Quali sono i paesi più poveri del mondo? La classifica per PIL pro-capite e tutti i dettagli
Per comprendere quali siano i paesi più poveri del mondo, si utilizzano diversi parametri, uno dei più utilizzati è il PIL (Prodotto Interno Lordo) pro capite. Questo dato misura la quantità di valore monetario generata in un anno in una specifica area.
Un basso PIL pro capite indica la presenza di un basso livello di produttività economica e, spesso, coincide con condizioni di vita difficili per la popolazione. Molti dei paesi con il PIL pro capite più basso sono caratterizzati da economie fragili, un tasso di disoccupazione elevato e infrastrutture inadeguate. Inoltre, il panorama politico e sociale di questi stati è fortemente condizionato da conflitti interni e forte instabilità.
Tuttavia, il PIL pro capite non riesce a stimare al 100% il livello di ricchezza media dei cittadini di un paese, soprattutto perché non tiene conto delle differenze nel costo della vita. Questi fattori, uniti a sfide come lo scarso livello di istruzione, le malattie endemiche e l’accesso limitato ai servizi sanitari, rendono pressoché impossibile lo sviluppo economico e al limite del disumano le condizioni di vita. Scopri quali sono i paesi più poveri del mondo nel 2024 e i principali problemi che li affliggono.
La classifica dei paesi più poveri del mondo
Per stimare quali sono i paesi più poveri del mondo di solito ci si basa sui dati forniti dal Fondo Monetario Internazionale (FMI).
Nella maggior parte degli stati che trovi in questo articolo è molto difficile accedere ai servizi finanziari, anche a quelli standard come l’apertura di un conto bancario. Per questo motivo sono sempre di più i cittadini che si affidano a Bitcoin o ad altre criptovalute. Questa tecnologia coincide con un modo nuovo, e per molti l’unico, di gestire il proprio denaro e salutare per sempre lo status di unbanked. Se ti interessa questo tema e vuoi saperne di più puoi scaricare la nostra app.
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- Sudan del Sud
Il Sudan del Sud, oltre ad essere il paese più povero al mondo, con un PIL pro capite di circa 450 dollari, è anche il più giovane. È nato nel 2011 e fin da quel momento è stato dilaniato da conflitti civili che gli hanno impedito di svilupparsi dal punto di vista economico e sociale. La cospicua presenza di risorse petrolifere è un chiaro esempio di “resource curse” o “maledizione delle risorse”. L’abbondanza di petrolio sul suo territorio, invece che consentire al Sudan del Sud di prosperare, alimenta la divisione politica e sociale, la corruzione e i conflitti.
- Burundi
Al contrario, il secondo paese della classifica dei più poveri al mondo è totalmente sprovvisto di risorse naturali. La guerra civile iniziata nel 1993 e conclusasi nel 2005 ha peggiorato significativamente le condizioni di vita dei suoi abitanti, la maggior parte impiegati nell’agricoltura di sussistenza. L’accesso alle risorse idriche è molto difficoltoso e meno del 5% della popolazione dispone dell’elettricità. Il reddito pro capite è di circa 900 dollari, quotidianamente eroso da un’inflazione galoppante che nel 2024 si attesta intorno al 14% e che nel 2023 ha toccato picchi del 30%.
- Repubblica Centrafricana
La Repubblica Centrafricana è un Paese ricco di risorse naturali. In questa nazione pullulano miniere di materiali estremamente preziosi, in particolare oro, petrolio, uranio e diamanti. Tuttavia, la sua popolazione è tra le più povere al mondo. Nel 2016, per la prima volta dalla sua indipendenza dalla Francia, la Repubblica Centrafricana ha eletto democraticamente un presidente: Faustin Archange Touadéra, un ex professore di matematica che si è candidato presentandosi come un pacificatore capace di colmare il divario tra le due fazioni religiose principali della nazione: musulmani e cattolici.
Nonostante le difficoltà e gli ostacoli, negli ultimi anni la crescita ha mostrato una moderata ripresa, trainata dall’industria del legname, dalla ripresa del settore agricolo e dal parziale recupero nel commercio dei diamanti.
- Repubblica Democratica del Congo
Dalla sua indipendenza dal Belgio nel 1960, la Repubblica Democratica del Congo (RDC) è stata preda di dittature che si sono susseguite in un clima di instabilità politica e violenza costante. Circa il 65% della popolazione del Paese, che conta circa 100 milioni di abitanti, vive con meno di 2,15 dollari al giorno, e il reddito pro capite medio oscilla intorno ai 1.500 dollari all’anno.
