Riunione BCE giugno 2025: i risultati

Riunione BCE giugno 2025: i risultati

La BCE si è riunita il 5 Giugno per decidere le politiche monetarie dell’Eurozona: cosa è successo ai tassi di interesse? Qui i risultati

La riunione della Banca Centrale Europea di giovedì 5 giugno 2025 ha visto i membri del Consiglio Direttivo riunirsi per discutere, tra le altre cose, in merito alle politiche monetarie dell’Eurozona. Sul tavolo, le decisioni relative al taglio dei tassi di interesse, complicate dai recenti annunci di Donald Trump sui dazi. Quali sono i risultati?

Riunione della BCE: qual è il contesto economico?

La quarta riunione della BCE nel 2025 è avvenuta in uno scenario economico profondamente delicato e complicato dai recenti dazi annunciati da Donald Trump (e dall’ancora più recente pausa): i mercati sono in una fase di forte turbolenza e l’incertezza economica domina le istituzioni del Vecchio Continente. I temi principali hanno riguardato soprattutto la crescita economica, fortemente condizionata dalle tariffe doganali, e l’inflazione, la cui previsione è stata rivista al ribasso rispetto alle proiezioni di marzo. Vediamo nel dettaglio cosa si è deciso.

La BCE taglia i tassi di interesse

Giovedì 5 Giugno, Francoforte. Il Consiglio Direttivo della Banca Centrale Europea ha comunicato la sua decisione in materia di politica monetaria per l’area euro. Come atteso dalla maggioranza degli analisti, la BCE ha deciso di tagliare i suoi tre tassi di interesse chiave. Di conseguenza, il tasso sulle operazioni di rifinanziamento principali scende al 2.15%, il tasso sulle operazioni di rifinanziamento marginale al 2.40% e il tasso sui depositi presso la banca centrale al 2%.

Le motivazioni dietro la scelta

La BCE ha spiegato che la decisione è stata guidata dal fatto che il processo di disinflazione è in linea con le aspettative: l’inflazione nell’area euro è prevista attestarsi intorno all’obiettivo del 2% a medio termine fissato dal Consiglio direttivo su base duratura, spinta dalla riduzione del prezzo dell’energia e dal rafforzamento dell’euro. L’economia dell’Eurozona ha mostrato resilienza nei confronti dei recenti shock che hanno colpito il mercato globale, anche se l’outlook futuro è ovviamente peggiorato proprio a causa della guerra commerciale e dei dazi

Prospettive Future:

Il taglio dei tassi di interesse è una misura di politica economica espansiva che ha l’obiettivo di sostenere la crescita abbassando il costo del denaro: le imprese possono chiedere prestiti più facilmente, producono più ricchezza e l’economia ne beneficia. Quando il denaro costa meno anche i mercati azionari ne traggono vantaggio, dal momento che i tassi bassi stimolano la circolazione del capitale: da un lato le imprese chiedono più facilmente i soldi in prestito, hanno più margine per operazioni finanziarie, acquisizioni ed espansioni. Così incrementano i potenziali guadagni e con essi la probabilità che il prezzo delle azioni salga.

Dall’altro gli investitori si spostano da titoli più stabili ma meno profittevoli, come le obbligazioni, ad asset finanziari più rischiosi con ritorni potenziali più alti. In questa seconda seconda categoria rientrano le azioni e i relativi indici, ma anche le criptovalute.

Con questa riunione, la BCE conferma la traiettoria

La riunione della BCE di giugno 2025 ha decretato il taglio dei tassi di interesse di 25 punti base. La lotta all’inflazione mostra progressi e la Banca Centrale segnala un cauto ottimismo e con questa decisione conferma la sua traiettoria futura. Le prossime settimane saranno fondamentali per capire se i dati confermeranno lo scenario attuale e quale sarà la prossima mossa dell’Eurotower: la prossima riunione di politica monetaria è prevista per il 27 luglio 2025. Iscriviti a Young Platform e resta aggiornata/o sulle cose importanti!

Cos’è la BCE e di cosa si occupa?

Cos’è la BCE: significato, sede, presidente e importanza della Banca Centrale Europea?

Che cos’è la BCE? Di cosa si occupa e qual è la sua struttura?

Che cos’è la BCE e qual è il suo significato? La sigla sta per “Banca Centrale Europea”, ovvero la principale istituzione monetaria dell’Eurozona fondata nel 1998 per garantire la stabilità dei prezzi e una crescita economica sostenibile. La sua sede si trova a Francoforte, e in questo periodo è stata ancor più al centro dell’attenzione per via della decisione comunicata dalla presidente di aumentare nuovamente i tassi di interesse, una politica monetaria utile a contrastare l’inflazione. Scopri che cos’è la BCE e tutti gli aspetti che la riguardano, dal presidente dell’Istituto ai suoi compiti e alla sua struttura.

Che cos’è la BCE?

La BCE è la Banca Centrale dell’Unione Monetaria Europea (UME) composta da tutti gli Stati che hanno adottato l’euro come valuta comune. Ma quali sono i compiti della Banca Centrale Europea? Questa istituzione innanzitutto è responsabile della gestione delle politiche monetarie dell’area, al fine di mantenere i prezzi stabili, promuovere la crescita economica e l’occupazione. La BCE si occupa di emettere e gestire la circolazione dell’euro, la valuta comune dell’UME. Quindi se ti chiedevi “chi stampa gli euro per l’Italia e gli altri paesi dell’unione Europea?” Ora hai la risposta. Ecco dunque cos’è la BCE.

Essa ha anche il compito di controllare le banche dell’eurozona, attraverso il meccanismo di supervisione unico (SSM), un sistema di sorveglianza creato per garantire la stabilità del sistema bancario europeo, prevenire le bolle speculative e ridurre il rischio di crisi finanziarie. Per questo motivo è importante che sia imparziale, indipendente e autonoma; la Banca Centrale Europea deve favorire l’interesse generale e non quello di una particolare nazione o gruppo di interesse. 

Infine la BCE si occupa di rappresentare l’Eurozona in diverse sedi internazionali, come i summit del G20 o nelle riunioni del Fondo Monetario Internazionale e collabora con le banche centrali dei paesi del mondo per promuovere la stabilità finanziaria a livello globale.

