Quanto può aumentare un mutuo a tasso variabile?

Mutuo tasso variabile: quanto può aumentare?

Quanto può aumentare un mutuo a tasso variabile? Come funzionano questi finanziamenti e da cosa sono influenzati?

Quanto può aumentare un mutuo a tasso variabile? Una domanda che si pongono in molti nel nostro paese. Sono attualmente circa 3 milioni e mezzo le famiglie italiane che hanno preso in prestito denaro dalle banche. 

La variazione degli interessi sui mutui è influenzata dalle decisioni di politica monetaria dell’Eurozona. Si stima che, a causa della recente scia di rialzo dei tassi di interesse, un mutuo a tasso variabile costi fino a 4.200€ in più all’anno rispetto al 2021 e accendere un finanziamento a tasso fisso fino a 3.200€ in più. Ma cos’è un mutuo a tasso variabile e quanto può aumentare?

Che cos’è e come funziona un mutuo a tasso variabile?

Prima di scoprire quanto può aumentare un mutuo a tasso variabile dobbiamo chiederci che cos’è e, in particolare, come funziona questo tipo di finanziamento. Esistono due principali categorie di mutui, quelli a tasso fisso e quelli a tasso variabile

Nei primi il tasso di interesse, ovvero il costo annuo del mutuo espresso in percentuale, viene stabilito nel momento in cui si firma il contratto. Se, per esempio, stai negoziando con la tua banca un mutuo di 100.000€ con tasso fisso del 5%, ogni anno pagherai 5.000€ per il servizio che l’istituto di credito ti offre.

Se invece hai scelto l’altra soluzione non puoi sapere con certezza quanto spenderai, dato che il tasso variabile può salire e scendere nel tempo. Questo tipo di finanziamento è consigliato per chi cerca di trarre un vantaggio economico dalle dinamiche di mercato, dato che i mutui a tasso variabile possono essere più convenienti di quelli a tasso fisso. 

Per accendere questo tipo di finanziamento in tranquillità però è necessario possedere un reddito mediamente alto, in modo da poter far fronte a possibili rate elevate non previste visto che è impossibile prevedere con certezza quanto può aumentare un mutuo a tasso variabile.

Cosa causa l’aumento di un mutuo a tasso variabile?

Nell’Eurozona, e quindi anche in Italia, quanto può aumentare un mutuo a tasso variabile lo decide l’Euro Interbank Offered Rate (Euribor). Un indice che varia giornalmente e rappresenta il tasso di interesse medio a cui le banche si prestano denaro tra loro. Gli istituti di credito utilizzano l’Euribor come base per stabilire i tassi di interesse sui mutui a tasso variabile. Quando questo indicatore sale, anche gli interessi dei mutui a tasso variabile salgono, e viceversa.

Ma cosa provoca l’innalzamento o l’abbassamento di questo indice? I tassi di interesse del mercato finanziario che vengono decisi durante le riunioni della BCE insieme alle misure di politica monetaria che influenzano l’intera economia dell’Eurozona.

La stagione delle politiche monetarie di quantitative tightening a cui stiamo assistendo da mesi, che prevede l’innalzamento dei tassi di interesse, sembra non essersi ancora conclusa. Se stai cercando un asset in grado di proteggerti dal crescente costo del denaro e dall’inflazione che imperversa questo potrebbe essere Bitcoin.

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Quanto possono aumentare ancora i mutui a tasso variabile?

È impossibile dire con certezza quanto aumenteranno i mutui dato che non sappiamo se verranno ulteriormente alzati i tassi di interesse del mercato finanziario. La Banca Centrale Europea, nel mese di giugno, ha optato per un incremento dei tassi di 25 punti base nonostante i dati sull’inflazione siano migliorati. 
La prossima riunione BCE è in programma per il 27 Luglio, seguila per scoprire quanto aumenteranno i mutui a tasso variabile.

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Cos’è un portafoglio digitale e come funziona?

Portafoglio digitale: cos'è e come funziona

Che cos’è un portafoglio digitale? Ecco una guida completa sullo strumento

Che cos’è un portafoglio digitale e come funzionano queste applicazioni presenti in tutti i nostri smartphone che ci permettono di pagare online e nei negozi fisici senza utilizzare carte o contanti.

I digital wallet stanno sostituendo i metodi di pagamento tradizionali. Gli smartphone, grazie all’integrazione di questi strumenti, stanno diventando sufficienti per processare qualsiasi tipo di pagamento e possono anche contenere i nostri documenti di identità. Scopri dunque che cos’è un portafoglio digitale, come funziona e quali sono quelli più utilizzati.

Portafoglio digitale: cos’è

Un’applicazione per smartphone o servizi online che consente di archiviare e gestire in modo sicuro le informazioni relative ai metodi di pagamento che utilizziamo: ecco cos’è un portafoglio digitale in poche parole.

Attraverso i digital wallet è possibile conservare tutti i dati relativi ai nostri metodi di pagamento in un unico dispositivo, come carte di credito, conti bancari e criptovalute ed effettuare transazioni online e in negozi fisici in modo semplice, veloce e sicuro. Ne esistono diverse tipologie: alcuni sono integrati all’interno del sistema operativo del dispositivo che si utilizza (Apple Pay e GPay) mentre altri sono applicazioni sviluppate da aziende esterne (Satispay, Revolut).

Le principali tipologie di digital wallet

Sapere che cos’è un portafoglio digitale non è tutto. Questi strumenti vengono classificati in diverse tipologie in base ad alcune caratteristiche di funzionamento specifiche.

  • Portafogli digitali aperti: consentono di effettuare pagamenti online e in negozio ma anche di prelevare contanti dai bancomat. Questo tipo di digital wallet è solitamente emesso dalle banche. Gli esempi più famosi sono quelli di N26, Revolut e Transfer Wise;
  • Portafogli digitali semi-chiusi: permettono di effettuare acquisti, sia in negozio che online, ma solamente presso un gruppo di rivenditori selezionati che hanno stipulato un accordo di ingresso (diretto o indiretto) con l’emittente del wallet digitale. Alcuni esempi di Digital Wallet semi-chiusi sono Apple Pay, GPay, Pay Pal e Satispay;
  • Portafogli digitali chiusi: attraverso questi strumenti si possono acquistare beni e servizi presso un singolo rivenditore, che è anche l’emittente del wallet digitale. Questo tipo di Wallet non permette il ritiro di denaro dal conto bancario ed è utilizzato principalmente per fare acquisti all’interno di una piattaforma specifica. L’esempio più famoso è Amazon Pay, utilizzabile esclusivamente per lo shop online su Amazon.

Come funzionano i wallet digitali?

Dopo aver visto che cos’è un portafoglio digitale e quali sono le principali tipologie cerchiamo di rispondere alla domanda: come funziona un digital wallet? Nello specifico ci si potrebbe chiedere come avviene il trasferimento di denaro dal conto dell’utente a quello del negoziante.

