CCNL commercio: tutte le informazioni utili

Come funziona CCNL commercio? Informazioni utili e aumenti

Cos’è e come funziona il contratto collettivo nazionale (CCNL) “Commercio?” Informazioni utili e tabelle aumenti.

Il contratto collettivo nazionale di lavoro per il commercio, terziario, distribuzione e servizi, noto come CCNL “Commercio,” è uno degli accordi fondamentali stipulato tra i tra cittadini e le imprese nel panorama lavorativo italiano. Questo documento regola le condizioni di lavoro per i dipendenti delle aziende attive nel settore della distribuzione, logistica e servizi correlati.

Ma quali sono i dettagli principali del contratto? E quali aggiornamenti sono stati introdotti di recente? Esaminiamo i punti chiave del CCNL commercio, tra cui i livelli contrattuali, le ferie, le malattie e le altre informazioni da conoscere. 

Contratto collettivo nazionale (CCNL) “Commercio”, come funziona?

Il contratto collettivo nazionale del commercio, firmato da Conflavoro PMI, Fesica-Confsal e Confsal, ha come obiettivo principale quello di tutelare gli interessi dei lavoratori del settore, che sono più di 3 milioni sul territorio nazionale.

Per poter affermare di conoscere cos’è il CCNL commercio, è necessario conoscere come vengono classificati i dipendenti. Questi sono suddivisi in vari livelli, di cui ognuno è associato a specifiche mansioni. Al di sopra dei seguenti livelli, quelli ordinari, ci sono i quadri, che ricevono un trattamento distinto:

  • Primo livello: ruoli di alta responsabilità e direzione, come gestori di negozi, responsabili marketing e analisti sistemisti.
  • Secondo livello: professionisti con autonomia e capacità di coordinamento, come responsabili delle casse, contabili e spedizionieri qualificati.
  • Terzo livello: mansioni che richiedono competenze tecniche ed esperienza, come impiegati amministrativi, vetrinisti, disegnatori tecnici e operai specializzati.
  • Quarto livello: compiti operativi con specifiche conoscenze tecniche, come cassieri, commessi e magazzinieri.
  • Quinto livello: lavori qualificati che richiedono conoscenze e capacità comuni, come addetti al controllo vendite e aiuto-commessi.
  • Sesto livello: mansioni che richiedono semplici conoscenze pratiche, come uscieri, custodi e operai.
  • Settimo livello: ruoli dedicati a mansioni di pulizia o equivalenti, come addetti alle pulizie.

Essere al corrente dei livelli previsti da questo contratto collettivo non basta per conscere cos’è e come funziona CCNL commercio. È altrettanto, se non più importante, essere al corrente delle condizioni stabilite per equilibrare gli interessi dei lavoratori e delle aziende. Ecco le principali:

  • Ferie e permessi: I dipendenti inquadrati secondo il CCNL commercio hanno diritto a quattro settimane di ferie annuali, oltre a 32 ore di permessi retribuiti. I cosidetti ROL, un acronimo che sta per riduzione dell’orario di lavoro e indica i riposti concessi al lavoratore che possono essere fruiti senza che la retribuzione in busta paga venga ridotta, si maturano ogni 15 giorni lavorativi.
  • Orario di lavoro: L’orario standard è fissato a 40 ore settimanali, distribuite su cinque giorni, ma può essere esteso su sei giorni senza superare le 48 ore settimanali.
  • Mensilità: I lavoratori ricevono 14 mensilità, con la tredicesima erogata a dicembre e la quattordicesima a giugno.
  • Dimissioni e licenziamento: Le dimissioni devono essere comunicate per iscritto, rispettando i termini di preavviso che variano in base al livello e agli anni di servizio. Il licenziamento, invece, può avvenire solo per giusta causa o giustificato motivo.

Periodo di prova e infortunio

Devi sapere, poi, che il CCNL commercio prevede anche un periodo di prova. La durata di questo lasso di tempo in cui l’azienda valuta il l’effettiva preparazione e le competenze del lavoratore varia in base al livello del dipendente: non può superare i sei mesi per quadri e i dipendenti primo livello, e tre mesi per gli altri livelli. In caso di contratto di durata inferiore a un anno, il periodo di prova non può superare il 50% della durata del contratto.

In caso di infortunio riconosciuto dall’INAIL, il CCNL prevede un’indennità che copre il 100% dello stipendio per il giorno dell’incidente, il 60% nei tre giorni successivi, il 90% dal quinto al ventesimo giorno, e nuovamente il 100% fino al 180° giorno.

Maternità

Per le lavoratrici in maternità, il contratto prevede cinque mesi di astensione obbligatoria dal lavoro, durante i quali l’azienda integra l’indennità INPS fino al raggiungimento della piena retribuzione. La dipendente può scegliere come distribuire il periodo di congedo, optando per cinque mesi post-parto, oppure uno prima e quattro dopo, o ancora due mesi prima e tre dopo il parto.

Retribuzione e tabelle retributive

Il CCNL commercio dettaglia tutte le componenti della retribuzione, incluse maggiorazioni e possibili riduzioni. Le tabelle retributive, aggiornate periodicamente secondo gli scatti previsti, indicano gli importi minimi mensili a cui i lavoratori hanno diritto, suddivisi per livello e ruolo.

Rinnovo del 22 marzo 2024: le novità

Il rinnovo del CCNL commercio, avvenuto il 22 marzo 2024, ha introdotto alcune novità significative. La più rilevante è l’aumento dei minimi contrattuali a partire da aprile 2024, con ulteriori incrementi previsti per marzo 2025, novembre 2025, novembre 2026 e febbraio 2027.

Un’altra modifica importante è l’introduzione di una somma una tantum, che sarà erogata con le buste paga di luglio 2024 e luglio 2025. Gli importi variano dai circa 120 euro per il settimo livello ai 300 euro per i quadri.

Il CCNL commercio rappresenta un pilastro fondamentale per la regolamentazione del lavoro nel settore terziario in Italia. Con aggiornamenti continui e condizioni che cercano di bilanciare equamente le esigenze di lavoratori e datori di lavoro, questo contratto collettivo rimane essenziale per garantire diritti, tutele e opportunità nel mondo del commercio e dei servizi.

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Tutto sulla SIAE: costi, scadenze e possibili sanzioni

SIAE: quando si deve pagare, costi e sanzion

Come funziona la SIAE? Quando si deve pagare, quali sono i costi associati e cosa rischia chi non rispetta obblighi e scadenze?

Quando si deve pagare la SIAE? Questo acronimo si riferisce alla Società Italiana degli Autori ed Editori (SIAE), una delle istituzioni più importanti del panorama artistico e culturale italiano. Come si evince dal nome, la SIAE tutela gli interessi di autori, compositori e artisti, assicurando che i loro diritti d’autore vengano rispettati e adeguatamente remunerati.

Tuttavia, il funzionamento della SIAE e gli obblighi a cui sottostare non sono sempre chiari. Con questo articolo vogliamo fare chiarezza e fugare ogni dubbio relativo a quando si deve pagare la SIAE, quali sono i costi associati e cosa rischia chi non rispetta questi obblighi.

Quando si deve pagare la SIAE?

Se ti stai chiedendo quando pagare la SIAE devi sapere che è obbligatorio sostenere il costo ogni volta che si utilizza pubblicamente un’opera protetta da copyright, come musica, film, spettacoli teatrali, o qualsiasi altra forma di espressione artistica. Ciò include eventi come concerti, feste, spettacoli, ma anche l’uso di musica di sottofondo in esercizi commerciali come bar, ristoranti, negozi e hotel.

Più nello specifico, ecco alcune situazioni comuni in cui è necessario pagare la SIAE:

  • Eventi pubblici: Se organizzi un concerto, una serata karaoke, una sfilata di moda, o qualsiasi evento pubblico in cui viene utilizzata musica o altre opere protette, devi pagare la SIAE per ottenere l’autorizzazione necessaria.
  • Esercizi commerciali: Se gestisci un bar, un ristorante, un negozio o qualsiasi attività commerciale in cui viene diffusa musica di sottofondo, è necessario pagare la SIAE. Anche la semplice riproduzione di musica tramite radio o TV richiede il pagamento dei diritti.
  • Streaming e webcast: Anche chi utilizza opere protette in streaming online o attraverso webcast deve ottenere le necessarie licenze dalla SIAE. Questo vale per i creatori di contenuti, siti web e piattaforme digitali.
  • Utilizzo in film e produzioni video: Se utilizzi musica o altri contenuti protetti in un film, un video promozionale o qualsiasi altro tipo di produzione audiovisiva, devi pagare i diritti alla SIAE.