Le politiche monetarie della BCE

Quando si risponde alla domanda “che cos’è la BCE”, è necessario citare anche gli strumenti che questa istituzione utilizza per adempiere ai suoi compiti riguardanti le politiche monetarie. Quelle più popolari e conosciute riguardano l’innalzamento o l’abbassamento dei tassi di interesse che hanno delle conseguenze sulle banche e i cittadini dell’Eurozona

La BCE però utilizza anche altri strumenti per influenzare l’offerta di denaro, ad esempio le operazioni di mercato aperto. Queste sono prevalentemente l’acquisto e la vendita di titoli di stato dei paesi europei, attraverso i quali la Banca Centrale Europea regola la quantità di moneta in circolazione. Una di queste è, ad esempio, il quantitative easing. Un tipo di politica monetaria che prevede l’acquisto di titoli di Stato che la BCE ha attuato in più occasioni negli ultimi anni.

La struttura della BCE

Ora che sai cos’è la BCE, vediamo come è composta. La Banca Centrale Europea è formata da tre organi principali: il Consiglio dei governatori, il Comitato esecutivo e il Consiglio generale.

  • Il Consiglio direttivo è formato dai presidenti delle banche centrali nazionali dei paesi della zona euro, nel caso dell’Italia Fabio Panetta, e dai membri del Comitato esecutivo. Esso è responsabile di stabilire la politica monetaria della zona euro e di decidere sui tassi di interesse e sulle operazioni di mercato aperto;
  • Il Comitato esecutivo è composto dal presidente e dal vicepresidente della BCE, attualmente Christine Lagarde e Luis de Guindos e da altri quattro membri nominati dal Consiglio europeo, con il consenso del Parlamento europeo. Il Comitato esecutivo è responsabile dell’attuazione delle politiche monetarie della BCE;
  • Il Consiglio generale riunisce i presidenti e i vicepresidenti delle banche centrali nazionali dell’Eurozona, inclusi quelli dei paesi che non hanno ancora adottato l’euro. Esso è responsabile di assistere il Consiglio direttivo e il Comitato esecutivo nella gestione della BCE e di svolgere altre funzioni consultive e di coordinamento.

Il consiglio direttivo della Banca Centrale Europea in genere si riunisce otto volte all’anno: qui puoi consultare il Calendario completo degli appuntamenti per il 2025.

Sapere cos’è la BCE e conoscerne il funzionamento è molto importante. Le decisioni che questa istituzione prende, in particolare scegliendo quale politica monetaria attuare, influenzano l’economia europea, i mercati finanziari ma anche la quotidianità di tutti i cittadini dell’Eurozona.

Aumento tassi di interesse BCE: quali conseguenze e per chi?

BCE e aumento tassi di interesse: quali conseguenze?

Come funzionano i tassi di interesse? Perché la BCE li aumenta e quali sono le conseguenze

Quali sono le conseguenze dell’aumento dei tassi di interesse della BCE? Può sembrare impercettibile, ma l’impatto di questa politica è molto forte e coinvolge tutti, sia le imprese che i singoli risparmiatori. Cosa succede quando la Banca Centrale Europea prende questa decisione durante le sue riunioni di politica monetaria?

Calendario completo delle riunioni della Banca Centrale Europea per il 2025.

Cosa sono i tassi di interesse 

Prima di parlare delle conseguenze dell’aumento dei tassi di interesse  BCE occorre effettuare dei chiarimenti concettuali. In generale i tassi di interesse sono delle percentuali che indicano quanto costa prendere in prestito denaro, ovvero il pagamento che devi alla banca quando chiedi un finanziamento. Allo stesso tempo stabiliscono quanto fruttano i tuoi risparmi, ovvero il rendimento di eventuali somme depositate in banca. 

Ad esempio, se chiedi in prestito 10.000€ con un tasso di interesse del 3%, devi restituire alla banca la somma iniziale più il 3% (300€). 

Se al contrario depositi 10.000€ con un tasso di interesse del 3%, ogni anno ricevi 300€.

I tassi di interesse della BCE invece sono come delle “tariffe” che l’istituzione applica alle banche commerciali dell’Eurozona quando concede loro prestiti. E funzionano da standard per quelli che queste banche a loro volta propongono ai clienti.

Tassi di interesse della BCE: le tipologie 

I tassi BCE sono di tre tipologie: 

  1. Sulle operazioni di rifinanziamento principale: è il tasso che grava sulle banche che assumono prestiti da Francoforte per la durata di una settimana.
  2. Su operazioni di rifinanziamento marginale: in riferimento ai prestiti overnight, (negoziazione con rientro nella giornata lavorativa seguente).
  3. Sui depositi presso la banca centrale: attinenti alle somme che le banche depositano overnight alla banca centrale. 

Sono tre tassi d’interesse distinti ma collegati e di solito la Banca Centrale Europea procede con il loro aumento (o decremento) nello stesso momento. Consulta questa sezione, per seguire ogni mese le previsioni e i risultati delle riunioni di politica monetaria della BCE.

Aumento tassi di interesse BCE: a cosa serve?

Per la BCE i tassi d’interesse sono uno strumento di politica monetaria per assolvere al suo principale compito: mantenere stabili i prezzi

La stabilità è intaccata principalmente dall’inflazione, che fa lievitare i prezzi in maniera esponenziale. Quando linflazione è alta, il potere d’acquisto delle persone diminuisce. In altre parole, rispetto a dei periodi di ridotta inflazione, si possono comprare meno cose con una stessa quantità di denaro. 

Per alzare il potere d’acquisto delle persone, la BCE ricorre all’aumento dei tassi d’interesse. Ma in che modo sono collegati questi due aspetti e quali le conseguenze di questa decisione di politica monetaria? 

BCE e aumento tassi d’interesse: quali sono le conseguenze

Prestiti più costosi e riduzione della spesa

La prima fra le conseguenze dell’aumento dei tassi d’interesse è un aumento dei costi necessari a richiedere prestiti. Così facendo  siamo incentivati a risparmiare e si riduce il denaro circolante (perché chiedere in prestito soldi e investire è più costoso). 

Aumento dei rendimenti per i risparmiatori

Insomma quando la BCE compie questa scelta, per le banche diventa più costoso finanziarsi, quindi per i clienti è svantaggioso chiedere prestiti. I mutui sono meno convenienti e per le imprese è più difficile ottenere finanziamenti. Tuttavia si riceve un rendimento maggiore per i risparmi. 

