Donald Trump ha vinto le elezioni, sarà il nuovo presidente degli Stati Uniti!

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Donald Trump sarà il nuovo presidente americano, dopo la vittoria alle elezioni del 2024! Ecco cosa prevede il suo programma elettorale.

Donald Trump sarà il nuovo presidente americano, dopo la schiacciante vittoria di questa notte. Il suo programma, che prevede un duro contrasto all’immigrazione, politiche monetarie espansive e un’atteggiamento isolazionista per quanto riguarda la situazione geopolitica, ha conquistato i cittadini americani.

Come, e di quanto, ha vinto il nuovo presidente americano (che insedierà la Casa Bianca da gennaio 2025) e cosa prevede il suo programma politico?

Come è stato eletto il nuovo presidente americano?

Prima di affrontare le misure che il nuovo presidente degli Stati Uniti introdurrà, può essere utile riassumere il funzionamento del meccanismo che gestisce le elezioni presidenziali degli Stati Uniti. Per comprendere una volta per tutte come Donald Trump è diventato il nuovo inquilino della Casa Bianca. 

Innanzitutto, è bene precisare che il sistema elettorale americano è indiretto; ciò significa che sono stati i grandi elettori ad eleggere il presidente e non i cittadini. Andando più nel dettaglio, si può dire che ogni Stato possiede un dato numero di grandi elettori pari a quello di deputati e senatori che esprime al congresso, in totale 538

Questi, al termine dello spoglio elettorale, si riuniranno in ciascuno Stato per esprimere le loro preferenze, che vengono poi sommate a livello nazionale e determinano l’elezione del candidato che ha ottenuto la maggioranza assoluta. C’è da dire, poi, che all’interno della maggior parte degli Stati (fatta eccezione per Nebraska e Main) vige un sistema di tipo maggioritario puro. Ciò significa che il candidato – e quindi il partito – che ottiene la maggioranza relativa, anche di un solo voto, guadagna tutti i seggi e quindi tutti i grandi elettori in palio. 

Per comprendere il funzionamento delle elezioni americane del nuovo presidente non si possono non citare gli Swing States. Quelli stati in bilico che Donald Trump ha conquistato questa notte, ma che storicamente non hanno una posizione politica ben definita. È proprio in questi distretti, nello specifico Arizona, Georgia, Michigan, Nevada, North Carolina, Pennsylvania e Wisconsin, storicamente in bilico fino al verdetto, che si sono decise le elezioni del nuovo presidente americano. 

Sondaggi elezioni USA: le ultime notizie

Ma come ha fatto Donald Trump a vincere le elezioni del 2024? Fino a ieri la situazione sembrava a dir poco incerta, con i due candidati affiancati in un testa a testa che non lasciava spazio a pronostici. Poi però, nella notte, tutto è cambiato. Donald Trump è il nuovo presidente degli Stati Uniti d’America prevalentemente perché è riuscito a dominare negli Swing State, gli stati in bilico di cui abbiamo parlato nel paragrafo precedente. 

Un ruolo centrale lo ha avuto la Pennsylvania, uno degli Swing State più importanti dato che possiede 19 seggi, dove Trump ha vinto di circa 2 punti percentuali, a cui sono seguiti poi il North Carolina (51% dei consensi) e la Georgia (50,7%). 

Attualmente, dato che lo spoglio elettorale è ancora in corso, mancano ancora gli esiti di altri quattro Swing State: Arizona, Michigan, Nevada e Wisconsin, ma Trump è vantaggio in tutti questi territori. In ogni caso, anche se il fatidico numero dei 270 grandi elettori non è stato ancora raggiunto si può dire che Trump è il nuovo presidente degli Stati Uniti dato che è a quota 266, contro i 219 di Kamala Harris.

Se si analizza, poi, la situazione dal punto di vista nazionale il risultato resta lo stesso. Al contrario di quanto avevano previsto i sondaggi, Donald Trump ha conquistato più voti della candidata democratica anche in termini assoluti, 69 milioni rispetto ai 63 di Kamala Harris.

Donald Trump: immigrazione, economia e politica internazionale

Ora che sappiamo che Donald Trump è il nuovo presidente degli Stati Uniti possiamo analizzare il suo programma e quanto ha promesso in campagna elettorale. In modo tale da cercare di  prevedere quali misure deciderà di attuare. I cittadini americani, attraverso le elezioni presidenziali 2024, hanno espresso il loro desiderio di cambiare rotta, ma cosa significa, davvero, ciò? Bisogna specificare che la vittoria di Donald Trump si colloca all’interno di un contesto particolarmente favorevole dal punto di vista attuativo

Alle elezioni presidenziali del 2024 si è votato per l’intera Camera e un terzo del Senato, entrambi ora a maggioranza repubblicana. Ciò significa, dato che il Congresso potrà rafforzare il mandato dell’esecutivo e quindi la libertà di manovra del presidente. Insomma, Trump approda alla Casa Bianca con l’opportunità di influire fortemente sul futuro del paese, sia a livello economico dato che ogni legge che comporti nuove tasse o spese, deve ottenere l’approvazione delle Camere, ma anche a livello sociale e geopolitico.

Immigrazione

I primi interventi del nuovo presidente degli Stati Uniti saranno, probabilmente, rivolti al tema dell’immigraizone, considerato cruciale per il 61% degli americani. 

In questo senso la questione è piuttosto preoccupante, visto che Trump ha spesso dipinto gli immigrati come criminali. Ovviamente tra il dire e il fare c’è una bella differenza, e la narrazione portata avanti dal presidente in questi mesi ha un chiaro scopo: conquistare i cittadini americani più conservatori. Tuttavia, come ha più volte ribadito il vice presidente J.D. Vance potrebbe, ora, essere attivato il più grande piano di deportazione della storia, il cui slogan potrebbe essere riassunto da un “rispediamoli a casa loro”. 

Attenzione però, la parola deportazione in inglese “deportation” non ha lo stesso pesante significato che gli attribuiamo noi italiani, ma è più simile al termine “espulsione”. In breve, la situazione che preoccupa un po’ tutti ma è da capire ciò che, effettivamente, il partito repubblicano può fare senza violare i diritti dell’uomo previsti dalla costituzione. Anche se ora, ora che è chiaro che Donald Trump controllerà sia la Camera che il Senato, e ha quindi tutti gli strumenti per farlo.

Economia e criptovalute

È, ormai, noto che Trump voglia puntare sui dazi, sulle tariffe, e quindi su politiche protezioniste. Se rispetterà quanto promesso in campagna elettorale, diventa quantomeno probabile l’ipotesi “guerra commerciale” con il resto del mondo (in particolare la Cina). Questo assetto potrebbe avere delle ripercussioni sulle economie di paesi, come il nostro, che dipendono molto dalle esportazioni negli States, oltre che causare un aumento dei prezzi – e quindi un riacutizzarsi del “problema inflazione”.

Tuttavia, Trump probabilmente procederà in ogni caso, soprattutto ora che ha i favori del Congresso e dato che il denaro ricavato dai dazi potrebbe essere necessario per procedere con il serrato piano di taglio dei tassi di interesse e monetizzazione del debito che ha più volte promesso. 

Parlando di economia non si possono non citare le criptovalute, diventate inaspettatamente un tema centrale all’interno della campagna elettorale. Bitcoin e le altre crypto potrebbero beneficiare della vittoria di Donald Trump. Anzi questo è, almeno in parte, già successo. Bitcoin questa notte è esploso a rialzo raggiungendo lo storico livello dei 75.000$, cosa succederà nelle prossime settimane?

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Difficile dirlo, ma se il tycoon rispetterà quanto promesso potrebbe mettersi piuttosto bene per il mondo crypto. Il nuovo presidente americano sembra voler utilizzare i Bitcoin in possesso del governo come riserva per rendere più solide le finanze del paese, oltre a volerne promuovere l’adozione rendendo gli USA un polo centrale per il mining di BTC e licenziando l’attuale presidente della SEC, da sempre rigido nei confronti del settore.

