Young Market: Bitcoin e Ethereum hanno trovato il bottom?

Bitcoin prezzo: +50% a Marzo 2023

I prezzi di Bitcoin e Ethereum potrebbero aver trovato il bottom? Con il punto più basso del prezzo, siamo vicini a una nuova bull run?

Un’altra settimana monotematica per il mondo delle criptovalute che ha sofferto i postumi della crisi di FTX. Sul crypto Twitter non si è parlato d’altro, anche perché Sam Bankman-Fried, ex CEO di FTX, si è espresso più di una volta scatenando dibattiti e discussioni. Il crollo di FTX potrebbe inoltre aver innescato un effetto domino senza precedenti, che ha, nelle ultime ore, acceso i riflettori su un altro exchange americano, Gemini. Bitcoin e Ethereum stanno resistendo. Ci troviamo di fronte al loro bottom? Ovvero al prezzo più basso che precede la risalita?  

Il prezzo di Bitcoin si stabilizza e le whale accumulano

Questa settimana il prezzo di Bitcoin sembra aver trovato un supporto su cui appoggiarsi. Questo supporto si trova intorno al livello di prezzo dei 16.500$ ed è stato raggiunto, dal prezzo di BTC, dopo aver toccato il minimo a 15.000$ Mercoledì 9 Novembre 2022.

Per quanto riguarda invece il mercato in generale è difficile dire se il market crash sia finito, la crisi di FTX continua a colpire diverse realtà del settore. Al momento è sotto i riflettori Gemini, l’ottavo exchange per volumi di scambio secondo CoinMarketCap. Nelle ultime ore, l’exchange americano, ha registrato 563 milioni di dollari di prelievi e il saldo sui wallet degli utenti è sceso da 2,2 a 1,7 miliardi di dollari.

Nel frattempo Sam Bankman-Fried ha dichiarato che FTX avrebbe potuto recuperare dalla crisi della scorsa settimana. L’errore, secondo l’ex CEO di FTX, che non ha permesso all’exchange di recuperare, è stato quello di dichiarare bancarotta e quindi di seguire le linee guida del Chapter 11, la principale norma che regola i fallimenti delle aziende negli Stati Uniti.

Un altro effetto collaterale, causato dalla crisi di FTX, riguarda la società di trading fortemente legata all’exchange: Alameda Research. Alameda Research era uno dei maggiori market maker del mondo crypto e la sua assenza ha generato un impatto negativo sulla liquidità del mercato. I market maker sono aziende che si occupano di facilitare il trading sugli exchange, che dovrebbero disporre sempre della liquidità necessaria ad acquistare o vendere una crypto. Dopo il fallimento di Alameda effettuare gli scambi di crypto sugli exchange è un po’ più difficile, e lo spread medio (la differenza di prezzo di una determinata criptovaluta su diversi exchange) è leggermente aumentato.   

Nonostante tutto arrivano buone notizie dai dati on-chain. Il numero di wallet che possiedono più di 10.000 BTC, è in forte crescita. Sembrerebbe che le whale, che nel gergo crypto sono persone o enti che detengono grandi quantità di una criptovaluta all’interno dei loro wallet, stiano accumulando a ritmi mai visti prima. Questi aspetti sembrano davvero positivi, in un’ottica a lungo termine. 

Grafico Prezzo Bitcoin 17/11/2022

Sul grafico di Bitcoin è possibile invece vedere una contrazione dei volumi che, al momento, non gioca né a favore né contro il prezzo di Bitcoin. Per decretare una parziale ripresa, il prezzo di BTC dovrebbe superare quota 18.000$ mentre il prossimo supporto, se dovessimo scendere ancora è fissato, sul grafico di Bitcoin, intorno al livello dei 12.500$.

Il prezzo di Ethereum sulla stessa scia di quello di Bitcoin

Il prezzo di Ethereum ha seguito, a grandi linee, il movimento di quello di Bitcoin. Come si può vedere dal grafico che mostra il rapporto di forza relativa tra BTC ed ETH che trova attualmente in fasi di consolidamento tra i due valori 0,072 e 0,075. La forza relativa è un parametro che si ottiene confrontando due prezzi, e viene utilizzato per osservare l’andamento di un asset. Nel nostro caso, nessuna delle due criptovalute riesce a prendere il sopravvento sull’altra.

ETH dopo aver toccato il minimo a quota 1.701$, ha fatto partire una lateralizzazione contraddistinta da bassi volumi.

Il prezzo attuale di Ethereum è di circa 1.200$. I livelli da tenere d’occhio per il prossimo movimento sono quelli a 1.350$ nel caso in cui il prezzo di ETH si dovesse muovere a rialzo, e 1.000$ nel caso dovesse crollare ancora. Intanto pare che il 35° portafoglio che possiede più Ether sia di proprietà dell’hacker che ha violato l’exchange di FTX durante il crollo della scorsa settimana. L’hacker è riuscito ad impossessarsi di 350 milioni di dollari in controvalore, suddivisi tra diverse stablecoin, ETH, BNB, PAXG e SOL.

Grafico Prezzo Ethereum 17/11/2022

In questo periodo tra le altcoin, si è distinta MATIC, la crypto di Polygon che sta compiendo grandi passi in avanti in termini di adozione. 

La blockchain di Elrond si trasforma in MultiversX, cosa cambia?

Elrond crypto: la blockchain cambia nome in MultiversX

Da Elrond a MultiverseX. Scopri il rebranding della blockchain della crypto EGLD e gli sviluppi futuri del primo Multiverso del Web3!

Dal 3 al 5 Novembre 2022 ha avuto luogo, all’interno dell’ex borsa valori francese a Parigi, una conferenza, X Day, organizzata dal team della crypto Elrond. X Day ha rappresentato un momento di svolta, “il giorno 0” di una nuova avventura per l’ecosistema. Durante la conferenza sono stati annunciati gli step futuri di Elrond, la blockchain su cui si basa la crypto EGLD, in particolare la campagna di rebranding che trasformerà Elrond in MultiversX. MultiverseX punta a rappresentare l’evoluzione del concetto di Metaverso, proponendo un ambiente digitale costantemente in espansione, che punta a garantire agli utenti la possibilità di partecipare ad esperienze, a cavallo tra universi fisici e digitali, grazie alle migliori innovazioni tecnologiche del Web3. 

Secondo Beniamin Mincu, Co-fondatore e CEO di Elrond i metaversi ad oggi sono poco utilizzati perché non soddisfano le reali esigenze degli utenti. La sfida dell’ecosistema della crypto Elrond, ora MultiversX, è migliorare la percezione e l’offerta del Metaverso.

Che cos’è Elrond, la blockchain della crypto EGLD

Elrond è una blockchain Layer 1 fondata da due fratelli di origini rumene, Beniamin e Lucian Mincu nel 2017. La blockchain è stata lanciata nel 2019 attraverso una IEO sull’exchange di Binance, IEO sta per Initial Exchange Offering ed è una sorta di ICO gestita da un exchange centralizzato. Il nome Elrond deriva dal “Signore degli Elfi”, un personaggio della saga del Signore degli Anelli. Secondo i fondatori, proprio come il personaggio della “Terra di Mezzo” la blockchain di Elrond dispone di un grande potere, in questo caso non magico ma tecnologico, e intende metterlo a disposizione degli utenti. 

Questo grande potere si risolve soprattutto nella velocità del network, Elrond è infatti considerata una blockchain veloce e scalabile e consente di processare un grande numero di transazioni al secondo, circa 15.000 con una latenza ridotta. La sicurezza del network è garantita da un algoritmo di consenso di tipo Proof-of-Stake, per diventare validatori è richiesto lo staking di almeno 2.500 unità della crypto Egold (EGLD). Una delle caratteristiche più apprezzate della blockchain della crypto EGLD, oltre alla velocità delle transazioni, è la compatibilità con la macchina virtuale di Ethereum. I token e gli smart contract costruiti su Elrond possono infatti essere utilizzati su tutte le blockchain EVM con qualche piccola modifica.

Da Metaverso a Multiverso, il rebranding di Elrond in MultiversX

L’idea che il metaverso possa rappresentare un cambiamento fondamentale per la società non è una novità. Secondo DappRadar infatti, gli investimenti all’interno del settore, durante il terzo trimestre del 2022, sono stati superiori a 1,3 miliardi di dollari e sono in costante aumento nonostante le tendenze ribassiste dei mercati. Questa trasformazione, che sta già avvenendo, è possibile grazie ad un grande numero di nuove tecnologie che consentono alle persone di fare nuove esperienze in un mondo senza confini. Secondo Beniamin Mincu e tanti altri altri speaker che si sono espressi in merito durante la conferenza X Day di Parigi, ad oggi, i metaversi non sono in grado di raggiungere questo obiettivo. Mincu sostiene che i metaversi di oggi siano noiosi e monotoni e non contribuiscono a creare valore come dovrebbero. Per questo motivo il CEO di Elrond ha elaborato il progetto MultiversX. 

