Il piano di The Graph per la piena decentralizzazione delle info su blockchain

The Graph: la crypto verso la completa decentralizzazione

The Graph annuncia l’abbandono dei servizi di hosting centralizzati e si prepara a decentralizzare tutte le sue operazioni

The Graph è un protocollo Web3 che viene utilizzato per l’indicizzazione dei dati delle blockchain. The Graph viene soprannominato “il Google delle blockchain” perché svolge più o meno lo stesso compito che il motore di ricerca svolge per il Web tradizionale ovvero si occupa di indicizzare i dati presenti sulla blockchain rendendo il processo di estrazione di questi ultimi più facile e veloce. In questo modo, permette alle applicazioni decentralizzate (Dapp) di trovare i dati di cui necessitano molto velocemente. Il protocollo sta ufficialmente abbandonando il suo servizio centralizzato di hosting per spostarsi interamente sulla rete decentralizzata di The Graph.

La situazione attuale di The Graph (GRT)

L’ecosistema di The Graph ruota attorno alla relazione tra gli sviluppatori dei subgraph e coloro che utilizzano i dati. I primi descrivono il modo in cui vengono organizzati i dati, i secondi sono per esempio gli sviluppatori di app, che sono disposti a pagare per interrogare i dati contenuti nei subgraph. Questi dati sono per esempio le informazioni scritte all’interno della blockchain come quelle relative alle transazioni.  Inizialmente per far sì che la rete di The Graph funzionasse è stato creato un servizio di hosting centralizzato, gestito da Edge & Node, dello stesso team che ha dato vita alla crypto GRT. Ad oggi questo servizio di hosting ospita più di 24.000 subgraph che andranno man mano trasferiti sulla main net decentralizzata. Il passaggio sulla main net decentralizzata sta avvenendo in modo graduale. Il primo subgraph è stato lanciato su questa rete nel primo trimestre del 2021, e al 30 Giugno 2022 il numero di quelli attivi era di 392. 

La completa migrazione verso la main net e le sue fasi

La migrazione di tutte le funzionalità verso la main net di The Graph dovrebbe essere completata nel primo trimestre del 2023. A quel punto il servizio di hosting centralizzato verrà completamente disabilitato e sarà possibile accedere ai dati presenti sui subgraph solamente in modo decentralizzato. Vediamo attraverso quali fasi avverrà nello specifico:

  1. Durante la prima fase, che è già iniziata all’inizio del terzo trimestre del 2022 è cessato lo sviluppo di nuovi subgraph sul servizio di hosting centralizzato. È ancora possibile aggiornare i subgraph rimasti sul servizio di hosting ma non costruirne di nuovi. Al momento ci troviamo proprio in questa fase;
  2. Nella seconda  fase, tutti gli aggiornamenti dei subgraph dovranno essere effettuati tramite Subgraph Studio, un ambiente di sviluppo isolato e sicuro creato appositamente per  testare i subgraph. Una volta testati vanno pubblicati sulla rete decentralizzata. Non sarà quindi più possibile aggiornare i subgraph presenti sul servizio di host centralizzato;
  3. Nella terza e ultima fase verranno completamente eliminati i subgraph che si trovano sul servizio di hosting centralizzato. Ciò dovrebbe avvenire entro il primo trimestre del 2023 e saranno gli ingegneri e gli sviluppatori del team ufficiale della crypto GRT ad occuparsene.

La decentralizzazione di tutta l’infrastruttura permetterà a chi utilizza il servizio offerto dall’ecosistema di The Graph di costruire dapp completamente decentralizzate

La collaborazione con Silicon Kruger e Good Work foundation

Uno degli ultimi progetti di The Graph si è sviluppato attraverso una collaborazione con Silicon Kruger, un centro di innovazione creato per facilitare l’accesso al Web3 ai paesi in via di sviluppo del continente africano. Silicon Kruger e The Graph hanno sviluppato il primo indicizzatore per dapp africane chiamato Index Africa. L’indicizzatore aggrega i dati delle applicazioni decentralizzate e trattiene una parte delle ricompense generate dal proprio nodo, le quali vengono poi destinate ad un programma di finanziamento per gli studenti dell’Africa rurale. Tutto ciò è possibile grazie al partner no-profit di Index Africa, la Good Work Foundation, un’organizzazione sudafricana che dal 2005 si occupa di fornire l’accesso all’istruzione a giovani studenti africani.

Gli sviluppatori riusciranno a concludere la migrazione nel tempo prestabilito? E la rete di The Graph e la sua crypto GRT attrarranno le applicazioni che aspirano ad essere completamente decentralizzate? Seguici per non perderti i prossimi aggiornamenti!

Imperium Empires, il nuovo crypto game su Avalanche

Imperium Empires: nuovo crypto game su Avalanche

Imperium Empires è un nuovo crypto game play-to-earn sviluppato sulla blockchain di Avalanche. Scopri come entrare in questo metaverso!

Se ti interessa il mondo del play-to-earn non puoi perderti il nuovo crypto game in arrivo sull’ecosistema di Avalanche. Avalanche è una delle blockchain in cui i giochi play-to-earn si stanno affermando maggiormente, dopo Crabada, Ascenders e Ragnarock arriva Imperium Empires. Vuoi entrare nel Metaverso di Imperium Empires? Scopri come farlo!

Entra nel metaverso spaziale di Imperium Empires!

Imperium Empires è un gioco play-to-earn MMO di strategia in tempo reale (RTS), sviluppato sulla blockchain di Avalanche. Il videogioco è ambientato in un vasto Metaverso cosmico, popolato da flotte di astronavi futuristiche (sotto forma di NFT) con le quali i giocatori conquisteranno territori e costruiranno il proprio impero. I sistemi di gilde e la governance sono fondamentali per dominare le meccaniche di gioco principali ed entrare realmente nel Metaverso, Imperium Empires infatti incoraggia gli utenti a fare squadra tra loro e a condividere così le ricompense. Questa modalità di interazione è stata denominata dal team di Imperium Empires team-to-earn, ovvero “fai squadra per guadagnare”, una reinterpretazione del play-to-earn.