Quest’apertura nei confronti del settore è già visibile in alcuni stati, come la Florida, dove la scorsa settimana il CFO ha proposto di investire una parte dei fondi pensionistici dello stato all’interno di fondi pensione. Mentre il Wisconsin, il Michigan e la città di Jersey City hanno già iniziato ad investire parte delle loro riserve negli ETF spot su Bitcoin.

Politica Internazionale

Sul fronte geopolitico, Trump ha manifestato l’intenzione di ridurre il supporto economico all’Ucraina e di lasciare maggiore autonomia a Israele in Medio Oriente. Questa strategia, che enfatizza la difesa degli interessi americani, potrebbe però destabilizzare le relazioni internazionali, soprattutto con gli alleati europei. 

Fino ad oggi l’america di Biden ha fornito circa 174 miliardi di dollari all’Ucraina, denaro che è servito a difendersi dagli attacchi di una più attrezzata Russia. Cosa succederà ora che Trump è il nuovo presidente degli Stati Uniti? L’atteggiamente isolazionista da lui e dal suo vice J.D. Vance prevede anche un’allontanamento dalla NATO, almeno per quando riguarda il sopracitato conflitto.

È in arrivo un nuovo ATH per Bitcoin?

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Bitcoin ha sfiorato il suo ATH. Nei prossimi giorni riuscirà a infrangere il suo massimo storico? Nel frattempo gli ETF registrano performance da record

Dopo diverse settimane di incertezza e noia è finalmente tornata l’euforia nel mercato crypto, e, all’improvviso, sembra che sia in arrivo un nuovo massimo storico per Bitcoin. Il suo prezzo, durante la giornata di ieri, si è portato al di sopra dei 73.000 dollari, mentre ora è stabile sui 72.000$. 

Il mercato crypto è ora invaso dall’ottimismo, e molti si domandano se questo sia l’inizio della fase più esplosiva del bull market 2024. Inoltre, il superamento dell’ATH da parte di Bitcoin, potrebbe innescare un ulteriore movimento esplosivo, dato che potrebbe comportare la liquidazione (chiusura) di 2 miliardi di dollari di posizioni short.

ETF spot su Bitcon da record. Dove sono i retailer?

Il recente pump di Bitcoin potrebbe essere stato causato anche dagli ETF spot su Bitcoin, dato che hanno attirato l’attenzione e una grandissima quantità di capitali. La scorsa settimana, in un solo giorno, si sono registrati 870 milioni di dollari di afflussi, trainati in gran parte dal fondo iShares Bitcoin Trust di BlackRock, che continua a dominare il mercato degli ETF crypto. 

Solo a ottobre, gli ETF su Bitcoin hanno superato i 3 miliardi di dollari di nuovi investimenti, segno di un rinnovato interesse istituzionale. BlackRock e Fidelity sono tra i principali beneficiari e artefici di questo boom, dato che stanno contribuendo a portare i BTC detenuti dagli ETF spot vicino allo storico traguardo del milione.

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Tuttavia, mentre l’interesse istituzionale spinge il mercato, è interessante sottolineare come i retailer (gli investitori individuali) non siano ancora approdati in massa sul mercato, come dimostrano le ricerche sui principali motori di ricerca. Tuttavia, l’avvicinamento di Bitcoin al suo ATH potrebbe fungere da catalizzatore per una nuova ondata di investitori retail, che potrebbero essere attratti dalla FOMO che invade giornali e social network in questi frangenti. Almeno, questo è quello che è successo durante i cicli passati.

Bitcoin nei fondi pensione: il caso Florida

Un altra news positiva da mondo crypto non riguarda il prezzo di Bitcoin e il suo possibile ATH, bensì un’argomento più istituzionale: i fondi pensione. Il CFO della Florida, Jimmy Patronis, ha recentemente richiesto al Consiglio di amministrazione dello Stato una relazione di fattibilità per investire parte dei fondi pensionistici in criptovalute, con un focus particolare su Bitcoin. Patronis sembra seguire l’esempio del candidato repubblicano Donald Trump, che durante la conferenza “Bitcoin 2024” a Nashville aveva proposto di creare una riserva nazionale con i Bitcoin confiscati a criminali e aziende fallite.

La proposta di Patronis prevede l’introduzione di un programma pilota di investimento in valute digitali all’interno del Florida Growth Fund, per testare la possibilità di integrare Bitcoin come riserva per proteggere i risparmi dei cittadini dalla svalutazione del dollaro e dall’inflazione. Questa visione rappresenta un contrasto notevole con la situazione in Italia, dove si discute di aumentare le imposte sugli asset tecnologici. Mentre l’Italia valuta una maggiore tassazione, la Florida esplora l’uso di Bitcoin come potenziale strumento per risanare il sistema pensionistico.

Guarda il grafico di BTC

Infine, come non citare le elezioni americane, dato che manca meno di una settimana al voto che potrebbe aggiungere un altro elemento di volatilità sui mercati. L’entusiasmo degli investitori sembra infatti aumentare di pari passo con le probabilità di vittoria di Donald Trump, considerato più favorevole verso il settore crypto. Alcuni analisti suggeriscono che una sua eventuale politica pro-Bitcoin potrebbe consolidare BTC come riserva strategica, alimentando una corsa al rialzo ancora più forte​.

Insomma, lo scenario attuale, caratterizzato dal sostegno degli investitori istituzionali e un possibile afflusso di retailer, potrebbe permettere a Bitcoin di raggiungere, a breve, un nuovo ATH. In ogni caso resta fondamentale monitorare il mercato con razionalità e scetticismo, ricordando che l’euforia può essere pericolosa tanto quanto il panico. Gli esplosivi rally di Bitcoin sono certamente entusiasmanti, ma come sempre nel mondo crypto, la prudenza è d’obbligo.



Chi è Satoshi Nakamoto? Il documentario di HBO “accusa” Peter Todd, ma senza prove certe

Chi è Satoshi Nakamoto? Secondo la HBO è Peter Todd

HBO e il mistero di Satoshi Nakamoto: Peter Todd è davvero il creatore di Bitcoin?

Il documentario uscito martedì scorso “Electric Money: The Bitcoin Mystery”, prodotto da HBO e diretto da Cullen Hoback, ha generato notevole interesse per la sua audace pretesa di rivelare l’identità di Satoshi Nakamoto, il creatore di Bitcoin

In una serie di vicissitudini che mescolano abilmente intrattenimento e marketing, Hoback ha presentato, all’interno del documentario uscito martedì, una teoria secondo cui Peter Todd, uno sviluppatore di Bitcoin noto per i suoi contributi al codice di base della criptovaluta, sarebbe il vero Satoshi. Tuttavia, come vedremo, molti esperti e soprattutto lo stesso Todd si sono mostrati, a dir poco, scettici riguardo a questa affermazione, mettendo in discussione le prove presentate.

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Le teorie di Hoback: solo una mossa di marketing o c’è qualcosa di vero?

Hoback, all’interno della serie di HBO, si serve tre principali argomentazioni per dimostrare che Peter Todd è Satoshi. La prima riguarda un post del 2010 su BitcoinTalk, un celebre forum dedicato alla criptovaluta, dove Todd avrebbe risposto a un commento di Nakamoto con una correzione tecnica. Hoback sostiene che questo post potrebbe essere stato pubblicato da Todd utilizzando l’account sbagliato, proprio quello di Satoshi, implicando che Todd stesse conversando con sé stesso. Tuttavia, in molti criticano aspramente questa teoria, sottolineando che si tratta di una normale interazione tra utenti, comune nei forum tecnici. A supporto di questa tesi c’è una variabile fondamentale: il tempo tempo impiegato da Todd per pubblicare il messaggio contente la correzione, che ammonta a circa tredici ore

Secondo Forbes, Hoback ritiene che un’altra prova sia una dichiarazione di Todd in cui parla di “sacrificare” Bitcoin. Il regista ipotizza che questa frase faccia riferimento ai 1,1 milioni di BTC (equivalenti a circa 70 miliardi di dollari) mai mossi dai wallet di Nakamoto. Tuttavia, Todd ha spiegato che questa affermazione è stata estrapolata dal contesto e si riferiva alla sicurezza della blockchain, non all’effettivo possesso di quel milione di Bitcoin.

