che questo non ha avuto un impatto sulla tredicesima.

Ora che sai a quanto ammonta tale aumento dello stipendio, nel caso in cui tu lo stia ricevendo, puoi utilizzare una parte di esso per metterti al riparo dall’inflazione. Questo fenomeno intacca, mese dopo mese, il tuo potere d’acquisto. 
In questo senso la scelta giusta potrebbe essere Bitcoin, una riserva di valore digitale nonché l’asset migliore degli ultimi anni. Scopri come proteggerti dalla svalutazione monetaria leggendo questo articolo!

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Riforma pensioni 2025: in arrivo Quota 41?

Riforma pensioni 2025 quota 41

Con la Legge di Bilancio del 2024 il governo non è riuscito a riformare le pensioni, ci riuscirà con quella per il 2025?

La Legge di Bilancio per il 2024 è stata deludente dal punto di vista della riforma delle pensioni. Le nuove regole per il pensionamento imposte dal governo attraverso l’ultima finanziaria sono ancora più stringenti, soprattutto a causa del patto di stabilità che impone severi limiti di spesa.

Cosa succederà nel 2025? L’esecutivo riuscirà ad attuare una riforma delle pensioni e a introdurre Quota 41, una normativa che prevede la possibilità di accedere al pensionamento a prescindere dall’età anagrafica?

Riforma pensioni: cosa è stato fatto?

Nel 2024 le pensioni non hanno subito sostanziali modifiche. Quota 103 è stata confermata, è stato effettuato il ricalcolo dei contributi per i nuovi beneficiari e tagliata la rivalutazione degli assegni per i pensionati più abbienti.

In altre parole, i 24 miliardi di euro a disposizione dell’esecutivo, gran parte raccolti attraverso l’emissione di ulteriore debito pubblico (16 miliardi), non sono stati sufficienti a introdurre modifiche in ambito previdenziale. La maggior parte dei fondi è stata utilizzata per erogare sussidi ai lavoratori, prevalentemente attraverso il taglio del cuneo fiscale e il rinnovo dei contratti della pubblica amministrazione.

Cosa succederà nel 2025?

La ministra del lavoro Marina Calderone ha intenzione di fare qualcosa sulla riforma delle pensioni attraverso la Legge di Bilancio del 2025. La principale proposta che arriva dall’esecutivo riguarda l’estensione di Quota 41 a tutti lavoratori. Questa prevede l’uscita dal lavoro per tutti, a prescindere dall’età anagrafica, a patto di aver versato contributi per almeno 41 anni.

Questa proposta, cavallo di battaglia del ministro dei trasporti e delle infrastrutture nonché vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini, ha l’obiettivo di riformare la legge Fornero, una delle disposizioni governative più controverse e criticate degli ultimi anni.
Cosa succederà quindi, nel 2025 vedremo finalmente una riforma delle pensioni? Secondo la Calderone: difficilmente, soprattutto a causa delle nuove regole europee sul patto di stabilità. Come è successo nel 2024 le risorse non saranno, probabilmente, sufficienti dato che verranno impiegate per cercare di ridurre il deficit, il rapporto tra il prodotto interno lordo (PIL) e il debito pubblico italiano.

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Che cos’è l’ISEE e come si calcola?

Indicatore della Situazione Economica Equivalente: cos’è?

Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE) cos’è e come si calcola? Tutto quello che devi sapere

Che cos’è l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente o ISEE, il principale strumento per accedere a bonus o prestazioni agevolate in Italia e come si calcola?

Se stai cercando di ottenere determinati benefici, sussidi o agevolazioni: ad esempio uno sconto sulle tasse universitarie o sulle bollette, devi possedere un ISEE. Ma sai che cos’è l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente, come funziona e soprattutto come si calcola? Trovi tutte queste nozioni in questo articolo.

Indicatore della Situazione Economica Equivalente: che cos’è?

Un modo semplice per comprendere che cos’è l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente è paragonarlo alla carta di identità ma dal punto di vista economico. Misura il livello economico e, quindi, le voci di “ricchezza” di un determinato nucleo familiare. Tra queste le più importanti sono: il reddito, le proprietà immobiliari e le rendite finanziarie.

L’ISEE non è molto semplice da calcolare, principalmente perché non si tratta di una fredda somma numerica, ma è il risultato dell’intreccio di diverse variabili, alcune di esse non matematiche. Se vuoi scoprire come calcolare Indicatore della Situazione Economica Equivalente puoi leggere l’ultimo paragrafo di questo articolo. Per entrare in possesso del proprio ISEE è necessario compilare la Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU).

A cosa serve?