Apprezzamento della valuta

Tassi più alti possono attirare investimenti esteri, rafforzando l’euro. Può rendere le importazioni più economiche e contribuire ulteriormente alla riduzione dell’inflazione.

Queste sono le conseguenze più immediate dell’aumento dei tassi di interesse della BCE. Tuttavia l’istituto prende questa decisione per mettere in atto una strategia più ampia. Alzare i tassi di interesse serve anche a diminuire l’aspettativa di inflazione e quindi a moderare la domanda salariale, che porta i lavoratori a chiedere stipendi più alti. La Banca Centrale Europea ha l’obiettivo di evitare anche la spirale salari-prezzi e tutelare il mercato del lavoro. 

Situazione attuale: il 2025

Dopo un periodo di aumenti dei tassi per combattere l’inflazione, la BCE ha iniziato a ridurli nel 2025. Il 17 aprile 2025, la BCE ha tagliato i tassi di interesse di 25 punti base, portando il tasso sui depositi al 2,25%, quello sulle operazioni di rifinanziamento principali al 2,40% e quello sulle operazioni di rifinanziamento marginale al 2,65% .

Questa decisione è stata presa in un contesto di inflazione in calo e crescita economica debole, con l’obiettivo di stimolare l’economia dell’Eurozona.

Impatto sui mutui

Il taglio dei tassi ha avuto effetti positivi sui mutui:

  • Mutui a tasso variabile: le rate mensili sono diminuite; ad esempio, per un mutuo medio da 126.000 euro a 25 anni, la rata è scesa di circa 17 euro .
  • Mutui a tasso fisso: le offerte sono diventate più competitive, con tassi che si aggirano tra il 2,19% e il 3,85% .

Le banche stanno adeguando le loro offerte in risposta alle politiche della BCE, rendendo questo un momento favorevole per chi desidera sottoscrivere un mutuo.

La BCE ha programmato la prossima riunione di politica monetaria per il 5 giugno 2025, durante la quale potrebbe decidere ulteriori tagli dei tassi, a seconda dell’andamento dell’inflazione e della crescita economica.

A quando la prossima riunione BCE? Il calendario completo del 2025 da monitorare!

La prossima riunione BCE? Il calendario completo 2025

Il calendario 2025 delle riunioni da non perdere assolutamente

Quando si terrà la prossima riunione BCE? Il calendario dell’istituto centrale viene costantemente monitorato non soltanto da investitori o esperti di mercato. Anche i semplici cittadini dell’Eurozona seguono con interesse e apprensione i meeting della Banca Centrale, poiché le sue decisioni possono avere ripercussioni sui portafogli delle famiglie.

Ogni riunione BCE è dunque attesa con ansia e preceduta da innumerevoli previsioni circa le mosse di Christine Lagarde e del Consiglio Direttivo, le cui parole vengono costantemente passate al setaccio. Ecco allora il calendario 2025 (e non solo) delle riunioni da monitorare per non perdere neanche un appuntamento con l’istituto di Francoforte.

Prossima riunione BCE di politica monetaria: calendario 2025

L’annuale calendario della BCE ha in programma diversi appuntamenti, generalmente si riunisce due volte al mese ma solo ogni 6 settimane vengono discusse decisioni di politica monetaria. Questi sono i meeting più attesi perché capaci di influenzare i mercati finanziari e non solo. Il calendario della Banca Centrale Europea viene quindi diviso in due parti: le prossime riunioni di politica monetaria e quelle non di politica monetaria. 

La prima categoria di appuntamenti, che cade sempre di giovedì, è seguita dalla conferenza stampa della presidente dell’istituto, Christine Lagarde, che presenta in diretta televisiva al pubblico e ai giornalisti quanto deciso

Ma quindi cosa viene discusso durante ogni riunione BCE di politica monetaria? I principali temi affrontati sono generalmente la crescita e i PIL dell’Eurozona, il quantitative tightening, l’andamento dell’inflazione e i tassi di interesse. 

Proprio le decisioni sui tassi d’interesse sono particolarmente importanti perché hanno delle ripercussioni dirette sui risparmi e sul potere d’acquisto dei cittadini. Tra le varie conseguenze del rialzo dei tassi c’è l’aumento dei costi dei mutui, ad esempio. D’altro canto per la BCE, il rialzo o il ribasso dei tassi d’interesse è uno strumento essenziale per assolvere al suo principale compito ovvero mantenere stabili i prezzi

Ciò detto, la domanda iniziale sorge spontanea: quando ci sarà la prossima riunione BCE?

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Il calendario 2025 dei meeting di politica monetaria

  • 30 Gennaio 2025
  • 6 Marzo 2025
  • 17 Aprile 2025
  • 5 Giugno 2025
  • 24 Luglio 2025
  • 11 Settembre 2025
  • 30 Ottobre 2025
  • 18 Dicembre 2025

Ad eccezione dell’appuntamento di Ottobre che si svolgerà presso la Banca d’Italia a Roma,, ogni riunione BCE del 2025 si terrà a Francoforte e sarà presieduta dal Consiglio Direttivo della Banca Centrale Europea, il principale organo decisionale dell’istituzione. Questo è composto dalla presidente Christine Lagarde, dal vicepresidente Luis de Guindos, da quattro membri nominati tra i paesi leader dell’Eurozona che tengono la carica per 8 anni, e i governatori delle banche centrali nazionali. Nel caso dell’Italia è Fabio Panetta. 

Dopo ogni meeting gli investitori tengono sotto controllo i mercati per monitorare le reazioni delle decisioni della Banca Centrale Europea. Alcune di queste impattano anche il mercato delle criptovalute. Per questo, le prossime riunioni della BCE, come quelle della FED (calendario Fed 2025), andrebbero tenute d’occhio. Su Young Platform, l’exchange di criptovalute leader in Italia, puoi monitorare i prezzi delle criptovalute contestualmente alle relazioni su ogni riunione della BCE. 