La blockchain della crypto Elrond, grazie al rebranding in MultiversX ha intenzione di esplorare più a fondo le tecnologie Web3 ridefinendo i casi d’uso e immaginando e plasmando un futuro che oggi è a malapena immaginabile. MultiversX vuole essere un ecosistema in cui gli utenti potranno imparare, lavorare e divertirsi utilizzando la crypto ELGD per gli scambi di valore. Durante la conferenza X Day, alla quale hanno partecipato sia membri influenti del Web3 come il CEO di Yuga Labs, Nicole Muniz, sia personaggi politici come Jean-Noël Barrot, Ministro francese per la Transizione Digitale e le Telecomunicazioni, sono stati rilasciati alcune anteprime delle piattaforme che comporranno questo ecosistema, in particolare: xPortal, xWorld e xFabric.

I prossimi sviluppi e le DApp in arrivo su MultiversX

Sicuramente l’obiettivo principale di MultiversX (ex Elrond), ovvero reinterpretare l’attuale concetto di metaverso, è molto ambizioso e richiede tempo per essere realizzato. I primi passi in questo senso sono già stati compiuti e le applicazioni decentralizzate (dapp) che usciranno a breve li rappresentano a pieno: 

  1. La prima dapp in cantiere è xFabric e sarà l’infrastruttura del multiverso, sosterrà tutto ciò che verrà costruito su MultiversX. xFabric permetterà agli utenti, agli sviluppatori e alle aziende di creare piattaforme, applicazioni decentralizzate, giochi e tanto altro all’interno del multiverso crypto di Elrond. Gli sneak peak di xFabric che sono stati resi pubblici trasmettono la grande facilità di utilizzo del layer, aspetto che secondo Mincu, favorirà l’ingresso di attori provenienti da settori che, ad oggi, non si sono ancora avvicinati alle tecnologie Web3.
  1. Il secondo “pilastro” di MultiversX sarà xPortal. xPortal sarà una “super” applicazione per smartphone che permetterà agli utenti di gestire sia il proprio avatar Web3 che le proprie criptovalute all’interno del metaverso. L’app avrà un un wallet integrato per conservare EGLD e altre crypto. Su xPortal sono previsti anche pagamenti con la carta di debito di Elrond prodotta in collaborazione con Mastercard. xPortal è probabilmente la prima funzionalità che verrà rilasciata, entro la fine del primo trimestre del 2023
  1. L’ultimo dei tre pilastri di MultiversX è xWorld, un motore grafico per la creazione di nuovi mondi grazie al quale sarà possibile interagire con altri metaversi. xWorld è sicuramente la piattaforma più innovativa del pacchetto. Il 10 Dicembre 2022 si terrà un evento dedicato a xWorld, in cui il team della crypto ELGD annuncerà le principali possibilità del motore grafico e mostrerà alla community alcune funzionalità ad oggi segrete. Per iscriversi all’evento basta inserire la propria mail all’interno di questo form. Comunque sia è proprio all’interno di xWorld che gli utenti potranno vivere esperienze di formazione, di intrattenimento o di lavoro avvincenti e stimolanti.

Le novità per MultiversX non finiscono qui, nei primi mesi del 2023 dovrebbero essere rilasciate delle versioni beta di altre piattaforme, come l’NFT marketplace xSpotlight e l’exchange decentralizzato xExchange. Su queste piattaforme sarà possibile acquistare NFT e token attraverso la crypto di Elrond (EGLD). Ora che la blockchain Elrond cambia nome, cosa cambia? Con il rebranding in MultiversX, inizia una nuova fase di vita dell’ecosistema di Elrond che non sarà più soltanto un network veloce e potente ma punta a diventare un multiverso innovativo e interoperabile, interamente sostenuto dalla crypto EGLD.

Tutto su Aptos, la nuova blockchain Layer 1 del momento

Aptos crypto: cos’è la nuova criptovaluta e blockchain Layer 1

Mercoledì 19 Ottobre 2022 è stata lanciata Aptos. Che cos’è e come funziona questa nuova blockchain Layer 1 che viene definita Solana Killer? 

Mercoledì 19 Ottobre è stata lanciata Aptos, una nuova blockchain Layer 1 sviluppata da ex dipendenti di Meta. Aptos a pochi giorni dal debutto nel mondo crypto, sta già facendo parlare di sé, sia in positivo che in negativo. Da un lato c’è chi presenta Aptos e la sua crypto APT come i possibili Solana Killer, per via della grande quantità di transazioni al secondo che promette di riuscire a processare. D’altro canto il lancio della crypto Aptos è stato criticato a causa di diversi fattori, come il listing “prematuro” su noti exchange crypto, anteriore al rilascio della tokenomics di APT. Scopri che cos’è la crypto Aptos e le principali polemiche relative al lancio!

La nascita della nuova criptovaluta Aptos

Aptos è una blockchain Layer 1 fondata da alcuni ex dipendenti di Meta (prima Facebook). Il gruppo di sviluppatori, ha fondato ad Agosto 2022 la Aptos Foundation, che si occupa di definire le linee guida del progetto. La nuova blockchain utilizza un algoritmo di consenso di tipo Proof-of-Stake per validare le transazioni sul suo network. La nuova criptovaluta Aptos è programmata in Move,  un linguaggio per la scrittura di smart contract, sviluppato da Facebook nel 2019. Move è stato creato per costruire la blockchain nativa di Facebook, Diem. Il progetto è stato tuttavia abbandonato a Gennaio 2022

Già prima del lancio, la blockchain Layer 1 di Aptos e la sua crypto APT hanno fatto parlare molto di sé. Il motivo? Il grande interesse da parte di importanti fondi di venture capital, che hanno deciso di investire nel progetto. Aptos ha raccolto 350 milioni in tre diversi round di finanziamenti tra Marzo e Settembre 2022. I fondi provengono da alcuni dei più importanti venture capital del mercato crypto come Andreessen Horowitz (a16z), Jump Crypto, FTX Ventures e Binance Labs.

Come funziona Aptos, la nuova blockchain Layer 1?

La nuova blockchain Layer 1 Aptos è stata sottoposta ad un intensivo programma di testing durante i mesi precedenti al lancio. Aptos che utilizza un algoritmo di consenso di tipo Proof-of-Stake, funziona grazie al lavoro di 102 validatori che si occupano della sicurezza del network. Aptos vuole distinguersi per la capacità di processare più di 160.000 transazioni al secondo, un numero ben superiore a quello della altre blockchain Layer 1. Ad oggi il competitor da battere è Solana, la blockchain Layer 1 che sulla carta può processare il numero maggiore di transazioni al secondo, arrivando ad un massimo di 65.000. Per questo motivo è stata definita, in occasione del suo lancio, un possibile Solana Killer. 

Aptos Foundation intende garantire ai suoi utenti un’elevata usabilità del network. Uno dei principali punti deboli che il Web3 sta affrontando è infatti la complessità di utilizzo. Aptos, grazie soprattutto al linguaggio di programmazione Move, vuole migliorare le cose! Move infatti è stato progettato per costruire smart contract e DApp più user friendly, che possano essere utilizzate anche da chi non conosce a fondo le tecnologie che le compongono.

In questa prima settimana di vita il network di Aptos è già molto attivo, soprattutto per quanto riguarda gli NFT, che hanno fatto registrare volumi notevoli. Per esempio la collezione Aptos Monkeys, lanciata sull’NFT marketplace Topaz, ha raccolto, nelle prime 24 ore dal suo lancio, quasi 300.000 APT, circa 2,7 milioni di dollari. Il portafoglio principale per conservare e utilizzare i propri token APT ed i propri NFT su Aptos è un’estensione Web che si chiama Petra ed ha già superato i 300.000 download sul chrome web store.

Aptos: un inizio poco trasparente? 

Il lancio della nuova criptovaluta Aptos, ha senza dubbio spezzato la monotonia di questo bear market, generando molte polemiche ma anche qualche apprezzamento. Ma andiamo con ordine. Le prime critiche sono sorte nelle ore precedenti al lancio, quando, gli utenti che avevano utilizzato la testnet (una copia quasi identica della blockchain principale che viene utilizzata per la sperimentazione) di Aptos, hanno ricevuto un airdrop davvero sostanzioso. Le ricompense distribuite tramite l’airdrop sono state o di 150 o 300 unità della nuova criptovaluta Aptos a seconda delle task che gli utenti hanno compiuto sulla testnet. Aptos Foundation ha infatti distribuito 20,1 milioni di crypto APT che rappresentano circa il 2% della fornitura totale. Questa quantità di APT aveva, al momento della distribuzione, un valore compreso tra i 200 e i 260 milioni di dollari ed è stato diviso tra 110.235 crypto wallet.

Le critiche, in questo caso, vertevano sul fatto che l’airdrop fosse eccessivo e andasse a vantaggio dei cosiddetti “airdrop hunters”. Gli airdrop hunters sono coloro che completano le task richieste dai protocolli blockchain utilizzando diversi portafogli e una volta ricevuto l’airdrop vendono istantaneamente le crypto ricevute.