Quanto costa la SIAE?

 I costi associati al pagamento della SIAE variano notevolmente a seconda del tipo di utilizzo e dell’opera in questione. La SIAE applica tariffe diverse in base al contesto. Per esempio, per quanto riguarda gli eventi pubblici, i costi dipendono dal tipo di evento, dal numero di spettatori e dall’importanza dell’evento stesso. Per esempio, un grande concerto avrà costi più elevati rispetto a una piccola festa di quartiere.

Analizzando invece i costi della SIAE per gli esercizi commerciali, le tariffe sono generalmente calcolate in base alle dimensioni dell’immobile. Ad esempio, un piccolo bar pagherà meno rispetto a un grande ristorante o a una discoteca.

Per le dirette streaming, le tariffe possono variare in base al numero di utenti connessi, alla frequenza di utilizzo e alla piattaforma utilizzata. Alcuni servizi di streaming potrebbero già includere i costi SIAE nel loro abbonamento, ma non è sempre così. Infine, per le visioni audiovisive i costi sono determinati dalla durata dell’opera utilizzata, dal tipo di diffusione (cinema, TV, web) e dall’importanza della produzione.

Cosa rischia chi non paga la SIAE?

Chi non paga la SIAE può incorrere in conseguenze legali e finanziarie rilevanti come sanzioni pecuniarie e azioni legali, fino ad arrivare alla sospensione dell’attività. Nel primo caso si tratta semplicemente di multe, che vengono applicate per aver utilizzato delle opere senza aver fatto fronte al pagamento dei diritti d’autore ad esse connessi. A seconda della gravità della violazione, la SIAE può decidere se intraprendere o meno delle azioni legali che possono portare a cause civili e richieste di risarcimento danni.

La sospensione dell’attività è, invece, una misura che viene attuata nel caso in cui la violazione sia grave. In quel caso, l’esercizio commerciale o l’evento deve rimanere chiuso o “fermo” finché i pagamenti delle imposte e delle sanzioni non vengono regolarizzati. Non pagare la SIAE può anche comportare un danno alla reputazione dell’organizzatore dell’evento o dell’esercente. Questo può influire negativamente sui rapporti con artisti, fornitori e clienti.

Pagare la SIAE non è solo un obbligo legale, ma anche un dovere morale verso gli autori e i creatori di opere artistiche. La corretta gestione dei diritti d’autore garantisce che gli artisti ricevano il giusto compenso per il loro lavoro, permettendo così la continuazione e lo sviluppo della cultura. Sebbene i costi possano sembrare elevati, è importante considerare le conseguenze negative del mancato pagamento, che possono includere sanzioni, azioni legali e danni alla reputazione. Pertanto, è fondamentale informarsi adeguatamente e rispettare le normative vigenti per evitare problemi e contribuire alla tutela della creatività artistica.

Infine, concludiamo questo articolo con una curiosità. La SIAE ha utilizzato la blockchain di Algorand per organizzare il suo archivio creando, sulla rete, una collezione di più di 4 milioni di NFT. Ogni token non fungibile aveva la funzione di rappresentare il diritto su un’opera di uno dei quasi 100 mila creator che la SIAE gestisce.

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Gaetano Blandini, Manager di SIAE in occasione della partnership con Algorand si è espresso così: “la tecnologia della blockchain è di sicuro un filone interessante da continuare ad esplorare per via della sua trasparenza ed efficienza, fondamentali per chi, come noi, gestisce lo stipendio del duro lavoro degli altri”.

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Benzina in calo: cosa significa per il mercato globale del petrolio?

Prezzo benzina in calo: conseguenze petrolio

Il prezzo della benzina sta scendendo. Cosa succederà al petrolio inteso come asset?

La fine dell’estate e la conclusione delle vacanze portano con sé un fenomeno prevedibile ma significativo: la diminuzione dei prezzi della benzina a livello internazionale. Questo calo è principalmente dovuto a una riduzione della domanda, un classico esempio di come i cicli stagionali influenzino i mercati energetici. Ma dietro questa apparente normalità, si nascondono dinamiche complesse che potrebbero avere ripercussioni durature sul mercato globale del petrolio. 

Nel periodo estivo, la domanda di benzina aumenta notevolmente, spinta dai viaggi per le vacanze e dall‘incremento dell’attività turistica. Tuttavia, con la fine della stagione estiva, questa domanda subisce una brusca frenata. Secondo i dati recenti, gli strumenti derivati (futures) sulla benzina negli Stati Uniti sono scesi a 2,35 dollari al gallone, avvicinandosi al minimo di sei mesi registrato all’inizio di agosto.

Questo non è solo un riflesso della diminuzione della domanda di carburanti, ma anche dell’andamento più ampio dei mercati petroliferi, che si trovano a fare i conti con una serie di fattori economici e geopolitici.

L’impatto sul prezzo del petrolio

L’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA) ha indicato che il mercato del petrolio potrebbe trovarsi di fronte a un’eccedenza di offerta nel quarto trimestre del 2024. Questo, a meno che l’OPEC+ non decida di prorogare i tagli alla produzione attualmente in atto. La possibilità di un surplus è ulteriormente rafforzata dal rallentamento economico della Cina, che ha portato a una revisione al ribasso della domanda per l’oro nero.

Inoltre, gli Stati Uniti, il principale produttore mondiale di greggio, hanno visto un aumento inaspettato delle scorte di petrolio, nonostante un calo delle scorte di benzina. Questo ha contribuito a mantenere sotto pressione i prezzi del petrolio, con il Brent e il WTI che mostrano segni di debolezza. Le previsioni indicano che il prezzo del Brent potrebbe stabilizzarsi intorno ai 65-70 dollari al barile, con possibilità di ulteriore ribasso se le condizioni economiche globali dovessero peggiorare.

Il prezzo del petrolio e della benzina è notoriamente volatile, influenzato da una molteplicità di fattori come le tensioni geopolitiche, il cali o l’aumento della domanda, le politiche green promulgate dagli Stati e dll’Unione Europea. Attualmente, il contesto è caratterizzato da un eccesso di offerta che potrebbe amplificarsi se le economie globali, già sotto pressione, dovessero entrare in una fase recessiva. L’OPEC+ si trova così a dover bilanciare attentamente le sue decisioni di produzione per evitare un crollo dei prezzi simile a quello del 2014, causato proprio da un’eccessiva offerta di greggio.

Cosa aspettarsi nei prossimi mesi?

Le previsioni per i prossimi mesi dipendono fortemente da come evolverà la domanda globale di energia. Se assistermo ad una recessione a livello globale, i prezzi del petrolio potrebbero subire ulteriori pressioni al ribasso, e scatenare un effetto domino sulla maggior parte dei titoli energetici. Dall’altro lato, se l’economia riuscirà a stabilizzarsi, potremmo assistere a un graduale recupero dei prezzi, anche se difficilmente si tornerà ai livelli pre-pandemia nel breve termine.

Il calo dei prezzi della benzina con la fine dell’estate non è solo una buona notizia per i consumatori, ma anche un segnale di una più ampia debolezza nella domanda globale di petrolio. Con l’OPEC+ che gioca un ruolo cruciale nel mantenere l’equilibrio del mercato, i prossimi mesi saranno decisivi per capire quale direzione prenderà il mercato energetico globale. In ogni caso, il panorama rimane incerto, e la volatilità continuerà a caratterizzare il mercato del petrolio per il prossimo futuro.


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Pagare in crypto direttamente dall’iPhone, l’aggiornamento di Apple e l’annuncio di Circle (USDC)

Apple pagamenti in crypto con USDC

Apple ha annunciato, negli scorsi giorni, che renderà disponibile il suo chip NFC agli sviluppatori di aziende terze. Scopri le implicazioni per il mondo crypto

Una critica che viene spesso mossa al mondo crypto riguarda l’esperienza degli utenti, o come si dice in gergo, user experience (UX). Seed phrase, address e chiavi private rendono l’esplorazione del mondo delle criptovalute un’attività complessa per i meno esperti. Ma nelle ultime ore è trapelata una news che ha il sapore di soluzione a questo annoso problema.