All’interno del crypto game Imperium Empires convivono varie combinazioni di gioco, sarà possibile giocare in single player, secondo modalità PvE (player vs environment), nelle quali il giocatore si cimenterà nell’estrazione di minerali dagli asteroidi e nell’esplorazione del Metaverso. Ma ci sarà spazio anche per le dinamiche di gioco PVP (player vs player),in cui ciascun giocatore potrà diventare comandante nelle avvincenti battaglie tra gilde e guadagnare grandi bottini a discapito degli altri giocatori.

Gli NFT e la tokenomics di Imperium Empires

La vendita delle navicelle NFT, indispensabili per entrare nel metaverso di Imperium Empires, sono iniziate a Febbraio 2022 ed è stato possibile acquistarle solamente con il token IME, che è anche il token di governance del crypto game. Durante le due tranche di vendita, è stato possibile acquistare quattro tipi diversi di navicelle: Galaxy Scootie, Strekzans, Augear ed Aurostar. Ognuna delle quattro navicelle possiede caratteristiche differenti, anche il prezzo e la quantità di navi a disposizione era variabile  a seconda della categoria. Le caratteristiche principali delle navi spaziali sono quattro: punti vita (health), velocità, velocità di rotazione e capacità di carico. Oltre ad avere punteggi diversi per queste quattro caratteristiche, gli NFT di Imperium Empires sono classificati per diversi gradi di rarità. La rarità è connessa al numero di NFT disponibili, per esempio, le navicelle Galaxy Scootie, che sono comuni, sono 15.000, mentre le Aurostar che hanno un grado di rarità suprema sono solamente 150. Ma come si comprano gli NFT di Imperium Empires?  Appena conclusa la prima fase di vendita, è stato possibile per gli utenti vendere e comprare gli NFT sul mercato secondario, utilizzando il token IME. Per evitare uno dei problemi principali di questa tipologia di giochi, ovvero la perdita di valore degli NFT man mano che ne vengono emessi dei nuovi, le navicelle potranno venire distrutte durante le battaglie contro altri giocatori. 

Ma come funziona il play-to-earn in Imperium Empires? La tokenomics prevede due token all’interno di Imperium Empires. Il token IME, che è destinato a gestire i meccanismi di governance e  per acquistare gli  NFT utili per giocare. IME può anche essere venduto sui principali DEX di Avalanche, per esempio Trader Joe o Pangolin. Per ottenere il token IME in Imperium Empires è necessario saccheggiare le altre navi o vincere i tornei stagionali. Il secondo token si chiama IMC e, a differenza di IME, non ha valore al di fuori del Metaverso. IMC può essere utilizzato per riparare le astronavi o per costruire una gilda, puoi ricevere questo token vendendo i minerali estratti dagli asteroidi.

Quando uscirà Imperium Empires?

Sarà possibile provare il nuovo crypto game in arrivo su Avalanche a breve! Il lancio della versione Alpha, Multiplayer, in cui cimentarsi nelle battaglie tra gilde contro altri giocatori è infatti fissato proprio per il mese di Agosto 2022.

Ad oggi è solamente disponibile l’espansione Apollo, una versione web del gioco che ha avuto l’obiettivo di verificare se l’economia del gioco fosse sostenibile. I giocatori hanno potuto iniziare ad ottenere ricompense grazie alle loro astronavi NFT utilizzando le proprie flotte di navicelle spaziali per estrarre minerali, eseguire degli appostamenti e scambiare le risorse estratte nel Metaverso. 

La versione Alpha non sarà quella definitiva, ma ci si avvicinerà molto. La data d’uscita di Imperium Empires in versione completa non è stata ancora comunicata ma si parla dell’ultimo trimestre del 2022. In concomitanza con l’uscita del gioco definitivo sarà possibile partecipare ai tanto attesi tornei classificati. In questi tornei, i giocatori potranno sfidarsi per vincere ricompense con il token IME. È quasi il momento però di abbandonare il banco di prova! Siamo impazienti e curiosi di poter sfrecciare tra le galassie del Metaverso di Imperium Empires!

Calcio crypto: Barça e Socios, allo stadio con BTC e calciomercato NFT

Calcio e crypto: Barcellona e Socios, Crawley Town, Oxford City

Calciomercato con gli NFT, Barça e Socios, biglietti acquistabili in BTC. Calcio e criptovalute sono sempre più affiatati!

Il mondo del calcio è uno dei settori in cui le tecnologie Web3 si stanno affermando maggiormente. Uno dei principali motivi è sicuramente legato al forte seguito, e di conseguenza alla grande visibilità, che le aziende blockchain possono raggiungere tramite iniziative e collaborazioni a tema sportivo. Fan token, sponsorizzazioni, il fantacalcio NFT di Sorare, insomma, al Web3 il calcio interessa! Ma questa attrazione è reciproca? Vediamolo nell’articolo!

Calciomercato NFT: la vicenda del Crawley Town F.C. e WAGMI United

Ti piacerebbe poter scegliere gli obiettivi di mercato della tua squadra del cuore? Per i tifosi del Crawley Town è stato possibile! Il 15 Giugno 2022 i supporters della squadra, che milita nella quarta serie inglese, hanno potuto votare un nuovo giocatore da acquistare e inserire nella rosa. La votazione è avvenuta sul canale Discord di WAGMI United ed è stata riservata a tutti i proprietari di NFT del brand. Il giocatore che è stato scelto è Jayden Davis un centrocampista ventenne che si è unito alla squadra con la formula del trasferimento gratuito.

Ma che cos’è la WAGMI United? Il termine WAGMI sta per “We’re all gonna make it”, in italiano: “c’è la faremo tutti” ed è un motto molto famoso nel mondo crypto. WAGMI United è un brand Web3 americano che ha l’obiettivo di rivoluzionare il modo in cui i fan interagiscono con la propria squadra del cuore. L’azienda ha acquistato ad Aprile 2022 la piccola squadra inglese ad un prezzo di 20 milioni di dollari, tra gli investitori più illustri troviamo Gary Vaynerchuk e il presidente della squadra NBA Philadelphia 76, Darly Moery. WAGMI United si fa chiamare “la squadra di internet” e mira a costruire una nuova tipologia di tifo che valichi i confini geografici. Tra i partner del gruppo troviamo niente meno che Adidas, che si è occupata di disegnare e produrre le magliette del club. Lo slogan del famoso brand: “Impossible is nothing” sembra essere condiviso dalla giovane azienda, l’obiettivo finale è infatti più che ambizioso. Portare il Crawley Town in Premier League!