L’ISEE è lo strumento principale per verificare se un nucleo familiare può accedere a sussidi, benefici e agevolazioni in relazione alla condizione economica in cui versa. Per chiarire la questione, può essere utile affrontare fin da subito alcuni esempi pratici. Bisogna presentare l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente per ottenere:

  • Sconti sulle tasse universitarie;
  • Prestazioni come l’Assegno Unico Universale, il Bonus Psicologo, il Supporto a Formazione e Lavoro, l’Assegno di Inclusione;
  • Sconti sulla bolletta del gas, dell’energia elettrica, dell’acqua, sui trasporti pubblici, sul canone Telecom e Rai;
  • Agevolazioni per gli invalidi.

Inoltre, oltre al documento ISEE ordinario, ci sono diverse tipologie che variano a seconda della richiesta. Per esempio, esiste un Indicatore della Situazione Economica Equivalente specifico per accedere alle prestazioni per il diritto allo studio.

Indicatore della Situazione Economica Equivalente: come si ottiene?

Dopo aver compreso cos’e Indicatore della Situazione Economica Equivalente è il momento di comprendere come ottenerlo. Come già anticipato per farlo è necessario presentare la Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU) all’INPS. Tale compito può risultare complesso da svolgere in autonomia, per questo solitamente ci si rivolge ai Centri di Assistenza Fiscale (CAF), che emettono questo servizio gratuitamente.

Ecco i dati da fornire per il calcolo della DSU:

  • Come è composto il nucleo familiare e i dati anagrafici di ogni membro;
  • La casa di abitazione;
  • Il patrimonio mobiliare;
  • Il patrimonio immobiliare;
  • I redditi e gli eventuali assegni percepiti;
  • I veicoli che si possiedono.

ISEE: come si calcola?

Come già anticipato è consigliabile rivolgersi ai CAF per il calcolo dell’ISEE. Ma se vuoi conoscere la procedura a tutti i costi, te la presentiamo nel dettaglio, partendo dalla formula:

ISE = R + [(PM + PI) × 0,20]

ISEE = ISE / p

In cui:

  • R: è il reddito complessivo del nucleo familiare;
  • PM: sta per patrimonio mobiliare, l‘insieme di tutti i beni e i diritti che una persona possiede e il loro valore economico, esclusi quelli di natura immobiliare
  • PI: il patrimonio immobiliare, l’insieme di tutti i beni immobili posseduti dal nucleo familiare;
  • p: il parametro della scala di equivalenza.

Parametro della scala di equivalenza

Il parametro della scala di equivalenza (p) è strettamente legato al numero di componenti del nucleo familiare. Questo varia dunque a seconda di quanto questo è popolato:

  • una persona: 1,00;
  • due persone: 1,57;
  • tre: 2,04;
  • quattro: 2,46;
  • cinque: 2,85.

Dopo il quinto componente, il parametro della scala di equivalenza aumenta di 0,35 punti per ogni membro aggiuntivo. Nel caso in cui siano presenti membri affetti da disabilità si aggiunge un’ulteriore quota di 0,5 punti. 

Infine, per sapere che cos’è l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente e come si calcola devi sapere che esistono delle maggiorazioni al parametro della scala di equivalenza. Dato che la variabile p è il denominatore della formula, le maggiorazioni contribuiscono ad abbassare l’ISEE:

  •  0,2 punti per i nuclei familiari con tre figli;
  •  0,35 punti per quelli con quattro figli;
  •  0,5 punti in caso di almeno cinque figli;
  •  0,2 punti per nuclei familiari con figli minorenni;
  •  0,3 punti per i nuclei con un figlio di età inferiore a tre anni, in cui entrambi i genitori (o l’unico presente) abbiano svolto attività di lavoro o di impresa per almeno sei mesi nell’anno di riferimento, oppure in caso di nuclei familiari composti esclusivamente da genitore solo non lavoratore e da figli minorenni (ai soli fini della verifica del requisito fa parte del nucleo familiare anche il genitore non convivente, non coniugato con l’altro genitore, che abbia riconosciuto i figli);
  • 1 punto se tra i componenti il nucleo familiare c’è soggetto ricoverato in strutture per disabili.

Ora che sai anche come si calcola l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente puoi provare a seguire questo procedimento in autonomia per avere un’idea del tuo ISEE. Ti ricordiamo che puoi recarti ai CAF per beneficiare dell’erogazione di questo servizio in modo gratuito.

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Costruire un portafoglio di investimento? Le sfide del 2024 secondo Grayscale

Portafoglio di investimento: la guida di Grayscale

Come costruire un portafoglio di investimento diversificato? Ecco le 5 sfide da superare secondo Grayscale

Approcciandosi al mondo delle criptovalute, ma anche ad altre tipologie di asset, può capitare di chiedersi come costruire un portafoglio sufficientemente diversificato e bilanciato. Il team di Grayscale, uno dei più grandi fondi di investimento crypto al mondo, nonché titolare di uno degli ETF spot su Bitcoin più popolari al momento, ha redatto un approfondimento contenente le sfide più ardue che si frappongono tra gli investitori e questo obiettivo.

Attenzione, lo scopo di questo articolo è puramente informativo e nessun contenuto presente al suo interno va considerato come consiglio di investimento.

