Il mercato NFT di Febbraio: controversie legali e airdrop milionari

Mercato NFT: cos’è successo a Febbraio?

Cosa è successo nel mercato degli NFT a Febbraio? Come mai i volumi di scambio su Ethereum e Polygon sono in crescita?

Il mercato NFT ha cambiato marcia con l’inizio del 2023, stimolato dal parziale recupero del prezzo delle criptovalute. Nelle ultime settimane gli avvenimenti da seguire sono stati tantissimi. È stato lanciato il token dell’NFT marketplace Blur attraverso un airdrop che ha cambiato la vita “economicamente parlando” a tanti collezionisti di token non fungibili. Gli NFT della canzone “B*tch Better Have My Money” di Rihanna sono stati banditi da Opensea e nuove collezioni sono arrivate su Ordinals, la prima piattaforma dedicata ai non fungible token di Bitcoin.

Mercato NFT: tutti i dati di  Febbraio 2023

La ripartenza del mercato NFT sembra procedere senza intoppi, anche se siamo ancora molto lontani dagli all time high (ATH) di inizio 2022 (e probabilmente ci vorrà un bel po’ prima di raggiungerli di nuovo). Su Ethereum il valore totale scambiato ammonta a 1,3 miliardi di dollari, quasi il 100% in più rispetto a Gennaio. 

Al secondo posto della classifica delle blockchain più attive c’è ancora Solana che però deve iniziare a guardarsi le spalle. L’attività sulla rete è diminuita del 40% rispetto al mese scorso, e ha registrato circa 100 milioni di dollari di volumi di scambio. Al terzo posto c’è invece Polygon, che grazie ad uno strabiliante sprint del +315% si avvicina sempre di più a Solana. 

Le vendite migliori del mese

Crypto Punk e Bored Ape si dimostrano, ancora una volta, le collezioni più costose del mercato NFT e troneggiano sulla classifica delle top sales (vendite più onerose). Il Crypto Punks numero #5066 che è stato venduto per 857 ETH, circa 1,4 milioni di dollari, è il non fungible token più caro di questo mese, mentre al secondo posto c’è la Bored Ape #7090 comprata per 1,3 milioni di dollari circa quindici giorni fa. La sorpresa di questo mese è stata la collezione di “spunte non fungibili” NFT Checks, creata dall’artista Jack Butcher, che ha visto il suo prezzo medio schizzare da 0,07 a 1,2 ETH. Non male, eh? Queste opere d’arte digitali si ispirano ai simboli presenti di fianco al nome utente degli account verificati dei social network. 

I Crypto Punks e i DeGods approdano su Bitcoin

Gli NFT su Bitcoin stanno guadagnando sempre più popolarità, tanto da aver attirato l’attenzione di una collezione di non fungible token che risiede su un’altra blockchain. I DeGods, 9.465 NFT che sono diventati famosi su Solana e che si sposteranno su Polygon, popolano ora anche un blocco della rete di Bitcoin. Non si tratta degli stessi token che si trasferiranno sulla rete della crypto MATIC ma dei 535 esemplari della collezione distrutti in occasione del lancio perché rimasti invenduti. Il team dei DeGods ha concesso a questi NFT una seconda vita attraverso l’iscrizione sulla blockchain di Bitcoin grazie ad Ordinals. Ma c’è di più! Con l’aiuto di Nick Hansen, CEO dell’azienda di mining Luxor Technologies, il team dei DeGods è riuscito a registrare tutti i token non fungibili sullo stesso blocco, comprimendo fortemente le immagini. 

Anche degli NFT simili ai Crypto Punks sono approdati su Bitcoin: una nuova collezione di 100 token non fungibili chiamata Ordinal Punks. Solitamente le collezioni che copiano quelle più famose (copycat) non riscuotono molto successo, ma questa volta sembra essere andata diversamente, almeno per ora, tanto che un utente ha deciso di scambiare un CryptoPunk originale (del valore di circa 100.000 dollari) per un Ordinal Punk. 

Nel frattempo, su Litecoin (LTC), che da sempre viene definita la sorella minore di Bitcoin, è entrata nel mercato NFT grazie ad una copia del protocollo per non fungible token nato sulla rete “primogenita”. L’hard fork di Ordinals, creato da uno sviluppatore di Bitcoin Anthony Gurrera, è già attivo ed è pressoché identico a quello su BTC.

Opensea blocca gli NFT della canzone di Rihanna

Opensea ha bloccato gli scambi per la collezione NFT della canzone di Rihanna “B*tch Better Have My Money”. Questi token non fungibili derivano dalla collaborazione tra AnotherBlock e Jamil Pierre, il produttore del famoso brano della cantante. AnotherBlock è un’azienda Web3 che collabora con gli artisti, scrittori e prodotti per trasformare una parte delle royalty derivanti dallo streaming delle loro opere in NFT. Ogni token non fungibile della collezione, in tutto 300, racchiude una piccola percentuale delle royalty sulla traccia che consentono, a chi li possiede, di guadagnare ricompense quando quest’ultima viene riprodotta

Dopo il sold out quasi istantaneo e dopo l’esibizione della cantante al Super Bowl, la collezione è stata bandita da Opensea. Il motivo? Il marketplace non consente di scambiare NFT che “promettono profitti basati sulla proprietà frazionata di token”. Il marketplace ad oggi non ha ancora rilasciato dichiarazioni in merito, vedremo se cambierà idea e consentirà lo scambio di questo tipo di NFT sul suo marketplace in futuro.

Il logo del Bored Apes Kennel Club è stato rubato da Yuga Labs

Le dispute del mercato NFT non finiscono mai e dopo Rihanna è il momento di parlare del logo della collezione “Bored Ape Kennel Club”, i cagnolini delle “scimmie annoiate”. Il marchio, che la collezione utilizza da quando è stata creata, sembra essere stato rubato dal profilo Twitter per aspiranti disegnatori “Easy Drawing Tutorial”. 

Il co-fondatore di Yuga Labs, l’azienda Web3 che ha creato tutte le collezioni NFT del Bored Apes Yacht Club, Greg Solano, ha dichiarato di essere all’oscuro di tutto e si è messo in contatto con l’autore del logo del Kennel Club (un designer freelancer assunto per l’occasione) e la pagina di disegno amatoriale. Yuga Labs rischia di venire indagata per violazione della proprietà individuale, vedremo se le parti riusciranno a risolvere la questione da soli o avranno bisogno di un tribunale.


Insomma, il mercato NFT trova sempre il modo di far parlare di sé, dalle molteplici controversie legali agli airdrop milionari. Quello che ci interessa però è che i volumi di scambio stanno crescendo, recuperando i cali del bear market.

Floki Inu: ecco perché la memecoin è in trend

Floki Inu: perché tutti parlano della crypto dopo il tweet di Elon Musk?

Un tweet di Elon Musk spedisce la crypto Floki Inu to the moon. Quali sono i progetti più interessanti che la memecoin ha in serbo per il futuro?

Floki Inu come Dogecoin? Elon Musk ha di nuovo provocato un pump improvviso in una memecoin. Ma questa volta non è la sua crypto del cuore ad essere sulla bocca di tutti, ma Floki, la terza memecoin più famosa del mercato crypto. Eppure pare che Floki Inu sia in trend non soltanto per merito di Musk…

Floki Inu: il tweet di Elon Musk che ha fatto volare il prezzo 

La crypto è stata lanciata a Giugno 2021, su Ethereum, pochi minuti dopo che Elon Musk ha pubblicato, su Twitter, la foto del suo nuovo cucciolo di Shiba Inu chiamato Floki come il protagonista della serie tv Vikings. Inizialmente l’obiettivo del team di Floki Inu era di intercettare l’hype che i tweet di Musk generavano in quel periodo, ma con il progetto si è consolidato e ora viene gestito da una DAO (Organizzazione Autonoma Decentralizzata).