Un’indagine senza conclusioni definitive

Le teorie di Hoback, pur suggestive, sembrano più un espediente per attirare l’attenzione del pubblico piuttosto che un vero tentativo di risolvere il mistero. Peter Todd ha respinto con fermezza ogni accusa di essere Satoshi, definendo le prove presentate come “ridicole” e affermando che le insinuazioni di Hoback non si basano su fatti concreti. In un’intervista a Coindesk, Todd ha sottolineato che non ci sono motivi per credere che sia stato lui a creare Bitcoin e ha criticato il documentario per la sua mancanza di rigore.

Hoback stesso ha suggerito che Nakamoto potrebbe aver adottato lo pseudonimo proprio per distanziare la sua figura dalla realtà, così che Bitcoin potesse essere visto come un progetto più serio e credibile. Secondo il regista, Todd, all’epoca studente di belle arti, non sarebbe stato preso sul serio se si fosse rivelato come il creatore della criptovaluta. Questa teoria, tuttavia, appare piuttosto fragile e non sembra convincere la maggior parte degli esperti.

Bitcoin: un successo che prescinde dal suo creatore

Al di là delle speculazioni sul creatore di Bitcoin, ciò che è certo è che la criptovaluta ha raggiunto un’enorme diffusione e successo indipendentemente dalla vera identità di Satoshi Nakamoto. Bitcoin è diventato un asset dal valore di 1,2 trilioni di dollari, rendendo Nakamoto, se ancora in possesso dei suoi Bitcoin, una delle persone più ricche al mondo. Tuttavia, la vera forza di Bitcoin risiede nella sua natura decentralizzata: non ha bisogno di un leader o di una figura centrale per continuare a crescere e prosperare.

Nonostante le varie ipotesi che nel corso degli anni si sono susseguite su chi possa essere Satoshi — da Nick Szabo a Hal Finney, fino ad arrivare a Peter Todd — è probabile che l’identità di Nakamoto rimanga per sempre un mistero. E forse è meglio così. Come sostengono molti esperti, Bitcoin non ha bisogno di un creatore identificabile per funzionare. Al contrario, la sua forza risiede proprio nella sua struttura autonoma e aperta, che lo rende immune a molte delle dinamiche che caratterizzano altre istituzioni finanziarie centralizzate.

Conclusioni: la saga infinita di Satoshi e il contributo di Peter Todd

Il documentario di HBO non ha svelato alcuna verità definitiva su chi sia Satoshi Nakamoto, ma ha riacceso l’interesse e le speculazioni su questo mistero che dura ormai da più di 15 anni. Le prove presentate a sostegno della teoria che Peter Todd sia Nakamoto appaiono deboli e pretenziose, e non forniscono risposte concrete. Anche Forbes ha evidenziato che, sebbene affascinante, la narrazione costruita da Hoback sembra più una storia per attirare spettatori che un’accurata indagine storica.

Peter Todd, pur avendo contribuito significativamente allo sviluppo di Bitcoin, ha respinto categoricamente qualsiasi legame con la vera identità di Satoshi. La sua influenza nel mondo delle criptovalute è comunque innegabile, e il suo lavoro su progetti come OpenTimestamps ha rafforzato ulteriormente il suo status all’interno della comunità.

In definitiva, il documentario lascia aperta la domanda che ha tormentato sviluppatori, investitori e curiosi per anni: chi è davvero Satoshi Nakamoto? La risposta, forse, non lo conosceremo mai.

L’impatto delle crisi geopolitiche ed economiche sul prezzo di Bitcoin

L'impatto delle crisi geopolitiche sul prezzo di Bitcoin

Scopri come Bitcoin ha risposto alle crisi geopolitiche e finanziarie negli ultimi anni. Analizziamo la volatilità a breve termine e il ruolo di Bitcoin come riserva di valore

Qual è, storicamente, l’impatto sul prezzo di Bitcoin delle crisi geopolitiche? Martedì scorso l’Iran ha scagliato un attacco missilistico contro Israele, che seppur inefficace, ha scosso i mercati globali. In merito a questo tema, le ultime notizie parlano di una probabile risposta di Israele in Libano. Nello specifico, sembra che nelle ultime ore altri raid aerei abbiano colpito lo stato, mentre Israele continua a consigliare ai cittadini libanesi di evacuare diversi villaggi a sud del paese.

Oggi, tuttavia, vogliamo concentrarci su come queste tensioni geopolitiche influenzino i principali asset finanziari, in particolare Bitcoin. Per capire meglio, analizzeremo la reazione di Bitcoin alle crisi degli ultimi anni.

Bitcoin come alternativa monetaria in tempi di crisi


Perché Bitcoin è diverso, come sono diverse le modalità attraverso cui risponde alle crisi globali, siano esse geopolitiche o economiche. Possiamo partire dicendo che Bitcoin è la prima alternativa monetaria decentralizzata e non sovrana ad aver raggiunto un buon livello di adozione. Non sovrana significa prevalentemente che, a differenza delle azioni o delle obbligazioni emesse da aziende o stati, Bitcoin non è soggetto al rischio di fallimento di una specifica entità (noto come rischio di controparte). 

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Se una società o uno stato va in bancarotta o in default, il valore delle sue obbligazioni o azioni può scendere a zero, mentre BTC, essendo completamente decentralizzato, è immune a questo tipo di rischio.

Queste caratteristiche fanno di Bitcoin un asset unico che non soffre, come altri, le crisi economiche, bancarie o geopolitiche. Quando, ad esempio, le banche americane sono crollate nel 2022, BTC ha mantenuto il suo valore. Inoltre, durante periodi di instabilità delle valute tradizionali, Bitcoin si è dimostrato utile come riserva di valore per molte persone.

La volatilità di Bitcoin e la risposta agli eventi globali


Tuttavia, anche Bitcoin non è immune alle crisi economiche e geopolitiche, soprattutto per quanto concerne il breve termine e quindi i giorni o le settimane immediatamente successive ad un evento. Lo abbiamo visto, ad esempio, dopo l’attacco iraniano a Israele di martedì scorso, in quel frangente Bitcoin ha perso circa il 6%. Questo accade principalmente per due motivi:

  1. Bitcoin è sempre scambiabile: Può essere comprato e venduto in qualsiasi momento, ventiquattro ore a giorno e sette giorni su sette. Inoltre, è anche istantaneamente convertibile in liquidità durante periodi di stress finanziario.
  2. Bitcoin è un asset giovane: Rispetto agli asset tradizionali, Bitcoin è ancora immaturo e, sempre nel breve termine, più vulnerabile agli eventi imprevisti. Tuttavia, con l’aumentare dell’orizzonte temporale, Bitcoin tende a stabilizzarsi e recuperare le perdite.

Come Bitcoin ha risposto alle crisi passate

Per comprendere meglio l’impatto delle crisi geopolitiche sul prezzo di Bitcoin e quindi come Bitcoin reagisce agli eventi globali, vediamo alcuni dati storici.