Prossima riunione BCE non di politica monetaria: calendario 2025

Il calendario delle riunioni BCE prevede anche dei meeting che non trattano temi di politica monetaria. In queste occasioni vengono assolti agli altri compiti e responsabilità della Banca Centrale Europea, come la vigilanza bancaria per l’Eurozona. Ecco tutte le date delle prossime riunioni: 

  • 19 Febbraio 2025
  • 23 Marzo 2025
  • 29 Settembre 2025
  • 19 Novembre 2025

Anche il Consiglio generale convoca un altro tipo di riunioni BCE, che hanno funzioni consultive e di coordinamento

  • 27 Marzo 2025
  • 26 Giugno 2025
  • 25 Settembre 2025
  • 20 Novembre 2025

Calendario riunioni BCE 2024

Si riporta il calendario delle riunioni dell’anno passato, tenutesi a Francoforte e a Lubiana nel mese di Ottobre.

  • 25 Gennaio 2024 
  • 7 Marzo 2024
  • 11 Aprile 2024
  • 6 Giugno 2024
  • 18 Luglio 2024
  • 12 Settembre 2024
  • 17 Ottobre 2024 (presso la Banca di Slovenia)
  • 12 Dicembre 2024

Calendario riunioni BCE 2023

Per ripercorrere i meeting e le conferenze passate, questo è il calendario di ogni riunione BCE sulla politica monetaria svoltasi nel 2023. Ad eccezione dell’appuntamento di Ottobre che si è svolto ad Atene, ogni riunione BCE del 2023 si è tenuta a Francoforte. 

  • 2 Febbraio 2023
  • 16 Marzo 2023
  • 4 Maggio 2023
  • 15 Giugno 2023
  • 27 Luglio 2023
  • 14 Settembre 2023
  • 26 Ottobre 2023 
  • 14 Dicembre 2023

Tra non molto si terrà dunque la prossima riunione BCE del 2025 e gli occhi sono puntati sul possibile taglio dei tassi d’interesse. Ma il calendario degli incontri di quest’anno è ricco e non mancheranno le occasioni per discutere dell’economia dell’Eurozona.

Riunione BCE settembre 2024: decisioni e prospettive

Riunione BCE settembre 2024: le previsioni sui tassi di interesse

Cosa deciderà la BCE nella riunione del 12 settembre? Taglierà i tassi di 25 punti base come previsto o li lascerà, a sorpresa, invariati?

Quali sono le previsioni per la prossima riunione BCE di settembre 2024? A pochi giorni dal meeting in calendario per il 12 del mese, le ipotesi sul possibile taglio dei tassi di interesse sono al centro dell’attenzione. A luglio, durante l’ultima riunione, la Banca Centrale Europea li aveva lasciati invariati al 4,25% dopo il taglio di giugno. Mentre quelli di deposito sono fermi al 3,75%.

Da allora sono entrati in gioco nuovi scenari, in particolare un drastico calo dell’inflazione, almeno a quanto ci dice il dato preliminare, che è scesa dal 2,6% al 2,2%. Inoltre, la Federal Reserve, la banca centrale degli Stati Uniti, è pronta a ridurre i tassi per la prima volta dal 2022. Cosa succederà? La conferenza stampa di Lagarde chiarirà tutti i dubbi.

Riunione BCE settembre 2024: previsioni sul taglio dei tassi d’interesse

Le previsioni più accreditate sulla riunione BCE di settembre 2024 e sul taglio dei tassi di interesse della Banca Centrale Europea ci dicono che è molto probabile che assisteremo ad un taglio di 25 punti base. Quest’intervento sarebbe giustificato dal rallentamento dell’inflazione che ora è molto vicina all’obiettivo del 2%, ma anche dalla preoccupante frenata della crescita. Se così dovesse essere, sarebbe la seconda riduzione del costo del denaro per quest’anno dopo il taglio di giugno.

Il panorama macroeconomico europeo

Per andare più a fondo sulla questione possiamo citare le parole di Carsten Brzeski, responsabile globale della macroeconomia di ING, che ha dichiarato in occasione dell’uscita degli ultimi dati sull’inflazione: “con gli ultimi dati sull’inflazione dell’Eurozona, un taglio dei tassi alla riunione della Banca Centrale Europea è diventato quasi un affare fatto”

Perciò i fattori da considerare secondo gli economisti, soprattutto in vista dell’imminente riunione BCE di settembre, sono due: il rallentamento dell’inflazione e la preoccupante situazione degli indicatori di crescita.

Per esempio il prodotto interno lordo (PIL) dell’eurozona è cresciuto solo dello 0,2% nel secondo trimestre del 2024, una revisione al ribasso rispetto alla precedente stima dello 0,3%. Nel corso della riunione della BCE ci sarà anche il tempo di analizzare le proiezioni macroeconomiche dato che le ha modificate a giugno. 

All’epoca, la crescita economica annuale dell’Eurozona era prevista allo 0,9% nel 2024, con un ulteriore rafforzamento all’1,4% nel 2025 e all’1,6% nel 2026. L’inflazione, invece, era prevista in calo dal 5,4% nel 2023 al 2,5% nel 2024, al 2,2% nel 2025 e all’1,9% nel 2026.

Proseguiamo poi con le previsioni di Pacific Investment Management Company (PIMCO) che ritiene che nella riunione del 12 settembre 2024 la BCE taglierà il tasso sui depositi di 25 punti base, portandolo dal 3,75% al 3,5%. L’azienda statunitense ritiene che il Consiglio direttivo fornirà molte indicazioni che vadano oltre settembre e si aspetta invece che ribadisca una strategia dipendente dai dati.

Quanti tagli dei tassi di interesse ci aspettano nei prossimi mesi?

Nello scenario attuale, nonostante il calo drastico dell’inflazione, i principali esperti del settore continuano ad aspettarsi due tagli dei tassi di interesse per il 2024, entrambi di 25 punti base. In particolare è di quest’idea Fidelity, fondo di investimento statunitense titolare anche di un ETF su Bitcoin. Se le previsioni di Fidelity dovessero avverarsi il tasso di deposito si attesterebbe al 3,25% entro la fine dell’anno. Per il 2025, invece, si attendono altri tre tagli che porterebbero i tassi di interesse al 3% e quello sui depositi al 2,50%.

Anche DWS Group, uno dei principali gestori patrimoniali al mondo, è più o meno della stessa idea: nel 2025 i tassi verranno ridotti di 25 punti base ogni trimestre fino a raggiungere il 2,50% a settembre 2025.

