Gary Gensler sotto attacco: la battaglia contro le crypto e il Congresso

Gary Gensler è sotto attacco di un fuoco incrociato

Gary Gensler, presidente della SEC, è al centro di critiche bipartisan per la sua gestione, dal punto di vista regolamentare, del settore crypto negli ultimi anni

Gary Gensler, presidente della Security and Exchange Commission (SEC), si trova in una situazione sempre più difficile a causa della sua controversa gestione del settore crypto. Quello che è iniziato come una battaglia regolamentare si è trasformato in uno scontro politico che coinvolge membri del Congresso di entrambi gli schieramenti. Questo articolo approfondisce il contesto delle accuse rivolte a Gensler e le reazioni che ha suscitato tra i legislatori.

Le prime critiche: la causa contro DEBT Box

Durante l’udienza della Commissione Servizi Finanziari della Camera della scorsa settimana, Gary Gensler ha dovuto affrontare un duro attacco da parte di membri del Congresso, come il repubblicano Tom Emmer, che ha criticato la gestione della causa contro DEBT Box, una startup crypto accusata di frode per 49 milioni di dollari. La causa non solo non ha portato risultati concreti, ma è costata agli Stati Uniti 1,8 milioni di dollari in spese legali. Emmer ha sfidato apertamente Gensler, chiedendogli se fosse imbarazzato da questo fallimento. In risposta Gensler ha ammesso le sue colpe, dichiarando che il caso non è stato gestito correttamente.

Accedi al mondo crypto

Anche i Democratici contro Gensler

Se da un lato le critiche di Emmer potrebbero sembrare prevedibili, data la sua appartenenza al Partito Repubblicano, sorprendente è stata la reazione del democratico Ritchie Torres. Torres ha interrogato Gensler su come la SEC definisce una “security” e ha portato all’attenzione una questione cruciale per il settore crypto e gli NFT. Nello specifico ha rivolto una domanda curiosa al presidente della Commissione, chiedendogli se un biglietto per una partita degli Yankees possa essere considerato una security.

Gensler ha risposto citando il test di Howey, un meccanismo che risale al 1946 utilizzato per stabilire se un asset è una security o meno. Tuttavia, Torres ha risposto che questo test è obsoleto per le nuove tipologie di asset come gli NFT, sottolineando che secondo questa logica, anche opere d’arte o vinili potrebbero essere considerate security.

Cosa potrebbe succedere ora?

Le crescenti critiche a Gensler da parte di entrambi i partiti suggeriscono che il suo futuro come presidente della SEC potrebbe essere in bilico. Dopo anni di scontri con il settore crypto, la pressione su di lui non è mai stata così forte. Le ripercussioni di questi scontri non riguardano solo Gensler, ma potrebbero anche portare a un cambiamento radicale nella regolamentazione delle criptovalute negli Stati Uniti. Resta da vedere se Gensler riuscirà a mantenere la sua posizione o se le critiche crescenti porteranno a una riforma della SEC e delle sue politiche verso il settore crypto.

Cosa fare con il TFR: lasciarlo in azienda o destinarlo alla previdenza complementare?

Cosa fare con il TFR?

Cosa fare con il TFR? Lasciarlo in azienda o destinarlo alla previdenza complementare? Valuta rendimento, tassazione e gestione per decidere cosa conviene.

Decidere cosa fare del proprio TFR (Trattamento di Fine Rapporto) è una scelta fondamentale per il futuro finanziario di ogni lavoratore dipendente. Le opzioni principali sono due: “lasciarlo” in azienda o destinarlo a un fondo pensione tramite la previdenza complementare. Se se si decide di “non agire”, in realtà si sta optando per la prima opzione.

Ogni opzione ha vantaggi e svantaggi, legati a fattori come tassazione, rendimenti e costi di gestione. Questo articolo analizza le diverse opzioni per aiutarti a scegliere la soluzione più adatta al tuo caso.

Ecco cosa fare con il TFR, conosciuto anche come liquidazione, a seconda della tua situazione, e quali solo le differenze principali tra lasciarlo in azienda o destinarlo alla previdenza complementare.

Che cos’è il TFR?

Per decidere cosa fare con il TFR devi prima sapere che cos’è. È una parte della retribuzione di un lavoratore dipendente che viene accantonata mensilmente da parte del datori di lavoro, e che viene poi “restituita” al lavoratore alla cessazione del rapporto lavorativo. Di fatto è un vero e proprio tesoretto, che il datore di lavoro accumula negli anni per permettere al dipendete di pianificare il suo futuro previdenziale.

Per comprendere, in un attimo, a quanto ammonta il proprio TFR basta dividere per 13,5 l’importo la propria Retribuzione Annua Lorda (RAL). In termini percentuali si tratta di circa il 7,5% del proprio compenso annuo, anche se lo 0,50% va versato al Fondo pensioni dei lavoratori dipendenti.

Lasciare il TFR in azienda

La prima cosa che puoi fare con il TFR è lasciarlo in azienda. Se scegli questa opzione, alla fine del rapporto di lavoro, riceverai una somma rivalutata annualmente sulla base di due componenti: una quota fissa dell’1,5% e una variabile pari al 75% dell’inflazione dell’anno precedente

Questo meccanismo garantisce una rivalutazione costante del capitale, anche se generalmente inferiore rispetto ai rendimenti ottenibili tramite investimenti in un fondo pensione. Inoltre, per le aziende con più di 50 dipendenti, il TFR viene versato al Fondo di Tesoreria INPS, che ne gestisce l’erogazione.

Lasciare il TFR in azienda comporta vantaggi in termini di semplicità, ma ha costi di gestione nulli e una tassazione standard basata su l’aliquota media Irpef degli ultimi cinque anni​

Destinare il TFR alla previdenza complementare

La seconda opzione è destinare il TFR alla previdenza complementare, cioè investirlo in un fondo pensione. Questa scelta consente di beneficiare dei rendimenti del mercato finanziario, che storicamente tendono a superare la rivalutazione del TFR in azienda, specialmente nel medio-lungo termine. Oltre ai potenziali rendimenti superiori, i contributi versati nei fondi pensione godono di agevolazioni fiscali: fino a 5.164,57 euro annui sono deducibili dal reddito imponibile. 

Un aspetto importante da considerare è che una volta destinato il TFR alla previdenza complementare, la scelta è irrevocabile, e la liquidazione sarà disponibile solo al momento del pensionamento o in casi eccezionali​

Fattori da considerare nella scelta

La scelta tra lasciare il TFR in azienda o destinarlo a un fondo pensione dipende da vari fattori. Il primo è l’età del lavoratore: i giovani tendono a trarre maggior beneficio dall’investimento in un fondo pensione, grazie al maggior numero di anni per sfruttare i rendimenti del mercato. 

In secondo luogo, i costi di gestione dei fondi pensione sono un elemento da valutare: i fondi negoziali (chiusi) generalmente presentano costi più bassi rispetto ai fondi aperti. Infine, occorre considerare il profilo di rischio e le esigenze personali di liquidità: chi preferisce evitare i rischi dei mercati finanziari potrebbe optare per lasciare il TFR in azienda, anche se ciò comporta rendimenti inferiori.


Sei sul blog di Young Platform, la piattaforma italiana per comprare criptovalute. Qui puoi trovare le ultime novità su blockchain, Bitcoin e Web3. Raccontiamo da vicino questa economia emergente con un occhio alla finanza tradizionale, così hai tutto quello che ti serve per entrare nella nuova era del denaro. 


Chi sono le 10 donne più ricche del mondo?

