Il dilemma del marketplace NFT Magic Eden: avvantaggiare i collezionisti o gli artisti?

Magic Eden: nel marketplace NFT su Solana non si pagano le royalty

Il marketplace NFT su Solana ha preso un’importante decisione: non si pagano più le royalty agli artisti. Cosa ne pensano le community Web3?

Lunedì 17 Ottobre, il marketplace NFT Magic Eden, nato sulla blockchain di Solana, ha implementato un aggiornamento grazie al quale non sarà più obbligatorio pagare le royalty ai creatori di NFT. Questo aggiornamento è stato attuato per rispondere a un’esigenza specifica: analizzando il mercato NFT si può notare che i collezionisti e i trader preferiscono acquistare token non fungibili senza royalty (e quindi NFT a un prezzo minore). Le royalty tuttavia sono essenziali per finanziare gli artisti e il loro lavoro, per questo la scelta di Magic Eden potrebbe sembrare in contrasto con gli ideali del Web3. 

Le royalty sono espresse in percentuale e oscillano solitamente dal 2.5% fino a massimo il 15% del prezzo dell’NFT. Per esempio la famosa collezione NFT delle Bored Ape Yacht Club applica una creator fee del 2.5% mentre gli anime-NFT Azuki una tassa del 5%. La decisione di Magic Eden ha generato molte polemiche all’interno del mondo Web3, in particolare su Twitter. Quali conseguenze avrà nel settore la scelta di Magic Eden, il marketplace NFT su Solana, di togliere le royalty per gli artisti NFT? 

Perché dovrei pagare le royalty agli artisti NFT?

Le cosiddette creator fee non saranno eliminate completamente dal marketplace NFT su Solana ed Ethereum, Magic Eden, ma saranno gli utenti che intendono acquistare un NFT a scegliere se pagarle o meno. Da Lunedì 17 Ottobre 2022, quando un utente procede ad un acquisto, può decidere se pagare totalmente (full), solo in parte (half) o se non pagare per niente (none) le royalty. 

Ma perché qualcuno dovrebbe scegliere di pagare tutte le royalty di una collezione NFT anche se non è obbligato a farlo? Il pagamento delle royalty garantirà agli utenti che acquistano l’NFT la possibilità di accedere ai benefit che i progetti NFT mettono a disposizione dei cosiddetti holder. I vari vantaggi  che l’utente può acquisire attraverso il pagamento della totalità delle royalty possono essere, ad esempio, l’accesso ad uno più canali Discord privati, la possibilità di mettere in staking gli NFT per ricevere in cambio ricompense, o la partecipazione alla governance delle collezioni che consente agli utenti di votare proposte all’interno delle DAO. Pagare le royalty inoltre è un modo per supportare direttamente gli artisti che, nell’ottica della creator economy, con gli NFT hanno l’opportunità di monetizzare le loro opere in maniera più vantaggiosa rispetto agli strumenti offerti dall’internet off chain. 

Perché Magic Eden ha scelto di non far pagare le royalty

Magic Eden, all’interno del comunicato ufficiale rilasciato, Sabato 15 Ottobre 2022, ha dichiarato di essere consapevole dell’impatto che la decisione avrà sui creator e sugli artisti digitali. Le polemiche sorte in relazione alla scelta di Magic Eden di non far pagare le royalty per gli artisti NFT, hanno sottolineato l’opinabilità della decisione, che avvantaggia i trader rispetto ai creatori. Secondo tantissimi utenti, che si sono espressi in particolar modo su Twitter, le royalty contribuiscono a dare valore ai progetti e permettono ai team di sviluppo di continuare a lavorare e a investire in features indispensabili al fine di realizzare gli step delle roadmap. Ma perché Magic Eden ha scelto di proseguire in questa direzione? Come anticipato, il motivo principale è la volontà del marketplace di adattarsi alle dinamiche di mercato. 

Il grafico presente in questo tweet mostra la tendenza degli utenti a preferire i marketplace o le collezioni su cui è possibile non pagare le royalty ai creatori. Questo modello, detto optional creator royalties è utilizzato dalle collezioni NFT di Dust Lab, i DeGods e gli y00ts e dai CryptoPunks e da alcuni marketplace NFT come X2Y2 e SolanArt. Magic Eden, il marketplace NFT su Solana ed Ethereum all’interno del post in cui ha annunciato l’iniziativa ha cercato di rassicurare i creatori. Ha descritto infatti la modifica come un qualcosa di temporaneo, volto più che altro a conservare le quote di mercato acquisite nell’ultimo periodo, in attesa di una soluzione che metta d’accordo sia i trader che gli artisti NFT. 

L’iniziativa di redenzione di Magic Eden

Magic Eden, a pochi giorni dall’annuncio, sta cercando di escogitare alcune “contromisure” per tutelare i creator. 

Il marketplace ha istituito il Creator Monetization Hackathon, un evento al quale partecipano sia gli sviluppatori che i creator. L’evento, come si può facilmente intuire dal nome, ha l’obiettivo di trovare soluzioni sostenibili per risolvere il problema della monetizzazione dei creator e quindi trovare modelli di business alternativi che consentano agli artisti di guadagnare dalle proprie collezioni. Il montepremi per gli sviluppatori e i creatori che riusciranno nell’impresa è di 1 milione di dollari. Vedremo se Magic Eden riuscirà a ripristinare lo status quo che vigeva prima della decisione di non far pagare le royalty, consentendo ai creatori di continuare a guadagnare dalle vendite dei propri prodotti o se si uniformerà alle esigenze di mercato per sopravvivere.

Shiba Eternity, il nuovo gioco di carte di Shiba Inu

Shiba Inu video game: guida al gioco Shiba Eternity

Da pochi giorni è uscito Shiba Eternity, un gioco di carte in versione mobile. Ecco la guida del videogame della crypto Shiba Inu!

Giovedì 6 Ottobre 2022 è stato lanciato il gioco mobile della crypto Shiba Inu: Shiba Eternity. Shiba Eternity è un gioco di carte collezionabili free-to-play. Il gioco non è un play-to-earn, non consente infatti agli utenti di guadagnare ricompense in criptovalute giocando. Shiba Eternity si classifica come “videogioco crypto” perché si possono acquistare pacchetti di carte per migliorare il proprio mazzo, con la  crypto di Shiba Inu, SHIB.

Il videogame di Shiba Inu, durante la prima settimana di vita, ha riscosso grande successo, e non solo tra gli appassionati di crypto. Shiba Eternity è schizzato in cima alle classifiche dei giochi di carte sul Google Play Store e sull’App Store di Apple. Leggi la guida del videogioco di Shiba Inu: Shiba Eternity, per diventare un maestro del combattimento nello Shiba Dogjo.

Diventa un guerriero della ShibArmy di Shiba Eternity

L’universo popolato dagli Shiba, lo Shibarium, non è mai stato pacifico. Lunghe e catastrofiche guerre sono state combattute nel corso dei secoli. Ryoshi, l’insegnante samurai, che riprende il nome dall’anonimo creatore della crypto Shiba Inu, ci prende per mano durante le fasi iniziali del gioco. Ryoshi ci tiene ad essere chiaro fin da subito: se vuoi essere coinvolto nell’universo Shiba devi saper combattere! Il modo in cui la ShibArmy, l’esercito ufficiale degli Shiba, si prepara al combattimento? Attraverso Shiba Eternity, il gioco perfetto per migliorare le proprie arti belliche, all’interno dello Shiba Dogjo. Per combattere all’interno dello Shiba Dogjo utilizzerai gli Shiboshi. Gli Shiboshi sono personaggi con le sembianze di cagnolini di razza Shiba Inu e sono i veri protagonisti del videogame. Potrai collezionare vari Shiboshi all’interno di Shiba Eternity, ognuno dotato di caratteristiche, abilità e strategie differenti.