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Apple permetterà, indirettamente, di effettuare pagamenti in crypto grazie all’ultimo aggiornamento sui chip NFC, permettendo ai wallet e agli exchange di sognare in grande. Il primo grande player a muoversi è stato Circle che ha fatto sapere su X (Ex Twitter), tramite il suo Chief Executive Officer (CEO) Jeremy Allaire, che i possessori di iPhone potranno pagare in USDC con un semplice “tap”.

Ecco quali novità si presentano all’orizzonte per quanto riguarda i pagamenti in crypto attraverso i dispositivi Apple.

Cosa cambia per i wallet Web 3

Il tweet di Allaire ha acceso l’entusiasmo nel mondo crypto, soprattutto per il consiglio contenuto al suo interno: “sviluppatori di applicazioni per effettuare pagamenti su blockchain, preparatevi! Apple sta arrivando”. Ma cosa significa questo a livello pratico?

Beh, la possibilità per i devs di mettere le mani sul chip NFC dell’iPhone consentirà ai wallet Web3 e crypto di invocare il circuito in modo da finalizzare transazioni, creando nuove possibilità di interazione tra dispositivi. In altre parole, sarà possibile utilizzare il proprio wallet crypto per effettuare un pagamento semplicemente con un “tap”, così come accade oggi per le normali carte di debito o credito.

Questa innovazione, secondo il CEO di Circle, non rimarrà circoscritta ai pagamenti diretti tra utenti ma verrà estesa anche a quelli diretti ai commercianti e all’utilizzo degli NFT, ad esempio per biglietti di eventi o certificati.

L’Apertura di Apple al mondo NFC

Ma come mai tutto questo è possibile soltanto da oggi? Perché Apple non consentiva ad applicazioni di terze parti di accedere alla sua tecnologia, che poteva essere sfruttata solo da Apple Wallet e Apple Pay. Ora, con l’aggiornamento software iOS 18.1 previsto per questo autunno, i developer di terze parti potranno finalmente accedere al chip NFC dell’iPhone. 

Tuttavia, non sarà tutto scontato: i developer dovranno firmare accordi commerciali con Apple, rispettare gli standard di sicurezza e privacy imposti dall’azienda, e pagare eventuali commissioni, i cui dettagli non sono ancora stati rivelati. La decisione di consentire l’accesso ai suoi chip NFC arriva dopo svariati anni di pressioni da parte dei regolatori, inclusa l’Unione Europea, che ha spinto per rendere, questo mercato, il più competitivo possibile.

Utilizzeremo le crypto “senza accorgercene?”

L’integrazione di USDC con il sistema tap-to-pay su iPhone potrebbe essere un punto di svolta per l’adozione delle criptovalute su larga scala, principalmente perché potrebbe rendere i pagamenti in stablecoin più accessibili e facili da processare. D’altronde, l’obiettivo condiviso dalla maggior parte degli imprenditori che operano in questo settore è, da tempo, lo stesso: rendere questa incredibile tecnologia utilizzabile da chiunque. Così come internet, che ha dovuto affrontare un lungo processo per diventare mainstream.

I pagamenti in crypto attraverso i chip NFC dei dispositivi Apple è un tassello, seppur piccolo, nel percorso delle criptovalute (e delle stablecoin) per diventare un metodo di pagamento, un mezzo di scambio, popolare, almeno quanto le valute fiat.


È un buon momento per stipulare un mutuo a tasso variabile? Le previsioni sull’Euribor

Previsioni Euribor: mutui a tasso variabile

Come varierà il costo dei mutui a tasso variabile nei prossimi mesi? Per provare a prevederlo è necessario analizzare le principali previsioni su l’Euribor, il tasso di interesse europeo di riferimento

Cosa ci dicono le ultime previsione sull’Euribor, o Euro Interbank Offered Rate, ovvero il tasso d’interesse medio pagato dalle banche della zona euro per prestarsi, a vicenda, del denaro, nonché il riferimento per quanto riguarda i mutui a tasso variabile.

Negli ultimi mesi, le previsioni sull’Euribor, in particolare quelle a tre mesi, hanno attirato l’attenzione di molti esperti del settore finanziario, che hanno analizzato vari fattori per fornire previsioni sulle sue future fluttuazioni. A quanto si attestano, attualmente, le previsioni sull’Euribor per gli ultimi mesi del 2024?

Previsioni Euribor: cosa accadrà nel breve termine?

Il primo attore che ha fornito le sue previsioni sull’Euribor è, come auspicabile, l’Unione Europea, attraverso lo “Spring 2024 Economic Forecast”, un rapporto che analizza, in senso lato, la situazione economica Europa. 

Nell’executive summary del documento, oltre ad una panoramica che mette in evidenza i dati più importanti per l’Unione come il tasso di crescita del Prodotto Interno Lordo (PIL) e il tasso di inflazione, troviamo anche alcune previsione sull’Euribor e i fattori che lo influenzeranno. 

Ovviamente, il futuro dell’Euribor è strettamente connesso alle decisioni della Banca Centrale Europea (BCE) per quanto riguarda i tassi di interesse, già ridotti di 25 punti base a giugno e che attualmente si attestano al 4,25%. Secondo l’Unione questi raggiungeranno la soglia del 3,2% entro la fine dell’anno e quella del 2,5% per la fine del 2025.

Anche Chatham Financial si aspetta una decrescita dell’Euribor al 3% per i primi mesi dell’inizio del 2025 e al 2,7% entro la fine del prossimo anno. 

Le previsioni sull’Euribor di Erste Group, una delle principali istituzioni finanziarie dell’Europa Centrale e Orientale, sono leggermente più ottimiste. L’istituto di credito, dopo il primo taglio dei tassi di interesse arrivato a giugno, si aspetta che l’Euribor raggiungerà quota 3% entro la fine dell’anno e che si attesterà al 2,6% entro luglio 2025.

Guardando agli ultimi mesi del 2025, le previsioni della maggioranza delle banche e istituzioni di credito sono simili. Tutti si aspettano una diminuzione dell’Euribor a tre mesi, con tassi che potrebbero scendere sotto il 3%  dopo la prossima estate. Questi dati suggeriscono un allentamento delle politiche monetarie restrittive della BCE, probabilmente in risposta a un’inflazione più contenuta.

L’impatto sui mutui a tasso variabile

Perché le previsioni sull’Euribor sono importanti per chi ha stipulato un mutuo a tasso variabile o ha intenzione di farlo nel prossimo futuro? Perché il costo del mutuo varia proprio a seconda delle oscillazione di questo valore. Perciò una diminuzione dell’Euribor comporterebbe una riduzione delle rate mensili del mutuo, e consente quindi ai titolari di mutui a tasso variabile, di risparmiare. 

Se vuoi approfondire questo argomento abbiamo scritto un articolo di blog dedicato al tasso variabile. Insomma, le previsioni per l’Euribor suggeriscono che ci attende una fase di mercato favorevole per i mutui a tasso variabile, dopo qualche anno di rate molto salate! Come anticipato nei paragrafi precedenti, questo trend è strettamente legato alle politiche della BCE e alle condizioni economiche globali. Per i mutuatari, queste informazioni sono cruciali per pianificare al meglio le proprie finanze e considerare eventuali passaggi a mutui a tasso fisso se si desidera maggiore stabilità.

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Le differenze tra i tassi sui mutui: Eurirs, Euribor, BCE e il loro rapporto con l’inflazione

I tassi sui mutui e l’inflazione

Le differenze tra i principali tassi di riferimento per i mutui: Eurirs, Euribor, e BCE. Come variano in relazione all’inflazione e come influiscono sul costo di un mutuo?

Il tasso di interesse sul mutuo è uno degli aspetti più importanti da considerare quando si decide di prendere in prestito del denaro. Per questo motivo comprendere le differenze tra Eurirs, Euribor, e i tassi della BCE può fare una grande differenza nella scelta del finanziamento più adatto. 

Vediamo nel dettaglio come funzionano questi tassi, come variano e qual è l’influenza su di essi dell’inflazione.

