On This Day: Bitcoin (trash edition)

On This Day: Bitcoin (trash edition)

Cosa succedeva quando Bitcoin toccava i 500$? E i 5000$? Qui ripercorreremo la storia di BTC in modo particolare, in chiave…trash. Dai che funziona!

Cosa c’entra Melissa Satta con Bitcoin? E Marracash? Nulla, ovviamente. O forse no. In questo articolo, abbiamo deciso di ripassare la storia del re delle crypto con l’obiettivo di collegare i momenti più importanti a una serie di notizie trash e nostalgiche. Perchè? Perchè siamo incredibilmente romantici, ci piace ricordare i tempi che furono e adoriamo farci due risate. Accomodati pure. 

Prima fase: da Bitcoin.org al primo Halving

Dagli albori di Bitcoin al primo Halving, dal 2008 al 2012. È passato veramente un sacco di tempo da quel momento, il mondo è radicalmente cambiato: Apple aveva appena lanciato il primo iPhone, a Pechino si svolgevano le Olimpiadi e Barack Obama diventava il 44esimo Presidente degli Stati Uniti. Ma torniamo su Bitcoin. 

18 agosto 2008: Satoshi Nakamoto registrava il dominio Bitcoin.org

L’inizio del sogno, l’origine di tutto quanto.

In quel momento, in Italia Giusy Ferreri dominava le classifiche con una canzone che difficilmente dimenticheremo, anche perchè il titolo è Non ti scordar di me. Negli Stati Uniti, invece, una certa Rihanna faceva il botto con un pezzo destinato a restare per molto tempo negli iPod di moltissimi teenagers: Disturbia. Evviva l’estate.

31 ottobre 2008: Satoshi Nakamoto pubblica il White Paper di Bitcoin

A Peer-to-Peer Electronic Cash System. Parole che riecheggiano nell’eternità. 

Contemporaneamente, Max Laudadio di Striscia la Notizia faceva la spesa in incognito al Fiordaliso di Rozzano (MI) per indagare su delle presunte incongruenze tra i prezzi esposti e quelli effettivi, come segnalato da un amico di Striscia: sullo scontrino, le cipolline sott’aceto costavano 0,99€ invece di 0,79€, mentre i tortelli ricotta e spinaci 2,25€ invece di 1,69€. Grande Max, grazie per il tuo prezioso lavoro d’inchiesta!

17 marzo 2010: il primo prezzo mai registrato di Bitcoin, 0,003$ sulla piattaforma Bitcoinmarket.com

Dopo due anni, Bitcoin è finalmente quotato in un exchange: due mesi dopo sarebbe avvenuta la prima transazione commerciale, ricordata col nome di “Pizza Day”.

In quello stesso giorno, l’agenzia di stampa Reuters riporta una notizia incredibile: l’insegnante di surf Domingo Pianezza, dopo molti mesi di addestramento, mette un salvagente al suo lama Pisco e si fa una surfata sulle spiagge peruviane di Lima. Un lama su una tavola da surf. A Lima. Dai. 

9 febbraio 2011: Bitcoin raggiunge per la prima volta il valore di 1$ sull’exchange MtGox

Eh si, il valore simbolico di 1$ è stato raggiunto la bellezza di 14 anni fa. 

In Italia, però, succedeva una cosa incredibile: il Comando di Polizia Municipale di Oria, nel brindisino, rilevava e multava una Fiat Doblò per eccesso di velocità. Fin qui tutto normale, se non fosse che, secondo l’autovelox, il furgone viaggiava a 1230 km/h. Si, 1230 km/h, ben 36,6 km/h sopra la velocità del suono. E non so se è chiaro, ma il guidatore ha preso la multa. Intanto, nella classifica USA svettava un grandissimo Bruno Mars con una hit indimenticabile: Grenade

2-3 giugno 2011: Bitcoin supera i 10$

Altra soglia psicologica importantissima sfondata: la quotazione di Bitcoin adesso è a doppia cifra.

Nel mentre, nel Belpaese si festeggiavano i 150 anni dall’Unità d’Italia e il 3 giugno sera la Nazionale guidata da Cesare Prandelli batte l’Estonia 3-0, grazie alle reti di Pepito Rossi, Antonio Cassano e Giampaolo Pazzini. Quello fu un Europeo incredibile, in cui l’Italia arrivò in finale contro la Spagna dopo aver battuto l’Inghilterra ai quarti e la Germania in semifinale. Gli spagnoli, purtroppo, dimostrarono la loro superiorità, battendoci per quattro reti a zero e vincendo un triplete particolare: Europeo, Mondiale ed Europeo. Ingiocabili.

19 giugno 2011: Hack dell’exchange Mt.Gox e BTC a 0,01$

Parliamo del peggior crash della storia di Bitcoin: dopo essere passato da 10$ a 32$ in meno di un venti giorni, un attacco hacker a quello che, ai tempi, era l’exchange più importante del mondo, provoca un crollo del prezzo fino a 0,01$ – furono rubati circa 850.000 Bitcoin

Sarà un caso, ma lo stesso giorno, in Italia, debuttava Tamarreide, un programma su Italia1 condotto da Fiammetta Cicogna – ma che fine ha fatto? – in cui uomini e donne sui 20-25 anni, appartenenti alla categoria dei Tamarri, viaggiavano per la Penisola in camper. Era una sorta di reality show a prove con eliminazione. Un buco nell’acqua totale

28 novembre 2012: primo Halving della storia di Bitcoin

Un momento storico, per la prima volta si attiva il meccanismo che dimezza le ricompense e riduce la circolazione di BTC: il protocollo funziona ed è entrato in azione come una macchina perfetta. 

Lo stesso giorno, un Gigante della musica entra di diritto nella storia: PSY, con la sua hit epocale Gangnam Style, conquista la prima posizione nella classifica dei video più visti di sempre su Youtube, con 805 milioni di visualizzazioni – sarà anche il primo a raggiungere il miliardo di views. Gangnam Style, un fenomeno virale senza precedenti, toglie il trono a Baby di Justin Bieber e apre la strada al successo globale del K-Pop. Mito assoluto. 

Seconda fase: dai 100$ al secondo Halving

Entriamo nella seconda fase della storia di Bitcoin, siamo negli anni 2013-2016. In questo periodo succedono veramente un sacco di cose. Nel 2013, Benedetto XVI rinuncia al pontificato e viene eletto Francesco, il primo Papa non europeo da più di un millennio; a Milano, nel 2015, viene organizzato l’EXPO e l’anno dopo, a giugno 2016, il Regno Unito vota per uscire dall’Unione Europea. È l’era dell’ascesa di Netflix, di Game of Thrones e dell’esplosione degli smartphone. Come si comportava, nel mentre, Bitcoin?

Aprile 2013: Bitcoin sfonda i 100$, vola verso i 230$ e poi si assesta sui 115$

Dal primo Halving della sua storia, BTC passa circa quattro mesi a lateralizzare, rimbalzando fra i 15$ e i 30$, stemperando gli entusiasmi. Poi l’esplosione: il primo aprile supera la soglia dei 100$ e vola ininterrottamente verso i 230$, per ritracciare e concludere il mese sul livello dei 115$. La quotazione di Bitcoin, tranne per un breve periodo, non tornerà mai più a due cifre. Dato che non abbiamo una ricorrenza precisa, abbiamo scelto due eventi particolarmente rilevanti. Andiamo eh, occhio che è roba fortissima

Il 19 aprile, un noto sito di “informazione” dedica un articolo e ben 15 foto a Melissa Satta, che viene beccata a passeggiare ai Giardini Indro Montanelli di Milano col suo cane MJ. Cane che, ci riferisce la testata, prima scorrazza nel parco poi si lascia accarezzare. I brividi. 

Ma non è finita qui. Lo stesso giorno, esce la notizia che Michelle Hunziker è incinta! E c’è anche la conferma dell’ex Eros Ramazzotti! Che mese pazzesco deve essere stato quell’aprile 2013? 

18-19 novembre 2013: Bitcoin supera i 500$

Altro momento storico incredibile per Bitcoin. In meno di 48 ore, BTC rompe la soglia dei 500$, arriva a 670$ circa e poi scende momentaneamente a 530$, pronto per un nuovo rally – di cui parleremo fra poco.

In quei giorni, dalle parti di Padova, l’amministrazione comunale si scontra con un certo tipo di imprenditoria. Siamo nel Quartiere 6, una tranquilla zona residenziale della città veneta, tutto sembra calmo e noioso, come sempre. Improvvisamente la scossa. Apre La Clotze, un bar particolare. Brenda, la proprietaria, dichiara “Le mie collaboratrici ed io ci trasformiamo, e, al posto dell’happy hour, comincia il sexy spritz. L’aperitivo viene servito in abiti piccanti a tutti i clienti”. Fermi tutti! Gravissimo! Ed ecco, infatti, il Presidente del Consiglio di Quartiere, tale Fabrizio Boron (Lega) pronto a difendere i cittadini: “La zona di Brusegana ha bisogno di interventi di rivalutazione, non di sexy bar che finiscano per diventare punto di incontro per adulti curiosi!”. Effettivamente, un paio di mesi dopo, La Clotze verrà chiuso per morosità

Inoltre, sempre il 18 novembre, in stazione a Milano viene esposto un treno fatto di 50.000 pezzi di Lego. Un’informazione che ci sembrava giusto riportare

28 novembre 2013: Bitcoin supera i 1000$ 

Pazzesco, in un mese Bitcoin passa da 200$ a 1.130$, bucando la resistenza psicologica dei 1.000$ il 28 novembre. La nicchia, sempre più popolata, che per ora segue BTC è in preda all’entusiasmo. La voce si inizia a spargere. E siamo solo nel 2013!

Cos’è successo di altrettanto importante, in quel freddo giovedì di novembre? Ironia della sorte, il Panorama di Marghera (VE) propone la giornata del Radicchio di Treviso in collaborazione col Consorzio Tutela Radicchio Rosso di Treviso e Radicchio Variegato di Castelfranco. Il programma dell’evento prevede delle lezioni alle 10:00, 12:00, 15:00 e 17:00 per conoscere tutti i segreti su questa specialità tipica veneta. Emozionante. In più, sempre il 28 novembre, Elisabetta Canalis svela al mondo il suo nuovo fidanzato, il chirurgo americano Brian Perri – dopo aver chiuso con Maccio Capatonda (!!). Che giornata. 

