Cos’è la Fed: le cose da sapere sulla più importante istituzione finanziaria USA

Cos’è la Fed? Significato, importanza e cose da sapere

Che cos’è la Fed, qual è il significato del termine e perché è così importante? 

Che cos’è la Fed e qual è il significato del termine? Domande che spesso tornano a galla fra i meno esperti di politica monetaria, soprattutto in alcuni periodi dell’anno. L’acronimo Fed sta per “Federal Reserve System”. La Federal Reserve è uno dei pilastri su cui si regge l’economia americana e le decisioni che prende hanno un impatto significativo sull’economia mondiale. Vediamo dunque nel dettaglio che cos’è la Fed, qual è il significato del termine, di cosa si occupa, come è strutturata e perché è importante.

Che cos’è la Fed: significato e compiti principali

La Federal Reserve è l’istituzione monetaria più importante degli Stati Uniti d’America e ha il dovere di regolare il sistema bancario e finanziario del paese. È la Banca Centrale degli USA e il suo ruolo è simile a quello della Banca Centrale Europea nell’Eurozona. È stata fondata nel 1914 ed il suo obiettivo principale è garantire la stabilità dei prezzi e favorire la crescita economica. Il suo presidente è Jerome Powell, in carica dal 2018 e già membro del consiglio dei governatori della Banca Centrale degli USA dal 2012. 

Per comprendere a pieno che cos’è la Fed è necessario capire quali sono i suoi compiti principali. Questa istituzione si occupa innanzitutto di regolamentare il settore finanziario americano: vigila sulle banche garantendone la sicurezza, l’efficienza e la stabilità. La Fed è responsabile anche di emettere il dollaro e di distribuirlo nel sistema bancario del paese. In questo modo essa aumenta o diminuisce la quantità di denaro in circolazione e quindi agisce sul potere d’acquisto delle imprese e dei cittadini. 

Attraverso il suo comitato operativo, il FOMC (Federal Open Market Committee), attua le politiche monetarie degli Stati Uniti. Ad esempio decide se aumentare o diminuire i tassi di interesse e se attuare politiche espansive o hawkish (di quantitative easing o quantitative tightening). Infine tiene sotto controllo i mercati finanziari del paese e interviene, se necessario, per contrastare l’instabilità e scongiurare le crisi economiche.

Com’è strutturata la FED?

Ora che sappiamo che cos’è la Fed e il suo significato vediamo come è strutturata. La Banca Centrale degli Stati Uniti d’America è formata da tre organi:

  • Il consiglio dei governatori della Fed (Board of Governors):

composto da sette membri nominati dal Presidente degli Stati Uniti e vagliati dal Senato. Quest’organo definisce la politica monetaria degli Stati Uniti e ne supervisiona anche l’attuazione . Inoltre il consiglio dei governatori vigila sulle banche e gli istituti finanziari statunitensi.

  • Le banche federali regionali (Regional Federal Reserve Banks):

dodici istituti di credito situati in diversi distretti geografici degli Stati Uniti che  guidano le banche private, distribuiscono i contanti, e supportano gli istituti di credito del territorio.

  • Il Federal Open Market Committee (FOMC)

Cos’è il FOMC, il comitato più importante della Federal Reserve

Per rispondere alla domanda “che cos’è la Fed” bisogna analizzare il FOMC ovvero l’ente operativo della Federal Reserve. Quando senti parlare degli “incontri o riunioni della Fed” è in realtà questa commissione che si riunisce. Il FOMC è responsabile di stabilire la politica monetaria degli Stati Uniti, in particolare si esprime sull’innalzamento o l’abbassamento dei tassi di interesse e sulle politiche di mercato aperto, decide infatti se acquistare o vendere i titoli di Stato degli USA. Il comitato è composto dai sette membri del Board of Governors e dai dodici presidenti delle Federal Reserve Banks

Durante una riunione del FOMC, che avviene generalmente, ogni sei settimane (a questo link il calendario per il 2023), ogni membro del comitato esprime la propria opinione sulle condizioni economiche degli Stati Uniti e sulle politiche monetaria da attuare. Questa discussione avviene in modo formale, con i membri che si alternano per parlare. Una volta terminato il dibattito, i membri del FOMC votano tra le proposte dei membri selezionate dal presidente della Fed. Una volta che i voti sono stati espressi, la decisione viene presa sulla base della maggioranza semplice (numero di voti superiore alla metà del totale dei votanti) e viene comunicata ai cittadini attraverso un comunicato stampa. 

In alcuni di questi incontri viene anche presentato il Dot Pot, la rappresentazione grafica delle previsioni sui tassi di interesse dei membri del FOMC. Questo prospetto è di solito molto atteso, perché mostra le previsioni anonime (di breve medio e lungo periodo) di ogni membro sui tassi di interesse, molto importanti in un periodo storico come quello che stiamo vivendo caratterizzato da una forte inflazione che le politiche monetarie  tentano di contrastare.


Sapere che cos’è la Fed, il suo significato, di che cosa si occupa e quando si riunisce il suo comitato principale (il FOMC) è importante dato che le sue decisioni influenzano l’economia globale e di conseguenza il potere d’acquisto di tutti.

Cos’è la BCE e di cosa si occupa?

Cos’è la BCE: significato, sede, presidente e importanza della Banca Centrale Europea?

Che cos’è la BCE? Di cosa si occupa e qual è la sua struttura?

Che cos’è la BCE e qual è il suo significato? La sigla sta per “Banca Centrale Europea”, ovvero la principale istituzione monetaria dell’Eurozona fondata nel 1998 per garantire la stabilità dei prezzi e una crescita economica sostenibile. La sua sede si trova a Francoforte, e in questo periodo è stata ancor più al centro dell’attenzione per via della decisione comunicata dalla presidente di aumentare nuovamente i tassi di interesse, una politica monetaria utile a contrastare l’inflazione. Scopri che cos’è la BCE e tutti gli aspetti che la riguardano, dal presidente dell’Istituto ai suoi compiti e alla sua struttura.

Che cos’è la BCE?

La BCE è la Banca Centrale dell’Unione Monetaria Europea (UME) composta da tutti gli Stati che hanno adottato l’euro come valuta comune. Ma quali sono i compiti della Banca Centrale Europea? Questa istituzione innanzitutto è responsabile della gestione delle politiche monetarie dell’area, al fine di mantenere i prezzi stabili, promuovere la crescita economica e l’occupazione. La BCE si occupa di emettere e gestire la circolazione dell’euro, la valuta comune dell’UME. Quindi se ti chiedevi “chi stampa gli euro per l’Italia e gli altri paesi dell’unione Europea?” Ora hai la risposta. Ecco dunque cos’è la BCE.

Essa ha anche il compito di controllare le banche dell’eurozona, attraverso il meccanismo di supervisione unico (SSM), un sistema di sorveglianza creato per garantire la stabilità del sistema bancario europeo, prevenire le bolle speculative e ridurre il rischio di crisi finanziarie. Per questo motivo è importante che sia imparziale, indipendente e autonoma; la Banca Centrale Europea deve favorire l’interesse generale e non quello di una particolare nazione o gruppo di interesse. 

Infine la BCE si occupa di rappresentare l’Eurozona in diverse sedi internazionali, come i summit del G20 o nelle riunioni del Fondo Monetario Internazionale e collabora con le banche centrali dei paesi del mondo per promuovere la stabilità finanziaria a livello globale.

Le politiche monetarie della BCE

Quando si risponde alla domanda “che cos’è la BCE”, è necessario citare anche gli strumenti che questa istituzione utilizza per adempiere ai suoi compiti riguardanti le politiche monetarie. Quelle più popolari e conosciute riguardano l’innalzamento o l’abbassamento dei tassi di interesse che hanno delle conseguenze sulle banche e i cittadini dell’Eurozona

La BCE però utilizza anche altri strumenti per influenzare l’offerta di denaro, ad esempio le operazioni di mercato aperto. Queste sono prevalentemente l’acquisto e la vendita di titoli di stato dei paesi europei, attraverso i quali la Banca Centrale Europea regola la quantità di moneta in circolazione. Una di queste è, ad esempio, il quantitative easing. Un tipo di politica monetaria che prevede l’acquisto di titoli di Stato che la BCE ha attuato in più occasioni negli ultimi anni.