  • Escalation tra Stati Uniti e Iran: nei dieci giorni immediatamente successivi all’invio da parte degli  Sati Uniti in Iran di navi e aerei da guerra a gennaio del 2020 Bitcoin ha guadagnato 12%. L’S&P 500 il 2% e l’oro sono rimasti immobili. A sessanta giorni, poi, Bitcoin aveva registrato un +20%, l’oro un +6% e l’S&P 500 un -7%.
  • Pandemia di COVID-19: Nei primi dieci giorni del lockdown globale, BTC ha perso il 25%, mentre l’S&P 500 ha perso il 20% e l’oro il 9%. Dopo 60 giorni, però, Bitcoin aveva guadagnato il 21%, mentre oro e S&P si sono stabilizzati rispettivamente al 2% e 3%.
  • Invasione russa dell’Ucraina: Bitcoin ha subito una perdita del 6% nei primi dieci giorni, ma ha recuperato fino a un +15% dopo due mesi. L’oro e l’S&P 500 hanno avuto guadagni minori, rispettivamente del 3% e del 9%.
  • Crisi bancaria USA del 2022: in quel frangente BTC ha mostrato il suo enorme porenziale come riserva di valore, guadagnando il 25% nei primi dieci giorni e il 32% nei primi 60. In confronto, l’oro ha guadagnato il 10% nei primi dieci giorni e l’11% in totale, mentre l’S&P ha registrato un -2% nei primi giorni, recuperando un 4% nei 60 giorni successivi.

Questi dati suggeriscono un trend che abbiamo già anticipato prima in questo articolo: Bitcoin soffre gli shock a breve termine ma emerge come un asset resiliente e una valida riserva di valore nel medio-lungo periodo. Dopo la caduta del 6% di martedì scorso, sarà interessante vedere dove Bitcoin si troverà tra sessanta giorni.Insomma, le caratteristiche uniche di Bitcoin, come la decentralizzazione e l’assenza di rischio di controparte, lo rendono un asset alternativo molto apprezzato durante periodi di crisi.

Sebbene, per i motivi che abbiamo affrontato nel primo paragrafo di questo articolo, la sua volatilità sia maggiore ha dimostrato di essere un rifugio sicuro nel medio-lungo termine. Con le crisi geopolitiche che continuano a influenzare i mercati, resta da vedere come Bitcoin si comporterà in questo contesto sempre più instabile. Nei primi 3 giorni dall’evento ha registrato un -6% circa, cosa succederà a sessanta giorni?

Come andrà il mercato azionario nel quarto trimestre del 2024?

Mercato azionario: cosa succederà nel quarto trimestre

In che condizioni verte lo stock market e cosa succederà nel quarto trimestre del 2024? Un’analisi tratta dal report trimestrale di BlackRock

Il report di BlackRock sulle condizioni in cui verte il mercato azionario nel quarto trimestre del 2024 si apre con una frase ad effetto “the economy is not the stock market. And that’s a good news.” 

Interpretando questa citazione di Tony De Spirito, Global Chief Investment Officer del più grande fondo di investimenti al mondo, si comprende come ci tenga a specificare che, se l’economa reale rallenta, non debba accadere per forza lo stesso al mercato azionario.

Ecco cosa succederà all’interno del mercato azionario durante il quarto trimestre del 2024 secondo BlackRock.

Mercato azionario: alcune considerazioni generali

Il quarto trimestre del 2024 si preannuncia scoppiettante per il mercato azionario e quello delle crypto. In generale, tutti gli asset cosiddetti “a rischio” potrebbero sperimentare fasi di alta volatilità portata principalmente dalle elezioni americane e dal taglio dei tassi delle banche centrali, in particolare quelli della FED. In generale gli analisti di BlackRock si aspettano una reazione positiva delle azioni in relazione a quest’ultimo punto. Insomma, il taglio dei tassi potrebbe essere un’opportunità.

C’è da dire, però, che anche durante il terzo trimestre del 2024 non è mancata la volatilità, generata principalmente dalle preoccupazioni per il rallentamento dell’economia, il rischio recessione e dal “ ritardo” della FED nell’affrontare questi problemi. Tuttavia questo discorso, secondo gli analisti di BlackRock, non ha intaccato i “fondamentali” dello stock market.

I due lati della volatilità

Proseguendo con il report si affronta il tema della volatilità, quanto mai utile per comprendere “che cosa succederà nel quarto trimestre del 2024?” Inizialmente, gli analisti di BlackRock specificano una cosa abbastanza ovvia, ma che non fa mai male ripetere: il sentiment può muovere i mercati ma, nel lungo periodo, prevalgono sempre i fondamentali. Perciò seppur l’ultimo quarter sarà, probabilmente, caratterizzato da forti oscillazioni, queste non devono distrarre gli investitori da ciò che conta davvero, ovvero la creazione di valore.

Tale discorso può essere esteso anche al mondo crypto, dove progetti che mettono in primo piano concetti come l’utilità dei loro token, l’innovazione, lo sviluppo di soluzioni all’avanguardia e la sicurezza vanno sempre preferiti a quelli che cercano di cavalcare l’hype del momento.

Nel report che stiamo raccontando, Tony De Spirito, va più nel dettaglio sul concetto di volatilità, enunciando quattro interessanti assunzioni:

  • La volatilità può essere salutare. Le correzioni del mercato offrono l’opportunità di aumentare l’esposizione ad un determinato asset del quale si è estremamente convinti. Soprattutto se queste avvengono in seguito a news o dinamiche collegate al trading e non intaccano i suoi fondamentali. Insomma se il prezzo degli asset non oscillasse non si potrebbe fare “buy the dip”.
  • La volatilità è normale. È proprio grazie alle forti oscillazioni del mercato che questo si è potuto risollevare dalla grande crisi finanziaria del 2007 e 2008 e ora gli analisti di BlackRock si aspettano uno scenario simile. Caratterizzato da un volatility index (VIX) che registra picchi pronunciati per via della decisioni della FED.
  • Le correzioni di mercato sono comuni. In venti degli ultimi trentacinque anni abbiamo assistito a venti correzioni superiori al 10% per quanto riguarda l’S&P 500. Nonostante questo il suo rendimento medio in questo intervallo di tempo è stato del +14%. La regola qui è sempre la stessa, pianificare gli investimenti con una prospettiva a lungo termine e non farsi condizionare dai movimenti di mercato.
  • Maggiore volatilità può voler dire ritorni più sostanziosi: da un’analisi correlata sempre svolta da BlackRock si nota come i periodi di maggiore volatilità producano ritorni migliori. Questa si basa sul Volatility Index (VIX), un indice predittivo creato dal Chicago Board Options Exchange (CBOE) che mostra la volatilità del S&P 500 nei trenta giorni successivi. Quando il VIX resta al di sotto dei 12 punti i ritorni semestrali dell’S&P 500 si attestano, in media, attorno al 5%. Al contrario, quando questo tocca quota 29 o più, questi schizzano al 16%. Insomma, per riassumere questo concetto in breve: i rendimenti a breve termine dipendono, anche, dalla volatilità.

Mercati azionari e elezioni americane

Il primo grande evento che questo trimestre potrà influenzare il mercato azionario sono le elezioni americane di novembre. La vittoria di un determinato candidato o partito, non ha quasi mai influenzato il movimento di prezzo delle azioni sul lungo periodo, ma ha praticamente sempre provocato rilevanti oscillazioni di breve termine.

BlackRock ha analizzato le performance degli undici mesi successivi alle elezioni, per poi confrontare con quelle di brevissimo termine, ovvero delle ore e dei giorni immediatamente successivi al verdetto. Dal report emerge che solo in due frangenti su sette (dal 1996 ad oggi), l’incremento della volatilità post elezioni si è protratta per più di undici mesi.