Euribor: i mutui a tasso variabile

L’Euribor, o Euro Interbank Offered Rate, è il tasso d’interesse medio pagato dalle banche della zona euro per prestarsi, a vicenda, del denaro. O, in parole semplici, rappresenta il costo del denaro nell’Eurozona in un determinato momento. L’Euribor viene calcolato giornalmente dalla federazione bancaria europea, attraverso la media ponderata dei tassi di interesse delle banche più attive dell’area euro. Questo indice varia giornalmente e può avere diverse durate di riferimento, da un giorno fino a 12 mesi. Ad esempio, il tasso Euribor a tre mesi era del 3.7% il 10 luglio 2024​

Ma cosa centra con i mutui? Il tasso di interesse Euribor è il benchmark (o riferimento) utilizzato per calcolare l’interesse di prodotti finanziari come prestiti personali, mutui e depositi bancari a tasso variabile. In altre parole, le rate che chi ha stipulato un mutuo a tasso variabile deve pagare variano in modo direttamente proporzionale all’Euribor, se questo scende diventano più economiche. 

Eurirs: i mutui a tasso fisso

L’Eurirs (Euro Interest Rate Swap), invece, è il tasso di riferimento per i mutui a tasso fisso. Così come l’Euribor rappresenta il costo a cui le banche, e gli altri istituti di credito europei, prendono in prestito del denaro tra di loro ad un costo prefissato. L’Eurirs è calcolato quotidianamente dalla Federazione Bancaria Europea e varia a seconda della durata del finanziamento. Più lungo è il periodo, più alto sarà il tasso applicato. Ad esempio, al 10 luglio 2024, i tassi Eurirs per un mutuo di 20 anni erano al 3.6%.

La stagione caratterizzata da politiche restrittive portata avanti dalle principali banche centrali sembra vicina alla conclusione. La riduzione dei tassi di interesse, già iniziata in Europa e imminente negli USA secondo diversi esperti, potrebbe agevolare gli asset più volatili come le azioni e le criptovalute. Se pensi che possa essere il momento giusto per esporsi agli asset digitali, puoi farlo attraverso la nostra app!

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Tassi di interessi della BCE

Veniamo, infine, ai tassi di interesse della BCE, quelli di cui si sente parlare più spesso, soprattutto dal 2021 in poi, in quanto sono stati alzati per contrastare l’inflazione. Questi vengono decisi mensilmente dalla Banca Centrale Europea e rappresentano il tasso al quale le banche commerciali possono prendere in prestito denaro dalla stessa. Per capire la differenza con i tassi sui mutui precedenti, i tassi di interesse della BCE possono essere interpretati come il “prezzo all’ingrosso” del denaro per le banche europee

Per capire come questi variano non possiamo, però, tralasciare l’inflazione, un fenomeno economico che rappresenta l’aumento generale dei prezzi nel tempo, e che riduce il potere d’acquisto delle valute. 

Ma perché l’inflazione influisce sui tassi d’interesse? Il rapporto tra questi due valore non è diretto, i tassi di interesse non variano automaticamente in relazione all’inflazione, dato che vengono decisi dalla BCE. Tuttavia, le banche centrali del mondo intervengono quando il costo del denaro raggiunge livelli preoccupanti, nella maggior parte dei casi alzandoli.

In conclusione, Scegliere il mutuo giusto richiede una buona comprensione dei diversi tassi di riferimento e delle loro variazioni. L’Eurirs offre stabilità per i mutui a tasso fisso, mentre l’Euribor rappresenta la variabilità per i mutui a tasso variabile. Il tasso BCE influisce direttamente sul costo del denaro a breve termine, e l’inflazione gioca un ruolo cruciale nell’economia, influenzando tutti i tassi di interesse.

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Interesse composto: cos’è e come si calcola?

Interesse composto: cos’è e come si calcola?

Cos’è e come si calcola l’interesse composto? Come cresce il capitale investito negli anni.

Che cos’è l’interesse composto e come si calcola? Un concetto finanziario sul quale si è espresso addirittura Albert Einstein, definendolo “l’ottava meraviglia del mondo”, nonché il faro di due leggende dei mercati: Warren Buffet e Charlie Munger. Nonostante sia abbastanza semplice da comprendere, in molti non conoscono il funzionamento e in che modo varia il capitale investito se si applica questa magica formula matematica.

Per definire l’interesse composto, in breve, si può dire che è il rendimento percentuale che si riceve su un importo il quale è frutto di un interesse guadagnato in precedenza. Insomma, è una sorta di interesse sugli interessi. Se dopo aver letto la definizione hai ancora dei dubbi non ti preoccupare, una volta che sarai arrivato alla fine dell’articolo, soprattutto grazie agli esempi pratici, saprai esattamente cos’è l’interesse composto e come si calcola.

Che cos’è l’interesse composto?

Per comprendere cos’è e come funziona l’interesse composto, possiamo iniziare dicendo che ti consente di guadagnare interessi non solo sul capitale che hai investito, ma anche sui rendimenti che accumuli nel tempo. Questo, però, accade soltanto nel caso in cui reinvesta i profitti che generi.

Contrariamente a quanto si possa pensare, l’interesse composto può essere applicato anche nel caso in cui si decida di investire il proprio capitale in uno strumento finanziario diverso da quello scelto in origine. Ad esempio, se hai registrato un profitto di 1.100 euro depositando, per tre anni, 10.000 euro nel conto deposito offerto della tua banca e decidi di cambiare rotta preferendo, in un dato momento, il mercato azionario, il tuo capitale crescerà comunque seguendo le logiche dell’interesse composto, a patto che tu reinvesta i profitti generati. 

Interesse composto: come si calcola?

Ora che sai, almeno in parte, cos’è l’interesse composto e come funziona, possiamo affrontare qualche esempio pratico per fissare il più possibile questo importante concetto finanziario. Per farlo ci serviremo dello scenario ipotizzato nel paragrafo precedente.

Immaginiamo, dunque, che tu abbia investito 10.000 euro in un conto deposito che garantisce un rendimento del 5% all’anno e che distribuisce i profitti generati annualmente. Ti potresti chiedere perché è importante specificare quando il conto deposito distribuisce i profitti a chi lo utilizza. Quando si parla di interesse composto, la variabile tempo, rappresentata dalla frequenza, è fondamentale. Ma vedremo anche questo nell’esempio pratico qui sotto.

Al termine dei primi 365 giorni il tuo capitale sarà diventato di 10.500€, dato che si sommeranno 500€ ai 10.000€ di partenza, ovvero il suo 5%. Fino qui è tutto molto semplice e la magia dell’interesse composto non è ancora stata “evocata”.

Analizziamo ora le performance per il secondo anno, il cui punto di partenza sarà di 10.500€ e non più 10.000€. Durante il secondo anno, grazie all’interesse composto, guadagnerai 525€ (10.500 * 5%), 25€ in più rispetto a quello precedente e il tuo capitale totale diventerà pari a 11.025€.

Se vogliamo comprendere che cos’è l’interesse composto è ancora più efficace analizzare la questione in termini percentuali. Mettiamo caso che, non essendo ancora a conoscenza della formula matematica per calcolare l’interesse composto, tu decida, per stimare il possibile ritorno dei suoi investimenti per due anni, di raddoppiare l’interesse “di base” garantito annualmente. 

Interesse per investimento biennale (non composto): 5% * 2 = 10%

Guadagno per investimento biennale (non composto): 10.000 * 10% = 1.000€

Capitale totale per investimento biennale (non composto): 10.000€ + 1.000€ = 11.000€

Cambia qualcosa rispetto al calcolo effettuato utilizzando l’interesse composto e quindi partendo dall’assunto che si siano reinvestiti i profitti generati il primo anno?

La risposta è sì, anche se la differenza è piuttosto lieve:

11.025€ – 11.000€ = 25€

Invece che registrare un rendimento del 10%, questo, in percentuale, è stato del 10.25%. Ciò significa che reinvestendo il tuo capitale iniziale e i profitti generati guadagni, in questo caso specifico, avresti guadagnato 25 euro in più. Questa cifra però diventa sempre più grande al variare di alcuni parametri, come il tempo o la percentuale di ritorno sull’investimento. Se, per esempio, tu decidessi restare investito nello stesso strumento finanziario per vent’anni senza prelevare i profitti, i 10.000€ iniziali si trasformerebbero in 26.500$. 

