Finanza decentralizzata, ETF e inflazione con Paolo Turati

presentazione live con ferrero e turati

Un approfondimento sui temi più caldi di quest’estate: ETF su Bitcoin, inflazione e finanza decentralizzata (DeFi)

La finanza decentralizzata (DeFi) ha le carte in regola per cambiare il modo in cui concepiamo il denaro. Ma cos’è e come funziona questa complessa e interessante applicazione della tecnologia blockchain? 

La discussione sugli ETF spot su Bitcoin ci sta accompagnando da tutta l’estate mentre sentiamo parlare di l’inflazione e dell’aumento dei tassi di interesse da più di un anno. 

Per approfondire questi temi abbiamo invitato uno dei più grandi esperti italiani di DeFi e mercati finanziari.

Giovedì 31 agosto alle 17:00 saremo in live con Paolo Turati, direttore del laboratorio di Finanza Decentralizzata (DeFi) della SAA (School of Management) di Torino e presidente del comitato scientifico della facoltà.

I temi trattati saranno tanti! Parleremo ovviamente di finanza decentralizzata e degli ETF spot su Bitcoin, ma anche di inflazione e dell’aumento dei tassi di interesse.

Non perderti questa stimolante chiacchierata, attiva il promemoria!

I BRICS creeranno la loro moneta? È in arrivo la de-dollarizzazione?

bandiere dei brics

I BRICS creeranno una loro moneta accelerando il processo di de-dollarizzazione dell’economia mondiale?

La moneta dei BRICS arriverà? Il presidente del Brasile, Luiz Inácio Lula da Silva, durante il Summit di Johannesburg ha dichiarato di voler introdurre una valuta comune per il commercio e gli investimenti. L’obiettivo? Ridurre la vulnerabilità alle fluttuazioni dei tassi di cambio del dollaro.

Ma la domanda sorge spontanea: cosa potrebbe succedere all’economia mondiale se la moneta dei BRICS vedesse effettivamente la luce, soprattutto alla luce del ruolo giocato dal dollaro USA? 

Cosa sono i BRICS

Prima di affrontare il discorso sulla moneta dei BRICS, urge dare una definizione di questa sigla. Questi sono paesi che hanno maggiormente beneficiato della globalizzazione e le cui economie sono incredibilmente cresciute negli ultimi anni. Essi, per via della loro esclusione dalle conferenze mondiali, in particolare dal G7, hanno deciso di creare le loro istituzioni parallele e ora si giocano alla pari il primato con le potenze occidentali.

I membri originari di questa organizzazione sovrastatale sono Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica. Le iniziali dei nomi di questi paesi formano infatti la sigla BRICS, ma dal 1° gennaio 2024 il gruppo si espanderà. 

Entreranno a far parte dei BRICS anche l’Arabia Saudita, l’Argentina, l’Egitto, gli Emirati Arabi Uniti, l’Etiopia e l’Iran. Grazie a queste new entry essi diventeranno responsabili della produzione di circa il 36% del PIL mondiale e, insieme, ospiteranno il 47% della popolazione. I loro scambi “interni” sono arrivati nel 2022 a 762 miliardi di dollari. È facile comprendere quanto potrebbe cambiare l’economia globale nel caso in cui la moneta dei BRICS dovesse realmente nascere.

La moneta dei BRICS e la de-dollarizzazione

Durante la conferenza di Johannesburg i presidenti dei vari paesi hanno citato più volte la possibilità di introdurre la moneta dei BRICS, una valuta di riserva comune che possa sfidare il dollaro sui mercati internazionali. Il lancio resta un obiettivo per il futuro anche se non è ancora stata pianificata una strategia per introdurla. A quanto pare, però, essa non si sostituirà alle valute locali ma permetterà a questo blocco di svincolarsi dall’utilizzo di una moneta di un Paese terzo. 

La possibile nascita di una nuova valuta comune avrebbe infatti una conseguenza imponente, messa in evidenza a Johannesburg già dal leader russo Putin: la de-dollarizzazione. Nonostante sia chiaro che l’uomo abbia fatto “la voce grossa” a causa della recente esclusione della Russia dal sistema finanziario internazionale, le questioni presentate meritano un approfondimento. 

Putin ha presentato alcuni dati sulle quote di commercio delle valute, precisando come quella del dollaro americano si stia progressivamente riducendo. Inoltre ha ribadito che, secondo lui, il processo di abbandono dello USD sia irreversibile e si è espresso in favore dell’istituzione di una banca centrale dei BRICS volta a finanziare progetti infrastrutturali nei paesi in via di sviluppo.