Il Barcellona vende a Socios il 24.5% degli studios 

Il Barcellona vuole entrare nel Web3 e conquistare sempre più fan in giro per il mondo. Il club spagnolo ha annunciato, Lunedì 1 Agosto 2022, la vendita del 24,5% delle quote di Barça Studios a Socios.com per 100 milioni di dollari. Barça studios è il settore del club calcistico che si occupa di creare contenuti multimediali destinati ai supporter. Sarà quindi Socios d’ora in poi ad occuparsi dello sviluppo del brand per quanto riguarda le iniziative Web3, grazie al sostegno della blockchain Chillz. La partnership tra i due brand però non è una vera e propria novità. La collaborazione infatti era già cominciata nel Febbraio del 2020 per il lancio del fan token $BAR su Socios.com. Da allora, sono stati venduti BAR per un valore superiore a 39 milioni di dollari. Su cosa verteranno i progetti Web3 dell’FC Barcellona e di Socios? Ci saranno ovviamente NFT e magari anche un Metaverso. Socios e Chillz si stanno affermando come una delle realtà più interessanti nel panorama “calcio e criptovalute”, anche attraverso brand ambassador illustri come Del Piero e Lionel Messi.

Acquista i biglietti delle partite in BTC attraverso Lightning Network

L’Oxford City Football Club  squadra militante nella sesta divisione inglese, ha recentemente stretto una partnership con CoinCorner, un’azienda specializzata in pagamenti in Bitcoin che utilizza la rete Lightning. Il Lightning Network è una rete di nodi decentralizzata che permette di inviare un altissimo numero di transazioni istantaneamente. Questa rete che è parallela alla blockchain di Bitcoin,  esegue alcune transazioni sulla blockchain e altre off-chain ed è nata per risolvere i problemi di scalabilità del network. Se vuoi saperne di più dai uno sguardo al nostro articolo Academy! L’iniziativa dell’Oxford City non sarà dedicata solamente ai biglietti, all’interno del RAW Charging Stadium, lo stadio di proprietà del club, sarà possibile acquistare anche cibi e bevande in BTC! Bitcoin apparirà inoltre sulle magliette dei giocatori, il logo infatti sarà lo sponsor, affiancato a quello di CoinCorner. L’iniziativa, ha spiegato Justin Merritt, direttore sportivo del club Britannico, ha l’obiettivo di incrementare l’educazione e l’adozione di Bitcoin in Gran Bretagna. La diffusione delle criptovalute nel Regno Unito risulta incredibilmente aumentata nel paese: un terzo di britannici è interessato all’argomento e circa 3.3 milioni di cittadini possiedono BTC. Insomma la risposta alla domanda posta ad inizio articolo è si! Al settore calcistico, le crypto piacciono eccome!

Gli Stati Uniti sono un modello per la mass adoption?

JD Vance contro Tim Walz: il dibattito per la vicepresidenza USA

Gli Stati Uniti sono lo stato più vicino alla crypto adoption? Ecco 3 casi d’uso delle criptovalute! 

Gli Stati Uniti, secondo una ricerca di Forex Suggest, sono il secondo paese più preparato per all’adozione di massa delle criptovalute, la famosa mass adoption. Forex Suggest, che raccoglie ed elabora dati nel settore trading, ha utilizzato come parametri per stilare la classifica le installazioni di crypto ATM in proporzione al numero della popolazione e il numero di startup blockchain per 100.000 persone. La mass adoption però, non passa solo da questo. Per far sì che le criptovalute diventino davvero mainstream è necessario che siano predisposte infrastrutture di supporto, tecnologiche ma soprattutto normative.

A questo proposito, è stato approvato in questi giorni un decreto legislativo, che permetterà ai candidati politici californiani di accettare donazioni in criptovalute. La città di Miami, il cui sindaco, Francis Suarez, non ha mai nascosto la sua passione per i Bitcoin, continua con le sue iniziative pro Web3. A Dicembre 2022 sarà presentata la collezione NFT in collaborazione con Mastercard, TIME e Salesforce. Gli USA sono un modello per la mass adoption? Vediamo 3 casi d’uso delle criptovalute negli Stati Uniti!

Il paese con più ATM al mondo

Tralasciando lo stato di Hong Kong, che per la  sua limitatissima estensione geografica e la sua particolare natura politica può essere considerato un caso limite dello studio, gli USA sono lo stato più crypto friendly, orientato all’adozione mainstream. Nel paese, infatti, sono presenti circa 10 bancomat crypto ogni 100.000 abitanti, uno ogni 271 km. L’88% degli ATM crypto esistenti si trova sul territorio americano. Per quanto riguarda invece il numero di startup, lo score USA si attesta attorno a 0.6 per ogni 100mila abitanti. 

California: sì alle donazioni in criptovalute per le campagne elettorali 

È del 21 Luglio 2022 la notizia secondo la quale lo Stato della California consentirà ai candidati alle cariche politiche statali e locali di ricevere donazioni in criptovalute. Viene quindi abrogata definitivamente la precedente normativa, che vietava ai promotori politici il diritto di raccogliere o ricevere fondi via blockchain. La legge era stata promossa durante il bear market del 2018, più precisamente a Novembre. Coloro che riceveranno le donazioni però, saranno obbligati a convertire immediatamente l’ammontare di crypto ricevute in valuta fiat. La normativa stabilisce inoltre che il candidato politico è obbligato a collaborare con un exchange registrato per gestire la transazione. L’exchange deve aver confermato l’identità del donatore attraverso le pratiche del KYC (Know Your Customer) con la verifica  del nome, dell’indirizzo, dell’occupazione e del datore di lavoro.

Ad alcuni potrebbe far storcere il naso l’obbligo di conversione istantanea in moneta fiat. Se tuttavia consideriamo che solo 4 anni fa, la California si era dimostrato fortemente contraria alla pratica tanto da renderla illegale, è sicuramente un passo in avanti. I finanziamenti politici con le criptovalute sono uno dei casi d’uso più interessanti negli Stati Uniti.