La struttura della BCE

Ora che sai cos’è la BCE, vediamo come è composta. La Banca Centrale Europea è formata da tre organi principali: il Consiglio dei governatori, il Comitato esecutivo e il Consiglio generale.

  • Il Consiglio direttivo è formato dai presidenti delle banche centrali nazionali dei paesi della zona euro, nel caso dell’Italia Ignazio Visco, e dai membri del Comitato esecutivo. Esso è responsabile di stabilire la politica monetaria della zona euro e di decidere sui tassi di interesse e sulle operazioni di mercato aperto;
  • Il Comitato esecutivo è composto dal presidente e dal vicepresidente della BCE, attualmente Christine Lagarde e Luis de Guindos e da altri quattro membri nominati dal Consiglio europeo, con il consenso del Parlamento europeo. Il Comitato esecutivo è responsabile dell’attuazione delle politiche monetarie della BCE;
  • Il Consiglio generale riunisce i presidenti e i vicepresidenti delle banche centrali nazionali dell’Eurozona, inclusi quelli dei paesi che non hanno ancora adottato l’euro. Esso è responsabile di assistere il Consiglio direttivo e il Comitato esecutivo nella gestione della BCE e di svolgere altre funzioni consultive e di coordinamento.

Il consiglio direttivo della Banca Centrale Europea in genere si riunisce otto volte all’anno (a questo link il calendario delle riunioni BCE per il 2023).

Sapere cos’è la BCE e conoscerne il funzionamento è molto importante. Le decisioni che questa istituzione prende, in particolare scegliendo quale politica monetaria attuare, influenzano l’economia europea, i mercati finanziari ma anche la quotidianità di tutti i cittadini dell’Eurozona.

Cosa sono il TAN e il TAEG e come si calcolano?

TAN e TAEG: cosa sono e come calcolarli?

Cosa sono il TAN e il TAEG, perché è importante conoscerli e come si calcolano

Cosa sono il TAN e il TAEG? Questi due indicatori finanziari sono utilizzati per misurare quanto costa un debito e forse hai scoperto la loro esistenza richiedendo un mutuo o durante uno spot pubblicitario di qualche SUV. Ecco un articolo attraverso il quale tenteremo di spiegare nel dettaglio cosa sono il TAN e il TAEG e come si calcolano.

TAN e TAEG: cosa sono?

Prima di spiegare cosa sono TAN e TAEG è necessario comprendere come funzionano i finanziamenti e i mutui. Quando si stipula un contratto finanziario di questo tipo l’istituto di credito che eroga il servizio può richiedere, in cambio, un interesse ovvero il costo che un cliente deve pagare per prendere in prestito denaro. Questo interesse è espresso sotto forma di TAN, o tasso annuo nominale, e indica la cifra annuale per gli interessi che il cliente deve pagare fino a quando non estingue il debito. 

Tuttavia, connessi a un finanziamento potrebbero esserci anche altri costi (detti accessori) che non rientrano sotto questo indicatore, come le commissioni o le spese di istruttoria. Qui entra in gioco il TAEG (tasso annuale effettivo globale), un indice che misura la somma totale delle spese tra tasso annuale nominale e i costi accessori. Insomma, a chi si chiede cosa sono TAN e TAEG potremmo rispondere definendoli due indicatori che misurano il costo di un prestito: il TAN si riferisce alla spesa “base” mentre il TAEG a quella totale.

A cosa servono TAN e TAEG? 

Ora che abbiamo iniziato a comprendere cosa sono TAN e TAEG vale la pena di soffermarci sulla loro funzionalità. Questi due indicatori finanziari possono essere molto utili ai correntisti o ai clienti che intendono richiedere un finanziamento. In particolar modo il TAEG, dato che esprime il costo totale di un mutuo o un finanziamento. Supponiamo di star valutando se chiedere un prestito di 200.000€ da estinguere entro 10 anni, e che il TAN e il TAEG di questo finanziamento siano rispettivamente 2% e 3,5%. Se sappiamo cosa sono TAN e TAEG potremmo subito risalire al costo di questo debito. Perciò confrontando le soluzioni offerte da diversi istituti di credito utilizzando il TAEG come parametro di riferimento, potremmo scegliere quella più conveniente per noi. 

Non è detto però che un prestito o un finanziamento abbia per forza dei costi associati. Se ti stai chiedendo cosa vuol dire TAN e TAEG al 0%, ecco la risposta: quando questi due indicatori sono pari a zero significa che il prestito viene concesso senza interessi e che il cliente non deve affrontare costi accessori o spese aggiuntive ma semplicemente restituire il denaro che gli è stato prestato.

Calcolare il TAEG attraverso un esempio pratico

Torniamo all’esempio visto nel paragrafo precedente e svolgiamo il procedimento inverso ovvero calcoliamo l’indice TAEG partendo dai costi accessori. Supponiamo quindi di aver intenzione di richiedere un mutuo di 200.000€ per acquistare un’abitazione. Il finanziamento che ci sembra più conveniente prevede un TAN del 2% e delle spese accessorie pari a 3.000€ all’anno. 

Sappiamo che il TAN rappresenta il tasso di interesse nominale annuo applicato al prestito perciò gli interessi che pagheremo alla banca annualmente saranno il 2% di 200.000€, ovvero 4.000€. Visto che il mutuo però prevede anche alcune spese accessorie, sappiamo che il TAEG sarà superiore al TAN. Per calcolare quanto ci costa esattamente il finanziamento dobbiamo quindi sommare il costo dell’interesse nominale, che abbiamo visto essere 4.000€, con le spese, che sono di 3.500€. Il costo totale del muto sarà di 7.500€ all’anno. Perciò dividendo questa somma per l’ammontare totale del denaro preso in in prestito e moltiplicando il risultato per 100 risaliremo all’indice TAEG, che in questo caso è del 3,5%.

(costo annuale totale del finanziamento / importo totale preso in prestito) x 100

7.500€/200.000€ x 100 = 3,5%


In conclusione, sapere cosa sono TAN e TAEG e come si calcolano è fondamentale per capire il costo reale di un finanziamento o di un mutuo e ti permette di confrontare le diverse offerte del mercato. Inoltre conoscere questi indicatori è indispensabile per evitare “brutte sorprese” e prevedere esattamente quanto dovrai pagare per il prestito che richiedi.

Che cos’è la Bitcoin dominance, come si calcola, e a cosa serve nel trading?

Bitcoin dominance: cos’è e a cosa serve?

La dominance di Bitcoin è un indicatore che misura il “peso” di BTC nel mercato delle criptovalute. Scopri che cos’è, come si calcola e come lo utilizzano i trader e gli investitori

Cos’è la Bitcoin dominance e a cosa serve? Si tratta di uno degli indicatori più utilizzati nel mercato crypto. Alcuni trader o investitori utilizzano questa metrica per pianificare le loro strategie, in particolare aiuta a scegliere se acquistare soltanto Bitcoin o optare anche per una o più altcoin. Scopri che cos’è la dominance di Bitcoin, come viene utilizzata dai trader e come si calcola.

Bitcoin dominance: cos’è?

La dominance di Bitcoin mette a confronto la capitalizzazione totale del mercato delle criptovalute con quella di BTC. Nello specifico indica, in percentuale, quanto è capitalizzato Bitcoin rispetto all’interno del mercato delle criptovalute e il suo scopo principale è quello di misurare l’impatto di BTC sul mercato crypto. Sebbene esistano migliaia di criptovalute alternative (altcoin), diverse da quella creata da Satoshi Nakamoto, Bitcoin è ancora la più importante. 