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Le 5 principali sfide degli investitori moderni

Per giustificare l’inserimento di Bitcoin, o di altre criptovalute, all’interno di un portafoglio di investimento sufficientemente diversificato, il team di Grayscale è partito analizzando cinque problematiche che vuole investire nel 2024 deve affrontare.

  1. Fine del bull market obbligazionario

Una delle sfide più ardue per gli “investitori di oggi” è strettamente connessa al mercato delle obbligazioni. In particolare alla fine del lungo rally rialzista che ha interessato questa tipologia di asset negli ultimi quarant’anni.

Dal 1979 in poi la Federal Reserve (FED), e l’allora presidente Paul Volcker, decisero di combattere aggressivamente l’inflazione. Se oggi la situazione è tutt’altro che rose e fiori, all’epoca era, a dir poco, disastrosa. Nel 1980 l’inflazione, infatti, toccò un picco del 15%. La Banca Centrale americana, in risposta, iniziò ad alzare aggressivamente i tassi di interesse, che si avvicinarono ad un massimo del 16% nel 1982. Quello è il picco di quello che Grayscale definisce il bull market dei bond.

Da quel momento in poi i tassi di interesse, e quindi i rendimenti delle obbligazioni governative, sono solo e soltanto scesi. Fino al 2020, quando l’inflazione è tornata a crescere, principalmente a causa della pandemia di COVID-19 e dell’instabilità geopolitica globale. 

In ogni caso, secondo Grayscale, il bull market dei bond si è concluso e, di conseguenza, investire in questi strumenti finanziari è diventato meno vantaggioso. Insomma, i titoli di stato potrebbero non essere più una componente chiave di un portafoglio efficacemente bilanciato come in passato, e potrebbe quindi essere necessario trovare un’alternativa.

  1. Anche le azioni stanno soffrendo


Con la decrescita dei rendimenti delle obbligazioni, dai primi anni 2000 in poi, abbiamo assistito ad incredibili ritorni del mercato azionario. Anche questi guadagni, però, stanno diventando sempre più risicati. Negli ultimi anni solo un ristretto gruppo di titoli ha continuato a garantire performance di prezzo soddisfacenti. 

Nel 2023 solo “i fantastici 7”, ovvero Meta (ex Facebook), Apple, Amazon, Netflix, Google, Microsoft e Tesla, hanno garantito agli investitori ottimi ritorni (107% in media). Le azioni delle restanti 493 compagnie che compongono l’S&P 500, un indice che racchiude le cinquecento aziende americane più capitalizzate, sono cresciute, in media, soltanto del 5%.

  1. Maggiore correlazione tra gli asset

Un’altra problematica che affligge gli investitori moderni ha a che fare con il motivo per il quale gli investitori diversificano il proprio portafoglio: evitare un’eccessiva correlazione tra gli asset che detengono. Questa sta, infatti, progressivamente crescendo negli ultimi anni. 

Le cause sono molteplici: la globalizzazione, le politiche monetarie delle banche centrali più inclini a emettere moneta, e la crescente popolarità di strumenti finanziari passivi, come gli ETF e la possibilità di accedere più facilmente ai mercati finanziari. 

Bitcoin può essere una soluzione a questo problema. È infatti un asset completamente diverso da tutti gli altri, soprattutto perché la sua disponibilità totale (total supply) è limitata a 21 milioni. 

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  1. Meno aziende si quotano in borsa

Un’altra tendenza, in parte connessa con quanto descritto nel punto precedente, ci dice che il numero di aziende che raggiunge, attraverso le initial public offering (IPO), la quotazione in borsa sta progressivamente diminuendo. Secondo la World Federation of Exchanges, il numero delle quotazioni di società pubbliche negli Stati Uniti è in calo dal 1997.

Ciò significa che le opportunità di investire in aziende giovani, innovative, e, almeno inizialmente meno correlate con il resto del mercato, sono sempre meno. Questo, secondo Grayscale, riduce fortemente le opportunità per gli investitori di diversificare efficacemente il proprio portafoglio e di ottenere grandi rendimenti.

  1. Investire è tendenzialmente più rischioso

Il trentennio 1980-2008 è stato uno dei periodi più redditizi di sempre per gli investitori. Sono stati anni esplosivi per la crescita dei PIL della maggior parte degli stati, caratterizzati da una brevissimi periodi di recessione e da un tasso di inflazione contenuto

Purtroppo però, lo scenario macroeconomico attuale è completamente diverso da quello sopracitato. L’inflazione è tornata a crescere così come il debito pubblico degli stati e la situazione geopolitica globale è fortemente peggiorata, tutti fattori che potrebbero incidere sui rendimenti dei portafogli.

Il trade-off tra rischio e rendimento

Secondo Grayscale le criptovalute e la tecnologia blockchain hanno le potenzialità per trasformare il sistema finanziario globale. Dal punto di vista degli investimenti però, le crypto possono essere un’ottima opportunità per diversificare il proprio portafoglio.