Le 10 donne più ricche del mondo: la classifica del 2024

Donne più ricche del mondo: la classifica aggiornata al 2024

Chi sono le donne più ricche del mondo nel 2024? C’è stato un cambio al vertice rispetto agli anni passati? Ecco la classifica aggiornata, basata sul patrimonio netto, ovvero sulla differenza tra il valore dei beni posseduti, come immobili, investimenti, contanti e aziende, e l’ammontare delle passività.

Per stilare questa lista delle donne più ricche del mondo ci basiamo sui dati di Forbes, la rivista che ogni anno pubblica le classifiche aggiornate dei miliardari più abbienti del globo. Ricordiamo, però, che esiste anche il Bloomberg Billionaires Index, che restituisce una fotografia in tempo reale del patrimonio dei miliardari, per cui la posizione di alcune di queste donne potrebbe variare durante l’anno.

Ecco le 10 donne più ricche al mondo nel 2024.

10. Abigail Johnson

Abigail Johnson è la decima donna più ricca del mondo grazie ad un patrimonio di 29 milioni di dollari. È il volto di Fidelity Investments, il terzo fondo di investimento più importante del globo, con circa 4,9 trilioni di dollari di asset in gestione. Fidelity ha lanciato, insieme ad altri fondi di investimento, a gennaio e a luglio 2024 due ETF rispettivamente su Bitcoin e Ethereum, evento che ha segnato un momento di svolta epocale per il mondo crypto.

Scopri il mondo crypto

Abigail Johnson è alla guida di questa società dal 2014, dopo aver preso il posto del padre, Edward “Ned” Johnson III, e detiene una quota di circa il 28,5%. Nonostante la competizione agguerrita, Johnson continua a far parte della top 10, e Fidelity continua a essere uno dei fondi di investimento più importanti a livello globale.

9. Gina Rinehart

Al nono posto troviamo Gina Rinehart, che detiene un patrimonio di 30,8 miliardi di dollari derivante all’impero minerario ereditato dal padre Lang Hancock. A capo della Hancock Prospecting, Rinehart è la donna più ricca d’Australia, e sta abilmente espandendo gli affari di famiglia attraverso investimenti sia nel settore minerario che in quello agricolo.

8. Miriam Adelson

Dopo la scomparsa del marito Sheldon Adelson, Miriam Adelson ha ereditato la maggioranza delle quote del colosso dei casinò Las Vegas Sands. 

Con un patrimonio di 32 miliardi di dollari, Miriam è anche una nota filantropa, e fino ad oggi ha donato più di un miliardo di dollari per la ricerca medica.

7. Rafaela Aponte-Diamant

Rafaela Aponte-Diamant e suo marito Gianluigi hanno co-fondato la Mediterranean Shipping Company (MSC) nel 1970. Grazie alla loro intuizione, MSC è oggi la più grande linea di navigazione al mondo. Rafaela, con un patrimonio di 33,1 miliardi di dollari, si occupa, tra le altre cose, della decorazione delle navi da crociera del gruppo.

6. Savitri Jindal

Con un patrimonio di 33,5 miliardi di dollari, Savitri Jindal è la donna più ricca dell’India. È la presidente di Jindal Group, un colosso attivo nei settori dell’acciaio, energia e infrastrutture. È anche attiva in politica, nel 2005, dopo la morte del marito, è stata eletta nella  Haryana Vidhan Sabha dalla circoscrizione di Hisar.

5. MacKenzie Scott

Dopo il suo divorzio da Jeff Bezos (2019), MacKenzie Scott ha ricevuto una quota del 4% di Amazon. La scrittrice, nel 2014 ha fondato la Bystander Revolution, un’organizzazione anti-bullismo mentre nel 2020 ha donato circa 4 miliardi di dollari in beneficienza per l’emergenza COVID-19.

Nonostante abbia già donato, in totale, oltre 17 miliardi di dollari in beneficenza, il suo patrimonio rimane di 35,6 miliardi di dollari

4. Jacqueline Mars

La quarta donna più ricca del mondo Jacqueline Mars, erede del colosso dolciario e alimentare Mars Inc., Jacqueline Mars ha un patrimonio di circa 38,5 miliardi di dollari. Insieme al fratello John, gestisce l’azienda di famiglia, famosa per brand di snack come M&Ms e Snickers e per il marchio di petfood Pedigree.

3. Julia Koch

Julia Koch e i suoi figli hanno ereditato una quota del 42% della Koch Industries dopo la morte del marito David Koch nel 2019. Con un patrimonio di 64,3 miliardi di dollari, Julia Koch guida uno dei più grandi conglomerati privati del mondo, attivo in settori come il petrolio, la carta e la tecnologia medica.

2. Alice Walton

Alice Walton, figlia del fondatore di Walmart, Sam Walton, ha visto il suo patrimonio crescere a 72,3 miliardi di dollari grazie all’aumento del valore delle azioni Walmart. A differenza dei suoi fratelli, non ha mai avuto un ruolo attivo nella gestione dell’azienda di famiglia, preferendo dedicarsi alla sua passione per l’arte. Ha fondato il Crystal Bridges Museum of American Art, che ospita opere di artisti come Andy Warhol e Mark Rothko.

1. Françoise Bettencourt Meyers

Françoise Bettencourt Meyers, erede del colosso cosmetico L’Oréal, mantiene la sua posizione come donna più ricca del mondo per il quarto anno consecutivo, con un patrimonio di 99,5 miliardi di dollari

Possiede il 35% del gruppo L’Oréal, che continua a crescere grazie a brand come Maybelline e Lancôme. Oltre alla gestione dell’azienda, Bettencourt Meyers è impegnata in cause filantropiche legate all’arte e alla scienza.

Questa classifica dimostra come le donne più ricche del mondo abbiano diversificato i loro investimenti in numerosi settori, dalla tecnologia alla moda, dall’industria mineraria all’arte. Che siano imprenditrici di successo o eredi di grandi fortune, queste donne continuano a guidare il mondo del business globale.

Potrebbero interessarti: 



Sei sul blog di Young Platform, la piattaforma italiana per comprare criptovalute. Qui puoi trovare le ultime novità su blockchain, Bitcoin e Web3. Raccontiamo da vicino questa economia emergente con un occhio alla finanza tradizionale, così hai tutto quello che ti serve per entrare nella nuova era del denaro. 

Crollo FTX: Caroline Ellison condannata, in arrivo i rimborsi

FTX: Caroline Ellison condannata, in arrivo i rimborsi a Sam Bankman-Fried: le accuse di Caroline Ellison

Caroline Ellison è stata condannata a due anni di reclusione in un carcere di minima sicurezza. Nel frattempo gli utenti colpiti dal crollo di FTX stanno per essere rimborsati

Caroline Ellison, ex CEO di Alameda Research e figura chiave nel crollo di FTX, ha ricevuto una sentenza di due anni di carcere per il suo coinvolgimento in una delle frodi più ingenti della storia americana. Grazie alla sua collaborazione con le autorità, la sua pena è stata notevolmente ridotta rispetto alle previsioni iniziali

In questo articolo esploreremo i motivi che hanno portato il giudice Lewis Kaplan a comportarsi in modo clemente nei confronti della Ellison, oltre a approfondire la questione sui rimborsi che interesseranno gli utenti colpiti dal tracollo di FTX.

Il ruolo di Caroline Ellison nel caso FTX

Caroline Ellison è stata a lungo al centro dell’industria crypto come CEO di Alameda Research, il fondo di investimento collegato alla piattaforma FTX. Non solo ha avuto un ruolo di leadership, ma è stata anche sentimentalmente legata a Sam Bankman-Fried, l’ex CEO di FTX. Quando FTX è crollato nel 2022, è emerso che entrambi avevano orchestrato una delle più grandi frodi finanziarie della storia recente, sottraendo miliardi di dollari dai conti degli utenti di FTX per coprire le perdite e i debiti contratti negli anni precedenti.