Sulla questione si è espresso anche il co-fondatore di Rich Dad Company, Robert Kiyosaki. Secondo l’uomo che nel 2008 riuscì a prevedere il crollo di Lehman Brothers, la nascita di una comune moneta dei BRICS potrebbe significare il crollo del dollaro. Previsioni ovviamente personali, ma che hanno evidenziato perfettamente l’importanza delle discussioni sull’argomento. 

La conferenza di Johannesburg

Non si è parlato soltanto della moneta dei BRICS alla Conferenza di Johannesburg. I leader degli stati hanno aperto il Summit del 22 agosto parlando delle difficoltà che, ognuno dei paesi membri, sta affrontando sul piano economico. I topic principali sono stati: la crisi immobiliare in Cina, la guerra in Ucraina e, in generale, il rallentamento dell’economia globale

Il ministro dei trasporti del Sudafrica (paese ospitante) Sihle Zikalala, ha definito i BRICS una grande opportunità che garantisce ai paesi in via di sviluppo di cooperare sullo stesso piano delle grandi potenze del mondo. È ancora da capire se i partecipanti “minori” di questo blocco riusciranno ad emergere o se i BRICS soffriranno l’egemonia dei membri più sviluppati, su tutti Cina e India.

Il primo ministro indiano invece ha parlato prevalentemente del suo paese, descrivendo il ruolo che ricopre nell’economia globale e all’interno dei BRICS. Narendra Modi ha dichiarato che l’India ha tutte le potenzialità per diventare il primo Stato al mondo per produzione industriale e prodotto interno lordo (PIL).

Il leader cinese Xi Jinping si è invece espresso sulla guerra in Ucraina, dichiarando che, secondo lui, l’unico modo per porre fine al conflitto è attraverso una trattativa di pace. Inoltre, si è anche offerto come mediatore tra le parti. Ha poi parlato di multipolarità globale sostenendo che la Cina non punta a diventare un paese egemone ma appoggia completamente la democratizzazione delle relazioni internazionali.

Tornando al tema centrale della discussione, però, le conclusioni della conferenza sono state deboli: nonostante i colloqui sulla moneta dei BRICS siano stati intavolati, questo tema ha occupato molto meno spazio rispetto alle attese. Chi si aspettava l’arrivo imminente di una valuta comune per questi paesi in via di sviluppo è forse rimasto deluso. Il tema, però, continuerà ad attirare l’attenzione del mondo intero e, soprattutto, del dollaro americano.

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Rinegoziazione mutuo: tutto quello che devi sapere per revisionare un finanziamento

Rinegoziazione mutuo: tutto ciò che devi sapere

Rinegoziazione mutuo: cosa comporta questa pratica, quando è possibile attuarla e i costi

Attuare una rinegoziazione di un mutuo significa collaborare con la banca per ridefinire alcune condizioni del prestito che si è contratto. Questa pratica è volta a soddisfare le necessità dei clienti che possono cambiare nel tempo. Le esigenze variano a causa di fattori esterni, come l’aumento dei tassi di interesse che fa lievitare i costi di un finanziamento, o interni, come il bisogno di estinguere un mutuo prima del tempo o di ridurre l’onere delle rate.

La rinegoziazione di un mutuo è una possibilità che tutti i clienti delle banche che hanno richiesto un prestito possono valutare. Ecco come funziona e quando è conveniente richiederla.

Quando è conveniente chiedere una rinegoziazione mutuo?

Ci sono varie ragioni per considerare una rinegoziazione del tuo mutuo. Per esempio potresti avere la necessità di revisionare la durata di un finanziamento. Allungare la sua durata ti permette di affrontare rate più abbordabili, mentre pagare rate più salate ti consente di estinguerlo prima del tempo

Inoltre, potresti voler modificare la natura di esso passando da un mutuo a tasso fisso ad uno a tasso variabile per prevedere un aumento dei tassi di interesse, o viceversa perchè ti aspetti una diminuzione di questi ultimi.

L’incremento dei tassi è il tema macroeconomico del momento nonché la contromisura principale attuata dalle banche centrali per proteggersi dall’inflazione. Se vuoi metterti al riparo da questo fenomeno che erode il tuo potere d’acquisto puoi valutare di aggiungere Bitcoin al tuo portafoglio. 

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Richiedere la rinegoziazione mutuo: come procedere

Per avviare la procedura, devi stipulare un “accordo di rinegoziazione” con la banca. Tu e la banca siete gli unici protagonisti di questo “patto”, quindi non c’è bisogno di coinvolgere un notaio, poiché si tratta soltanto di una modifica parziale del contratto originale.

È però la banca ad avere il “coltello dalla parte del manico” in questa circostanza, visto che deciderà se concedere al cliente la rinegoziazione del mutuo dopo aver condotto un’analisi di fattibilità.