Ulrike Kastens, Senior Analyst di DWS ha dichiarato, in un’intervista del 5 settembre, che il Consiglio Direttivo della BCE vorrà sicuramente evitare di abbassare i tassi d’interesse troppo rapidamente, per prevenire un nuovo aumento dell’inflazione. Secondo Kastens, gli elementi a favore di un ulteriore taglio dei tassi d’interesse in ottobre sarebbe, principalmente, due:

  •  un crollo della crescita più ingente rispetto alle aspettative;
  •  un taglio dei tassi d’interesse da parte della Federal Reserve più corposo rispetto alle previsioni, che si aspettano una riduzione di 25 punti base.

Non è della stessa idea Bastian Freitag, dirigente della banca d’investimento franco-britannica  Rothschild & Co, che si aspetta un piano di tagli regolari di 25 punti base da settembre a dicembre, oltre a ulteriori riduzioni trimestrali nel 2025.

Cosa ci dobbiamo aspettare per la prossima riunione BCE di settembre? Le previsioni sul nuovo taglio dei tassi di interesse si avvereranno? Come si comporterà la  Federal Reserve nel suo meeting del 17 e 18 settembre?

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Le differenze tra i tassi sui mutui: Eurirs, Euribor, BCE e il loro rapporto con l’inflazione

I tassi sui mutui e l’inflazione

Le differenze tra i principali tassi di riferimento per i mutui: Eurirs, Euribor, e BCE. Come variano in relazione all’inflazione e come influiscono sul costo di un mutuo?

Il tasso di interesse sul mutuo è uno degli aspetti più importanti da considerare quando si decide di prendere in prestito del denaro. Per questo motivo comprendere le differenze tra Eurirs, Euribor, e i tassi della BCE può fare una grande differenza nella scelta del finanziamento più adatto. 

Vediamo nel dettaglio come funzionano questi tassi, come variano e qual è l’influenza su di essi dell’inflazione.

Euribor: i mutui a tasso variabile

L’Euribor, o Euro Interbank Offered Rate, è il tasso d’interesse medio pagato dalle banche della zona euro per prestarsi, a vicenda, del denaro. O, in parole semplici, rappresenta il costo del denaro nell’Eurozona in un determinato momento. L’Euribor viene calcolato giornalmente dalla federazione bancaria europea, attraverso la media ponderata dei tassi di interesse delle banche più attive dell’area euro. Questo indice varia giornalmente e può avere diverse durate di riferimento, da un giorno fino a 12 mesi. Ad esempio, il tasso Euribor a tre mesi era del 3.7% il 10 luglio 2024​

Ma cosa centra con i mutui? Il tasso di interesse Euribor è il benchmark (o riferimento) utilizzato per calcolare l’interesse di prodotti finanziari come prestiti personali, mutui e depositi bancari a tasso variabile. In altre parole, le rate che chi ha stipulato un mutuo a tasso variabile deve pagare variano in modo direttamente proporzionale all’Euribor, se questo scende diventano più economiche. 

Eurirs: i mutui a tasso fisso

L’Eurirs (Euro Interest Rate Swap), invece, è il tasso di riferimento per i mutui a tasso fisso. Così come l’Euribor rappresenta il costo a cui le banche, e gli altri istituti di credito europei, prendono in prestito del denaro tra di loro ad un costo prefissato. L’Eurirs è calcolato quotidianamente dalla Federazione Bancaria Europea e varia a seconda della durata del finanziamento. Più lungo è il periodo, più alto sarà il tasso applicato. Ad esempio, al 10 luglio 2024, i tassi Eurirs per un mutuo di 20 anni erano al 3.6%.

La stagione caratterizzata da politiche restrittive portata avanti dalle principali banche centrali sembra vicina alla conclusione. La riduzione dei tassi di interesse, già iniziata in Europa e imminente negli USA secondo diversi esperti, potrebbe agevolare gli asset più volatili come le azioni e le criptovalute. Se pensi che possa essere il momento giusto per esporsi agli asset digitali, puoi farlo attraverso la nostra app!

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Tassi di interessi della BCE

Veniamo, infine, ai tassi di interesse della BCE, quelli di cui si sente parlare più spesso, soprattutto dal 2021 in poi, in quanto sono stati alzati per contrastare l’inflazione. Questi vengono decisi mensilmente dalla Banca Centrale Europea e rappresentano il tasso al quale le banche commerciali possono prendere in prestito denaro dalla stessa. Per capire la differenza con i tassi sui mutui precedenti, i tassi di interesse della BCE possono essere interpretati come il “prezzo all’ingrosso” del denaro per le banche europee

Per capire come questi variano non possiamo, però, tralasciare l’inflazione, un fenomeno economico che rappresenta l’aumento generale dei prezzi nel tempo, e che riduce il potere d’acquisto delle valute. 

Ma perché l’inflazione influisce sui tassi d’interesse? Il rapporto tra questi due valore non è diretto, i tassi di interesse non variano automaticamente in relazione all’inflazione, dato che vengono decisi dalla BCE. Tuttavia, le banche centrali del mondo intervengono quando il costo del denaro raggiunge livelli preoccupanti, nella maggior parte dei casi alzandoli.

In conclusione, Scegliere il mutuo giusto richiede una buona comprensione dei diversi tassi di riferimento e delle loro variazioni. L’Eurirs offre stabilità per i mutui a tasso fisso, mentre l’Euribor rappresenta la variabilità per i mutui a tasso variabile. Il tasso BCE influisce direttamente sul costo del denaro a breve termine, e l’inflazione gioca un ruolo cruciale nell’economia, influenzando tutti i tassi di interesse.

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BTP Italia e Valore: le linee guida per il 2024

BTP Italia e Valore: le linee guida per il 2024

Dopo il grande successo del 2023, il MEF ha già effettuato due emissioni di BTP nel 2024. Ecco le linee guida per i prossimi sei mesi.

Il Ministero dell’Economia e delle Finanze continuerà a proporre strumenti dedicati agli investitori retail, soprattutto grazie al successo riscontrato nel corso degli ultimi anni. I BTP Italia e i BTP Valore verranno ugualmente apprezzati anche se potremmo continuare ad assistere a una riduzione dei tassi di interesse nei prossimi mesi del 2024 e quindi del loro rendimento?