Ellison si è dichiarata colpevole già a dicembre 2022, ammettendo di aver collaborato con SBF per nascondere l’uso improprio dei fondi. La sua testimonianza è stata fondamentale per il processo di Bankman-Fried, che si è concluso con una condanna a 25 anni, comportamento che le ha permesso di ricevere una pena ridotta.

La condanna e le ragioni della clemenza

Nonostante il suo ruolo nel crollo di FTX, la sentenza di Caroline Ellison è stata di soli due anni di carcere. Questo risultato ha sorpreso molti, visto che, quando sono iniziati gli interrogatori, si era ipotizzato dovesse scontare fino a 110 anni di prigione. La riduzione della pena è dovuta alla sua totale collaborazione con le autorità e all’immediata ammissione di colpevolezza. Il giudice Kaplan ha sottolineato che, nonostante la gravità della frode, la subordinazione di Ellison a SBF e il suo status di figura “vulnerabile” hanno pesato sulla decisione finale.

Un discorso completamente va fatto per Sam Bankman-Fried, che ha continuato a dichiararsi innocente durante tutto il processo. Il giudice ha criticato la sua mancanza di rimorso e la sua, citando le esatte parole: “flessibilità nei confronti della verità”.

L’impatto sul mondo crypto e il futuro degli investitori

La conclusione del caso Ellison segna la fine di uno dei capitoli più controversi della storia crypto, ma apre una nuova fase per gli investitori di FTX. Prevalentemente perché circa 16 miliardi di dollari derivanti dal fallimento di FTX saranno restituiti agli investitori entro la fine del 2024. Diversamente da quanto accaduto per i rimborsi di altre aziende crypto fallite, questi fondi verranno restituiti in contanti o stablecoin. In questo modo i potenziali effetti negativi sui mercati delle criptovalute saranno nulli, mentre c’è una concreta possibilità che una parte di questi capitali rientri nel mercato crypto.

Compra Bitcoin!

CTA La vicenda di Caroline Ellison non solo chiude un importante capitolo nella crisi di FTX, ma rappresenta un punto di svolta per la regolamentazione del settore crypto. La sua cooperazione con le autorità ha ridotto la sua pena, ma l’impatto delle sue azioni e di quelle di Sam Bankman-Fried continuerà a farsi sentire nel mondo delle criptovalute per anni.


Kamala Harris parla di criptovalute, le opzioni su BTC di BlackRock e Franklin Templeton lancia un fondo su Solana

Kamala Harris parla di crypto, BlackRock, Franklin Templeton e Solana

Kamala Harris si esprime per la prima volta sul tema delle criptovalute. La SEC approva le opzioni su ETF Bitcoin di BlackRock, mentre Franklin Templeton lancia un fondo monetario sulla blockchain di Solana

Le criptovalute sono, ormai da tempo, un tema centrale anche nel panorama politico statunitense. Kamala Harris, negli ultimi giorni, ha finalmente rotto il silenzio sul tema, affermando che le crypto sono un elemento chiave per l’economia USA. Nel frattempo, la SEC ha approvato le opzioni sugli ETF Bitcoin di BlackRock e Franklin Templeton ha annunciato il lancio di un fondo monetario sulla blockchain di Solana, a dimostrazione di come la tecnologia blockchain si stia insinuando in ogni aspetto riguardante gli strumenti finanziari più tradizionali.

Kamala Harris rompe il silenzio sulle criptovalute

È successo: finalmente Kamala Harris ha parlato di criptovalute! Dopo mesi in cui il suo avversario, Donald Trump, ha dominato il dibattito su questo tema, la candidata democratica ha rotto il silenzio durante un comizio a New York, organizzato in onore di alcuni donatori. L’evento era particolarmente significativo, non solo per il pubblico presente, ma per il messaggio politico che Harris ha voluto trasmettere. 

Dopo un lungo periodo in cui i Democratici si erano mantenuti piuttosto distanti e critici nei confronti dell’industria crypto, le dichiarazioni della Harris rappresentano un punto di svolta. Finora, esponenti di rilievo del partito, come Gary Gensler, presidente della SEC, si erano distinti per un atteggiamento restrittivo verso le criptovalute, ostacolando l’avanzamento di molte aziende del settore. Il contesto era comunque in evoluzione: con l’approvazione degli ETF spot su Bitcoin a gennaio e su Ethereum a maggio, si iniziavano a vedere i primi segnali di cambiamento.

Il panorama politico USA ha subito una svolta quando Donald Trump ha cominciato a cavalcare il tema delle criptovalute, cercando di attrarre gli investitori di questo mercato verso la sua campagna. In un video di maggio, Trump ha ironizzato sul fatto che Joe Biden non sapesse neanche cosa fossero le criptovalute, segnalando la chiara volontà dell’ex presidente di differenziarsi dalla narrativa democratica.

Le parole della Harris invece, seppur caute, dimostrano che il settore è ormai un tema centrale anche nella corsa dei democratici verso Capitol Hill. Durante il discorso, Harris ha dichiarato che riunirà lavoratori, piccole imprese, innovatori e grandi aziende per investire nelle tecnologie del futuro, tra cui le criptovalute e l’intelligenza artificiale, senza dimenticare la necessità di proteggere consumatori e investitori. Nonostante non sia stata troppo esplicita nel suo supporto, il semplice fatto che abbia menzionato le criptovalute è un segnale importante per il futuro politico degli Stati Uniti e potrebbe influenzare la decisione di molti degli oltre 50 milioni di americani che investono in questo mercato.

BlackRock ottiene l’approvazione della SEC per le opzioni sugli ETF su Bitcoin

Il secondo sviluppo significativo di questa settimana riguarda sempre la SEC, che ha approvato le opzioni sugli ETF di Bitcoin del gigante degli investimenti BlackRock. Questo evento segna un passo in avanti per l’integrazione delle criptovalute nei mercati finanziari tradizionali.

Le opzioni sono uno strumento finanziario che concede agli investitori il diritto, ma non l’obbligo, di comprare (Call) o vendere (Put) un asset, come gli ETF su Bitcoin, a un prezzo prestabilito entro una data di scadenza. In questo caso specifico, le opzioni approvate dalla SEC si basano su Bitcoin spot, il che significa che ogni volta che viene stipulato un contratto, questo si riflette direttamente sul portafoglio fisico di Bitcoin detenuto da BlackRock. 

Questo passaggio apre nuove possibilità agli investitori istituzionali, permettendo loro di gestire meglio il rischio e aumentare la loro esposizione al mercato delle criptovalute. Inoltre, le opzioni sono spesso utilizzate come strumenti di leva finanziaria, per scommettere sulla crescita o proteggersi da eventuali cali dei prezzi, rendendo il mercato più dinamico e flessibile. Per il mondo finanziario, l’approvazione di questi strumenti rappresenta un ulteriore passo verso l’integrazione delle criptovalute nei circuiti economici tradizionali, consolidando il loro ruolo all’interno del sistema.

Compra Bitcoin!

Franklin Templeton lancia un fondo monetario sulla blockchain di Solana

In un altro sviluppo di rilievo per l’ecosistema crypto, Franklin Templeton ha annunciato il lancio di un nuovo money market fund sulla blockchain di Solana. Questo segna un cambiamento significativo per un fondo di investimento che gestisce circa 1,5 trilioni di dollari di asset, e spiana la strada all’utilizzo della tecnologia blockchain per migliorare l’efficienza operativa sui mercati. 