Nonostante questo però le crypto nate dopo BTC stanno, anno dopo anno, recuperando terreno e iniziano ad impensierire Bitcoin. Fino al 2017 la Bitcoin dominance è stata molto alta, vicina al 90%. Con l’affermarsi di Ethereum e l’esplosione delle ICO la situazione è cambiata. Nel corso di quell’anno, per la prima volta nella storia, questa metrica è scesa sotto il 50%. Il che significa che il valore dell’intero mercato crypto, in quel momento, era più del doppio rispetto a quello di Bitcoin.

Come utilizzano la dominance di Bitcoin i trader e gli investitori

Chiarito che cos’è la Bitcoin dominance, vediamo a cosa serve, ovvero come la utilizzano gli investitori e i trader per effettuare le loro analisi. Dal 2017 in poi si è rivelata molto utile per analizzare lo stato del mercato. Per esempio una fase in cui la dominance di Bitcoin è ribassista mentre i prezzi delle altre criptovalute si muovono a rialzo viene definita altseason (o stagione delle altcoin). Di solito quando regna l’euforia il peso di BTC scende perché i capitali si spostano su crypto con più potenziale di crescita (e quindi meno capitalizzate) che sono in generale anche più rischiose. 

Al contrario, nei momenti di bear market la dominance di Bitcoin sale, perché i trader e gli investitori decidono di limitare il rischio rifugiandosi nella crypto più capitalizzata vendendo alcune o tutte le altcoin che possiedono. I trader e gli investitori esperti sanno bene cos’è la Bitcoin dominance e la tengono d’occhio per avere un quadro più chiaro delle condizioni in cui si trova il mercato.

Come viene calcolata la dominance di Bitcoin?

La Bitcoin dominance viene calcolata dividendo la capitalizzazione di BTC per quella totale del mercato delle criptovalute e moltiplicando il risultato per 100. Vediamo un esempio pratico. Supponiamo che la capitalizzazione di Bitcoin sia 600 miliardi di dollari (numero che si avvicina molto a quella attuale) mentre quella totale del mercato crypto sia 1.300 miliardi di dollari. Per calcolare la Bitcoin dominance basta dividere la sua capitalizzazione di mercato (600 miliardi di dollari) per quella totale (1.300 miliardi di dollari) e poi moltiplicare per 100 per avere un dato in percentuale. 

600/1.300 = 0,461

0,461 x 100 = 46,1%

Il risultato di questa semplice operazione è il 46% circa. Un dato fornito così senza contesto e senza un grafico associato è comunque molto difficile da interpretare. Per riuscire a capire in che fase di mercato ci troviamo è necessario contestualizzare. Bisogna chiedersi ad esempio in che modo la dominance di Bitcoin è arrivata al 46%, se è in crescita o è ribassista e se ci troviamo in una fase di bull o di bear market.


Ora che hai scoperto che cos’è la Bitcoin dominance, come si calcola e in che modo i trader la utilizzano per analizzare le fasi di mercato puoi farti un’idea su ciò che accadrà in futuro. Questo indicatore è destinato a scendere sempre di più a causa delle numerose nuove criptovalute o BTC conserverà il suo solido primato nel mercato per sempre?

Cosa sono le Terre Rare e quali sono i Paesi che ne producono di più?

Terre rare: cosa sono e quali Paesi ne producono di più?

Cosa sono le terre rare? Scopri tutto su questi elementi preziosi, compresa la classifica degli Stati che ne estraggono di più 

Cosa sono le terre rare? Degli elementi chimici presenti nella tavola periodica chiamati anche con l’acronimo REE (Rare Earth Elements). Esse sono necessarie per costruire tantissimi componenti utilizzati per produrre altrettanti strumenti e dispositivi che utilizziamo quotidianamente. Tra questi ci sono per esempio gli smartphone, i computer e varie apparecchiature mediche. Scopri cosa sono le terre rare, a cosa servono e quali paesi ne estraggono di più.

Cosa sono le terre rare?

Le terre rare sono un gruppo di 17 elementi chimici metallici che si trovano nella crosta terrestre. Questi materiali vengono utilizzati per la produzione di apparecchiature tecnologiche e industriali. Ad esempio si trovano negli schermi degli smartphone e dei computer, nelle turbine eoliche, nelle lampadine o nei catalizzatori delle auto. 

Li troviamo in praticamente tutti i dispositivi elettronici che utilizziamo ogni giorno e vengono impiegati in tantissimi settori produttivi come quello tecnologico, medico, militare e energetico. Insomma le terre rare, materiali che vengono spesso inseriti all’interno della categoria dei semiconduttori, sono uno degli ingredienti fondamentali dell’industria moderna nonché elementi chimici vitali per la nostra economia.

Perché le terre rare si chiamano così?

Ora che sai cosa sono le terre rare, è bene capire perché si chiamano in questo modo. L’aggettivo “raro” infatti trae in inganno visto che questi elementi sono presenti in grandi quantità sul nostro pianeta. La loro concentrazione è addirittura superiore a quella di composti molto più conosciuti, come il rame o il cadmio.

Allora perché le terre rare si chiamano così? Perché questi elementi si trovano soltanto dispersi all’interno di altri minerali e non allo stato puro. La loro concentrazione all’interno dei minerali più comuni è molto bassa, vicino all’1%, perciò è molto complesso, costoso e impattante a livello ambientale, estrarli. Questa caratteristica li rende anche molto preziosi: il prezzo di cento grammi di RRE oscilla da 400$ a 20.000$ a seconda della tipologia. 

Inoltre non esistono in natura altri elementi che possono sostituirli, sono davvero fuori dal comune. Alcuni di questi composti riescono a conservare la propria forza magnetica anche ad altissime temperature, mentre altri sono luminescenti, ovvero emettono luce quando vengono “eccitati” chimicamente. Inoltre, molti di essi sono resistenti alla corrosione e possiedono una buona reattività chimica; caratteristica che li rende perfetti per la produzione di leghe metalliche con le quali si costruiscono i catalizzatori.

Quali sono le terre rare?

Le terre rare o gli Rare Earth Elements sono:

  1. Cerio (Ce)
  2. Lantanio (La)
  3. Praseodimio (Pr)
  4. Neodimio (Nd)
  5. Promezio (Pm)
  6. Samario (Sm)
  7. Europio (Eu)
  8. Gadolinio (Gd)
  9. Terbio (Tb)
  10. Disprosio (Dy)
  11. Olmio (Ho)
  12. Erbio (Er)
  13. Tulio (Tm)
  14. Itterbio (Yb)
  15. Lutezio (Lu)
  16. Scandio (Sc)
  17. Yttrio (Y)

L’Europio (Eu), per esempio, viene utilizzato principalmente come componente dei fosfori rossi usati nei display a cristalli liquidi (LCD) o come additivo nella produzione di leghe metalliche. Il Cerio invece per produrre i catalizzatori dei motori diesel mentre l’Olmio (Ho) per la produzione di laser ad alta potenza utilizzati in campo medico chirurgico; per esempio per la rimozione dei calcoli renali.

La classifica dei paesi che estraggono più terre rare

Dopo aver scoperto cosa sono le terre rare e a cosa servono è il momento di scoprire dove questi elementi vengono raffinati e trasformati in componenti, apparecchiature o leghe metalliche. Ecco la classifica dei paesi che ne producono di più.

*Questa classifica non presenta dati ufficiali ma stime che tengono conto di una media delle esportazioni di REE negli ultimi anni*

  1. Cina

La Cina è di gran lunga il principale esportatore di terre rare al mondo, con una produzione annuale che rappresenta circa il 60% del totale mondiale. Possiede giacimenti in molti territori del paese: in Mongolia, nello Sichuan e nella regione di Shandong. Tuttavia l’industria delle REE cinese è stata spesso accusata di non rispettare gli standard ambientali e di sfruttare i lavoratori. Il primato della Cina la rende uno Stato molto “temuto” a livello economico, data l’importanza delle terre rare. 