Miami con Mastercard, TIME e Salesforce per una collezione di NFT

Anche per quanto riguarda le iniziative cittadine, gli Stati Uniti si dimostrano il paese più virtuoso se si parla di  mass adoption. La città di Miami ha da poco annunciato un’iniziativa Web3 per vivere la città a 360° con il supporto di tre importanti brand: Mastercard, TIME e Salesforce. Nel concreto si tratta di creare 5mila NFT disegnati da 56 artisti locali. Il numero 56 non è stato scelto a caso, ma sta a rappresentare la grandezza in miglia quadrate della città.

Gli holder di questi NFT avranno accesso al Mastercard Priceless Miami program che prevede esperienze artistiche ed eventi esclusivi in città come – cene gourmet, visite private in musei, soggiorni in lussuosi resort o spa e tanti altri. Il processo di minting (creazione degli NFT) e il mercato secondario sarà completamente gestito da Salesforce – azienda produttrice di software, servizi di automazione e analisi del marketing digitale fondata nel 2000. Il terzo protagonista di questa collaborazione è il colosso editoriale TIME, il marchio orbita attorno al mondo Web3 da Marzo 2021, da allora, grazie alla propria comunità NFT chiamata TIMEPieces, è un attore importante nel settore. Forse qualcuno si ricorda l’iconica copertina raffigurante Vitalik Buterin, il fondatore di Ethereum. La città della Florida aveva già lanciato, ad agosto 2021, Miami Coin un token destinato a finanziare in modo sostenibile progetti a sostegno delle comunità cittadine più in difficoltà.

Grazie a queste iniziative intraprese sia a livello statale che locale, gli USA sembrano davvero voler diventare un modello per la mass adoption, l’adozione delle criptovalute oltreoceano è più vicina di quanto pensiamo? Questi 3 casi d’uso delle criptovalute negli Stati Uniti sembrano confermare che è proprio così.

Solana e l’attacco hacker: che cos’è successo?

Solana: attacco hacker, cos’è successo?

Cos’è successo a Solana durante l’attacco hacker? Le possibili cause e la solidarietà dei progetti crypto 

Nella tarda serata di Martedì 3 Agosto 2022 alcuni wallet del network di Solana sono stati hackerati. L’attacco è durato parecchie ore e il suo obiettivo principale è stato l’hot wallet più popolare dell’ecosistema Solana: il Phantom wallet, attraverso il quale gli hacker si sarebbero impossessati delle chiavi private di alcuni utenti. In un secondo momento è stato comunicato che l’hack potrebbe essere partito da Slope, un altro wallet di Solana. Anche se questo attacco è stato un duro colpo per il network, la blockchain stessa non ha subito danni e continua a funzionare. Tantissimi ingegneri e sviluppatori, anche di altri progetti blockchain, stanno collaborando per capire che cos’è successo a Solana durante l’attacco hacker e quale sia stata la reale causa dell’attacco.

L’attacco hacker ha compromesso la blockchain di Solana?

Piccolo spoiler: no. L’attacco hacker ha preso di mira i browser wallet di Solana, e in particolare quelli inattivi da più di sei mesi. Tra questi ci sono Phantom, Slope, Solfare e TrustWallet. L’attacco sembrerebbe essere legato alla vulnerabilità degli online wallet e quindi alla compromissione delle chiavi private degli utenti. Le transazioni infatti, se guardiamo il blockchain explorer di Solana, Solscan.io, appaiono firmate dai “reali” proprietari.

Agli utenti non sono stati sottratti solamente i token SOL, ma anche altre criptovalute e token. In particolare la stablecoin USDC, la cui somma rubata sembra essere superiore a quella di SOL. La buona notizia? I fondi custoditi sui cold wallet e sugli exchange come Young Platform, non sono stati raggiunti dall’attacco. Insomma l’hack non ha compromesso la blockchain di Solana bensì svariati wallet. 

Come ripararsi da eventuali attacchi: differenza tra cold e hot wallet

Il tema della sicurezza, soprattutto quando si interagisce con protocolli DeFi come in questo caso è centrale. Da utenti è fondamentale conoscere tutte le opzioni di wallet disponibili e le loro specificità. Ogni tipologia di wallet infatti ha sia punti forti che deboli. Ad esempio, i wallet self-custodial sono i wallet in cui le chiavi private sono gestite totalmente dagli utenti.  I wallet self-custodial possono essere hot wallet o cold wallet. Un hot wallet è pronto per l’utilizzo su qualsiasi Dapp in quanto sempre connesso ad internet. La comodità di avere un wallet sempre attivo è compensata da un grado di sicurezza inferiore rispetto ad altre tipologie di wallet. Gli hot wallet sono o estensioni di browser o applicazioni desktop e smartphone e, se non sono tenuti offline, sono vulnerabili a virus o attacchi. Alcuni esempi di questa tipologia di portafogli sono: Metamask, Trust Wallet o anche gli obiettivi dell’attacco hacker questa notte.

L’altra tipologia di self-custodial wallet invece è più simile ad una cassaforte, i cold wallet infatti, se da un lato risultano un po’ più macchinosi da usare, sono più sicuri. I cold wallet vengono connessi ad internet soltanto nel momento in cui il possessore vuole utilizzarne il contenuto. Una volta che la transazione è stata inviata, il wallet viene disconnesso sia dalla rete sia da altri dispositivi e quindi è di nuovo al sicuro da potenziali attacchi online. Se vuoi approfondire pro e contro di tutti i wallet in circolazione consulta l’articolo Young Academy dedicato.

Le dichiarazioni delle Dapp più famose di Solana

Le Dapp più famose di Solana si sono subito espresse riguardo all’attacco hacker di questa notte. Magic Eden, il principale marketplace di NFT, che proprio ieri aveva annunciato di voler diventare cross-chain, iniziando ad accettare offerte anche in Ethereum per le collezioni NFT, mentre l’hack era in corso ha ribadito la procedura da seguire per evitare di perdere i propri averi. 