Inizialmente, gli utenti devono scaricare l’applicazione sul proprio dispositivo mobile e creare un account, a meno che essa non sia già integrata nel sistema operativo, come nel caso di GPay o Apple Pay. Successivamente, devono collegare il loro portafoglio digitale ai loro metodi di pagamento preferiti, e quindi inserire le informazioni della carta di credito o collegare il conto bancario.

Quando si effettua un pagamento, il portafoglio digitale agisce come intermediario tra chi lo effettua e chi lo riceve. Le informazioni di pagamento vengono crittografate e inviate in modo sicuro al sistema di elaborazione dei pagamenti. Il wallet digitale può utilizzare diverse tecnologie, come la comunicazione NFC (Near Field Communication), che funziona grazie ad un sensore integrato all’interno del dispositivo, o i codici QR, per facilitare il trasferimento delle informazioni di pagamento.

Una volta ricevuta l’autorizzazione, il wallet approva la transazione al punto vendita o al destinatario. Alcuni richiedono una conferma aggiuntiva, come l’autenticazione biometrica (impronte digitali o riconoscimento facciale) o l’inserimento di un codice PIN, per garantire la sicurezza.

I wallet digitali possono offrire funzionalità aggiuntive come la gestione delle spese, o la divisione di esse tra più persone, la conservazione dei dati delle carte fedeltà o dei biglietti per eventi e l’accesso a promozioni o offerte speciali.

Questo per quanto riguarda i “digital wallet tradizionali”, ma cos’è un portafoglio digitaledi criptovalute, e come funziona? I crypto wallet, a differenza di quelli tradizionali utilizzati per le monete fiat, non richiedono la presenza di nessun intermediario. Le uniche entità coinvolte in una transazione o in un pagamento sono il mittente e il destinatario mentre i cosiddetti middleman (che nel caso dei digital wallet tradizionali sono le banche) sono rimpiazzati dalla tecnologia blockchain.

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I portafogli digitali per i documenti 

Fino ad ora abbiamo visto cos’è il portafoglio digitale con cuieffettuare pagamenti e conservare il proprio denaro. Ma come funziona per i documenti? Esistono strumenti simili che ti permettono di avere la tua carta di identità sempre a portata di mano sul tuo smartphone e di accedere a servizi online che necessitano di una verifica tramite documento?

La risposta a queste domande è sì. Già da qualche anno, nel nostro paese, esiste lo SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale) mentre l’unione europea ha recentemente annunciato l’equivalente europeo di questo servizio: l’European Digital Identity Wallet (EDIW). Inoltre dal 2020 è stata introdotta la Carta d’Identità Elettronica (CIE). Il documento di identità con un chip integrato contenente i dati personali del titolare in formato digitale e che permette di accedere a servizi online in modo sicuro

Quello che molto non sanno però è che è possibile avere la Carta d’Identità Elettronica sempre a portata di mano sul portafoglio digitale dedicato. Per possedere la tua CIE sul tuo cellulare ti basta scaricare e installare l’app ufficiale CIE ID, registrarti e scannerizzare la tua carta di identità elettronica attraverso il sensore NFC del tuo smartphone.

Una volta completata l’associazione, avrai la tua Carta d’Identità Elettronica sul tuo dispositivo, pronta per essere utilizzata in qualsiasi momento. Ricorda che la CIE sullo smartphone ha lo stesso valore legale della versione plastificata, quindi puoi utilizzarla per identificarti in qualsiasi situazione in cui sia richiesta.


Ora che sai che cos’è un portafoglio digitale, come funziona e quali sono le principali tipologie potresti valutare l’idea non utilizzare, almeno in alcune occasioni, quelli fisici. Grazie a questo pratici strumenti integrati negli smartphone infatti puoi avere tutto quello che ti serve a portata di mano in un unico dispositivo.

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Come investire in oro? La guida

Investire in oro: come fare? La guida

Come investire in oro? Esistono vari strumenti e diverse modalità per esporsi a questo asset. Scoprili tutti in questa guida!

Come investire in oro? Le risposte a questa domanda sono diverse. Per farlo puoi acquistare monete e lingotti, o esporti a strumenti finanziari come gli ETF e opzioni.

Ognuna di queste modalità di investimento ha i suoi pro e i suoi contro. Per esempio acquistare oro fisico è relativamente semplice ma detenerlo ti espone ai rischi connessi al suo possesso. Mentre comprare un ETF è leggermente più complicato ma non comporta rischi di detenzione.

Investire in oro: come fare?

Viste le diverse modalità in cui ci si può esporre a questo asset vale la pena chiedersi: come investire in oro? Ecco come acquistare tenendo sempre però a mente l’andamento del prezzo del metallo prezioso.

1. Comprare oro fisico

Il primo metodo per  investire in oro è anche il più banale. Ovvero acquistarlo fisicamente. È possibile ottenere il metallo prezioso in principalmente due formati: lingotti e monete. Al contrario di quanto si possa pensare questo tipo di investimento può essere anche economico dato che esistono lingotti e monete di qualsiasi peso e valore.

Investire in oro fisico comporta costi contenuti. È infatti possibile acquistarlo senza pagare l’IVA attraverso banche o società regolarmente registrate all’interno di un apposito albo tenuto dalla Banca d’Italia. Questa pratica però presenta anche rischi e costi connessi alla detenzione dell’asset. Questi ultimi salgono nel caso in cui non si voglia, per ovvie ragioni, detenere il proprio oro fisico all’interno della propria abitazione.

2. Investire in oro con gli ETF

Per ovviare ai costi e agli inconvenienti che si presentano quando si decide di acquistare oro fisico molti investitori decidono di optare per una versione digitale di questo bene. Comprare digitalmente può essere come investire in oro fisico solo che si risparmia sui costi di custodia, assicurazione e trasporto. Uno degli strumenti più utilizzati per investire in oro sono gli exchange traded fund (ETF).

Esistono principalmente due tipi di ETF sull’oro:

  • ETF a replica fisica: esporsi a questi strumenti finanziari è praticamente come investire in oro fisico. Attraverso questi ETF, gli acquirenti acquistano una quantità corrispondente di oro fisico che viene conservata nelle casse dell’emittente;
  • ETF a replica sintetica: non prevedono nessun acquisto di oro fisico. Per garantire l’esistenza di questi prodotti si utilizzano dei contratti derivati (ad esempio futures o opzioni).

3. Investire in oro con i futures e le opzioni

Se le prime due opzioni non fanno per te e ti stai ancora chiedendo come investire in oro sappi che è possibile farlo anche attraverso i futures e le opzioni. Questi sono strumenti derivati che replicano l’andamento del bene che rappresentano. I futures però offrono un’altra possibilità: operare utilizzando la leva finanziaria

Chi sceglie questa strada non diventa proprietario del metallo prezioso, ma di un contratto. Con i futures si può anche vendere allo scoperto, o andare short, che è un po’ come investire contro l’oro. Se decidi di shortare l’oro o un qualsiasi asset guadagnerai nel caso in cui il suo prezzo scenda.