14 gennaio 2015: fine del primo grande bear market di Bitcoin, giù a 165$ 

Dopo due anni di cali costanti, Bitcoin tocca il bottom a quota 165$ e riparte verso la Luna: da quel momento, non tornerà più nella fascia dei 100$. Cosa mai potrebbe aver causato una simile inversione di tendenza? Sono passati dieci anni e rispondere a questa domanda è molto difficile. Anche se…

Da Gussago (BS), quel giorno, arriva una notizia shock: Sydney Giampietro, nell’impianto indoor di Schio (VI), batte il record di lancio del peso precedentemente detenuto da Angela Anzellotti. Magari le due cose non sono collegate, o magari delle whale con una fortissima passione per il lancio del peso non sono riuscite contenere l’euforia e sono andate all-in su BTC. Chi può dirlo?

9 Luglio 2016: secondo Halving di Bitcoin

Siamo arrivati al secondo grande evento della storia di Bitcoin: in questa occasione, le ricompense per blocco si dimezzavano da 25 BTC a 12,5 BTC. 

Quel giorno, in Corea del Sud, cominciava la quarta edizione del Sinchon Water Gun Festival. Questo evento, a cui parteciperemmo volentieri, vede gli abitanti della capitale Seoul scendere in strada armati di pistole d’acqua di vario tipo e darsi battaglia fino all’ultimo getto. Lo stesso giorno dall’altra parte del mondo, all’Arena di Genova, andava in scena un concerto di un certo calibro: Fabri Fibra e Marracash. Entrambi ottimi modi per celebrare il secondo Halving. 

Terza fase: bull run del 2017, Crypto Winter, Covid-19 e terzo Halving

Ci avviamo ora verso la terza fase e ci avviciniamo sempre di più ai giorni nostri. Effettivamente, ricordare gli eventi e le tendenze che hanno caratterizzato questo periodo è molto più semplice e anche meno nostalgico. Infatti è l’era della musica in streaming, col K-Pop, Billie Eilish e Drake, con la trap e con Old Town Road (di Lil Nas X). Inoltre la Marvel Cinematic Universe era all’apice della popolarità con Infinity War (2018) e Endgame (2019), Netflix continuava a produrre un successo dopo l’altro – tra Stranger Things e La Casa de Papel – e TikTok stava per esplodere. Insomma, un triennio caratterizzato da una digitalizzazione sempre più diffusa e imprescindibile. Bitcoin, in quanto asset digitale, cominciava a diventare mainstream. E nel 2018, in Italia, nasceva Young Platform.

2 Settembre 2017: Bitcoin tocca i 5.000$ e inizia la bull run del 2017

Dall’Halving, Bitcoin passa gli ultimi mesi del 2016 tra i 600$ e gli 800$, mentre da gennaio 2017 inizia a stabilizzarsi nel mondo delle 4 cifre: a gennaio ritorna sopra i 1000$, verso fine maggio supera i 2000$ e a settembre tocca i 5000$. L’interesse intorno a BTC è sempre più alto, ai massimi, e da quel momento partirà una storica bull run che viene raccontata ancora oggi da chi era presente. 

Il 2 settembre 2017, al momento in cui BTC arriva a 5000$, in Egitto succedeva una di quelle cose che non si sentono tutti i giorni: una ragazza egiziana, Samah M., all’ottavo mese di gravidanza partorisce cinque gemelli. Cinque! Di cui due maschi e tre femmine. E la cosa divertente, come riferito dal padre 27enne, è che avevano già avuto figli: altri due gemelli! Sette figli in due gravidanze, statistica rara. 

In ogni caso, era l’estate di Riccionesotto il sole sotto il sole, di Riccione di Riccione… – dei Thegiornalisti, ma anche e soprattutto di Despacito. Che tempi, che nostalgia. 

20 Dicembre 2017: Bitcoin tocca i 20.000$ e raggiunge il picco della bull run

Bitcoin prosegue la sua bull run per tutto l’inverno e a dicembre 2017 arriva al picco di questa incredibile scalata: in un anno, il valore è passato da 1.000$ a 20.000$, mettendo a segno un x20. Tuttavia, da quel momento, comincerà un terribile bear market della durata di un anno pieno, forse il primo vero Crypto Winter della sua storia. Ma in quel 20 dicembre, in cui la quotazione arrivava a 20.000$, cosa succedeva in Italia?

Beh, una rivelazione che, fino a quel momento, aveva lasciato tutto il Paese col fiato sospeso. Esselunga, la nota catena di supermercati, svela i dettagli del misterioso premio del concorso organizzato in occasione dei 60 anni dall’apertura del primo negozio: il carrellino d’oro

La società è quasi costretta a rovinare la sorpresa, a causa delle domande di una cliente: “Non avendo trovato dettagli all’interno della mostra”, ha dichiarato la consumatrice, “sono andata a vedere il regolamento del concorso, che parla di un oggetto del valore di 25.000€” – i primi indizi – “ma da nessuna parte però ho trovato indicazioni più precise”, chiude sconsolata. Subito, arriva la risposta dell’ufficio stampa di Esselunga, che fornisce informazioni preziose, affermando che si trattava di “un carrello in miniatura di 400 grammi in oro”. Un’altra grande battaglia vinta grazie alla tenacia e alla determinazione. 

16 Dicembre 2018: bottom del Crypto Winter del 2017

Finalmente questo periodo nero arriva al termine: Bitcoin perde più dell’80%, scendendo dai 20.000$ ai 3.230$. Il peggio, però, sembra passato. Infatti, da quel dicembre 2018, la quotazione di Bitcoin farà su e giù, lateralizzando all’interno di un mega range compreso fra i gli 8.000$ e i 12.000$, per poi crollare bruscamente a causa del panic selling generato dal cigno nero del Covid-19 – il Covid Crash, appunto. Quindi, tornando a noi, quel 16 dicembre è stato un giorno molto importante, che ha sancito la fine di una discesa che durava da troppo. 

Il 16 dicembre, però, non era un giorno di festa per tutti. Nella ridente Vesime (AT), in Piemonte, si celebrava la Fiera del cappone di Langa e per l’occasione era stato organizzato un concorso che avrebbe premiato il miglior cappone della zona. Fin qui tutto bene, è la fotografia di un classico momento folkloristico italiano, che vuole tenere in vita le antiche tradizioni di un’Italia sempre più lontana. Ed è proprio questo il punto: nonostante il cappone sia conosciuto per la qualità della sua carne, ci sono sempre meno capponatori, cioè coloro che eseguono la castrazione. Un dramma assoluto che necessita seri provvedimenti. 

11 maggio 2020: terzo Halving di Bitcoin

Il 2020 inizia coi migliori auspici: tra gennaio e metà febbraio, Bitcoin raddoppia quasi il suo valore, salendo da 6.950$ a 10.400$. Tuttavia, iniziavano a circolare le prime voci su un nuovo virus: le notizie sul Covid e sulle possibili chiusure influenzano la quotazione di BTC già dalla seconda metà di febbraio. Agli inizi di marzo arriva il crash e il prezzo precipita a 4.900$. Il mondo è nel caos, tutti vendono tutto in preda al panico. Il recupero, però, è quasi immediato e l’11 maggio, in occasione del Terzo Halving, Bitcoin è già tornato sui livelli di febbraio. In quello stesso giorno, in Italia, succedevano tre cose degne di nota. Ma andiamo per gradi. 

In primo luogo, l’Unione Montana Valli Trebbia e Luretta confermava che, da quel giorno, era possibile tornare a raccogliere i funghi, “purché individualmente e all’interno del territorio della Regione di residenza”. Una grande notizia.

In secondo luogo, l’Assolavaggisti rendeva noto che, finalmente, era consentito tornare a  lavare la macchina all’autolavaggio più vicino, ovviamente muniti di autocertificazione – mamma mia che brutta parola. Anche questa, una grande conquista. 

Infine, la Polizia Locale della Federazione del Camposampierese (siamo dalle parti di Padova), con un blitz degno della DEA nella serie tv Narcos, comunica il ritrovamento di cinque biciclette – dal valore di circa mille euro l’una – fra i cespugli. La giustizia ha trionfato ancora. 

Quarta fase: dai 10.000$ al quarto Halving in un rollercoaster di emozioni

Ma che periodo incredibile è stato quello compreso fra il 2020 e il 2024? Un rollercoaster di emozioni, appunto. Ma anche guardando il grafico di BTC, l’immagine ricorda le montagne russe: su a 60.000$ poi giù a 32.000$, poi di nuovo su a 65.000$, poi ancora giù a 16.000$. Infine, su a 70.000$. Una follia che ha messo a dura prova il sistema cardiovascolare di moltissimi. Ripercorriamo insieme i punti salienti.

8 Gennaio 2021: Bitcoin supera i 40.000$

Dal terzo Halving, Bitcoin carica una bull run che lo porterà a livelli fino a quel momento inimmaginabili. In ogni caso, intorno all’8 gennaio tocca i 40.000$, la meta di questa scalata – o almeno così pensavano in tanti. Questa soglia, una resistenza psicologica molto importante, non viene sfondata al primo tentativo e l’impatto riporta BTC intorno ai 32.000$, ma per poco. 

Lo stesso giorno, gli abitanti di Crescentino (VC) si svegliavano euforici: dato che il Piemonte era ufficialmente in zona gialla, finalmente quella mattina sarebbe tornato il tradizionale mercatino del venerdì. Evviva evviva evviva.

Sempre l’8 gennaio, la Corte d’Appello di Genova aveva deciso di mettere all’asta lo yacht di Flavio Briatore “Air Force Blue” per 7 milioni di euro, cioè a due terzi del valore originale. Yacht – ricordiamo – registrato alle Isole Cayman e sequestrato per evasione fiscale. Tutto molto italiano.

16 febbraio 2021: Bitcoin supera i 50.000$

Prosegue l’incredibile periodo di euforia: a un mese dai 40.000$, BTC continua verso l’alto e sfonda il tetto dei 50.000$. Sembra destinato a crescere all’infinito. Infatti, tutto il mondo è travolto dalla FOMO e sempre più gente inizia a salire sul carro. Ma qualcos’altro, la mattina stessa, gli ruba la scena.  