La seconda ondata di critiche riguarda la scelta della crypto Aptos e di alcuni Exchange tra cui Binance e FTX di rendere disponibile il trading prima che fosse rilasciata ufficialmente la tokenomics. Questa scelta della Aptos Foundation ha messo i potenziali investitori in una posizione scomoda. Da un lato non avrebbero voluto perdersi il lancio di Aptos ma dall’altro non si sentivano sicuri data la poca trasparenza dimostrata dal progetto.

La tokenomics di APT, la crypto di Aptos

La tokenomics, che è arrivata solo dopo i listing in alcuni degli exchange più noti, prevede una fornitura totale di APT di un miliardo di token, 510 milioni detenuti da società di venture capital e 410 milioni, detenuti dalla Aptos Foundation. Questi 410 milioni di token sono, ad oggi, bloccati e verranno sbloccati progressivamente nel corso dei prossimi 10 anni. La restante parte della supply della crypto Aptos, in totale 80 milioni di APT, sono in parte stati distribuiti attraverso l’airdrop e in parte saranno messi a disposizione dei progetti che nasceranno sulla blockchain. 

Se il ritardo nella pubblicazione della tokenomics ha generato polemiche, la struttura della tokenomics in sé non ha fatto che aumentarle. E il prezzo di APT ne ha risentito. Ciò che ha creato malcontento è la quantità di APT posseduta dalle società di venture capital e dalla Aptos Foundation. Secondo gli utenti infatti, i token posseduti dagli investitori istituzionali e dalla Aptos Foundation sarebbero troppi. Aspetto che potrebbe generare una forte pressione di vendita in futuro sul token APT. 

L’influenza sul prezzo si è potuta notare immediatamente dopo il lancio. Il prezzo di partenza della crypto Aptos era attorno attorno ai 14 dollari, ma nelle prime ore dopo il lancio ha segnato un movimento ribassista superiore al 40%. Nei giorni successivi al lancio il prezzo della crypto APT si è “stabilizzato” attorno ai 9 dollari.

PancakeSwap è la prima DeFi DApp a sbarcare su Aptos

Lunedì 24 Ottobre 2022 PancakeSwap, l’ exchange decentralizzato (DEX) costruito sulla Binance Smart Chain, ha annunciato che la sua piattaforma sarà disponibile anche su Aptos. La decisione è stata presa in seguito a una votazione all’interno della DAO di PancakeSwap. L’ecosistema di PancakeSwap su Aptos sarà simile a quello già presente sulla Binance Smart Chain. 

Sarà quindi presente lo Swap, meccanismo attraverso il quale scambiare i token costruiti sulla blockchain di Aptos, le Farm e le Pool, dove è possibile mettere in staking i propri token in cambio di ricompense e la sezione IFO. La sigla IFO sta per Initial Farm Offering ed è una sorta di ICOInitial Coin Offering”. Le IFO hanno il duplice obiettivo di consentire di raccogliere fondi per lo sviluppo ai progetti emergenti e di incentivare gli utenti a detenere le crypto dell’ecosistema. Per partecipare ad un IFO però è necessario bloccare in una pool di liquidità un token LP (liquidity pool) composto per metà dalla crypto CAKE e per l’altra metà dalla crypto Aptos. 


L’integrazione di PancakeSwap, che è l’ottavo ecosistema DeFi per TVL è sicuramente un buon risultato. In particolare durante la prima settimana di vita. Vedremo se la nuova blockchain Layer 1 Aptos continuerà ad integrare nuove funzionalità a questo ritmo, e sarà un giorno in grado di competere con Solana nella sfida per il network più scalabile.

Come capire se un NFT è raro? Guida ai rarity tool

NFT rarity tool: come usarli e capire se un NFT è raro

Cosa si intende per rarità e come posso trovare gli NFT più rari di una collezione? Scopri come utilizzare gli NFT rarity tool!

Quando si sta per acquistare un NFT uno dei fattori da valutare è la rarità del token che ci è capitato sotto mano. Questo perché la rarità influenza il valore delle opere digitali, solitamente più un NFT è raro e più è costoso. Di conseguenza se hai intenzione di comprare un NFT, conoscerne la rarità, potrebbe rivelarsi un grande vantaggio. La rarità di un NFT può essere misurata in vari modi, sulla base della tipologia di token non fungibili. Per le collezioni PFP e gli NFT creati da sistemi di generative art, è possibile farlo attraverso degli strumenti. Sono i cosiddetti NFT rarity tool, scopri come usarli per capire se un NFT è raro! 

Da dove iniziare per valutare la rarità di un NFT

Per capire se un NFT è raro, bisogna iniziare considerando la tipologia del token non fungibile. Per semplificare la questione possiamo dividerli in due principali categorie: le opere d’arte digitali prodotte dagli artisti NFT più innovativi e prestigiosi e gli NFT PFP generati automaticamente. Gli NFT “artistici” prodotti da artisti famosi, come quelli di Beeple o quelli dell’artista NFT italiano Giuseppe Lo Schiavo, sono solitamente copie uniche. In quanto esemplari unici e la rarità di NFT del genere viene determinata innanzitutto dalla scarsità dell’opera digitale. Valutare la rarità di queste opere è complesso perché non esistono dei parametri oggettivi, sarebbe come chiedersi quanto sono rare “La Gioconda” di Leonardo da Vinci o “La nascita di Venere” di Botticelli. In questo caso la rarità è data anche dal prestigio dell’artista, dalla bellezza e dal significato dell’opera. 

Come scoprire quanto è raro un NFT PFP

Per gli NFT che appartengono a collezioni PFP o che sono generati tramite algoritmi casuali, la rarità viene calcolata in maniera diversa ovvero statisticamente. All’interno di una collezione PFP ci sono NFT più rari di altri e questa rarità non è determinata esclusivamente dall’unicità, come nelle opere menzionate sopra. In altre parole, tutti gli NFT PFP sono unici, ma non tutti sono rari. In questo caso la rarità di un NFT coincide con quella degli attributi di cui è composto. 

Questi NFT sono composti da una serie di tratti, o caratteristiche, combinate in modo casuale. Ogni NFT possiede una specie di “codice genetico” che descrive questi attributi, inscritto nei metadati del token. I metadati infatti contengono tutte le informazioni di un NFT, dallo storico delle transazioni ai suoi attributi. Ognuno di questi tratti possiede una propria percentuale di rarità. 

La percentuale di rarità esprime la quantità di token non fungibili che possiedono tale caratteristica rispetto al numero totale degli NFT della collezione. Prendiamo come esempio la collezione dell Bored Apes Yacht Club, che ad oggi contiene gli NFT più costosi di tutto il mercato. Tra i vari tratti della collezione, che sono in totale 168, rientrano tutte le caratteristiche estetiche che le scimmie possiedono. Per esempio gli occhi chiusi o spalancati, la camicia hawaiana o la giacca da marinaio, la dentiera di diamante o dorata. Le scimmie che possiedono il tratto blue beams eyes (dei raggi laser di colore blu che escono dagli occhi delle scimmie) sono solamente 49. Dato che il numero totale di NFT del Bored Ape Yacht Club è 10.000, la rarità di questo tratto sarà del 0.49%.

Ogni tratto o caratteristica contribuisce a determinare la rarità totale dell’NFT, sommando infatti la percentuale di rarità di ogni attributo si può a grandi linee determinare la rarità totale del token non fungibile. Ecco che a questo punto può essere utile imparare a scovare l’NFT più raro di una collezione. Tutti i principali NFT marketplace, come OpenSea o Magic Eden, concedono agli utenti la possibilità di effettuare una ricerca filtrata per caratteristica, ma non consentono, ad oggi, di visualizzare una collezione in ordine di rarità. Per rispondere a questa esigenza sono stati sviluppati gli NFT rarity tool. Vediamo come usare gli NFT rarity tool per capire qual è l’NFT più raro della tua collezione preferita.

Come funziona un rarity tool?

I Rarity Tools sono programmi software che calcolano e classificano gli NFT in base alla loro rarità. A livello informatico si tratta di semplici database in cui gli utenti possono cercare NFT specifici e vedere quanto sono rari all’interno della loro collezione, e le caratteristiche che contribuiscono al loro punteggio di rarità. Grazie a queste informazioni, i collezionisti possono facilmente confrontare la rarità e il valore dei singoli NFT per continuare gli acquisti in maniera consapevole. Allo stesso modo chi è in cerca di una “occasione” può trovaregli NFT più rari che sono messi in vendita ad un prezzo inferiore rispetto a quelli che possiedono un punteggio simile.

È importante notare che ogni piattaforma ha un proprio sistema di punteggio, pertanto anche se le classifiche di rarità effettive sono le stesse tra le varie piattaforme, il punteggio di rarità stesso probabilmente differirà. Vediamo i 4 rarity tool più utilizzati e come usarli per capire se e quanto un NFT è raro.

I principali NFT rarity tools

Alcuni di questi rarity tool sono gratuiti e servono principalmente a classificare gli NFT in ordine di rarità, altri invece sono a pagamento e sono costruiti per i “professionisti” della compravendita di NFT. Ognuno ha le sue particolarità ed è pensato per diverse esigenze.