Dopo l’ultimo tweet del patron di Tesla, dove il suo cane viene immortalato nelle vesti di CEO di Twitter, la crypto Floki Inu è stata investita da un interesse degno delle fasi più concitate di un bull market. Il suo prezzo è schizzato verso l’alto, registrando un +190% in meno di 48 ore. Nei giorni successivi poi ha perso qualche livello di prezzo guadagnato durante il pump riuscendo comunque a trovare un supporto intorno agli 0,000039$, e mantenendo un solido +70% dall’inizio del movimento. Quanto vale ora un Floki? Circa 0,000042$ ma attenzione, sta oscillando.

Il tweet di Elon Musk potrebbe però non essere l’unica ragione dietro al movimento rialzista della crypto. In questi giorni è stata votata una proposta sulla DAO della memecoin che potrebbe fare la differenza per il suo futuro.

Le ultime novità di Floki Inu: burn di token e la roadmap

La crypto Floki Inu vuole essere più di una “semplice” memecoin. Ciò si evince dalla regolarità con la quale il team sottopone la sua community a proposte e aggiornamenti, attraverso la sua DAO. In questi giorni si è risolta una spinosa questione sul bridge tra Ethereum e la blockchain di Binance, la Binance Smart Chain (BSC) e sulle commissioni applicate sulle transazioni.

Il team, attraverso una singola proposta, ha chiesto ai suoi utenti se volessero eliminare il bridge che consente di trasportare i token dalla Binance Smart Cahin a Ethereum e se intendessero ridurre le commissioni per gli scambi dal 3% allo 0,3%. La DAO ha accettato la proposta all’unanimità, causando il burning (la distruzione) di circa 600 miliardi di token Floki, circa il 6% della total supply (fornitura totale), i quali servivano a sostenere il bridge e quindi a consentire il trasferimento dei token dalla BNB Chain alla blockchain di Ethereum.

La riduzione delle commissioni, sancita dalla votazione sulla DAO, provocherà un calo delle entrate generate dagli acquisti e dalle vendite delle memecoin ma consentirà agli utenti di processare gli scambi in modo più economico.

In questi giorni è stata anche annunciata la roadmap per il 2023 della crypto. I punti salienti saranno: il lancio di una piattaforma per lo Yield Farming (staking, lending e borrowing), il rilascio di una carta di debito e la costruzione della blockchain di proprietà di Floki Inu, di nome Valhalla. Inoltre alcune voci non ufficiali ipotizzano l’imminente listing della memecoin sui grandi exchange che non consentono ancora di scambiarla; i più quotati sembrano essere Binance e OKX. Insomma, il team di Floki Inu sta lavorando per trasformare la sua crypto in molto di più che una memecoin, ci riusciranno o dovranno continuare a contare su Elon Musk?

Blur supera OpenSea in volumi. Diventerà il nuovo top marketplace NFT?

NFT Blur: cosa sta succedendo con OpenSea? Le cose da sapere

Il successo degli NFT di Blur mette a dura prova il colosso OpenSea. Cosa sta succedendo? Ecco tutte le cose da sapere e perché tenere d’occhio la battaglia tra marketplace

Gli NFT di Blur sono già un caso studio. Come può un marketplace attivo da soli pochi mesi superare il colosso del settore? La piattaforma ci è riuscita con due strategie: togliere tutte le royalty dei token non fungibili e lanciare la sua crypto BLUR con un tempismo perfetto. Il marketplace ha attirato moltissimi utenti e la cosa sta facendo tremare il principale competitor che in questi giorni sta cercando di rimediare e non perdere il suo primato. Ecco cosa sta succedendo tra Blur e OpenSea e tutte le cose da sapere sulla battaglia tra marketplace!

Come gli NFT di Blur hanno superato il volume di quelli di OpenSea

Blur è l’ultima novità del mondo “non fungibile”, e sebbene sia in circolazione solo da pochi mesi, è diventato in poco tempo una delle principali piattaforme per lo scambio di token non fungibili. 

Da Dicembre 2022 i volumi del nuovo marketplace sono cresciuti esponenzialmente fino a superare quelli di Opensea: la settimana scorsa la differenza di volumi di scambio tra le due piattaforme è stata enorme. Opensea ha gestito circa il 16% degli scambi del mercato NFT, Blur quasi l’80%. Quanto accaduto può essere motivato dalle due strategie che si sono, soprattutto negli ultimi giorni, dimostrate vincenti. 

La prima riguarda le royalty. Il marketplace ha deciso di non imporre, ai suoi utenti, il pagamento obbligatorio delle royalty, ovvero le commissioni che vengono trattenute dalle vendite di NFT e redistribuite ai creatori delle collezioni e agli artisti. Solitamente oscillano dal 2,5% fino a massimo il 15% del prezzo totale del token. La decisione di togliere il pagamento obbligatorio delle royalty, introdotta per la prima volta da Magic Eden ad Ottobre 2022, incentiva i retailer (rivenditori) rispetto agli artisti che vengono così privati di una parte dei guadagni.

L’ultimo baluardo per i creator, uno dei pochi marketplace a non aver reso le royalty facoltative, era Opensea, che cercava di resistere ai colpi dei concorrenti mantenendole obbligatorie. Si appunto era! Perché da questa settimana, e in teoria per un periodo di tempo limitato, anche Opensea ha eliminato l’obbligo di pagare le commissioni. Riuscirà in questo modo a fermare l’avanzare di Blur?

L’airdrop da capogiro della crypto di Blur

La seconda strategia è stata costruita attorno al lancio di $BLUR, avvenuto sulla blockchain di Ethereum, che ha permesso agli utenti di ricevere in regalo incredibili somme di Ether (di quelle che ti cambiano la vita) in proporzione a quanto avevano utilizzato la piattaforma. L’airdrop della crypto BLUR ha inizialmente premiato attraverso dei punti, chiamati bid e listing point. I primi sono stati distribuiti tenendo conto della quantità di ETH offerti per acquistare NFT su Blur, mentre i secondi al numero di listing (messa in vendita) dei propri token non fungibili sulla piattaforma.

Successivamente sono stati distribuiti a chi aveva ottenuto questi punti, 400 milioni di dollari. La formula matematica che il team del progetto ha utilizzato per dividere il bottino ha tenuto conto dei punti accumulati da ogni utente e della listing loyalty, ovvero la “lealtà” degli utenti al marketplace. Per alcuni utenti l’airdrop è stato da capogiro! I primi tre classificati hanno ricevuto circa 2.900 ETH, al prezzo attuale più di 3,5 milioni di dollari ciascuno.

In seguito dell’imponente airdrop il prezzo della crypto BLUR ha registrato un andamento schizofrenico. È passato dagli 0,46$ del lancio al prezzo attuale di 1,18$ con oscillazioni anche del 40% in poche ore. Ora occupa la 93° posizione della classifica delle crypto per market cap, ed ha una capitalizzazione di mercato di circa 460 milioni di dollari

Ad oggi non è possibile sapere chi sarà il vincitore della battaglia tra marketplace, gli NFT su Blur riusciranno a mantenere il successo di questi giorni o la loro posizione sfumerà? 
Di sicuro i perdenti di questa situazione non sono i marketplace ma i creator e gli artisti: per la competizione sfrenata a chi vende di più delle piattaforme, dovranno lottare per reintrodurre il pagamento obbligatorio delle royalty. E vedere finalmente ricompensato il loro lavoro.