I vantaggi

La rinegoziazione del mutuo offre molti vantaggi, l’unico ostacolo che si deve affrontare per ottenere questa modifica è, come già anticipato, l’analisi di fattibilità della banca. 

Innanzitutto questa è un’operazione completamente gratuita; se la banca approva la tua richiesta, non ci saranno spese da sostenere (come spese di istruttoria o notarili). Perciò potrai ottenere condizioni più favorevoli sul tuo mutuo a costo, adattando la quantità e l’onere delle rate alle tue esigenze.

Infine, nel processo, non sono, di solito, richieste ulteriori garanzie da parte della banca, poiché quelle necessarie sono già state fornite al momento della stipula del contratto originario. Ora che sai che è possibile rinegoziare un mutuo e conosci il procedimento da svolgere puoi valutare se intavolare questa discussione con un dipendente della tua banca di fiducia.

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Intelligenza o incoscienza artificiale? Con Massimo Chiriatti

Live Massimo Chiriatti: intelligenza artificiale o incoscienza?

Le intelligenze artificiali sono davvero macchine in grado di prendere decisioni al posto dell’uomo? 

Che cos’è davvero l’intelligenza artificiale? O è meglio definirla incoscienza artificiale? 

L’incessante sviluppo tecnologico a cui stiamo assistendo riuscirà a rendere le macchine coscienti e capaci di provare sentimenti umani come il coraggio, la responsabilità o l’immaginazione?

O le macchine e, di conseguenza, le intelligenze artificiali, sono semplicemente dei calcolatori di simboli, per quanto incredibilmente sofisticati?

Domani, lunedì 28 agosto alle 18:00, proveremo a dare una risposta a questi quesiti al sapore di fantascienza.

Tratteremo questi temi insieme a Massimo Chiriatti, un ospite di assoluta eccellenza: Chief Technology Officer (CTO) di Lenovo, nonché scrittore di successo e grande esperto di tecnologia blockchain, tokenizzazione e criptovalute. 

Il Dott. Chiriatti ha anche ricoperto il ruolo di CTO Blockchain & Digital Currencies per IBM, una delle più grandi aziende tech al mondo, perciò ci sarà spazio anche per delle riflessioni sul mondo crypto.

Il tema centrale della Live resta però l’intelligenza artificiale, il settore tecnologico sulla bocca di tutti in questo periodo. Il mercato dell’AI, secondo uno studio di PricewaterhouseCoopers (PWC), raggiungerà un valore di 15 trilioni di dollari entro il 2030.

Se ti serve un ripassino sul tema, dai un’occhiata a questi contenuti!

Imposta un promemoria e non perderti questa incredibile chiacchierata a cavallo tra la tecnologia e la filosofia. Ci vediamo qua sotto!


Movimenti sospetti del team di PEPE: valore crypto crolla del 15%

PEPE crypto: valore crolla su movimenti sospetti del team

La crypto PEPE ha perso il 15% del valore rispetto a ieri. Cosa sta succedendo alla memecoin?

Il movimento ribassista che sta portando la crypto PEPE a perdere quotidianamente valore non si arresta, da ieri il suo prezzo è sceso del 15%. D’altronde il mercato non sta vivendo i suoi giorni migliori e si sà, le memecoin soffrono particolarmente queste fasi ribassiste. 

Il recente crollo del valore di PEPE però potrebbe non essere stato causato solo dalla debolezza generale del mercato. Sembra che il team di sviluppo del progetto abbia compiuto alcuni movimenti sospetti

Valore PEPE crypto: perché è crollato 

Il crollo del valore della crypto PEPE sembra essere connesso ad una transazione eseguita nella giornata di giovedì 24 agosto dal team di sviluppo. Gli sviluppatori hanno infatti trasferito 16 trilioni di PEPE (circa 16 milioni di dollari al prezzo attuale) sui diversi exchange centralizzati. Nello specifico 8,2 milioni di dollari sono stati inviati a OKX, 6,5 milioni a Binance e 434.000$ a Bybit. L’ammontare monetario trasferito coincide con 3,8% della total supply (disponibilità totale) della crypto.

A far storcere il naso agli holder di PEPE non è stato solamente il trasferimento di token, bensì le modifiche apportate al wallet multisig del team. Questo tipo di portafoglio web3 richiede l’approvazione attraverso più chiavi private, solitamente detenute da più manager di un progetto. 

Ciò significa che per processare una transazione è necessario che un numero prestabilito di membri la firmi. Il portafoglio del team della crypto sembra essere stato modificato dopo l’invio dei fondi agli exchange. Se prima richiedeva almeno cinque firme su otto, ora ne richiede soltanto due.