In sintesi, il marketplace NFT ha consigliato di creare un nuovo Solana wallet e trasferire prima gli NFT e successivamente le crypto in esso contenute, qualora non si disponesse nell’immediato di un cold wallet.

In quelle ore, il team di Phantom ha comunicato alla community di essere al lavoro a stretto contatto con il team di Solana e di altri protocolli. L’obiettivo? Capire cosa è successo e perché i wallet di Solana sono stati hackerati. La blockchain company ha inoltre dichiarato di non credere che si tratti di un problema di Phantom nello specifico. Successivamente su Twitter il wallet ha dichiarato: “Phantom ha ragione di credere che gli exploit segnalati siano dovuti a complicazioni legate all’importazione di account da e verso Slope. Stiamo ancora lavorando attivamente per identificare se vi siano state altre vulnerabilità che hanno contribuito a questo incidente”.

Anche Emin Gün Sirer, CEO e fondatore di Avalabs si è espresso riguardo all’attacco hacker ai wallet Solana. Nel thread pubblicato sul suo profilo Twitter ha fornito alla sua community qualche chiave di lettura per cercare di comprendere e spiegare quanto è accaduto, rassicurando chi deteneva i fondi sugli exchange centralizzati e sui cold wallet. Si è infine espresso in modo solidale verso chi è stato colpito dall’hack.


Attendiamo nuovi sviluppi e informazioni riguardanti l’attacco hacker ai wallet di Solana, consulta il nostro blog per non perderti aggiornamenti sulla questione.

Il metaverso di Facebook non ha futuro. L’opinione di Vitalik Buterin

Vitalik Buterin: il Metaverso Meta di Facebook non ha futuro

Secondo Buterin, il Metaverso sta per arrivare ma non come lo intende Meta. Perché il fondatore di Ethereum è scettico? 

Vitalik Buterin non le manda a dire! Il fondatore di Ethereum ha dichiarato, su Twitter, il 31 Luglio 2022, che non crede in nessuno dei tentativi, intrapresi da aziende già affermate, di costruire un Metaverso. Buterin si è espresso, rispondendo ad un tweet di Dean Eigenmann, un giovane sviluppatore di smart contract su blockchain. La dichiarazione riguardava il concetto di Metaverso. Eigenmann ha infatti dichiarato di sostenere l’idea astratta di Metaverso, ma di essere convinto che la transizione delle persone nel “mondo virtuale” non avverà, secondo lui, attraverso le modalità in cui le aziende tradizionali la stanno promuovendo. 

Vitalik Buterin d’accordo con le affermazioni del developer, ha aggiunto che le aziende tech già affermate che ora stanno cercando di creare il proprio metaverso, come per esempio Facebook con Meta, non andranno da nessuna parte! Il Metaverso, viene generalmente descritto ed immaginato come un mondo online 3D incentrato sulla condivisione sociale, che potrà affermarsi grazie all’utilizzo di tecnologie innovative come la realtà virtuale e la realtà aumentata. Ma secondo Vitalik è ad oggi impossibile immaginare i casi d’uso e prevedere i problemi che i metaversi dovranno risolvere. Parafrasando la tesi di Buterin, ogni tentativo di costruire un Metaverso oggi è un passo nel buio e pura sperimentazione, e come accade con le novità, il rischio di fallimento è alto. 

Le iniziative di Meta e il tema della decentralizzazione

Meta, che sta attraversando uno dei momenti più difficili dalla sua nascita registrando, per la prima volta nella sua storia, un calo degli utili del 36% nell’ultimo anno, sta comunque continuando a sviluppare nuovi software, con l’obiettivo di garantire agli utenti un’esperienza completamente immersiva. Meta Horizon World per esempio, è il primo embrione del metaverso di Facebook. Al momento si presenta come un videogioco/social network in realtà virtuale nel quale gli utenti possono creare i loro mondi personalizzati. L’ex Facebook sta anche lavorando ad un nuovo prodotto fisico che faciliterà l’interazione con il Metaverso: i Meta smart glasses. Con questi occhiali “intelligenti” che dovrebbero uscire entro il 2024, sarà possibile registrare video e interagire con il mondo virtuale attraverso le tecnologie della realtà virtuale e aumentata. Le critiche mosse da Vitalik però vertono sul tema della centralizzazione. Secondo il fondatore di Ethereum infatti è proprio la natura stessa di aziende come Facebook e Microsoft a stridere se messa in relazione con il concetto di Metaverso. La forte centralizzazione di queste compagnie non si sposa per nulla con le idee di fondo di questi mondi virtuali, e più in generale del Web3, quali la proprietà digitale e la totale decentralizzazione dei protocolli. Per Vitalik Buterin il metaverso di Facebook non ha futuro proprio perché non sarà su blockchain. 

Una alleanza per il Metaverso decentralizzato: nasce l’OMA3

Per riflettere sul tema della decentralizzazione del Metaverso, è nata l’Open Metaverse Alliance, un’organizzazione decentralizzata composta dai maggiori player del settore. L’OMA3 è una DAO che opera come un consorzio. La DAO è guidata da principi di inclusività, trasparenza e decentralizzazione e si basa sull’importante concetto dell’interoperabilità in tempo reale. Per interoperabilità si intende la possibilità di interagire con più protocolli contemporaneamente e agevolmente in un sistema in cui la proprietà digitale è universalmente riconosciuta. Mettiamo caso di detenere, per esempio, un avatar su The Sandbox; in un sistema in cui è garantita l’interoperabilità risulteremo proprietari  di quell’avatar in qualsiasi Metaverso ci troviamo. 


Tra i membri dell’organizzazione troviamo realtà ormai affermate nel mondo Web3 come: The Sandbox, Animoca Brands, Alien World e Decentraland. OMA3 è quindi un organo che verifica e promuove la decentralizzazione dei metaversi, con il fine di creare un universo Web3 unificato, in cui la proprietà di asset digitali (come per esempio gli NFT) sia universalmente riconosciuta e controllata dagli utenti. All’opposto di questa visione si pone Meta, il metaverso di Facebook, con il suo accentramento di risorse, dati e piattaforme. Il lavoro orientato alla decentralizzazione dell’OMA3, potrebbe evitare il fallimento del concetto di “metaverso”, così come prospettato da Vitalik Buterin. Il futuro del Metaverso si giocherà su una caratteristica: blockchain sì o no?