The Graph (GRT) esplode, le crypto AI sono il trend del 2023?

The Graph (GRT): il prezzo esplode. Le crypto AI sono il nuovo trend?

Le criptovalute che si basano sull’intelligenza artificiale sono il trend che si imporrà nel 2023? Vediamo le sorprendenti performance di The Graph (GRT)!

The Graph (GRT) ha rubato la scena a Bitcoin ed Ethereum questa settimana ed è diventata la crypto, tra le 100 più capitalizzate del mercato, con il miglior andamento negli ultimi trenta giorni. Il suo prezzo infatti è aumentato del 145%! I motivi di questa crescita sono diversi, e potrebbe anche essere merito di Chat GPT, la novità tech di cui si parla ininterrottamente dallo scorso Dicembre. Gli investimenti di Microsoft nel chatbox di Open AI hanno dato il via ad una nuova tendenza che si è estesa al mondo crypto e che ha favorito i token delle blockchain che si basano sull’intelligenza artificiale, uno di questi è proprio The Graph (GRT).

Tieniti forte e allaccia le cinture, perché il movimento del prezzo di The Graph dell’ultimo mese assomiglia ad un lancio spaziale!

Lo stupefacente rally di GRT

Attualmente, The Graph (GRT), occupa la 40° posizione della classifica delle crypto per market cap, con una capitalizzazione che si aggira intorno agli 1,5 miliardi di dollari e un prezzo di circa 0,17$. Nonostante lo stupefacente rally dell’ultimo mese, siamo ancora molto lontani dal punto più alto del suo prezzo (ATH), di 3$, toccato a Febbraio 2021. Il valore massimo mai raggiunto dalla capitalizzazione di mercato di GRT è però di 5,7 miliardi di dollari, toccato esattamente due anni fa, a Febbraio 2021.

Grafico prezzo The Graph (GRT) 08/02/2023

Vediamo ora l’analisi dell’impulso rialzista iniziato nei primi giorni di Gennaio, con la rottura della resistenza a 0,077$ che teneva ingabbiato il prezzo di GRT da molto tempo. Nei giorni successivi alla rottura del livello, il movimento della crypto di The Graph è stato da manuale grazie al retest della resistenza, che si è trasformata così in un supporto. Dopodiché abbiamo assistito ad una impetuosa ripartenza, con la quale GRT è andato alla ricerca di un nuovo massimo. Il movimento di The Graph è stato rapido e potente, tanto da registrare, nel punto di massima estensione, un +200%. In questo modo ha raggiunto la zona dei 0,23$ in meno di venti giorni. 

Nelle ultime ore poi, la crypto di GRT ha ritracciato perdendo circa il 25% del suo valore. Nonostante questa prevedibile flessione, data l’ampiezza del movimento rialzista, lo scenario per i prossimi mesi rimane positivo soprattutto perché le crypto che si basano sull’intelligenza artificiale sembrano essere il trend del momento. 

Il trend delle crypto AI e i nuovi sviluppi di The Graph

La crypto GRT però, oltre che cavalcare l’hype generato dall’AI si sta anche concentrando sullo sviluppo del suo network. The Graph è un protocollo decentralizzato che indicizza i dati sulle blockchain. Funziona in modo simile ad un motore di ricerca, ma invece di servirsi di database centralizzati raccoglie i dati sui nodi dei network con i quali collabora, come ad esempio Ethereum. Queste reti, sono diventate più numerose grazie agli ultimi aggiornamenti. The Graph sta infatti ampliando l’offerta dei suoi servizi che sono stati estesi, durante questa settimana, a tre nuove blockchain: Arbitrum, Optimism e Celo
Ma perché The Graph è una “crypto dell’intelligenza artificiale?” Il protocollo utilizza strumenti AI per diversi scopi, ad esempio si serve di Semiotic AI, un’azienda di intelligenza artificiale fondata nel 2020, per automatizzare le ricerche all’interno dei suoi contenitori di dati. Nell’ultimo periodo sono anche aumentate le entrate che derivano dalle commissioni pagate per interrogare il database decentralizzato di The Graph. In particolare nell’ultimo trimestre, che è iniziato a Novembre 2022, le commissioni generate dalla blockchain di GRT dall’estrapolazione dei dati sono aumentate del 66%.

Non solo The Graph ma anche altre criptovalute che utilizzano l’AI sono andate bene nell’ultimo periodo. Ocean Protocol (OCEAN) ha registrato in un mese un +146%, Fetch.ai (FET) un +196% e SingularityNET (AGIX) addirittura un +540%.


Continua quindi il dibattito sul rapporto tra intelligenza artificiale e blockchain. Dopo aver riportato i pareri di Bill Gates e Peter Thiel nell’articolo dedicato alle crypto AI, citiamo il parere di  Andre Cronje, il fondatore di Yearn Finance. Secondo Cronje i recenti pump delle crypto che appartengono a questa categoria sono stati causati solamente dalla speculazione: “le blockchain non migliorano l’IA e l’IA non migliora le blockchain”. Andre Cronje avrà ragione? Le crypto AI accuseranno il colpo quando l’attenzione sull’intelligenza artificiale si attenuerà, o questo tipo di progetti Web3 continueranno a crescere in futuro?

Il mercato NFT torna ad accelerare! Le novità delle ultime settimane

NFT: novità e dati del mercato di Gennaio

Dopo mesi faticosi, il mercato NFT sembra pronto ad accelerare. Cos’è successo nelle ultime settimane nel mondo dei non fungible token?

Da inizio Gennaio 2023, grazie alla parziale ripresa del prezzo delle crypto, anche il mercato NFT sembra aver trovato nuova linfa vitale. Questi token stanno davvero rinascendo? Quali sono le collezioni che stanno contribuendo a far ripartire il settore? Dalle opere d’arte digitale di Porsche alle novità sulla battaglia legale a tema NFT Hermès.

Il mercato NFT è pronto a ripartire?

Opensea, il più importante NFT marketplace, ha registrato nel primo mese dell’anno un consistente aumento dei volumi di vendita, arrivando a gestire quasi 500.000 dollari di scambi. Tra le blockchain più utilizzate nel mercato NFT ci sono Ethereum e Solana. Il volume della prima è di circa 800.000 milioni di dollari, quasi il doppio rispetto a Dicembre, per Solana invece l’incremento delle vendite è stato del 70% rispetto all’ultimo mese del 2022.  

Parlando di blockchain, vedremo presto Non Fungible Token anche su Bitcoin? In realtà i digital collectibles esistono sulla blockchain di BTC dal 2014 ma non hanno mai attirato l’attenzione. Ora però, un ex collaboratore di Bitcoin Core vuole portarli al successo con il suo progetto Ordinals, un sistema che consentirà agli utenti di aggiungere file all’interno di una transazione di satoshi (la misura minima del sistema monetario di BTC). 

Le vendite migliori del mese 

Le collezioni più preziose del mercato NFT, a Gennaio 2023, continuano ad essere le blue chip: Bored Apes e CryptoPunks. La “scimmia annoiata” numero #4025 è stata venduta, circa due settimane fa, per 610.000$. Nella top venti delle migliori vendite di Gennaio compare anche un Azuki, il numero #7257, acquistato per 360.000$ ad inizio anno. 

La sorpresa di Febbraio potrebbero essere i Doodles, dato che i loro volumi di vendita sono cresciuti fortemente negli ultimi giorni. Questa grande attenzione sembra essere dovuta alla notizia dell’acquisizione dello studio di animazione Golden Wolf. Che ha contribuito a realizzare scene di serie animate di grande successo, come ad esempio Rick and Morty. Anche i Cool Cats hanno in serbo qualche novità per il mercato NFT, stando al loro ultimo tweet, probabilmente si tratta di una nuova collezione di PFP.