La magia dell’interesse composto diventa ancora più evidente nel caso in cui sia possibile ottenere un ritorno più alto sugli investimenti. Se, per esempio, riuscissi a registrare un 10% all’anno con un capitale iniziale sempre pari a 10.000€, dopo vent’anni ti troveresti con un gruzzolo di circa 67.000$.

Quanto hai appena letto rende bene l’idea di come può crescere il capitale investito negli anni. A prescindere da quanto sia “importante” la somma iniziale. Per questo motivo, farlo può essere una scelta saggia, soprattutto se l’alternativa è lasciare il proprio denaro “sotto il materasso” o sul conto in banca alla mercea dell’inflazione. Se pensi che sia arrivato il momento di iniziare e vuoi farlo attraverso una asset class innovativa e all’avanguardia puoi iniziare a esplorare il mondo crypto, magari iniziando da Bitcoin.

Scopri Bitcoin

Da cosa è influenzato?

Nel paragrafo precedente abbiamo anticipato che il tempo è una variabile molto importante quando si parla di interesse composto. Questo si manifesta in diversi modi, in primis con la frequenza di compounding, ovvero ogni quanto tempo si ricevono i profitti ed è quindi possibile reinvestire. Per quanto riguarda un investimento in azioni, criptovalute o strumenti finanziari come gli ETF, questo processo è praticamente automatico, principalmente perché, solitamente, si holdano per lunghi periodi di tempo senza prelevare dal capitale i profitti generati annualmente.

Ovviamente, uno dei parametri che influenza maggiormente l’interesse composto è il tasso di interesse. Questo varia notevolmente a seconda del tipo di asset che si sceglie. Per esempio, se si scelgono delle obbligazioni (o degli strumenti finanziari che si basano su questi) il rendimento sarà garantito e, praticamente, sicuro e verrà redistribuito in una data certa. Al contrario, è impossibile calcolare, in anticipo, l’interesse composto sulle azioni o sulle crypto, perchè non si conosce il rendimento che si otterrà alla fine dell’investimento.

Interesse composto: la formula

Per concludere questo articolo, ora che sappiamo cos’è l’interesse composto e come si calcola, possiamo analizzare la formula e applicarla a qualche caso specifico.

A = P*(1+ r/n)nt

Dove:

  • A è il valore futuro;
  • P è il capitale;
  • r è il tasso di interesse;
  • n è il la frequenza di erogazione;
  • t è il tempo calcolato in anni. 

Sebbene questa formula sia quella universalmente riconosciuta, ne esiste una più intuitiva per calcolare l’interesse composto su un investimento. Applichiamola direttamente all’esempio pratico che abbiamo affrontato nei paragrafi precedenti:

(Capitale totale – Capitale iniziale) / Capitale iniziale

(11.025 – 10.000) / 10.000 = 9,1025 = 10,25%

Come puoi notare dalla formula che trovi qui sopra, puoi ricavare l’interesse composto dividendo il surplus che hai ottenuto dopo un tempo t  dall’inizio del tuo investimento, in questo caso due anni, per il capitale iniziale.

In conclusione, l’interesse composto è, in parole semplici, l’interesse sugli interessi, una misura fondamentale per stimare i rendimenti futuri, utilizzata da chiunque operi sui mercati finanziari. Ora che sai che cos’è l’interesse composto e come si calcola, non ti resta che iniziare ad esplorare l’altrettanto magico mondo delle crypto.

Ottenere prestiti senza busta paga e senza garante: la guida e i requisiti

Coppia al PC

È possibile ottenere prestiti senza una busta paga e senza un garante? Ecco tutte le cose da sapere e i requisiti

Ottenere prestiti senza busta paga e senza garante è, davvero, possibile. Ovviamente ci sono dei requisiti da soddisfare per ricevere accedervi, ma ottenere un muto o un finanziamento senza garanzie non è così difficile come si potrebbe pensare.

Anche conosciuti come prestiti senza reddito o prestiti senza garanzie, queste sono forme di finanziamento in cui il richiedente non è tenuto a, o comunque non può, fornire una busta paga o altre prove di reddito per ottenere quanto richiesto. I prestiti senza busta paga (e anche senza garante) infatti, sono utilizzati spesso da chi non ha una stabilità lavorativa o in generale non è in grado di fornire la documentazione finanziaria tradizionalmente richiesta in questi frangenti

Prestiti senza busta paga: come ottenerli? Requisiti 

Nel processo di richiesta di un prestito solitamente sono domandati vari documenti, tra cui la busta paga, che attesta la posizione lavorativa del richiedente e garantisce la capacità di restituire l’importo. Tuttavia, nel caso in cui il richiedente non la possieda le banche possono richiedere la presenza di un garante, ossia una figura che si impegna al rimborso nel caso in cui il richiedente non sia in grado di farlo. 

Come? Una delle modalità ammesse è ad esempio quella della fideiussione con beneficio di escussione. Si tratta di una garanzia personale con cui il fideiussore si impegna a rimborsare,attraverso il suo patrimonio, la cifra ottenuta dal terzo per il quale svolge il ruolo di garante in caso di inadempienza.  

In linea generale, un garante deve percepire un reddito dimostrabile e soprattutto giudicato sufficiente per coprire eventuali insolvenze e non deve inoltre essere iscritto al Crif come cattivo pagatore. La banca prende in esame anche il patrimonio del soggetto, in particolar modo i suoi beni immobiliari, sebbene non vengano considerati fra i requisiti come garanzia accessoria.

Anche la presenza di un canone di locazione (un semplice affitto) per immobile di proprietà di chi richiede la cifra può essere uno dei requisiti per ottenere prestiti senza busta paga. 

Per richiedere somme elevate, invece, possono essere necessarie delle garanzie ulteriori, come ad esempio la presenza di un cointestatario assieme al quale avanzare richiesta. Valutata, sempre soprattutto in questi casi, anche la possibilità di ipotecare un immobile (di proprietà). In entrambi i casi, le tempistiche per richiedere e ottenere prestiti senza busta paga sono, di norma, più lunghe rispetto a quelle delle domande tradizionali. Inoltre, vale la pena di notare che le garanzie ipotecarie o pignoratizie sono gravate da spese burocratiche elevate, che spesso arrivano anche a superare o comunque ad eguagliare l’importo richiesto.

Se ti interessa il mondo crypto, sappi che esistono anche prestiti collegati al settore e li affronteremo nel prossimo nel prossimo paragrafo.

Scopri Young Platform

Prestiti senza busta paga e senza garante: requisiti

Anche chi non ha né una prova finanziaria di reddito né un garante può tentare di richiedere somme di denaro agli istituti di credito. Esistono diversi tipi di prestiti senza busta paga e senza garante, tra cui:

  • Prestito d’onore: si rivolge solo ed esclusivamente a studenti di scuole medie secondarie oppure a universitari e ha l’obiettivo di garantire il completamento del ciclo di studi. Fra i requisiti per ottenerlo c’è sicuramente quello della media scolastica elevata oltre che la presenza di una convenzione fra la scuola/università e l’istituto di credito propenso ad erogare questa tipologia di prestito.
  • Prestiti garantiti dagli enti pubblici: spesso prendono vita da fondi nazionali o europei e possono essere anche a fondo perduto. Hanno l’obiettivo di sostenere le fasce più deboli della popolazione permettendogli di avviare progetti imprenditoriali in grado di generare entrate.

Prestiti decentralizzati: lending and borrowing crypto

Negli ultimi anni si è affermata una nuova tipologia di prestiti che funzionano, di fatto, anche se non si fornisce una busta paga o non si indica un garante. La piattaforma di riferimento è, in questo senso, Aave, un’applicazione decentralizzata costruita sulla blockchain di Ethereum, leader nel settore del lending and borrowing decentralizzato. 

Su Aave tutto è regolato dagli smart contract, contratti intelligenti che svolgono le mansioni che, nel sistema finanziario tradizionale, sono affidate alle banche o ad altri istituti di credito. Come già anticipato, per richiedere un prestito su Aave, non serve né una busta paga né, tantomeno, un garante, ma il funzionamento dell’intero sistema è garantito dal collaterale in crypto depositato dagli utenti stessi. Puoi approfondire il funzionamento di questa innovativa piattaforma di finanza decentralizzata (DeFi) nel nostro articolo dedicato ad Aave.