Ma cosa sono esattamente i money market fund? Si tratta di fondi comuni d’investimento che puntano alla conservazione del capitale e alla liquidità, investendo in strumenti finanziari a basso rischio come obbligazioni governative o certificati di deposito. Tradizionalmente considerati strumenti “noiosi” per investitori avversi al rischio, questi fondi hanno un volume di transazioni molto alto, specialmente per operazioni come l’emissione di assegni o carte di debito. La scelta di Franklin Templeton di utilizzare la blockchain di Solana per questo tipo di prodotto si basa sui vantaggi offerti dalla tecnologia, come l’economicità e la velocità delle transazioni. Il responsabile dello sviluppo delle partnership, Mike Reed, ha spiegato che dopo aver valutato possibili collaborazioni esterne, il fondo ha deciso di costruire internamente il proprio team di sviluppo per gestire l’integrazione della blockchain nel processo.Anche se Franklin Templeton aveva già tentato in passato di lanciare un fondo simile su blockchain, l’interesse allora era scarso, principalmente a causa dei tassi di interesse bassi.

Tuttavia, le circostanze sono cambiate: i tassi di interesse più elevati e un rinnovato interesse da parte di fondi di venture capital e aziende web3 per migliorare la gestione delle loro tesorerie potrebbero far decollare questa nuova iniziativa. La scelta di una blockchain veloce e scalabile come Solana potrebbe rappresentare una svolta per il settore finanziario tradizionale, dimostrando come anche strumenti apparentemente “datati” come le obbligazioni possano trovare nuova vita grazie alla tecnologia decentralizzata. Con sempre più fondi di investimento che esplorano il potenziale della blockchain, questo potrebbe essere solo l’inizio di una più ampia integrazione tra finanza tradizionale e tecnologia decentralizzata.

I libri più venduti in Italia nel 2024

I libri più venduti in italia nel 2024 la classifica

Quali sono i libri più venduti in italia nel 2024. Scopri la classifica aggiornata

L’estate, il periodo in cui generalmente si legge di più, si è ufficialmente conclusa. E quindi per tirare le somme e analizzare quali sono stati i contenuti preferiti dagli italiani. Per farlo ci possiamo basare sui dati di Feltrinelli, una delle principali catene di librerie del bel paese.

Quali sono dunque i libri più venduti in Italia nel 2024? Scoprilo in questo articolo!

10. Una conquista fuori menù di Felicia Kingsley

Una commedia romantica divertente e scorrevole, con dialoghi scoppiettanti e personaggi ben caratterizzati. La storia segue le vicende di una chef indipendente e di un magnate della ristorazione, entrambi ambiziosi e testardi. In questo scontro tra mondi diversi, l’amore si mescola con la rivalità professionale. Felicia Kingsley riesce a bilanciare humor e tenerezza in modo accattivante, creando situazioni comiche e al tempo stesso dolci. Questo libro si lascia leggere tutto d’un fiato, ideale per chi ama le commedie romantiche.

9. La neve in fondo al mare di Matteo Bussola


Un romanzo toccante che esplora i temi del lutto, della memoria e della riconciliazione. Matteo Bussola intreccia storie personali e familiari con grande delicatezza, creando una narrazione profonda e introspettiva. La trama segue le vite di persone diverse, tutte connesse da un filo invisibile di emozioni e ricordi. Lo stile poetico e ricco di immagini dell’autore rende l’atmosfera intima e nostalgica, ma mai pesante. Le descrizioni paesaggistiche evocano una natura che diventa quasi protagonista della storia. Un libro che invita alla riflessione sulla vita, sulla perdita e sulle seconde possibilità.

8. Cuore nero di Silvia Avallone


Un viaggio profondo nell’animo umano, attraverso una storia che affronta i legami familiari, le dinamiche di genere e il senso di appartenenza. Silvia Avallone crea personaggi complessi, carichi di emozioni e in lotta con il proprio passato. Il romanzo indaga con precisione le difficoltà del crescere e del trovare il proprio posto nel mondo. La prosa è densa e coinvolgente, e tocca temi universali come l’amore, la rabbia e la ricerca di sé. La scrittura di Avallone è appassionata, capace di rendere vivide le emozioni dei protagonisti. Un libro che lascia il segno per la sua forza narrativa.

7. Il cognome delle donne di Aurora Tamigio


Questo romanzo è un inno alla forza delle donne e al loro legame con la storia e la famiglia. Aurora Tamigio narra con intensità la storia di generazioni di donne, esplorando la trasmissione del sapere femminile e delle esperienze tra madre e figlia. L’ambientazione è ricca di dettagli che evocano un senso di tradizione e appartenenza, pur rimanendo attuale e rilevante per il presente. La voce narrante è autentica e piena di sfumature emotive, rendendo la lettura coinvolgente. Il romanzo riflette sul peso dei nomi e delle identità, e su come le donne si costruiscono e si riappropriano di sé. Un libro che parla al cuore e alla mente.

6. I miei giorni alla libreria Morisaki di Satoshi Yagisawa


Una storia dolce e malinconica che ruota attorno alla magia dei libri e alla ricerca di sé stessi. Il protagonista, attraverso la vita in una piccola libreria, riscopre il piacere della lettura e della connessione umana. Satoshi Yagisawa dipinge con delicatezza un ritratto di solitudine e rinascita, con personaggi autentici e situazioni semplici, ma cariche di significato. Il romanzo è un omaggio ai libri come strumento di guarigione e trasformazione personale. Con una scrittura lineare ma poetica, l’autore riesce a catturare il cuore dei lettori. Un libro perfetto per gli amanti della lettura e delle storie intime.

5. Come l’arancio amaro di Milena Palminteri

Un romanzo che parla di amore, perdita e rinascita, con uno sguardo attento alle sfumature emotive dei personaggi. La storia si sviluppa attorno a una protagonista che deve affrontare una difficile scelta, tra passato e futuro, tra ciò che ha perso e ciò che potrebbe ancora avere. Milena Palminteri scrive con intensità, offrendo ai lettori un racconto ricco di colpi di scena emotivi. La prosa è fluida, con descrizioni vivide e dialoghi ben costruiti. Il tema dell’arancio amaro, simbolo di speranza e dolore, permea tutto il romanzo, donandogli una forte connotazione simbolica. Una storia che tocca corde profonde e invita alla riflessione.

4. La regina dei sentieri di Marco Malvaldi e Samantha Bruzzone


Al quarto posto della classifica dei libri più venduti in Italia troviamo un giallo intrigante che unisce avventura e mistero in un’ambientazione naturale mozzafiato. I protagonisti si trovano coinvolti in un caso che mette alla prova la loro capacità investigativa e le loro relazioni personali. Marco Malvaldi e Samantha Bruzzone costruiscono una trama avvincente, ricca di colpi di scena, mantenendo un tono ironico e leggero. Le descrizioni dei paesaggi montani sono vivide e creano un’atmosfera suggestiva che accompagna il lettore durante tutto il libro. I personaggi sono ben caratterizzati, e il ritmo narrativo è sostenuto. Un romanzo che riesce a coniugare giallo e commedia in modo brillante.

3. Due di Enrico Brizzi


Una storia che esplora le sfide della vita moderna, le difficoltà delle relazioni e la complessità dell’essere adulti. Enrico Brizzi racconta con ironia e realismo le vicende di una coppia che cerca di sopravvivere alle pressioni esterne e interne. Il romanzo è ricco di dialoghi pungenti e momenti di riflessione, alternando momenti di leggerezza a passaggi più profondi. La scrittura di Brizzi è vivace, capace di tenere alta l’attenzione del lettore. “Due” è un libro che si presta a essere letto in maniera veloce, ma lascia spazio a riflessioni più ampie sulle dinamiche di coppia e sulla società contemporanea. Un ritratto fresco e attuale delle relazioni umane.