Per comprendere a pieno cosa c’è dietro a questa affermazione dobbiamo prima affrontare una delle regole che chi opera sui mercati tradizionali deve, per forza, conoscere: il bilanciamento, o trade-off, tra rischio e rendimento

Questa inviolabile legge ci dice, ad esempio, che gli asset che garantiscono un ritorno fisso offrono tendenzialmente rendimenti inferiori a fronte di un minor grado di rischio. Dall’altro lato i mercati più volatili, come quello azionario, garantiscono spesso ritorni più elevati ma anche più rischi.

Nel corso della storia sono nate diverse soluzione per migliorare il bilanciamento tra rischio e rendimento dei portafogli, ecco le più comuni:

  • le private equity: aziende non quotata in borsa;
  • investimento nel mercato immobiliare o in strumenti finanziari che ne seguono l’andamento;
  • i venture capital;
  • delle strategie di risk parity i cui le quote di un portafoglio vengono corrette sulla base della volatilità, possono anche implicare l’utilizzo della leva finanziaria.

Questi approcci si sono spesso rivelati efficaci ma presentano elevate barriere all’ingresso, in altre parole, non sono sempre disponibili per gli investitori individuali. Le criptovalute possono essere una soluzione per espandere lo spettro di opportunità per i cosiddetti retailer.

Il ruolo delle criptovalute

Dunque come si collocano le crypto in questo discorso di Grayscale? Secondo il fondo di investimenti, questa nuova asset class è un’opportunità per chi intende incrementare il rendimento atteso del proprio portafoglio ed è disposto ad accettare un più elevato grado di rischio. Bitcoin, spesso definito “l’oro digitale”, negli anni passati ha dimostrato una bassissima correlazione con gli altri asset, il che lo rende uno strumento di diversificazione particolarmente efficace.

Ma il vero punto di forza di questa asset class, secondo il fondo di investimento, ha a che fare con la loro accessibilità. Negli ultimi anni acquistare criptovalute è diventato sempre più semplice e questa tendenza è culminata di recente con l’approvazione degli ETF spot su Bitcoin.

Insomma, secondo Grayscale, possedere una quota di crypto all’interno del proprio portafoglio che rispetti il proprio grado di propensione al rischio potrebbe consentire agli investitori di superare le sfide che abbiamo approfondito nel primo paragrafo.

Assegno unico universale: quando arrivano i pagamenti?

Pagamento Assegno unico: quando arriverà?

Quando arriveranno i pagamenti dell’Assegno unico universale per il 2024? Quali nuclei familiari lo riceveranno? Scoprilo in questo articolo

Quando arriverà il pagamento dell’Assegno unico nel 2024? Dal 17 al 19 per le famiglie la cui rata non ha subito nessuna variazione. Mentre i nuclei familiari la cui rata è cambiata devono aspettare gli ultimi giorni del mese.

Conoscere quando sarà erogato il pagamento dell’Assegno unico universale può essere un’ottima scusa per capire cos’è e come funziona questo sussidio. Scopri la definizione, il calendario di emissione per i prossimi mesi e le modalità di accesso.

Assegno Unico Universale: cos’è e come funziona?

L’Assegno unico universale è una misura economica volta a sostenere le famiglie con figli a carico disciplinata dalla Legge delega 46/2021 e introdotta marzo del 2022. Possono ricevere questo aiuto tutte le famiglie con figli (dal settimo mese di gravidanza fino al compimento del 21esimo anno di età).

Questo sussidio va a sostituire una serie di prestazioni attive negli anni passati, come:

  • Bonus Bebè;
  • Fondo prestiti ai neo genitori;
  • Assegni al nucleo familiare;
  • le detrazioni sui figli a carico;
  • Premio alla nascita di 800 euro;


Per ottenere il pagamento dell’Assegno unico universale è necessario presentare la domanda sul sito web dell’Inps o tramite gli istituti di patronato. L’ISEE, al contrario di quanto si possa pensare, non è obbligatorio per ricevere il sussidio, ma se non lo si presenta si ha diritto soltanto all’importo minimo. 

In altre parole, come accade per il pagamento delle tasse universitarie, non allegare questo documento alla richiesta comporta l’ingresso nell’ultimo scaglione. 

I requisiti

Ricevono il pagamento dell’Assegno unico tutti i nuclei familiari con almeno un figlio minorene a carico (dal settimo mese di gravidanza in poi). Anche chi ha un figlio maggiorenne può riceverlo a patto che esso:

  • Frequenti un qualsiasi corso di studi;
  • svolga un tirocinio o un’attività lavorativa e percepisca un reddito annuo complessivo inferiore a 8.000 euro;
  • sia registrato come disoccupato e in cerca di lavoro;
  • svolga il servizio civile universale;

Vediamo ora a quanto ammonta il pagamento dell’Assegno unico in base all’ISEE della famiglia interessata. Ovviamente queste due cifre sono inversamente proporzionale, maggiore è l’ISEE e minore sarà l’importo ricevuto.