4. Investire in oro con i CFD

È possibile investire in oro anche attraverso i Contratti per Differenza (CFD). Questi sono strumenti derivati come futures e opzioni che permettono di speculare sul prezzo di un determinato asset senza possederlo realmente. Invece di acquistare realmente l’oro si stipula un contratto con un intermediario finanziario. Se il prezzo del metallo sale guadagni la differenza tra il prezzo di acquisto e quello di vendita stabilito nel contratto.

La differenza tra futures e CFD è molto sottile, i primi sono contratti standardizzati negoziati su mercati regolamentati mentre i secondi sono, ogni volta, stipulati tra un investitore e un intermediario finanziario.

5. Investire in oro con le crypto

Come? Investire in oro con le crypto? Sì, hai letto bene, non si tratta di un typo o di un errore di battitura. Esiste una stablecoin, ovvero una criptovaluta ancorata al valore di un asset fisico, che segue l’andamento del prezzo dell’oro. Stiamo parlando di Pax Gold (PAXG) la crypto emessa da Paxos
Ogni token PAXG è riscattabile per 1 oncia d’oro custodita in un caveau da Paxos e da altri suoi partner. Insomma questa stablecoin funziona in modo simile ad un ETF a replica fisica. Investire in oro attraverso le crypto è molto semplice ed è alla portata di tutti dato che che si possono comprare anche solo 20€ di PAXG, l’oro sotto forma di criptovaluta.

Controlla il prezzo di Pax Gold (PAXG) ora!

6. Investire in oro acquistando azioni di società minerarie

Anche il mercato azionario offre la possibilità di investire in oro attraverso l’acquisto di azioni di società minerarie o coinvolte a vario titolo nell’industria di questo materiale. Si tratta di un investimento indiretto, che è legato solo in parte all’andamento del prezzo del metallo.

Conviene investire in oro? Un asset strategico

Ora che sai come investire in oro può essere utile spendere qualche parola per descrivere questo asset. L’oro, oltre ad essere un metallo prezioso, è stato utilizzato fin dall’antichità sia come mezzo di scambio che come riserva di valore e forma di investimento. Mentre in passato l’acquisto fisico sotto forma di monete o lingotti era l’unico modo per investire, negli ultimi decenni sono emerse nuove opzioni che offrono maggiore flessibilità e accessibilità. 

Ad oggi, l’oro è, a tutti gli effetti, una riserva di valore. Un bene apprezzato sia per via della sua scarsità, utilizzato dalle banche centrali e da aziende che operano in diversi settori produttivi, in particolare quello della gioielleria e quello dei materiali tecnologici.

Negli ultimi anni però è nato un altro asset che, per certi versi, possiede caratteristiche simili: Bitcoin. La prima criptovaluta mai creata, nonostante la sua giovane età è già stata paragonata all’asset più antico della storia, tanto da aver guadagnato il soprannome di oro digitale. Ma cosa mai gli è stato affibbiato questo epiteto? Perché l’offerta circolante di Bitcoin è infatti limitata a 21 milioni e quindi è un bene scarso e dunque prezioso


Insomma, ci sono varie risposte alla domanda: come investire in oro? Lo si può fare “alla vecchia maniera” acquistando lingotti e monete, oppure in modo più moderno: utilizzando strumenti finanziari digitali dal computer o dal proprio cellulare.

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Arbitrum airdrop: tutte le cose da sapere sul lancio del token ARB

Arbitrum airdrop: tutte le cose da sapere sul lancio del token ARB

L’airdrop di Arbitrum è stato uno dei più significativi del mondo crypto. Ecco cosa è successo e perché ARB è ancora sotto i riflettori

L’airdrop di Arbitrum o meglio del suo token ARB avvenuto il 23 marzo è stato da record. Arbitrum è il più utilizzato Layer 2 di Ethereum, ovvero reti costruite su blockchain già esistenti che permettono di eseguire transazioni al di fuori dei network principali in modo più efficiente ed economico. Negli ultimi mesi, la sua popolarità è aumentata notevolmente, e di conseguenza, anche il suo utilizzo. Ciò si evince dall’alto numero delle transazioni processate dalla rete (269.788 milioni). Questo Layer 2 è stato creato nel 2018 da Off Chain Labs, una startup di New York nata con l’obiettivo di sviluppare soluzioni di scalabilità per il Web3. 


Il token ARB è stato distribuito il 23 marzo agli utenti che hanno interagito con il Layer 2 nei mesi precedenti, e ha fatto ufficialmente ingresso nel mercato. Qui trovi tutte le cose da sapere sull’airdrop di Arbitrum e cosa è successo al lancio del token.

Airdrop Arbitrum: i requisiti per partecipare

I requisiti per ricevere ARB e dunque per partecipare all’airdrop di Arbitrum sono stati diversi. Il 23 marzo i token sono stati distribuiti agli utenti che in passato avevano interagito con il protocollo, infatti per il team l’airdrop è stato un modo per premiare i primi che hanno creduto nel progetto. Per verificare a quanti token si aveva diritto bastava collegare il proprio crypto wallet al sito della Arbitrum Foundation. La quantità è stata calcolata in base alla frequenza e al numero di transazioni eseguite sul network. Il numero di token di Arbitrum ricevuti da un utente era tanto alto quanto assiduo il suo utilizzo del Layer 2.

Cosa è successo al lancio 

Un’altra delle cose da sapere sull’airdrop di Arbitrum è cosa è successo al momento del lancio del token. Prima del 23 marzo, ci si interrogava sul valore di ARB all’atto della sua immissione sul mercato. Nello specifico ci si chiedeva se si sarebbe ripetuta la stessa situazione dell’airdrop di Optimism, un altro fondamentale evento dell’ultimo periodo. 

La distribuzione gratuita di OP, avvenuta ad Aprile 2022, è valsa agli utenti che avevano interagito con il network da 3.000 a 30.000$ , a seconda della quantità e della complessità delle interazioni. 

C’è chi sperava che l’airdrop di Arbitrum sarebbe stato altrettanto sostanzioso, del resto il co-fondatore del progetto, Steven Goldfeder, aveva twittato: “l’aperitivo precede sempre il piatto principale”, riferendosi proprio al principale competitor, Optimism. 

Durante l’airdrop sono stati assegnati 1.275 miliardi di token a 625.143 wallet che rispettavano i requisiti. Il prezzo di ARB al lancio è stato di 1,23 dollari

Secondo l’ultima analisi di Nansen di giugno 2023 che ha indagato sulle attività del network durante e dopo la distribuzione, l’airdrop ha portato un record di utenti e transazioni. Nonostante oggi l’hype dell’evento sia passato, Arbitrum continua a mantenere elevati questi valori. A livelli paragonabili, e a tratti superiori, a quelli di Ethereum. 

Controlla il prezzo di Arbitrum ora!

La distribuzione del token ARB

Anche la tokenomics di ARB è una cosa da sapere sull’airdrop di Arbitrum. La initial supply (fornitura iniziale) del token prevista era di circa 1 miliardo di ARB, distribuiti in questo modo:

  • il 12,75% alla community attraverso l’airdrop; 
  • il 42% di proprietà della Arbitrum DAO, per finanziare le decisioni di governance e per le alle dapp più utilizzate;
  • Il 29,94% a Offchain Labs, la startup che si occupa dello sviluppo di Arbitrum;
  • 17,54% agli investitori che hanno finanziato il progetto.