1. Rarity Tools

Rarity Tools è il rarity tool gratuito più utilizzato per trovare gli NFT più rari e costosi sul mercato. 

I punteggi variano a seconda del numero di caratteristiche differenti che ogni collezione possiede, per esempio alla Bored Apes più rara è stato assegnato un punteggio di 333,86 mentre, all’NFT più raro della collezione degli anime-NFT Azuki, il punteggio di 11.096.

Su Rarity Tools è inoltre possibile filtrare gli NFT anche per altre caratteristiche oltre alla rarità, come il prezzo medio, il volume totale delle vendite e il numero di possessori. Rarity Tools è insomma uno strumento completo per approfondire quale NFT potresti acquistare. 

Su Rarity Tools inoltre è possibile ricercare un NFT specifico di una collezione digitando all’interno della barra di ricerca il suo ID, ovvero il numero identificativo dell’NFT che solitamente è preceduto da un cancelletto. Per trovare l’ID del tuo NFT ti basta accedere ad uno dei marketplace su cui è possibile acquistarlo oppure consultare il blockchain explorer della rete su cui è stato creato l’NFT. Per esempio etherscan.io per Ethereum e solscan.io per Solana.

Rarity Tools, nella sezione upcoming project presenta alcuni dei progetti che stanno per essere lanciati. Ad oggi, Rarity Tools analizza solamente gli NFT di Ethereum e Solana, il prezzo degli NFT e i volumi sono calcolati in ETH per tutte le collezioni. Le collezioni NFT che intendono essere inserite nella sezione upcoming project della piattaforma devono pagare una tassa di 2 ETH. Rarity Tools inoltre, tiene conto del valore che le community NFT danno a specifici tratti. Questi tratti speciali vengono definiti da Rarity Tools, derived traits, è garantiscono agli NFT che li possiedono un punteggio più alto.

2. Rarity Sniper

Il funzionamento di Rarity Sniper è molto simile a quello di Rarity Tools. Il tool è nato inizialmente come un semplice server Discord, gratuito, in cui gli utenti potevano entrare. Una volta entrati bisognava digitare l’ID del proprio NFT, preceduto da un comando creato ad hoc, all’interno della chat. Una volta inviato il messaggio, il bot, messo in funzione dal comando, restituiva all’utente il punteggio di rarità dell’NFT. A Gennaio 2022 il team che gestiva il server di Rarity Sniper ha deciso di sviluppare il proprio sito Web che è diventato subito un istituzione del mondo NFT raggiungendo in meno di un mese un milione di visitatori.   

3. Rarity Sniffer

Un altro famoso NFT rarity tool gratuito è Rarity Sniffer. Rispetto a Rarity Tools, questo strumento consente di visualizzare la rarità di ogni NFT di una collezione in pochissimo tempo dopo la creazione. Se a Rarity Tools serve qualche giorno per inserire i progetti all’interno della sua piattaforma, Rarity Sniper infatti riesce a calcolare la rarità di un NFT in pochi minuti dal momento in cui i metadati vengono rivelati, ovvero nel momento in cui viene creato (o “mintato” in gergo Web3). A differenza di Rarity Tools non è possibile filtrare le collezioni per volumi o per prezzo. Su Rarity Sniffer non è necessario pagare una quota per inserire le collezioni NFT da analizzare. 

4. Freshdrop

Il terzo rarity tool è Freshdrop. Questo rarity tool a pagamento permette di capire se un NFT è raro in maniera istantanea, battendo sul tempo tutti gli altri rarity tool. Su Freshdrop infatti puoi ispezionare la rarità di un NFT nell’esatto momento in cui vengono rivelati i metadati. Il rarity tool si occupa di inviare, a chi lo utilizza, una notifica nel momento in cui vengono rivelati i metadati e quindi viene stilata la classifica degli NFT più rari di una collezione. Per poter utilizzare il servizio è necessario acquistare lAll Access Pass. L’All Access Pass è anch’esso un NFT ed è disponibile su OpenSea ad un prezzo circa 0,07 ETH.

NFT rari: non solo questione di numeri

Dopo aver visto cosa si intende per rarità di un NFT e come fare a capire se un NFT è raro attraverso i rarity tool, è necessario specificare che non è solamente la rarità statistica dei tratti a determinare quanto gli NFT sono costosi. Alcuni tratti che possiedono particolari caratteristiche estetiche e simboliche diventano i preferiti delle community Web3 e di conseguenza mettono in campo un valore che va oltre alle semplici statistiche. Per esempio le Bored Apes con la pelliccia dorata, le numero #8817 e #3749, che non sono statisticamente le più rare, sono state le due vendite più costose della storia della collezione: rispettivamente 3,4 e 2,9 milioni di dollari


Per altre collezioni non è sufficiente utilizzare gli NFT rarity tool. Per esempio, la collezione CryptoKitties dei Dapper Labs, non è presente in nessuno dei rarity tool che abbiamo visto in precedenza. Sarà forse perché i rarity tools non sopportano i gattini? Non proprio, il motivo è connesso al complesso sistema di attributi, chiamati “Cattributes”, e di combinazioni genetiche attraverso le quali la collezione si evolve continuamente. I CryptoKitties non sono composti da un numero fisso di token non fungibili, i gattini NFT si riproducono e di conseguenza la collezione di Dapper Labs cresce sempre di più. Combinando i cattributes, a volte si verificano delle mutazioni genetiche che si manifestano con tratti mai visti prima. Gli NFT con queste mutazioni sono considerati tra i più rari dei CryptoKitties.

Il dilemma del marketplace NFT Magic Eden: avvantaggiare i collezionisti o gli artisti?

Magic Eden: nel marketplace NFT su Solana non si pagano le royalty

Il marketplace NFT su Solana ha preso un’importante decisione: non si pagano più le royalty agli artisti. Cosa ne pensano le community Web3?

Lunedì 17 Ottobre, il marketplace NFT Magic Eden, nato sulla blockchain di Solana, ha implementato un aggiornamento grazie al quale non sarà più obbligatorio pagare le royalty ai creatori di NFT. Questo aggiornamento è stato attuato per rispondere a un’esigenza specifica: analizzando il mercato NFT si può notare che i collezionisti e i trader preferiscono acquistare token non fungibili senza royalty (e quindi NFT a un prezzo minore). Le royalty tuttavia sono essenziali per finanziare gli artisti e il loro lavoro, per questo la scelta di Magic Eden potrebbe sembrare in contrasto con gli ideali del Web3. 

Le royalty sono espresse in percentuale e oscillano solitamente dal 2.5% fino a massimo il 15% del prezzo dell’NFT. Per esempio la famosa collezione NFT delle Bored Ape Yacht Club applica una creator fee del 2.5% mentre gli anime-NFT Azuki una tassa del 5%. La decisione di Magic Eden ha generato molte polemiche all’interno del mondo Web3, in particolare su Twitter. Quali conseguenze avrà nel settore la scelta di Magic Eden, il marketplace NFT su Solana, di togliere le royalty per gli artisti NFT? 

Perché dovrei pagare le royalty agli artisti NFT?

Le cosiddette creator fee non saranno eliminate completamente dal marketplace NFT su Solana ed Ethereum, Magic Eden, ma saranno gli utenti che intendono acquistare un NFT a scegliere se pagarle o meno. Da Lunedì 17 Ottobre 2022, quando un utente procede ad un acquisto, può decidere se pagare totalmente (full), solo in parte (half) o se non pagare per niente (none) le royalty. 

Ma perché qualcuno dovrebbe scegliere di pagare tutte le royalty di una collezione NFT anche se non è obbligato a farlo? Il pagamento delle royalty garantirà agli utenti che acquistano l’NFT la possibilità di accedere ai benefit che i progetti NFT mettono a disposizione dei cosiddetti holder. I vari vantaggi  che l’utente può acquisire attraverso il pagamento della totalità delle royalty possono essere, ad esempio, l’accesso ad uno più canali Discord privati, la possibilità di mettere in staking gli NFT per ricevere in cambio ricompense, o la partecipazione alla governance delle collezioni che consente agli utenti di votare proposte all’interno delle DAO. Pagare le royalty inoltre è un modo per supportare direttamente gli artisti che, nell’ottica della creator economy, con gli NFT hanno l’opportunità di monetizzare le loro opere in maniera più vantaggiosa rispetto agli strumenti offerti dall’internet off chain. 

Perché Magic Eden ha scelto di non far pagare le royalty

Magic Eden, all’interno del comunicato ufficiale rilasciato, Sabato 15 Ottobre 2022, ha dichiarato di essere consapevole dell’impatto che la decisione avrà sui creator e sugli artisti digitali. Le polemiche sorte in relazione alla scelta di Magic Eden di non far pagare le royalty per gli artisti NFT, hanno sottolineato l’opinabilità della decisione, che avvantaggia i trader rispetto ai creatori. Secondo tantissimi utenti, che si sono espressi in particolar modo su Twitter, le royalty contribuiscono a dare valore ai progetti e permettono ai team di sviluppo di continuare a lavorare e a investire in features indispensabili al fine di realizzare gli step delle roadmap. Ma perché Magic Eden ha scelto di proseguire in questa direzione? Come anticipato, il motivo principale è la volontà del marketplace di adattarsi alle dinamiche di mercato. 