  1. Stati Uniti

Gli Stati Uniti sono il secondo produttore e controllano attualmente circa il 12% del mercato delle terre rare a livello mondiale. Negli ultimi anni gli USA hanno adottato delle strategie di reshoring, che hanno l’obiettivo di riportare all’interno di confini nazionali la produzione di questi materiali, in precedenza delocalizzata. Gli Stati Uniti investiranno 53 miliardi di dollari nei prossimi anni per sostenere la ricerca e la produzione di questi elementi nel loro territorio.

  1. Myanmar

Sul gradino più basso del podio c’è il Myanmar che si occupa del 10,5% della produzione mondiale di RRR. Tuttavia l’industria mineraria del paese è stata spesso accusata di violare i diritti umani dei lavoratori e di adottare tecniche di estrazione altamente inquinanti.

  1. Australia

Al quarto posto c’è l’Australia che gestisce il 10% del mercato mondiale delle terre rare. Il paese dell’oceania possiede importanti giacimenti di REE e negli anni ha investito grandissime quantità di denaro per modernizzare le infrastrutture utilizzate per la produzione.

  1. Thailandia

Chiude questa classifica la Thailandia dove la produzione di terre rare è più che raddoppiata dal 2020. La maggior parte dei giacimenti del paese si trova nella regione di Kanchanaburi, nel centro del paese. Tuttavia la situazione tailandese è molto simile a quella del Myanmar, i lavoratori sono spesso sfruttati e il processo di estrazione non rispetta gli standard ambientali.


Ora che sai cosa sono le terre rare puoi comprendere quanto siano importanti e preziosi questi elementi chimici. E forse ti apparirà più giustificata la spietata competizione che gli Stati sostengono per aggiudicarsi i giacimenti di questi materiali indispensabili per la produzione di tantissime apparecchiature e dispositivi.

Ethereum Shanghai, l’ultimo aggiornamento spiegato

Ethereum Shanghai: tutto quello che devi sapere sull’aggiornamento

Ethereum: cosa succederà dopo l’aggiornamento Shanghai?

Manca pochissimo all’attivazione del nuovo aggiornamento di Ethereum, Shanghai, che è in programma per il 12 aprile. Questo update consentirà agli utenti di prelevare gli ETH che avevano bloccato in staking a partire dal 2020. Quell’anno è iniziato il percorso che ha portato Ethereum a diventare una Proof-of-Stake, grazie alla nascita delle Beacon Chain, una rete parallela gestita dal nuovo meccanismo di consenso. Sono stati gli sviluppatori a scegliere di bloccare i prelievi per questo lungo periodo di tempo. Il motivo? Garantire la massima sicurezza della blockchain che avrebbe potuto essere in difficoltà a causa di prelievi di massa. 

Dopo la Beacon Chain è arrivato l’aggiornamento The Merge, attivato il 15 Settembre 2022. In quell’occasione è avvenuta la fusione della blockchain madre alla Beacon Chain, l’unione in un’unica blockchain gestita da un meccanismo di consenso di tipo Proof-of-Stake. Ora tutti gli occhi del mondo crypto sono nuovamente puntati su Ethereum per via dell’aggiornamento Shanghai. In questo articolo c’è tutto quello che devi sapere! Che impatto potrebbe avere sul prezzo di ETH?

Ethereum Shanghai: a cosa serve l’aggiornamento? Cosa succede dopo?

Lo scopo dell’aggiornamento Shanghai di Ethereum è molto semplice e chiaro: abilitare i prelievi a chi ha messo in staking i propri ETH finora

Dopo l’attivazione, chi ha partecipato al meccanismo di consenso di Ethereum con lo staking può decidere se lasciare i suoi ETH dove sono. O se riscattarli con la funzione “unstake”. In questo caso, non è possibile scegliere una quantità di crypto da sbloccare, verrà restituita tutta la quota messa in staking in origine

Con l’attivazione dell’aggiornamento Shanghai il 12 aprile, tutti gli utenti, sia quelli che decideranno di riscuotere le proprie crypto, sia quelli che proseguiranno con lo staking, riceveranno le ricompense che hanno accumulato grazie alla validazione delle transazioni sulla blockchain. Le ricompense verranno inviate automaticamente ai wallet degli utenti se essi hanno fornito il proprio indirizzo di prelievo. 

Per chi ha usufruito dello staking grazie a provider, e non direttamente su Ethereum, non sono ancora state comunicate istruzioni precise su come verrà gestito l’unstake.  

Data di attivazione di Shanghai

LL’aggiornamento Shanghai di Ethereum verrà attivato il 12 Aprile. I banchi di prova su cui l’aggiornamento è stato testato sono avvenuti tra Febbraio e Marzo, sulle testnet di Zhejiang, Sepolia e Goerli. Il meccanismo che regola l’attivazione di Shanghai è descritto dalla “Ethereum Improvement Proposal (EIP -4895)”, in cui sono presenti tutte le funzioni che verranno inserite o modificate all’interno dello smart contract che regola lo staking.

Come influirà Shanghai sul prezzo di Ethereum?

L’aggiornamento Shanghai di Ethereum è un punto di svolta fondamentale nella roadmap della crypto e perciò potrebbe avere un impatto sul suo prezzo. Sebbene sia impossibile prevedere con certezza ciò che accadrà, si possono avanzare delle ipotesi. Ecco quali sono i fattori che potrebbero causare una calo del prezzo di ETH e quelli che invece potrebbero portare a un pump.

Perché il prezzo di Ethereum potrebbe crollare?

L’aggiornamento Shanghai di Ethereum potrebbe causare un aumento della pressione di vendita e di conseguenza, un ribasso del prezzo. Gli utenti potrebbero prelevare in massa gli ETH e venderli sul mercato insieme a quelli che gli sono stati distribuiti come ricompensa. Se questa circostanza dovesse manifestarsi potremmo assistere ad un effetto domino che farebbe crollare il prezzo di Ether.

Il prezzo di Ethereum esploderà dopo Shanghai?

Guardando i dati on chain, c’è chi sostiene che il prezzo di Ethereum salirà. In particolare il valore da tenere d’occhio è la quantità di ETH attualmente bloccati nello smart contract dello staking.

Ad oggi, gli Ethereum staked sono circa 17 milioni, che corrispondono a al 20% della circulating supply (fornitura circolante) che è di circa 120 milioni. Questa cifra è inferiore di molto rispetto a quella di altre blockchain Proof-of-Stake, dove la percentuale di crypto in staking si aggira intorno al 40% (su Solana e Cardano è addirittura superiore al 70%).

Al momento non sono molti gli utenti che hanno bloccato i propri ETH in staking, il motivo principale è il vincolo delle proprie crypto per lunghi periodi di tempo. Dopo l’aggiornamento di Ethereum Shanghai la situazione potrebbe cambiare, si potrà prelevare e depositare in libertà. In questo caso, potremmo veder crescere il numero di staked ETH e di conseguenza assistere ad una riduzione della pressione di vendita su Ether e quindi un aumento del prezzo. 

È importante sottolineare che una grande percentuale degli ETH bloccati in staking sono stati depositati dagli utenti più di un anno fa, e il prezzo medio di acquisto di queste crypto è superiore a 2.000$. Ad oggi, gli utenti che hanno usufruito dello staking di Ethereum che sono in profitto sono soltanto il 16% mentre il restante 84% è in perdita.  Pertanto, per causare una diminuzione del prezzo di Ethereum, gli utenti dovrebbero vendere in perdita i propri Ether, ipotesi che pare remota. Si presume infatti che chi ha scelto di mettere in staking le proprie crypto senza sapere quando poterle sbloccare, creda fortemente nel progetto di Vitalik Buterin.