A cosa serve il token di Arbitrum (ARB)

Il token ARB distribuito attraverso l’airdrop Arbitrum del 23 marzo verrà utilizzato principalmente con funzioni di governance. La Arbitrum Foundation intende affidare le decisioni più importanti per il futuro della blockchain alle persone che la utilizzano, ed è proprio qui che entra in gioco ARB. In occasione del lancio infatti verrà istituita la Arbitrum DAO, che sarà composta dagli holder del token, che potranno votare su tutte le decisioni future del progetto. Gli utenti potranno anche creare le loro sottoreti, chiamate “Layer 3”, nel caso in cui ricevano approvazione dalla Arbitrum DAO.

Le migliori dapp su Arbitrum

Una parte dei token ARB è stata distribuita anche alle applicazioni decentralizzate (dapp) dell’ecosistema. Le più conosciute sono quelle originarie di Ethereum che sono approdate su Arbitrum negli ultimi mesi. Da Uniswap ad Aave, da Sushi a Opensea, praticamente tutte le aziende Web3 più famose hanno deciso di integrare la blockchain del momento, facilitate dalla grande somiglianza tra l’architettura della blockchain di Ethereum e quella del suo Layer 2. 

Tra i progetti più di successo di Arbitrum c’è anche l’exchange decentralizzato (DEX) GMX, che è nato proprio qui e su Avalanche. GMX permette ai suoi utenti di effettuare operazioni di trading in leva attraverso degli strumenti finanziari chiamati perpetual futures. 

La blockchain di Arbitrum non è popolata solamente da progetti di finanza decentralizzata (DeFi) ma anche da dapp dedicate al gaming e agli NFT. Una delle più famose in questo senso è Treasure, un Metaverso dedicato al gaming che si autodefinisce “il Nintendo del Web3” su cui è possibile giocare a diversi videogiochi play-to-earn. Tutto il suo ecosistema funziona grazie al token MAGIC, che consente di ottenere i non fungible token necessari per giocare e viene distribuito ai giocatori come ricompensa. 

L’airdrop di Arbitrum è stato un catalizzatore per l’attività del network. Da allora il protocollo sta cavalcando l’onda dei Layer 2, proprio ora che gli occhi sono sempre più puntati sulla scalabilità di Ethereum. La distribuzione gratuita di token si è rivelata ancora una volta una mossa vincente per i progetti che vogliono far parlare di sé, ecco perché monitorare con attenzione i prossimi airdrop.

ApeCoin: cos’è e come funziona il token delle Bored Ape

ApeCoin: cos’è e come funziona il token del Bored Ape Yacht Club

Cos’è ApeCoin, il token della community del Bored Ape Yacht Club, la collezione NFT più preziosa al mondo  

Cos’è ApeCoin (APE), il token della community del Bored Ape Yacht Club? La collezione NFT delle “scimmie annoiate” è una delle più famose nel panorama dei “non fungible token” ma da circa un anno è presente anche nel mercato di quelli “fungibili”. Grazie ad ApeCoin, il token gestito dalla community delle Bored Apes e dalla Ape Foundation. In queste righe scoprirai non soltanto cos’è ApeCoin, ma in generale tutto quello che devi sapere sulla  crypto della community del BAYC.  

ApeCoin: cos’è e a cosa serve?

Iniziamo questo approfondimento su cos’è ApeCoin dicendo che, dal punto di vista tecnico, è un token ERC-20 sviluppato sulla blockchain di Ethereum.  In occasione del lancio, il 17 Marzo 2022, è stato distribuito a tutti gli utenti che possedevano un NFT delle collezioni Bored Ape Yacht Club (BAYC) e Mutant Ape Yacht Club (MAYC) attraverso un airdrop. Questa distribuzione gratuita di token è stata una delle più preziose di sempre tanto che ogni holder degli NFT del BAYC ha ricevuto più di 100.000$ in APE.

Ma nel concreto cos’è ApeCoin? Innanzitutto è un token di governance che garantisce il diritto di partecipare all’organizzazione autonoma e decentralizzata ApeDAO. La DAO della community del Bored Ape Yacht Club, le cui decisioni sono supervisionate dalla Ape Foundation, serve a discutere e votare idee e nuovi progetti proposti dagli utenti. 

La Foundation è l’istituzione decentralizzata che amministra la ApeCoin DAO, nello specifico si occupa della gestione delle proposte sulla piattaforma e della contabilità. A capo della Ape Foundation c’è un Consiglio speciale, i cui membri vengono eletti proprio dall’applicazione decentralizzata. La Foundation non è legata a Yuga Labs, agisce autonomamente proponendo iniziative per la community. 

Il token viene utilizzato anche come incentivo per gli sviluppatori del progetto BAYC. Infine, secondo quanto annunciato dalla ApeCoin DAO, APE sarà anche la moneta di scambio nel Metaverso delle Bored Ape, Otherside e garantirà l’accesso a videogiochi ed eventi esclusivi! Cos’è ApeCoin se non il punto di accesso per tutto il mondo delle Bored Ape?

Come stanno andando le criptovalute del metaverso? Su Young Platform puoi controllare prezzi e andamenti in tempo reale. Accompagnati da tutte le news da monitorare.

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La tokenomics di ApeCoin

Visto cos’è ApeCoin e a cosa serve, diamo un’occhiata alla sua tokenomics. La total supply (disponibilità totale) di APE è di 1 miliardo, e i token, rilasciati a partire dal 17 Marzo 2022 verranno distribuiti sul mercato progressivamente fino al 2026. Il 15% della disponibilità di ApeCoin sono stati distribuiti ai possessori delle BAYC e MAYC in occasione del lancio, mentre il 47% è conservato nei crypto wallet di proprietà della DAO. Questa percentuale di token APE serve a finanziare le proposte della community del BAYC che sono state approvate. La restante parte del circolante di ApeCoin è invece di proprietà degli investitori. Tra questi c’è anche l’azienda Web3 che ha creato la collezione NFT del Bored Ape Yacht Club, Yuga Labs, che possiede il 15% della supply.

Come funziona la ApeCoin DAO?

Come specificato nel paragrafo dedicato a “cos’è ApeCoin” il token ha un ruolo decisivo nell’organizzazione autonoma decentralizzata ApeCoin DAO. È necessario precisare che essa è completamente separata da Yuga Labs, che può esprimere il suo parere sulle decisioni future come fosse un facoltoso utente che possiede una grande quantità di token. 

Il funzionamento è semplice: chiunque possegga almeno un APE ha diritto a far parte della DAO, e ogni token detenuto equivale a un voto. I membri possono proporre le cosiddette AIP (Ape Improvement Proposals) ossia miglioramenti all’ecosistema su tre grandi temi: Core, Process e Informational.

Core

Le proposte Core riguardano il cuore del progetto ApeCoin. Rientrano in questa categoria tutte le AIP che necessitano di un impegno economico da parte della DAO e tutte quelle che interessano il brand ApeCoin e le possibili collaborazioni con altri attori del Web3.