Shiba Eternity: come iniziare a giocare al videogame di Shiba Inu 

Appena si accede al gioco ci si trova subito obbligati a sfidare il maestro Ryoshi che però ci promette, in tono rassicurante, di non aver intenzione di impegnarsi al massimo data la nostra inesperienza all’interno del Dogjo. Il primo combattimento è una sorta di tutorial, necessario ad apprendere le dinamiche principali del gioco, vengono spiegate le regole e le funzionalità del gioco di Shiba Inu. Ogni giocatore è provvisto di un mazzo di carte digitali, dal quale si pesca automaticamente una carta all’inizio di ogni turno. L’obiettivo delle battaglie è sconfiggere il tuo avversario azzerando i punti vita del suo Shiboshi, attraverso l’utilizzo delle carte da gioco in tuo possesso. Le carte di cui è composto il mazzo, in totale 30, possono essere di vario genere, ma attenzione! Ogni carta che giochi ha un punteggio calcolato in barks, in italiano “latrati”. Se il numero è superiore ai barks che possiedi per quel turno non la potrai giocare. Dopo ogni turno che viene vinto, al tuo Shiboshi viene consegnato un consegnato un barks, fino ad un massimo di 10. Le carte più comuni sono i cosiddetti “combattenti”, che possiedono, come nei più classici giochi di questo tipo, solamente punti attacco e punti vita

Oltre ai combattenti ci sono svariati altri tipi di carte nel Dogjo, come i guardiani, che obbligano il tuo avversario ad attaccare per primo e servono per proteggere gli altri tuoi combattenti e il tuo Shiboshi. O le carte stealth, le quali non possono essere attaccate fino a quando non le utilizzi per sferrare un ulteriore attacco, e le magie, che servono a lanciare incantesimi che indeboliscono il tuo avversario o che migliorano i tuoi combattenti. Le carte all’interno di Shiba Eternity, il videogame di Shiba Inu, ad oggi, sono più di 500 e aumenteranno man mano con l’uscita di nuove espansioni. Come nella maggior parte dei giochi di carte da collezione, le carte sono suddivise secondo quattro diverse rarità: comuni, rare, epiche e leggendarie.

Crea il tuo primo mazzo di carte e inizia l’avventura su Shiba Eternity

Una volta sconfitto Ryoshi, nel combattimento di prova, entrerai in contatto con il “PURE FOMO”, il procedimento che darà vita al tuo primo Shiboshi. Questo processo assegnerà in modo casuale, una serie di tratti al tuo Shiboshi, i tratti in totale sono 87 e attraverso il miscuglio di questi ultimi potranno nascere 10.000 Shiboshi unici. La somma di questi tratti determinerà il potere speciale che il tuo Shiboshi potrà utilizzare nei combattimenti, il bark power. I bark power sono in totale 21 e ognuno avvantaggia il tuo Shiboshi e svantaggia quello dell’avversario in tanti modi diversi. Per esempio il potere “Frostfire Blast” provoca due danni ad un nemico e immobilizza quelli adiacenti per il turno successivo, il bark power “Deal With It” ti consente di pescare una carta e obbliga il tuo avversario a scartarne una.

All’interno di Shiba Eternity, il videogioco ufficiale della crypto Shiba Inu, oltre ai bark power ci sono anche i passive power, che possono essere attivati solo in alcuni momenti della partita.

Completato il processo di PURE FOMO, dovrai scegliere l’arte marziale che più ti si addice. In realtà essendo al livello uno, l’unica scelta possibile sarà l’arte del ChewJitsu. Per specializzarti in una delle altre 6 dovrai giocare e salire di livello. Puoi comunque vedere una descrizione delle altre arti che potrai selezionare man mano che sali di livello, come il Taekwondoje, o il Ryochi. L’arte marziale che ogni Shiboshi decide di imparare, influenza la composizione del tuo mazzo di carte e il tuo stile di gioco all’interno di Shiba Eternity. Una volta composto il tuo primo mazzo, attraverso le carte che inizialmente il gioco ti fornisce, è arrivato il momento di sfidare altri giocatori nella modalità di gioco PvP o di acquistare pacchetti di carte nel negozio per migliorare il tuo mazzo e la propria collezione! Cosa aspetti, se con la guida del videogioco di Shiba Inu,Shiba Eternity, hai chiari tutti i passaggi, non ti resta che scaricarlo e scalare le classifiche.

Attacco hacker alla Binance Smart Chain, che cosa è successo?

Binance Smart Chain colpita da un attacco hacker, cosa è successo?

Binance Smart Chain colpita da un attacco hacker, cosa è successo? Le cause e il crollo del prezzo della crypto BNB

Nella notte tra Giovedì 6 e Venerdì 7 Ottobre 2022, la Binance Smart Chain è stata colpita da un attacco hacker. Il responsabile è riuscito a rubare circa 100 milioni di dollari in diverse criptovalute. In seguito all’attacco, il team di Binance è intervenuto prontamente, sospendendo le transazionisulla blockchain e quindi limitando fortemente la quantità di denaro che sarebbe potuta essere sottratta. Scopri cosa è successo alla Binance Smart Chain durante l’attacco hacker di Venerdì 7 Ottobre 2022 e come l’exploit ha influito sul prezzo della crypto BNB.

A cosa serve la Binance Smart Chain?

La Binance Smart Chain (BSC), è una blockchain creata da Binance nel 2019 che coesiste con la blockchain di Binance principale, la Binance Chain. Qual è la differenza tra la Binance Smart Chain e la Binance Chain? Al contrario della Binance Chain, la BSC è compatibile con la macchina virtuale di Ethereum (EVM) e permette la creazione e l’utilizzo di smart contract sul proprio ecosistema, da qui l’aggettivo smart all’interno del nome. Tra le possibilità di una blockchain EVM compatibile c’è anche quella di spostare in modo pressoché istantaneo i propri token, fungibili e non-fungibili, su tutte le blockchain della stessa tipologia. A questo scopo si utilizza un tipo di applicazione decentralizzata (DApp) chiamata bridge. I bridge sono diventati molto popolari ultimamente, soprattutto grazie alla tendenza, da parte dei progetti Web3, a espandersi su altre blockchain e diventare quindi cross-chain. L’attacco di Venerdì è avvenuto proprio ad una DApp di questo tipo, ovvero sul bridge principale della Binance Smart Chain, il Binance Bridge. Attraverso questo bridge si possono inviare in modo pressoché istantaneo i propri asset su tantissime altre blockchain tra cui quella di Ethereum, Polygon, Avalanche, Cronos e tante altre.

Cosa è successo alla Binance Smart Chain?

Ma cosa è successo precisamente al bridge della Binance Smart Chain? Qualcuno è riuscito a manomettere lo smart contract che si occupa di calcolare la quantità di token che gli utenti possiedono. Così facendo ha impostato la propria quantità di BNB, la crypto di Binance, a 2 milioni di unità. Successivamente, l’hacker, ha inviato l’ingente somma di denaro al suo wallet in due transazioni da 1 milione di BNB l’una, circa 560 milioni di dollari in totale

Una volta ricevuti i BNB, l’hacker ha poi spostato alcuni fondi su diverse blockchain EVM compatibili per non permettere a Binance di bloccarli ed ha preso in “prestito” delle stablecoin su Venus, un protocollo di lending sulla Binance Smart Chain. Fortunatamente, Binance, è stato molto veloce ad intervenire, ha “messo in pausa” la Binance Smart Chain, congelando i portafogli dell’hacker. Anche Tether, l’azienda che ha creato la stablecoin USDT ha agito repentinamente congelando i fondi che l’hacker aveva preso in prestito su Venus. Grazie alla velocità di azione delle due aziende l’hacker è riuscito a trafugare solamente 100 milioni di dollari (circa), più o meno cinque volte in meno di quelli che era inizialmente riuscito a rubare. 

In seguito all’avvenimento si è scatenato il dibattito tra la community Web3, in particolar modo sul social network Twitter. Il dibattito si è concentrato sul tema dei pro e contro della centralizzazione delle chain di Binance. L’azienda crypto infatti ha limitato i danni attraverso il blacklisting dell’hacker, che altro non è che un’azione informatica volta a bloccare la possibilità di effettuare transazioni di un determinato wallet. E questo è stato possibile grazie al ridotto numero di validatori che la Binance Smart Chain utilizza per approvare le transazioni sul suo network. In una rete più decentralizzata non sarebbe stato così semplice congelare un wallet di un utente. 

Il prezzo della crypto BNB in seguito all’attacco hacker

BNB è la crypto nativa della Binance Smart Chain. BNB serve a pagare le commissioni (fee) per effettuare transazioni ed interagire con la blockchain EVM di Binance. In seguito all’attacco hacker, BNB ha perso circa il 5.5% in poco più di due ore. L’attacco è avvenuto proprio nel momento in cui BNB si stava approcciando alla resistenza dei 297$. L’avvenimento, come era immaginabile, ha spinto la crypto di Binance verso il basso. Questo ribasso non è durato solamente una giornata ma è proseguito per più giorni portando BNB fino alla parte bassa del range in cui si muove dagli inizi di Settembre 2022, attorno all’area di prezzo dei 272$.