Se i tassi di interesse torneranno alla normalità potremmo assistere ad una ripartire ad una migrazione di capitali dalle obbligazioni a vantaggio di asset più volatili: azioni e criptovalute. Puoi prepararti a questa evenienza acquistando Bitcoin o altre criptovalute sul nostro exchange.

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BTP: un recap dei primi mesi del 2024

Il 2023 e la prima parte del 2024, almeno dal punto di vista delle obbligazioni governative, è stato un successo. Durante l’anno scorso sono stati messi BTP (Buoni del Tesoro Poliennali) per un totale di circa 360 miliardi di euro e BOT (Buoni ordinari del Tesoro) per 156 miliardi. Questi dati se sommati ci restituiscono il controvalore totale dei titoli emessi nel 2023 dal nostro paese, che supera i 500 miliardi di euro. Un grande successo è stato riscosso anche dalla nuova tipologia di obbligazioni, i BTP Valore, bond dedicati esclusivamente a risparmiatori individuali e affini.

Durante le due emissioni del 2024 (di marzo e di maggio) sono stati “piazzati” rispettivamente 18,3 e 11,2 miliardi di euro su queste obbligazioni. Per i cittadini che hanno comprato il titolo in fase di emissione e lo terranno fino alla scadenza nel 2030, è previsto un premio fedeltà dello 0,80%.

Inoltre, bisogna specificare che la tassazione rimane quella classica per le obbligazioni governative del 12,5%, a differenza di quella del 26% applicata per il mercato azionario e quello delle criptovalute, e che i BTP Valore vengono esclusi dal calcolo dell’ISEE fino a 50.000 euro.

Le linee guida per il 2024

Insomma, il MEF ha, almeno fino ad oggi, rispettato le linee guida per le emissioni delle obbligazioni governative italiane nel 2024 annunciate alla fine dell’anno scorso.

Ha, infatti, effettuato due emissioni nel corso dell’anno in modo da soddisfare un numero più alto possibile di investitori, sia quelli retail che quelli istituzionali. Inoltre,i titoli hanno mantenuto l’indicizzazione legata al tasso di inflazione nazionale e il premio fedeltà per gli investitori retail che porteranno a scadenza l’obbligazione.

Cosa ci aspetta per il secondo trimestre di quest’anno? Arriveranno dei nuovi BTP a tre e a sette anni?

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Tassi BCE: conseguenze del taglio sui mercati e sull’economia

tassi bce giugno 2024

La BCE taglia i tassi per la prima volta dal 2019.  

La Banca Centrale Europea (BCE) giovedì 6 giugno, ha annunciato un taglio dei tassi di interesse, portando il tasso sui depositi dal 4% al 3,75%, il tasso di riferimento dal 4,50% al 4,25% e il tasso sui prestiti marginali dal 4,75% al 4,50%. Non si verificava dal 2019.

Questa decisione è stata presa nonostante le previsioni di inflazione siano state riviste al rialzo, evidenziando un percorso di riduzione dei tassi che sarà lento e irregolare.

Decisioni future sui tassi di interesse

Christine Lagarde, presidente della BCE, ha sottolineato che le future decisioni sui tassi saranno prese “meeting dopo meeting” e ha avvertito che il percorso sarà accidentato. Ha aggiunto: “Il taglio dei tassi di oggi è figlio della fiducia che riponiamo nel percorso di crescita, me per proseguire in questo processo dovremo attendere che le analisi confermino che siamo in rilancio economico”.

Nonostante il taglio dei tassi, la BCE non ha fornito indicazioni precise sulle prossime mosse, rimarcando che le pressioni inflazionistiche rimangono elevate. Le previsioni aggiornate vedono un’inflazione media del 2,5% per il 2024, del 2,2% per il 2025 e dell’1,9% per il 2026.

Impatto sul mercato del lavoro e sull’economia

La BCE ha rivisto al rialzo le sue previsioni di crescita per il 2024, ora stimata allo 0,9% rispetto allo 0,6% previsto a marzo. Tuttavia, le prospettive per il 2025 sono state leggermente ridotte all’1,4%, mentre quelle per il 2026 rimangono invariate all’1,6%. Questo quadro indica una crescita economica moderata nei prossimi anni, con un’inflazione che potrebbe rimanere al di sopra del target del 2% fino al 2025.

Lagarde ha indicato che la crescita dei salari, pur rimanendo elevata, dovrebbe rallentare nel corso dell’anno, contribuendo a ridurre le pressioni inflazionistiche. Tuttavia, la riduzione dei tassi sarà probabilmente lenta, con un’inflazione che rimarrà sopra il target della BCE per gran parte del 2025. Questo scenario implica che la BCE continuerà a monitorare attentamente vari indicatori economici per determinare la sua politica monetaria futura.

Conseguenze del taglio dei tassi BCE

Il taglio dei tassi di interesse da parte della BCE avrà diverse conseguenze:

  1. Riduzione del costo del credito: le famiglie e le imprese potranno beneficiare di tassi di interesse più bassi sui prestiti, favorendo così l’accesso al credito e stimolando i consumi e gli investimenti.
  2. Impatto sui risparmiatori: i tassi di interesse più bassi possono penalizzare i risparmiatori, riducendo i rendimenti sui depositi bancari e sui titoli di stato.
  3. Stimolo alla crescita economica: un costo del denaro inferiore dovrebbe incentivare la spesa e gli investimenti, sostenendo la crescita economica. Tuttavia, l’efficacia di questa misura dipenderà anche dalle condizioni economiche globali e dall’evoluzione della domanda interna.
  4. Inflazione e salari: la riduzione dei tassi potrebbe influenzare l’inflazione e la dinamica dei salari. Sebbene Lagarde abbia segnalato che la crescita dei salari si ridurrà, l’inflazione potrebbe rimanere elevata nel breve termine, complicando ulteriormente le decisioni future della BCE.

Reazioni dei mercati

I mercati finanziari avevano anticipato il taglio dei tassi, scontando un movimento al ribasso di 25 punti base. Dopo l’annuncio del taglio dei tassi, i rendimenti dei titoli di stato della zona euro sono aumentati significativamente. In particolare, il rendimento dei titoli di stato a 10 anni della Germania è salito di quasi 8 punti base al 2,573%, mentre il rendimento dei titoli a 2 anni è aumentato di poco meno di 6 punti base al 3,033%. Anche i rendimenti dei titoli di stato italiani e spagnoli a 10 anni hanno registrato aumenti rispettivamente di 9 e 7 punti base, attestandosi al 3,893% e al 3,299%.