Process

Le proposte che intendono modificare il processo di approvazione delle AIP. Per esempio quelle che includono la modifica dei procedimenti di voto, o degli strumenti tecnici di ApeCoin. In particolare la community può decidere di votare contro l’attuale sistema per cui 1 token = 1 voto, o può decidere che per approvare una proposta sia necessaria una maggioranza più che assoluta di voti a favore (ad esempio più del 70% di voti favorevoli). In questo caso possiamo alla domanda “cos’è ApeCoin” possiamo rispondere “lo strumento per votare il futuro della community”.

Informational

Sotto questa categoria si trovano le proposte sulle linee guida generali della community.

Il processo per proporre un’idea sulla ApeCoin DAO

Per comprendere non solo cos’è ma anche come funziona ApeCoin all’interno della governance del BAYC vediamo nel dettaglio il processo che porta all’approvazione di una nuova proposta sulla ApeCoin DAO.

  • Idea di AIP: un membro della community pubblica una proposta, che deve essere prima analizzata da un moderatore dell’Ape Foundation;
  • Bozza di AIP: la bozza di AIP arricchita con i commenti degli altri membri della DAO e approvata da un moderatore viene etichettata, “AIP-#: (Nome) – (Categoria)”;
  • Analisi del consiglio direttivo: il consiglio direttivo della APE Foundation esamina la bozza e esamina la bozza dell’AIP e redige un rapporto per garantire che siano stati considerati i costi e le implicazioni legali;
  • Approvazione della AIP: la bozza e il rapporto vengono esaminati e approvati da un team di moderatori in base alle linee guida della DAO;
  • Votazione della AIP: le proposte approvate vengono pubblicate sulla piattaforma della DAO durante la “Weekly AIP Release” del Giovedì e gli utenti possono esprimere il loro voto per una settimana
  • Attivazione delle AIP: le AIP accettate passano alla fase di “attivazione”, che verrà gestita dall’owner dell’AIP e dal team della ApeCoin Foundation mentre quelle rifiutate possono essere ripresentate utilizzando l’apposito template.

Sul sito della ApeCoin DAO si legge “i modi con cui la blockchain può avere un impatto sulla cultura sono infiniti, e sono impossibili da prevedere tutti. APE è un token creato per plasmare il futuro di Internet, controllato e sviluppato dalla community”. Ora che sai cos’è ApeCoin e come funziona e conosci i meccanismi che regolano la sua DAO puoi farti la tua idea. La community del BAYC è sulla buona strada per plasmare il web del futuro?

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Binance news: addio a Paesi Bassi e Cipro. Che succede all’exchange?

Binance news: cosa sta succedendo? L’exchange abbandona i Paesi Bassi e Cipro

Le ultime news su Binance: l’exchange lascia i Paesi Bassi e Cipro e ritira la richiesta per il Regno Unito

Quali sono le ultime news su Binance sul tema della regolamentazione? Continua il periodo difficile per l’exchange che dopo la SEC (Securities and Exchange Commission) e il suo presidente Gary Gensler deve fare i conti anche con i regolatori di alcuni paesi europei. 

L’exchange più utilizzato al mondo abbandonerà i Paesi Bassi e Cipro mentre la sua filiale del Regno Unito, la Binance Market Limited (BML), ha annullato alcune richieste di autorizzazione per il mercato britannico. Scopri le ultime news su Binance in questo articolo.

Binance news: addio a Paesi Bassi e Cipro

Secondo le ultime news, Binance non ha convinto l’autorità di regolamentazione olandese e non ha dunque ottenuto la licenza (VASP) che attesta il rispetto delle linee guida di antiriciclaggio (AML) necessarie per offrire asset virtuali nel paese. Nonostante sia attivo e rispetti le norme vigenti in Italia, Spagna, Polonia, Svezia e Lituania sarà costretto ad abbandonare i Paesi Bassi dal 17 luglio. Da quel giorno in poi i clienti olandesi potranno solamente ritirare le loro crypto. L’exchange però non getterà la spugna, ma ha fatto sapere, tramite dei suoi portavoce, che il dialogo con le autorità olandesi proseguirà nei prossimi mesi.

Stando alle ultime news, Binance saluterà non solo i Paesi Bassi ma anche Cipro. A differenza di quanto accaduto per il mercato olandese, lascerà di sua spontanea volontà quello cipriota per concentrare più risorse che gli permettano di diventare pienamente conforme alla nuova normativa dell’Unione Europea sulle criptovalute (MiCA)

Anche i singoli utenti, non solo gli exchange, hanno l’obbligo di comportarsi in modo conforme alle normative vigenti. Purtroppo però tenere traccia di tutti i movimenti in crypto può essere complesso. Per semplificarti la vita puoi utilizzare il report fiscale di Young Platform.

Scopri il Report Fiscale

Che succede a Binance nel Regno Unito?

In merito alla news che riguarda Binance, il Financial Conduct Authority e il Regno Unito c’è molta confusione. Il FCA, un regolatore britannico che svolge più o meno le stesse funzioni della SEC, non ha espulso l’exchange dal paese. Anche perché la piattaforma non ha mai fornito i suoi servizi in quel territorio. 

Questa news riguarda Binance Market Limited (BML) una società nata dal rebranding di EddieUK. La compagnia, che era stata acquistata da Binance per aggredire il mercato britannico, possedeva diverse autorizzazione della FCA per attività che, di fatto, non ha mai svolto. Quindi BLM ha spontaneamente ritirato le autorizzazioni che non utilizzava. L’annullamento non ha avuto un impatto operativo sulla piattaforma dato che non è mai stata disponibile per i cittadini britannici.


Insomma secondo le ultime news, Binance è stato costretto ad abbandonare solamente i Paesi Bassi mentre ha deciso spontaneamente di ritirare le licenze per il mercato britannico e cipriota. In ogni caso l’exchange ha già parecchi problemi legali da risolvere, in particolare la causa con la SEC intentata dal regolatore statunitense ad inizio giugno e le indagini delle autorità francesi per l’accusa di riciclaggio di denaro.

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L’Halving di Litecoin è alle porte. Come influirà sul prezzo di LTC?

Halving Litecoin 2023: cose da sapere e possibile impatto sul prezzo

L’halving di Litecoin è alle porte. Cosa succederà al prezzo di LTC in occasione dell’evento?

L’halving di Litecoin è in arrivo! Secondo il countdown il blocco numero 2.520.000 sarà minato il 2 agosto 2023. Ma cosa succederà dopo questo atteso evento? L’halving influenzerà il prezzo di LTC?

Halving Litecoin 2023, a cosa serve?

L’halving è un meccanismo interno al sistema di alcune criptovalute che gestisce la progressiva diminuzione delle ricompense per i miner che validano i blocchi. La blockchain di LTC, come anche quella di Bitcoin, è stata progettata in modo che le ricompense garantite ai miner si riducano progressivamente. 