Ethernity Chain: 5 collezioni NFT di sportivi e icone del cinema

ERN crypto: i 5 NFT più interessanti su Ethernity Chain

Su Ethernity Chain le star raggiungono il Web3. Scopri le 5 collezioni NFT più interessanti tutte acquistabili con la crypto ERN!

Ethernity Chain è un marketplace NFT costruito su Ethereum che ha fatto molto parlare di sé soprattutto grazie alle sue collezioni NFT in collaborazione con artisti e sportivi di fama internazionale. Tra i personaggi più famosi a cui sono state dedicate opere d’arte NFT ci sono Lionel Messi, Bruce Lee e James Dean. I token non fungibili acquistabili su Ethernity Chain sono di diverse tipologie, dalle carte da gioco ai digital collectibles fino agli oggetti indossabili dal proprio avatar nei più famosi metaversi. Gli NFT su Ethernity Chain sono raggruppati in categorie tematiche, le quali possono essere facilmente raggiungibili attraverso degli hashtag. Le categorie sono in tutto 22 e spaziano dalla musica al calcio, dall’arte alla tecnologia passando anche per il giornalismo e le arti marziali. 

Su Ethernity Chain convivono collezioni NFT costruite su diverse blockchain, gli NFT presenti sul marketplace infatti possono essere acquistati attraverso tre criptovalute: ETH, MATIC e con ERN, la crypto nativa della piattaforma. Il progetto si sta conquistando la fama grazie al prestigio dei personaggi iconici a cui dà un volto nel Web3, vediamo i 5 NFT più interessanti su Ethernity Chain!

1. Il Messiverso, la collezione NFT per Lionel Messi

Il personaggio più famoso che si può “incontrare” navigando sull’ecosistema di Etherenity Chain è sicuramente il calciatore argentino Lionel Messi. Gli NFT originali di Messi sono usciti ad Agosto del 2021 in occasione del trasferimento del giocatore dal suo storico club F.C. Barcellona alla squadra francese del Paris Saint Germain.

La collezione in collaborazione con “la pulce” è composta da quattro NFT disegnati dall’artista australiano BossLogic il quale ha lavorato in passato per Marvel e Disney. L’NFT più raro, di cui esiste soltanto una copia, è intitolato “Lionel Messi: The Golden One”. Questa opera d’arte digitale raffigura il calciatore argentino sopra un frammento di un meteorite mentre sta per calciare un pallone completamente dorato. 

L’NFT è stato venduto all’asta con un prezzo di partenza di 50.000$ nella crypto ERN. L’asta, durata 72 ore, è stata battuta per 1 milione di dollari. “Lionel Messi: The Golden One” non è però l’unica collezione NFT del giocatore argentino creata su Ethernity Chain. 

Le altre collezioni sono “Man Of The Past” e “Man From Tomorrow” che è sono uscite in contemporanea e raffigurano un Lionel Messi “robot” in due versioni: una in cui il campione veste la maglia del Barcellona con il 10 sulle spalle e una con la maglia del PSG è il numero 30 (quella che tutt’ora veste nel club francese). Il costo per questi due NFT era di 10.000$ nella crypto ERN al pezzo ed erano disponibili 75 NFT per versione. Le ultime due collezioni,“The King Piece e “The Magician” sono costate rispettivamente 99$ in ETH sulla rete Ethereum e 50$ in WETH sulla rete Polygon.

2. “Hollywood Icon” la collezione NFT in onore di James Dean

Tra i 5 NFT più interessanti su Ethernity Chain acquistabili tramite la crypto ERN ci sono quelli creati in onore del compianto attore James Dean. La collezione si chiama “Hollywood Icon” ed è stata creata grazie alla collaborazione tra la digital agency Worldwide XR e l’azienda produttrice di software per realtà aumentata e virtuale VueXR. Gli NFT in questione sono 5 e raffigurano oggetti e istanti iconici della vita dell’attore. Il primo NFT ad essere stato lanciato è la riproduzione 3D della Porsche TYP 550 Spyder di colore argento metallizzato posseduta da Dean. La Porsche è l’oggetto più iconico della collezione soprattutto perché è il mezzo di trasporto con il quale l’attore è stato vittima dell’incidente fatale che ne ha causato la morte. La Porsche era l’auto preferita da James Dean, il quale le aveva trovato addirittura un ironico soprannome: “Little Bastard”.

Le altre opere della collezione lanciata il 16 Dicembre 2022 sono: un busto 3D dell’attore con una firma dorata, un medaglione d’oro, la stella della Hollywood Walk of Fame e l’ultima fotografia in cui l’attore leggendario è stato immortalato.

3. Bruce Lee, icona, anche nelle arti digitali

La terza collezione NFT è quella dedicata all’attore, regista ed esperto di arti marziali Bruce Lee. Gli NFT in onore di Bruce Lee, in totale 6, sono stati disegnati da tre artisti differenti. Gli artisti in questione sono: Raf Grassetti, uno dei più famosi scultori digitali al mondo, Anthony Francisco, Senior Visual Development Artist di Marvel Studio e l’artista che abbiamo già incontrato all’inizio di questo articolo: BossLogic. 

Ogni artista ha interpretato in maniera fortemente personale il soggetto, per esempio Raf Grassetti, nell’opera “The Dragon”, ha scolpito il karateka con un dragone cinese attorcigliato attorno al corpo mente Anthony Francesco & Ryan Moore lo hanno inserito all’interno di ambientazioni cosmiche cercando di trasmettere all’osservatore anche la saggezza filosofica dell’attore oltre che la potenza e la forza. Le opere d’arte sono state vendute attraverso due tipologie di aste a seconda della quantità delle versioni prodotte. Ogni artista ha prodotto un NFT singolo, in unica copia, e un’opera di cui sono presenti più copie. Le tre opere singole sono tutte partite da un base d’asta di 1$ e sono state acquistate nella crypto di Ethernity Chain ERN. 

Le altre tre opere, quelle prodotte in più esemplari, sono state vendute in ETH a prezzi diversi. L’opera di Raf Grassetti, “Bruce Lee: Formless”, di cui erano disponibili 60 copie è stata venduta a 2000$ al pezzo, le 100 copie dell’opera “Bruce Lee: Vortex” di Boss Logic, sono state vendute a 100$ l’una mentre gli NFT di Anthony Francisco & Ryan Moore, che erano 200, sono stati venduti a 500$ in ETH l’una.

4. Indossa la maglietta di Luka Modric su The Sandbox

La lista delle 5 collezioni NFT più interessanti su Ethernity continua con un altro calciatore, Luka Modric, il miglior calciatore croato di tutti i tempi. La collezione è stata creata da Visual Lab, uno studio di animazione con sede nei Paesi Bassi. Come per la collezione precedente gli NFT creati su Ethernity Cahin sono sei, di cui tre sono opere d’arte digitali e tre sono oggetti indossabili nei metaversi. Le opere d’arte virtuali hanno tutte e tre come soggetto il calciatore croato, mentre esegue una perfetta rovesciata sott’acqua o mentre dribbla delle macerie in uno scenario post apocalittico. 

I tre oggetti indossabili invece sono due magliette, una della Nazionale di Calcio della Croazia e una con il logo di Ethernity e l’iconica fascetta per i capelli della quale il campione croato non può mai fare a meno quando scende in campo. Questi oggetti saranno indossabili nel metaverso di The Sandbox, grazie all’implementazione effettuata da Ethernity, che ha permesso di portare la sua libreria di licenze nel mondo virtuale. Inoltre l’NFT marketplace ha acquisito alcune Land nel metaverso di The Sandbox che ospiteranno una galleria e un negozio NFT.

5. Shaquille O’Neal e Justin Maller: il dominio dell’NBA

Anche il 15 volte “NBA AllStar” Shaquille O’Neal fa parte dei progetti NFT più interessanti su Ethernity chain. Il cestista ha collaborato con l’artista digitale Justin Maller alla collezione NFT “Eras of Dominance” per commemorare la sua carriera nella National Basketball Association (NBA). La raccolta di NFT è composta da 5 opere d’arte digitale che raffigurano Shaquille O’Neal mentre schiaccia a canestro ed esulta. Ogni NFT si riconnette ad un periodo specifico della carriera del giocatore alle tre squadre in cui ha lasciato maggiormente il segno: i Los Angeles Lakers, gli Orlando Magic e i Miami Heat.