Dal flop al top, gli NFT di Porsche

C’è una new-entry nel mercato degli NFT! La scorsa settimana Porsche ha lanciato, su Ethereum, la sua prima collezione NFT dedicata a uno dei suoi modelli più iconici, l’immortale 911. L’obiettivo iniziale di Porsche era vendere 7.500 Non Fungible Token ad un prezzo di 0,91 ETH l’uno, circa 1.500$, cifra che ha generato malcontento e polemiche perché troppo alta. La situazione è cambiata quando Porsche a causa di problemi tecnici ha interrotto il minting, vendendo solamente 2.363 NFT. Lo stop della vendita ha quindi ridotto di molto l’offerta della collezione causando un’impennata del prezzo dei modellini della 911.

Oggi gli NFT di Porsche hanno un floor price (prezzo minimo a cui è possibile acquistarli) di 2,5 ETH, circa 3.600$, più del doppio del prezzo iniziale di vendita. La collezione ha registrato un volume complessivo di 2.600 ETH. Il brand automobilistico tedesco, per rimediare agli errori commessi in occasione del lancio, ha permesso agli utenti non soddisfatti di restituire i Non Fungible Token. È la prima volta che nel mercato NFT si vede un rimborso di questo genere.  

I Sewer Pass del Bored Apes Yacht Club

Il 17 Gennaio sono stati distribuiti gratuitamente agli hodler delle collezioni “Bored Ape Yacht Club” e “Mutant Ape Yacht Club”, dei nuovi NFT del BAYC: i Sewer Pass, letteralmente 24.686 “biglietti per le fogne”. I pass servivano ad accedere al primo esperimento gaming di Yuga Labs: Doo-Key, è un minigioco in cui bisogna scivolare nelle fognature il più a lungo possibile mentre si evitano ostacoli e si raccolgono gemme e punti esperienza. 

Le novità, per la collezione NFT, non finiscono qui. L’obiettivo finale di Doo-Key è recuperare una chiave preziosa persa da Jimmy The Monkey, più si resiste all’interno delle fogne, più punti si accumulano e più saranno preziosi i premi segreti che Yuga Labs distribuirà alla fine dell’evento, il 15 Febbraio. La collezione NFT dei Sewer Pass è andata piuttosto bene da quando ha iniziato ad essere scambiata sui mercati secondari: solamente su Opensea, ha registrato circa 30.000 ETH di volume durante le prime due settimane dal suo rilascio e, ad oggi, conserva un floor price di 2,41 ETH. 

NFT: Hermès vs Metabirking, chi vincerà?

È iniziato il processo che dovrà risolvere il conflitto tra Hermès e gli NFT di Mason Rothschild. La contesa tra le parti dura da Gennaio dell’anno scorso, quando Hermés ha denunciato Rothschild per violazione dei diritti di immagine. L’oggetto della discordia è una collezione “Metabirkins” che raffigura le iconiche Birkin Bag.

Hermès è convinta che gli NFT di Rothschild, oltre ad aver violato i diritti di immagine, abbiano danneggiato anche i propri piani di espansione nel Web3. Per chiudere la controversia il brand francese chiede il risarcimento di tutte le royalties (commissioni) guadagnate grazie alle vendite dei token non fungibili e la distruzione di questi ultimi. Il creatore di NFT invece fa affidamento alle leggi sulla libertà di espressione che secondo lui, lo tuteleranno. La collezione delle Metabirkins ha registrato oltre un milione di vendite su Opensea durante il 2021, alcuni pezzi sono stati venduti ad un prezzo superiore di quello, già elevato, delle Birkin (dai 7.000 ai 100.000 dollari).

I primi NFT del supermercato Bennet

Restiamo in tema borse grazie a Bennet che è diventato, questa settimana, il primo player della GDO (grande distribuzione organizzata) a rilasciare un progetto sul mercato NFT. Le bag di Bennet non sono prodotti di alta moda, ma stilosi sacchetti per la spesa realizzati da IED, Istituto Europeo di Design. Per avviare il progetto, Bennet si è rivolta a Smiling, un’azienda di Milano che si dedica ad applicare la tecnologia blockchain al mondo del marketing. 

Come spesso succede gli NFT non vengono apprezzati soltanto per ciò che raffigurano, ma anche per la loro utilità. Le shopping bag che rilascerà Bennet non faranno eccezione, saranno di tre diverse categorie, Platinum, Gold e Silver e ognuna porterà con sé diversi vantaggi. Se si acquista per esempio la variante Platinum, che costerà 30€, si otterranno: 25€ di buoni sconto da spendere nei supermercati del marchio, l’NFT “Shopper Bennet” e la possibilità di partecipare ad un concorso a premi. Cosa vinci se vieni estratt*? O una LAND di The Sandbox o un token non fungibile “Cryptokicks” prodotto da Nike in collaborazione con RTFKT.

Un CryptoPunk scambiato per una collezione di Meme

Un’altra novità NFT degli ultimi giorni riguarda un CryptoPunk. Il 19 Gennaio un non fungible token della collezione, solitamente venduto per almeno 100.000 dollari, è stato scambiato con una collezione di meme NFT chiamata “The Memes”, di proprietà del celebre crypto enthusiast Punk#6529, un influencer Web3 molto conosciuto su Twitter. Il valore complessivo di questa collezione è aumentato di 19 volte questa settimana, raggiungendo gli 83 milioni di dollari

La collezione più iconica creata da Punk#6529 si chiama “nakamoto freedom” ed è composta da 300 NFT che raffigurano un signore asiatico, dei Bitcoin in versione fisica e il testo  “Freedom to transact”, in italiano “libertà di trasferire denaro”. Questa raccolta di opere d’arte digitale è in vendita su Opensea a partire da 27 ETH, circa 39.000$.

Il mercato NFT del primo mese dell’anno si è chiuso con note positive. Si dice che “chi ben comincia è a metà dell’opera” e i token non fungibili hanno ancora tutto il 2023 per dimostrare il loro valore. 

Perché ora in Nigeria Bitcoin vale il 60% in più?

Bitcoin previsioni 2050: quale valore potrà raggiungere?

In Nigeria il prezzo di BTC sale del 60%, per i limiti sui prelievi di contanti. Il paese africano è ora primo al mondo per le ricerche su Google “comprare Bitcoin”

Si, lo sappiamo cosa stai pensando: il prezzo di Bitcoin non dovrebbe essere influenzato dall’area geografica. Cos’è successo allora? A causa dei limiti imposti dalla Banca Centrale Nigeriana per il ritiro dei contanti, il valore di BTC, in Nigeria, è più alto del 60% rispetto agli altri paesi del mondo. Vediamo come mai Bitcoin è “esploso”.

Le politiche della Banca Centrale Nigeriana

Tutto è partito con un’iniziativa della Banca Centrale Nigeriana, che dal 9 Gennaio, ha imposto un limite giornaliero sui prelievi di denaro, di 20.000 naira, circa 44$, e uno settimanale di 100.000 naira (217$). Questa limitazione serve a contrastare l’attuale scarsità di denaro contante, che è stata causata dalla recente sostituzione delle vecchie banconote naira con quelle nuove. I cittadini nigeriani hanno tempo fino al 10 Febbraio (termine ultimo che è stato prolungato, in precedenza era fissato per il 24 Gennaio) per consegnare le banconote vecchie in cambio delle nuove versioni, che però, al momento, scarseggiano. 