L’halving di Litecoin serve dunque a ridurre le unità di una crypto in circolazione, in modo da renderla più scarsa e quindi più preziosa. È importante precisare che il numero massimo di LTC è fissato a 84.000 milioni perciò gli halving della crypto non saranno infiniti, ma cesseranno quando la fornitura massima sarà raggiunta.

Come si calcola la data dell’halving?

L’halving di Litecoin, come anche quello di BTC, è un evento ricorrente. Le emissioni di LTC si dimezzano ogni 840.000 blocchi, a differenza di quelle di Bitcoin che si riducono ogni 210.000. Questo è un evento che gli utenti potrebbero non notare dato che non altera in nessun modo lo stato della blockchain.

Ma come si calcola la data esatta dell’halving di Litecoin? Il procedimento è molto semplice, basta moltiplicare il numero di blocchi che devono essere validati per il tempo medio che serve per processarli. Nel caso di LTC il cosiddetto block time è di 2,5 minuti, circa un quarto di quello di Bitcoin, che è, in media, di 10 minuti.

Il calcolo completo da svolgere per trovare il numero di giorni che intercorre tra due halving di Litecoin è il seguente:

Numero di blocchi da validare x tempo medio necessario / 60 (numero di minuti da cui è composta un ora) / 24

840.000 x 2,5 / 60 = 35.000 ore / 24 = circa 1.458 giorni

Le differenza tra l’halving di Litecoin e quello di BTC

Il risultato dell’operazione svolta nel paragrafo precedente è esattamente lo stesso che abbiamo trovato per il calcolo del prossimo halving di Bitcoin. Questo perché Litecoin è un fork di Bitcoin e perciò possiede, più o meno, le stesse caratteristiche della blockchain creata da Satoshi Nakamoto.

Le principali differenze tecniche tra l’halving di Litecoin e quello di BTC sono: 

  • Quello di LTC avviene ogni 840.000 blocchi (4 volte quelli di Bitcoin che sono 210.000);
  • Il tempo necessario a validare un blocco della blockchain di LTC è di 2,5 minuti, mentre per Bitcoin è di circa 10 minuti;
  • La fornitura massima (max supply) di Litecoin è 84 milioni mentre quella di BTC è di 21 milioni.
  • Le ricompense, in occasione dell’halving di Litecoin, passeranno da 12,5 a 6,25 LTC per blocco. Fino al prossimo halving di Bitcoin la quantità di crypto garantita ai miner come ricompensa sarà la stessa. Dopo l’evento in programma per la primavera del 2024 invece, i miner, riceveranno 3,15 BTC per blocco;

Il prezzo di Litecoin (LTC): cosa succederà dopo l’halving?

Durante questo bear market il prezzo di LTC è oscillato fortemente, molto più di quanto ha fatto, in media, l’intero mercato crypto. Il motivo è proprio connesso all’incombente halving di Litecoin, che ha fatto crescere l’interesse attorno alla criptovaluta e di conseguenza anche la speculazione intorno al suo prezzo.

Controlla il prezzo ora

Quest’ultimo, che ad inizio 2023 era di 70$, si è mosso al rialzo durante il primo trimestre dell’anno, fino ad arrivare a quota 100$. Tale uptrend ha consentito alla crypto di registrare un +43% nei primi mesi del 2023. A marzo però, complice una battuta di arresto di tutto il mercato, LTC è nuovamente capitolata nell’area di prezzo dei 68$ per poi recuperare tutto il terreno perso e riportarsi a 96$. Insomma anche a causa dell’interesse per l’halving di Litecoin, la crypto, negli ultimi sei mesi, ha registrato ben tre movimenti da +30% ed ora si trova nuovamente sul supporto, nella zona dei 77$.


Di solito gli halving, sia quello di Litecoin che quello di Bitcoin, condizionano positivamente il prezzo delle crypto. In passato l’impatto del dimezzamento delle emissioni si è iniziato ad intravedere qualche settimana dopo l’evento e ha dato inizio ad un ciclo rialzista che è sempre culminato con un nuovo all time high (punto di prezzo più alto mai toccato da una criptovaluta). Se questo dovesse accadere nuovamente, dopo l’halving di Litecoin potremmo vedere un forte impulso rialzista sul grafico di LTC che consentirebbe alla crypto di superare l’ostica resistenza dei 100$.

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Cos’è Chat GPT? Tutto sull’intelligenza artificiale per scrivere testi

Crypto e intelligenza artificiale (AI): il fondo di Grayscale

Che cos’è Chat GPT? Scopri l’intelligenza artificiale del momento usata per scrivere testi, rispondere a domande complesse, elaborare programmi informatici

Che cos’è Chat GPT, l’intelligenza artificiale utilizzata anche per scrivere testi? Si tratta di un’applicazione che si basa sul modello di deep learning GPT-3 sviluppata da Open AI, una società con sede a San Francisco fondata da Elon Musk nel 2015. Parliamo di un chatbot progettato per interagire con gli utenti come avviene in una normale conversazione in chat. Per elaborare da un articolo come questo a una stringa di codice html. Il tutto grazie al pressoché infinito bacino di risorse che consulta in millesimi di secondo e alla sua capacità di comprendere il linguaggio umano. Il chatbox è stata rilasciata alla fine del 2022 mentre a febbraio del 2023 è uscita la versione successiva, Chat GPT-4.

Le opinioni su Chat GPT sono contrastanti. C’è chi è entusiasta perché vede nell’intelligenza artificiale uno strumento che semplificherà il lavoro quotidiano. E chi, probabilmente influenzato dalle innumerevoli pellicole di fantascienza che trattano la questione, teme uno epilogo distopico della situazione. Scopri che cos’è Chat GPT e come usare questa intelligenza artificiale per scrivere testi.

Chat GPT: cos’è davvero

Il primo punto da cui partire è senza dubbio quello delle chiarificazioni concettuali. Capire cos’è Chat GPT è infatti il primo step da compiere prima di addentrarsi nel “come usare” questa intelligenza artificiale. L’applicazione di Open AI utilizza il GPT (Generative Pre-trained Transformer), un modello di elaborazione del linguaggio basato sul deep learning, una forma di apprendimento automatico che si serve della tecnologia del machine learning. In altre parole Chat GPT è stata addestrata per scrivere testi comprensibili dagli esseri umani da OpenAI attraverso una grandissima quantità di informazioni.

È una vera e propria chat, alla vista non dissimile da quelle che utilizziamo quotidianamente. La grande differenza è che a rispondere ai messaggi dall’altra parte dello schermo, invece che una persona reale, c’è un’intelligenza artificiale. Questa AI comprende ciò che scriviamo e risponde in modo coerente e appropriato alle domande che le poniamo. Chat GPT è anche in grado di comprendere il contesto delle conversazioni e utilizzare uno specifico tono di voce coerente con le richieste degli utenti.   

Come funziona Chat GPT?

Una volta capito cos’è Chat GPT vale la pena di addentrarsi nelle sue funzionalità. L’intelligenza artificiale di OpenAI è una delle più avanzate AI per scrivere testi in linguaggio naturale. Questa chatbot è stata progettata per essere “linguisticamente generica”. Ciò significa che è in grado di generare testi simili a quelli che potrebbe elaborare un essere umano attraverso l’utilizzo di una vastissima gamma di contenuti. Basta chiedere e Chat GPT ti risponderà.