Lo stile degli NFT, che appaiono dinamici e dirompenti, ricorda lo stile di gioco di Shaq. Le “crepe” di cui sono costellate le opere d’arte digitale sono riconducibili alla tendenza del giocatore NBA a rompere i “tabelloni” dei canestri in vetro a causa della veemenza delle sue schiacciate. Come tutti gli NFT più interessanti su Ethernity Chain presenti in questo articolo sono stati venduti in modo differente. L’opera unica “Shaquille O’Neal: Peak Dominance” è stata venduta all’asta, con un prezzo di partenza di 20.000$ nella crypto ERN.


È ancora possibile acquistare i 5 NFT più interessanti su Ethernity Chain, e se è possibile, dove comprarli? Tutte le collezioni che abbiamo elencato in questo articolo possono essere acquistate sia sulla piattaforma di Ethernity che sul famoso marketplace OpenSea. Se vi state chiedendo invece quanto costano gli NFT su Ethernity Chain, beh, la risposta è dipende. Alcuni, come gli oggetti indossabili nei metaversi, sono molto economici (anche poche decine di dollari), altri meno, come l’opera d’arte digitale “Messi: The Golden One”.

Arrivano le stablecoin sulla blockchain di Bitcoin grazie a Taro

Bitcoin: arrivano le stablecoin con Taro. Cos’è e a cosa serve?

Le stablecoin arrivano su Bitcoin grazie al protocollo Taro. Cos’è, a cosa serve, come migliora la blockchain di BTC?

Vorresti poter usufruire della sicurezza della rete di Bitcoin per effettuare e ricevere pagamenti in stablecoin? A breve potrai farlo, grazie a Taro! Il 28 Settembre 2022 è avvenuto il rilascio della versione alpha di Taro Daemon, un progetto open source sviluppato da Lightning Labs che consentirà di creare asset digitali sulla blockchain di Bitcoin. Che cos’è Taro? Acronimo di Taproot Asset Representation Overlay, Taro è un protocollo costruito grazie a Taproot il più recente aggiornamento di Bitcoin, attivato il 14 Novembre 2021. Le ultime novità su Bitcoin? Sono in arrivo le stablecoin! !

Il problema da risolvere: pagare in Bitcoin deve essere economico e veloce

Bitcoin è stato creato per consentire scambi di valore peer-to-peer in un sistema completamente decentralizzato. Il titolo del Whitepaper di Bitcoin recita, “Bitcoin: A Peer-to-Peer Electronic Cash System” ovvero un sistema monetario elettronico peer-to-peer con il quale effettuare transazioni in modo completamente decentralizzato. Con il tempo però, il cosiddetto “oro digitale” è stato sempre meno usato come valuta di scambio e le persone hanno iniziato a considerarlo una riserva di valore. Il motivo di ciò risiede nelle caratteristiche intrinseche della prima criptovaluta della storia. La rete principale di Bitcoin infatti è poco scalabile.

Quando si parla di scalabilità all’interno del mondo Web3 ci si riferisce all’aumento della velocità e alla diminuzione del costo delle transazioni. Più un network è scalabile, più consente di processare transazioni velocemente e in modo economico. Nei primi anni di vita, la blockchain di Bitcoin era, di fatto, scalabile per via della bassa congestione della rete che non rallentava gli scambi. Questa situazione con il tempo è cambiata, e la rete di Bitcoin è diventata sempre meno efficiente in questi termini. Questo è avvenuto a causa della incredibile popolarità di cui ha goduto negli ultimi anni, al numero crescente di transazioni da gestire e al conseguente congestionamento della rete. 

Come ci spiega infatti il trilemma della scalabilità, uno dei più famosi teoremi per le tecnologie blockchain, non è possibile che un network sia allo stesso tempo completamente scalabile, sicuro e decentralizzato. Ogni blockchain è portata a trovare un compromesso per ottenere tutte queste qualità senza sacrificarne una nello specifico. Bitcoin pur essendo un punto di riferimento per la sicurezza e la decentralizzazione, ha qualche debolezza nel garantire scalabilità al suo network. Il mondo del Web3 però è in continua evoluzione, ecosistemi e sviluppatori sono sempre pronti ad offrire soluzioni innovative. Una di queste è il Lightning Network. Ovvero un Layer 2 di Bitcoin, nato nel 2016, che si appoggia alla blockchain principale e la migliora in termini di scalabilità. Il Lightning Network infatti è in grado di processare milioni di transazioni in maniera estremamente economica, al contrario della rete principale di Bitcoin che arriva ad un massimo di 7 transazioni per secondo. In breve il Bitcoin Lighting Network raggruppa una serie di transazioni in “pacchetti” che poi vengono registrati sulla rete di Bitcoin, invece di processare una ad una ogni transazione. Per queste ragioni, utilizzare il Lightning Network è diventato vantaggioso per pagare in Bitcoin. Fin qui, niente di nuovo! Lightning Labs ha in serbo un nuovo protocollo per migliorare ulteriormente il trasferimento di valore sulla blockchain di BTC. Parliamo di Taro!

Che cos’è Taro e a cosa serve?

Nonostante la grande innovazione creata dal Bitcoin Lightning Network resta da risolvere la questione della volatilità. Il prezzo di BTC infatti non rimane stabile nel tempo ma è soggetto a oscillazioni di mercato. Questo potrebbe creare qualche grattacapo sia agli utenti che intendono pagare in Bitcoin sia alle aziende che in futuro potrebbero utilizzarle per gli stipendi dei propri dipendenti. O ancora, ai negozi che accettano pagamenti in criptovalute. Per risolvere questo problema entra in gioco Taro. Ma che cos’è Taro? Taro è un protocollo open source costruito da Lightning Labs che consentirà di creare ed utilizzare asset digitali, in particolare stablecoin, sulla blockchain di Bitcoin. Questi asset digitali potranno essere sia token fungibili, il corrispettivo di quello che sono gli ERC-20 per Ethereum, che non fungibili (NFT).

Ma come farà Taro a creare asset sulla blockchain di Bitcoin? La creazione e lo scambio di asset sarà possibile grazie all’aggiornamento Taproot, attivato nel 2021, e alla struttura di dati chiamata Merkle Trees. Merkle Tree è un tipo di struttura informatica in grado di memorizzare molti elementi e di dimostrare facilmente l’esistenza e la veridicità.

Oggi gli asset digitali come i token, risiedono solamente su altre blockchain a causa della maggiore facilità di implementazione, dei minori costi di transazione o della maggiore scalabilità, ma Taro ha l’obiettivo di cambiare lo status quo attuale. L’obiettivo finale di Taro è quello di trasformare Bitcoin in una rete multi-asset. Questi asset potranno essere trasferiti sulla rete Bitcoin attraverso transazioni on-chain. Inoltre, i token costruiti grazie a Taro potranno essere trasferiti istantaneamente, a basso costo, sul Bitcoin Lightning Network. Si tratta di un’apertura di Bitcoin alla DeFi? Si prevede che la maggior parte di questi token saranno trasferiti sul Lightning Network, in particolare le stablecoin alle quali Taro riserva massima importanza, cosa che traspare anche dalla sua comunicazione sui social network.

Lo slogan apparso sul profilo Twitter di Taro è “bitcoinizing the dollar”, ovvero “bitcoinizziamo il dollaro!”. In altre parole? Portiamo la praticità delle monete fiat sulla blockchain di Bitcoin! Questa missione potrebbe contribuire a realizzare il punto fondamentale del White Paper di Bitcoin: consentire scambi di valore senza intermediari in un sistema completamente decentralizzato. Gli utenti, con l’attivazione del protocollo Taro, potranno detenere sui loro portafogli sia delle stablecoin, criptovalute ancorate al dollaro, sia dei BTC e utilizzare entrambi per effettuare pagamenti. Non è ancora stato comunicato dal team di Lightning Labs quando l’aggiornamento Taro sarà attivato ma tutto il mondo Web3 è in fermento. Chissà se un giorno Taro consentirà di creare anche ecosistemi DeFi o giochi play-to-earn sulla blockchain più famosa e longeva di sempre.

La nuova roadmap di Polkadot spiegata in 5 punti

Polkadot: 5 nuove funzionalità in arrivo nel 2022

Il 26 Settembre Polkadot ha rilasciato la roadmap per l’ultimo trimestre del 2022. Scopri le 5 nuove funzionalità per la blockchain di Gavin Wood!