La sostituzione delle banconote ha lo scopo di contrastare l’inflazione e limitare il riciclaggio di denaro ma anche ridisegnare il sistema bancario nigeriano in favore dell’adozione delle valute digitali, in particolare della CBDC eNaira. Queste misure però, invece che aiutare, stanno recando disagi a tutti i cittadini del paese africano, i quali non possono far altro che affidarsi alle crypto, e in particolare a Bitcoin, il cui prezzo è esploso nelle ultime ore.

Perché il prezzo di Bitcoin in Nigeria è più alto?

In questo momento, sull’exchange nigeriano NairaEX, non è possibile acquistare un BTC per meno di 17,8 milioni di naira, ovvero 38.792$. Questo valore corrisponde al 60% in più rispetto al prezzo di Bitcoin in tutto il resto del mondo e deriva dal fortissimo incremento della domanda che ha investito la criptovaluta per via delle limitazioni sul prelievo dei contanti. Intanto, nelle ultime ore, la Nigeria è diventato il primo paese al mondo per la ricerca di “comprare Bitcoin” su Google. È possibile che questo avvenimento consenta al paese africano di raggiungere il primo posto nella classifica dei paesi più crypto friendly?

7 modi in cui l’intelligenza artificiale può migliorare le crypto

Criptovalute e intelligenza artificiale: 7 applicazioni e progetti interessanti

Criptovalute e intelligenza artificiale sono le tecnologie del futuro. Riusciranno a collaborare? In che modo?

L’intelligenza artificiale (AI) è sicuramente il trend del momento, soprattutto per merito di Chat GPT, una chatbox di OpenAI, che ha conquistato il settore tech dal suo rilascio, il 30 Novembre 2022. L’AI non è una moda passeggera, ma un settore tecnologico in rapida crescita, che ha l’appoggio di figure di spicco come Bill Gates o Elon Musk. Secondo uno studio di PricewaterhouseCoopers (PWC), il mercato dell’intelligenza artificiale raggiungerà un valore di 15 trilioni di dollari entro il 2030 e contribuirà ad un aumento del 14% del PIL globale. 

In questo articolo vedremo 7 applicazioni dell’intelligenza artificiale al mondo crypto, i progetti che stanno già lavorando per integrare queste tecnologie e le opinioni degli esperti sui prossimi sviluppi di questa collaborazione.  

7 applicazioni dell’intelligenza artificiale al mondo crypto

Le criptovalute sfruttano l’intelligenza artificiale principalmente per il machine learning (ML), una sua sotto-tecnologia che consente ai sistemi informatici di apprendere e migliorare automaticamente dall’analisi dei dati. L’AI trova numerosi utilizzi nel mondo delle criptovalute, in particolare nel settore della finanza decentralizzata (DeFi), delle applicazioni decentralizzate (dapp) e del trading:

  1. Sviluppo di smart contract: le AI sono in grado di scrivere codice e quindi anche di programmare smart contract, i software utilizzati per costruire le applicazioni decentralizzate che popolano la DeFi.
  1. Gestione di community: le intelligenze artificiali riescono a comprendere le richieste degli utenti formulate in linguaggio naturale e rispondere. Perciò possono essere utilizzate per interagire con le community e con i clienti di progetti crypto.
  1. Analisi di mercato e trading: come viene utilizzata l’intelligenza artificiale nel mercato delle cryptovalute? Questa tecnologia è utile per analizzare le tendenze di mercato, sia per singoli progetti sia a livello macro. Utilizzando gli algoritmi di machine learning, un’AI può essere addestrata con dati storici di mercato e produrre previsioni probabilistiche. Inoltre, è in grado di analizzare grandi quantità di articoli o post sui social media per identificare il sentiment e le opinioni su specifiche aziende o progetti. Bisogna sempre ricordare che i mercati sono imprevedibili e non è sufficiente analizzare il passato per essere sicuri degli sviluppi futuri al 100%. 
  1. Rilevazione bug, prevenzione exploit o attacchi hacker: le AI possono essere utilizzate per scovare e correggere i bug nel codice degli smart contract. È probabile che in futuro, potranno prevedere anche i comportamenti fraudolenti e quindi evitare attacchi ad applicazioni decentralizzate o network.
  1. Applicazioni decentralizzate: le intelligenze artificiali e i meccanismi di machine learning possono migliorare le applicazioni decentralizzate (dapp). Per esempio rendendo più accurati gli algoritmi di cui si servono gli exchange decentralizzati (DEX) con AMM oppure programmando componenti informatici che migliorino l’esperienza degli utenti.
  1. Scrittura whitepaper: comunicando i dati necessari ad una AI, è anche possibile sfruttarla per scrivere il whitepaper di una crypto. Ovvero il documento che descrive nel dettaglio il progetto, i suoi obiettivi e la tecnologia che utilizza.
  1. Test alle blockchain: gli sviluppatori possono utilizzare l’intelligenza artificiale per simulare diversi scenari, in modo da testare vari aspetti della rete a cui stanno lavorando. Possono ad esempio mettere alla prova la scalabilità e la velocità di un network, ordinando ad una AI di processare un grande numero di transazioni contemporaneamente. O rodare la sicurezza, immaginando un attacco.

I 3 progetti crypto AI più famosi

I progetti crypto che utilizzano l’intelligenza artificiale stanno diventando sempre più numerosi. Alcuni di essi sono stati lanciati recentemente per sfruttare il grande interesse attorno al tema, mentre altri stanno sviluppando soluzioni di questo tipo da anni. I più famosi e capitalizzati oggi sono Fetch.AI (FET), Ocean Protocol (OCEAN) e SingularityNET (AGIX), vediamoli nel dettaglio!

  1. Fetch.AI

Fetch.AI è una piattaforma open source decentralizzata che propone  strumenti per il trading e per la connessione alle reti energetiche e dei trasporti, che si basano sull’intelligenza artificiale. Il suo token FET è attualmente posizionato al 136° posto nella classifica delle crypto per market cap.

  1. Ocean Protocol

Ocean Protocol (OCEAN) lavora nel settore del commercio dei cosiddetti big data. La sua piattaforma fornisce strumenti per la condivisione sicura di dati, sia servizi di AI orientati alla data analysis e alla creazione di modelli predittivi. Il suo token OCEAN si trova al 142° posto della classifica delle criptovalute per capitalizzazione, con un market cap di 225 milioni di dollari.

  1. SingularityNET

SingularityNET (AGIX) è un marketplace per la compravendita di strumenti di intelligenza artificiale. Sulla piattaforma gli sviluppatori possono condividere i propri modelli di AI, mentre gli utenti e aziende possono accedervi attraverso il pagamento di una quota di AGIX, il token nativo del protocollo. 

L’analisi dell’andamento dei prezzi di questi tre progetti ci mostra come l’interesse crescente nell’ultimo periodo per l’intelligenza artificiale si sia tradotto in una performance positiva per queste criptovalute. Nell’ultimo mese, i prezzi dei token FET, OCEAN e AGIX hanno registrato un rispettivo aumento del 170%, del 100% e del 231%.

Lo scenario futuro: Bill Gates vs Peter Thiel

Nonostante queste tecnologie abbiano dimostrato di poter collaborare, c’è chi sostiene che siano concorrenti a causa della differenza tra le loro strutture di fondo. Da un lato le intelligenze artificiali sono fortemente centralizzate e controllate da grandi aziende, dall’altro lato la blockchain e le criptovalute puntano alla decentralizzazione.