2. Il canto dei cuori ribelli di Thrity Umrigar

Thrity Umrigar regala ai lettori una storia di speranza, lotta e amicizia, in un contesto storico e culturale ricco di sfaccettature. Il romanzo segue un gruppo di personaggi che si trovano a fare i conti con le proprie convinzioni e con il mondo che li circonda. La scrittura è poetica e piena di emozioni, capace di far emergere le contraddizioni interne di ogni protagonista. Il libro si muove tra temi universali come la libertà, l’amore e il sacrificio, con una forte attenzione al ruolo delle donne. Un racconto che tocca il cuore e l’anima, portando il lettore a riflettere sul potere del cambiamento.

1. L’età fragile di Donatella Di Pietrantonio

Al primo posto della classifica dei libri più venduti in Italia c’è un romanzo che affronta con grande delicatezza il tema della fragilità umana e delle relazioni familiari. Donatella Di Pietrantonio descrive con maestria il complesso rapporto tra genitori e figli, esplorando le difficoltà della crescita e della ricerca di un equilibrio tra indipendenza e affetto. La sua scrittura è intima e coinvolgente, capace di trasportare il lettore nelle vite dei personaggi, rendendoli estremamente reali. La narrazione è fluida, con un ritmo che alterna momenti di riflessione a passaggi più intensi. Un libro che invita a guardare dentro di sé e a comprendere l’importanza dei legami umani, anche quando sembrano più fragili.

Le 10 auto giapponesi più famose

e 10 auto giapponesi più famose

Le 10 auto giapponesi più famose al mondo. Ecco la classifica dei modelli che hanno conquistato il cuore degli appassionati

Il mondo delle auto giapponesi ha affascinato gli appassionati di motori per decenni, grazie a una combinazione di innovazione tecnologica, affidabilità e prestazioni impressionanti. Fin dagli anni ’60, questi grandi marchi hanno stabilito nuovi standard nel settore automobilistico, offrendo veicoli che vanno dalle compatte efficienti alle supercar dalle prestazioni mozzafiato. Ecco la classifica delle 10 auto giapponesi più famose e iconiche al mondo, che hanno segnato la storia dell’automobilismo e continuano ad essere oggetti del desiderio per molti appassionati.

10. Honda Civic Type R

La Honda Civic Type R è uno dei modelli più amati dagli appassionati di hot hatch. Con questo termine ci si riferisce alle compatte sportive, dotate di dimensioni e aspetto simile a quello delle utilitarie ma con un motore quasi da supercar.

La Honda Civic Type R è, infatti, dotata di un motore turbo da 2.0 litri VTEC che eroga oltre 300 CV e dal suo debutto, nel 1998, è diventata un punto di riferimento per le auto sportive compatte, grazie al suo telaio agile e alla potenza erogata dal suo motore.

9. Mazda MX-5 Miata

La Mazda MX-5 Miata è un’icona delle roadster leggere. Con il suo design elegante, la maneggevolezza eccezionale e il motore a trazione posteriore, offre un’esperienza di guida pura e coinvolgente.

Lanciata nel 1989, la MX-5 ha riportato in auge il concetto di roadster accessibile, vendendo oltre un milione di unità in tutto il mondo e guadagnandosi un posto nel Guinness dei Primati tutto italiano. Nel 2022 si sono radunate all’autodromo di Monza ben 707 Mazda MX-5.

8. Toyota Supra

La Toyota Supra, soprattutto nella sua quarta generazione (A80) uscita nel 1994, è diventata una leggenda grazie al suo potente motore 2JZ-GTE da 3.0 litri biturbo e al design senza tempo.

Questa automobile è una vera e propria ‘icona tra gli appassionati di tuning e corse, grazie alla sua enorme potenzialità di elaborazione, che le permette di raggiungere una potenza superiore ai 1000 CV.

7. Nissan GT-R

Tra le auto giapponesi più famose al mondo c’è sicuramente la Nissan GT-R 35, conosciuta anche come “Godzilla”, è una supercar con prestazioni incredibili grazie al suo motore V6 biturbo da 3.8 litri e al sofisticato sistema di trazione integrale.

Dal suo lancio nel 2007, la GT-R ha sfidato le supercar europee a una frazione del prezzo, guadagnando un seguito di culto per le sue capacità e la sua tecnologia avanzata.

Come non citare poi il modello precedente, l’R 34 Skyline forse ancora più iconica anche grazie al fenomenale motore, un 6 cilindri in linea da 2.6 litri nome in codice RB26DETT da 280 CV (reali invece sono 340 CV abbinati a 364 Nm di coppia).

6. Subaru Impreza WRX STI

La Subaru Impreza WRX STI è diventata famosa grazie al suo successo nei rally e al suo motore boxer turbo da 2.5 litri abbinato a un sistema di trazione integrale avanzato.

La WRX STI ha portato le prestazioni da rally su strada, offrendo agli appassionati una vettura capace di affrontare sia circuiti che terreni accidentati.

5. Lexus LFA

La Lexus LFA è una supercar in edizione limitata con un motore V10 da 4.8 litri sviluppato in collaborazione con Yamaha. La sua struttura in fibra di carbonio e il sound del motore sono stati elogiati da critici e appassionati.

Nonostante il prezzo elevato, la LFA è stata acclamata come una delle migliori supercar del 21° secolo, grazie alla sua esclusività e alle sue prestazioni.

4. Mitsubishi Lancer Evolution

La Mitsubishi Lancer Evolution, o “Evo”, è una berlina sportiva ad alte prestazioni con un motore turbo e trazione integrale. Con numerosi successi nei rally, l’Evo è diventata una leggenda tra gli appassionati di auto sportive.

Prodotta in varie generazioni fino al 2016, la Lancer Evolution è stata un simbolo di prestazioni accessibili e un’alternativa diretta alla Subaru WRX STI.

3. Nissan 350Z/370Z

Le Nissan Z sono note per il loro design aggressivo e il motore V6 potente. La 350Z e la successiva 370Z hanno continuato la tradizione delle Z-car offrendo prestazioni sportive a un prezzo accessibile.

Queste auto hanno mantenuto vivo lo spirito delle auto sportive a due posti, diventando popolari sia tra i puristi della guida che tra gli appassionati di tuning.

2. Honda NSX

La Honda NSX, lanciata nel 1990, è stata la prima supercar giapponese. Con un motore V6 montato centralmente e un telaio in alluminio, la NSX ha rivoluzionato il concetto di supercar, offrendo prestazioni di alto livello con affidabilità e facilità di guida.

La NSX è stata sviluppata con l’aiuto di Ayrton Senna e ha stabilito nuovi standard per le supercar, influenzando il design e l’ingegneria di molte altre vetture sportive.

1. Toyota 2000GT

La Toyota 2000GT è considerata la prima auto sportiva giapponese di livello mondiale. Prodotta in quantità limitata tra il 1967 e il 1970, questa coupé presentava un design elegante e un motore a sei cilindri in linea.

La 2000GT ha messo il Giappone sulla mappa delle auto sportive, diventando un oggetto da collezione estremamente raro e prezioso.

Perché le auto giapponesi sono così apprezzate?

Le auto giapponesi sono famose per la loro affidabilità e la capacità di offrire prestazioni eccezionali a prezzi competitivi. Modelli come la Toyota Supra e la Nissan GT-R hanno definito nuove generazioni di auto sportive, mentre vetture come la Honda NSX e la Lexus LFA hanno sfidato le supercar europee sul loro terreno. La continua ricerca della perfezione e l’attenzione ai dettagli rendono queste auto non solo mezzi di trasporto, ma veri e propri capolavori dell’ingegneria automobilistica.