Insomma, il messaggio che intende trasmettere BlackRock riguardante questo tema è lo stesso dei paragrafi precedenti, ovvero orientato al lungo periodo. D’altronde il mercato è riuscito a superare tantissime crisi dal 1974 ad oggi, come le dimissioni di un presidente, il crollo dei “Nifty Fifty”, la stagflazione, lo stock market cash del 1987, la bolla delle dot com, la crisi del 2008 e il COVID-19. Così come nel mondo di tutti i giorni, così come in quello finanziario “la pazienza è la virtù dei forti”

L’impatto del taglio dei tassi della FED

Infine BlackRock ha analizzato anche la retorica e il possibile impatto dei tagli dei tassi di interesse della Federal Reserve. Come è noto, nel report del fondo di investimento si ribadisce che i mercati azionari tendono a performare quando i tassi vengono ridotti, specialmente se questo accade senza che si verifichi una recessione.

Ma c’è di più, i dati storici rivelano che le azioni delle aziende che hanno una capitalizzazione di mercato importante, tendenzialmente registrano ritorni migliori rispetto a quelle più piccole, schema che perdura fino a tre anni dopo il primo taglio.

Inoltre, se si affronta questo argomento adottando una suddivisione settoriale, emerge come le azioni di aziende del segmento healthcare e quelle che producono beni di consumo, solitamente crescono di più rispetto alla media nell’anno successivo al primo taglio dei tassi di interesse.

E il mercato crypto?

Se seguite il settore probabilmente lo saprete già, BlackRock e il suo CEO Larry Fink, sono diventati grandi fan del mondo crypto nell’ultimo anno. E ciò emerge molto bene da un recente report pubblicato dal fondo. Al suo interno si legge come, analizzando i dati storici, il prezzo di Bitcoin sia decorrelato da quello delle azioni, e come i suoi rally rialzisti siano più esplosivi. Questa condizione permette a BTC di essere un “diversificatore” di portafoglio, prevalentemente perché è unico nel suo genere a livello tecnologico. 


La blockchain di Bitcoin è, infatti, caratterizzata da una sicurezza elevatissima grazie al meccanismo di consenso Proof of Work, che coinvolge migliaia di nodi e miner per verificare e confermare le transazioni, rendendo impossibile manipolarla. La sua immutabilità, ossia l’impossibilità di alterare o cancellare le transazioni registrate, conferisce a Bitcoin un livello di fiducia che lo distingue da qualsiasi altro asset finanziario. Ogni blocco aggiunto alla blockchain è protetto da crittografia avanzata, creando una sequenza di informazioni che non può essere modificata senza il consenso della rete. Questa caratteristica lo rende immune a frodi e attacchi, rendendolo una riserva di valore sicura e a prova di manomissioni.

Bitcoin cresce grazie agli stimoli economici della Cina e ai flussi degli ETF

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Il prezzo di Bitcoin è tornato a crescere grazie agli stimoli economici della Cina e ai flussi di denaro verso gli ETF. Cosa succederà ad ottobre?

La scorsa settimana, il prezzo di Bitcoin è stato interessato da una ripresa significativa che gli ha permesso di chiudere settembre con un +8%. In realtà per essere sicuri di ciò dovremmo aspettare la mezzanotte di questa sera. Questo risultato, se verrà raggiunto, stupisce gli appassionati del settore, dato che il nono mese dell’anno è storicamente negativo per la crypto. Cosa ha generato questa crescita? Il principale catalizzatore, oltre agli inflow in crescita degli ETF spot, sembra essere connesso ad una mega iniezione di liquidità portata avanti dalla Cina.

La Cina inietta capitali e il taglia i tassi repo

Mercoledì scorso, la Banca Centrale Cinese ha annunciato un taglio dei tassi sui prestiti interbancari (repo) dall’1,95% all’1,85%, misura accompagnata da un’iniezione di oltre 10 miliardi di dollari di liquidità nel mercato e dalla riduzione di 50 punti base del tasso della riserva obbligatoria delle banche (RRR). Questo sembra essere solo un assaggio del cosiddetto “bazooka”, un pacchetto di interventi monetari che porterà l’ingresso di circa un trilione di Yuan (circa 150 miliardi di dollari) attraverso l’aumento della disponibilità creditizia delle banche.

Questo intervento aveva, e ha tutt’ora, lo scopo di stimolare un’economia che sta affrontando sfide significative, come la deflazione derivante da un grave crollo dei consumi, una crisi del settore immobiliare e un elevato debito pubblico. Gli effetti di questa mossa non si sono fatti attendere: gli indici di borsa asiatici, come l’HANG SENG di Hong Kong e l’SSE di Shanghai, hanno registrato una crescita rispettivamente del 14% e del 20% da giovedì scorso, con un effetto domino che ha influito positivamente sui mercati azionari statunitensi e su quello crypto. Tuttavia, Bitcoin e le principali criptovalute stanno rallentando nella giornata di oggi, con il prezzo di BTC in calo del 3% circa.

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L’iniezione di liquidità da parte della Cina non solo ha risollevato i mercati finanziari asiatici, ma sembra anche aver reso più ottimisti gli investitori. Il taglio dei tassi repo e le misure che abbiamo elencato nel paragrafo precedente, hanno aumentato la disponibilità globale di denaro, per questo motivo in molti pensano che una parte di questa liquidità  potrà dirigersi verso gli asset più rischiosi, come azioni e crypto, nelle prossime settimane. 

L’effetto sugli investitori e l’influenza sul prezzo di Bitcoin

Parlando del prezzo di Bitcoin non si può non citare l’aumento degli inflow verso  i suoi ETF che ha ulteriormente rafforzato il sentiment degli investitori, dato che nella giornata di venerdì questi si sono avvicinati ai 500 milioni di dollari. Era dal 22 luglio che gli strumenti finanziari sulla crypto non attraevano così tanti capitali, segno che sembra tornato l’ottimismo sul mercato dopo mesi di noia.

Inoltre, arrivano buone notizie anche dal fronte Ethereum, dato che gli strumenti finanziari sulla crypto, dopo due mesi profondamente negativi, stanno iniziando a registrare inflow importanti. Negli ultimi quattro giorni di trading gli afflussi su questi ETF spot ammontano a circa 150 milioni di dollari.

Insomma, nonostante i ribassi delle ultime ventiquattro ore, si respira dell’ottimismo sui mercati. Con l’inizio del mese di ottobre, uno di quelli storicamente più positivi per Bitcoin e per questo soprannominato Uptober, assisteremo ad una definitiva ripartenza dopo un movimento laterale che dura da più di sei mesi?


Gary Gensler sotto attacco: la battaglia contro le crypto e il Congresso

Gary Gensler è sotto attacco di un fuoco incrociato

Gary Gensler, presidente della SEC, è al centro di critiche bipartisan per la sua gestione, dal punto di vista regolamentare, del settore crypto negli ultimi anni

Gary Gensler, presidente della Security and Exchange Commission (SEC), si trova in una situazione sempre più difficile a causa della sua controversa gestione del settore crypto. Quello che è iniziato come una battaglia regolamentare si è trasformato in uno scontro politico che coinvolge membri del Congresso di entrambi gli schieramenti. Questo articolo approfondisce il contesto delle accuse rivolte a Gensler e le reazioni che ha suscitato tra i legislatori.

Le prime critiche: la causa contro DEBT Box

Durante l’udienza della Commissione Servizi Finanziari della Camera della scorsa settimana, Gary Gensler ha dovuto affrontare un duro attacco da parte di membri del Congresso, come il repubblicano Tom Emmer, che ha criticato la gestione della causa contro DEBT Box, una startup crypto accusata di frode per 49 milioni di dollari. La causa non solo non ha portato risultati concreti, ma è costata agli Stati Uniti 1,8 milioni di dollari in spese legali. Emmer ha sfidato apertamente Gensler, chiedendogli se fosse imbarazzato da questo fallimento. In risposta Gensler ha ammesso le sue colpe, dichiarando che il caso non è stato gestito correttamente.