In quanto intelligenza artificiale per scrivere testi, Chat GPT sa comporre racconti fantastici, testi per canzoni, post per social media e poesie nello stile dei più grandi poeti. Non importa in che lingua formuli le domande o le richieste, poiché è anche in grado di tradurre istantaneamente. Per darti un’idea di cosa può fare, le abbiamo chiesto di scrivere una poesia dedicata a Bitcoin in stile dantesco. Questo è stato il risultato:

“Lì, il valore non è determinato

Da banchieri o dalle leggi del mercato,

Ma dalla fede e dalla fiducia

Che gli utenti hanno nel loro sistema.

E così giunsi al Bitcoin, moneta nuova

che regna sui mercati del mondo intero

con potenza e forza senza pari.

O Bitcoin, tu che sei il futuro in cerca,

guida i nostri passi verso la luce

e donaci la saggezza che ci serve”.

Bitcoin non è l’unica criptovaluta che merita una dichiarazione d’amore. Sull’exchange di Young Platform puoi trovare le crypto pià importanti del mercato e scegliere quella che fa per te.

Esplora il mercato crypto

Chat GPT è anche capace di scrivere linee di codice utilizzando i più famosi linguaggi di programmazione, ed è quindi uno strumento interessante anche per sviluppatori. È in grado di leggere e scrivere nei linguaggi di programmazione per lo sviluppo di applicazioni blockchain, come ad esempio Solidity, in cui è programmato Ethereum e riesce a scovare eventuali vulnerabilità presenti al loro interno.

Microsoft, che ha investito in questa applicazione 10 miliardi di dollari, ha integrato la chatbox nel suo motore di ricerca, Bing. Il browser e l’intelligenza artificiale intelligenza artificiale per scrivere testi collaborano in modo da restituire risposte sempre più esaustive e complete alle ricerche degli utenti. Anche Google ha deciso di espandersi in questo settore, attraverso il lancio di Bard, la sua intelligenza artificiale attualmente in fase di beta.

Come usare Chat GPT?

Nonostante sia uno strumento che dipende da una tecnologia complessa, utilizzarlo per scrivere testi e non solo è molto semplice. Per usare Chat GPT ti basta accedere al sito ufficiale e registrarti. In un primo momento il servizio di Open AI era stato sospeso dal garante della privacy italiano, che ha sancito lo stop all’applicazione finché non rispetterà le normative vigenti. 

Ora Chat GPT è stato sbloccato, una volta completata la registrazione potrai sbizzarrirti ponendo all’AI domande complicate, come ad esempio: “spiegami come funziona un computer quantistico”. Oppure potrai usare Chat GPT per scrivere il codice Python di un giochino semplice.

Chat GPT-4: le novità

Neanche il tempo di sfruttare a pieno tutte le funzionalità della prima versione che Open AI ha già rilasciato quella nuova. Cos’è Chat GPT-4? L’ultimo modello di chatbox dell’azienda che interpreta anche le immagini. Oltre alla nuova multimodalità (capacità di interpretare sia testi che immagini), la versione 4 è anche più precisa nelle risposte e riesce a gestire testi molto più lunghi. Se nella versione precedente l’intelligenza artificiale riusciva a scrivere testi o documenti di massimo 3.000 vocaboli, la nuova versione riesce a “digerire” fino a di 25.000 parole

Chat GPT-4 si è dimostrata efficace nel fornire risposte convincenti al supporto tecnico, nell’aiutare gli avvocati a preparare le cause e nel fornire ai medici procedure di diagnosi per alcune malattie. I miglioramenti apportati all’ultima versione non si limitano all’elaborazione del linguaggio naturale ma coinvolgono anche la capacità di scrivere codice. Chat GPT-4 è in grado, per esempio, di programmare in autonomia un sito web utilizzando Javascript e HTML. 

La chatbox di Open AI però, nonostante sia incredibilmente smart, non è ancora in grado di elaborare informazioni in tempo reale a differenza di Bard. La quarta versione di Chat GPT, come la terza, attinge ancora le informazioni da un database limitato alla data dell’ultimo aggiornamento. Al momento è possibile utilizzare GPT-4 soltanto abbonandosi a Chat GPT Plus, il servizio premium che era già a disposizione degli utenti per la “vecchia” versione al costo di 20$ al mese. 

Ora che sai cos’è Chat GPT, l’intelligenza artificiale per scrivere testi e come funziona, la introdurrai nella tua quotidianità per migliorare e velocizzare il tuo lavoro, quando ovviamente verrà sbloccata?

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Si può vivere di rendita? Tutte le informazioni utili sulla strategia FIRE

Vivere di rendita: come fare con il FIRE

Vivere di rendita è possibile? Scopri il FIRE (Financial Independence, Retire Early), una strategia di risparmio per non lavorare mai più.

Vivere di rendita è possibile? Secondo il FIRE (Financial Independence, Retire Early) sì. Il termine è comparso per la prima volta negli anni ‘90, all’interno del libro di Vicki Robin “Your Money or Your Life”, una sorta di manuale per ridurre le spese mensili e raggiungere l’indipendenza finanziaria

Negli anni seguenti, questa strategia di risparmio è diventata un vero e proprio movimento che ha preso piede soprattutto negli Stati Uniti. Ma cos’è il FIRE? Quali sono i suoi principi cardine e quanti soldi servono, davvero, per non lavorare mai più?

Come vivere di rendita: il FIRE spiegato

Il FIRE “Financial Independence, Retire Early” è una strategia di risparmio che implica l’accumulo di una notevole quantità di denaro in un breve arco di tempo. L’obiettivo? Raggiungere l’indipendenza finanziaria e ritirarsi anticipatamente, o detta all’italiana: vivere di rendita.

I piani pensionistici tradizionali prevedono, di solito, un risparmio di circa il 10-15% del reddito netto. Per ogni 100€ guadagnati, si spendono circa 85-90€ e si mette da parte, o si investe, la restante parte. Il FIRE invece stravolge questo concetto, ed è infatti una strategia che richiede uno sforzo maggiore. Secondo le analisi di chi segue questo piano di risparmio per raggiungere l’early retirement è necessario mettere da parte, ogni mese, dal 30% al 50% del proprio stipendio

Seguire le linee guida del FIRE implica dunque dei sacrifici, che variano a seconda di quando si inizia, di quanto è aggressivo il proprio tasso di risparmio e di eventuali debiti o mutui da estinguere.

FIRE: I principi cardine

Per capire a fondo che cos’è il FIRE è necessario analizzare quali sono i principi guida condivisi da tutti coloro che seguono questa strategia.

Diminuzione consapevole del consumo

Una cosa è certa: per vivere di rendita è necessario limitare le spese, risparmiare e spendere il proprio denaro in modo consapevole. Condurre uno stile di vita frugale e reindirizzare la maggior parte del proprio capitale dalle spese agli investimenti è molto importante. Ogni euro risparmiato consente di accorciare le tempistiche per il proprio ritiro. 