I CryptoPunks diventano gioielli di Tiffany

CryptoPunks: gli NFT diventano gioielli di Tiffany

Tiffany & Co. annuncia una collezione di gioielli per i CryptoPunks holder. Scopri i dettagli della lussuosa collaborazione!

La community Web3 si è scatenata, in particolare su Twitter, in seguito all’annuncio ufficiale postato il 31 Luglio proprio sul social network: il brand di gioielli di lusso Tiffany & Co. lancerà la sua prima collezione NFT, gli NFTiff. Questi token non fungibili raffigureranno dei gioielli nello stile pixelato dei CryptoPunks. Gli NFTiff, solo 250, saranno acquistabili soltanto dagli holder dei CryptoPunks. I prodotti digitali in un secondo momento diventeranno dei veri e propri ciondoli personalizzati corrispondenti alla loro versione digitale.

I CryptoPunks diventano gioielli di Tiffany 

Vediamo il design dei gioielli e i materiali con cui saranno realizzati gli NFT di Tiffany. L’obiettivo degli artigiani di Tiffany sarà quello di creare gioielli il più possibile simili alla versione in pixel. La sfida sarà riuscire a trasporre gli 87 attributi e i 159 colori, con i quali i CryptoPunks sono composti nella loro versione digitale, nella gemma o nel colore di smalto più simile possibile. Secondo il sito ufficiale di Tiffany, ogni pezzo sarà composto da almeno 30 pietre preziose e diamanti. L’azienda newyorkese ha inoltre dichiarato che i possessori riceveranno un rendering del loro ciondolo entro ottobre.

Quanto costeranno gli NFT di Tiffany e dove si potrà acquistarli?

L’acquisto degli NFT di Tiffany sarà possibile esclusivamente tramite il sito ufficiale, ed avverrà ovviamente in crypto, più precisamente in Ether. I wallet consigliati per il pagamento sono Meta Mask o Trust Wallet. La vendita degli NFTiff inizierà il 5 Agosto 2022 alle 16 (ora italiana) e sarà possibile acquistare un massimo di 3 items per individuo.

Il “pacchetto” che comprende il costo dell’NFT, il pendente personalizzato e la spedizione di quest’ultimo costerà 30 ETH, che al valore attuale corrispondono a circa 50mila euro. I CryptoPunks insomma fanno colazione da Tiffany, ma i proprietari dell’iconica collezione NFT saranno così interessati alla gioielleria di lusso?

Luxury brand e Web3 sempre più in sintonia

Con questa mossa, Tiffany & Co. si unisce alla schiera di aziende del settore fashion luxury che cercano di affermarsi nel mondo Web3, con l’obiettivo di coinvolgere una nuova generazione di clienti. Brand come Gucci, Louis Vuitton, Balenciaga, Philipp Plein e altri si sono infatti, durante questo ultimo anno, resi disponibili ad accettare pagamenti in criptovalute. L’iniziativa di Tiffany però va oltre alla semplice accettazione delle crypto come metodo di pagamento, è invece una vera e propria collaborazione con uno dei brand più famosi e riconosciuti del settore. I CryptoPunks sono un vero e proprio simbolo della cultura del Web3!

Vi erano già state alcune avvisaglie della volontà, da parte di Tiffany, di inserirsi in questo nuovo mercato. In occasione dell’ultimo April Fool, l’azienda aveva postato sui propri social, un annuncio in cui dichiarava di essere pronta a lanciare la propria criptovaluta: La TiffCoin. 

Moltissimi utenti sono caduti nel tranello del pesce d’aprile, ma non tutto ciò che è stato annunciato dal brand è completamente inventato: la TiffCoin è stata infatti riproposta come un’edizione limitata da collezione (sotto forma di oggetto fisico) sul sito web di Tiffany & Co. Se quindi inizialmente si poteva supporre che il brand avesse architettato lo scherzo per “prendere in giro” il mondo Web3, ora abbiamo la dimostrazione del contrario. Insomma i CryptoPunks diventano gioielli di Tiffany, siamo curiosi di vedere se i celebri holder tra cui Jay Z, Steve Aoki, Serena Williams riusciranno ad aggiudicarseli!

Quanto inquinano le crypto? La risposta di Stellar

Stellar Foundation: quanto inquinano le crypto?

Quanto inquinano davvero le crypto? Grazie a Stellar e Pwc sarà finalmente possibile quantificare l’impatto ambientale delle blockchain

Quanto inquinano le criptovalute? O meglio, quanto inquinano le blockchain? È ormai da qualche tempo che continua il dibattito in merito a questa spinosa questione. Il picco mediatico sul problema è stato sicuramente toccato a Maggio 2021, più precisamente il 13, quando Elon Musk in uno dei suoi frequenti exploit twittava che Tesla non avrebbe più accettato Bitcoin a causa del forte impatto ambientale del mining.

A parte le dichiarazioni sensazionalistiche del tycoon, l’inquinamento generato dalle blockchain, in particolare quelle che possiedono ancora meccanismi di consenso di tipo Proof-of-Work, è un tema caldo nel settore. Ethereum per esempio, attraverso l’imminente aggiornamento The Merge, è in procinto di passare ad un altro meccanismo, utilizzato dalla maggior parte delle blockchain, il Proof-of-Stake. Questo meccanismo di consenso infatti, non necessita della grande quantità di potenza di calcolo, generata da mining rig composti da hardware molto potenti ed energeticamente dispendiosi, ma si basa sullo staking di criptovalute. Così come Ethereum, altre blockchain si stanno impegnando al fine di risolvere definitivamente questo problema. Stellar e PwC (PricewaterhouseCoopers, una multinazionale che fornisce servizi di consulenza di direzione e strategica, revisione di bilancio e consulenza legale) hanno avviato la loro collaborazione in questo senso. L’obiettivo? Sviluppare un quadro di riferimento per valutare il consumo di elettricità e le emissioni dei protocolli blockchain.