Polkadot, e l’azienda che si occupa del suo sviluppo, Parity Technology, Lunedì 26 Settembre hanno rilasciato un documento in cui sono presenti tutte le più importanti funzionalità a cui il network sta lavorando per l’ultimo trimestre del 2022. Gli aggiornamenti programmati da Polkadot sono principalmente relativi a scalabilità, sviluppo delle parachain, governance e staking. Vediamo 5 nuove funzionalità per Polkadot in arrivo nel 2022 e tutti i miglioramenti previsti per il network! 

1. Polkadot sempre più scalabile

La prima delle cinque funzionalità in arrivo su Polkadot nel 2022 è chiamata Asynchronous Backing e verrà implementata per aumentare la scalabilità della rete Polkadot. La scalabilità è la capacità di un network di processare rapidamente le transazioni, più una blockchain è scalabile e più transazioni può processare in un determinato periodo di tempo. Grazie alla funzionalità Asynchronous Backing il tempo per blocco di ogni parachain si dovrebbe ridurre da 12 secondi a circa 6, questo garantirà alle reti di processare transazioni con una minor latenza, l’intervallo di tempo che intercorre fra il momento in cui viene inviata una transazione e il momento in cui viene effettivamente processata, e in generale più velocemente. 

Asynchronous Backing permetterà di raddoppiare lo spazio disponibile su ogni blocco, e di “riutilizzare” i blocchi quando non vengono convalidati al primo tentativo. Questo aggiornamento è volto ad aumentare la quantità di lavoro che ogni parachain può svolgere e ad ottimizzare le prestazioni della Relay Chain, l’infrastruttura sulla quale sono costruite tutte le parachain. Sarà quindi possibile registrare un maggior numero di parachain e la capacità di TPS (transazioni per secondo) della rete Polkadot, quindi quella di tutte le sue parachain e dei suoi parathread, dovrebbe aumentare notevolmente, arrivando ad oscillare tra le 100.000 e 1 milione.

2. Parathread: lancio e potenziamento

La seconda novità per l’ecosistema di Polkadot riguarda i parathread. I parathread sono delle parachain che non sono integrate stabilmente su Polkadot, grazie alla vincita di una delle aste, ma che pagano l’utilizzo dell’infrastruttura di Polkadot “a consumo”. I parathread rispetto alle parachain potranno essere costruiti anche da programmatori non professionisti in quanto, a livello di complessità di codice, possono essere paragonati a semplici smart contract. Sia le Polkadot parachain che i parathread non possiedono un proprio algoritmo di consenso ma sfruttano quello della Relay Chain di tipo Proof-of-Stake. Il lancio dei parathread era previsto per quest’estate ma è stato posticipato all’inizio del 2023. Per quanto riguarda i parathread, Parity Technology sta esplorando una soluzione chiamata Next-Generation Scheduling. Il Next-Generation Scheduling consente alle Polkadot parachain che hanno vinto le aste e si sono quindi aggiudicate la possibilità di partecipare alla rete e ai parathread, di aumentare la quantità di spazio sui propri blocchi in modo da risparmiare sui costi derivanti dal meccanismo di consenso.

3. Governance ristrutturata

Il terzo punto della roadmap di Polkadot per l’ultimo trimestre del 2022 riguarda la governance. Con governance all’interno del Web3, si intende il modo in cui i membri della community possono partecipare alle decisioni in merito alle mosse future del progetto. Il nuovo sistema, chiamato Overhaul, eliminerà il consiglio e i comitati tecnici e introdurrà la Polkadot Fellowship. La Polkadot Fellowship ha come “costituzione” il Polkadot Fellowship Manifesto

Il termine fellowship, che si utilizza di solito per indicare una compagnia di amici, non è stato attribuito per caso al nuovo sistema di governance di Polkadot. Il sistema infatti punta a modificare il processo decisionale rendendolo il più simile possibile a quello che normalmente avviene in un gruppo di amici. La nuova governance di Polkadot ha l’obiettivo di decentralizzare il vecchio sistema composto da 3 camere e un consiglio di 13 membri eletti dai possessori di DOT. Con le modifiche apportate, tutti i membri della community avranno voce in capitolo grazie a referendum periodici e ad un sistema di deleghe che renderà più veloce il processo decisionale. La Governance V2 dovrebbe essere implementata su Kusama, la blockchain parallela a Polkadot che viene utilizzate per testare le nuove funzionalità, all’inizio del quarto trimestre del 2022.

4. La nuova Staking Dashboard 

La quarta novità per l’ecosistema Polkadot riguarda lo staking. Essendo Polkadot una blockchain che funziona grazie al meccanismo di consenso Proof-of-Stake, lo staking è disponibile e indispensabile al fine garantire la sicurezza delle transazioni. La sfida per la fine del 2022 per la blockchain di Gavin Wood è quella di rendere lo staking più accessibile e semplice per gli utenti che vogliono partecipare al meccanismo di consenso della rete o ottenere ricompense. A tal fine, Parity Technologies ha sviluppato una Staking Dashboard, una piattaforma che permette di mettere in staking la crypto di Polkadot, DOT. Il punto principale su cui si è concentrato lo sviluppo di Parity Technologies è rendere la dashboard user friendly e di alleggerire l’infrastruttura. Lo staking su Polkadot infatti funziona senza un provider esterno centralizzato grazie alla tecnologia light-client. La tecnologia light-client consente ai validatori di interagire con una blockchain senza dover memorizzare tutto lo storico della rete conservando lo stesso livello di sicurezza. La versione beta della dashboard di Polkadot per lo staking è già utilizzabile e la versione definitiva dovrebbe essere rilasciata a breve!

5. Potenziamento delle parachain

Il futuro di Polkadot nei prossimi mesi riguarderà ovviamente anche le parachain. Le parachain sono la funzionalità principale di Polkadot e il motivo per il quale la blockchain ha guadagnato così tanta popolarità. Le parachain sono le blockchain secondarie che sfruttano l’infrastruttura di Polkadot e le loro performance verranno migliorate attraverso un nuovo meccanismo chiamato Weights V2. Weights V2 permetterà di convalidare i blocchi delle parachain più facilmente e di conseguenza renderà più semplice la “scrittura” e lo sviluppo di queste ultime. L’aggiornamento è il primo in ordine temporale che verrà implementato e dovrebbe arrivare entro la metà di Ottobre 2022.

I 3 principali hard fork di Ethereum: ETC, ETHW e ETHF

Ethereum 2.0, i 3 principali fork dopo The Merge: ETHW, ETC, ETF

Ethereum Classic, Ethereum Proof-of-Work e Ethereum Fair. Tutto quello che non sai sui 3 principali hard fork di Ethereum dopo The Merge!

Il 15 Settembre 2022 è stato attivato con successo l’aggiornamento The Merge che ha modificato il meccanismo di consenso della blockchain di Ethereum. La rete di Ethereum è passata dal Proof-of-Work al Proof-of-Stake senza intoppi. Per gli utenti The Merge non ha portato cambiamenti significativi, a differenza che per i miner che nella versione precedente della blockchain si occupavano di validare le transazioni e di conseguenza i blocchi della blockchain, guadagnando ricompense in ETH per ogni blocco validato. I miner hanno quindi dovuto, per forza di cose, spostarsi su altre blockchain, alcune già esistenti altre create appositamente. Queste ultime sono hard fork della blockchain principale di Ethereum. Si parla di hard fork, nel gergo delle criptovalute, quando un progetto viene aggiornato in modo tale da essere incompatibile con la versione precedente, dando vita a qualcosa di nuovo. Scopri i 3 principali hard fork dopo The Merge: ETHW, ETC e ETHF.

1. Il più classico degli hard fork, Ethereum Classic

Ethereum Classic è forse il più famoso hard fork della storia delle crypto. ETC è nato in seguito all’attacco hacker alla DAO di Ethereum avvenuto a Luglio 2016. The DAO era una embrionale DAO (Organizzazione Autonoma Decentralizzata),un tipo di organizzazione che al giorno d’oggi è molto popolare nel mondo Web3, e permette agli utenti che possiedono la crypto di un ecosistema di partecipare attivamente alle iniziative e alla politica di un progetto.

The  DAO di Ethereum avrebbe dovuto essere una sorta di Venture Capital, con lo scopo di finanziare progetti all’interno del Web3 in base alle votazioni degli utenti utilizzando gli Ether della community. The DAO nei giorni immediatamente successivi al lancio è riuscita a raccogliere 150 milioni di dollari in ETH da più di 11.000 utenti diversi. A Luglio 2016 però, uno o più hacker hanno violato lo smart contract di The DAO, riuscendo a rubare 3,6 milioni di Ethereum, circa il 14% della fornitura totale in quel periodo. In seguito a questa compromissione della blockchain di Ethereum la community è stata chiamata a sottoporsi ad una votazione sul futuro del network. La soluzione che mise d’accordo più persone fu proprio la creazione di un hard fork. 