Ilary Blasi rilasciava news scottanti sul programma di cui sarebbe stata la futura conduttrice: l’Isola dei Famosi. Non parliamo di grandi anticipazioni, ma alcune info avrebbero aumentato a dismisura l’hype nel popolo italiano che ormai, in trepidante attesa, cancellava a penna i giorni sul calendario. Innanzitutto, “sarà un ritorno alle radici, allo spirito originario del format: i naufraghi torneranno a soffrire la fame”. Poi, qualche indicazione sui partecipanti: “quello che posso anticipare è che abbiamo scelto personaggi per la gran parte inediti o che non hanno mai fatto un reality. Quindi la selezione è molto difficile!”, immaginiamo il tormento interno. Infine, la bomba: “l’inviato sarà una sorpresa. Finito, chiudere tutto, annullare gli appuntamenti delle prossime settimane, impossibile sopportare una suspence del genere. 

13 aprile 2021: Bitcoin supera i 60.000$

Neanche un mese e Bitcoin raggiunge un altro traguardo, i 60.000$, per poi scendere in zona 50.000$ e ritentare l’attacco ai 60.000$ un mese dopo, ad aprile. Da quel momento, però, inizierà una pesante discesa che porterà BTC di nuovo a quota 30.000$ e, contestualmente, i soliti critici usciranno dall’ombra al suono di “avevamo ragione fin dall’inizio!” e “Bitcoin schema Ponzi!!”. Storia sentita e risentita. 

Il 13 aprile – coincidenza? – torna su Canale 5 un grande classico della televisione italiana: Ciao Darwin, condotto dagli eterni Paolo Bonolis e Luca Laurenti. Questa volta il format è differente, perché è una sorta di “Best of” che ripropone il meglio di tutte le 8 stagioni. Quella puntata avrebbe visto lo scontro fra due categorie agli antipodi: gli Chic, capeggiati da Enzo Miccio, contro gli Shock, con Lisa Fusco in testa all’armata. Diciamolo tranquillamente: un programma che ha reso grande l’Italia.

8 Novembre 2021: Bitcoin sfonda i 60.000$ e arriva a toccare i 67.550$

È All Time High assoluto. Dopo più di sei mesi, Bitcoin non si limita a recuperare quanto perso ma si porta in territorio di price discovery, salendo fino ai 67.550$. Purtroppo, quello sarà l’ultimo giorno felice prima di un anno di cali tremendi causati da una serie infinita di eventi negativi: duro rialzo dei tassi da parte della FED, collasso dell’ecosistema Terra/Luna e crisi di liquidità di alcune piattaforme, tra cui Celsius Network. 

Ma, cosa molto curiosa, in quell’8 novembre si celebrava una ricorrenza particolarmente in linea con quanto accadeva a BTC. L’8 novembre, infatti, è la Giornata Mondiale del Guinness World Record. Il dottor Marco Frigatti, notaio ufficiale, avrà inserito l’ATH di Bitcoin nel Libro dei Record il giorno dedicato al Guinness World Record? 

21 Novembre 2022: fine del terribile Bear Market di Bitcoin

Da 67.550$ a 15.570$. Chi c’era si ricorderà benissimo quel periodo infernale, quella discesa ripidissima che sembrava non finire mai. In quell’anno, Bitcoin ha perso circa il 77% circa del suo valore. Ma il bottom, invece, era proprio lì e BTC si stava attrezzando con ramponi, corda e piccozze per affrontare una scalata epica, a cui stiamo assistendo ancora oggi. 

In ogni caso, in quel lunedì 22 novembre succede una cosa che, a livello simbolico, calza alla perfezione con la fine del Crypto Winter: a Venezia l’acqua alta supera i 200 cm, è record storico, ma la città non viene allagata. Perché? Perché il MOSE, un sistema di barriere mobili che protegge la città dalle inondazioni, fa il suo lavoro in modo egregio. Nello stesso giorno in cui il bottom di Bitcoin frena le perdite, il MOSE entra in funzione e ferma l’inondazione di Venezia. Parallelismo interessante no?

10-11 marzo 2024: Bitcoin rompe i 70.000$

Da quel bottom, come abbiamo anticipato, Bitcoin comincia una scalata degna di Reinhold Messner. Tuttavia, a differenza dei bull market precedenti, stavolta il prezzo sale in modo organico: BTC impiega quasi un anno a passare dai 15.500$ ai 30.000$, lateralizzando in modo molto noioso, ma giusto. Poi, a ottobre 2023, l’inclinazione del versante aumenta sempre di più. Nella notte tra il 10 e l’11 marzo, Bitcoin tenta l’assalto e, con successo, rompe la resistenza psicologica dei 70.000$, arrivando a toccare anche i 73.000$. 

In quella stessa notte, andavano in scena gli Academy Awards, meglio noti come gli Oscar. Come ricorderai, è stato il momento di Oppenheimer: miglior film, miglior fotografia, miglior montaggio e migliore colonna sonora. Ma anche miglior regia (Christopher Nolan),  miglior attore protagonista (Cillian Murphy) e miglior attore non protagonista (Robert Downey Jr). Un successo totale. Spazio anche a Poor Things, che vince il premio per la miglior scenografia, miglior trucco, migliori costumi e migliore attrice protagonista (Emma Stone). 

19 Aprile 2024: quarto (e ultimo, per ora) Halving di Bitcoin

Il quarto Halving arriva in un momento di entusiasmo puro: con l’elezione di Donald Trump – ed Elon Musk – e le varie dichiarazioni pro-crypto, l’attenzione è altissima e le aspettative pure. Inoltre, un numero sempre maggiore di attori istituzionali scende in campo e l’opinione generale su Bitcoin cambia. La ricompensa per blocco minato, adesso, è pari a 3,25 BTC

Il 19 aprile, usciva anche il nuovo album di Taylor Swift, The Tortured Poets Department, nel delirio delle Swiftie, le fan che ormai vedono la cantante come il nuovo Messia. Ma non è questa la notizia più rilevante del giorno. Venerdì 19 aprile, infatti, a Udine torna il Ceghedaccio, “molto più che un semplice evento”. Ma che cos’è il Ceghedaccio?

Beh il Ceghedaccio è una mega festa che si tiene ogni anno dal 1993 – dal 2004 alla Fiera di Udine – che il suo fondatore, Renato Pontoni, organizza con una mission semplice e super apprezzata: mantenere viva la Disco Music. Un gigante assoluto. Dalle 20:00 all’01:30, infatti, il padrone di casa sale in console e mixa tutti vinili anni ‘70, ‘80 e ‘90 per far ballare il 18enne come il 60enne. Disco will never die.

Momento curiosità: perché si chiama Ceghedaccio? Effettivamente può sembrare un nome strano, ma in realtà ha perfettamente senso. È una storpiatura all’italiana del ritornello di un pezzo storico degli anni ‘80, Der Kommissar di Falco, che faceva “Check It Out Joe!” e dunque “Ce-ghe-dac-cio!”. Veramente stupendo.

Quinta fase: dai 100.000$ ai giorni nostri

Siamo arrivati al termine – per ora – di questo incredibile viaggio, pieno zeppo di sorprese, cominciato ben 17 anni fa, nel 2008. Ovviamente non è finita qui, anzi, qualcuno potrebbe dire che siamo solo all’inizio. Quest’ultima fase, quella più recente, è una di quelle più importanti: la quotazione di Bitcoin arriva a sei cifre, tra lo stupore generale, anche dei massimalisti più intransigenti, fedeli al progetto fin dall’inizio. 

8 dicembre 2024: Bitcoin supera i 100.000$

Evento epocale, Bitcoin a 100K! Una roba pazzesca se si pensa ai super early adopter del 2015-2017 che si stupivano, legittimamente, per i 1.000$. Siamo sulla scia della FOMO post-elezione di Donald Trump, che un mese dopo si sarebbe insediato ufficialmente alla Casa Bianca. Il futuro POTUS, insieme al suo braccio destro Elon Musk, aveva fomentato gli animi strizzando l’occhio ai cripto-investitori americani, alimentando le fantasie più disparate. Bitcoin, infatti, passa dai 70.000$ ai 100.000$ in circa 33 giornito the moon, come si dice in gergo. 

A proposito della Luna e dello spazio, in quei giorni – il 5 dicembre – esce una notizia perfetta con un tempismo altrettanto perfetto: il razzo europeo a guida italiana Vega-C è tornato operativo dopo quasi due anni di stop ed è stato utilizzato per portare nello spazio il satellite Sentinel 1C, parte del programma Copernicus di osservazione della Terra. Coincidenza curiosa no?

22 maggio 2025: All Time High per Bitcoin a 111.970$

A giugno 2025 Bitcoin ritenta l’impresa e, dopo un mese sul livello dei 95.000$, prova a sfondare la resistenza dei 100.000$, riuscendoci: il 21 gennaio tocca i 106.000$ ma viene quasi immediatamente respinto, ritornando sulla soglia degli 85.000$. A questo punto, carica un altro attacco. In modo molto più convinto, BTC riprende, buca i 100.000$ e il 22 maggio segna l’ATH: 111.970$

E qui, anche volendo, non avremmo potuto scrivere un plot migliore. In quello stesso giorno, nelle sale dei cinema italiani, usciva l’unico film che sarebbe potuto – e dovuto – uscire per un’occasione del genere. Il 22 maggio esce Mission: Impossible, The Final Reckoning. Se, poi, volessimo veramente prenderlo come un segno del destino, dovremmo concentrarci sul significato di “The Final Reckoning”, ovvero Il Giudizio Finale/La Resa dei Conti Finale. Qualche cartomante può aiutarci a capire? 

9 luglio 2025: Bitcoin aggiorna l’ATH a 112.030$

Altro tentativo, altra spinta verso l’alto, riuscita in parte: BTC aggiorna l’ATH ma sbatte la testa contro il tetto e torna a rimbalzare tra i 108.000$ e i 110.000$. Al momento in cui scriviamo – il giorno dopo questo ATH – il prezzo di Bitcoin è pari a 111.450$. Riuscirà a vincere contro questa fortissima resistenza? 

14 luglio 2025: Bitcoin demolisce il precedente ATH e tocca i 123.200$

Rispondendo alla domanda precedente: sì, è riuscito a vincere contro quella resistenza di ferro. A quanto pare, qualche giorno prima sono state liquidate posizioni short per un miliardo di dollari e, allo stesso tempo, gli ETF Spot su Ethereum hanno registrato afflussi record. 