Il grafico presente in questo tweet mostra la tendenza degli utenti a preferire i marketplace o le collezioni su cui è possibile non pagare le royalty ai creatori. Questo modello, detto optional creator royalties è utilizzato dalle collezioni NFT di Dust Lab, i DeGods e gli y00ts e dai CryptoPunks e da alcuni marketplace NFT come X2Y2 e SolanArt. Magic Eden, il marketplace NFT su Solana ed Ethereum all’interno del post in cui ha annunciato l’iniziativa ha cercato di rassicurare i creatori. Ha descritto infatti la modifica come un qualcosa di temporaneo, volto più che altro a conservare le quote di mercato acquisite nell’ultimo periodo, in attesa di una soluzione che metta d’accordo sia i trader che gli artisti NFT. 

L’iniziativa di redenzione di Magic Eden

Magic Eden, a pochi giorni dall’annuncio, sta cercando di escogitare alcune “contromisure” per tutelare i creator. 

Il marketplace ha istituito il Creator Monetization Hackathon, un evento al quale partecipano sia gli sviluppatori che i creator. L’evento, come si può facilmente intuire dal nome, ha l’obiettivo di trovare soluzioni sostenibili per risolvere il problema della monetizzazione dei creator e quindi trovare modelli di business alternativi che consentano agli artisti di guadagnare dalle proprie collezioni. Il montepremi per gli sviluppatori e i creatori che riusciranno nell’impresa è di 1 milione di dollari. Vedremo se Magic Eden riuscirà a ripristinare lo status quo che vigeva prima della decisione di non far pagare le royalty, consentendo ai creatori di continuare a guadagnare dalle vendite dei propri prodotti o se si uniformerà alle esigenze di mercato per sopravvivere.

Shiba Eternity, il nuovo gioco di carte di Shiba Inu

Shiba Inu video game: guida al gioco Shiba Eternity

Da pochi giorni è uscito Shiba Eternity, un gioco di carte in versione mobile. Ecco la guida del videogame della crypto Shiba Inu!

Giovedì 6 Ottobre 2022 è stato lanciato il gioco mobile della crypto Shiba Inu: Shiba Eternity. Shiba Eternity è un gioco di carte collezionabili free-to-play. Il gioco non è un play-to-earn, non consente infatti agli utenti di guadagnare ricompense in criptovalute giocando. Shiba Eternity si classifica come “videogioco crypto” perché si possono acquistare pacchetti di carte per migliorare il proprio mazzo, con la  crypto di Shiba Inu, SHIB.

Il videogame di Shiba Inu, durante la prima settimana di vita, ha riscosso grande successo, e non solo tra gli appassionati di crypto. Shiba Eternity è schizzato in cima alle classifiche dei giochi di carte sul Google Play Store e sull’App Store di Apple. Leggi la guida del videogioco di Shiba Inu: Shiba Eternity, per diventare un maestro del combattimento nello Shiba Dogjo.

Diventa un guerriero della ShibArmy di Shiba Eternity

L’universo popolato dagli Shiba, lo Shibarium, non è mai stato pacifico. Lunghe e catastrofiche guerre sono state combattute nel corso dei secoli. Ryoshi, l’insegnante samurai, che riprende il nome dall’anonimo creatore della crypto Shiba Inu, ci prende per mano durante le fasi iniziali del gioco. Ryoshi ci tiene ad essere chiaro fin da subito: se vuoi essere coinvolto nell’universo Shiba devi saper combattere! Il modo in cui la ShibArmy, l’esercito ufficiale degli Shiba, si prepara al combattimento? Attraverso Shiba Eternity, il gioco perfetto per migliorare le proprie arti belliche, all’interno dello Shiba Dogjo. Per combattere all’interno dello Shiba Dogjo utilizzerai gli Shiboshi. Gli Shiboshi sono personaggi con le sembianze di cagnolini di razza Shiba Inu e sono i veri protagonisti del videogame. Potrai collezionare vari Shiboshi all’interno di Shiba Eternity, ognuno dotato di caratteristiche, abilità e strategie differenti.

Shiba Eternity: come iniziare a giocare al videogame di Shiba Inu 

Appena si accede al gioco ci si trova subito obbligati a sfidare il maestro Ryoshi che però ci promette, in tono rassicurante, di non aver intenzione di impegnarsi al massimo data la nostra inesperienza all’interno del Dogjo. Il primo combattimento è una sorta di tutorial, necessario ad apprendere le dinamiche principali del gioco, vengono spiegate le regole e le funzionalità del gioco di Shiba Inu. Ogni giocatore è provvisto di un mazzo di carte digitali, dal quale si pesca automaticamente una carta all’inizio di ogni turno. L’obiettivo delle battaglie è sconfiggere il tuo avversario azzerando i punti vita del suo Shiboshi, attraverso l’utilizzo delle carte da gioco in tuo possesso. Le carte di cui è composto il mazzo, in totale 30, possono essere di vario genere, ma attenzione! Ogni carta che giochi ha un punteggio calcolato in barks, in italiano “latrati”. Se il numero è superiore ai barks che possiedi per quel turno non la potrai giocare. Dopo ogni turno che viene vinto, al tuo Shiboshi viene consegnato un consegnato un barks, fino ad un massimo di 10. Le carte più comuni sono i cosiddetti “combattenti”, che possiedono, come nei più classici giochi di questo tipo, solamente punti attacco e punti vita

Oltre ai combattenti ci sono svariati altri tipi di carte nel Dogjo, come i guardiani, che obbligano il tuo avversario ad attaccare per primo e servono per proteggere gli altri tuoi combattenti e il tuo Shiboshi. O le carte stealth, le quali non possono essere attaccate fino a quando non le utilizzi per sferrare un ulteriore attacco, e le magie, che servono a lanciare incantesimi che indeboliscono il tuo avversario o che migliorano i tuoi combattenti. Le carte all’interno di Shiba Eternity, il videogame di Shiba Inu, ad oggi, sono più di 500 e aumenteranno man mano con l’uscita di nuove espansioni. Come nella maggior parte dei giochi di carte da collezione, le carte sono suddivise secondo quattro diverse rarità: comuni, rare, epiche e leggendarie.

Crea il tuo primo mazzo di carte e inizia l’avventura su Shiba Eternity

Una volta sconfitto Ryoshi, nel combattimento di prova, entrerai in contatto con il “PURE FOMO”, il procedimento che darà vita al tuo primo Shiboshi. Questo processo assegnerà in modo casuale, una serie di tratti al tuo Shiboshi, i tratti in totale sono 87 e attraverso il miscuglio di questi ultimi potranno nascere 10.000 Shiboshi unici. La somma di questi tratti determinerà il potere speciale che il tuo Shiboshi potrà utilizzare nei combattimenti, il bark power. I bark power sono in totale 21 e ognuno avvantaggia il tuo Shiboshi e svantaggia quello dell’avversario in tanti modi diversi. Per esempio il potere “Frostfire Blast” provoca due danni ad un nemico e immobilizza quelli adiacenti per il turno successivo, il bark power “Deal With It” ti consente di pescare una carta e obbliga il tuo avversario a scartarne una.

All’interno di Shiba Eternity, il videogioco ufficiale della crypto Shiba Inu, oltre ai bark power ci sono anche i passive power, che possono essere attivati solo in alcuni momenti della partita.

Completato il processo di PURE FOMO, dovrai scegliere l’arte marziale che più ti si addice. In realtà essendo al livello uno, l’unica scelta possibile sarà l’arte del ChewJitsu. Per specializzarti in una delle altre 6 dovrai giocare e salire di livello. Puoi comunque vedere una descrizione delle altre arti che potrai selezionare man mano che sali di livello, come il Taekwondoje, o il Ryochi. L’arte marziale che ogni Shiboshi decide di imparare, influenza la composizione del tuo mazzo di carte e il tuo stile di gioco all’interno di Shiba Eternity. Una volta composto il tuo primo mazzo, attraverso le carte che inizialmente il gioco ti fornisce, è arrivato il momento di sfidare altri giocatori nella modalità di gioco PvP o di acquistare pacchetti di carte nel negozio per migliorare il tuo mazzo e la propria collezione! Cosa aspetti, se con la guida del videogioco di Shiba Inu,Shiba Eternity, hai chiari tutti i passaggi, non ti resta che scaricarlo e scalare le classifiche.

Attacco hacker alla Binance Smart Chain, che cosa è successo?

Binance Smart Chain colpita da un attacco hacker, cosa è successo?

Binance Smart Chain colpita da un attacco hacker, cosa è successo? Le cause e il crollo del prezzo della crypto BNB

Nella notte tra Giovedì 6 e Venerdì 7 Ottobre 2022, la Binance Smart Chain è stata colpita da un attacco hacker. Il responsabile è riuscito a rubare circa 100 milioni di dollari in diverse criptovalute. In seguito all’attacco, il team di Binance è intervenuto prontamente, sospendendo le transazionisulla blockchain e quindi limitando fortemente la quantità di denaro che sarebbe potuta essere sottratta. Scopri cosa è successo alla Binance Smart Chain durante l’attacco hacker di Venerdì 7 Ottobre 2022 e come l’exploit ha influito sul prezzo della crypto BNB.