Assegno unico in base all’ISEE

Pagamento Assegno unico: calendario

Per conoscere quando arriverà l’Assegno unico devi sapere che l’Inps collabora con la Banca D’Italia in modo da fornire questa informazione in anticipo per, almeno, i primi sei mesi del 2024. 

Ecco il calendario delle date di pagamento dell’assegno unico e universale per il periodo che va da gennaio a giugno del 2024.

  • 17, 18, 19 gennaio 2024;
  • 16, 19, 20 febbraio 2024;
  • 18, 19, 20 marzo 2024; 
  • 17, 18, 19 aprile 2024;
  • 15, 16, 17 maggio 2024;
  • 17, 18, 19 giugno 2024;


Bisogna inoltre specificare che per i nuclei familiari che fanno richiesta per la prima volta il pagamento dell’Assegno unico arriverà nell’ultima settimana del mese successivo a quello in cui è stata presentata.


Guida alle elezioni USA 2024: tutte le cose da sapere, dalla data ai candidati

Dibattito elezioni americane: tutte le cose da sapere

Le elezioni presidenziali degli Stati Uniti d’America sono sempre più vicine. A cosa prestare attenzione? 

Elezioni USA 2024: dai candidati, alla data esatta della chiamata alle urne, fino alle ipotesi sui risultati, il mondo intero ha già iniziato ad interrogarsi sulle prossime presidenziali degli Stati Uniti d’America. 

In questa semplice guida l’evento verrà passato al setaccio in modo da arrivare preparati ad una delle consultazioni elettorali più attese al mondo, la sessantesima per il Paese. Inoltre, tra pochi giorni inizieranno le primarie che definiranno i candidati che concorreranno per il ruolo di presidente degli Stati Uniti d’America: chi vincerà le elezioni USA del 2024?

Quando ci saranno le prossime elezioni USA: la data

Le presidenziali negli Stati Uniti si tengono ogni quattro anni, il primo martedì di novembre. Pertanto, le prossime elezioni USA si svolgeranno esattamente in data 5 novembre 2024. Gli elettori andranno alle urne per eleggere il nuovo presidente che assumerà ufficialmente l’incarico il 20 gennaio 2025.

Queste consultazioni sono un momento chiave nella democrazia americana e attirano l’attenzione a livello nazionale e internazionale, poiché influenzano una vasta gamma di questioni globali. Per questo l’attenzione su di esse è sempre ai massimi livelli. 

Candidati

Prima di scendere nei dettagli delle elezioni USA 2024 alcune precisazioni sono d’obbligo. Il sistema partitico a stelle e strisce è dominato da due principali partiti politici: il Democratico e il Repubblicano. Entrambi svolgono un ruolo centrale nella politica statunitense ed esercitano una notevole influenza sul processo politico e sulle elezioni a tutti i livelli di governo.

A novembre del 2022 è arrivata la prima conferma di partecipazione, con Donald Trump che ha annunciato la sua ricandidatura per un secondo mandato (non consecutivo) a capo dei repubblicani. Qualche mese dopo, nella primavera del 2023, è stato invece l’attuale presidente Biden a ufficializzare Ia ricandidatura per un secondo mandato con i democratici. A questi due nomi influenti se ne sono aggiunti altri, più e meno noti. La schiera dei dem è risultata sin da subito meno folta rispetto a quella repubblicana. 

Volendo dunque riassumere, i candidati alle elezioni USA 2024 per i democratici sono i seguenti: 

  • Joe Biden
  • Robert Francis Kennedy Jr
  • Marianne Williamson
  • Dean Phillips

I candidati repubblicani invece sono: 

  • Donald Trump
  • Ron DeSantis
  • Doug Burgum
  • Larry Elder
  • Nikki Haley
  • Tim Scott
  • Asa Hutchinson
  • Chris Christie
  • Mike Pence
  • Vivek Ramaswamy
  • Perry Johnson
  • Ryan Binkley
  • Will Hurd

Ma chi, fra questi, sarà scelto a capo di ciascun partito politico? Saranno le primarie di inizio 2024 a deciderlo. Le elezioni primarie sono normali consultazioni in cui gli elettori scelgono i candidati presidenziali che rappresenteranno il loro partito nelle elezioni generali. 

Vale la pena di ricordare che tutti i candidati alle elezioni USA devono rispettare quanto sancito dall’articolo 2 della Costituzione: la persona che si voglia proporre deve essere cittadino dalla nascita, deve avere almeno 35 anni e ancora deve risiedere su territorio statunitense da almeno 14 anni.

Le primarie USA 2024: chi sono i favoriti?