Potrebbero interessarti:

Sei sul blog di Young Platform, la piattaforma italiana per comprare criptovalute. Qui puoi trovare le ultime novità su blockchain, Bitcoin e Web3. Raccontiamo da vicino questa economia emergente con un occhio alla finanza tradizionale, così hai tutto quello che ti serve per entrare nella nuova era del denaro. 


Come funziona il Liquid Staking? 

Come funziona il Liquid Staking

Tra i casi d’uso più popolari della DeFi troviamo una particolare forma di staking. Scopri come funziona il Liquid Staking!

Dopo l’aggiornamento The Merge di Ethereum il Proof-of-Stake (PoS) è diventanto lo standard. È il meccanismo di consenso più diffuso anche se ogni network però ne propone una sua variante. I vari PoS si distinguono per le modalità in cui selezionano i validatori dei blocchi ma tutti hanno in comune il procedimento di base, lo staking. Proprio in questo contesto si colloca il Liquid Staking, un modo di fare staking, che soddisfa i bisogni degli utenti della DeFi più attivi, oltre a quelli dei network PoS. In questo articolo puoi scoprire come funziona il Liquid Staking, uno dei servizi finanziari su blockchain più apprezzati e diffusi.

Staking e liquidità

Prima di capire cos’è e come funziona il Liquid Staking, rivediamo cosa significa fare staking. Mettere delle criptovalute in staking equivale a bloccare una quantità di token con un programma apposito per ottenere delle ricompense, il diritto a partecipare alla validazione dei blocchi e spesso il diritto di voto per la governance del network della blockchain di riferimento. Questo sistema sostituisce il mining, infatti i blocchi vengono validati dai validatori scelti tra tutti i nodi che hanno in staking delle crypto, non in base a chi ha maggiore potenza computazionale. L’importo complessivo di criptovalute bloccate si chiama stake e non può essere trasferito o usato mentre è bloccato nello smart contract, garantendo così le buone intenzioni del validatore nei confronti del network. Dal momento che tutti i token coinvolti nello staking sono bloccati, il meccanismo dietro al PoS dà vita a un problema di liquidità. 

Il numero dei token bloccati in staking varia a seconda del network che si considera. Il 29% della fornitura circolante di ETH è in staking, circa 82 miliardi di dollari. Per quanto riguarda Solana (SOL) questa percentuale arriva al 66%, per un controvalore monetario totale di 35 miliardi di dollari, per SUI e TIA è, addirittura, più alta del 70%.

Questo da un lato significa che una parte sostanziale di fornitura non verrà venduta nel breve termine, ammortizzando spinte al ribasso del prezzo. Dall’altro, questi token sono anche esclusi da potenziali transazioni, utilizzi in dapp e in generale dal generare volumi che costituiscono importanti KPI per le blockchain e casi d’uso per gli utenti.

Ma non dev’essere per forza così.

Cos’è e come funziona il Liquid Staking?

Per risolvere questi ostacoli alla liquidità, sempre più network e piattaforme DeFi propongono agli utenti il Liquid Staking. Nel Liquid Staking quando blocchi delle criptovalute in staking e/o le deleghi ai nodi validatori ricevi una quantità proporzionale di token “derivati” con rapporto 1:1, anche chiamati liquid derivate, un derivato liquido. Questa versione del token iniziale mantiene uno stretto legame con il prezzo del token sottostante. Questi derivati sono asset commerciabili e pienamente utilizzabili in altri servizi DeFi. Dal 2021 i servizi e le piattaforme che propongono il Liquid Staking sono cresciuti esponenzialmente, tra questi c’è Lido Finance il più famoso su Ethereum di cui parleremo più avanti, ma anche anche Jito e Marinade, i più utilizzati su Solana.

I vantaggi del Liquid Staking per gli utenti

Il Liquid Staking sembra essere particolarmente vantaggioso per gli utenti e tutti coloro che vogliono mettere in staking i loro token senza però lasciarli bloccati e quindi inutilizzabili. I liquid derivative ricevuti corrispondono alla controparte liquida delle criptovalute in staking. Questi asset possono essere usati all’interno della rete, nell’economia interna all’ecosistema, oppure anche al di fuori della chain di partenza. Il Liquid Staking quindi permette agli utenti di partecipare al meccanismo di consenso delle blockchain e allo stesso tempo di non rinunciare alla liquidità. Dal punto di vista di un utente infatti avere un patrimonio bloccato è sconveniente, il Liquid Staking aumenta la capital efficiency, ovvero il rapporto tra le risorse economiche impiegate nello staking (o in qualsiasi altro servizio finanziario o business) e quanto si riceve. 

Immagina di avere 100 SOL nel tuo wallet. Invece di lasciarli lì a prendere polvere puoi impiegarli in un protocollo per il Liquid Staking, per esempio Marinade, riceverai così 100 token derivati chiamati ad esempio mSOL, che rappresentano quelli che vengono depositati. Questi mSOL sono pienamente utilizzabili e puoi decidere di metterli in staking a loro volta o di fornire liquidità a delle liquidity pool dei DEX come Jupiter, ad esempio. In questo modo le ricompense e i premi derivanti da queste tre distinte operazioni finanziarie si sommano e invece di ricevere solo le ricompense per il tuo stake iniziale, avrai anche quelle derivanti dall’utilizzo dei tuoi staking derivative e, nel caso delle liquidity pool, una parte delle commissioni di trading di Jupiter

In poche parole, il Liquid Staking ti permette di utilizzare i tuoi derivati tokenizzati mentre gli asset sottostanti sono al sicuro on chain e generano ricompense.  Al di là dell’entusiasmo, come in tutte le funzionalità emergenti, non è saggio lanciarsi a capofitto nel Liquid Staking senza le dovute precauzioni. È opportuno infatti considerare che alcune piattaforme dedicate al Liquid Staking spesso sono in versione beta e quindi ancora in fase di test, anche la presenza o meno di audit può servire a farci un’idea su quanto un progetto sia affidabile. 

Un altro aspetto da considerare quando si ha intenzione di fornire liquidità è l’impermanent loss, ossia un mancato guadagno dovuto al cambiamento di prezzo del token dal momento in cui è stato depositato.  Ciò accade soltanto nel caso in cui di decida di fornire liquidità attraverso meccanismi di liquidity providing (LP). Questi consistono nell’unione di due o più token diversi, che vengono poi bloccati su un exchange decentralizzato e permettono di ricevere le ricompense derivanti dalle commissioni di transazioni pagate dagli utenti che lo utilizzano. Per esempio, supponiamo che il prezzo di ETH sia, in questo momento, di 3.000$. Se si depositano in una liquidity pool 0,5 ETH e 1.500 USDC (il valore monetario dei componenti deve, per forza, essere lo stesso) e, successivamente, il prezzo di Ethereum sale, la pool dovrà convertire degli ETH in USDC in modo che il loro rapporto col prezzo rimanga costante secondo l’algoritmo del DEX. Se questo dovesse accadere si perderebbero degli ETH.

I vantaggi per i nodi validatori e per i network 

Se gli utenti sono più incentivati a mettere le proprie criptovalute in staking e delegare così i nodi validatori, lo stake di questi sarà sempre maggiore. Di conseguenza aumenterà anche la probabilità di essere scelti come validatori di un blocco e quindi la quantità di block reward. Il Liquid Staking può anche avere un impatto sulla DeFi in termini di componibilità e interoperabilità, ovvero la capacità di un sistema di comunicare e scambiare informazioni con un altro.