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Anche i Democratici contro Gensler

Se da un lato le critiche di Emmer potrebbero sembrare prevedibili, data la sua appartenenza al Partito Repubblicano, sorprendente è stata la reazione del democratico Ritchie Torres. Torres ha interrogato Gensler su come la SEC definisce una “security” e ha portato all’attenzione una questione cruciale per il settore crypto e gli NFT. Nello specifico ha rivolto una domanda curiosa al presidente della Commissione, chiedendogli se un biglietto per una partita degli Yankees possa essere considerato una security.

Gensler ha risposto citando il test di Howey, un meccanismo che risale al 1946 utilizzato per stabilire se un asset è una security o meno. Tuttavia, Torres ha risposto che questo test è obsoleto per le nuove tipologie di asset come gli NFT, sottolineando che secondo questa logica, anche opere d’arte o vinili potrebbero essere considerate security.

Cosa potrebbe succedere ora?

Le crescenti critiche a Gensler da parte di entrambi i partiti suggeriscono che il suo futuro come presidente della SEC potrebbe essere in bilico. Dopo anni di scontri con il settore crypto, la pressione su di lui non è mai stata così forte. Le ripercussioni di questi scontri non riguardano solo Gensler, ma potrebbero anche portare a un cambiamento radicale nella regolamentazione delle criptovalute negli Stati Uniti. Resta da vedere se Gensler riuscirà a mantenere la sua posizione o se le critiche crescenti porteranno a una riforma della SEC e delle sue politiche verso il settore crypto.

Kamala Harris parla di criptovalute, le opzioni su BTC di BlackRock e Franklin Templeton lancia un fondo su Solana

Kamala Harris parla di crypto, BlackRock, Franklin Templeton e Solana

Kamala Harris si esprime per la prima volta sul tema delle criptovalute. La SEC approva le opzioni su ETF Bitcoin di BlackRock, mentre Franklin Templeton lancia un fondo monetario sulla blockchain di Solana

Le criptovalute sono, ormai da tempo, un tema centrale anche nel panorama politico statunitense. Kamala Harris, negli ultimi giorni, ha finalmente rotto il silenzio sul tema, affermando che le crypto sono un elemento chiave per l’economia USA. Nel frattempo, la SEC ha approvato le opzioni sugli ETF Bitcoin di BlackRock e Franklin Templeton ha annunciato il lancio di un fondo monetario sulla blockchain di Solana, a dimostrazione di come la tecnologia blockchain si stia insinuando in ogni aspetto riguardante gli strumenti finanziari più tradizionali.

Kamala Harris rompe il silenzio sulle criptovalute

È successo: finalmente Kamala Harris ha parlato di criptovalute! Dopo mesi in cui il suo avversario, Donald Trump, ha dominato il dibattito su questo tema, la candidata democratica ha rotto il silenzio durante un comizio a New York, organizzato in onore di alcuni donatori. L’evento era particolarmente significativo, non solo per il pubblico presente, ma per il messaggio politico che Harris ha voluto trasmettere. 

Dopo un lungo periodo in cui i Democratici si erano mantenuti piuttosto distanti e critici nei confronti dell’industria crypto, le dichiarazioni della Harris rappresentano un punto di svolta. Finora, esponenti di rilievo del partito, come Gary Gensler, presidente della SEC, si erano distinti per un atteggiamento restrittivo verso le criptovalute, ostacolando l’avanzamento di molte aziende del settore. Il contesto era comunque in evoluzione: con l’approvazione degli ETF spot su Bitcoin a gennaio e su Ethereum a maggio, si iniziavano a vedere i primi segnali di cambiamento.

Il panorama politico USA ha subito una svolta quando Donald Trump ha cominciato a cavalcare il tema delle criptovalute, cercando di attrarre gli investitori di questo mercato verso la sua campagna. In un video di maggio, Trump ha ironizzato sul fatto che Joe Biden non sapesse neanche cosa fossero le criptovalute, segnalando la chiara volontà dell’ex presidente di differenziarsi dalla narrativa democratica.

Le parole della Harris invece, seppur caute, dimostrano che il settore è ormai un tema centrale anche nella corsa dei democratici verso Capitol Hill. Durante il discorso, Harris ha dichiarato che riunirà lavoratori, piccole imprese, innovatori e grandi aziende per investire nelle tecnologie del futuro, tra cui le criptovalute e l’intelligenza artificiale, senza dimenticare la necessità di proteggere consumatori e investitori. Nonostante non sia stata troppo esplicita nel suo supporto, il semplice fatto che abbia menzionato le criptovalute è un segnale importante per il futuro politico degli Stati Uniti e potrebbe influenzare la decisione di molti degli oltre 50 milioni di americani che investono in questo mercato.

BlackRock ottiene l’approvazione della SEC per le opzioni sugli ETF su Bitcoin

Il secondo sviluppo significativo di questa settimana riguarda sempre la SEC, che ha approvato le opzioni sugli ETF di Bitcoin del gigante degli investimenti BlackRock. Questo evento segna un passo in avanti per l’integrazione delle criptovalute nei mercati finanziari tradizionali.

Le opzioni sono uno strumento finanziario che concede agli investitori il diritto, ma non l’obbligo, di comprare (Call) o vendere (Put) un asset, come gli ETF su Bitcoin, a un prezzo prestabilito entro una data di scadenza. In questo caso specifico, le opzioni approvate dalla SEC si basano su Bitcoin spot, il che significa che ogni volta che viene stipulato un contratto, questo si riflette direttamente sul portafoglio fisico di Bitcoin detenuto da BlackRock. 

Questo passaggio apre nuove possibilità agli investitori istituzionali, permettendo loro di gestire meglio il rischio e aumentare la loro esposizione al mercato delle criptovalute. Inoltre, le opzioni sono spesso utilizzate come strumenti di leva finanziaria, per scommettere sulla crescita o proteggersi da eventuali cali dei prezzi, rendendo il mercato più dinamico e flessibile. Per il mondo finanziario, l’approvazione di questi strumenti rappresenta un ulteriore passo verso l’integrazione delle criptovalute nei circuiti economici tradizionali, consolidando il loro ruolo all’interno del sistema.

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Franklin Templeton lancia un fondo monetario sulla blockchain di Solana

In un altro sviluppo di rilievo per l’ecosistema crypto, Franklin Templeton ha annunciato il lancio di un nuovo money market fund sulla blockchain di Solana. Questo segna un cambiamento significativo per un fondo di investimento che gestisce circa 1,5 trilioni di dollari di asset, e spiana la strada all’utilizzo della tecnologia blockchain per migliorare l’efficienza operativa sui mercati. 

Ma cosa sono esattamente i money market fund? Si tratta di fondi comuni d’investimento che puntano alla conservazione del capitale e alla liquidità, investendo in strumenti finanziari a basso rischio come obbligazioni governative o certificati di deposito. Tradizionalmente considerati strumenti “noiosi” per investitori avversi al rischio, questi fondi hanno un volume di transazioni molto alto, specialmente per operazioni come l’emissione di assegni o carte di debito. La scelta di Franklin Templeton di utilizzare la blockchain di Solana per questo tipo di prodotto si basa sui vantaggi offerti dalla tecnologia, come l’economicità e la velocità delle transazioni. Il responsabile dello sviluppo delle partnership, Mike Reed, ha spiegato che dopo aver valutato possibili collaborazioni esterne, il fondo ha deciso di costruire internamente il proprio team di sviluppo per gestire l’integrazione della blockchain nel processo.Anche se Franklin Templeton aveva già tentato in passato di lanciare un fondo simile su blockchain, l’interesse allora era scarso, principalmente a causa dei tassi di interesse bassi.