Se, invece, ti consideri una persona più pragmatica e vuoi passare subito all’azione, puoi acquistare il token AAVE direttamente su Young Platform.

Acquista AAVE

Ecco dunque le maggiori opzioni disponibili sul tavolo e i requisiti necessari. Quando si sceglie di richiedere prestiti senza busta paga e senza garante, però, la cautela è d’obbligo. Le truffe sono sempre dietro l’angolo e affidarsi a istituti riconosciuti è sempre la soluzione più sicura.

Tieni d’occhio le performance del tuo wallet con la nuova funzionalità Profit and Loss di Young Platform

profit and loss

L’aggiornamento della funzionalità Profit and Loss (P&L) di Young Platform è stata progettata per offrirti una visione chiara e dettagliata della performance del tuo portafoglio di criptovalute.

In questo articolo, ti spiegheremo tutte le peculiarità che rendono la funzionalità Profit and Loss uno strumento essenziale per monitorare e analizzare i tuoi profitti e perdite.

Cos’è la funzionalità Profit and Loss?

La funzionalità P&L è il barometro del tuo portafoglio di criptovalute. Puoi visualizzare la performance complessiva del wallet, dai guadagni realizzati a quelli potenziali, in modo intuitivo. Questo ti aiuta a prendere decisioni più informate, impostando ordini in base ai dati presentati in semplici grafici a torta, facendoti risparmiare tempo.

Il Profit and Loss si trova all’interno della sezione Analytics. Grazie a un pratico menu, potrai visualizzare rapidamente dati e grafici, cliccando sulle rispettive icone. Analizziamo dunque tutte le nuove sezioni. 

Accedi all’app!

Rendimento totale 

Il rendimento totale è il fulcro della funzionalità Profit and Loss. Ti mostra la somma complessiva dei tuoi profitti e delle tue perdite, sia in termini percentuali, sia monetari (€). Questa funzione considera tutte le variazioni di valore delle tue crypto, quindi sia i guadagni e le perdite realizzati che potenziali.

Per “potenziali” si intende il controvalore delle criptovalute che possiedi ma che non hai ancora convertito in euro. Solo nel caso in cui le vendessi, quel profitto o perdita diventerebbe “realizzato”. I valori qui mostrati sono già al netto delle commissioni. 

  • Nel caso in cui tu avessi solo depositato solo fiat senza eseguire ordini, i valori qui riportati risulterebbero zero.
  • Invece, se avessi depositato crypto, vedrai registrarsi profitti o perdite al variare del prezzo.

La suddivisione in categorie, nella sezione immediatamente sottostante, mostra come il tuo capitale è distribuito tra diverse strategie: Principale (quindi spot), Salvadanai e Smart Trades. In questo caso, si tratta del profitto potenziale complessivo delle tue crypto. In un colpo d’occhio, sai quale strategia sta dando i maggiori risultati. 

profit and loss

La suddivisione in categorie, mostra come il tuo capitale è distribuito tra diverse strategie: Principale, Salvadanai e Smart Trades. In un colpo d’occhio, sai quale strategia sta dando i maggiori risultati. 

Analisi dei Volumi

Monitora i volumi del tuo portafoglio seguendo i depositi, i prelievi e gli ordini di acquisto, vendita e scambio. Puoi selezionare il mese e la categoria di transazioni che desideri visualizzare nel grafico, per avere un controllo completo sulle tue operazioni.

volumes analysis young platform

Allocazione Crypto

Il grafico di distribuzione delle criptovalute mostra la suddivisione percentuale del tuo portafoglio tra le diverse criptovalute possedute. Ogni segmento del grafico rappresenta una specifica criptovaluta, evidenziando la sua proporzione rispetto al totale del portafoglio. Questo consente di visualizzare rapidamente quali criptovalute costituiscono la parte più significativa del tuo portafoglio complessivo, e di valutare se aggiungere o spostare del capitale in base a quelle che stanno generando un guadagno o una perdita.

crypto allocation app young platform

Transazioni

Riassume il totale dei volumi di transazione. Questo riepilogo è utile per valutare l’eventuale upgrade a un Livello di verifica dell’identità superiore, oppure l’iscrizione a un Club che prevede una scontistica sulle commissioni adatta alle nostre esigenze.

Distribuzione del Saldo

Il grafico di distribuzione del saldo su strategie diverse mostra come il capitale del tuo portafoglio è allocato tra differenti strategie. Ogni segmento del grafico rappresenta una specifica strategia, evidenziando la sua proporzione rispetto al totale del saldo. Questo permette di visualizzare rapidamente quali strategie costituiscono la parte più significativa del tuo portafoglio, facilitando l’analisi e la gestione della diversificazione, del rischio e dei rendimenti associati a ciascuna strategia.

balance distribution

Diversificazione del portafoglio 

Il grafico mostra la suddivisione del tuo capitale tra euro, criptovalute e stablecoin. Ogni segmento del grafico rappresenta una di queste categorie, evidenziando la loro proporzione rispetto al totale del portafoglio. Le criptovalute sono soggette a volatilità e possono variare significativamente di valore, mentre le stablecoin tendono ad avere un valore stabile poiché sono ancorate a una valuta a corso legale o a un bene fisico come l’oro.

young platform wallet diversification

Definizioni ed esempi

Per capire meglio gli effettivi profitti e perdite, oppure, in linea generale, se le decisioni prese si sono rivelate vincenti, occorre soffermarci su alcune parole chiave.

  1. Profitto potenziale

Il profitto (o perdita) potenziale indica la crescita o la decrescita del valore delle criptovalute nel portafoglio, calcolato sulla differenza tra il prezzo di acquisto o deposito e il loro valore attuale. Se vendute o convertite, tale profitto (o perdita) diventa “realizzato” al netto delle commissioni.

Esempio:

  • Acquisti 0.5 BTC a 15,000 EUR (30,000 EUR per 1 BTC).
  • Il valore attuale di 0.5 BTC è 17,500 EUR (35,000 EUR per 1 BTC).
  • Profitto potenziale: 17,500 EUR – 15,000 EUR = 2,500 EUR.
  1. Profitto realizzato

Il profitto o la perdita totale generati dal portafoglio attraverso transazioni di vendita o conversione, calcolato sulla base del prezzo di acquisto e di vendita delle criptovalute al momento delle operazioni. Le commissioni di compravendita sono incluse nel calcolo come perdita.

Esempio:

  • Acquisti 0.5 BTC a 15,000 EUR (30,000 EUR per 1 BTC).
  • Vendi 0.5 BTC a 17,500 EUR (35,000 EUR per 1 BTC).
  • Profitto realizzato: 17,500 EUR – 15,000 EUR = 2,500 EUR.
  1. Prezzo di acquisto

Il prezzo di acquisto rappresenta il costo effettivo sostenuto per comprare una criptovaluta, includendo solo quelle acquistate tramite Young Platform e non quelle depositate o prelevate da/verso wallet esterni.

Esempio:

  • Acquisti 0.4 BTC a 12,000 EUR (30,000 EUR per 1 BTC).
  • Depositi 0.3 BTC già nel tuo wallet a 9,600 EUR (32,000 EUR per 1 BTC) (questo non è incluso nel calcolo del prezzo di acquisto).
  • Prezzo di acquisto considerato solo per BTC acquistati su Young Platform = 30,000 EUR per 1 BTC.
  1. Prezzo medio

Il prezzo medio di acquisto è calcolato usando una metodologia LIFO (Last In, First Out). Si assume che le unità vendute o prelevate siano le ultime acquistate o depositate, con variazioni del prezzo medio degli asset ad ogni transazione.

Esempio:

Caso 1: solo acquisti

  • Acquisti 0.3 BTC a 9,000 EUR (30,000 EUR per 1 BTC).
  • Acquisti 0.2 BTC a 7,000 EUR (35,000 EUR per 1 BTC).
  • Prezzo medio iniziale = (9,000 EUR + 7,000 EUR) ÷ 0.5 BTC = 32,000 EUR per 1 BTC.