Il futuro delle dapp per lo staking

Chi verrà sicuramente influenzato dall’aggiornamento Shanghai di Ethereum sono le dapp che offrono servizi di staking e yield farming. Tra queste ci sono anche le piattaforme di liquid staking che sono utilizzate dagli utenti che vogliono bloccare in staking solo piccole quantità di Ether. Le possibili conseguenze su questo tipo di servizi sono principalmente due.

Grazie alla possibilità di depositare e prelevare Ethereum in qualsiasi momento data dall’aggiornamento Shanghai, queste dapp potrebbero sviluppare nuove funzionalità. Probabilmente nasceranno anche nuovi progetti DeFi per esplorare tutte le opportunità per massimare le ricompense

Inoltre c’è chi vede in Shanghai il prossimo standard dei rendimenti di base dello staking di tutto il mondo crypto. Le dapp dovranno quindi competere direttamente con Ethereum, oltre che con i propri concorrenti, e offrire ricompense più vantaggiose di quelle garantite dalla blockchain creata da Vitalik Buterin.

Insomma, l’attivazione di Shanghai, l’aggiornamento di Ethereum, in programma per il 12 aprile darà inizio ad un nuovo ciclo di innovazione per il network di Ether che potrebbe influenzare un grandissimo numero di progetti e centinaia di migliaia di utenti del mondo crypto. 

Ma il rinnovamento di Ethereum non finisce con l’aggiornamento Shanghai. Gli sviluppatori sono sempre al lavoro per migliorare la blockchain. All’orizzonte ci sono lo Sharding e poi gli aggiornamenti The Surge, The Verge, The Purge e The Splurge!

Venture Capital: cosa sono e come funzionano? Il vero significato del termine

Venture Capital, cosa sono? Il significato

Senti spesso parlare dei venture capital ma non sai cosa sono e quali attività svolgono? Scopri il significato del termine in questo articolo!

Cosa sono i venture capital e qual è il significato del termine? Che lavoro svolgono realtà come Sequoia Capital, Kleiner Perkins o a16z – Andreessen Horowitz? Essi sono fondi di investimento che forniscono finanziamenti, indirizzano startup e aziende emergenti e stimolano l’innovazione. Ma come lavorano i venture capital nel concreto? 

Significato venture capital: cosa sono davvero?

Il significato del termine venture capital (VC) è “capitale di rischio”, queste società sono quindi fondi di investimento specializzati in startup o in aziende non ancora affermate, le high growth companies. Queste imprese, solitamente molto giovani, offrono prodotti o servizi potenzialmente rivoluzionari ma sono anche esposte ad un alto grado di rischio proprio perché sono da poco “sul mercato”.

I VC solitamente intervengono nelle fasi iniziali di un progetto, e sono attratti dai guadagni che potrebbero realizzare nel caso in cui l’azienda cresca e si sviluppi o venga acquisita da una più grossa. I venture capital infatti, in cambio del loro investimento, ricevono delle quote della società che sostengono. 

Come lavora un fondo di venture capital?

Ora che sai cosa sono i venture capital e il significato del termine è bene capire come lavorano. Un VC non si limita a finanziare le startup ma fornisce loro anche una serie di servizi di supporto strategico e operativo, aiutando l’azienda a fare il salto di qualità necessario per espandersi nel mercato. Tra queste le più frequenti sono: la mentorship, l’assistenza nella gestione finanziaria e nella pianificazione della strategia aziendale, servizi che consentono alle giovani imprese di crescere ed espandersi limitando i rischi.

Inoltre i VC hanno una vasta rete di contatti all’interno del settore in cui operano, molto utili alle giovani aziende. Spesso sono proprio le connessioni a consentire alle startup di cogliere opportunità che altrimenti sarebbero inaccessibili.

La fasi di investimento dei venture capital

Oltre a sapere cosa sono e qual è il vero significato dei  venture capital può essere anche utile comprendere come avviene il finanziamento da parte dei VC e in quali momenti dello sviluppo di una startup o di un’attività:

  • Pre-seed: il progetto è in una fase embrionale (spesso non più di un’idea) e i primi sostegni economici provengono da familiari e amici;
  • Seed round: il progetto sta testando la sua fattibilità. Questa fase include dunque l’analisi del mercato potenziale e della concorrenza, nonché lo sviluppo di un prodotto che possa generare guadagni;
  • Serie A: il progetto ha passato tutte le verifiche iniziali, è in crescita ed è supportato da una forte comunità. Gli investimenti in questa fase cominciano a diventare meno rischiosi per gli investitori;
  • Serie B: il progetto ha una vasta base di utenti e si sta espandendo, l’attenzione agli investimenti non è più rivolta direttamente ai servizi e ai prodotti ma al marketing, alle vendite, alle risorse umane, allo sviluppo del business e al servizio clienti. Tutte quelle attività che aumentano il progetto a crescere. In questo caso le attività sono generalmente in fase di scaleup; 
  • Serie C: quando un venture capital decide di investire in questa fase, il progetto ormai è commercialmente valido e si concentra all’espansione su nuovi prodotti o mercati internazionali.

Qual è la differenza tra venture capital e private equity

I venture capital sono una forma di private equity (PE), ovvero di quegli investimenti finanziari che consistono nell’apporto di nuovi capitali a un’azienda. La differenza principale tra i venture capital e un generico private equity risiede nel tipo di aziende in cui investono e il momento in cui lo fanno.

I VC puntano su aziende neonate o emergenti mentre i fondi di PE generici investono in società più mature, spesso con l’obiettivo di acquisirle o occuparsi della loro quotazione in borsa. Inoltre, i VC solitamente preferiscono le imprese che operano in settori all’avanguardia, come quello dell’informatica, dell’intelligenza artificiale o delle criptovalute. Mentre i fondi di PE sono più propensi ad investire in aziende che lavorano in ambiti più “tradizionali”, come quello dell’industria manifatturiera, della sanità e dei servizi finanziari.

Ora che sai cosa sono i venture capital e il loro significato puoi capire perché sono così importanti nel mondo di oggi. I VC investono in idee mai viste prima contribuendo a trasformarle in prodotti o servizi concreti, stimolando l’innovazione e facilitando il progresso.

Mercato NFT sospeso ma torna l’interesse dei brand. Le novità di marzo

Mercato NFT: cosa è successo a marzo, dati e news

I volumi e il numero delle transazioni del mercato NFT a marzo in leggera discesa. I brand, tra cui Amazon e Gucci, preparano il loro ingresso nel mondo dei token non fungibili

Cosa è successo nel mercato NFT a marzo? I volumi delle transazioni su Ethereum, Polygon e Solana sono stati inferiori a quelli di febbraio. Nel frattempo le inscription (gli NFT su Bitcoin) sono diventate sempre più popolari e sono sbarcate anche sulla piattaforma Magic Eden. Blur, dopo il suo ingresso “a gamba tesa” nel settore rimane il marketplace NFT più utilizzato del mese.

Intanto sembra essere tornato l’interesse dei brand “tradizionali” sul settore dei non fungible token: Amazon, Gucci e Ticketmaster sono pronti ad entrare nel mercato NFT. Ma niente spoiler, scopri tutto questo e molto altro nell’articolo!

I dati del Mercato NFT di marzo 2023

I volumi delle transazioni nel mercato NFT a marzo 2023 sono leggermente inferiori rispetto a quelli di febbraio. Su Ethereum sono stati scambiati circa 550 milioni di dollari in non fungible token, il 40% in meno rispetto al mese scorso. I risultati di Solana invece sono stati migliori: 90 milioni di dollari di volume e un incremento del 3% rispetto a febbraio. Al terzo posto c’è Polygon, che ha riscontrato calo del 10% delle transazioni. 

Ma come mai il mercato NFT sta procedendo a rilento nonostante il parziale recupero dei prezzi delle criptovalute? I dati del mese di marzo potrebbero non rispecchiare a pieno la realtà visto che mancano quelli dei token non fungibili su Bitcoin, entrati nel mercato di recente. Ad oggi non ci sono ancora piattaforme che consentono di misurare i volumi di acquisto e vendita di questi non fungible token. Secondo Galaxy Research (un’azienda che svolge analisi dei dati su blockchain), il mercato degli NFT su Bitcoin potrebbe valere 4,5 miliardi nel 2025.