Questa avanzata trionfale comincia più o meno verso le 23 del 13 e termina alle 7 del mattino del 14. Cos’era successo poco prima? Beh, il nostro Jannik Sinner aveva appena battuto il suo rivale Carlos Alcaraz in finale a Wimbledon, diventando il primo italiano della storia a vincere il trofeo più prestigioso nel tennis. Magari BTC è membro d’onore dei Carota Boys? 

Fine della corsa (per ora)

Amiche e amici, il viaggio finisce qui – per ora. Abbiamo coperto circa 17 anni di storia, dal 2008 al 2025. Ora, bisogna solo aspettare che Bitcoin rompa qualche altro record e torneremo qui a commentare l’evento storico in questione, cercando di capire cosa succedeva nel mondo in quell’istante. 

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Ma il modo migliore di investire è davvero comprare un ETF sull’S&P 500 e aspettare trent’anni?

L’orizzonte temporale in cui si investe è un fattore totalmente personale

La frase che chiude l’introduzione l’avete sicuramente già sentita e ha un fondo di verità. Dagli anni ’80 ad oggi il principale indice del mercato azionario americano ha registrato un incremento del +6000%. Tuttavia, l’orizzonte personale di un investimento è una variabile totalmente personale, che dipende principalmente dagli obiettivi dell’investitore.

Se è vero che il più lungo orizzonte possibile – soprattutto quando si tratta di un investimento azionario – permette di aumentare la probabilità di realizzare un rendimento positivo, è altrettanto vero che questa probabilità non può mai raggiungere il 100%: in altre parole, un investimento rischioso non potrà mai avere un rendimento certo, quantificabile ex ante.

Il tempo è il miglior alleato di noi investitori: a meno di non voler fare scommesse con il mercato, è meglio fare in modo che giochi a nostro favore. Il tempo permette anche di sfruttare al massimo la capitalizzazione composta, l’ingrediente indispensabile per generare risultati eccezionali nel lungo termine.

E se da un lato l’interesse composto è il motore dei rendimenti su indici consolidati come l’S&P 500, dall’altro il mercato moderno offre strumenti che promettono crescite esponenziali in tempi potenzialmente più brevi, seppur con un grado di rischio probabilmente differente. Qui si inserisce perfettamente il dibattito su Bitcoin.

L’alternativa: Bitcoin

L’approvazione degli ETF su Bitcoin spot di gennaio 2024 ha reso accessibile a tutti un investimento che prima era confinato a procedure complesse. Questo ha aperto una domanda: Bitcoin, o i suoi ETF, possono essere un’alternativa o un complemento all’S&P 500 in un portafoglio di lungo termine?

L’argomento a favore più evidente è connesso al potenziale rendimento asimmetrico: a fronte di un rischio di perdita totale, c’è un potenziale di crescita di diversi ordini di grandezza, molto superiore a quello di un indice maturo. Teoricamente poi Bitcoin potrebbe anche agire da diversificatore, data la sua bassa correlazione storica con l’azionario, sebbene questa tenda ad aumentare nei periodi di forte stress finanziario.

Tuttavia, i punti critici sono altrettanto importanti. Il primo è la volatilità estrema. Se l’S&P 500 ha subito crolli del 30-50% in concomitanza di crisi epocali, Bitcoin ha registrato regolarmente drawdown del 70-80%. Un orizzonte temporale molto lungo potrebbe non bastare a recuperare se si entra su un picco di mercato.

In secondo luogo, a differenza dell’S&P 500, che rappresenta la proprietà di aziende reali che generano utili, Bitcoin non produce flussi di cassa. Il suo valore è guidato unicamente dalla legge della domanda e dell’offerta, basandosi sulla fiducia e sulla sua scarsità programmata. Questo lo rende più simile a una materia prima digitale che a un investimento produttivo. Infine, non va trascurata l’incertezza regolamentare: essendo un asset giovane, è esposto a futuri cambiamenti normativi che potrebbero impattarne drasticamente il valore.

Conclusione: qual è la strategia migliore?

Quindi, l’ETF su Bitcoin può affiancare o addirittura sostituire l’S&P 500 in un’ottica di lungo periodo? La risposta, ancora una volta, non è univoca e riporta al cuore del nostro discorso: dipende interamente dal profilo di rischio, dagli obiettivi e dalla consapevolezza del singolo investitore.

Per chi cerca una crescita stabile, relativamente prevedibile e basata sui fondamentali economici, l’investimento passivo sull’S&P 500 rimane probabilmente la scelta più logica e collaudata.

Per chi, invece, ha un’altissima tolleranza al rischio, comprende la natura speculativa dell’asset e vuole allocare una piccola parte del proprio capitale su una tecnologia potenzialmente dirompente, un ETF su Bitcoin può rappresentare un’aggiunta interessante.

In definitiva, la domanda non è quale dei due sia “migliore” in assoluto, ma quale sia lo strumento più adatto a farci raggiungere i nostri obiettivi personali, accettando un livello di rischio con cui siamo in grado di convivere serenamente nel lungo, e talvolta turbolento, periodo.

Il prezzo del rame è collegato a Bitcoin. In che modo?

Prezzo del rame e la sua influenza su BTC

Scopri perché il prezzo del rame, in rapporto all’oro, è un indicatore utile per provare a prevedere l’andamento di Bitcoin e dei mercati finanziari.

Il prezzo del rame, soprattutto se messo a confronto con quello dell’oro, è un ottimo indicatore per tentare di prevedere l’andamento del mercato nei prossimi mesi e può anche dirci qualcosa sui movimenti futuri di Bitcoin. No, non siamo impazziti, e leggendo questo articolo scoprirai qual è la correlazione tra mercato azionario, rame, oro e Bitcoin.

Il prezzo del rame e i mercati

Il prezzo del rame è in crescita dall’inizio del 2025, anche se ha perso circa il 17% dal punto di massimo toccato a marzo (5,3 $/libbra), la sua performance da inizio anno resta un notevole +22%. Aldilà dei numeri, però, è importante capire perché ha senso analizzare il prezzo del rame, soprattutto in rapporto a quello dell’oro. Per spiegarlo dobbiamo partire da una premessa: tutti i mercati sono ciclici, non solo quello delle criptovalute.

Il rapporto tra il prezzo del rame e quello dell’oro ci dice molto sulla fase economica che stiamo attraversando. E forse anche qualcosa su ciò che ci aspetta.

Per più di trent’anni, questo rapporto si è mosso seguendo cicli di durata variabile, dai tre ai sei anni. Ognuno di questi può essere suddiviso in due fasi:

  • Fasi crescenti: storicamente hanno coinciso con periodi positivi per il mercato azionario e per gli asset a rischio (risk-on).
  • Fasi ribassiste: si sono verificate spesso in concomitanza con ribassi di questa tipologia di attività finanziarie.

Dato che ci occupiamo prevalentemente del mondo crypto, è interessante analizzare cosa è successo a Bitcoin durante le diverse fasi di questo rapporto. Il primo dato stupisce per la sua chiarezza: tutte le fasi più esplosive di Bitcoin, caratterizzate da forti movimenti di prezzo al rialzo, sono coincise con una crescita del ratio rame/oro. Al contrario, i principali bear market della storia di BTC sono avvenuti proprio quando il rame mostrava debolezza nei confronti dell’oro.

Rame e oro: perché sono opposti in finanza?

Arriviamo al punto che tutti stavate aspettando: perché la crescita di Bitcoin dovrebbe essere legata a quella del prezzo del rame rispetto all’oro? La risposta sta nel ruolo opposto che queste due materie prime ricoprono in finanza.

Dal punto di vista chimico condividono alcune somiglianze, appartenendo allo stesso gruppo della tavola periodica. Dal punto di vista finanziario, tuttavia, sono quasi antitetici.

L’oro è un metallo monetario, considerato il bene rifugio per eccellenza. La sua domanda (e quindi il suo prezzo) cresce tipicamente quando aumentano le tensioni geopolitiche o quando l’economia attraversa una fase di incertezza. Il rame, al contrario, è un metallo prettamente industriale. Il suo prezzo cresce in seguito a un aumento della domanda da parte del settore manifatturiero o delle costruzioni, segnali di un’economia in espansione.

Di conseguenza:

  • Un rapporto rame/oro in aumento suggerisce un clima “risk-on”: minore domanda di beni rifugio, tensioni geopolitiche in calo e un’economia globale in rafforzamento.
  • Un rapporto rame/oro in calo segnala una situazione “risk-off”: maggiore incertezza economica, tensioni in crescita e un’economia globale che rallenta.

Prezzo del rame oggi: il ciclo è rotto o sta per ripartire?

C’è una ragione principale che spiega questa apparente anomalia: la Cina. L’economia cinese è il motore manifatturiero del mondo ed è fondamentale per determinare il ritmo dell’economia globale. La sua influenza sul rapporto rame/oro è decisiva, perché ne condiziona entrambi i lati:

  • Rame: la Cina è di gran lunga il più grande consumatore di rame al mondo. Quando la sua economia è forte, la domanda di rame aumenta, spingendone il prezzo al rialzo.
  • Oro: l’oro ha un’enorme importanza culturale ed economica in Cina come strumento di investimento. Quando l’economia cinese si indebolisce, gli investitori si rifugiano nell’oro, aumentandone la domanda e il prezzo.

Esiste una chiara correlazione tra il rendimento dei titoli di stato cinesi a 10 anni (CN10Y), un indicatore della salute economica del paese, e il rapporto rame/oro. Per molto tempo il CN10Y ha continuato a scendere, segnalando un’economia in difficoltà e giustificando la debolezza del rame rispetto all’oro.

Cosa aspettarsi ora dal rapporto rame/oro?

All’inizio del 2025 qualcosa è cambiato. Il rendimento del CN10Y ha smesso di scendere e ha iniziato a stabilizzarsi. Questo perché nel dicembre 2024, la Banca Popolare Cinese (PBoC) ha modificato la sua politica monetaria da “prudente” a “moderatamente espansiva”, iniettando circa 4,5 trilioni di RMB (630 miliardi di dollari) nei mercati.

La Cina sembra decisa a stimolare e sostenere la propria economia. Questo non può che essere un segnale positivo per il rapporto rame/oro, per l’economia globale e, potenzialmente, per gli asset a rischio come Bitcoin. Tenete quindi d’occhio il ciclo a lungo termine del rapporto rame/oro: potremmo essere solo all’inizio di una svolta significativa.