A questo dibattito hanno partecipato vari personaggi di spicco del settore tech, come il fondatore di Microsoft Bill Gates e il co-founder di Paypal, Peter Thiel. Quest’ultimo, in un’intervista a The Rubin Report, si è dichiarato contrario alle AI odierne, definendole come “grandi database in mano a governi e multinazionali”. Ha inoltre aggiunto di tifare per le criptovalute nel caso in cui “sarà la dicotomia tra crypto e AI a decretare la tecnologia che controllerà il mondo nei prossimi anni”. Bill Gates invece la pensa diversamente. Al mondo delle criptovalute e degli NFT preferisce il settore dell’intelligenza artificiale, come dimostra l’investimento di 10 miliardi di dollari di Microsoft in OpenAi, secondo lui: “il più entusiasmante per l’innovazione tecnologica”. 


Nonostante questi pareri, in parte estremi, intelligenze artificiali e criptovalute rappresentano una coppia dinamica che può offrire opportunità uniche per l’innovazione e la crescita. Il Web3 e le AI stanno già collaborando a soluzioni intelligenti ed efficienti che non rinunciano alla decentralizzazione.

Cosa sono gli Azuki? Tutto quello che devi sapere sugli anime NFT più famosi!

Azuki: scopri i migliori anime-NFT!

Quali sono i migliori Anime PFP su OpenSea? Gli Azuki! Scopri la storia degli NFT ispirati ai cartoni animati giapponesi

Le collezioni più iconiche del mondo NFT vengono definite blue chip, perle rare che troGli Azuki NFT sono anime PFP che aspirano ad entrare nell’esclusivo club delle blue chip, al quale appartengono le collezioni più rare del mondo NFT, per esempio, le Bored Apes Yacht Club o i Crypto Punks.

La collezione Azuki si basa  su Ethereum e conta 10.000 pezzi ispirati all’estetica degli anime. L’acronimo PFP sta per profile picture e viene utilizzato per descrivere le opere d’arte digitali che nascono con lo scopo di essere utilizzate come immagini del profilo sui social network oppure nel Metaverso.

Azuki si distingue dalle altre collezioni principalmente per la sua storia e per la roadmap. Il progetto è comparso la prima volta su Twitter, a Gennaio 2022 e ha rapidamente conquistato i cuori degli appassionati online e offline. A Maggio 2022 però, il fondatore, noto su Twitter con l’handle Zagabond.eth, ha fatto una dichiarazione che ha generato polemiche e dibattiti. Scopri tutto su l’avvincente storia degli Azuki NFT!

CoAzuki NFT, cosa sono? Gli anime digitali che hanno conquistato il mercato

Come la maggior parte dei PFP NFT, gli Azuki sono il risultato di una selezione casuale di tratti disegnati secondo un particolare mix di stili. Da un lato vi è la chiara ispirazione al gioco di ruolo in stile anime The World Ends with You, mentre dall’altro lato, soprattutto per quanto riguarda gli outfit, richiamano lo stile del famoso giornale di skateboarding Thrasher Magazine. La Web3 company che ha guidato lo sviluppo degli Azuki NFT è Chiru Labs, un collettivo con sede a Los Angeles composto da sviluppatori e artisti. La collezione di 10.000 avatar è stata lanciata il 12 Gennaio 2022, secondo un’asta dutch auction – una tipologia di vendita di non fungible token in cui viene fissato un prezzo di partenza e un intervallo di tempo dopo il quale il prezzo decresce. Il prezzo di partenza degli Azuki era stato fissato a 1 ETH ciascuno, e sarebbe sceso di 0,05 ETH ogni 20 minuti. Grazie all’hype generato nei giorni prima del lancio, questo non è successo e la collezione è andata sold out in circa tre minuti. Chiru Labs punta ad espandersi anche al di fuori del mondo Web3 e il brand Azuki potrebbe abbracciare vari settori, sia online che nel mondo reale.

La Mindmap e l’utilità nel mondo reale degli Azuki NFT

La collezione Azuki ha pubblicato la roadmap già prima del lancio, cosa che ha portato al progetto immediata fiducia. La roadmap, chiamata dal team Mindmap, mostra gli obiettivi che il progetto di anime PFP punta a raggiungere lavorando a stretto contatto con la community. Non vi sono tempistiche definite che delineano il processo di evoluzione del brand, ma macroaree sulle quali gli sviluppatori e gli artisti stanno lavorando per rendere l’esperienza per chi fa parte di The Garden speciale. The Garden è il club esclusivo dedicato a coloro che possiedono almeno un Azuki NFT. I punti principali della roadmap degli Azuki sono: esperienze immersive in 3D, collezioni streetwear esclusive, mostre di arte fisica e virtuale e un token di nome Physical Backed Token (PBT). 

L’intento principale di Chiru Labs però è la creazione di un ponte tra il mondo virtuale di Azuki e la realtà di tutti i giorni. L’evento di Azuki alla NFT week di New York 2022 ne è sicuramente un esempio. Il team tramite varie installazioni artistiche ha dato vita ad uno scenario in stile giapponese in cui è stato possibile ascoltare musica dal vivo, gustare diversi cibi e addirittura farsi un tatuaggio! Anche per quanto riguarda la creazione di prodotti fisico-digitali il team di Azuki ha già proposto qualche assaggio con le “Twin Tigers Jackets” ed i “Golden Skateboard Shrine”. Le prime sono state lanciate a Maggio 2022 tramite NFT raffiguranti giacche di seta in stile giapponese.

Questi token non fungibili sono stati distribuiti ai possessori degli Azuki, con i quali hanno potuto, dal 19 luglio 2022, riscattare le giacche fisiche. I membri del The Garden hanno scelto se tenere o “bruciare” l’NFT e ricevere le giacche in seta giapponese. Per coloro che non hanno richiesto la giacca fisica e quindi detengono ancora il token, il team promette un’utilità futura ancora sconosciuta. La seconda iniziativa è stata lanciata ad Ottobre 2022 con dei token che rappresentavano delle tavole da skateboard. La collezione è stata soprannominata dal team “Proof-of-Skate”. Gli skateboard NFT disponibili erano soltanto nove e anch’essi saranno riscattabili in futuro per tavole da skateboard fisiche. I Golden Skateboard Shrine sono stati venduti all’asta, il loro prezzo di vendita ha oscillato da un minimo di 200 ETH, circa 260.000 dollari, ad un prezzo massimo di 309 ETH, circa 400.000$.

La città virtuale degli Azuki: Hilumia

Il team di The Garden è sempre al lavoro e a Gennaio 2023 ha rilasciato la città virtuale degli Azuki, Hilumia. Questo villaggio, ambientato in uno scenario che ricorda la campagna giapponese, viene definito dal team “The Crossroads of The Garden”, ovvero il bivio decisivo del progetto di Chiru Labs. L’idea è quella di trasformare la città virtuale nel quartier generale della collezione, dove tutti coloro che possiedono gli Anime NFT possono svolgere diverse attività come curiosare tra gli store digitali di Ember Square o cercare l’anima gemella nella Love Island. Gli utenti possono inoltre proporre le future espansioni di Hilumia nella sezione Garden Express.


Ciò contribuirà ad espandere il villaggio che ad oggi è composto da dieci edifici digitali tra cui un centro per il gaming arcade, uno skatepark dove ammirare i rarissimi “Golden Skateboard Shrine”, e un palazzo chiamato MODA dove gli artisti possono esporre le loro opere d’arte dopo averle sottoposte alla valutazione del team e della community. Il mantra deve essere: solo arte di qualità, “dope art only“.