La blockchain di Ethereum principale è diventata la blockchain Ethereum Classic, mentre la nuova biforcazione nata in seguito all’hard fork è diventata poi la rete di Ethereum che tutti noi conosciamo. Ma cosa c’entra Ethereum Classic con l’aggiornamento The Merge? ETC è l’hard fork della blockchain di Ethereum più conosciuto e attivo dal 2016, seppur sia stato vittima in passato di qualche attacco, continua a resistere e a processare transazioni senza particolari problemi. Proprio per questo motivo, una grande quantità di miner, rimasti senza “occupazione” dopo The Merge, hanno deciso di utilizzare la loro potenza computazionale per validare le transazioni di ETC. 

L’hashrate della blockchain di Ethereum Classic infatti è passata da circa 50 trilioni di funzioni di hash per secondo (Th/s) alle circa 150 attuali, con un picco il giorno di The Merge di 300 Th/s. L’hashrate indica la performance totale della rete, nello specifico la quantità di funzioni di hashing eseguite in un secondo. L’incremento delle funzioni di hash avvenuto in contemporanea con l’attivazione dell’aggiornamento The Merge dimostra la quantità di miner che sono migrati da Ethereum a Ethereum Classic.

2. La resilienza dei miner, nasce Ethereum Proof-of-Work

ETHW è stato il principale hard fork di Ethereum dopo The Merge. Alcuni miner di Ethereum hanno deciso di copiare la blockchain Proof-of-Work di Ethereum e quindi di dare vita ad ETHW. La crypto ETHW è stata distribuita a tutti coloro che possedevano Ethereum sia sui wallet decentralizzati sia sugli exchange grazie ad uno snapshot. Uno snapshot è una sorta di istantanea di una blockchain grazie alla quale è possibile vedere l’ammontare di crypto e gli address che possedevano tale ammontare in un determinato momento. 

Nonostante la grande popolarità di questa crypto nei giorni immediatamente precedenti a The Merge, il lancio non è stato dei migliori. La rete di ETHW ha subito vari problemi causati presumibilmente da un un attacco hacker che ora sembra risolto. Nelle ore immediatamente successive al lancio, ETHW è stato soggetto a fortissima volatilità Ha infatti toccato un picco di 50$ per poi capitolare fino a circa 10$ nelle ore successive.

La direzione futura di ETHW è  ancora incerta. Il whitepaper del progetto, documento nel quale solitamente si trovano le informazioni principali di un protocollo blockchain e gli obiettivi per il futuro, ad oggi è composto da dieci pagine. Le prime cinque pagine sono dedicate esclusivamente al titolo del whitepaper “The Original Ethereum Blockchain powered by Proof of Work” in inglese e in cinese, le rimanenti cinque presentano la scritta “queste pagine sono state lasciate volutamente bianche”. Quindi il whitepaper non risulta molto costruttivo. Vedremo se ETHW ha intenzione di progettare qualcosa per il futuro o se rimarrà solamente la “seconda casa” degli ormai ex miner di Ethereum.

3. Il terzo hard fork di Ethereum dopo The Merge: Ethereum Fair

Il terzo hard fork di Ethereum dopo The Merge è Ethereum Fair, nato proprio il 15 Settembre 2022. La crypto ETHF, in un primo momento nominata ETF, non è però stata distribuita ai possessori di Ether, ma a coloro che possedevano Bitcoin, Dogecoin e Ethereum Classic. ETHF non sembra però aver conquistato i miner, e in generale il mercato. La crypto è stata lanciata ad un prezzo di partenza di circa 15 dollari e in due settimane ha perso più del 70% del suo valore.

Algorand e Chiliz crescono grazie al crypto-soccer

Fuori i primi NFT Algorand e FIFA, le novità e il prezzo di Chiliz

Algorand e FIFA hanno completato con successo il Genesis Drop della prima collezione FIFA + Collect e la Chiliz Chain 2.0 in arrivo entro il 2023

Arrivano notizie interessanti dal mondo del crypto-soccer. Sono fuori i primi NFT di Algorand e FIFA, e Chiliz, la crypto della piattaforma Socios, ha in serbo importanti novità  sull’uscita della Mainnet.

Esattamente due mesi prima dell’inizio dei Mondiali di Calcio 2022, FIFA e Algorand hanno rilasciato i primi NFT sulla piattaforma FIFA + Collect. Il primo NFT drop della collaborazione si chiama Genesis Drop ed è disponibile all’acquisto dal 22 Settembre 2022.  Il prezzo di Chiliz ha visto un incremento di più del 40% dai primi di Settembre e la Chiliz Chain 2.0 dovrebbe arrivare entro la fine del 2022. Scopri gli NFT di Algorand e FIFA e le novità dell’ecosistema Chiliz!

Tutto sul Genesis Drop di FIFA+ Collect in collaborazione con Algorand

Algorand e FIFA collaborano ormai da Maggio 2022 quando la blockchain green è diventata sponsor ufficiale della Fédération Internationale de Football Association. La prima creazione nata da questa collaborazione è la collezione NFT Genesis Drop che è stata lanciata il 22 Settembre 2022 sulla piattaforma FIFA+ Collect. Collect è la sezione dell’applicazione web FIFA+ dedicata alle iniziative Web3. La collezione è composta da 532.980 “pacchetti” che contengono ognuno tre video NFT di iconici highlights della storia dei Campionati del Mondo di Calcio maschili e femminili. Per highlights si intendono le azioni migliori delle partite, ad esempio parate acrobatiche, passaggi illuminanti e gol incredibili. L’idea ricorda quella sviluppata da NBA Top Shot, un’iniziativa di Dapper Labs dedicata al mondo del basket americano. Sulla piattaforma FIFA+ Collect è già possibile visualizzare gli NFT in anteprima che potranno essere trovati all’interno di ogni pacchetto. Gli NFT di FIFA+ Collect, come accade per la maggior parte degli NFT in circolazione, sono divisi per rarità. Il primo drop della piattaforma contiene 18 highlights comuni, 13 rari, 5 epici e 2 iconici

Gli NFT iconici della prima collezione sono il gol di Ronaldo il Fenomeno nella finale dei Campionati del Mondo del 2002 in Corea del Sud e Giappone e quello da centrocampo della calciatrice statunitense Carli LLoyd nella finale del FIFA Women’s World Cup in Canada del 2015. I pacchetti di NFT, simili ai classici pacchetti di figurine, costano 4,99$ l’uno e possono essere acquistati sia in dollari, attraverso carte di credito o di debito, sia con la stablecoin USDC nella versione presente sulla blockchain di Algorand. Per effettuare il pagamento in crypto è necessario possedere un wallet compatibile con la rete Algorand e almeno 0,001 ALGO per pagare le fees. Che effetto ha avuto degli NFT di Algorand e FIFA sul prezzo di ALGO?

Algorand e Chiliz due crypto a prova di bear market?

Algorand e la sua crypto ALGO sembrano subire solo parzialmente gli effetti dell’attuale mercato ribassista. La crypto ha infatti segnato un incremento di più del 30% sia rispetto al dollaro che rispetto a Bitcoin dall’inizio di Settembre 2022. Anche la quantità di wallet che detengono più dell’uno per cento della fornitura globale della crypto ALGO sono in forte crescita. Secondo un’analisi on-chain svolta da The Block il totale detenuto dalle cosiddette “balene” è aumentato di oltre 280 milioni di dollari da Agosto 2022. Chissà se questo movimento rialzista è avvenuto grazie all’annuncio della collezione NFT di Algorand e FIFA?

Anche la blockchain Chiliz e la sua crypto CHZ stanno crescendo rispetto ad altre realtà. Chiliz e, la famosa piattaforma costruita sulla sua blockchain, Socios.com dominano ormai da tempo il mercato dei fan token, che permettono ai tifosi di partecipare da vicino alle decisioni che coinvolgono le loro squadre preferite. I fan token garantiscono inoltre, a chi li possiede, l’accesso ad esperienze esclusive come biglietti VIP per le partite e visite guidate nei musei o negli stadi delle squadre. La crypto di Chiliz ha segnato un incremento molto simile a quello di Algorand nell’ultimo periodo. 