Lo sviluppo del Liquid Staking comporta la creazione di protocolli e token compatibili con più blockchain possibili, in quanto devono poter essere utilizzati facilmente in più dapp. 

I token derivati 1:1 (o wrapped token) sono la stessa soluzione utilizzata per i cross-chain swap, ossia scambi di token tra una blockchain e un’altra. Quindi sviluppando staking derivative si favorisce l’interoperabilità perché si incoraggia lo scambio di valore tra diverse blockchain. A sua volta l’interoperabilità facilita la componibilità. In che modo? Se un token è compatibile con diversi protocolli, un programmatore DeFi può sfruttarlo per sviluppare nuove dapp senza dover creare un token apposito da zero.

Quali sono i principali network che utilizzano il Liquid Staking?

Il Liquid Staking è un servizio offerto da piattaforme DeFi come Lido Finance e Osmosis, Jito, Marinade, Jupiter e molte altre. Queste piattaforme supportano il Liquid Staking per diverse criptovalute e token, su Lido ad esempio puoi mettere in staking ETH e MATIC e ricevere i tuoi derivative chiamati stETH, e così via. Al momento su Lido Finance il valore di ETH in staking supera i 22 miliardi di dollari iSOL, il token di Solana, come già anticipato, viene usato per il Liquid Staking sulle dapp native Jito, Marinade e Jupiter i quali garantiscono APY che oscillano dal 7,3% al 7,5%. AVAX invece, il token di Avalanche, viene usato per il Liquid Staking sulla dapp nativa Benqui con il nome sAVAX. Queste piattaforme sono tutte molto simili tra loro e le APY variano dal 2% all’8%. 


Dopo aver visto come funziona il Liquid Staking e come viene sfruttato dai vari network, tiriamo le somme. I vantaggi del Liquid Staking sono legati alle opportunità che derivano dal combinare insieme più asset DeFi. Avere criptovalute in staking non dovrebbe impedire di scegliere altre strategie di yield farming e contribuire alla crescita di tutto il network. Fornendo la possibilità di fare Liquid Staking, i network favoriscono quindi i loro utenti. Tuttavia non bisogna dimenticare che gli staking derivative sono di natura sintetica, dunque non condividono tutti i casi d’uso delle criptovalute. Ad esempio gli stETH non possono essere usati per pagare il gas o le commissioni su Ethereum.

Crollo criptovalute: cosa fare quando succede?

Crollo criptovalute: cosa fare?

Crollo delle criptovalute: perché succede e come mettersi al riparo. Scopri tutti i consigli utili e le contromisure da adottare. 

Se hai mai affrontato un crollo delle criptovalute sai cosa significa provare paura e sconforto. Quando tutti i prezzi scendono rapidamente, scenario che si verifica più frequentemente nel nostro settore rispetto ad altri mercati più longevi e solidi, è difficile non farsi prendere dall’emozione. Quando le crypto crollano, se non sei preparato, ci si sente un po’ Wendy in Shining: ogni movimento di mercato diventa un colpo d’ascia che ti rincorre lungo i corridoi dell’Overlook Hotel, con Jack Torrance (Jack Nicholson) alle calcagna, pronto a terrorizzarti ad ogni angolo.

Tuttavia, se si lasciano da parte le emozioni e affronti la situazione in modo razionale, il crollo delle criptovalute può trasformarsi in  un’opportunità. Non serve avere la “luccicanza”, quella capacità quasi magica di prevedere il futuro come nel film di Kubrick. Quello che ti serve davvero è un piano solido e una strategia ben strutturata, che ti permettano di navigare con sicurezza anche nei momenti più turbolenti.

Perché le crypto sono volatili?

La prima volta che si assiste ad un crollo delle criptovalute (e forse anche la seconda e la terza) è normale farsi prendere dal panico. Al contrario, dopo che si acquisisce un po’ di esperienza nel settore, ci si abitua ai saliscendi del mercato o addirittura si attende con fermento e impazienza la volatilità, perché rende il mercato crypto più avvincente rispetto ad altri periodi spesso statici

Ma come mai i crolli sono più frequenti nel mondo crypto? Principalmente perché le criptovalute sono “giovani” e meno capitalizzate dei rivali della finanza tradizionale. Basti pensare che Wall Street, cuore pulsante del mercato azionario americano (sicuramente il più famoso e frequentato dagli investitori) è nato l’8 marzo del 1817. Il New York Stock Exchange è stato fondato più di duecento anni fa, mentre il mercato crypto circa dieci, se si considera come punto d’origine la nascita dei primi exchange.

Se il paragone sulla longevità dei due settori è efficace, quello che riguarda la capitalizzazione dei rispettivi mercati non lascia scampo ad equivoci. La capitalizzazione totale del mercato crypto, ovvero il valore monetario complessivo degli asset che lo compongono, è di 2,13 trilioni di dollari, 2.130 miliardi. Quello di Apple, invece, che è l’azienda più capitalizzata al mondo è, al momento della scrittura, di 3,2 trilioni, il 66% in più. Una sola azienda, anche se è la più grande in questo momento, vale di più (in termini monetari) dell’intero mercato delle criptovalute.

Compra Bitcoin!

Focus sulla capitalizzazione di mercato

Per spiegare in termini semplici qual è la relazione tra la capitalizzazione di mercato e la volatilità di un asset possiamo paragonare la prima ad una folla di persone. Quando questa è contenuta e succede qualcosa di insolito l’intero gruppo reagisce spesso in modo drastico. Immaginate cosa succederebbe se urlaste a squarciagola in un bar poco affollato. Al contrario, non susciterebbe nessuna reazione lo stesso comportamento durante una manifestazione con migliaia di persone.

Allo stesso modo, in un mercato altamente capitalizzato, partecipato da molti investitori e caratterizzato da scambi che muovono enormi quantità di denaro, influenzare il prezzo degli asset è molto difficile e dispendioso in termini di volumi. Mentre sono sufficienti somme più contenute per influenzare la capitalizzazione di un mercato più piccolo, dove le news o i grossi speculatori possono definirne il l’andamento di breve termine.

Crollo delle criptovalute correlato a una notizia economica

Alcune notizie economiche hanno la capacità di influenzare l’andamento del mercato azionario e quindi possono anche causare indirettamente il crollo delle criptovalute. Per esempio, eventi come la decisione della Federal Reserve in merito ai tassi di interessi, o la pubblicazione dei dati sull’inflazione e di quelli del mercato del lavoro, condizionano fortemente gli investitori, sia istituzionali che retail. Questi fattori influenzano le azioni sui mercati e, di conseguenza, i prezzi degli asset. 

Se hai assistito a un sell the news collegato ad uno degli eventi sopracitati, o ad un crollo preventivo derivante dalla preoccupazione di dati poco favorevoli per l’economia, non è il caso di preoccuparsi. Solitamente si tratta di movimento di prezzo passeggeri, che si concludono in un breve lasso di tempo.

Eventi di mercato gravi

Il discorso cambia quando si analizza il crollo delle criptovalute derivante da un evento grave e interno a questo specifico settore, come il fallimento di un player molto importante. In passato abbiamo assistito a crollo dell’ecosistema Terra-Luna, che ha causato un buco di 60 miliardi di dollari, ma anche alla bancarotta di FTX, che ha sollevato dubbi sulla legittimità delle aziende centralizzate che operano nel settore.