Confronto internazionale

La BCE, nonostante abbia iniziato ad aumentare i tassi più tardi rispetto ad altre banche centrali, è ora in una posizione di guida con il taglio di giugno. La Federal Reserve americana, ad esempio, è ancora alle prese con un tasso di inflazione più alto. Altri paesi come il Canada, la Svezia e la Svizzera hanno già iniziato a ridurre i tassi di interesse nel ciclo attuale.

Conclusioni

La BCE ha fatto sapere chiaramente che le prossime mosse dipenderanno dai dati economici e che non esiste un percorso predeterminato per ulteriori tagli dei tassi. Con un’inflazione ancora sopra il target e una crescita economica moderata, il futuro della politica monetaria europea resta in bilico, richiedendo un’attenzione costante e una valutazione accurata di tutte le variabili in gioco.

Tassi di interesse: la BCE li taglierà a giugno!

Tassi di interesse BCE: il primo taglio arriverà a giugno

La Banca Centrale Europea inizierà a tagliare i tassi di interesse a partire da giugno. Così ha dichiarato Philip Lane, capo economista della BCE.

La Banca Centrale Europea (BCE) si sta preparando ad effettuare il primo taglio dei tassi di interesse, dopo due anni in cui ha costantemente aumentato il costo del denaro per contrastare l’inflazione. Questo evento è attesissimo da diverse tipologie di attori, in particolare gli investitori che si aspettano un conseguente rialzo dei prezzi degli asset considerati più rischiosi, come le azioni o le criptovalute.

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Di quanto ridurrà i tassi di interesse la BCE? Quale potrebbe essere l’impatto sui mercati e quando la Federal Reserve (FED), la banca centrale degli USA, deciderà di fare altrettanto?

Taglio dei tassi di interesse: la situazione attuale

Tra la metà del 2022 e la fine del 2023, i tassi di interesse nell’Eurozona sono aumentati dallo 0% al 4,5%. Questo incremento è stato attuato in modo coerente rispetto a quanto fatto dalle altre banche centrali, su tutte la FED e Bank of England; ma ora sembra che la BCE sarà la prima a invertire tale tendenza.

I dati sull’inflazione nell’Eurozona offrono un quadro chiaro delle motivazioni dietro questa mossa. Dopo aver raggiunto un picco del 10,6% nell’ottobre 2022, l’inflazione è scesa al 2,4% nell’aprile di quest’anno, avvicinandosi molto all’obiettivo del 2%. Questa riduzione significativa dell’inflazione ha spianato la strada per un taglio dei tassi, considerato cruciale da molti analisti al fine di stimolare l’economia e farla definitivamente ripartire.

L’attesa per un taglio dei tassi da parte della BCE che arriverà il 6 giugno, era alta, nonostante alcune preoccupazioni che teorizzavano una forte influenza delle decisioni della FED e del Federal Market Open Committee (FOMC), che invece sembrerebbe propenso a lasciare i tassi invariati fino a questa estate.

Bisogna anche specificare che, almeno per quanto riguarda l’Italia, la decisione della BCE di aumentare i tassi di interesse ha avuto un impatto significativo sulla vita delle persone, in particolare su coloro che hanno stipulato in passato mutui a tasso variabile. Si stima che almeno un milione di famiglie italiane si trovino in difficoltà a causa dell’aumento delle rate mensili. Per queste famiglie, un taglio dei tassi rappresenta una boccata d’ossigeno che ridurrà le spese mensili.

Il possibile impatto sul mondo crypto

Aumentare i tassi di interesse è un po’ come mettere un freno all’economia, poiché comporta un aumento del costo del denaro sia per i cittadini che per le banche commerciali. Tagliarli, invece, riduce tale costo, aumenta la propensione all’investimento e riduce i rendimenti delle obbligazioni, spingendo così gli investitori verso asset considerati più “rischiosi”

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Per questo motivo la decisione della BCE potrebbe avere un impatto positivo sul settore delle criptovalute e sul mercato azionario, le cui performance vengono limitate da più di due anni da tassi di interesse in crescita. Al contrario le obbligazioni, come ad esempio i BTP, l’asset preferito degli investitori nell’ultimo periodo, potrebbero diventare meno appetibili data la decrescita dei loro rendimenti.

Come reagiranno Bitcoin e Ethereum alla notizia? Dopo l’approvazione dei rispettivi ETF spot, il taglio dei tassi di interesse delle principali banche mondiali potrebbe essere il principale catalizzatore del periodo più esplosivo della prossima bull run.


Calo inflazione Francia e Italia: taglio dei tassi anticipato?

decisioni riunione bce aprile 2024

Riunione BCE aprile 2024: tassi di interesse invariati

Nell’ultima riunione della BCE di aprile 2024, il Consiglio direttivo ha deciso di mantenere inalterati i tre tassi di interesse chiave. Questa decisione è sopraggiunta nonostante il recente calo dei tassi di inflazione in Francia e Italia. Il quadro di marzo, aveva infatti acceso un vivace dibattito sulle possibili mosse della Banca Centrale Europea, puntando sulla possibilità di un taglio anticipato dei tassi.

Questa discussione si inserisce in un contesto in cui l’Europa cerca attivamente di bilanciare la crescita economica con il controllo dell’inflazione, un tema di rilevante interesse per investitori, policy-maker e consumatori.

Il panorama europeo

La zona euro ha assistito a una significativa riduzione dell’inflazione in 20 nazioni, che a marzo è scesa al 2,4%, un risultato che supera le aspettative degli analisti che avevano previsto un tasso di inflazione stabile al 2,6%

Questo dato è coerente con l’andamento dell’inflazione fino ad oggi, che ha mostrato una diminuzione costante dal suo picco del 10,6% nell’ottobre 2022, spinta dalle perturbazioni della pandemia e dalle tensioni geopolitiche, in particolare l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. 

Un ulteriore diminuzione è quindi incoraggiante e segna un momento di ottimismo che la riunione della BCE di aprile 2024 ha confermato. 