Il prezzo di Chiliz è infatti aumentato di più del 40% da inizio Settembre 2022. L’incremento del prezzo di Chiliz potrebbe essere connesso a diversi fattori, alcuni riguardanti il mondo del crypto-soccer, altri invece relativi all’innovazione tecnologica della stessa blockchain. La prima importante notizia riguarda l’acquisizione da parte di Chiliz del 24.5% dei Barça Studios, la sezione del Barcellona FC che si occupa di comunicazione ed intrattenimento, avvenuta Lunedì 1 Agosto 2022. L’acquisizione, che è costata all’azienda blockchain circa 100 milioni di dollari, ha come obiettivo la creazione di contenuti Web3 per raggiungere sempre più appassionati in tutto il mondo garantendo l’interazione con le squadre del cuore attraverso nuove modalità. Inoltre Chiliz ha recentemente rinnovato la partnership con la Union of European Football Associations (UEFA). La collaborazione, nata nel 2021, continuerà anche durante la stagione calcistica 2022/23 e ci permetterà di vedere il logo di Socios in associazione a tutti gli eventi UEFA, per esempio durante le partite della UEFA Champions League


Per quanto riguarda invece l’innovazione tecnologia della blockchain di Chiliz, il 31 Marzo 2021 è stato annunciato il lancio di Scoville, la testnet pubblica per Chiliz 2.0. Oggi la blockchain principale di Chiliz è ancora alla prima fase di sviluppo. La mainnet, che dovrebbe essere attivata entro l’inizio del 2023, si chiamerà come da tradizione per la blockchain company, con il nome di una specie di peperoncino: Habanero.Chiliz Chain 2.0 (CC2) sarà una blockchain Layer-1 creata appositamente per le industrie dello sport e dell’intrattenimento. Chiliz Chain 2.0 permetterà di costruire applicazioni decentralizzate che potranno sfruttare al 100% i fan token. In seguito a questo aggiornamento anche il token CHZ espanderà i suoi casi d’uso. Non servirà solamente ad acquistare in Fan Token sulla piattaforma di Socios ma diventerà l’asset nativo della blockchain CC2 e sarà indisponibile a processare tutte le transazioni che avverranno sulla rete.

Come cambia Ethereum dopo The Merge? Le novità spiegate in 7 punti

Ethereum 2.0, le novità dopo The Merge spiegate in 7 punti

L’aggiornamento di Ethereum 2.0 è stato attivato con successo! Scopri le novità dopo The Merge in 7 punti

The Merge è stato un successo a livello informatico. L’aggiornamento è stato attivato Giovedì 15 Settembre 2022 senza nessun intoppo e la blockchain di Ethereum ha iniziato a validare le transazioni attraverso l’algoritmo di consenso Proof-of-Stake in modo fluido a partire dal blocco numero 15537393. Come di solito accade con i grandi eventi, con il passare dell’euforia generale iniziano a circolare tantissime domande in merito al “dopo”. Ethereum diventa più centralizzato? Cosa è successo al prezzo di Ethereum? Se vuoi saperne di più, leggi le novità dopo The Merge spiegate in 7 punti!

1. Come mai il prezzo di Ethereum è crollato dopo The Merge?

Nel giorno dell’attivazione di The Merge, ETH ha perso circa 10 punti percentuali disegnando una candela rossa sul grafico. Ma come mai Ethereum è crollato dopo il successo di The Merge? Si possono individuare principalmente due ragioni, una strettamente legata a The Merge e l’altra inerente alla situazione macro-economica in cui ci troviamo in questo periodo. Nello scenario economico attuale, che è stato analizzato all’interno dell’ultimo episodio di Young Market, stiamo assistendo all’aumento dei tassi di interesse da parte della SEC, l’agenzia governativa statunitense incaricata di regolamentare il mercato, e all’aumento dell’offerta sui mercati. Questa situazione va sicuramente a svantaggio di asset considerati rischiosi come le criptovalute. Il prezzo di Ether quindi è crollato di più del 20% dopo The Merge.

La seconda ragione è riconducibile proprio all’attivazione di The Merge. I miner, coloro che nella precedente versione di Ethereum Proof-of-Work si occupavano di validare le transazioni, avrebbero venduto circa 20.000 ETH nelle ore successive di The Merge (secondo i dati di OKlink), contribuendo a portare il prezzo di Ethereum verso il basso. 

2. Ethereum è più centralizzato dopo The Merge?

Qualcuno ha fatto notare che dopo The Merge, Ethereum sarebbe  più centralizzato di prima. Questo perché i nodi che si occupano di validare le transazioni della blockchain Proof-of-Stake al momento sono meno rispetto ai nodi della rete Proof-of-Work. 

In una blockchain che funziona tramite l’algoritmo di consenso Proof-of-Stake, le transazioni vengono validate tramite lo staking. I nodi validatori della rete di Ethereum, ovvero coloro che possiedono almeno 32 ETH, si occupano di approvare tutte le transazioni e vengono premiati dalla rete stessa attraverso ricompense in Ether. La maggior parte di questi nodi è costituita da organizzazioni chiamate staking pool che raggruppano gli Ether degli utenti che vogliono delegare le loro crypto per partecipare al meccanismo di consenso. 

La critica relativa alla centralizzazione è stata avanzata perché queste staking pool sono poche e possiedono grandissime quantità di Ether per conto degli utenti. Uno dei rischi di questa situazione potrebbe essere la centralizzazione delle decisioni e dei processi nella rete di Ethereum. Questa critica però si contrappone all’idea secondo la quale, i provider guadagnerebbero in relazione alla quantità di Ether che possiedono e di conseguenza al numero di utenti che scelgono di servirsi di loro. Secondo questa ipotesi non sarebbero incentivati a censurare le transazioni e a rischiare quindi di perdere utenti e introiti. Quali saranno i prossimi sviluppi? Nasceranno altre staking pool che aiuteranno a decentralizzare maggiormente il network di Ethereum?

Il secondo punto su cui cercano di fare leva i detrattori di Ether è la collocazione geografica dei nodi validatori. In risposta a questo, un report consultabile sul sito ufficiale di Lido, una delle staking pool più utilizzate, mostra come i nodi validatori di Lido siano distribuiti geograficamente e nessun paese mostra una percentuale superiore al 15% in termini di presenza di validatori sul proprio territorio. Non solo: Lido stessa è un’organizzazione che ha come obbiettivo il miglioramento della propria decentralizzazione e i cui protocolli di staking sono già regolati da una DAO.

3. Attenzione alle fake news post The Merge 

Giovedì 15 Settembre 2022 alcune importanti testate giornalistiche italiane hanno riportato la notizia secondo la quale il founder di Ethereum, Vitalik Buterin, avrebbe hackerato il profilo Twitter del Ministero per la Transizione Ecologica il cui ministro è Roberto Cingolani. Ovviamente non è successo niente di tutto questo, il nome di Vitalik Buterin apparso come handle del profilo è stato inserito da un truffatore. La community Web3 italiana si è ovviamente espressa in maniera molto critica verso le famose testate che hanno dato l’allarme. Sono nati una serie di meme molto divertenti che hanno posto l’accento sulla disinformazione e la tendenza a strumentalizzare informazioni senza verificarle. 

4. Come cambia la tokenomics di Ethereum dopo The Merge?

Una delle 7 novità dopo The Merge riguarda la tokenomics di Ethereum. La tokenomics è il modello che descrive le caratteristiche economiche di un token e contiene tutte le informazioni relative all’emissione e alla distribuzione del token di una blockchain. Il passaggio dall’algoritmo di consenso Proof-of-Work all’algoritmo Proof-of-Stake determinerà un’emissione di ETH minore, cosa che andrà ad influire anche sull’inflazione della crypto che, nel periodo precedente a The Merge, era del 4% circa. In alcuni momenti immediatamente successivi a The Merge, Ether ha avuto una tendenza deflazionaria, in altre parole sono stati distrutti più Ether di quanti ne venissero emessi. 

La tokenomics di Ethereum subirà dei cambiamenti anche dopo il prossimo aggiornamento in programma per Ethereum, denominato Shanghai. Nei mesi successivi a The Merge, fino all’attivazione di Shangai, per gli staker non sarà possibile prelevare i propri ETH. L’aggiornamento regolerà i prelievi di ETH dallo staking, influenzando la quantità di criptovalute circolanti. 