Le vendite migliori del mese

L’NFT più prezioso questo mese è la Golden Key il “tesoro nascosto” di Doo-Key, il minigioco delle Bored Ape, acquistato da un utente per 1.000 ETH (circa 1,6 milioni di dollari). Questo NFT fa parte della collezione Sewer Pass, dei passepartout per accedere al minigioco distribuiti gratuitamente ai possessori di almeno un NFT delle collezioni dell’ecosistema del Bored Ape Yacht Club. Il Sewer Pass dell’utente che ha segnato più punti su Doo-Key si è trasformato in questa chiave dorata che è anche un NFT molto raro, dato che ne esiste soltanto una copia. Tuttavia i vantaggi che garantirà a chi la possiede sono ancora sconosciuti.

Questo mese è anche avvenuto, per sbaglio, uno dei burn più “costosi” della storia del mercato NFT. Un collezionista di token non fungibili ha accidentalmente distrutto un CryptoPunk che aveva acquistato poco prima per 129.000$. L’utente ha inviato il token ad un null address, un indirizzo su blockchain a cui nessuno può accedere.

Yuga Labs: Gucci e Twelvefold

Un mese di marzo entusiasmante per Yuga Labs grazie a due importanti novità: la collaborazione con Gucci e il lancio di Twelvefold, la prima collezione dell’azienda costruita su Bitcoin. Gucci ha annunciato il suo ingresso nel mercato NFT su Twitter, utilizzando un’immagine che mostra i marchi dei due brand sulla bottiglia del trailer del metaverso delle Bored Ape, Otherside. L’annuncio inatteso ed enigmatico rende impossibile prevedere come si svolgerà la collaborazione. Nel tweet la maison ha scritto: “Continuando ad esplorare il Metaverso, Gucci si unisce a Yuga Labs. Restate sintonizzati mentre la narrativa prende forma e i confini tra fisico e digitale si confondono”.

L’asta di Twelvefold, la prima collezione di non fungible token su Bitcoin di Yuga Labs, composta da 300 pezzi unici, ha raccolto 735,7 BTC (16,5 milioni di dollari). Queste opere d’arte digitale si possono comprare su Magic Eden, una piattaforma nata su Solana che ha rilasciato questo mese anche una sezione dedicata alle inscription, gli NFT su Bitcoin. La prima collezione ad approdare su questa nuova sezione del marketplace è stata quella dei DeGods “distrutti in occasione del lancio”. Ne abbiamo parlato nello scorso appuntamento mensile dedicato agli NFT.

Mercato NFT: le novità

Lo studio di produzione Baobab Studios, vincitore di nove Emmy Awards, è entrato nel mercato NFT con il suo nuovo progetto: Momoguro. Creato dal regista e animatore multimediale Martin Allais e dallo scrittore e regista Nico Cassavecchia, Momoguro è un mondo fantastico e colorato in cui le creature chiamate “Momos” possono fondersi insieme per formare personaggi ibridi. La collezione ha generato più di 10.000 ETH di volume ma il floor price degli NFT, dopo essere schizzato verso l’alto nei giorni immediatamente successivi al minting, è sceso sotto il valore iniziale (0,2 ETH) e si attesta ora attorno agli 0,1 ETH

Questo mese sono approdati sulla blockchain di Tezos anche i dipinti di Lee Mullican, un artista che ha esposto le sue opere nelle sale del Museum of Modern Art (MoMA) e del Los Angeles County Museum of Art (LACMA). L’artista, purtroppo scomparso, è stato un pioniere dell’arte digitale, le sue prime opere di questo tipo sono datate 1987, disegnate utilizzando un rudimentale computer IBM 5170.

Un salto da Web2 a Web3: Ticketmaster e Amazon

Concludiamo con altre due aziende tradizionali che si sono avvicinate al mercato NFT nell’ultimo periodo: Ticketmaster e Amazon. La società americana di vendita e distribuzione di biglietti per eventi, attraverso una partnership con il gruppo musicale degli Avenged Sevenfold, ha iniziato a distribuire biglietti in formato NFT. Grazie a questi token non fungibili gli artisti potranno offrire pacchetti speciali ai propri utenti.
Amazon invece sembrerebbe in procinto di rilasciare il suo marketplace il 24 aprile; sono soltanto voci o il progetto è confermato? Come reagirà il mercato NFT se la quinta azienda più grande al mondo inizierà a farne parte?

I 10 principali marketplace dove comprare NFT 

Dove comprare NFT: i 10 principali marketplace di digital art

Dove si comprano gli NFT? Questa lista ti guida alla scoperta dei 10 principali marketplace per token non fungibili!

Conoscere come e dove comprare NFT è fondamentale soprattutto per chi è alle prime armi. Per acquistarli bisogna accedere, virtualmente, a dei “negozi” appositi chiamati  marketplace. Se hai fatto le tue ricerche e sei pronto a comprare il tuo primo NFT puoi trovare una guida all’acquisto a questo link, mentre procedendo con la lettura di questo articolo  potrai trovare la lista dei marketplace più utilizzati. Le piattaforme di questa lista sono dei rivenditori secondari ovvero propongono token messi in vendita da altri utenti e non direttamente dai creatori. Tuttavia nella maggior parte dei casi offrono anche degli strumenti per creare e vendere NFT

Se invece vuoi comprare le opere direttamente dagli artisti o dai progetti che le realizzano, lo puoi fare dai loro siti internet. Anche i metaversi come Decentraland e The Sandbox mettono in vendita i token che creano direttamente. 

I marketplace non sono tutti uguali, ognuno si distingue dall’altro innanzitutto per il tipo di blockchain che supporta: quella di Tezos ad esempio ha la fama di ospitare gli artisti più indie del panorama, mentre su Flow puoi trovare token per i videogiochi crypto o quelli a tema sportivo. Queste piattaforme si differenziano anche per il settore di riferimento (gaming, digital art, PFP…) e il “livello” di decentralizzazione sulla base della presenza di DAO. Ecco allora i 10 principali marketplace dove comprare NFT!

1. OpenSea

OpenSea è il marketplace più famoso del settore. Le vendite sulla piattaforma al momento della scrittura dell’articolo, hanno un volume di 35 miliardi di dollari. OpenSea è l’Amazon dei token non fungibili, un gigantesco e-commerce dove  comprare NFT diversi, per tipologia, stile e argomento. Ci puoi trovare collezioni PFP, item per i videogiochi play-to-earn, collectible e digital art. Su questa piattaforma c’è un grande spazio anche per i token non fungibili musicali e i domini NFT. Questo marketplace ha un’anima pop, vuole infatti portare la tecnologia dei token non fungibili al grande pubblico essendo il più possibile a misura di utente. OpenSea è stato fondato nel 2017 da Devin Finzer e Alex Atallah, affascinati dal successo dei CryptoKitties e dal movimento che gli NFT hanno suscitato all’interno delle community crypto. 

In questo marketplace ci sono non fungible token costruiti su Arbitrum, Ethereum, Klaytn, Polygon, Optimism e Solana. Come metodo di pagamento puoi utilizzare ETH, WETH e MATIC, APE e SOL. Per comprare NFT ti servirà dunque un crypto wallet, in alcuni casi tuttavia puoi utilizzare anche le carte di credito (e le monete fiat). Scegliendo un crypto wallet, assicurati che supporti la blockchain su cui intendi acquistarli. OpenSea consiglia di utilizzare Metamask per le transazioni in ETH e Phantom per quelle su Solana. Si possono comprare NFT anche tramite la funzione “buy now” (acquisto immediato) oppure tramite aste o offerte. Nel processo di acquisto, potresti vedere un importo maggiore rispetto a quello presentato all’inizio, la differenza è composta dalle gas fee ovvero le commissioni necessarie ad effettuare transazioni sulla blockchain.  