Le elezioni primarie degli Stati Uniti sono alle porte, le votazioni, per i repubblicani, inizieranno il 15 gennaio in Iowa e proseguiranno poi negli altri stati nelle settimane e nei mesi successivi. Come spesso accade nella storia sono da seguire soprattutto quelle all’opposizione (in questo caso quelle repubblicane), visto che è molto raro che il presidente uscente, attualmente Joe Biden, perda quelle del suo schieramento. In questo momento i sondaggi stimano che l’attuale presidente sia “la scelta” di quasi 70% degli elettori dem, anche se, data la sua non più giovane età, anche le primarie del partito democratico potrebbero riservare sorprese. 

Sul fronte repubblicano il favorito ad oggi è ancora Donald Trump. Il tycoon, secondo quanto emerso dai recenti sondaggi sulle Elezioni USA 2024, ha rispettivamente il 47%, 45,7% e 53% dei consensi nei tre seggi chiave di Iowa, New Hampshire e South Carolina. Al secondo posto troviamo Nikki Haley, l’ex governatrice del South Carolina, che “controlla” rispettivamente il 14,3%, 18,7%, 22% dell’elettorato. Ron DeSantis, l’attuale governatore della Florida che sembrava poter essere il principale antagonista dell’ex presidente, ha perso terreno in diversi caucus (incontri dove gli elettori discutono e votano i candidati) a parte quello dell’Iowa, dove possiede ancora il 17,3% dei consensi.

Elezioni USA 2024 e criptovalute

Anche chi opera nel settore crypto guarderà con attenzione alle elezioni USA 2024. Le politiche del governo statunitense, infatti, sono perfettamente in grado di influenzare la regolamentazione delle valute virtuali. Ad esempio, scelte riguardanti normative, regolamenti finanziari o leggi antiriciclaggio possono avere un impatto diretto sul modo in cui le crypto sono utilizzate e scambiate negli Stati Uniti.

Alcuni candidati o amministrazioni potrebbero essere più o meno inclini a sostenere l’innovazione tecnologica, inclusa la tecnologia blockchain e le criptovalute in generale. Per cui politiche mirate alla promozione di nuove tecnologie potrebbero avere un impatto positivo sull’ecosistema.

Le conseguenze potrebbero essere anche di natura fiscale e riguardare dunque la tassazione delle criptovalute (qui tutte le cose da sapere sulla normativa italiana). Più in generale, notizie positive per il comparto potrebbero determinare un aumento dei prezzi degli asset con ripercussioni positive per il mercato globale delle crypto. I candidati alle elezioni USA 2024 saranno in grado di stimolare il settore? 

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Fringe benefit: come funzionano e quali sono i più diffusi

Fringe benefit: cosa sono e come funzionano

Cosa sono i fringe benefit, compensi non in denaro erogati dalle aziende ai propri dipendenti

Cosa sono e come funzionano i fringe benefit? Beni e servizi distribuiti ai dipendenti che si collocano all’interno di iniziative di welfare aziendale. Queste iniziative stanno diventando sempre più popolari nel mondo delle imprese. 

Solitamente, quando si ragiona su questi vantaggi, il primo esempio che ci viene in mente è l’auto aziendale. In realtà però, ne esistono tantissimi altri, sempre più richiesti soprattutto dagli under 30. Vediamo dunque cosa sono i fringe benefit e come si collocano dal punto di vista della tassazione nel 2024.

Cosa sono i fringe benefit e come funzionano?


I fringe benefit sono beni e servizi distribuiti ai dipendenti. Dal punto di vista normativo vengono definite “retribuzioni in natura”, come si legge nell’articolo 2099 comma 3 del codice civile, e fanno quindi parte del compenso del lavoratore. Questa definizione ci permette di affrontare uno dei principali problemi che questi benefit comportano a livello fiscale: se concorrono o meno alla formazione di reddito da lavoro dipendente

Per sciogliere questo dubbio ci viene in soccorso, invece, l’articolo 51 comma 1 del Testo Unico delle imposte sui redditi (TUIR), il quale stabilisce che i fringe benefit non concorrano a formare il reddito da lavoro dipendente se il loro valore è inferiore a 258,23€. In realtà, questa soglia è stata modificata attraverso l’introduzione della Legge di bilancio per il 2024, al fondo di questo articolo trovi l’ammontare monetario aggiornato.

Inoltre ci sono diverse eccezioni già da tempo disciplinate dal comma 4 dello stesso articolo. Per esempio, la tassazione dei veicoli aziendali, degli immobili o dei servizi di trasporto viene stabilita da speciali criteri di determinazione forfetaria

Infine, bisogna anche specificare che la distribuzione di queste prestazioni può anche avvenire in modo informale. In altre parole, il datore di lavoro può decidere di erogare volontariamente benefit senza che questi siano, per forza, previsti da un accordo collettivo o da un regolamento aziendale.

Fringe benefit: esempi pratici

Chiarito cosa sono i fringe benefit e come funzionano a livello legale, vediamo quali sono i più diffusi nel nostro paese.