Tuttavia, le circostanze sono cambiate: i tassi di interesse più elevati e un rinnovato interesse da parte di fondi di venture capital e aziende web3 per migliorare la gestione delle loro tesorerie potrebbero far decollare questa nuova iniziativa. La scelta di una blockchain veloce e scalabile come Solana potrebbe rappresentare una svolta per il settore finanziario tradizionale, dimostrando come anche strumenti apparentemente “datati” come le obbligazioni possano trovare nuova vita grazie alla tecnologia decentralizzata. Con sempre più fondi di investimento che esplorano il potenziale della blockchain, questo potrebbe essere solo l’inizio di una più ampia integrazione tra finanza tradizionale e tecnologia decentralizzata.

Crollo criptovalute: cosa fare quando succede?

Crollo criptovalute: cosa fare?

Crollo delle criptovalute: perché succede e come mettersi al riparo. Scopri tutti i consigli utili e le contromisure da adottare. 

Se hai mai affrontato un crollo delle criptovalute sai cosa significa provare paura e sconforto. Quando tutti i prezzi scendono rapidamente, scenario che si verifica più frequentemente nel nostro settore rispetto ad altri mercati più longevi e solidi, è difficile non farsi prendere dall’emozione. Quando le crypto crollano, se non sei preparato, ci si sente un po’ Wendy in Shining: ogni movimento di mercato diventa un colpo d’ascia che ti rincorre lungo i corridoi dell’Overlook Hotel, con Jack Torrance (Jack Nicholson) alle calcagna, pronto a terrorizzarti ad ogni angolo.

Tuttavia, se si lasciano da parte le emozioni e affronti la situazione in modo razionale, il crollo delle criptovalute può trasformarsi in  un’opportunità. Non serve avere la “luccicanza”, quella capacità quasi magica di prevedere il futuro come nel film di Kubrick. Quello che ti serve davvero è un piano solido e una strategia ben strutturata, che ti permettano di navigare con sicurezza anche nei momenti più turbolenti.

Perché le crypto sono volatili?

La prima volta che si assiste ad un crollo delle criptovalute (e forse anche la seconda e la terza) è normale farsi prendere dal panico. Al contrario, dopo che si acquisisce un po’ di esperienza nel settore, ci si abitua ai saliscendi del mercato o addirittura si attende con fermento e impazienza la volatilità, perché rende il mercato crypto più avvincente rispetto ad altri periodi spesso statici

Ma come mai i crolli sono più frequenti nel mondo crypto? Principalmente perché le criptovalute sono “giovani” e meno capitalizzate dei rivali della finanza tradizionale. Basti pensare che Wall Street, cuore pulsante del mercato azionario americano (sicuramente il più famoso e frequentato dagli investitori) è nato l’8 marzo del 1817. Il New York Stock Exchange è stato fondato più di duecento anni fa, mentre il mercato crypto circa dieci, se si considera come punto d’origine la nascita dei primi exchange.

Se il paragone sulla longevità dei due settori è efficace, quello che riguarda la capitalizzazione dei rispettivi mercati non lascia scampo ad equivoci. La capitalizzazione totale del mercato crypto, ovvero il valore monetario complessivo degli asset che lo compongono, è di 2,13 trilioni di dollari, 2.130 miliardi. Quello di Apple, invece, che è l’azienda più capitalizzata al mondo è, al momento della scrittura, di 3,2 trilioni, il 66% in più. Una sola azienda, anche se è la più grande in questo momento, vale di più (in termini monetari) dell’intero mercato delle criptovalute.

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Focus sulla capitalizzazione di mercato

Per spiegare in termini semplici qual è la relazione tra la capitalizzazione di mercato e la volatilità di un asset possiamo paragonare la prima ad una folla di persone. Quando questa è contenuta e succede qualcosa di insolito l’intero gruppo reagisce spesso in modo drastico. Immaginate cosa succederebbe se urlaste a squarciagola in un bar poco affollato. Al contrario, non susciterebbe nessuna reazione lo stesso comportamento durante una manifestazione con migliaia di persone.

Allo stesso modo, in un mercato altamente capitalizzato, partecipato da molti investitori e caratterizzato da scambi che muovono enormi quantità di denaro, influenzare il prezzo degli asset è molto difficile e dispendioso in termini di volumi. Mentre sono sufficienti somme più contenute per influenzare la capitalizzazione di un mercato più piccolo, dove le news o i grossi speculatori possono definirne il l’andamento di breve termine.

Crollo delle criptovalute correlato a una notizia economica

Alcune notizie economiche hanno la capacità di influenzare l’andamento del mercato azionario e quindi possono anche causare indirettamente il crollo delle criptovalute. Per esempio, eventi come la decisione della Federal Reserve in merito ai tassi di interessi, o la pubblicazione dei dati sull’inflazione e di quelli del mercato del lavoro, condizionano fortemente gli investitori, sia istituzionali che retail. Questi fattori influenzano le azioni sui mercati e, di conseguenza, i prezzi degli asset. 

Se hai assistito a un sell the news collegato ad uno degli eventi sopracitati, o ad un crollo preventivo derivante dalla preoccupazione di dati poco favorevoli per l’economia, non è il caso di preoccuparsi. Solitamente si tratta di movimento di prezzo passeggeri, che si concludono in un breve lasso di tempo.

Eventi di mercato gravi

Il discorso cambia quando si analizza il crollo delle criptovalute derivante da un evento grave e interno a questo specifico settore, come il fallimento di un player molto importante. In passato abbiamo assistito a crollo dell’ecosistema Terra-Luna, che ha causato un buco di 60 miliardi di dollari, ma anche alla bancarotta di FTX, che ha sollevato dubbi sulla legittimità delle aziende centralizzate che operano nel settore.

Quando eventi del genere colpiscono il mercato anche gli investitori più esperti provano paura e sgomento. Tuttavia, con il passare del tempo e con la crescita della capitalizzazione delle principali crypto, l’impatto sull’intero mercato di eventuali eventi di questo tipo dovrebbe gradualmente decrescere. In ogni caso, farsi prendere dal panico e agire d’impulso, come sempre quando si parla di investimenti, potrebbe peggiorare ulteriormente la nostra posizione. Al contrario, se si sta agendo seguendo un piano strutturato, è fondamentale continuare sulla propria strada e non applicare ad esso modifiche che derivano dal disagio emotivo che si sta provando. Questo, se consideriamo il “caso studio” crollo dell’ecosistema Terra Luna, avrebbe potuto voler dire allocare al progetto una percentuale del portafoglio crypto molto limitata accompagnata da un ribilanciamento costante in modo da ridurre progressivamente l’esposizione.

Come ci si può proteggere dal crollo delle crypto?

La prima risposta a questa domanda può essere estrapolata dal paragrafo precedente. Perché la realtà è, almeno in questo caso, molto semplice: chi non ha una strategia si troverà sempre a fare i conti con la paura o la rabbia durante un crollo delle criptovalute. Tuttavia, ci sono alcuni passaggi preliminari che possono aiutare chi è alle prime armi a prescindere dalla tipologia di piano che sta seguendo:

  • Svolgere un’analisi dei fondamentali: con questo termine ci si riferisce alla tecnologia che sostiene il token o la crypto in cui si vorrebbe investire. Prima di aggiungere un nuovo asset al nostro portafoglio è importante conoscerlo, comprendere se ha un’utilità, quali benefici garantisce a chi lo detiene e gli obiettivi di medio e lungo termine di chi lo emette. Conoscere tutto delle criptovalute che possediamo ci può aiutare ad affrontare con tranquillità e ottimismo i crolli di mercato. Insomma, nel lungo termine sono i fondamentali a fare la differenza e l’approccio cambia a seconda della solidità del progetto che si prende in considerazione. La strategia che seguirà l’acquisto di Polygon (POL), un progetto con tantissimi sviluppatori nel mondo che ha raccolto quasi 500 milioni di dollari, sarà diversa da quella da adottare nel caso in cui si compra una meme coin.