Quando eventi del genere colpiscono il mercato anche gli investitori più esperti provano paura e sgomento. Tuttavia, con il passare del tempo e con la crescita della capitalizzazione delle principali crypto, l’impatto sull’intero mercato di eventuali eventi di questo tipo dovrebbe gradualmente decrescere. In ogni caso, farsi prendere dal panico e agire d’impulso, come sempre quando si parla di investimenti, potrebbe peggiorare ulteriormente la nostra posizione. Al contrario, se si sta agendo seguendo un piano strutturato, è fondamentale continuare sulla propria strada e non applicare ad esso modifiche che derivano dal disagio emotivo che si sta provando. Questo, se consideriamo il “caso studio” crollo dell’ecosistema Terra Luna, avrebbe potuto voler dire allocare al progetto una percentuale del portafoglio crypto molto limitata accompagnata da un ribilanciamento costante in modo da ridurre progressivamente l’esposizione.

Come ci si può proteggere dal crollo delle crypto?

La prima risposta a questa domanda può essere estrapolata dal paragrafo precedente. Perché la realtà è, almeno in questo caso, molto semplice: chi non ha una strategia si troverà sempre a fare i conti con la paura o la rabbia durante un crollo delle criptovalute. Tuttavia, ci sono alcuni passaggi preliminari che possono aiutare chi è alle prime armi a prescindere dalla tipologia di piano che sta seguendo:

  • Svolgere un’analisi dei fondamentali: con questo termine ci si riferisce alla tecnologia che sostiene il token o la crypto in cui si vorrebbe investire. Prima di aggiungere un nuovo asset al nostro portafoglio è importante conoscerlo, comprendere se ha un’utilità, quali benefici garantisce a chi lo detiene e gli obiettivi di medio e lungo termine di chi lo emette. Conoscere tutto delle criptovalute che possediamo ci può aiutare ad affrontare con tranquillità e ottimismo i crolli di mercato. Insomma, nel lungo termine sono i fondamentali a fare la differenza e l’approccio cambia a seconda della solidità del progetto che si prende in considerazione. La strategia che seguirà l’acquisto di Polygon (POL), un progetto con tantissimi sviluppatori nel mondo che ha raccolto quasi 500 milioni di dollari, sarà diversa da quella da adottare nel caso in cui si compra una meme coin.

Scopri Polygon

  • Conoscere le basi dell’analisi tecnica: non per prevedere o anticipare i movimenti di mercato, ma per comprendere il contesto di un crollo dei prezzi. Se, ad esempio, la crypto in esame proviene da un periodo estremamente positivo, il ribasso dei prezzi potrebbe essere fisiologico. Oppure, se tale movimento è stato repentino e, almeno in parte, riassorbito, potrebbe trattarsi di un flash crash che la crypto non farà fatica a recuperare.
  • Possedere un portafoglio bilanciato: la differenza tra la capitalizzazione di mercato delle crypto e quella del mercato azionario è, ad oggi, ancora abissale. Ma lo stesso discorso vale anche per il divario tra BTC e la maggior parte delle altcoin. Come si evince dal grafico della dominance, il 58% del “peso” del mercato delle criptovalute è attribuibile a Bitcoin, che è la crypto su cui puntare se si vuole massimizzare la stabilità del proprio portafoglio. Al contrario, andrebbe al più possibile limitata l’esposizione alle meme coin o le “gemme” semisconosciute, che possono perdere gran parte del loro valore in pochissimo tempo. Inoltre può essere utile possedere un “piano b” strutturato, che implichi decisioni ben definite al verificarsi di alcune condizioni. I più esperti potrebbero servirsi dell’analisi tecnica, per pianificare una strategia d’uscita nel caso in cui una crypto scenda al di sotto di un determinato livello di prezzo (stop loss).

Questi sono solo tre metodi per proteggersi, almeno in parte, dal possibile crollo delle criptovalute. Tuttavia, non è possibile identificare strategie evergreen che funzionino a prescindere, ma vanno sempre adattate alla propensione al rischio di ogni individuo. In ogni caso, se intendi conoscere le cinque più popolari del 2024, puoi leggere questo articolo!

Young Platform: iniezione di capitale “on top” di altri 2,65 milioni da Azimut

Iniezione di capitale di 2,65 milioni da Azimut

L’iniezione di capitale “on top” di altri 2,65 milioni da parte di Azimut e la nomina del nuovo presidente Nicolas Bertrand, dirigente senior di Borsa Italiana e London Stock Exchange

Milano, 16 settembre 2024 – il gruppo Azimut, uno dei principali operatori indipendenti nel risparmio gestito in Europa con oltre 95 miliardi di euro in gestione, ha rinnovato la fiducia in Young Platform, attraverso una nuova iniezione di capitale. Questa si aggiunge all’investimento di 11 milioni di euro effettuato nel giugno 2022, quando Azimut guidò un round di finanziamento da 16 milioni di euro.

Young Platform, la scale up fintech italiana nata per semplificare l’accesso al mondo delle criptovalute è leader nel nostro paese grazie all’ampio ventaglio di servizi crypto offerti e alla dimensione della community, che conta più di 2 milioni di iscritti. Oggi, dopo la rinnovata fiducia da parte di Azimut, già tra i suoi più grandi investitori, è pronta ad affrontare nuove sfide e sviluppare nuovi prodotti e servizi innovativi.

Ma le novità non finiscono qui. Nicholas Bertrand ex responsabile dei titoli azionari e derivati di London Stock Exchange Group (LSEG) e dirigente senior in Borsa Italiana è il nuovo presidente delle società. Questo cambio di leadership non è l’unica novità sul fronte dirigenziale: Alexandru Stefan Gheban uno dei sei fondatori nonché CFO, diventa Amministratore delegato con, al suo fianco, Andrea Ferrero, co-CEO della società.

“Dal 2018 a oggi ogni fase di finanziamento ha progressivamente rafforzato le capacità operative e la presenza di mercato di Young Platform, spianando la strada per continue innovazioni ed espansioni” – ha ricordato Andrea Ferrero. Con questa nuova operazione finanziaria siamo lieti di ottenere rinnovata fiducia da parte di un partner importante come Azimut, in vista del rilascio di nuovi prodotti e di servizi che porteranno Young Platform a costruire la prima piattaforma bancaria 3.0. La nostra piattaforma sarà senza confini e fonderà perfettamente elementi di finanza tradizionale (TradFi) con le funzionalità innovative della finanza decentralizzata (DeFi), contribuendo a rendere l’attività bancaria globale più veloce, economica e semplice”

In relazione a ciò come non citare l’impegno che Young Platform ha orientato al fine di operare in modo coerente con la compliance normativa, una caratteristica fondante della società. La sua piattaforma è registrata presso l’OAM (Organismo Agenti e mediatori creditizi) e ha ricevuto l’autorizzazione dall’organo regolatore finanziario francese, l’AMF (Autorité des marchés financiers). Inoltre, possiede un dipartimento di Antiriciclaggio interno e si sta adattando in modo tempestivo alle regolamentazioni stabilite dal regolamento dell’Unione Europea Market in Crypto-Asset (MiCA) che entreranno in vigore in modo graduale nei prossimi mesi.

“L’investimento in Young Platform è pienamente in linea con le nostre attività di Venture Capital volte a selezionare i migliori progetti innovativi in trend emergenti. Il panorama delle criptovalute è in continua evoluzione e nonostante non sia ancora accessibile direttamente da tutti gli investitori, è comunque essenziale affrontarlo con competenze, spirito critico e serietà. Queste qualità contraddistinguono l’exchange di Young Platform e siamo certi che il team, unendo tecnologia e visione, saprà sviluppare nuovi prodotti e servizi innovativi che potranno influenzare positivamente l’industria finanziaria.” Ha commentato Giorgio Medda, Amministratore Delegato di Azimut Holding.