Secondo la Banca Mondiale, la RDC possiede le risorse e il potenziale per diventare uno dei Paesi più ricchi dell’Africa e un motore di crescita per l’intero continente. Attualmente è il più grande produttore mondiale di cobalto e il principale esportatore rame per quanto riguarda l’Africa, due elementi essenziali per il mercato dei veicoli elettrici.
- Mozambico
Ricca di risorse e strategicamente posizionata, questa ex colonia portoghese ha spesso registrato tassi di crescita del PIL medi superiori al 7% nell’ultimo decennio. Nonostante questo, fa ancora parte della classifica dei Paesi più poveri del mondo, a causa delle condizioni climatiche avverse e del clima di instabilità politica che da tempo regna nel paese.
A peggiorare le cose, dal 2017 la parte settentrionale del Paese, ricca di gas, è stata colpita da attacchi di gruppi insurrezionalisti islamici. Nonostante ciò, secondo il FMI, l’economia rimane in forte espansione: si prevede una crescita del 5% nel 2024 e nel 2025, con prospettive di crescita a doppia cifra nella seconda parte degli anni ‘20.
- Niger
Al sesto posto della classifica dei Paesi più poveri del mondo c’è il Niger, uno stato fortemente minacciato dalla desertificazione, dato che l’80% del suo territorio è coperto dal deserto del Sahara. La rapida crescita che sta interessando la sua popolazione fatica ad essere sostenuta dall’agricoltura su piccola scala, incrementando l’insicurezza alimentare e i tassi di malattia e mortalità. Inoltre, gli scontri ricorrenti dell’esercito con Boko Haram, affiliato dello Stato Islamico (ISIS), hanno generato morti, feriti e migliaia di sfollati.
Nel 2021, con l’elezione del nuovo presidente Mohamed Bazoum ex insegnante e ministro dell’interno, Il Niger ha registrato la prima transizione di potere democratica e sembrava pronto ad affrontare grandi cambiamenti. Tuttavia, nell’estate del 2023, Bazoum è stato catturato da alcuni membri della sua guardia presidenziale e da allora, una giunta militare governa il paese.
- Malawi
Al settimo posto della classifica dei paesi più poveri al mondo troviamo il Malawi. La sua economia è sostenuta principalmente dall’agricoltura, condizione che rende questo Stato fortemente condizionato dai fenomeni meteorologici e insicuro dal punto di vista alimentare, soprattutto nelle aree rurali.
Inoltre, il Malawi verte attualmente in gravi condizioni di crisi economica caratterizzate da carenza di carburante, un aumento dei prezzi generalizzato a tutti i prodotti alimentari e una forte svalutazione della moneta.
- Liberia
La più antica repubblica dell’Africa è stata per molti anni tra i Paesi più poveri del mondo. Le aspettative erano elevate quando l’ex stella del calcio George Weah è diventato presidente nel 2018.
Tuttavia, i suoi anni in carica sono stati segnati da alta inflazione, disoccupazione e decrescita economica, fino a quando nel 2023 è stato sconfitto dal leader dell’opposizione ed ex vicepresidente Joseph Boakai in un nuovo ciclo elettorale. Boakai potrebbe avere una situazione più favorevole rispetto a Weah: dopo una contrazione nel 2020 e 2021, il paese è tornato a crescere nel 2022. Si prevede che raggiungerà circa il 5,3% nel 2024 e rimarrà sopra il 6% negli anni a venire.
- Madagascar
Dalla sua indipendenza dalla Francia nel 1960, il Madagascar ha attraversato periodi di instabilità politica, colpi di stato violenti ed elezioni politiche controverse. Andry Rajoelina, salito al potere nel 2019, ha promesso di combattere la corruzione, ridurre la povertà e stimolare l’economia, senza però, poi, rispettarle. In Madagascar il 75% della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà; la crescita economica è lenta e l’inflazione si attesta quasi all’8%. Nonostante questo, Rajoelina è stato rieletto nel dicembre 2023.
La classifica dei paesi più poveri del mondo offre uno sguardo sulle difficili condizioni economiche che molti stati devono affrontare. Tuttavia, nonostante le avversità, questi paesi possiedono un grande potenziale per il futuro, con risorse naturali e umane che potrebbero, se adeguatamente sfruttate, migliorare notevolmente le condizioni di vita.
In questo senso Bitcoin si colloca come possibile soluzione per questi paesi emergenti, in particolare per quelli che possono accedere ad una grande quantità di energia rinnovabile. Grazie alla scalabilità energetica della sua tecnologia potremmo vedere sorgere presto mining farm in Africa. E ciò si tradurrebbe in nuovi posti di lavoro e quindi in una spinta cruciale per l’economia.
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