A cosa serve la Binance Smart Chain?

La Binance Smart Chain (BSC), è una blockchain creata da Binance nel 2019 che coesiste con la blockchain di Binance principale, la Binance Chain. Qual è la differenza tra la Binance Smart Chain e la Binance Chain? Al contrario della Binance Chain, la BSC è compatibile con la macchina virtuale di Ethereum (EVM) e permette la creazione e l’utilizzo di smart contract sul proprio ecosistema, da qui l’aggettivo smart all’interno del nome. Tra le possibilità di una blockchain EVM compatibile c’è anche quella di spostare in modo pressoché istantaneo i propri token, fungibili e non-fungibili, su tutte le blockchain della stessa tipologia. A questo scopo si utilizza un tipo di applicazione decentralizzata (DApp) chiamata bridge. I bridge sono diventati molto popolari ultimamente, soprattutto grazie alla tendenza, da parte dei progetti Web3, a espandersi su altre blockchain e diventare quindi cross-chain. L’attacco di Venerdì è avvenuto proprio ad una DApp di questo tipo, ovvero sul bridge principale della Binance Smart Chain, il Binance Bridge. Attraverso questo bridge si possono inviare in modo pressoché istantaneo i propri asset su tantissime altre blockchain tra cui quella di Ethereum, Polygon, Avalanche, Cronos e tante altre.

Cosa è successo alla Binance Smart Chain?

Ma cosa è successo precisamente al bridge della Binance Smart Chain? Qualcuno è riuscito a manomettere lo smart contract che si occupa di calcolare la quantità di token che gli utenti possiedono. Così facendo ha impostato la propria quantità di BNB, la crypto di Binance, a 2 milioni di unità. Successivamente, l’hacker, ha inviato l’ingente somma di denaro al suo wallet in due transazioni da 1 milione di BNB l’una, circa 560 milioni di dollari in totale

Una volta ricevuti i BNB, l’hacker ha poi spostato alcuni fondi su diverse blockchain EVM compatibili per non permettere a Binance di bloccarli ed ha preso in “prestito” delle stablecoin su Venus, un protocollo di lending sulla Binance Smart Chain. Fortunatamente, Binance, è stato molto veloce ad intervenire, ha “messo in pausa” la Binance Smart Chain, congelando i portafogli dell’hacker. Anche Tether, l’azienda che ha creato la stablecoin USDT ha agito repentinamente congelando i fondi che l’hacker aveva preso in prestito su Venus. Grazie alla velocità di azione delle due aziende l’hacker è riuscito a trafugare solamente 100 milioni di dollari (circa), più o meno cinque volte in meno di quelli che era inizialmente riuscito a rubare. 

In seguito all’avvenimento si è scatenato il dibattito tra la community Web3, in particolar modo sul social network Twitter. Il dibattito si è concentrato sul tema dei pro e contro della centralizzazione delle chain di Binance. L’azienda crypto infatti ha limitato i danni attraverso il blacklisting dell’hacker, che altro non è che un’azione informatica volta a bloccare la possibilità di effettuare transazioni di un determinato wallet. E questo è stato possibile grazie al ridotto numero di validatori che la Binance Smart Chain utilizza per approvare le transazioni sul suo network. In una rete più decentralizzata non sarebbe stato così semplice congelare un wallet di un utente. 

Il prezzo della crypto BNB in seguito all’attacco hacker

BNB è la crypto nativa della Binance Smart Chain. BNB serve a pagare le commissioni (fee) per effettuare transazioni ed interagire con la blockchain EVM di Binance. In seguito all’attacco hacker, BNB ha perso circa il 5.5% in poco più di due ore. L’attacco è avvenuto proprio nel momento in cui BNB si stava approcciando alla resistenza dei 297$. L’avvenimento, come era immaginabile, ha spinto la crypto di Binance verso il basso. Questo ribasso non è durato solamente una giornata ma è proseguito per più giorni portando BNB fino alla parte bassa del range in cui si muove dagli inizi di Settembre 2022, attorno all’area di prezzo dei 272$.

Ethernity Chain: 5 collezioni NFT di sportivi e icone del cinema

ERN crypto: i 5 NFT più interessanti su Ethernity Chain

Su Ethernity Chain le star raggiungono il Web3. Scopri le 5 collezioni NFT più interessanti tutte acquistabili con la crypto ERN!

Ethernity Chain è un marketplace NFT costruito su Ethereum che ha fatto molto parlare di sé soprattutto grazie alle sue collezioni NFT in collaborazione con artisti e sportivi di fama internazionale. Tra i personaggi più famosi a cui sono state dedicate opere d’arte NFT ci sono Lionel Messi, Bruce Lee e James Dean. I token non fungibili acquistabili su Ethernity Chain sono di diverse tipologie, dalle carte da gioco ai digital collectibles fino agli oggetti indossabili dal proprio avatar nei più famosi metaversi. Gli NFT su Ethernity Chain sono raggruppati in categorie tematiche, le quali possono essere facilmente raggiungibili attraverso degli hashtag. Le categorie sono in tutto 22 e spaziano dalla musica al calcio, dall’arte alla tecnologia passando anche per il giornalismo e le arti marziali. 

Su Ethernity Chain convivono collezioni NFT costruite su diverse blockchain, gli NFT presenti sul marketplace infatti possono essere acquistati attraverso tre criptovalute: ETH, MATIC e con ERN, la crypto nativa della piattaforma. Il progetto si sta conquistando la fama grazie al prestigio dei personaggi iconici a cui dà un volto nel Web3, vediamo i 5 NFT più interessanti su Ethernity Chain!

1. Il Messiverso, la collezione NFT per Lionel Messi

Il personaggio più famoso che si può “incontrare” navigando sull’ecosistema di Etherenity Chain è sicuramente il calciatore argentino Lionel Messi. Gli NFT originali di Messi sono usciti ad Agosto del 2021 in occasione del trasferimento del giocatore dal suo storico club F.C. Barcellona alla squadra francese del Paris Saint Germain.

La collezione in collaborazione con “la pulce” è composta da quattro NFT disegnati dall’artista australiano BossLogic il quale ha lavorato in passato per Marvel e Disney. L’NFT più raro, di cui esiste soltanto una copia, è intitolato “Lionel Messi: The Golden One”. Questa opera d’arte digitale raffigura il calciatore argentino sopra un frammento di un meteorite mentre sta per calciare un pallone completamente dorato. 

L’NFT è stato venduto all’asta con un prezzo di partenza di 50.000$ nella crypto ERN. L’asta, durata 72 ore, è stata battuta per 1 milione di dollari. “Lionel Messi: The Golden One” non è però l’unica collezione NFT del giocatore argentino creata su Ethernity Chain. 

Le altre collezioni sono “Man Of The Past” e “Man From Tomorrow” che è sono uscite in contemporanea e raffigurano un Lionel Messi “robot” in due versioni: una in cui il campione veste la maglia del Barcellona con il 10 sulle spalle e una con la maglia del PSG è il numero 30 (quella che tutt’ora veste nel club francese). Il costo per questi due NFT era di 10.000$ nella crypto ERN al pezzo ed erano disponibili 75 NFT per versione. Le ultime due collezioni,“The King Piece e “The Magician” sono costate rispettivamente 99$ in ETH sulla rete Ethereum e 50$ in WETH sulla rete Polygon.

2. “Hollywood Icon” la collezione NFT in onore di James Dean

Tra i 5 NFT più interessanti su Ethernity Chain acquistabili tramite la crypto ERN ci sono quelli creati in onore del compianto attore James Dean. La collezione si chiama “Hollywood Icon” ed è stata creata grazie alla collaborazione tra la digital agency Worldwide XR e l’azienda produttrice di software per realtà aumentata e virtuale VueXR. Gli NFT in questione sono 5 e raffigurano oggetti e istanti iconici della vita dell’attore. Il primo NFT ad essere stato lanciato è la riproduzione 3D della Porsche TYP 550 Spyder di colore argento metallizzato posseduta da Dean. La Porsche è l’oggetto più iconico della collezione soprattutto perché è il mezzo di trasporto con il quale l’attore è stato vittima dell’incidente fatale che ne ha causato la morte. La Porsche era l’auto preferita da James Dean, il quale le aveva trovato addirittura un ironico soprannome: “Little Bastard”.

Le altre opere della collezione lanciata il 16 Dicembre 2022 sono: un busto 3D dell’attore con una firma dorata, un medaglione d’oro, la stella della Hollywood Walk of Fame e l’ultima fotografia in cui l’attore leggendario è stato immortalato.

3. Bruce Lee, icona, anche nelle arti digitali

La terza collezione NFT è quella dedicata all’attore, regista ed esperto di arti marziali Bruce Lee. Gli NFT in onore di Bruce Lee, in totale 6, sono stati disegnati da tre artisti differenti. Gli artisti in questione sono: Raf Grassetti, uno dei più famosi scultori digitali al mondo, Anthony Francisco, Senior Visual Development Artist di Marvel Studio e l’artista che abbiamo già incontrato all’inizio di questo articolo: BossLogic. 