  • Buoni pasto: sono voucher utilizzati per coprire il costo dei pasti che si consumano durante la giornata lavorativa;
  • auto aziendale: si tratta di un’auto fornita dall’azienda per uso professionale e, talvolta, personale;
  • polizze assicurative: coperture per salute, infortuni o vita, che forniscono sicurezza aggiuntiva al di là del sistema sanitario nazionale o delle assicurazioni personali;
  • buoni acquisto e voucher: voucher o carte regalo per effettuare acquisti, offrono ai dipendenti un’ampia libertà di scelta.

    Se sei il proprietario di un’impresa puoi valutare di distribuire i buoni acquisto Young Platform ai tuoi dipendenti, o comunque proporre loro anche questa alternativa. In questo modo non solo puoi contribuire ad accrescere il loro benessere ma anche aiutarli a proteggere il loro potere d’acquisto nel tempo, minacciato dall’inflazione e dalla svalutazione dell’euro.

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  • Contributi per la formazione: supporto economico per l’acquisto di corsi di formazione professionale o istruzione;
  • assistenza sanitaria integrativa: questa implica la fornitura di servizi sanitari aggiuntivi oltre a quelli forniti dal sistema sanitario nazionale;
  • stock option: possibilità di acquistare azioni della propria azienda a un prezzo fissato, solitamente vantaggioso, oppure un’erogazione diretta. Questo tipo di fringe benefit offre ai dipendenti la possibilità investire regolarmente nell’azienda in cui lavora, incentivando la loro performance e fedeltà. È un vantaggio particolarmente comune in startup e aziende in rapida crescita, dove le azioni possono aumentare significativamente di valore nel tempo.

Fringe benefit: le novità nel 2024

Per rispondere in modo accurato alla domanda cosa sono i fringe benefit bisogna anche specificare che sono state introdotte alcune modifiche con l’approvazione della Legge di bilancio del 2024. In particolare, è stato alzato il tetto massimo di imponibilità delle misure di welfare aziendale per i lavoratori dipendenti senza figli a carico mentre è stato abbassato per quelli con figli a carico.

Nello specifico, a partire dal 1° gennaio del 2024, il limite massimo per escludere i beni e servizi ricevuti dalla tassazione è passato da 258,23€ a 1.000€ per i lavoratori dipendenti senza figli mentre da 3.000€ a 1.000€ per quelli con figli.

Se intendi approfondire la possibilità di distribuire ai dipendenti della tua azienda dei buoni acquisto su Young Platform contatta il team per maggiori informazioni all’indirizzo [email protected].

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Decontribuzione madri lavoratrici: come funziona nel 2024?

Madri lavoratrici: decontribuzione per il 2024

Il 2024 è l’anno degli incentivi alla natalità, dopo il bonus asili nido scopri come funziona la decontribuzione per le madri lavoratrici

Da gennaio 2024 entra in vigore una nuova decontribuzione per le madri lavoratrici. La misura, introdotta dalla nuova Legge di bilancio, si colloca all’interno di un pacchetto che mira ad innalzare il tasso di natalità. È una delle risposte del governo alla crisi demografica che il nostro paese sta affrontando, insieme al bonus asili nido.

Scopri come funzionerà questo beneficio nel 2024 e quali sono i requisiti per riceverlo.

Decontribuzione madri lavoratrici: cos’è?

Negli scorsi giorni ha debuttato la nuova decontribuzione per le lavoratrici madri con almeno due figli, vediamo nel dettaglio come funziona, quali sono i requisiti e le platee interessate. Da quest’anno i benefici previsti da questa misura sono gli stessi per le madri con due o più figli dotate di un contratto di lavoro dipendente a tempo indeterminato (escluso quello domestico). L’incentivo consiste in un esonero del 100% dell’ammontare dei contributi previdenziali per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti a carico del lavoratore.

La decontribuzione per le madri lavoratrici però si applica in modo diverso a seconda del numero di figli. Se questo è uguale a due, lo sgravio fiscale è previsto dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2024 fino al mese del compimento del decimo anno di età del secondogenito. Mentre, per chi ha tre o più figli l’esonero del 100% della quota dei contributi previdenziali si applica fino al 2026 o al mese di compimento del diciottesimo anno di età del figlio più piccolo.

Perciò la decontribuzione per le madri lavoratrici verrà percepita per il triennio 2024-26 dalle madri con tre o più figli e, solo per il 2024, per quelle con due figli di cui almeno uno con età inferiore ai 10 anni. Infine, è importante sapere che non è necessario effettuare richiesta per ricevere la decontribuzione per madri lavoratrici per il 2024. È il datore di lavoro che si occupa di riconoscere e distribuire l’agevolazione.

L’ammontare medio della decontribuzione

L’Ufficio parlamentare di Bilancio ha calcolato che il vantaggio derivante dalla decontribuzione per le madri lavoratrici, dopo la detrazione delle tasse, aumenta gradualmente fino a stabilizzarsi a circa 1.700 euro. Questo importo si raggiunge quando il salario lordo dell’interessata è vicino a 27.500 euro e rimane sostanzialmente invariato per salari più alti. 