La controversa questione di Zagabond

La storia degli NFT Azuki però ha anche visto alcuni momenti bui, in cui si è pensato che il progetto potesse non proseguire. A Maggio 2022, poco dopo aver raggiunto nuovi massimi storici ed essersi affermati come una vera e propria “blue chip”, è emerso che Zagabond, membro del team principale e del laboratorio di innovazione Chiru Labs, era il proprietario di tre precedenti progetti NFT che sono stati abbandonati. Le collezioni NFT in questione sono: Tendies, CryptoZunks e CryptoPhunks. In seguito all’uscita della news, il floor price – prezzo minimo a cui è possibile acquistare un un’anime PFP, che si aggirava intorno ai 30 ETH, si è più che dimezzato in pochissimo tempo alimentando ulteriormente la sfiducia nella collezione. Il dibattito su Twitter è stato molto acceso, Zagabond si è scusato cercando di spiegare che l’abbandono era volto a lasciare totalmente il potere decisionale alla community e che non esisteva nessun regolamento fisso per i creatori di NFT che lo obbligasse a portare avanti i progetti ch aveva in precedenza creato. 

Nonostante lo scetticismo generale della community sul passato di Zagabond, il brand Azuki continua a lavorare e a costruire, e resta nella top 20 di OpenSea sia per quanto riguarda i volumi, sia per quanto riguarda il floor price. Inoltre è il sesto progetto per volumi complessivi della storia dell’NFT marketplace, con più di 250.000 ETH scambiati.

Quali sono i paesi più crypto-friendly del mondo?

Bitcoin: quali sono i paesi più crypto-friendly?

L’adozione si misura in termini di regolamentazione o in termini di possesso e utilizzo? Scopri quali sono i paesi più crypto-friendly

Sin dalla loro nascita le criptovalute sono state una tecnologia globale. Progetti come Bitcoin ed Ethereum hanno fornito a tutti i cittadini del mondo un accesso paritario alle crypto e ai servizi DeFi (finanza decentralizzata). Basta solamente una connessione internet funzionante ed è possibile processare transazioni in criptovalute o utilizzare applicazioni decentralizzate (dapp). Alcune nazioni hanno dimostrato, in questi anni, un maggior interesse sull’argomento rispetto ad altre. Scopri quali sono i paesi più crypto-friendly (ovvero quelli che utilizzano maggiormente le criptovalute) e in che modo sta procedendo la mass adoption.

Paesi crypto-friendly: quando le crypto diventano necessarie

Il nostro sistema bancario e il governo solitamente non impongono restrizioni sui movimenti di denaro, permettendoci di gestire le nostre finanze in modo efficiente. In tanti paesi del globo, però, le persone non possiedono il completo controllo dei loro soldi. È il caso per esempio del Libano in cui, dal 2019, sono state attuate alcune leggi che limitano le attività bancarie dei cittadini. Il motivo? Una durissima crisi finanziaria iniziata nel 2019 che ha portato la valuta libanese a perdere oltre il 90% del suo valore. Questa situazione ha causato un grande incremento di rapine nelle banche, le persone che irrompono armate negli istituti di credito tuttavia non sono realmente intenzionate a rubare, vogliono solamente aver accesso ai loro risparmi. 

Bitcoin e le criptovalute possono risolvere una parte di questo problema. Grazie alle crypto gli individui che vivono in questi paesi possono gestire in prima persona il denaro che possiedono. Questa tendenza è stata evidenziata dalla classifica degli stati del mondo in termini di mass adoption del Global Crypto Adoption Index (GCAI) che vede le sue prime posizioni occupate da paesi in via di sviluppo o nazioni in difficoltà. Il GCAI è un report redatto da Chainalysis, una società che si occupa di svolgere analisi su blockchain per istituzioni finanziarie, agenzie governative e aziende, che ha l’obiettivo di valutare il livello di adozione delle criptovalute nei paesi del mondo. Vediamo in che modo è stata stilata la classifica di Chainalysis e quali sono i paesi più crypto friendly. 

Le metriche per misurare la mass adoption

Misurare l’adozione delle crypto in ogni stato non è per niente semplice, dal momento che bisogna tenere conto di un gran numero di fattori. Il Global Crypto Adoption Index utilizza cinque metriche per monitorare la mass adoption in più di 140 paesi del mondo. Ciascuna è relativa agli individui residenti del paese esaminato:

  • Volume di denaro scambiato sui CEX;
  • Valore delle criptovalute utilizzate sulle applicazioni decentralizzate (dapp) come gli NFT marketplace o le piattaforme per lo Yield Farming;

È necessario precisare che Chainalysis valuta tutti i suoi risultati utilizzando il dato della Parità del Potere d’Acquisto (PPA), che tiene conto del potere d’acquisto medio dei cittadini di ciascun paese. Più basso è il punteggio PPA di una nazione, meno reddito hanno a disposizione i residenti. 

Perciò la classifica contenuta nel Global Crypto Adoption Index non è composta dai paesi che possiedono più criptovalute in termini assoluti, bensì gli stati che possiedono più crypto in relazione al reddito medio dei propri cittadini.

La classifica dei paesi più crypto friendly

  1. Vietnam

Non è la prima volta che il Vietnam emerge come il paese più crypto-friendly. Infatti ha conquistato il primo posto anche nel Global Crypto Adoption Index dell’anno 2021. Gli autori dello studio hanno suggerito che le ragioni principali dell’interesse del Vietnam per le criptovalute possono essere legate al primato nel settore dei giochi play-to-earn e NFT.

Il Vietnam è la patria della società Sky Mavis, che si occupa dello sviluppo del gioco play-to-earn Axie Infinity. Inoltre alcuni dati recenti indicano che circa 2,1 milioni di cittadini vietnamiti possiedono almeno un NFT, il che fa sì che la nazione asiatica si assicuri un posto tra i primi cinque paesi per holder di token non fungibili.

  1. Filippine

Le Filippine sono un altro paese del Sud-Est asiatico che ha visto un’impennata della domanda di criptovalute, sempre grazie ai giochi play-to-earn e agli NFT. Secondo molte stime, il 35-40% del traffico su Axie Infinity proviene proprio dal paese asiatico. Il gioco è così diffuso nelle in questo paese che nel 2021 il Bureau of Internal Revenue nazionale ha introdotto nuove leggi fiscali sulle criptovalute per i giocatori di Axie.

  1. Ucraina 

Nel caso dell’Ucraina, l’invasione russa del 2022 ha costretto molti residenti a utilizzare le criptovalute per i pagamenti quotidiani. Inoltre poco dopo lo scoppio della guerra, lo stato ha creato portafogli ufficiali per accettare donazioni in crypto che hanno raggiunto l’incredibile cifra dei 100 milioni, contribuendo a trasformare il paese in uno dei più crypto-friendly al mondo. La nazione dell’Europa orientale ha anche sperimentato l’uso di NFT per raccogliere donazioni.

I primi tre posti della classifica di Chainalysis ci dimostrano quanto ciò che abbiamo anticipato nel primo paragrafo sia reale. Due posizioni su tre sono infatti occupate da paesi che versano in condizioni economiche difficili. L’Ucraina è impegnata da più di un anno in un duro conflitto con la Russia e le Filippine sono uno dei paesi dell’Asia con il più alto tasso di povertà e una grande diseguaglianza tra le sue classi sociali.

I paesi con il maggior numero di crypto hodler 

La classifica in termini di mass adoption non è l’unica redatta da Chainalysis nel suo report. All’interno del Global Crypto Adoption Index c’è anche la lista dei paesi che ospitano il maggior numero di crypto holder, ovvero soggetti che possiedono criptovalute. Al primo posto di questa graduatoria in termini assoluti, ovvero tenendo conto della quantità totale di crypto possedute, ci sono gli Stati Uniti, in cui gli hodler sono circa il 13% della popolazione (46 milioni di persone). 