Ogni artista ha interpretato in maniera fortemente personale il soggetto, per esempio Raf Grassetti, nell’opera “The Dragon”, ha scolpito il karateka con un dragone cinese attorcigliato attorno al corpo mente Anthony Francesco & Ryan Moore lo hanno inserito all’interno di ambientazioni cosmiche cercando di trasmettere all’osservatore anche la saggezza filosofica dell’attore oltre che la potenza e la forza. Le opere d’arte sono state vendute attraverso due tipologie di aste a seconda della quantità delle versioni prodotte. Ogni artista ha prodotto un NFT singolo, in unica copia, e un’opera di cui sono presenti più copie. Le tre opere singole sono tutte partite da un base d’asta di 1$ e sono state acquistate nella crypto di Ethernity Chain ERN. 

Le altre tre opere, quelle prodotte in più esemplari, sono state vendute in ETH a prezzi diversi. L’opera di Raf Grassetti, “Bruce Lee: Formless”, di cui erano disponibili 60 copie è stata venduta a 2000$ al pezzo, le 100 copie dell’opera “Bruce Lee: Vortex” di Boss Logic, sono state vendute a 100$ l’una mentre gli NFT di Anthony Francisco & Ryan Moore, che erano 200, sono stati venduti a 500$ in ETH l’una.

4. Indossa la maglietta di Luka Modric su The Sandbox

La lista delle 5 collezioni NFT più interessanti su Ethernity continua con un altro calciatore, Luka Modric, il miglior calciatore croato di tutti i tempi. La collezione è stata creata da Visual Lab, uno studio di animazione con sede nei Paesi Bassi. Come per la collezione precedente gli NFT creati su Ethernity Cahin sono sei, di cui tre sono opere d’arte digitali e tre sono oggetti indossabili nei metaversi. Le opere d’arte virtuali hanno tutte e tre come soggetto il calciatore croato, mentre esegue una perfetta rovesciata sott’acqua o mentre dribbla delle macerie in uno scenario post apocalittico. 

I tre oggetti indossabili invece sono due magliette, una della Nazionale di Calcio della Croazia e una con il logo di Ethernity e l’iconica fascetta per i capelli della quale il campione croato non può mai fare a meno quando scende in campo. Questi oggetti saranno indossabili nel metaverso di The Sandbox, grazie all’implementazione effettuata da Ethernity, che ha permesso di portare la sua libreria di licenze nel mondo virtuale. Inoltre l’NFT marketplace ha acquisito alcune Land nel metaverso di The Sandbox che ospiteranno una galleria e un negozio NFT.

5. Shaquille O’Neal e Justin Maller: il dominio dell’NBA

Anche il 15 volte “NBA AllStar” Shaquille O’Neal fa parte dei progetti NFT più interessanti su Ethernity chain. Il cestista ha collaborato con l’artista digitale Justin Maller alla collezione NFT “Eras of Dominance” per commemorare la sua carriera nella National Basketball Association (NBA). La raccolta di NFT è composta da 5 opere d’arte digitale che raffigurano Shaquille O’Neal mentre schiaccia a canestro ed esulta. Ogni NFT si riconnette ad un periodo specifico della carriera del giocatore alle tre squadre in cui ha lasciato maggiormente il segno: i Los Angeles Lakers, gli Orlando Magic e i Miami Heat.

Lo stile degli NFT, che appaiono dinamici e dirompenti, ricorda lo stile di gioco di Shaq. Le “crepe” di cui sono costellate le opere d’arte digitale sono riconducibili alla tendenza del giocatore NBA a rompere i “tabelloni” dei canestri in vetro a causa della veemenza delle sue schiacciate. Come tutti gli NFT più interessanti su Ethernity Chain presenti in questo articolo sono stati venduti in modo differente. L’opera unica “Shaquille O’Neal: Peak Dominance” è stata venduta all’asta, con un prezzo di partenza di 20.000$ nella crypto ERN.


È ancora possibile acquistare i 5 NFT più interessanti su Ethernity Chain, e se è possibile, dove comprarli? Tutte le collezioni che abbiamo elencato in questo articolo possono essere acquistate sia sulla piattaforma di Ethernity che sul famoso marketplace OpenSea. Se vi state chiedendo invece quanto costano gli NFT su Ethernity Chain, beh, la risposta è dipende. Alcuni, come gli oggetti indossabili nei metaversi, sono molto economici (anche poche decine di dollari), altri meno, come l’opera d’arte digitale “Messi: The Golden One”.

Arrivano le stablecoin sulla blockchain di Bitcoin grazie a Taro

Bitcoin: arrivano le stablecoin con Taro. Cos’è e a cosa serve?

Le stablecoin arrivano su Bitcoin grazie al protocollo Taro. Cos’è, a cosa serve, come migliora la blockchain di BTC?

Vorresti poter usufruire della sicurezza della rete di Bitcoin per effettuare e ricevere pagamenti in stablecoin? A breve potrai farlo, grazie a Taro! Il 28 Settembre 2022 è avvenuto il rilascio della versione alpha di Taro Daemon, un progetto open source sviluppato da Lightning Labs che consentirà di creare asset digitali sulla blockchain di Bitcoin. Che cos’è Taro? Acronimo di Taproot Asset Representation Overlay, Taro è un protocollo costruito grazie a Taproot il più recente aggiornamento di Bitcoin, attivato il 14 Novembre 2021. Le ultime novità su Bitcoin? Sono in arrivo le stablecoin! !

Il problema da risolvere: pagare in Bitcoin deve essere economico e veloce

Bitcoin è stato creato per consentire scambi di valore peer-to-peer in un sistema completamente decentralizzato. Il titolo del Whitepaper di Bitcoin recita, “Bitcoin: A Peer-to-Peer Electronic Cash System” ovvero un sistema monetario elettronico peer-to-peer con il quale effettuare transazioni in modo completamente decentralizzato. Con il tempo però, il cosiddetto “oro digitale” è stato sempre meno usato come valuta di scambio e le persone hanno iniziato a considerarlo una riserva di valore. Il motivo di ciò risiede nelle caratteristiche intrinseche della prima criptovaluta della storia. La rete principale di Bitcoin infatti è poco scalabile.

Quando si parla di scalabilità all’interno del mondo Web3 ci si riferisce all’aumento della velocità e alla diminuzione del costo delle transazioni. Più un network è scalabile, più consente di processare transazioni velocemente e in modo economico. Nei primi anni di vita, la blockchain di Bitcoin era, di fatto, scalabile per via della bassa congestione della rete che non rallentava gli scambi. Questa situazione con il tempo è cambiata, e la rete di Bitcoin è diventata sempre meno efficiente in questi termini. Questo è avvenuto a causa della incredibile popolarità di cui ha goduto negli ultimi anni, al numero crescente di transazioni da gestire e al conseguente congestionamento della rete. 

Come ci spiega infatti il trilemma della scalabilità, uno dei più famosi teoremi per le tecnologie blockchain, non è possibile che un network sia allo stesso tempo completamente scalabile, sicuro e decentralizzato. Ogni blockchain è portata a trovare un compromesso per ottenere tutte queste qualità senza sacrificarne una nello specifico. Bitcoin pur essendo un punto di riferimento per la sicurezza e la decentralizzazione, ha qualche debolezza nel garantire scalabilità al suo network. Il mondo del Web3 però è in continua evoluzione, ecosistemi e sviluppatori sono sempre pronti ad offrire soluzioni innovative. Una di queste è il Lightning Network. Ovvero un Layer 2 di Bitcoin, nato nel 2016, che si appoggia alla blockchain principale e la migliora in termini di scalabilità. Il Lightning Network infatti è in grado di processare milioni di transazioni in maniera estremamente economica, al contrario della rete principale di Bitcoin che arriva ad un massimo di 7 transazioni per secondo. In breve il Bitcoin Lighting Network raggruppa una serie di transazioni in “pacchetti” che poi vengono registrati sulla rete di Bitcoin, invece di processare una ad una ogni transazione. Per queste ragioni, utilizzare il Lightning Network è diventato vantaggioso per pagare in Bitcoin. Fin qui, niente di nuovo! Lightning Labs ha in serbo un nuovo protocollo per migliorare ulteriormente il trasferimento di valore sulla blockchain di BTC. Parliamo di Taro!

Che cos’è Taro e a cosa serve?

Nonostante la grande innovazione creata dal Bitcoin Lightning Network resta da risolvere la questione della volatilità. Il prezzo di BTC infatti non rimane stabile nel tempo ma è soggetto a oscillazioni di mercato. Questo potrebbe creare qualche grattacapo sia agli utenti che intendono pagare in Bitcoin sia alle aziende che in futuro potrebbero utilizzarle per gli stipendi dei propri dipendenti. O ancora, ai negozi che accettano pagamenti in criptovalute. Per risolvere questo problema entra in gioco Taro. Ma che cos’è Taro? Taro è un protocollo open source costruito da Lightning Labs che consentirà di creare ed utilizzare asset digitali, in particolare stablecoin, sulla blockchain di Bitcoin. Questi asset digitali potranno essere sia token fungibili, il corrispettivo di quello che sono gli ERC-20 per Ethereum, che non fungibili (NFT).