Le performance di Stellar

La SDF (Stellar Development Foundation) e PwC US hanno analizzato i dati relativi all’utilizzo di energia elettrica, alle emissioni di gas serra e ai rifiuti elettronici ed organici. Oltre all’impatto ambientale, il quadro ha valutato anche le differenti performance dei diversi meccanismi di consenso. Dalla ricerca è emerso che i consumi del network di Stellar sono bassi rispetto alla media. Grazie allo Stellar Consensus Protocol (SCP), un meccanismo di consenso a basso consumo di energia elettrica basato sull’algoritmo proof-of-agreement, la rete Stellar utilizza attualmente una quantità stimata di 481.324 chilowattora (kWh) di energia elettrica all’anno. Ciò si traduce in circa 173.243 chilogrammi (kg) di emissioni di CO₂ annue, che equivalgono alle emissioni medie di CO₂ prodotte dall’uso di elettricità di 33,7 case statunitensi in un anno. Nonostante il già basso consumo di energia della blockchain Stellar, la SDF si è impegnata a compensare le emissioni di anidride carbonica generate dal 2015, l’anno della sua fondazione.

L’iniziativa di Task.io e Biochar Life: come si produce e utilizza il biochar?

Un’altra iniziativa di Stellar, volta a ridurre l’impatto ambientale non solo per quanto riguarda la tecnologia blockchain, è Task.io. Si tratta di un progetto mobile-first costruito sulla blockchain Stellar che aiuta le organizzazioni sociali a raccogliere dati, fornire incentivi e redigere report relativi all’impatto ambientale. Tra i vari partner, Task collabora con l’impact venture Biochar Life per educare e coinvolgere i piccoli agricoltori dei Paesi in via di sviluppo su come produrre e utilizzare il biochar. Il biochar, o carbone vegetale, è una sostanza ottenuta dalla combustione di rifiuti agricoli organici (chiamati anche biomassa) in un processo in cui viene utilizzato pochissimo ossigeno. Allo stesso tempo, quando i materiali bruciano, rilasciano una quantità ridotta di anidride carbonica. Il biochar viene utilizzato come fertilizzante, compost e mangime per animali!

Il ruolo di Stellar: Immutabilità dei dati e il token STS

Come viene utilizzata la blockchain in questo processo? I dati raccolti da Task.io comprendono principalmente queste variabili: come è stato prodotto il biochar, quanto biochar è stato prodotto e come è stato utilizzato. Una volta inviati, i dati vengono verificati dal team di Biochar Life e inseriti all’interno della blockchain Stellar per garantire che siano immutabili e disponibili al pubblico.

Per ogni tonnellata di carbonio utilizzata nel processo di produzione del carbone vegetale, viene emesso su Stellar un token Stop the Smoke (STS), venduto in un secondo momento a coloro che vogliono compensare la propria impronta di carbonio. Una parte dei fondi viene poi restituita agli agricoltori per incentivare la creazione di ulteriore biochar. Ad oggi sono stati coniati 34 token STS, il che significa che 34 tonnellate di carbonio sono state smaltite attraverso la partnership Biochar Life and Task.

Sempre più blockchain stanno intraprendendo la strada della riduzione dell’impatto ambientale: Polygon e Algorand in primis, che hanno messo in atto un piano per rendere green i loro network!

Solana, Polygon e HTC: la battaglia tra smartphone per la conquista del Web3

Qual è il migliore crypto smartphone? Solana, Polygon o HTC

Il migliore crypto smartphone? Solana, Polygon e HTC lanciano i loro cellulari e combattono per il primato nel settore Web3

Un difetto che spesso viene attribuito alle piattaforme Web3 è quello della loro scarsa usabilità. Trovare la soluzione a questa problematica, e quindi facilitare processi come la compravendita di NFT o l’interazione con giochi play-to-earn e far sì che tutto ciò avvenga in maniera sicura è una sfida che le aziende crypto sono costrette ad affrontare.

Polygon, Solana e HTC presentano una possibile soluzione e sono pronte a lanciarsi in un settore ancora inesplorato dalle blockchain company, il settore dei crypto smartphone. 

Polygon + Nothing, il Web3 nel palmo della mano

Quale sarà il migliore crypto smartphone in circolazione? Vediamo il piano della blockchain di MATIC. Polygon, annuncia la collaborazione con Nothing, start-up londinese che sta facendo parlare parecchio di sé, grazie al suo smartphone a basso impatto ambientale: Phone (1). L’azienda Nothing si è già dimostrata propensa ad interagire con l’universo Web3: in occasione del lancio del suo primo prodotto, ha creato una collezione NFT su Ethereum, i Nothing Black Dot, che verranno distribuiti tramite un airdrop fino al 26 settembre a chi ha preordinato il prodotto. Questi NFT garantiranno alcuni benefit agli holder, come l’accesso anticipato a tutti i prodotti del brand e la possibilità di partecipare ad eventi esclusivi.

Per quanto riguarda invece l’integrazione con il layer 2 di Ethereum, Polygon, il Phone (1) consentirà un accesso più agevole alle dapp, ai giochi Web3, e una maggior sicurezza per quanto riguarda i pagamenti in criptovalute. Il prodotto di Nothing si colloca in una fascia di prezzo medio, anche le specifiche tecniche sono di livello intermedio, e si trova su amazon ad un prezzo di 579€.

HTC Desire 22, la chiave per il metaverso

HTC si è sempre impegnata ad intercettare e sviluppare nuovi trend tecnologici. Attraverso il suo side-brand Vive infatti, è stata una delle prime aziende a sviluppare prodotti per la virtual reality, rilasciando nel 2015 un visore dotato di caratteristiche rivoluzionarie.

Con il nuovo smartphone HTC Desire 22, continua sulla stessa linea: il device potrà interagire con applicazioni costruite sia su Ethereum che Polygon. L’obiettivo principale che il team di sviluppo si è posto non è tanto quello di offrire uno smartphone supersonico. Le specifiche tecniche infatti non sono da capogiro. HTC questa volta ha puntato a sviluppare un device più economico, che consenta una perfetta integrazione con Viverse, il metaverso di proprietà dell’azienda taiwanese e che permette ai propri clienti di detenere NFT e crypto in maniera semplice e sicura. Il prezzo di uscita dovrebbe essere di circa 380€.