Tuttavia, analizzando i dati senza tener conto del valore totale posseduto, la classifica cambia nuovamente. Al primo posto c’è la Thailandia, paese in cui il 20% dei residenti possiede crypto. Nigeria, Filippine e Sudafrica sono a pari merito al secondo posto, con il 19,4% di crypto holder.

I paesi in cui Bitcoin è una moneta a corso legale 

Un altro modo per valutare quanto i Paesi sono crypto-friendly, oltre al possesso e all’utilizzo, è il riconoscimento di Bitcoin, o di un’altra criptovaluta, come valuta a corso legale . Per diventare una moneta legalmente riconosciuta è necessario che uno stato o una banca centrale riconosca quest’ultima come metodo di pagamento ufficiale, non solo per beni o servizi ma anche per tasse e debiti. Ad oggi soltanto due paesi hanno legalizzato Bitcoin in questo modo: El Salvador e la Repubblica dell’Africa Centrale. La mass adoption sembra essere, per ora, più legata all’utilizzo effettivo delle criptovalute rispetto alla regolamentazione, che è ancora molto indietro in quasi tutti i paesi del mondo. Vedremo se nel 2023 altri paesi si aggiungeranno a quelli che riconoscono Bitcoin come moneta a corso legale o se preferiranno sviluppare valute digitali di loro proprietà (CBDC).

Quali sono le 5 crypto più decentralizzate del mercato?

Le 5 criptovalute più decentralizzate

Parliamo di uno dei temi fondamentali nel mondo della blockchain. Scopri quali sono le 5 criptovalute più decentralizzate sul mercato!

I progetti crypto sono sempre di più, ma quali sono quelli più fedeli agli ideali dei vecchi cypherpunk? Quando Satoshi Nakamoto diede vita a Bitcoin, il suo proposito era quello di creare una moneta digitale totalmente decentralizzata e a prova di censura. Attualmente, i progetti crypto rispettano questo ideale? Scopri quali sono le 5 criptovalute più decentralizzate! 

Un passo indietro: che cosa si intende per decentralizzazione?

Generalmente parlando, la decentralizzazione è una sorta di processo che sposta il potere decisionale da un’autorità centrale (come un governo o una banca) a più realtà locali (come le amministrazioni regionali o comunali, oppure ai singoli). 

Nel mondo delle criptovalute la decentralizzazione è quindi la capacità, di una blockchain, di funzionare senza un’autorità centrale che la controlli, ma grazie ad una comunità distribuita di partecipanti (i nodi validatori o i miner) che lavorano per garantire la sua sicurezza. Prendiamo come esempio una delle organizzazioni centralizzate che tutti noi utilizziamo quotidianamente: una banca. Se vuoi inviare del denaro a qualcuno attraverso un bonifico, c’è sempre il rischio che la tua banca blocchi il pagamento o che i suoi server smettano di funzionare. Se invece vuoi mandare dei Bitcoin a qualcuno invece, ti basta processare una transazione e aspettare che venga finalizzata dai miner. 

Uno dei fattori principali che si utilizza per valutare se e quanto una criptovaluta è decentralizzata è il numero di nodi che possiede il suo network. 

Che cos’è un nodo?

I nodi sono dispositivi informatici che si connettono all’interfaccia di una blockchain e si occupano di validare le transazioni ovvero garantire che siano legittime e vengano registrate in modo sicuro. Per fare questo esistono diverse modalità che dipendono dal meccanismo di consenso che una crypto utilizza; per esempio, in una blockchain che utilizza il Proof-of-Work, i nodi validano le transazioni attraverso il mining. Se invece il meccanismo utilizzato è il Proof-of-Stake, la sicurezza della blockchain viene garantita dallo staking. 

In questa lista delle 5 criptovalute più decentralizzate utilizzeremo come parametro il numero di nodi che ogni blockchain possiede. Attenzione! La quantità di nodi è uno degli aspetti principali che indicano il livello di decentralizzazione di un network, ma esistono anche altri parametri da considerare. 

Bitcoin

Bitcoin ha un market cap di più di 300 miliardi di dollari e utilizza, per la validazione delle transazioni, un meccanismo di consenso di tipo Proof-of-Work. Questa blockchain possiede, ad oggi, più di 14.000 nodi pubblici dislocati in tantissimi stati differenti. Non tutti producono attivamente nuovi blocchi, alcuni nodi contribuiscono alle attività della blockchain semplicemente trasmettendo le informazioni sulle transazioni che riceve, in un grande “passaparola”. In generale, dato il grande numero di nodi, Bitcoin è praticamente inviolabile dai 51% attack degli hacker e immune all’eventuale censura dei governi. 

Ethereum

L’altcoin per eccellenza, Ethereum, è la seconda crypto per market cap nonché una delle 5 blockchain più decentralizzate. Dopo l’aggiornamento The Merge, il suo meccanismo di consenso è diventato Proof-of-Stake. I nodi di Ethereum sono al momento quasi 500.000, è necessario precisare, però, che la maggior parte è riunita in organizzazioni più grandi, chiamate staking pool. In altre parole, per quanto numerosi, alcuni nodi sono gestiti da un numero limitato di enti.

Dogecoin

Dogecoin è una delle crypto che possiede più nodi, al momento più di 3.500. Non è solamente la memecoin più famosa ma è anche una delle 5 criptovalute più decentralizzate. Ancora una volta, parlando di Doge si finisce per citare anche Elon Musk. Alcuni nodi di questa blockchain infatti, nello specifico 112, utilizzano i satelliti di Starlink per connettersi a internet. Starlink, una delle più celebri invenzioni di Musk, è una costellazione costituita da migliaia di satelliti che orbitano attorno alla Terra e garantiscono una connessione internet stabile a qualsiasi latitudine e longitudine del gobo. 

Monero

L’obiettivo principale di Monero (XMR) da quando è nata nel 2014 è quello di essere più privata e decentralizzata possibile. XMR è definita una privacy coin e possiede 1.988 nodi attivi largamente distribuiti in tutto il mondo. È stata creata per risolvere alcuni punti deboli che affliggevano Bitcoin all’epoca, in particolare quelli relativi alla centralizzazione dei miner che erano meno geograficamente distribuiti di quanto lo siano oggi. Per mantenere la sua posizione tra le criptovalute più decentralizzate del mercato, Monero ha una strategia: l’aggiornamento del suo algoritmo. Come influisce questo sulla decentralizzazione? Quando avvengono modifiche strutturali, i miner sono costretti ad aggiornare gli hardware ASICs che utilizzano per lavorare sulla blockchain. Gli aggiornamenti sono costosi e impegnativi e se avvengono così spesso, come nel caso di Monero, i miner non sono incentivati a costruire degli enormi nodi. Per questo Monero si basa sul lavoro di tanti piccoli miner distribuiti geograficamente. 

Solana

L’ultima della lista delle 5 criptovalute più decentralizzate è Solana, una blockchain pubblica creata alla fine del 2017 dal programmatore di origine Ucraina Anatoly Yakovenko. Definita, in occasione del lancio, “The Ethereum Killer” ha costruito il suo successo intorno al concetto di scalabilità. Essere scalabili, nel mondo delle blockchain, significa poter processare un grande numero di transazioni al secondo attraverso il pagamento di bassissime commissioni. I nodi validatori Solana, come quelli di Ethereum, utilizzano un algoritmo di consenso Proof-of-Stake, mentre per generare il timestamp (ovvero l’elemento che contiene l’ordine cronologico delle transazioni processate su una blockchain) si servono di un sistema innovativo chiamato Proof-of-History. Nonostante il network possieda un altro grado di scalabilità non rinuncia sicuramente alla decentralizzazione, i validatori che approvano le transazioni sulla sua rete sono, ad oggi, più di 2.000.