La riduzione dei contributi a carico della lavoratrice porta a un maggiore introito fiscale che compensa parzialmente il calo delle entrate contributive. Una simulazione realizzata utilizzando il modello Upb su un campione rappresentativo di famiglie stima che il costo per l’erario di questa specifica riduzione contributiva per le lavoratrici madri nel 2024, al netto dell’aumento dell’Irpef e delle addizionali locali, sarà di circa 450 milioni.

Madri lavoratrici: situazione in Italia

Per comprendere a pieno la misura sulla decontribuzione delle madri lavoratrici in Italia può essere utile chiedersi quante nel nostro paese e in che settore lavorano. Secondo la relazione inserita all’interno della Legge di bilancio per il 2024 in Italia ci sono circa 111.000 lavoratrici madri con almeno tre figli, di cui uno minore di 18 anni. Circa 571.000 hanno, invece, due figli, di cui uno di età inferiore ai 10 anni. Nel settore pubblico, le lavoratrici madri dovrebbero essere circa un quarto di quelle che operano nel privato.

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Cos’è il fascicolo previdenziale del cittadino?

Fascicolo previdenziale cittadino: cos’è?

Cos’è e come funziona il fascicolo INPS del cittadino, uno strumento che rende più accessibili le tue informazioni previdenziali?

Il fascicolo previdenziale del cittadino è un’importante innovazione nel panorama dei servizi pubblici italiani, e punta a rendere più accessibili e comprensibili le informazioni previdenziali di ogni individuo. Può essere utile in tantissimi casi, per esempio se hai fatto domanda per ricevere la pensione e vuoi conoscere lo stato di avanzamento della pratica.

Se ti stai chiedendo dunque cos’è il fascicolo previdenziale del cittadino e come accedervi sei nel posto giusto. È una sorta di contenitore digitale in cui è presente tutta la documentazione sulla tua vita lavorativa e sul rapporto con l’INPS.

Che cos’è il fascicolo previdenziale del cittadino?

Abbiamo già parzialmente risposto alla domanda “che cos’è il fascicolo previdenziale del cittadino?” nell’introduzione di questo articolo. È una sorta di piattaforma resa di recente disponibile dall’INPS che racchiude diversi servizi a cui i cittadini italiani possono accedere. Inoltre, all’interno del fascicolo previdenziale cittadino sono anche presenti tutti i documenti che descrivono la situazione contributiva e previdenziale di una persona e tutte le comunicazioni tra esso e l’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale. Ad esempio puoi trovare al suo interno le certificazioni sanitarie o le informazioni sul reddito che hai percepito.

Questo strumento, rivolto a tutti i lavoratori e pensionati che vivono nel nostro paese, è gratuito e consultabile in qualsiasi momento. Inoltre, si aggiorna automaticamente ogni volta che viene avviene un cambiamento dello stato del cittadino sia dal punto di vista anagrafico che contributivo.

Cosa prevede, a chi è rivolto e come si accede?

Il fascicolo previdenziale del cittadino si rivela estremamente prezioso per chi ha la necessità di consultare l’ammontare dei contributi accantonati per la pensione, ma anche per visionare o richiedere servizi specifici e indennità, ad esempio l’invalidità civile.

Inoltre, la possibilità di avere sempre a portata di mano una piattaforma per consultare un grandissimo numero di documenti, facilità e snellisce numerose procedure, che, fino a poco tempo fa, potevano essere gestite soltanto recandosi fisicamente agli sportelli. Ecco tutto ciò che puoi fare e i dati che puoi consultare accedendo al fascicolo previdenziale per il cittadino attraverso il portale dell’INPS:

  • la lista delle comunicazioni da e per l’istituto previdenziale;
  • tutti i tuoi dati anagrafici;
  • tutti i provvedimenti di gestione (dipendenti pubblici);
  • lo stato della domanda per il pensionamento e in generale i dati sulla pensione;
  • la propria posizione contributiva complessiva nel dettaglio;
  • effettuare i pagamenti e le dichiarazioni dei redditi
  • consultare le informazioni sull’invalidità civile
  • accedere al servizio “INPS risponde”;
  • visionare i dettagli sulla “cessione del quinto”;
  • Gestire contratti di lavoro occasionale e domestico;

Possono usufruire di questi utili servizi le seguenti categorie:

  • lavoratori autonomi e dipendenti
  • chi riceve l’invalidità civile;
  • chi deve fare richiesta di accesso all’invalidità civile;
  • pensionati;

Per sapere davvero cos’è il fascicolo previdenziale del cittadino vorrai anche conoscere le modalità di accesso. Per poter entrare sulla piattaforma devi obbligatoriamente possedere uno di questi documenti: la carta d’identità elettronica (CIE), lo SPID o la Carta Nazionale dei Servizi.