Bitcoin: nuovo all-time high a 111.900$

Bitcoin: nuovo massimo storico a 111.900$

Bitcoin raggiunge un nuovo massimo storico. Un’analisi tra ETF spot, fear & greed index, tassi di finanziamento sui mercati derivati e gli scenari futuri

Bentornato, Bitcoin! Dopo un’attesa che durava da gennaio, la principale criptovaluta ha finalmente infranto i suoi record precedenti, regalandoci un nuovo All-Time High (ATH). Ieri sera, Bitcoin ha toccato quota 109.400$, per poi superarsi nuovamente questa mattina, arrivando a un passo dai 112.000$. È importante sottolineare, per dovere di cronaca, che non è stato ancora raggiunto un massimo storico nei confronti dell’euro. Questo scenario è in parte dovuto all’indebolimento del dollaro USA rispetto ad altre valute globali da gennaio, mese in cui Bitcoin aveva toccato il suo ATH in euro (all’epoca, il dollaro USA ha perso circa il 10% rispetto all’Euro).

L’attuale bull market si configura come uno dei più particolari e anomali nella storia di Bitcoin. Innanzitutto, sono trascorsi circa cinque mesi tra il precedente ATH e quello attuale. Inoltre, finora non si è assistita a una altseason degna di nota, lasciando il “buon vecchio Bitcoin” come protagonista quasi indiscusso di questa fase di mercato.

A che punto siamo di questo Bull Market?

Per comprendere meglio la situazione attuale, analizziamo alcuni indicatori significativi, evidenziando le differenze rispetto ai cicli passati e perché, nonostante le anomalie, lo scenario potrebbe rivelarsi positivo.

  1. Fear & Greed Index: questo indice misura il sentiment generale del mercato crypto, oscillando da “paura estrema” a “avidità estrema”. Attualmente, si attesta intorno al livello 70 (avidità). Questo dato è piuttosto insolito: tipicamente, quando Bitcoin registra un nuovo massimo storico, l’indice schizza verso livelli di “avidità estrema” (spesso sopra 80-90).
  2. Funding Rates: i tassi di finanziamento sui mercati derivati sono un eccellente termometro per misurare la “temperatura” speculativa. Indicano il costo che i trader pagano per mantenere aperte posizioni con leva finanziaria (long o short). Quando questi tassi diventano marcatamente positivi (ad esempio, nell’intervallo 0,05%-0,08%), segnalano un eccesso di leva finanziaria long (scommesse al rialzo) nel sistema, aumentando il rischio di una brusca correzione. Sorprendentemente, al momento, i funding rates si mantengono su un modesto 0,005%, suggerendo una minore euforia speculativa e un utilizzo più cauto della leva.
  3. Interesse Retail: stimato attraverso il volume di ricerca della parola chiave “Bitcoin” su Google Trends, l’interesse del pubblico retail, pur mostrando una lieve crescita rispetto alla scorsa settimana, rimane vicino ai minimi della curva storica. Sembra che l’entusiasmo dei piccoli investitori non si sia ancora acceso pienamente nonostante il nuovo ATH. Viene da chiedersi: cosa succederà quando la notizia raggiungerà i media generalisti?

Gli ETF continuano a essere determinanti

Molti analisti sono convinti che il recente rally, culminato con il nuovo massimo storico, sia stato in gran parte alimentato dagli ingenti afflussi di capitale negli ETF Spot su Bitcoin. Soltanto negli ultimi tre giorni di contrattazioni, gli afflussi netti di capitale hanno raggiunto circa 1,5 miliardi di dollari. Complessivamente, gli afflussi netti dal lancio di questi strumenti ad oggi hanno superato i 43 miliardi di dollari e i fondi che emettono questi ETF detengono oggi circa 129 miliardi di dollari in Bitcoin, una cifra 

Cosa ci riserva il futuro?

Con il superamento dei precedenti massimi, il prezzo di Bitcoin si trova ora in fase di price discovery. In questa situazione, diventa molto difficile identificare livelli di prezzo storici che possano fungere da resistenza. È come navigare in acque inesplorate: ogni nuovo rialzo traccia una rotta mai percorsa prima.

Le recenti notizie macroeconomiche, seppur non particolarmente positive per il sistema economico globale, sembrano invece giocare a favore di Bitcoin. Un esempio significativo è l’annuncio di J.P. Morgan: la quinta banca al mondo per asset in gestione (la prima negli USA, con 4 trilioni di dollari e oltre 90 milioni di clienti) permetterà ai propri clienti di acquistare Bitcoin, segnando un’ulteriore, importante apertura istituzionale.

Inoltre, il declassamento del debito americano da parte di Moody’s e le persistenti preoccupazioni sulla sostenibilità della spesa pubblica statunitense hanno contribuito a incrinare la fiducia nella stabilità finanziaria tradizionale. In questo contesto di incertezza, Bitcoin emerge sempre più come una riserva di valore e un vero e proprio baluardo contro l’inflazione, l’instabilità economica e l’eccessivo debito pubblico.

Resta da vedere come evolverà la situazione, ma le dinamiche attuali suggeriscono un mercato di Bitcoin più maturo e in continua trasformazione, sempre più centrale nel panorama finanziario globale.

JPMorgan Chase: i clienti potranno comprare Bitcoin

JPMorgan: i clienti potranno comprare Bitcoin

Il CEO di JPMorgan Chase Jamie Dimon all’investor day di lunedì 19 maggio: “permetteremo ai clienti di comprare Bitcoin, ma non lo custodiremo”

JPMorgan Chase si aggiunge alla lista delle grandi banche che consentono ai loro clienti di acquistare Bitcoin. In occasione dell’investor day di lunedì, il CEO Jamie Dimon ha comunicato che sarà possibile comprare BTC attraverso la banca, la quale però non li custodirà ma si limiterà a riportare il saldo nei documenti relativi agli estratti conto. Facciamo il punto della situazione.

JPMorgan Chase e Bitcoin: il CEO comunica l’apertura all’acquisto

JPMorgan Chase e Bitcoin inaugurano un nuovo rapporto. Questa è la grande notizia che emerge dall’incontro annuale con gli investitori della banca. Nella giornata di lunedì 19 maggio, il CEO Jamie Dimon ha informato la platea che la banca permetterà ai clienti di comprare Bitcoin attraverso le loro piattaforme limitandosi, però, a questa funzione: “vi consentiremo di acquistare Bitcoin”, ha dichiarato, “ma non li custodiremo. Li riporteremo negli estratti conto”. 

JPMorgan Chase è la banca più grande degli Stati Uniti e uno dei principali colossi finanziari a livello globale: come si legge sul loro sito, al 31 marzo 2025 deteneva 4,4 trilioni di dollari in asset finanziari con 351 miliardi di dollari di patrimonio netto. Se una potenza del genere offre la possibilità di comprare Bitcoin ai propri clienti, il prossimo futuro riserverà sicuramente delle sorprese interessanti per i criptoinvestitori

Jamie Dimon mantiene un atteggiamento critico

Il CEO di JPMorgan Chase, nonostante quanto descritto finora, continua a nutrire dubbi su Bitcoin. L’opinione di Jamie Dimon su BTC è cosa nota: nel 2021 l’aveva definito “inutile” e nel 2024, a Davos, aveva usato l’espressione “pet rock” – pietra da compagnia, fa riferimento a un fenomeno degli anni ‘70 in cui una semplice pietra veniva venduta come animale domestico – che “non fa nulla”. Anche durante l’investor day ha voluto precisare che la sua visione resta immutata, sottolineando i problemi relativi al riciclaggio di denaro, all’evasione delle tasse e alla mancanza di chiarezza in merito alla proprietà. 

Questa volta, tuttavia, ha dovuto riconoscerne l’importanza, quantomeno a livello di domanda. Sempre in occasione della conferenza di lunedì, il CEO di JPMorgan Chase ha comunicato la sua posizione usando il seguente parallelismo: “Non credo che dovreste fumare, ma difendo il vostro diritto a farlo. Così difendo il vostro diritto di comprare Bitcoin”. Evidentemente, non gli sarà sfuggito che gli ETF su Bitcoin battono quelli sull’oro o che la stessa JPMorgan Chase prevede che Bitcoin overperformerà l’oro nella seconda metà dei 2025. 

Banche USA e Bitcoin: qual è la situazione  

Con JPMorgan Chase, la lista delle banche statunitensi che hanno aperto all’acquisto di bitcoin si allunga. Tra le più importanti ricordiamo Morgan Stanley e Charles Swab, che permettono ai clienti di investire in ETF Bitcoin spot, e U.S. Bank, che invece si concentra sui servizi di custodia per clienti istituzionali e fondi di investimento. C’è poi tutta una serie di banche crypto-friendly come Ally Bank, che consente agli utenti di collegare i loro conti bancari a piattaforme come Coinbase per eseguire operazioni con le criptovalute.  

Insomma, anche JPMorgan Chase si è resa conto che Bitcoin è sempre più richiesto e popolare in modo trasversale: la regina delle criptovalute, un tempo relegata a una nicchia di appassionati, è sempre più mainstream

BTCFi: cos’è e come funziona la Defi su Bitcoin

BTCFi: cos'è e come funziona la Defi su Bitcoin

Taproot ha permesso a Bitcoin di aumentare la sua competitività aprendo a nuove funzionalità: smart contract e DeFi. Nasce la BTCFi. Di cosa si tratta?

L’aggiornamento Taproot del 2021 ha permesso a Bitcoin di aumentare la sua competitività migliorando efficienza e privacy e di aprire a nuove funzionalità storicamente estranee al protocollo: smart contract e DeFi. Da quel momento, sono stati fatti numerosi passi avanti tanto che oggi si parla di BTCFi (Bitcoin + DeFi). Di cosa si tratta?

DeFi: la finanza per tutti

La DeFi, sintesi fra Decentralized e Finance (Finanza Decentralizzata) è un universo di servizi finanziari che punta ad escludere gli intermediari tradizionali – propri della finanza centralizzata – e i relativi costi. Ciò è possibile perché la DeFi è costruita su blockchain e funziona grazie agli smart contract, accordi digitali auto-eseguibili, scritti in codice e registrati su una blockchain, che si attivano automaticamente al verificarsi di condizioni predefinite, senza bisogno di intermediari. 