Caso 2: vendita (calcolo metodo LIFO)

  • Vendi 0.3 BTC.
  • BTC venduto a 35,000 EUR per 1 BTC (0.2 BTC = 7,000 EUR) e parte a 30,000 EUR per BTC (0.1 BTC = 3,000 EUR).
  • Prezzo medio rimanente dopo la vendita = (9,000 EUR – 3,000 EUR) / 0.2 BTC = 30,000 EUR per BTC.

Caso 3: nuovi acquisti

  • Acquisti 0.4 BTC a 16,000 EUR (40,000 EUR per BTC).
  • Prezzo medio aggiornato = (6,000 EUR + 16,000 EUR) / 0.6 BTC = 36,667 EUR per BTC.

Caso 4: vendita successiva

  • Vendi 0.3 BTC.
  • BTC venduto a 40,000 EUR per BTC (0.3 BTC = 12,000 EUR).
  • Prezzo medio rimanente = (6,000 EUR + 4,000 EUR) / 0.3 BTC = 33,333 EUR per BTC.

Caso 5: depositi e prelievi

  • Depositi 0.3 BTC a 9,600 EUR (32,000 EUR per BTC).
  • Prezzo medio aggiornato = (6,000 EUR + 9,600 EUR) / 0.6 BTC = 26,000 EUR per BTC.
  • Prelevi 0.3 BTC.
  • BTC prelevato a 32,000 EUR per BTC (0.3 BTC = 9,600 EUR).
  • Prezzo medio rimanente = (6,000 EUR) / 0.3 BTC = 20,000 EUR per BTC.

Conclusione

Con l’aggiornamento della funzionalità Profit and Loss di Young Platform, il monitoraggio e l’analisi delle performance delle tue criptovalute è più semplice e accessibile. Grazie ai grafici interattivi puoi tenere sotto controllo i tuoi profitti e le tue perdite in modo chiaro e intuitivo. Non importa se sei un principiante o un esperto del mondo crypto, questa nuova funzione ti aiuterà a gestire meglio il tuo portafoglio e a prendere decisioni più informate.

Compilare il Quadro RW e pagare l’F24 per le tue criptovalute: una guida semplice

compilazione del quadro rw

La compilazione del Quadro RW criptovalute e il versamento dell’F24 sono due passaggi essenziali per mettersi in regola con il fisco italiano. Ecco cosa fare.

Nel 2024, l’Agenzia delle Entrate ha modificato il Quadro RW del Modello Redditi Persone Fisiche, introducendo una sezione dedicata alle criptovalute. Questo articolo è rivolto sia a coloro che si trovano ad affrontare per la prima volta la compilazione del Quadro RW, sia a chi l’ha già fatto ma desidera comprendere le novità introdotte quest’anno. Si tratta di una guida passo-passo, volta a spiegare in modo chiaro e semplice come compilare il Quadro RW e come procedere con il pagamento dell’F24.

articolo aggiornato il 07/06

Criptovalute sul fronte fiscale italiano

In Italia, la detenzione di cripto-attività ai fini fiscali segue regole ben precise che possono essere assolte con specifica documentazione.

  • Il Quadro RW del modello Redditi Persone Fisiche, per il calcolo e il pagamento dell’imposta di bollo sulle cripto-attività. Questo obbligo riguarda tutti coloro che possiedono criptovalute, indipendentemente se comprate, vendute e mantenute su exchange italiani o esteri.
  • Il Quadro RT del modello Redditi Persone Fisiche, per la dichiarazione delle plusvalenze e delle minusvalenze e per il pagamento dell’imposta su eventuali capital gain. 

Per la compilazione del Quadro RT leggi l’articolo Come compilare il Quadro RT per criptovalute: una guida semplice.

Preparazione dei dati per la Dichiarazione Fiscale con i Report

Prima di iniziare, è fondamentale avere a disposizione il Report Fiscale di Young Platform, o un documento equivalente di qualsiasi altro exchange dove gestisci le tue criptovalute o NFT.

Acquista il Report Fiscale

Inoltre, devi scaricare la ricevuta di pagamento dell’Imposta di Bollo dal tuo account exchange, se le piattaforme che utilizzi (come Young Platform) la hanno già pagata per te. Il Report Fiscale e la ricevuta sono essenziali per la compilazione del Quadro RW criptovalute.

NB. “IC” e “imposta di bollo” sono la medesima cosa: viene chiamata IC quando a saldare il debito è direttamente l’utente, mentre “imposta di bollo” quando il pagamento viene effettuato dall’exchange.

  • App: sezione Profilo > Pagamenti e Gift Card > Imposta di bollo
  • Web: sezione Tasse & Report > Imposta di bollo

Scarica la ricevuta

Preparazione dei dati per la Dichiarazione Fiscale senza i Report

Nel caso in cui le piattaforme in uso non forniscano automaticamente i dati necessari, ecco i passaggi che dovrai seguire per calcolare correttamente le informazioni richieste:

  1. Inventario delle criptovalute: elenco della quantità di ogni criptovaluta che hai acquistato, detenuto o venduto nel corso del 2023.
  2. Prezzo di acquisto: se hai acquistato criptovalute nel 2023, registra il prezzo pagato al momento dell’acquisto. Per multiple transazioni di acquisto della stessa criptovaluta, utilizza il prezzo dell’ultima transazione effettuata nel 2023.
  3. Valore di mercato al 1 Gennaio: se le criptovalute sono state acquistate in anni precedenti al 2023, annota il loro prezzo di mercato al 1 gennaio 2023.
  4. Prezzo di vendita: se hai venduto criptovalute nel 2023, documenta il prezzo di vendita. Per multiple transazioni di vendita della stessa criptovaluta, utilizza il prezzo dell’ultima transazione effettuata nel 2023.
  5. Valutazione di fine anno: Per le criptovalute non vendute nel 2023, registra il prezzo di mercato al 31 dicembre 2023.
  6. Calcolo del valore totale: moltiplica il prezzo di vendita o il valore di mercato al 31 dicembre per la quantità di ogni criptovaluta per ottenere il valore totale di quella specifica criptovaluta.
  7. Calcolo del valore del Portafoglio: somma i valori di tutte le criptovalute per determinare il valore complessivo del tuo portafoglio.

Questi calcoli ti permetteranno di determinare accuratamente il valore del tuo portafoglio di criptovalute per la dichiarazione fiscale.

Tieni presente che l’obbligo di compilare il Quadro RW permane anche se hai venduto tutte le tue criptovalute nel 2023.

Compilazione del Quadro RW criptovalute step by step

Ora che abbiamo chiaro il contesto, vediamo come compilare il famigerato Quadro RW per le nostre criptovalute. Lo trovi nel Modello Persone Fisiche nel fascicolo II

Prima di tutto, è utile sapere che per facilitare la compilazione e rendere più accurato il calcolo dell’Imposta di Bollo, si raccomanda di dedicare una riga distinta per ciascun wallet nel quadro RW (RW1, RW2, RW3 …).

Tieni presente che questo articolo è stato redatto a titolo di esempio e non costituisce una soluzione unica per tutti i contribuenti. Si consiglia sempre di consultare un commercialista per valutare il proprio caso e ricevere indicazioni specifiche.

Chiedi una consulenza

RW 1  – Imposta cripto-attività

Di seguito sono indicate solo le Colonne che vanno compilate. Verranno invece saltate tutte le Colonne che vanno lasciate vuote.