Solana Saga, it’s time for crypto

Solana, durante l’NFT week di New York ha annunciato l’arrivo, ad inizio 2023, del suo nuovo prodotto mobile: lo smartphone Saga.

Oltre allo smartphone Android, la blockchain platform ha presentato il software kit Solana Mobile Stack (SMS). Il kit permetterà di sviluppare applicazioni Web3 native per Android integranti il protocollo di custodia sicura Seed Vault, che facilita la firma istantanea delle transazioni mantenendo le chiavi private separate da portafogli, applicazioni e sistema operativo. Delle tre soluzioni, quella proposta da Solana, appare più versatile e innovativa. Grazie al Solana Mobile Stack infatti, chiunque potrà sviluppare applicazioni ottimizzate e sicure. Questa superiorità a livello software però si riflette inevitabilmente sul prezzo, lo smartphone, che è già preordinabile, avrà un prezzo di 1000$.


Tiriamo le somme, qual è quindi il migliore crypto smartphone? Saga si presenta imbattibile dal punto di vista tecnico, ma il cellulare di HTC ha un ottimo rapporto qualità prezzo. Phone (1) diventerà la via più semplice per usare le dapp su Polygon? Queste iniziative condivise sia da aziende blockchain che da aziende “tradizionali” possono essere sicuramente un punto di svolta per quanto riguarda l’adozione di massa delle tecnologie Web3. Rendere più user-friendly le dapp, e in generale ogni aspetto riguardante le criptovalute è forse l’ultimo grande scoglio prima della mass adoption. Siamo impazienti di scoprire che orizzonti si apriranno grazie a questa nuova tipologia di device e se anche altri brand percorreranno iniziative simili.

Star Atlas: una DAO galattica!

Star Atlas annuncia il lancio della sua DAO

Star Atlas, l’attesissimo videogioco play-to-earn sulla blockchain Solana, annuncia la sua DAO ed un rinnovato marketplace

Star Atlas è un videogioco play-to-earn in via di sviluppo sulla blockchain Solana. Il team il 22 Luglio 2022 ha annunciato il lancio della propria DAO , su Twitter, all’interno dello spazio 426LIVE, dedicato alla community. La decentralised autonomous organisation di Star Atlas utilizzerà il token POLIS come token di governance.

“Sono entusiasta di annunciare il lancio della piattaforma che in futuro darà agli utenti la possibilità di partecipare alla governance di Star Atlas attraverso i meccanismi della DAO”, ha dichiarato Michael Wagner, il CEO di ATMTA (lead developer per Star Atlas) e co-fondatore del Metaverso.

La natura politica di Star Atlas

Per sua natura, Star Atlas è un gioco di conquista: giocatori, regioni e fazioni lottano per il dominio della galassia e per il controllo delle risorse. Con la DAO di Star Atlas, la community otterrà finalmente gli strumenti per far sentire la sua voce e poter determinare gli sviluppi futuri del videogioco play-to-earn.. 

Il sostantivo POLIS, che nell’antica Grecia definiva una forma di governo, conserva la sua accezione di partecipazione alla vita comunitaria. La quantità di token POLIS che si possiedono infatti, determinerà la quantità di “diritti politici” di cui si godrà all’interno del Metaverso. Questi diritti saranno utilizzati per votare proposte vitali per quanto riguarda lo sviluppo del progetto ma anche per il controllo delle istituzioni della galassia e, in generale, di aspetti interni alle dinamiche del gioco.

Il team di sviluppo si pone come obiettivo quello di incrementare gradualmente gli elementi realmente politici all’interno del metaverso, i player infatti potranno in futuro proporre mozioni e votare provvedimenti universali. Lo step finale è quello di rendere Star Atlas una simulazione immersiva di un sistema politico, nel quale le diverse fazioni saranno rappresentate sotto forma di pianeti e sistemi solari. Questa caratteristica permetterà, ai giocatori appassionati di politica, di cimentarsi in discussioni e trattative che definiranno il futuro del metaverso di Star Atlas.

Il token POLIS

Il metaverso di Star Atlas si basa su due token principali. Il token ATLAS, il quale si occupa di offrire liquidità al gioco, consentendo ai giocatori di ricevere valore per i beni e i servizi che loro stessi forniscono all’ecosistema. È il token POLIS però, che garantisce, a chi lo possiede, il potere decisionale nel metaverso, più se ne deterranno, infatti, e più si risulterà influenti sulle decisioni politiche a tutti livelli: a livello macro per quanto riguarda l’intera DAO di Star Atlas, e a livello micro per fazioni e regioni. È già possibile bloccare i propri POLIS nel protocollo di governance: il potere di voto di ogni giocatore “PVP – POLIS Vote Power” sarà determinato non solo dalla quantità di token, ma anche dal tempo per il quale si decide di bloccarli. Bloccando POLIS nella rispettiva Dapp, gli utenti ricevono POLIS con diritto di voto, chiamati anche vePOLIS i quali non sono né trasferibili né scambiabili. 

Per esempio bloccando un token POLIS per sei mesi si ottiene un vePOLIS, mentre un blocco di cinque anni garantisce dieci vePOLIS. Questo modello è volto a favorire i membri della comunità con una visione a lungo termine, i quali saranno disposti a bloccare i loro POLIS in cambio di potere politico.

Il rinnovato marketplace

Un altro punto sul quale il team ha lavorato è il Galactic Marketplace. La prima versione era stata rilasciata ad Agosto 2021, in questi mesi sono stati attuati molteplici miglioramenti soprattutto per quanto riguarda la decentralizzazione. A differenza infatti di molti altri giochi play-to-earn costruiti su altre blockchain, il carico delle transazioni sul marketplace sarà completamente gestito on-chain, questo sarà possibile grazie alla capacità di Solana di processare fino ad un massimo di 65.000 transazioni per secondo.

Non resta che aspettare ulteriori aggiornamenti da parte del team sulla data ufficiale di uscita del gioco, che, date le premesse, potrebbe essere l’evento dell’anno per quanto riguarda il settore gaming metaverse. Se ti interessa approfondire l’universo di Star Atlas, consulta la nostra guida dedicata!