Si parla di finanza decentralizzata dal 2015, quando Ethereum ha lanciato gli smart contract che, come abbiamo visto, sono fondamentali per il suo funzionamento. Se ti interessa approfondire l’argomento, in questo articolo trovi tutto ciò che ti serve.

Oggi il TVL (Total Value Locked, indicatore che misura il valore totale degli asset depositati in un protocollo di finanza decentralizzata) complessivo nella DeFi si aggira intorno ai 90 miliardi di dollari e più del 50% risulta bloccato proprio su Ethereum. Tuttavia negli ultimi mesi qualcosa è cambiato.

Taproot: che la DeFi su BTC abbia inizio!

L’aggiornamento Taproot è considerato un upgrade significativo per il network di Bitcoin, dal momento che ne aumenta l’efficienza, la privacy e soprattutto estende le capacità degli smart contract. Ciò è reso possibile da due funzioni principali, il MAST e le firme di Schnorr, e da Tapscript, l’aggiornamento del linguaggio di programmazione di Bitcoin: ne abbiamo parlato in modo approfondito qui.

Taproot ha abilitato nuove possibilità di programmabilità e privacy all’interno del protocollo e la conseguenza di queste novità riguarda naturalmente anche Bitcoin, che guadagna casi d’uso

Bitcoin domina il mercato, ma è poco sfruttato nella DeFi

Com’è noto, BTC rappresenta circa il 63% della Market Cap totale del mondo cripto, con un controvalore di circa 1.6 trilioni di dollari. Tuttavia, a causa dell’incompatibilità tra la sua blockchain e quella di Ethereum, risulta abbastanza complesso per gli holder trovare una soluzione sicura che permetta di far fruttare l’asset detenuto. Esistono ovviamente dei modi, come il wrapping e il bridging, processi che consentono di “trasferire” Bitcoin dalla blockchain nativa ad altre chain, come quella di Ethereum. 

Wrapping e bridging: soluzioni rischiose

Il problema principale risiede nella sicurezza delle operazioni, dal momento che ci si espone ai rischi legati alle entità che intervengono in questi processi: merchants, servizi di custody e bridge potrebbero subire attacchi ed exploit, a cui si aggiunge il rischio intrinseco delle singole piattaforme che operano nella DeFi. Ma forse il deterrente principale è uno solo e cioè il fatto che solitamente chi holda Bitcoin non vuole separarsene per nessun motivo al mondo, e queste operazioni passano per forza attraverso i wallet custodial

Da qui il bisogno di implementare qualcosa che soddisfi queste richieste: la DeFi su Bitcoin o BTCFi.

Cos’è la Bitcoin DeFi?

La BTCFi è un ecosistema di applicazioni decentralizzate (DApps) di natura finanziaria costruite su Bitcoin. Per quanto possa sembrare una definizione semplice, in realtà porta con sé conseguenze complesse, soprattutto se si fa il rapporto con le “vecchie” modalità d’uso di BTC nella DeFi. Le principali differenze:

  • Network: Se nell’ecosistema DeFi di Ethereum occorre utilizzare WBTC per operare, esponendosi ai rischi che abbiamo visto poco fa, sulla BTCFi le operazioni vengono processate direttamente con BTC.
  • Sicurezza: se nel wrappare BTC occorre fidarsi del custodian, del mechant, del bridge, delle piattaforme DeFi e dell’infrastruttura sottostante, la BTCFi si fonda sulla blockchain di Bitcoin, unica al mondo per sicurezza e decentralizzazione.
  • Uso: se WBTC su Ethereum (o su altre chain) viene usato principalmente come collaterale o mezzo di scambio nei DEX, la BTCFi apre potenzialmente a tutti i casi d’uso propri della DeFi tradizionale, come vedremo di seguito.
  • Custodia: se Bitcoin wrappato è detenuto da un custode come BitGo, che è un’entità centralizzata, la BTCFi è nativamente non custodiale poiché gestita esclusivamente da protocolli decentralizzati. 

I vantaggi di una DeFi nativa su Bitcoin sono evidenti e i bitcoiner sembrano averlo compreso bene, i grafici di Defillama parlano chiaro: da Aprile 2024, il TVL sulla chain di Bitcoin è aumentato da 490 milioni di dollari a 5 miliardi, equivalenti a 63.000 Bitcoin. 

Al momento, i protocolli che sono riusciti a catalizzare più BTC sono Babylon, Lombard e Solv Protocol, col primo dei tre a dominare la classifica con quasi 4 miliardi di dollari (su 5) di Bitcoin presenti sulla chain. Seguono Lombard e Solv Protocol.

BTCFi: come si usa?

Come abbiamo detto poco fa, con Taproot Bitcoin guadagna casi d’uso simili a quelli della DeFi tradizionale, con la differenza che è tutto costruito e sviluppato sulla blockchain nativa, senza necessità di wrapping o bridging. Vediamo alcuni casi d’uso pratici introdotti da protocolli nativi della blockchain di BTC.

Restaking con Babylon

Babylon, per esempio, permette di mettere bloccare i BTC sulla rete Bitcoin per garantire e partecipare attivamente alla sicurezza di altre reti Proof-of-Stake. Questo meccanismo, da tempo popolare sulla mainnet di Ethereum, prende il nome di restaking e, in questo caso, sfrutta la potenza di calcolo dedicata al mining di BTC trasferendola, in modo indiretto, su network proof of stake. Tutto questo accade senza che l’utente se ne accorge, dato che è come se ricevesse ricompense mettendo in staking i suoi BTC, mentre sul fronte opposto le blockchain Proof-of-Stake possono sfruttare i Bitcoin bloccatiper migliorare la loro sicurezza sistemica. 

Liquid staking con Lombard e LBTC

Anche Lombard offre un servizio simile, ma con una caratteristica in più, il liquid staking. Una volta bloccati i propri BTC si potrà mintare LBTC, un asset collateralizzato 1:1 con Bitcoin, per generare un’ulteriore rendita. Grazie alla sua natura cross-chain è possibile usare LBTC “in giro” per la DeFi, come collaterale per lending and borrowing o anche per fornire liquidità ai DEX. Insomma LBTC è l’equivalente di stETH per la BTCFi.

Solv Protocol: verso una liquidità unificata

Infine Solv Protocol, che allo stesso modo offre servizi di restaking, emette una versione di BTC chiamata SolvBTC. Questa rappresenta un tentativo interessante di wrapping di BTC, perchè vuole risolvere il problema della liquidità frammentata di Bitcoin: le varie versioni wrappate di BTC – WBTC, BTCB, BTC.b, ecc. – sono proprie di chain specifiche e presentano scarsa interoperabilità cross-chain, risultando di fatto “siloed”, isolate. 

SolvBTC punta ad unificare la liquidità di Bitcoin su più chain in qualità di riserva universale di BTC per gli user della DeFi, in modo da consentire un utilizzo più agile dell’asset su protocolli diversi. 

Liquid staking avanzato: SolvBTC.LSTs

Inoltre Solv Protocol, come Lombard, presenta anche la funzionalità del liquid staking, poiché bloccando SolvBTC si ottengono in cambio i SolvBTC.LSTs (SolvBTC Liquid Staking Tokens). Questi, a loro volta si dividono in Pegged LSTs, ancorati 1:1 al valore di Bitcoin, e Yield-Bearing LSTs, che invece crescono di valore nel tempo perchè le revenues ottenute con lo stake vengono automaticamente reinvestite nel token.

Siamo solo all’inizio della BTCFi

Come avrai capito, si tratta di un mondo di recente sviluppo con un numero potenzialmente infinito di opportunità di rendimento: utilizzare i propri Bitcoin nella DeFi mantenendo la custodia, senza dover necessariamente utilizzare WBTC, era una possibilità attesa da tempo. Se vuoi essere partecipe del cambiamento che investirà BTC e la DeFi su BTC, clicca qui sotto!

Sono in arrivo i Bit Bond, obbligazioni governative americane con sottostante Bitcoin?

Bond su Bitcoin: arrivano i “Bit Bond”?

Il Bitcoin Policy Institute ha proposto i bond su Bitcoin, un innovativo strumento finanziario teoricamente in grado di garantire buoni rendimenti e rischio nullo. Scopri di cosa si tratta

I bond su Bitcoin potrebbero arrivare davvero. L’approccio favorevole dell’amministrazione Trump nei confronti delle crypto non è in discussione, ed è già emerso in più frangenti – soprattutto al momento dell’approvazione della riserva governativa in Bitcoin.

Tuttavia, nelle ultime settimane si discute a riguardo di un passo avanti ulteriore, che ha il sapore di un’innovazione finanziaria decisiva. È in arrivo un nuovo modo per integrare Bitcoin all’interno del sistema finanziario globale. BTC diventerà uno dei pilastri che sostiene il debito americano attraverso i Bit Bonds? Come funzionano queste obbligazioni con una marcia in più?

Il debito americano lievita e preoccupa

La proposta di introdurre dei bond su Bitcoin è nata in relazione a ciò che sta accadendo al debito pubblico statunitense, in costante crescita (in relazione al PIL) dalla pandemia. Ovviamente, quando un problema si acutizza, parte la corsa alla ricerca di una soluzione, che in questo caso potrebbe coincidere con il lancio di obbligazioni backed by BTC.

Non si tratta di bond interamente collateralizzati da BTC, ma di strumenti finanziari che contemplano un’allocazione strategica nella crypto. Se ci pensate, l’idea di fondo è piuttosto ambiziosa (e anche per questo ci piace) – “potenziare” strumenti finanziari praticamente privi di rischio con una commodity digitale per produrre un beneficio netto sia per i governi che per gli investitori.

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Come funzionano i Bit Bonds

I Bit Bonds funzionano, a prima vista, in modo simile ai classici titoli di Stato americani: sono, di fatto, Treasury – titoli di debito emessi dagli Stati per raccogliere denaro con un tasso di interesse (coupon rate) più basso rispetto alla media di mercato. Il rendimento di questi strumenti finanziari è più basso non perché siano inefficienti, ma per la necessità di creare un segmento in cui Bitcoin può inserirsi.

Detto in parole semplici: l’interesse – o il rendimento – è più basso perché parte del denaro raccolto attraverso i bond viene investita in Bitcoin, il cui aumento di valore potrebbe riflettersi positivamente sugli interessi dei bond.