  • Colonna 1 – Codice titolo possesso: indica “1” per segnalare la proprietà delle criptovalute.
  • Colonna 2 – Tipo contribuente: indicare “2” per segnalare che sei il titolare effettivo. NB. A volte il sito dell’Agenzia delle Entrate non fa procedere inserendo questo valore. In questo caso, non inserirlo.
  • Colonna 3 – Codice individuazione bene: qui va inserito il codice “21”, che corrisponde a “Cripto-attività”, introdotto per la prima volta quest’anno. Fino all’anno fiscale 2022 andava invece inserito il codice “14” che corrispondeva alle “Altre attività estere di natura finanziaria e valute virtuali”.
  • Colonna 5 – Quota di possesso: devi indicare “100” se sei l’unico proprietario al 100% delle criptovalute. Qualora vi siano più proprietari, qui va inserita la tua quota percentuale. 
  • Colonna 6 – Criterio determinazione del valore: inserisci “1” per dichiarare che il valore di riferimento è il valore di mercato. Il valore di mercato va usato se hai acquistato le tue criptovalute nel 2022 e le hai mantenute nel 2023. Invece, se il valore che inserisci è relativo al costo di acquisto della criptovaluta che hai fatto nel 2023, inserisci il codice “4”.
  • Colonna 7 – Valore iniziale: qui dovrai indicare il valore delle tue criptovalute all’inizio dell’anno (1 gennaio) se hai inserito il codice “1” nella Colonna 6. 
  • Colonna 8 – Valore finale: qui dovrai indicare il valore delle tue criptovalute alla fine dell’anno fiscale (31 dicembre) se hai inserito il codice “1” nella Colonna 6. Significa che possiedi ancora le tue criptovalute e non le hai mai vendute nel 2023. Oppure inserisci il valore alla data di vendita, se hai indicato il codice “4” nella Colonna 6. Se hai venduto le tue criptovalute in più transazioni durante il 2023, inserisci il prezzo dell’ultimo ordine di vendita. 
  • Colonna 10 – Giorni (IVAFE-IC): inserisci il numero di giorni – nell’anno fiscale 2023 – in cui hai mantenuto le criptovalute che stai dichiarando. Per facilitare la compilazione, controlla la data di acquisto e l’eventuale data di vendita. Se hai venduto in più transazioni, calcola la mediana dei giorni in cui le hai detenute. Ad esempio, se hai comprato 1.000€ di BTC il 1 gennaio 2023 e ne hai venduti 500€ il 30/01/23, 100€ il 29/02/23 e 400€ il 31/08/23, la mediana dei giorni di detenzione è 58 giorni. Se possiedi le criptovalute da prima del 1 gennaio 2023 e non le hai mai vendute nel corso del 2023, scrivi 365 giorni. 
  • Colonna 12 – Credito di imposta: in questa sezione, dovresti inserire l’importo dell’Imposta di Bollo esclusivamente se questa è già stata trattenuta e versata dalle piattaforme o dagli exchange che utilizzi per le tue operazioni. La maggior parte degli exchange, infatti, l’hanno già pagata per te. L’importo così indicato sarà poi sottratto dal totale dell’imposta dovuta, garantendoti di non incorrere in duplicazioni del pagamento.

RW 8 – Imposta Cripto-attività

La sezione RW 8 riporta i conteggio del debito del saldo dovuto e l’eventuale necessità di versare degli acconti. 

  • Colonna 1 – Totale imposta dovuta. Il calcolo è automatico. 

Se vuoi calcolare l’imposta dovuta. Ecco come fare. Prendi il valore inserito nella Colonna 8 (esempio: €50.000). Prendi il valore inserito nella Colonna 10 (esempio 365 giorni). Ora esegui questa semplice operazione, applicando l’imposta del 2×1000 (0,2%).

(50000 x 2 : 1000) x (365 : 365) = 100 euro 

Nel caso in cui i giorni dichiarati siamo meno (es. 200 giorni), dovrai fare:

(50000 x 2 : 1000) x (200 : 365) = 54,7 euro 

  • Colonna 4 – Acconti versati: qui si mettono gli acconti eventualmente versati negli anni precedenti.  
  • Colonna 5 – Imposta a debito: qui viene calcolato automaticamente il debito da versare derivante dalla differenza tra l’imposta dovuta e e gli acconti versati.

Ricordiamo che per tutti i clienti di Young Platform il calcolo e il pagamento dell’imposta di bollo sono automatici e possono essere consultati direttamente nella sezione Profilo. Da qui è inoltre necessario scaricare la ricevuta di pagamento dell’imposta di bollo da allegare al proprio Quadro RW in fase di dichiarazione dal 7/05/2024. 

Accedi a Young Platfrom

Un esempio pratico

Per rendere tutto più chiaro, immagina di avere acquistato Bitcoin per un valore di € 15.000 euro al 1 gennaio 2023 e che, alla fine dell’anno, ovvero il 31 dicembre 2023, il valore sia salito a  € 38.000. Ecco come dovresti compilare il quadro RW:

  • RW1 – Colonna 1 → Codice titolo possesso: 1
  • RW1 – Colonna 2 → indicare “2” per segnalare che sei il titolare effettivo.
  • RW1 – Colonna 3 → Codice individuazione bene: 21
  • RW1 – Colonna 5 → Quota di possesso: 100
  • RW1 – Colonna 6 → Criterio determinazione del valore: 1
  • RW1 – Colonna 7 → Valore iniziale in euro: 15.000
  • RW1 – Colonna 8 → Valore finale in euro: 38.000
  • RW1 – Colonna 10 → Giorni : 365

Non hai ancora pagato l’imposta di bollo: 

  • RW1 – Colonna 12 → Credito d’imposta: lasciare vuota 
  • RW8 – Colonna 1 → Totale imposta dovuta: (38000×0,2%)x(365:365) = 76 euro

Hai già pagato l’imposta di bollo: 

  • RW1 – Colonna 11 → Credito d’imposta: indicare quanto pagato dall’exchange come imposta di bollo. 

Hai pagato solo una parte dell’imposta di bollo: 

Avendo suddiviso la compilazione del Quadro RW, dove ogni riga corrisponde a un wallet, non incorrerai nel rischio di calcoli di parzali o rimanenze. Tuttavia, se su Young Platform – come su altri exchange – hai pagato solo parzialmente l’imposta di bollo, ti consigliamo di saldarla, così da evitare complicazioni durante la dichiarazione.

Salda l’imposta

Come pagare l’F24 per l’Imposta di bollo

Per effettuare il pagamento dell’imposta di bollo sulle cripto-attività, è necessario utilizzare il modello F24, inserendo il valore specificato:

  • nel rigo RW8 Colonna 1 se devi ancora interamente l’imposta di bollo.
  • nel rigo RW8 Colonna 4 se devi ancora pagare parzialmente l’imposta di bollo.   

Codici tributo F24 

A questo punto si dovranno indicare i seguenti importi e codici: 

  • Saldo 2023 = valore Colonna 1 nel rigo RW8 (Codice tributo 1727)
  • 1° acconto 2024 = 40% del valore della Colonna 1  (Codice tributo 1728)
  • 2° acconto 2024 = 60% del valore della Colonna 1  (Codice tributo 1729)

NB. Sotto determinate soglie gli acconti non vengono suddivisi in più tranche ma in un unico pagamento.

Riprendendo il nostro esempio, nel caso dovessimo ancora pagare interamente l’imposta di bollo,  avremo quindi nella Colonna 1 inserito 76€ come risultato di (38000×0,2%)x(365:365) = 76 euro

Compileremo in questo modo l’F24:

  • Saldo 2023 = 76 euro (Codice tributo 1727)
  • 1° acconto 2024 = 30 euro   (Codice tributo 1728)
  • 2° acconto 2024 = 46 euro   (Codice tributo 1729)
  • rateazione/regione/prov./meserif. = 0101 (codice per pagare in un’unica rata)

NB. Il versamento del Saldo 2023 e del 1° acconto 2024 devono essere fatti nello stesso F24.

quadro rw criptovalute F24 prima rata

Il 2° acconto per il 2024 può essere fatto in un secondo momento.

quadro rw criptovalute F24 seconda rata

Come rateizzare il pagamento 

Chi invece vorrà pagare a rate dovrà sostituire il campo “rateazione/regione/prov./meserif.” come segue e calcolare eventuali interessi sulla rateazione. La rateizzazione si può richiedere solo per il Saldo 2023 e il 1° acconto 2024.

  • 0103 (01 “prima rata”; 03 “numero totale rate”)
  • 0203 (02 “seconda rata”; 03 “numero totale rate”)
  • 0303 (03 “terza rata”; 03 “numero totale rate”)

Conclusione

Compilare il Quadro RW criptovalute e l’F24 non devono necessariamente essere un compito arduo. Grazie a servizi come quello di Young Platform, è possibile navigare le acque della dichiarazione dei redditi con maggiore facilità e sicurezza, avvalendosi di strumenti di precompilazione e supporto personalizzato. Se vuoi saperne di più o iniziare a usufruire di questi vantaggi, il primo passo è compilare il form per un confronto con il team di Young Platform. Se sei già nostro cliente, apri un ticket di supporto. 

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