2. Blur 

Un’altra piattaforma dove comprare NFT è Blur, che si sta imponendo come vero competitor di OpenSea, tanto da poter vantare di essere l’unico marketplace ad aver superato i volumi del colosso. Ha generato circa 2,5 miliardi di dollari di volumi da quando è stato lanciato, il 19 Ottobre 2022. La rapida ascesa della piattaforma è stata possibile grazie a due strategie: l’airdrop della sua crypto (BLUR) e la decisione di non imporre il pagamento delle royalty. 

Questo marketplace funziona in modo molto simile ad Opensea ed è apprezzato dagli utenti per via della sua semplicità e della velocità con la quale vengono elaborati gli acquisti e le vendite. La piattaforma ha già annunciato la seconda tranche di airdrop per gli utenti più attivi, perciò il picco dei volumi delle transazioni dell’ultimo periodo potrebbe essere influenzato dalla nuova distribuzione gratuita di token in arrivo

3. X2Y2

Tra i più utilizzati marketplace dove comprare NFT troviamo X2Y2, con un volume di 953 milioni di dollari. Come nel caso di OpenSea, anche X2Y2 è una piattaforma che ha un’offerta ampia di token non fungibili. Puoi trovarci davvero di tutto! Per acquistare  sul marketplace si utilizza WETH, il token ERC-20 chiamato Wrapped Ether. Un WETH è equivalente a un ETH, i Wrapped Ether vengono usati per “ridurre il costo del gas e per rendere l’intero processo di acquisto semplice, rapido e sicuro”. X2Y2 ha anche un omonimo utility token che viene distribuito a venditori e acquirenti per ogni acquisto e fornisce dei vantaggi. Mettendo in staking $X2Y2 ad esempio puoi ricevere degli sconti sulle commissioni per gli acquisti. 

Per i più esperti: nella sezione “NFT Loan” della piattaforma, si possono anche utilizzare i token non fungibili di alcune collezioni di successo come collaterale per ricevere prestiti in ETH.

4. Magic Eden

Magic Eden è un marketplace dove comprare NFT su Ethereum, Solana, Polygon e Bitcoin disponibile anche in versione app (android e iOS). Si hai capito bene, Bitcoin! Magic Eden è il primo ad aver integrato le inscription, una forma di token non fungibili costruiti sul network di BTC. Questa piattaforma ha raggiunto un volume di 2 miliardi di dollari e propone più di 8.000 collezioni di token non fungibili. Tra queste ci sono anche alcuni dei migliori progetti su Solana come y00ts, Critters Cult, DeGods. Il progetto è stato fondato da quattro amici uniti da diverse esperienze lavorative nel settore crypto e DeFi: Sidney Zhang, Jack Lu, Zhuoxun Yin e Zhuojie Zhou. Per i fondatori il nome del marketplace vuole ricordare un giardino pieno di infinite possibilità proprio come l’Eden.. Magic Eden ha un approccio community driven ed è gestito da una DAO, MagicDAO, a cui partecipano i proprietari dei Magic Ticket, degli NFT in 30.000 copie. 

5. Rarible

Rarible, dal volume di 301,18 milioni di dollari, propone NFT sviluppati su Ethereum, Solana, Tezos, Immutable X, Flow e Polygon. Si tratta di un marketplace multichain, anche in questo caso l’offerta di token non fungibili è ampia e diversificata. Questa applicazione decentralizzata collabora con Rarity Sniper, un tool che valuta e classifica gli NFT PFP sulla base della loro rarità. Questa funzionalità è particolarmente utile perché la rarità è uno dei principali aspetti che si considerano quando si sceglie un NFT da comprare. Prendendo una singola opera il tool controlla “la natura e la quantità dei tratti del token e automaticamente li compara agli altri della stessa collezione, calcolando la sua posizione in classifica”. Su questa piattaforma puoi usare la “rarità” anche come filtro nel menù a tendina. Questa funzione è disponibile al momento per tutte le collezioni PFP basate su Ethereum. Inoltre su Rarible, come in un vero e proprio social network, si possono esplorare i profili dei collezionisti e tutti i loro token (nella sezione “Users”). 

Un’altra funzione interessante è il Multi-Wallet Profile che permette di gestire in un solo account non fungible token costruiti su diverse chain. Il Multi-Wallet Profile supporta 20 crypto wallet collegati a tutte le blockchain disponibili. Comprando NFT si riceve una quota di RARI, il token di governance del protocollo che fornisce a diverse blockchain infrastrutture per costruire progetti NFT. 

6. LooksRare

Nella lista delle piattaforme dove comprare NFT anche LooksRare, un marketplace che ricorda le dinamiche del play-to-earn. Chi acquista e vende NFT e partecipa alle attività della piattaforma riceve infatti delle ricompense nel token LOOKS. La piattaforma ha generato un volume di 1,65 miliardi di dollari e accetta come pagamenti ETH e WETH. 

Per il tuo shopping di NFT assicurati di avere gli ETH che ti servono, come puoi vedere la maggior parte dei marketplace. Controlla il prezzo in tempo reale o attiva un acquisto ricorrente per avere ETH sempre a disposizione.

Scopri Young Platform

7. SuperRare

Dove comprare NFT artistici? Proseguendo la lista dei 10 principali marketplace, ci imbattiamo in SuperRare con un volume di 236,15 milioni di dollari! Se sei appasionat* d’arte e ti stai chiedendo quale NFT marketplace scegliere, SuperRare potrebbe fare al caso tuo. Questa applicazione decentralizzata è costruita come una vera e propria galleria di digital art, ci sono esposizioni tematiche e focus sugli artisti del momento come FEWOCiOUS, Otherworld con il motto “dark art with bright colors” o DirtyRobot (Daniel Isle) l’illustratore che ha dato vita a RENGA NFT. SuperRare dal punto di vista tecnico è un peer-to-peer marketplace su Ethereum e ha un suo token: RARE. Questo viene definito un “curation token” perché gli holder possono curare le esposizioni e le scelte artistiche del marketplace tramite delle votazioni. Questo marketplace è anche la casa di molti artisti NFT italiani, uno dei più famosi è Giuseppe Lo Schiavo, che ha venduto sulla piattaforma la sua opera più apprezzata, Tecnogenica per 15,9 ETH. 

Su questo marketplace gli NFT si comprano in Ether e le commissioni delle vendite sono fisse al 3% (per gli acquirenti). 

8. Objkt

Sulla blockchain di Tezos c’è Objkt, il marketplace che punta alla sostenibilità. Qui i token non fungibili sono chiamati “Clean NFT” perché la blockchain su cui sono costruiti è molto attenta al suo impatto ambientale. Objkt ha una roadmap serrata che cerca di rispettare i desideri della community. Questa propone delle iniziative per migliorare la piattaforma ad esempio “separare gli NFT in categorie tra PFP, arte e hot collection” o ancora “accettare offerte fatte solo da account verificati”. Ogni giorno l’NFT marketplace propone ai suoi utenti la “Daily Curation”, una selezione delle opere d’arte digitali più interessanti del momento.

9. KnownOrigin

Anche KnowOrigin, un’applicazione decentralizzata costruita su Ethereum, è un perfetto marketplace dove comprare NFT di digital art, grazie alla sua accurata selezione. Il progetto è costruito su Ethereum e ha un volume di 7,81 milioni di dollari. Sulla piattaforma sono esposti più di 1.000 artisti e più di 11.000 opere, il marketplace ha l’obiettivo di facilitare agli artisti l’esperienza del Web3: “KnowOrigin è una piattaforma artist-driven che rende facile per i creator digitali creare, esporre e vendere le opere d’arte che producono”. In quest’ottica il prezzo di un NFT in prima vendita viene distribuito all’85% all’artista che l’ha realizzato e il 15% alla piattaforma (per le commissioni). 