Come avrete compreso, il funzionamento dei Bit Bonds – almeno a livello teorico – è molto semplice, oltre ad essere vantaggioso per le parti in gioco: lo Stato e gli investitori. Nello specifico, il primo risparmia miliardi di dollari di interessi sul debito, poiché il tasso associato ai bond è più basso, e gli investitori si espongono indirettamente a BTC, un asset che fino ad oggi si è sempre apprezzato nel lungo termine.

Perché non sono strumenti finanziari rischiosi?

La cosa più interessante dei bond su Bitcoin è che non sono affatto rischiosi. O meglio, hanno lo stesso identico grado di rischio delle obbligazioni governative. Ti chiederai come è possibile: il prezzo di Bitcoin non cresce sempre e quindi deve per forza esserci un rischio associato.

Falso! Ogni volta che viene emesso un nuovo Bit Bond, una piccola parte del capitale raccolto viene usata per comprare Bitcoin, che viene poi bloccato in una pool separata. Alla scadenza del bond, ti viene restituito tutto il capitale iniziale (principal), come accade quando acquisti una normale obbligazione. In più, se il prezzo di BTC è aumentato, ricevi anche un pagamento extra proporzionale all’aumento

Ciò significa che il tuo investimento viene spacchettato in due: una quota fissa (tipica dei titoli di Stato) e una quota variabile che segue l’andamento del prezzo di Bitcoin. Esistono già strumenti simili come come i TIPS (inflation-linked bonds) o le obbligazioni legate all’oro. 

Tuttavia, i Bit Bonds incorporano una volatilità maggiore ma anche un rendimento atteso ben superiore come evidenziato dai dati storici. Il motivo? Il prezzo di Bitcoin ha sempre, ogni ciclo di mercato, registrato movimenti rialzisti impetuosi, mentre le oscillazioni a cui è soggetto l’oro o l’inflazione sono molto più contenute.

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Questo rende i Bit Bonds più appetibili per lo Stato, che può permettersi di offrire tassi di interesse più bassi, e per l’investitore, che può potenzialmente ottenere un ritorno simile a quello garantito in media dal mercato azionario (circa il 10%) e un grado di rischio minimo.

Quanto potrebbero risparmiare gli Stati Uniti grazie ai ‘Bit Bond’?

Secondo alcune stime, rifinanziare 2 trilioni di dollari di debito con Bit Bonds al 2% invece che al 5% permetterebbe al governo USA di risparmiare circa 700 miliardi di dollari in 10 anni. Ma c’è di più, questi risparmi potrebbero essere impiegati per abbattere parte del debito stesso, finanziare programmi pubblici o investimenti infrastrutturali, senza aumentare le tasse.

Il concetto chiave dietro i Bit Bonds è noto a tutti quelli che si interessano al mondo degli investimenti: l’asimmetria tra rischio e rendimento:

  • Nella peggiore delle ipotesi, Bitcoin non sale ma il governo ha comunque pagato meno interessi.
  • Nella migliore, Bitcoin sale e lo Stato incassa guadagni extra con cui può ripagare il debito.

Questa struttura non è molto diversa da tanti prodotti strutturati già usati nella finanza tradizionale, in cui un asset a basso rischio viene combinato con uno più volatile per creare un profilo con un bilanciamento tra rischio e rendimento più favorevole.

Inoltre, chi emette fondi pensione, le assicurazioni e i fondi sovrani sono spesso restii a investire direttamente in crypto. Ma se le agenzie di rating dovessero classificare i Bit Bonds come “quasi risk-free” (perché il capitale è garantito dallo Stato), questi strumenti potrebbero entrare nei portafogli istituzionali.

Insomma, per l’investitore retail, i Bit Bonds potrebbero essere la porta d’ingresso perfetta nel mondo crypto. Senza la necessità di effettuare il setup di wallet o le magagne connesse alla custodia. Solo un titolo di Stato, ma con una marcia in più.

In un’epoca di deficit da trilioni di dollari e totale assenza di disciplina fiscale, i Bit Bonds offrono una soluzione innovativa: sfruttare la crescita di Bitcoin per alleviare il peso degli interessi e abbattere (almeno in parte) il debito pubblico. 

Prezzo Bitcoin: andamento e storia dal 2008 ad oggi

Prezzo Bitcoin: storia, valore e andamento negli anni

Il prezzo di Bitcoin è cresciuto esponenzialmente nel corso degli anni, quali sono state le tappe principali della sua storia?

La storia del prezzo di Bitcoin è stata, fino ad oggi, ricca di colpi di scena. Nonostante il valore del BTC sia oggi rialzista, nei suoi primi quindici anni di vita ha attraversato anche dei periodi bearish. E tu, conosci la storia del prezzo di Bitcoin dal 2008 ad oggi? Quali sono gli eventi che hanno influenzato maggiormente il suo valore e l’andamento della criptovaluta?

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Qual è stato il prezzo di lancio di Bitcoin?

All’inizio della sua storia, quando Bitcoin è stato creato, non esistevano ancora gli exchange di criptovalute, perciò gli utenti per vendere o comprare BTC dovevano accordarsi tra di loro per stabilirne il valore, intavolando una vera e propria trattativa. Il prezzo di una crypto è determinato dalla sua conversione in valuta fiat, e siccome all’epoca le transazioni avvenivano soltanto attraverso scambi peer-to-peer, è impossibile risalire all’esatto prezzo di Bitcoin al momento del lancio.

Sappiamo però a quanto ammontava il valore di BTC in occasione della prima conversione in dollari, avvenuta il 12 Ottobre 2009. Quel giorno un utente noto sul forum “Bitcointalk” con lo pseudonimo “New Liberty Standard” acquistò 1.309 BTC con un dollaro. Dividendo un dollaro per il numero di BTC che l’utente ha acquistato possiamo affermare che il prezzo di Bitcoin è partito da circa 0.0009$. Oggi il valore della criptovaluta è circa 100 milioni di volte superiore a quello iniziale

Analizziamo dunque le tappe principali nella storia del prezzo di Bitcoin per scoprire come si è affermato e quali difficoltà ha dovuto affrontare.

Dal Bitcoin Pizza Day alla nascita dei primi exchange (2009-2012)

Nel 2009 Bitcoin era una tecnologia di nicchia, un fenomeno legato ad una sottocultura dell’ingegneria informatica e non possedeva un vero e proprio mercato. La prima volta che è stato usato per acquistare un bene “del mondo reale” era il 22 Maggio 2010; quel giorno un utente del forum Bitcointalk ha acquistato due pizze nel fast food americano Papa John’s per 10.000 BTC. Questo avvenimento, soprannominato “Pizza Day”, è diventato una vera e propria festività che i crypto enthusiast ricordano ogni anno

Nel 2010 è nato anche BitcoinMarket.com, un rudimentale sito web che consentiva ai suoi utenti di scambiare BTC, che però ha chiuso i battenti l’anno dopo. Nel 2011 invece è stato lanciato il primo exchange del mondo crypto: Mt.Gox. La nascita di Mt.Gox ha attirato l’attenzione sulla criptovaluta rendendola anche più facile da acquistare. A Febbraio 2011 il prezzo del Bitcoin è arrivato ad 1$, mentre a Luglio dello stesso anno, un BTC valeva già 15$.

Dal 2012 al 2015: il primo bull market e l’hack di Mt.Gox

Il 2012 è stato un anno negativo per la storia del prezzo Bitcoin. Dal massimo dei 15$ toccato a Luglio 2011, il valore di BTC è crollato drasticamente fino a 3$, una zona del grafico in cui è stato ingabbiato fino all’inizio del 2013. Con l’anno nuovo però la criptovaluta ha cambiato totalmente marcia, grazie ad una grande ondata di interesse per il settore. Era iniziato il primo bull market crypto della storia!

Nel 2013 il prezzo di Bitcoin è passato da 12$ a 1.000$ spinto da alcuni investitori istituzionali cinesi e dalle aziende che hanno iniziato ad accettarlo come metodo di pagamento.

Poi, però, è arrivato anche il primo bear market crypto della storia, in concomitanza con l’attacco hacker subito da Mt.Gox, il 24 Febbraio 2014. Durante l’estate del 2015 poi, quando alcuni investitori istituzionali, come Goldman Sachs e Nasdaq si sono avvicinati a queste nuove tecnologie, il mercato è ripartito.

Il 30 Luglio 2015, attraverso una ICO viene lanciato Ethereum e per il prezzo di Bitcoin, che si trovava intorno ai 400$, è iniziata una nuova fase rialzista.

Dal 2016 al 2021: il secondo halving e il COVID-19

Il secondo halving del 9 Luglio 2016 ha restituito nuova linfa vitale al prezzo di Bitcoin, che aveva già iniziato il suo movimento a rialzo nell’estate del 2015. Il bull market del 2017 è stato esplosivo. BTC, dalla zona dei 1.000$ in cui si trovava a Gennaio, ha raggiunto i 20.000$ a fine anno. In quel periodo l’interesse dei mass media attorno alle criptovalute è cresciuto notevolmente: è stato approvato, negli Stati Uniti, il primo ETF su Bitcoin, il governo cinese ha regolamentato lo scambio di crypto e diverse aziende, tra cui Microsoft e Dell, hanno scelto di accettare BTC come metodo di pagamento.

Nel 2018 poi il valore di Bitcoin dal massimo dei 20.000$ è crollato fino ai 3.000$, stabilizzandosi intorno ai 3.700$ a fine anno. Anche il 2019, anno in cui si è celebrato il 10° anniversario della nascita della criptovaluta, non è stato positivo a causa del fallimento dell’exchange Quadriga CX e di un attacco hacker a Binance. Il prezzo di Bitcoin nel 2019 ha oscillato nel range compreso tra i 3.000$ e i 14.000$ cambiando più volte direzione. 

Con il 2020 il mercato crypto è tornato a splendere grazie soprattutto alle applicazioni di finanza decentralizzata (DeFi) nate su Ethereum. Il crollo del prezzo di Bitcoin avvenuto in concomitanza con l’inizio della pandemia di COVID-19, è stato assorbito in fretta, pochi giorni dopo è iniziato il bull market che ha portato il valore della crypto fino all time high dei 68.800$. In questo periodo si sono anche affermati gli NFT che hanno dato un’ulteriore spinta a tutto il settore.

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Il bear market del 2022: i fallimenti del settore, l’inflazione e il conflitto russo-ucraino?