5. The Merge ha trasformato Ethereum in una blockchain ad impatto zero?

Il team di Ethereum si augura di sì. Secondo l’ Ethereum Foundation, grazie al cambiamento di algoritmo di consenso, la rete ridurrà il consumo energetico del 99.5%. Nelle blockchain Proof-of-Stake infatti le transazioni sono validate grazie allo staking e non grazie alla potenza computazionale messa a disposizione dai miner. È stato stimato che grazie a The Merge, il consumo energetico mondiale verrà ridotto dello 0.2%. L’aggiornamento The Merge potrebbe quindi modificare la narrazione dell’intero settore in relazione a potenziali danni per il clima.

6. I prossimi passi dopo The Merge per un network più scalabile?

Ora che The Merge è stato attivato, qual è il prossimo passo per Ethereum? Vitalik Buterin si è espresso in merito durante una conferenza del 21 Luglio 2021. L’obiettivo principale è la scalabilità del network, e lo è già dal 2017 quando l’utilizzo della rete è aumentato esponenzialmente. Oggi la rete di Ethereum riesce a processare circa 20 transazioni al secondo, in futuro con l’utilizzo di alcune soluzioni di scalabilità si potrà arrivare anche a 100.000 transazioni per secondo. L’aggiornamento successivo a The Merge sarà The Surge. All’interno di The Surge convivranno due fasi, la prima si chiamerà proto-Danksharding e dovrebbe avvenire entro un anno. Con questo aggiornamento, che servirà ad aumentare la quantità di dati immagazzinabili su ogni blocco, sarà possibile rendere le transazioni sui Layer 2 di Ethereum ancora più economiche. La seconda fase di The Surge si chiamerà Danksharding ed avrà il fine di scalare il network di Ethereum anche sui Layer 2 attraverso l’utilizzo dei cosiddetti rollup. I rollup si occupano di aggregare più transazioni “off chain” che vengono poi “presentate” alla blockchain di Ethereum come transazioni uniche. 

7. Dove andranno i miner di Ethereum?

L’ultimo punto delle novità dopo The Merge riguarda il destino dei miner di ETH. Questi si sono dovuti attrezzare per trovare nuove blockchain dove traslocare tutta la loro potenza computazionale. Analizzando l’hash power, e quindi la potenza computazionale di alcune blockchain alternative ad Ethereum, si è intuito dove si sono diretti i miner rimasti senza occupazione. Per esempio l’hash power di Ethereum Classic è schizzato alle stelle segnando un incremento del 500% e quello di Ravencoin dell’800%. Saranno queste le crypto preferite dai miner? Chi non si è spostato su queste monete alternative sta pensando probabilmente ad altre opzioni, come offrire la propria potenza di calcolo a players del settore del cloud computing o dell’elaborazione dei dati come Amazon Web Service oppure validare la versione Proof-of-Stake della rete creando dei nodi.

Altri ex miner di Ethereum hanno deciso di creare degli hard fork per continuare la loro attività. Ci sono stati due hard fork dopo The Merge: ETHW (Ethereum Proof-of-Work) e ETF (Ethereum Fair). I due hard fork non sono stati riconosciuti da Ethereum e di conseguenza sono progetti estranei alla blockchain creata da Vitalik Buterin. Una curiosità riguardante l’hard fork Ethereum Fair è che è stato distribuito a chi possedeva Dogecoin, Ethereum Classic e Bitcoin ma non a chi possedeva degli ETH. Entrambi gli hard fork sono stati oggetto di grandissima volatilità nelle ore immediatamente successive a The Merge.

Arriva lo staking per Apecoin, la crypto del Bored Ape Yacht Club

Apecoin: arriva lo staking per la crypto del Bored Ape Yacht Club

Dal 31 Ottobre 2022 sarà possibile mettere in staking Apecoin, la crypto del Bored Apes Yacht Club, grazie alla partnership con Horizen Labs!

Apecoin, la crypto del Bored Ape Yacht Club continua ad evolversi e ad accrescere i suoi casi d’uso. Ad Agosto 2022 il marchio di moda Gucci ha iniziato ad accettare il token delle scimmie NFT più famose del Web3 contribuendo così a migliorare la loro reputazione. Il 22 Settembre 2022 la blockchain company Horizen Labs, che si era già occupata di sviluppare il token Apecoin, ha annunciato una data, ancora provvisoria, per il rilascio della piattaforma di staking di APE. Vedremo se il team di Horizen Lab riuscirà a rispettare la roadmap entro il 31 Ottobre. Si tratterà di uno scherzetto in stile Halloween o una dolce novità per il mondo del Web3?

Bored Ape Yacht Club e Horizen Lab

La piattaforma di staking per il token Apecoin si chiamerà ApeStake e sarà interamente sviluppata da Horizen Labs. Ma andiamo con ordine, che cos’è Apecoin (APE)? APE è la crypto ufficiale del Bored Ape Yacht Club, la collezione di PFP NFT più famosa di sempre! È un token di governance, ovvero viene utilizzato dai suoi possessori per prendere posizione riguardo alle decisioni che riguardano il futuro dell’ecosistema BAYC. APE è costruito sulla blockchain di Ethereum ed è stato distribuito ai possessori degli NFT di Yuga Labs a Marzo 2022. Oltre ad essere un token di governance, Apecoin è anche un utility token, e serve ad acquistare tutti i prodotti e i servizi sviluppati da Yuga Labs. La startup, nata in contemporanea con la prima collezione NFT si è evoluta molto velocemente, ed ora si occupa di tre diverse collezioni (BYAC, MAYC e Bored Ape Kennel Club) e un metaverso, Otherside, e le rispettive “terre” da cui è composto.

Horizen Labs invece è una infrastruttura blockchain incentrata sulla privacy e sulla scalabilità. La piattaforma di Horizen Labs consente alle aziende e agli sviluppatori di creare applicazioni decentralizzate sulla sua rete. Horizon Labs offre inoltre la possibilità di utilizzare protocolli zero knowledge per garantire transazioni veloci, sicure ed economiche con le sidechains. L’ecosistema Horizen e la sua criptovaluta ZEN sono stati lanciati nel Maggio del 2017 con il nome ZenCash. Nel 2018 ZenCash è stato vittima di un attacco hacker, che ha obbligato il team a rilanciare il progetto sotto il nuovo nome di Horizen. La piattaforma Horizen Labs è stata scelta dalla DAO (Decentrlized Autonomous Organization) del Bored Ape Yacht Club attraverso una votazione. Il peso di dei votanti, come solitamente accade nella iniziative di votazione di una DAO, è stato determinato dalla quantità di Apecoin che ciascuno di loro possedeva.

Come funzionerà lo staking di Apecoin e degli NFT di Yuga Labs?

Grazie ad alcuni sneak peak rilasciati da Horizen Labs è già possibile immaginare il funzionamento di ApeStake. L’utente potrà scegliere tra quattro diverse pool in cui depositare i suoi APE e bloccare gli NFT dell’ecosistema BAYC in suo possesso. 

Così facendo otterrà ricompense grazie allo staking dei suoi token. Ogni pool e ogni combinazione di quantità di Apecoin e NFT garantirà ricompense e benefici specifici. Vediamo le quattro staking pool di ApeStake:

  1. Apecoin Pool – All’interno della prima staking pool si potranno mettere in staking i propri token APE, senza necessariamente possedere un NFT della collezione di Yuga Labs. L’allocazione totale di APE, da dividere tra tutti coloro che utilizzeranno lo staking in proporzione alla quantità bloccata, disponibile per questa pool, è di 30 milioni di APE;
  1. Bored Ape Pool – La pool dedicata ai possessori di Bored Ape è quella più ricca di ricompense. La Bored Ape Pool mette a disposizione degli utenti 47 milioni di Apecoin che verranno divisi tra coloro che bloccheranno un massimo di 10.094 token APE durante il primo anno per ogni BYAC posseduta;
  1. Mutant Pool – La Mutant Pool consentirà agli utenti di bloccare circa 2.000 APE e la propria MAYC per dividersi la ricompensa di 19 milioni di APE durante il primo anno;
  1. Paired Pool – Nella Paired Pool potrai partecipare abbinando due NFT creati da Yuga Labs secondo delle combinazioni stabilite. Ad esempio un BAKC (la collezione dei cagnolini delle Bored Apes), va abbinata ad una scimmia, non potrai quindi mettere in staking i tuoi APE nel pool bloccando due cagnolini. Le ricompense in essa contenute saranno di circa 4 milioni di Ape.

Le altre funzionalità della piattaforma sviluppata da Horizen Labs devono ancora essere annunciate. All’interno della video-anteprima si può notare la sezione Market Tools il cui funzionamento è ancora segreto.