Il Consiglio ha infatti evidenziato come la maggior parte delle misure dell‘inflazione di fondo stia mostrando segni di attenuazione, con la crescita dei salari che si modera gradualmente e le imprese che stanno iniziando ad assorbire parte dell’aumento del costo del lavoro nei loro profitti.

Gli effetti degli aumenti dei tassi di interesse precedenti, che spingono la domanda, insieme alle condizioni di finanziamento restrittive, stanno contribuendo a moderare l’inflazione. Nonostante ciò, le pressioni interne sui prezzi, in particolare nel settore dei servizi, rimangono forti, mantenendo l’inflazione dei prezzi dei servizi su livelli elevati.

Calo dell’inflazione in Francia

In Francia, l’inflazione ha rallentato al suo livello più basso dal luglio 2021, con la crescita dei prezzi al consumo che ha rallentato al 2,3% a marzo dal 3,2% di febbraio, secondo quanto riportato dall’agenzia nazionale di statistica. Questa cifra si è posizionata ben al di sotto delle previsioni degli economisti, che si aspettavano un dato del 2,8%, segnalando un rallentamento generalizzato degli aumenti dei prezzi. In particolare:

  • l’inflazione dei servizi è scesa al 3%
  • quella dell’energia al 3,4% 
  • e una notevole diminuzione dell’inflazione alimentare all’1,7%, con i prezzi dei prodotti alimentari freschi che hanno visto una diminuzione del 3,9% su base annua.

I dati sull’inflazione su base mensile hanno ulteriormente confermato la tendenza, rallentando dal 0,9% al 0,3%, indicando un considerevole alleggerimento delle pressioni inflazionistiche nella seconda economia più grande dell’eurozona.

Calo dell’inflazione in Italia

Anche l’Italia ha riportato un tasso di inflazione inferiore alle aspettative per marzo, con i prezzi al consumo che sono aumentati dell’1,3% su base annua, contro le previsioni del 1,5%. Questa moderazione è stata attribuita alla fine dei saldi stagionali di abbigliamento e agli aumenti dei prezzi dei servizi di trasporto, insieme a un rallentamento della diminuzione dei costi energetici.

Le decisioni della BCE sul taglio dei tassi

I tassi di interesse sui principali strumenti di rifinanziamento, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi rimarranno fissati rispettivamente al 4,50%, 4,75% e 4,00%. 

Inoltre, secondo le dichiarazioni date alla conferenza stampa che ha seguito la riunione, il Consiglio ritiene che i livelli dell’inflazione nei prossimi mesi oscilleranno ancora su quelli attuali. Il ridimensionamento dell’inflazione non sarà lineare e per questo andrà valutato volta per volta. Con ogni probabilità, il livello target del 2%, verrà raggiunto solo il prossimo anno.

François Villeroy de Galhau, governatore della Banca di Francia, ha accennato alla possibilità di un taglio dei tassi a giugno, a condizione che l’inflazione continui a diminuire più rapidamente del previsto e l’economia rimanga stagnante. Ha sottolineato l’importanza di non gravare eccessivamente sull’attività economica mantenendo una politica monetaria rigorosa per un periodo prolungato.

Parlando a un evento finanziario a Barcellona, Pablo Hernández de Cos ha delineato uno scenario dove giugno potrebbe vedere l’inizio dei tagli ai tassi di interesse da parte della BCE. Come Governatore della Banca di Spagna, le prospettive di De Cos hanno un peso significativo, evidenziando un approccio cauto ma ottimistico per l’economia della zona euro.

La crescita dei salari e l’inflazione

Nonostante i segnali incoraggianti del raffreddamento dell’inflazione, i responsabili della politica monetaria della BCE rimangono cauti, in particolare a causa della crescita dei salari che si modera gradualmente. Le imprese stanno iniziando ad assorbire parte dell’aumento del costo del lavoro con i loro margini di profitto. 

Con l’inflazione del settore dei servizi ridotta solo leggermente a un ritmo annuale del 3,9% a febbraio, la Banca Centrale adotta un approccio misurato, probabilmente attendendo fino a giugno per rivalutare le pressioni salariali e la loro potenzialità di avvicinare l’inflazione all’obiettivo.

Aspettative del mercato e posizione della BCE

Gli analisti credono che la complicazione più grande potrebbe venire se la Federal Reserve degli Stati Uniti ritarda il proprio allentamento politico per mantenere la lotta contro l’inflazione. Per questo motivo, ritengono che la BCE non taglierà i tassi prima della sorella maggiore. 

Ai sostenitori di questa interpretazione, la Presidente della BCE Christine Lagarde riponde: “Siamo dipendenti dai dati, non dalla Fed”. E aggiunge “Non speculiamo su cosa potrebbero fare le altre banche centrali. (…) L’inflazione negli Stati Uniti e nell’Eurozona è guidata da fattori diversi. (…) Non si può presumere che l’inflazione dell’Eurozona rispecchierà l’inflazione statunitense.”

Dopo la decisione della BCE, i mercati monetari prezzavano circa il 70% di possibilità di un taglio dei tassi di 25 punti base a giugno, rispetto a circa l’80% di possibilità prima di giovedì.

Esperti come Carsten Brzeski, capo globale della macro a ING, suggeriscono che i dati sull’inflazione di marzo, combinati con le prossime informazioni sulla crescita salariale e le previsioni del personale della BCE per il PIL e l’inflazione, stiano orientando il racconto verso un primo taglio dei tassi a giugno. Kamil Kovar di Moody’s Analytics interpreta i dati più recenti come un passo significativo verso la sconfitta dell’inflazione, sostenendo fino a cinque tagli dei tassi quest’anno.

Prospettive

Il calo dell’inflazione in Francia e Italia, unito a una generale diminuzione dell’inflazione nella La decisione della BCE di mantenere invariati i tassi di interesse e di proseguire con una politica monetaria misurata riflette un’attenta valutazione delle condizioni economiche attuali e delle prospettive di inflazione. Con l’impegno a un approccio flessibile e basato sui dati, la BCE sottolinea la sua determinazione a garantire una stabilità dei prezzi duratura, equilibrando le necessità di crescita economica con la responsabilità di mantenere l’inflazione sotto controllo. Le future mosse della BCE saranno attese con grande interesse, poiché l’Europa naviga attraverso sfide economiche complesse, cercando di garantire una ripresa sostenibile e una stabilità a lungo termine.

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