Nel 2021, poi, dopo che Bitcoin ha toccato quota 68.000$, il mercato crypto è stato colpito da una serie di avvenimenti negativi interni, come il crollo dell’ecosistema Terra-Luna e il fallimento di FTX. Ma anche esterni: la crisi macroeconomica causata dal conflitto russo-ucraino e l’inflazione. 

Questi episodi hanno avuto un impatto anche sul valore della criptovaluta, che ha raggiunto, nel momento di massima crisi, il livello dei 15.000$.

Dal 2023 ad oggi: la risurrezione del mercato crypto

Con l’inizio del 2023, e quindi durante l’ultima fase della storia del prezzo di Bitcoin, le crypto sono ripartite! Nella prima parte dell’anno il movimento a rialzo di BTC è stato lento, per poi diventare più veloce con l’inizio dell’autunno e, infine, esplosivo nei primi e negli ulti mesi del 2024. Questo rally rialzista di Bitcoin si è interrotto ad aprile 2024, ed è poi ripartito nel mese di ottobre dello stesso anno  

All’inizio del 2023 il prezzo di Bitcoin si aggirava intorno al livello dei 20.000$, mentre 10 mesi dopo, ad ottobre, nella zona dei 25.000$. Da quel momento in poi, però, tutto è cambiato. Ad attrarre l’interesse sul settore sono stati gli ETF spot su Bitcoin proposti dai fondi di investimento americani, poi approvati a gennaio del 2024, e l’avvicinarsi dell’halving

Insomma, con l’inizio del 2024 è iniziato il bull market, che ha causato forti movimenti a rialzo che hanno interessato diverse crypto. Bitcoin a novembre, dopo la vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali americane, ha raggiunto un nuovo all-time high a 92.000$

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Potremmo oggi essere nella fase più esplosiva dell’attuale ciclo di mercato rialzista, almeno nella misura in cui questo dovrebbe rilevarsi simile a quelli del passato. Che impatto avrà Donald Trump quando, da gennaio 2025 in poi, si insedierà alla Casa Bianca? Non esiste la sfera di cristallo e quindi nessuno può sapere con certezza i target per l’attuale fase della storia del prezzo di Bitcoin. La crypto riuscirà a raggiungere lo storico livello dei 100.000$ nei prossimi giorni?

GameStop investirà in Bitcoin: come si è mosso il prezzo delle azioni?

Le azioni di GameStop cresceranno dopo l’annuncio dell’investimento in Bitcoin

Il prezzo delle azioni GameStop si muoverà a rialzo dopo l’annuncio dell’investimento in Bitcoin. L’azienda vuole seguire le orme di MicroStrategy

A Wall Street si è tornato a parlare delle azioni di GameStop (GME) e questa volta è merito di Bitcoin e non dei pump & dump di quella che molti considerano una meme stock. Il celebre rivenditore di videogiochi ha annunciato di voler seguire le orme di MicroStrategy e quindi investire parte delle sue riserve di liquidità in Bitcoin. 

L’annuncio arriva in un momento complicato per l’azienda, che ha appena registrato un calo del 28% per quanto riguarda i ricavi trimestrali, scesi a 1,28 miliardi di dollari rispetto allo stesso periodo del 2023. Nonostante ciò, gli investitori sembrano entusiasti della nuova decisione strategica, il cui annuncio presuppone una crescita a rialzo delle azioni di GameStop. Martedì il prezzo di GME ha chiuso a 25,5$, mentre ieri ha raggiunto il livello dei 30$ per poi crollare a 24,8$ nelle ultime ore.

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GameStop e Bitcoin: è arrivata la conferma!

Già a febbraio 2025 alcune indiscrezioni avevano provocato un rialzo delle azioni di GameStop del 10%, dopo che CNBC aveva riportato che l’azienda che si occupa di vendite retail di videogiochi fisici e gadget stava valutando l’ingresso nel mondo delle criptovalute. Il motivo? Un’ingente quantità di denaro “liquido” a disposizione e la volontà di seguire esempi virtuosi come MicroStrategy e Tesla, oltre che una crisi strutturale che dura da diversi anni.

Circa un mese dopo è arrivata la conferma ufficiale! Il consiglio di amministrazione ha deciso, accettando all’unanimità una proposta che prevede la possibilità di investire in Bitcoin. Attenzione, si tratta di una possibilità e i piani operativi degli investimenti devono essere ancora annunciati, mentre è già stato inviato alla Security and Exchange Commission (SEC) il form 10-K.

Ad oggi la società ha immesso sul mercato delle obbligazioni convertibili per un controvalore di $1.3 miliardi di dollari per l’acquisto di Bitcoin, oltre a $200 milioni in liquidità per gli investitori interessanti entro i primi 13 giorni dalla vendita.

Il CEO Ryan Cohen aveva lasciato intuire questa mossa già a inizio febbraio. In che modo? Attraverso la pubblicazione su X (ex Twitter) di una foto insieme a Michael Saylor, cofondatore di MicroStrategy, una delle aziende quotate che detiene più Bitcoin a livello globale.

Come hanno reagito le azioni di GameStop

Analizzando i grafici ci si accorge che la notizia ha inizialmente influito positivamente sul prezzo delle azioni di GameStop. Come anticipato nell’intro, il titolo ha aperto la sessione di ieri (mercoledì 26 marzo) a circa 30$, mentre ora si attesta sul livello dei 24,8$.

Analizzando, invece, l’accaduto in termini più generali, possiamo affermare che la strategia dell’azienda riflette una visione che ultimamente condividono molti investitori istituzionali: le aziende che possiedono una quantità di Bitcoin a bilancio sono viste (non sta a noi giudicare se legittimamente o meno) come alternative “indirette” al mondo crypto

Sicuramente, però, non è un caso che la decisione ufficiale arrivi poche settimane dopo che Donald Trump, il presidente degli Stati Uniti, ha firmato un ordine esecutivo per creare una riserva strategica di criptovalute, utilizzando quelle già in possesso del governo.

Azioni GameStop: mai più meme stock?

L’investimento in Bitcoin rappresenta un nuovo capitolo nella storia di GameStop e delle sue azioni che dal 2021 sono diventate il simbolo più noto del fenomeno delle meme stock

Quanto abbiamo anticipato ti incuriosisce? Trovi la storia completa delle azioni di GameStop in questo articolo.

Quello che possiamo anticiparti è che il rally epico che ha interessato GME, partito dall’app Robinhood e alimentato da una community Reddit di investitori, ha provocato una crescita del prezzo del titolo di oltre 2.200% negli ultimi cinque anni. Tuttavia, il 2025 non è iniziato nel migliore dei modi per le azioni GameStop che hanno perso, ad oggi, circa il 19%.

In conclusione qual è lo status quo di GameStop e delle sue azioni e come si colloca la sua volontà di acquistare Bitcoin? Oggi l’azienda si trova in una fase di transizione: le vendite di giochi fisici sono in calo e il settore videoludico si sposta sempre più verso il digitale. L’investimento in BTC potrebbe essere una leva per restare rilevanti nel nuovo contesto tecnologico e finanziario.

Le nuove stablecoin di Fidelity e Donald Trump

Le stablecoin di Fidelity e della famiglia Trump

Fidelity Investments e World Liberty Financial, il progetto di finanza decentralizzata (DeFi) sostenuto dalla famiglia Trump, hanno annunciato il lancio di due nuove stablecoin.

Due importanti news riguardanti le stablecoin hanno attirato l’attenzione del mercato crypto nelle ultime ore. La prima è connessa a Fidelity Investments, uno dei fondi di investimento più importanti d’America nonché emittente degli ETF spot su Bitcoin. 

La seconda stablecoin, invece, si chiama USD1, ed è promossa da World Liberty Financial (WLFI), il progetto di finanza decentralizzata (DeFi) sostenuto dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. Scopri di più sulle nuove due stablecoin del mercato crypto!

Fidelity Investments si prepara al lancio di una stablecoin

Fidelity Investments, uno dei principali gestori di asset a livello globale, è in procinto di lanciare la sua stablecoin, che dovrebbe arrivare entro la fine di maggio 2025. Il fondo di investimento di Boston vuole creare la sua versione di contante digitale, dopo aver esplorato per la prima volta il settore crypto con il lancio dei suoi ETF spot su Bitcoin e Ethereum avvenuto nel 2024.

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Il lancio della stablecoin rientra all’interno della recente proposta di Fidelity alla Securities and Exchange Commission (SEC) degli Stati Uniti di introdurre una versione tokenizzata del suo fondo Treasury Digital Fund, composto da liquidità e treasury USA (titoli di stato), attualmente disponibile soltanto per investitori istituzionali e hedge fund

Questa iniziativa è probabilmente stata facilitata dall’elezione di Donald Trump, un evento che ha segnato una svolta rispetto all’amministrazione precedente per quanto riguarda il settore crypto. Il tycoon ha promosso politiche favorevoli alle criptovalute e sostenuto la crescita delle stablecoin fin dalle prime battute della sua campagna elettorale.

World Liberty Financial introduce USD1

Per dimostrare quanto abbiamo anticipato nel paragrafo precedente, ovvero dell’appoggio alle stablecoin da parte di Donald Trump, vi presentiamo le ultime news riguardanti World Liberty Financial. Il progetto DeFi della famiglia Trump ha annunciato il lancio di una stablecoin denominata USD1

Anche questa stablecoin, come il fondo che Fidelity intende portare su blockchain grazie alla “magia” della tokenizzazione, sarà completamente supportata da titoli del Tesoro statunitensi, liquidità o asset equivalenti. Non si sa ancora molto su USD1 a parte le blockchain sulle quali sarà, almeno inizialmente, disponibile: Ethereum e la blockchain EVM compatibile creata da Binance, la Binance Smart Chain.

In conclusione le ultime news dal mondo crypto ci dicono che Fidelity Investments ha deciso di lanciare la sua stablecoin per prepararsi al lancio pubblico del suo Treasury Digital Fund. Questo prodotto che sicuramente rientra nella categoria dei Real World Asset (RWA) ha le carte in regola per accrescere notevolmente l’adozione del mondo crypto. 

D’altra parte, il presidente Donald Trump sta da tempo manifestando un crescente interesse per le criptovalute, promuovendo iniziative volte a posizionare gli Stati Uniti come leader nel settore. La creazione di World Liberty Financial e il lancio di USD1 sono esempi concreti di questo impegno.