Ma come farà Taro a creare asset sulla blockchain di Bitcoin? La creazione e lo scambio di asset sarà possibile grazie all’aggiornamento Taproot, attivato nel 2021, e alla struttura di dati chiamata Merkle Trees. Merkle Tree è un tipo di struttura informatica in grado di memorizzare molti elementi e di dimostrare facilmente l’esistenza e la veridicità.

Oggi gli asset digitali come i token, risiedono solamente su altre blockchain a causa della maggiore facilità di implementazione, dei minori costi di transazione o della maggiore scalabilità, ma Taro ha l’obiettivo di cambiare lo status quo attuale. L’obiettivo finale di Taro è quello di trasformare Bitcoin in una rete multi-asset. Questi asset potranno essere trasferiti sulla rete Bitcoin attraverso transazioni on-chain. Inoltre, i token costruiti grazie a Taro potranno essere trasferiti istantaneamente, a basso costo, sul Bitcoin Lightning Network. Si tratta di un’apertura di Bitcoin alla DeFi? Si prevede che la maggior parte di questi token saranno trasferiti sul Lightning Network, in particolare le stablecoin alle quali Taro riserva massima importanza, cosa che traspare anche dalla sua comunicazione sui social network.

Lo slogan apparso sul profilo Twitter di Taro è “bitcoinizing the dollar”, ovvero “bitcoinizziamo il dollaro!”. In altre parole? Portiamo la praticità delle monete fiat sulla blockchain di Bitcoin! Questa missione potrebbe contribuire a realizzare il punto fondamentale del White Paper di Bitcoin: consentire scambi di valore senza intermediari in un sistema completamente decentralizzato. Gli utenti, con l’attivazione del protocollo Taro, potranno detenere sui loro portafogli sia delle stablecoin, criptovalute ancorate al dollaro, sia dei BTC e utilizzare entrambi per effettuare pagamenti. Non è ancora stato comunicato dal team di Lightning Labs quando l’aggiornamento Taro sarà attivato ma tutto il mondo Web3 è in fermento. Chissà se un giorno Taro consentirà di creare anche ecosistemi DeFi o giochi play-to-earn sulla blockchain più famosa e longeva di sempre.

La nuova roadmap di Polkadot spiegata in 5 punti

Polkadot: 5 nuove funzionalità in arrivo nel 2022

Il 26 Settembre Polkadot ha rilasciato la roadmap per l’ultimo trimestre del 2022. Scopri le 5 nuove funzionalità per la blockchain di Gavin Wood!

Polkadot, e l’azienda che si occupa del suo sviluppo, Parity Technology, Lunedì 26 Settembre hanno rilasciato un documento in cui sono presenti tutte le più importanti funzionalità a cui il network sta lavorando per l’ultimo trimestre del 2022. Gli aggiornamenti programmati da Polkadot sono principalmente relativi a scalabilità, sviluppo delle parachain, governance e staking. Vediamo 5 nuove funzionalità per Polkadot in arrivo nel 2022 e tutti i miglioramenti previsti per il network! 

1. Polkadot sempre più scalabile

La prima delle cinque funzionalità in arrivo su Polkadot nel 2022 è chiamata Asynchronous Backing e verrà implementata per aumentare la scalabilità della rete Polkadot. La scalabilità è la capacità di un network di processare rapidamente le transazioni, più una blockchain è scalabile e più transazioni può processare in un determinato periodo di tempo. Grazie alla funzionalità Asynchronous Backing il tempo per blocco di ogni parachain si dovrebbe ridurre da 12 secondi a circa 6, questo garantirà alle reti di processare transazioni con una minor latenza, l’intervallo di tempo che intercorre fra il momento in cui viene inviata una transazione e il momento in cui viene effettivamente processata, e in generale più velocemente. 

Asynchronous Backing permetterà di raddoppiare lo spazio disponibile su ogni blocco, e di “riutilizzare” i blocchi quando non vengono convalidati al primo tentativo. Questo aggiornamento è volto ad aumentare la quantità di lavoro che ogni parachain può svolgere e ad ottimizzare le prestazioni della Relay Chain, l’infrastruttura sulla quale sono costruite tutte le parachain. Sarà quindi possibile registrare un maggior numero di parachain e la capacità di TPS (transazioni per secondo) della rete Polkadot, quindi quella di tutte le sue parachain e dei suoi parathread, dovrebbe aumentare notevolmente, arrivando ad oscillare tra le 100.000 e 1 milione.

2. Parathread: lancio e potenziamento

La seconda novità per l’ecosistema di Polkadot riguarda i parathread. I parathread sono delle parachain che non sono integrate stabilmente su Polkadot, grazie alla vincita di una delle aste, ma che pagano l’utilizzo dell’infrastruttura di Polkadot “a consumo”. I parathread rispetto alle parachain potranno essere costruiti anche da programmatori non professionisti in quanto, a livello di complessità di codice, possono essere paragonati a semplici smart contract. Sia le Polkadot parachain che i parathread non possiedono un proprio algoritmo di consenso ma sfruttano quello della Relay Chain di tipo Proof-of-Stake. Il lancio dei parathread era previsto per quest’estate ma è stato posticipato all’inizio del 2023. Per quanto riguarda i parathread, Parity Technology sta esplorando una soluzione chiamata Next-Generation Scheduling. Il Next-Generation Scheduling consente alle Polkadot parachain che hanno vinto le aste e si sono quindi aggiudicate la possibilità di partecipare alla rete e ai parathread, di aumentare la quantità di spazio sui propri blocchi in modo da risparmiare sui costi derivanti dal meccanismo di consenso.

3. Governance ristrutturata

Il terzo punto della roadmap di Polkadot per l’ultimo trimestre del 2022 riguarda la governance. Con governance all’interno del Web3, si intende il modo in cui i membri della community possono partecipare alle decisioni in merito alle mosse future del progetto. Il nuovo sistema, chiamato Overhaul, eliminerà il consiglio e i comitati tecnici e introdurrà la Polkadot Fellowship. La Polkadot Fellowship ha come “costituzione” il Polkadot Fellowship Manifesto

Il termine fellowship, che si utilizza di solito per indicare una compagnia di amici, non è stato attribuito per caso al nuovo sistema di governance di Polkadot. Il sistema infatti punta a modificare il processo decisionale rendendolo il più simile possibile a quello che normalmente avviene in un gruppo di amici. La nuova governance di Polkadot ha l’obiettivo di decentralizzare il vecchio sistema composto da 3 camere e un consiglio di 13 membri eletti dai possessori di DOT. Con le modifiche apportate, tutti i membri della community avranno voce in capitolo grazie a referendum periodici e ad un sistema di deleghe che renderà più veloce il processo decisionale. La Governance V2 dovrebbe essere implementata su Kusama, la blockchain parallela a Polkadot che viene utilizzate per testare le nuove funzionalità, all’inizio del quarto trimestre del 2022.

4. La nuova Staking Dashboard 

La quarta novità per l’ecosistema Polkadot riguarda lo staking. Essendo Polkadot una blockchain che funziona grazie al meccanismo di consenso Proof-of-Stake, lo staking è disponibile e indispensabile al fine garantire la sicurezza delle transazioni. La sfida per la fine del 2022 per la blockchain di Gavin Wood è quella di rendere lo staking più accessibile e semplice per gli utenti che vogliono partecipare al meccanismo di consenso della rete o ottenere ricompense. A tal fine, Parity Technologies ha sviluppato una Staking Dashboard, una piattaforma che permette di mettere in staking la crypto di Polkadot, DOT. Il punto principale su cui si è concentrato lo sviluppo di Parity Technologies è rendere la dashboard user friendly e di alleggerire l’infrastruttura. Lo staking su Polkadot infatti funziona senza un provider esterno centralizzato grazie alla tecnologia light-client. La tecnologia light-client consente ai validatori di interagire con una blockchain senza dover memorizzare tutto lo storico della rete conservando lo stesso livello di sicurezza. La versione beta della dashboard di Polkadot per lo staking è già utilizzabile e la versione definitiva dovrebbe essere rilasciata a breve!

5. Potenziamento delle parachain

Il futuro di Polkadot nei prossimi mesi riguarderà ovviamente anche le parachain. Le parachain sono la funzionalità principale di Polkadot e il motivo per il quale la blockchain ha guadagnato così tanta popolarità. Le parachain sono le blockchain secondarie che sfruttano l’infrastruttura di Polkadot e le loro performance verranno migliorate attraverso un nuovo meccanismo chiamato Weights V2. Weights V2 permetterà di convalidare i blocchi delle parachain più facilmente e di conseguenza renderà più semplice la “scrittura” e lo sviluppo di queste ultime. L’aggiornamento è il primo in ordine temporale che verrà implementato e dovrebbe arrivare entro la metà di Ottobre 2022.