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  • Conoscere le basi dell’analisi tecnica: non per prevedere o anticipare i movimenti di mercato, ma per comprendere il contesto di un crollo dei prezzi. Se, ad esempio, la crypto in esame proviene da un periodo estremamente positivo, il ribasso dei prezzi potrebbe essere fisiologico. Oppure, se tale movimento è stato repentino e, almeno in parte, riassorbito, potrebbe trattarsi di un flash crash che la crypto non farà fatica a recuperare.
  • Possedere un portafoglio bilanciato: la differenza tra la capitalizzazione di mercato delle crypto e quella del mercato azionario è, ad oggi, ancora abissale. Ma lo stesso discorso vale anche per il divario tra BTC e la maggior parte delle altcoin. Come si evince dal grafico della dominance, il 58% del “peso” del mercato delle criptovalute è attribuibile a Bitcoin, che è la crypto su cui puntare se si vuole massimizzare la stabilità del proprio portafoglio. Al contrario, andrebbe al più possibile limitata l’esposizione alle meme coin o le “gemme” semisconosciute, che possono perdere gran parte del loro valore in pochissimo tempo. Inoltre può essere utile possedere un “piano b” strutturato, che implichi decisioni ben definite al verificarsi di alcune condizioni. I più esperti potrebbero servirsi dell’analisi tecnica, per pianificare una strategia d’uscita nel caso in cui una crypto scenda al di sotto di un determinato livello di prezzo (stop loss).

Questi sono solo tre metodi per proteggersi, almeno in parte, dal possibile crollo delle criptovalute. Tuttavia, non è possibile identificare strategie evergreen che funzionino a prescindere, ma vanno sempre adattate alla propensione al rischio di ogni individuo. In ogni caso, se intendi conoscere le cinque più popolari del 2024, puoi leggere questo articolo!

Le 5 strategie più popolari nel mondo crypto

Strategie crypto: le 5 più popolari

Qual è la migliore strategia per massimizzare le performance del tuo portfolio crypto? La risposta a questa domanda è come la ricetta della salsa del Big Mac, nessuno la sa. Ma ecco le 5 più popolari

Le domande che non hanno una risposta nel mondo sono tantissime. Qual è il vero nome dello street artist Banksy? Qual è la ricetta della salsa segreta del Big Mac? Quanto denaro ha nascosto Pablo Escobar nelle campagne attorno a Medellin? Come sono state costruite le piramidi egizie? Ma nessuna di queste è minimamente paragonabile a quella che tormenta quotidianamente gli appassionati del mondo crypto: qual è la strategia perfetta? Come è composto il portafoglio definitivo e invincibile? Quali criptovalute contiene e in quali percentuali?

Dato che non ci è possibile trovare la risposta, abbiamo analizzato tantissime strategie popolari cercando di trovare quelle che, nel tempo, hanno restituito i rendimenti migliori e un rischio contenuto. Trovi le migliori cinque in questo articolo! P.S. tutte queste hanno “battuto” l’S&P 500, l’indice azionario che riassume l’andamento delle cinquecento aziende più capitalizzate al mondo, registrando almeno il doppio del suo incremento percentuale.

Scopri il mondo crypto

1. Market Cap Weighted – proporzionali alla capitalizzazione di mercato

Da dove partire per analizzare le strategie crypto che hanno battuto l’S&P 500 se non dal suo alter ego decentralizzato? Un portfolio “cap-weighted” viene costruito dividendo la somma investita tra le 20 criptovalute più capitalizzate del mercato, in base al loro peso rispetto alla capitalizzazione totale, escluse le stablecoin. In altre parole un portafoglio costruito secondo queste logiche presenterebbe, al momento della scrittura il 56% dell’esposizione in Bitcoin, il 14% in Ethereum il 3,7% in BNB, il 3% su Solana (SOL), i e così via. Così come l’S&P 500 da più peso alle aziende maggiormente capitalizzate, come Nvidia e Google, con questa strategia il tuo portafoglio sarà maggiormente influenzato dalle crypto più capitalizzate, in particolare Bitcoin e Ethereum.

Da gennaio 2023 ad agosto 2024 questa strategia crypto ha registrato un +144%, mentre durante il picco di marzo, quando Bitcoin ha raggiunto il nuovo massimo storico a quota 74.000$, un +200% circa.

2. La combo classica: 80% Ethereum e 20% Bitcoin

La strategia, forse, più popolare del mondo crypto da diversi anni, nonché quella consigliata da tanti OG, ovvero gli utenti che popolano il settore da tanto tempo. Se deciderete di attuarla, non ditelo ai Bitcoin maximalist, per loro esiste soltanto una criptovaluta legittima e si chiama BTC, ma affronteremo questa categoria nel prossimo paragrafo. 

A prescindere da ciò però la coppia più pop del mondo crypto, composta al 20% da Ethereum e all’80% di Bitcoin ha registrato ottime performance negli ultimi 20 mesi, un +190% abbondante!

3. Bitcoin maximalist: all-in sul Re

Bitcoin è la criptovaluta più popolare del mondo crypto, per molti l’unica che ha davvero senso di esistere. E c’è da dire che nell’ultimo anno le sue perfomance, caratterizzate da ottimi rendimenti e da una maggiore stabilità rispetto alle concorrenti, hanno legittimato questa scelta. Il suo movimento di prezzo da gennaio 2023 ad agosto 2024 è stato del +226%, mentre durante il picco di marzo ha toccato il +350%.

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4. Buy the dip “ afferra un coltello che cade”

Questa è la strategia più articolata presente in questo articolo, ma vale la pena analizzarla visto che è utilizzata da tantissimi utenti del mondo crypto, a volte purtroppo senza cognizione di causa. È necessario specificare che può essere complessa da adottare, sopratutto per chi è alle prime armi, dato che comporta un approccio attivo al trading. In altre parole, non funziona come le altre e non segue la logica “compra e dimenticati di averlo fatto”.

Proprio per queste sue caratteristiche è difficile stimare con esattezza le performance, poichè variano a seconda di diversi fattori, come il momento esatto in cui si acquista e la quantità. Tuttavia, supponiamo che si disponesse di un budget di partenza di 5.000$ in BTC e 5.000$ in stablecoin, e che si avesse intenzione di fare “buy the dip” ad ogni crollo di BTC superiore al 10%. Ecco, ipotizzando che si fossero rispettate tutte le premesse, alla fine dell’anno ci si sarebbe 48.000$ di BTC in controvalore monetario.

Ovviamente dirlo non è come farlo, comprare quanto il mercato soffre non è un gioco da ragazzi, soprattutto dal punto di vista psicologico. Ci vogliono nervi d’acciaio, una pazienza certosina e una buona dose di skills e costanza. Perciò valuta bene in base al tuo livello, se ritieni di non avere abbastanza esperienza per questa tipologia di attività puoi optare per l’acquisto ricorrente, mosso da logiche simili ma sicuramente più easy

Attiva un acquisto ricorrente

5. La combo del fantasista

Concludiamo la strategia crypto più performante degli ultimi mesi, di quelle prese in esame. Questo magico mix è composto al 60% da Bitcoin, al 20% da Ethereum e al 20% da Solana (SOL). Anche se un 20% può sembrare una percentuale moderata, è proprio quella allocazione ad aver dato la spinta decisiva a questo portafoglio negli ultimi mesi. La perfomance registrata da questa di strategia è da togliere il fiato, +620% da gennaio 2023.

Come promesso nell’introduzione non abbiamo risposto alla domanda “qual è la migliore strategia crypto da adottare”. Tuttavia, le cinque che appena affrontato hanno registrato ottime performance con un rischio associato, tutto sommato, limitato. Probabilmente le strategie composte da alcune crypto esotiche hanno registrato ritorni superiori, ma altrettanto probabilmente non sono sostenibili nel lungo periodo. Trovi la maggior parte delle criptovalute che abbiamo menzionato in questo articolo sull’app di Young Platform, ci vediamo lì!