I motivi principali sono due: 

  • Più si risparmia ogni mese e più velocemente si accumulerà il capitale necessario per andare in pensione prima e iniziare a vivere di rendita;
  • Se ci si abitua a controllarsi con le spese, il patrimonio da possedere per smettere di lavorare sarà inferiore e perciò anche il tempo per risparmiarlo.

Non devi essere, per forza, un investitore esperto

Per andare in pensione prima del tempo non è bisogna per forza essere dei “guru della finanza”. Il FIRE non è una strategia di investimento ma bensì di risparmio e la maggior parte di quelli che hanno già raggiunto questo obiettivo lo hanno fatto attraverso piani di investimento semplici.

Ad esempio l’acquisto, sporadico o ricorrente, dell’S&P 500. Questo strumento segue l’andamento delle cinquecento aziende statunitensi più capitalizzate e dagli anni ‘60 ad oggi ha reso, in media, circa il 10% all’anno. 

Un’altra strategia da seguire può essere quella di acquistare in maniera ricorrente Bitcoin o un’altra criptovaluta. La crypto creata da Satoshi Nakamoto, dal 2019 ad oggi, ha garantito un rendimento annuo del 40%.

La regola del 4%

L’ultimo principio è in realtà una regola che riguarda la quantità di denaro prelevabile per iniziare a vivere di rendita. Secondo tanti sostenitori del FIRE non bisogna prelevare, e di conseguenza spendere, più del 4% del proprio capitale ogni anno.

Quanti soldi servono la “pensione anticipata”? (il calcolo)

Quanti soldi servono per non lavorare mai più? È possibile fare una stima del denaro necessario per vivere di rendita? In realtà sì, ovviamente non si può essere precisi al centesimo ma ci si può fare un’idea cercando di prevedere l’inflazione e il rendimento dei propri investimenti.

Supponiamo, per esempio, che l’inflazione nei prossimi anni sarà, in media, del 3% all’anno (la media in italia dagli anni ‘90 ad oggi), che il denaro che hai investito ti renda circa il 6% e che per coprire tutte le spese mensili ti servano circa 1.500€ al mese. In questo caso, per andare in pensione a 50 anni ti servirebbero circa 530.000€. Mentre, se ti stai chiedendo: quanti soldi servono per smettere di lavorare a 30 anni? La risposta, se rispetti le condizioni elencate in precedenza è: circa 620.000€. Se invece vuoi concederti qualche sfizio in più e hai intenzione di andare in pensione a 30 anni spendendo circa 2.000€ al mese dovrai accumulare un patrimonio di 827.000€.

Se si vuole raggiungere l’early retirement si è praticamente obbligati a investire il proprio denaro. Senza il 6% di rendimento annuo che abbiamo ipotizzato, il patrimonio necessario per andare in pensione a 30 anni cresce esponenzialmente fino a raggiungere l’astronomica cifra di 8,5 milioni di euro. Insomma è praticamente impossibile vivere di rendita se non si investe.


Se l’idea di poter smettere di lavorare prima del tempo ti stuzzica, puoi valutare di finanziare il tuo piano di early retirement attraverso le criptovalute. Con il nuovo Salvadanaio puoi mettere da parte Bitcoin e altre monete digitali.


Tassa di successione: come si calcola e come evitare il pagamento?

Tassa di successione: come evitarla, quando si paga e un esempio di calcolo

Quando si paga la tassa di successione? È possibile evitarla? Tutte le informazioni e un esempio pratico di calcolo

Quando si paga la tassa di successione e come evitarla? In che modo si calcola? Scopri tutto sul contributo che si applica al patrimonio che una persona deceduta lascia in eredità.  

Tassa di successione: quando si paga?

Il pagamento della tassa di successione deve essere effettuato entro 60 giorni dalla data in cui viene notificato attraverso l’avviso di liquidazione. Questo documento viene emesso dall’Agenzia delle Entrate e notifica ai beneficiari l’importo dell’imposta in relazione all’eredità lasciata dal defunto. Se non si riceve l’avviso di liquidazione entro 3 anni dalla data del decesso si può evitare di pagare la tassa di successione.

Dall’altro lato, se un erede viene notificato ma non paga l’imposta in tempo, ovvero entro 60 giorni, è soggetto agli interessi di mora. Infine, per gli importi superiori ai 1.000 €, è anche possibile pagare a rate:

  • Almeno il 20% dell’importo deve essere versato entro la scadenza di 60 giorni dalla notifica dell’avviso di liquidazione;
  • La parte restante deve essere versata in 8 o 12 rate trimestrali (a seconda dell’importo). Su queste rate gli interessi si calcolano dal primo giorno successivo al pagamento della somma iniziale.

Come evitare l’imposta di successione?

È possibile evitare di pagare la tassa di successione o è meglio concentrarsi sul ridurre il carico fiscale? 

Si può non pagare questo contributo se tra i beni ereditati non compaiono immobili e il loro valore è inferiore a 100.000€. Mentre nel caso in cui si ereditino anche beni immobili esistono delle franchigie che consentono di evitare di pagare l’imposta. 

In altre parole, se il valore dei beni ereditati è inferiore ad una certa soglia si è esentati dal pagamento del contributo. Queste franchigie, come l’aliquota applicata all’importo che si eredita, dipendono dal grado di parentela che intercorre tra erede e defunto:

  • Per i coniugi e per i parenti in linea retta la franchigia è di un milione di euro per ogni beneficiario mentre l’aliquota è del 4%;
  • Per i fratelli o le sorelle la franchigia è di 100.000€ mentre l’aliquota è del 6%;
  • Per i parenti affini fino al 4° grado e quelli in linea collaterale fino al 3° non c’è nessuna franchigia, perciò non è possibile in alcun modo evitare di pagare la tassa di successione mentre l’aliquota è sempre del 6%;
  • Per gli altri soggetti invece l’imposta di successione è sempre obbligatoria ma la sua aliquota è dell’8%.

Calcolo tassa di successione: esempio pratico

Vediamo ora il calcolo della tassa di successione attraverso un esempio pratico. Supponiamo di aver ereditato da un genitore, quindi un parente in linea diretta, un patrimonio che comprenda anche beni immobili il cui valore corrente è di 2,3 milioni di euro.

Nel caso in cui si possegga un fratello o una sorella, visto che viene applicata la franchigia di un milione di euro per ogni beneficiario, il reddito imponibile che verrà tassato sarà di 300.000€ con un’aliquota del 4%. Perciò l’imposta che si dovrà pagare è:

2,3 milioni – 2 milioni (franchigia di 1 milione per ogni beneficiario) = 300.000€

4% di 300.000€ = 12.000€.

In conclusione, è possibile evitare di pagare la tassa di successione se si eredita un patrimonio composto solamente da beni mobili (denaro o investimenti) inferiore ai 100.000€. Oppure, nel caso in cui il valore dei beni immobili che si ereditano sia inferiore alle franchigie: di 1 milione di euro per coniugi e parenti stretti e di 100.000€ per fratelli e le sorelle.