10. Nifty Gateway

Concludiamo la lista delle piattaforme dove comprare NFT con Nifty Gateway. La mission del progetto è chiara: rendere i token non fungibili accessibili a tutti, dai principianti ai collezionisti esperti. Il marketplace è una “custodial platform” questo significa che le opere d’arte digitali sono custodite in un wallet assicurato da Gemini. In pratica se perdi le credenziali del tuo account può essere facilmente recuperato dalla piattaforma stessa, in questo senso i rischi sono minimi. Qui puoi comprare NFT sia in crypto (ETH) che in moneta fiat: “la natura custodial di Nifty Gateway consente di effettuare movimenti senza dover elaborare una transazione sulla blockchain, il che significa che non ci sono spese per il gas, risparmiando ai nostri collezionisti un sacco di problemi e di denaro”. Nifty Gateway è disponibile anche per i dispositivi mobile

Se invece non vuoi comprare NFT, ma li vorresti ricevere gratis. Tieni d’occhio tutti gli airdrop con cui i progetti regalano token non fungibili!

Sei sul blog di Young Platform, la piattaforma italiana per comprare criptovalute. Qui puoi trovare le ultime novità su blockchain, Bitcoin e Web3. Raccontiamo da vicino questa economia emergente con un occhio alla finanza tradizionale, così hai tutto quello che ti serve per entrare nella nuova era del denaro. 

Chi è Beeple? Il programmatore che è diventato un artista NFT milionario

Chi è Beeple? L’artista digitale dell’NFT Everydays

Beeple è un artista digitale conosciuto soprattutto per la sua opera d’arte NFT Everydays, come è iniziata la sua carriera nel mondo crypto? 

Chi è Beeple? Mike Winkelmann all’anagrafe, è uno degli artisti più conosciuti dagli appassionati di NFT. La sua opera più importante, Everydays, è stata venduta all’asta da Christie’s al prezzo di 69 milioni di dollari, facendolo diventare uno degli artisti viventi più pagati. Lui non è un artista convenzionale, e si è interessato alla nuova tecnologia degli NFT fin dalla loro nascita. Scopri allora chi è Beeple, l’NFT artist che ha creato Everydays!

L’insolita formazione di un crypto-artista 

Mike Winkelmann nasce nel 1981 in Wisconsin, negli USA. Dopo aver preso una laurea in Ingegneria Informatica nel 2003, sembra indirizzato verso un lavoro d’ufficio presso qualche azienda di programmazione. 

E invece sceglie per sé un’altra strada: quella dell’arte digitale! Dopo qualche anno passato a perfezionare le sue abilità artistiche, Winkelmann comincia la sua opera Everydays il primo maggio 2007. Scelse il nome d’arte “Beeple”, come il nome di un suo peluche, e iniziò quello che non ancora non sapeva sarebbe diventato il suo capolavoro! Ecco, dunque, chi è Beeple. 

Everydays, il capolavoro NFT di Beeple

Everydays è un collage di disegni: ogni giorno, l’artista ha creato un’opera diversa, costringendosi a rimanere costante nel tempo. Beeple, l’artista digitale NFT di Everydays, è sicuramente una persona eccentrica: “non sono una persona motivata” ha detto in una intervista. “Mi ritengo anzi una persona molto pigra, ma in questo modo ho trovato la convinzione per andare avanti. La forza di questo progetto è che mi costringe ad andare avanti con molta più costanza del normale”. Insomma: Everydays è nato come un antidoto contro la pigrizia!

Ogni giorno Beeple ha migliorato la propria arte digitale, imparando a usare nuovi software e provando nuove linee, delineando il tipico stile distopico e psichedelico. Le sue opere variano da paesaggi surreali, a ritratti sproporzionati di persone famose come Elon Musk, Trump e Biden, a vere e proprie vignette di satira. Nel 2020 Beeple ha cominciato a sperimentare con gli NFT, mettendo in vendita le prime 5000 opere del suo progetto, intitolando la collezione Everydays, the first 5000 days. Il risultato? L’asta tenutasi da Christie’s a Marzo 2021 ha ceduto il token non fungibile dell’opera per ben 69,4 milioni di dollari finendo nella classifica degli NFT più costosi di sempre.

I primi NFT di Beeple tra satira e distopia

Anche se Everydays è l’opera d’arte NFT più famosa di Beeple, la sua esperienza con i non-fungible token comincia a Novembre 2020. Una delle sue prime opere vendute su blockchain era Crossroads, un disegno politico creato in occasione dello scontro elettorale tra Biden e Trump. Questo NFT era dinamico: l’artwork sarebbe cambiato in base al vincitore delle elezioni! L’opera d’arte digitale è stata venduta a 66.666,66 dollari su Nifty Gateways, ed è stata rivenduta poco dopo per 6 milioni di dollari!

Entusiasta dall’ esperienza, Beeple continua a sperimentare con gli NFT e a Dicembre 2020 mette in vendita altre opere. L’asta di fine anno è un successo, e in meno di 5 minuti ha guadagnato 500mila dollari!  

Un artista in erba, gli inizi di Beeple

Ma chi è stato Beeple prima di entrare nel mondo NFT e dell’arte digitale?Un artista classico, armato di pennelli e tela. Nonostante la sua formazione e i suoi inizi nel mondo dell’arte tradizionale, ha sempre detto di non capire nulla di arte o di teoria, e di non essere mai stato ispirato da nessun pittore classico o contemporaneo. 

Beeple considera come suo punto forte e peculiarità il fatto che non abbia preso ispirazione da nessuno. Le sue opere sono psichedeliche e quasi assurde. Chi le guarda si ritrova spesso spaesato e incuriosito dal significato nascosto della sua arte, o semplicemente perso nelle buffe caricature dei personaggi che sceglie di illustrare.

L’artista digitale NFT di Everydays, si è trasformato da surrealista ad avanguardista degli NFT e dell’arte digitale. Adesso è una delle personalità crypto più seguite al mondo ed è famoso anche in settori più mainstream. Il suo progetto Everydays continua senza sosta, e puoi seguirlo direttamente sul suo sito ufficiale.

Beeple è un artista in continua evoluzione

Ma chi è Beeple oggi? Non più “soltanto” un artista NFT. Nonostante sia riuscito ad arrivare al successo, l’autore di Everydays non ha smesso di assumere il suo antidoto contro la pigrizia. Nell’ultimo periodo, mentre continuava a produrre quotidianamente le sue “solite” opere d’arte, ha lanciato altri progetti di successo.

Durante il 2021 l’artista ha esposto per la prima volta dal vivo la sua prima scultura al museo d’Arte Contemporanea del Castello di Rivoli. L’obiettivo di quest’opera, intitolata HUMAN ONE, era rappresentare i modi in cui le nuove tecnologie, in particolare i social network, influenzano il genere umano. Il successo è continuato in altri musei e gallerie del mondo come il Bass Museum of Art di Miami o la Jack Hanley Gallery di New York.

A Marzo poi Mike Winkelmann, in arte Beeple, ha inaugurato i suoi Studios a Charleston (Ohio). Beeple Studio è uno spazio dedicato agli artisti emergenti. Una galleria d’arte situata in una vastissima area industriale di 50mila metri quadrati dove è possibile apprezzare le opere d’arte dell’artista e dei membri della sua community. L’inaugurazione si è tenuta l’11 Marzo nel secondo anniversario della vendita dell’NFT Everydays ed è stata gestita da Christie’s, la casa d’aste che due anni fa ha consentito a Beeple di vendere il token non fungibile.

L’artista ha anche pubblicato un libro, contenente tutte le 5.000 opere della collezione e un’intervista in cui l’artista riflette su se stesso e sulla propria carriera, intitolato “Beeple everyday’s, the first 500 days”.

Chi è Beeple dunque? Non soltanto l’artista di Everydays, ma un eccentrico individuo pioniere dell’NFT art.