L’analisi del grafico

Dal 6 maggio, giorno in cui PEPE ha toccato il suo All time High (ATH) il suo movimento è stato praticamente sempre ribassista. Da quel giorno la crypto ha perso circa l’80% del suo valore. Durante questi mesi c’è stato anche un tentativo di ripresa, dal 20 al 25 giugno il suo prezzo è cresciuto del 50%.


L’impatto con l’attuale resistenza ha però respinto verso una serie di supporti che non sono riusciti ad arginarne il collasso. Ora si trova su un punto di minimo del suo grafico, soggiogata dalle news sui movimenti sospetti del team di sviluppo. La memecoin riuscirà a ripartire e il valore della crypto PEPE tornerà ai massimi storici?

Che cos’è il patrimonio mobiliare e come calcolarlo per l’ISEE?

Cos’è il patrimonio mobiliare e come calcolarlo?

Che cos’è il patrimonio mobiliare? Una delle voci da inserire obbligatoriamente all’interno dell’ISEE

Se ti stai chiedendo che cos’è e come si calcola il patrimonio mobiliare è probabile che tu stia affrontando per la prima volta la dichiarazione ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente). Esso, infatti, è uno dei documenti che incide su questo indicatore, insieme a quello immobiliare e alla dichiarazione dei redditi.

Per questo motivo è importante conoscere cos’è il patrimonio mobiliare, da cosa è composto e come si calcola. 

Cos’è il patrimonio mobiliare?

L‘insieme di tutti i beni e i diritti che una persona possiede e il loro valore economico, esclusi quelli di natura immobiliare. Ovvero la quantità di denaro che si possiede sui conti correnti e l’ammontare monetario degli investimenti. Ecco cos’è il patrimonio mobiliare in poche parole. Per esempio azioni, buoni fruttiferi postali e titoli di stato. È un semplice valore numerico che indica o il saldo o la giacenza media (viene preso in considerazione il valore maggiore tra i due) al 31 dicembre di:

  • Conti correnti postali o bancari;
  • Conti deposito postali o bancari;
  • Titoli di stato;
  • Obbligazioni;
  • Buoni fruttiferi;
  • Azioni o quote in società;
  • Partecipazioni in società italiane o estere.

Il calcolo del patrimonio mobiliare non è un’operazione complessa ma deve essere svolto presso un Centro di Assistenza Fiscale (CAF).

Patrimonio mobiliare: a cosa serve?

Conoscere non solo cos’è ma anche e soprattutto l’ammontare del proprio patrimonio mobiliare è indispensabile per compilare correttamente l’ISEE, ma può anche servire per valutare chiaramente la propria situazione finanziaria e pianificare il proprio futuro. In particolare ti può aiutare per capire se e quanto denaro puoi investire.

Se stai considerando di studiare una nuova tipologia di asset, puoi approfondire Bitcoin. Grazie alle ottime performance registrate negli ultimi anni, BTC viene utilizzato dagli investitori  come riserva di valore per proteggere i propri risparmi dall’inflazione.

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Il patrimonio mobiliare inoltre può essere utilizzato come documento di garanzia per ottenere prestiti. Alcuni istituti di credito infatti concedono finanziamenti chiedendo il portafoglio azionario o obbligazionario del cliente come collaterale.

Come si calcola il patrimonio mobiliare?

Per calcolare il patrimonio mobiliare devi conoscere il saldo e la giacenza media di tutte le voci che abbiamo elencato nel primo paragrafo e recarti presso un Centro di Assistenza Fiscale (CAF).

Una volta comunicati i dati l’ufficio si occuperà di fare la somma delle voci scegliendo il valore maggiore tra saldo e giacenza media. Insomma l’importo sarà dunque il maggior valore tra la somma dei saldi e la somma delle giacenze. 
Ora che sai cos’è il patrimonio mobiliare e come si calcola puoi approdare allo step successivo: compilare la dichiarazione sostitutiva unica (DSU). Questo è il documento fondamentale per ottenere l’ISEE.

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Binance news: bonifici sospesi? Facciamo chiarezza

Binance: tra riciclaggio e terrorismo. Sanzione da 4,3 miliardi di dollari.

Le ultime news su Binance. L’account support comunica che i depositi e i prelievi via bonifico non sono più disponibili, ma poi cancella il tweet

Le ultime news su Binance sono state mal interpretate da molti appassionati del mondo crypto per via di un post su X (ex Twitter) dell’account support dell’exchange. Nel messaggio pubblicato sul social network, e successivamente cancellato, si legge che le transazioni (depositi e prelievi) via bonifico SEPA sono state sospese

La situazione però è diversa. Quali sono dunque le reali news su Binance riguardanti i bonifici in entrata e uscita dall’exchange?

Binance news: cos’è successo su X

La news di Binance sullo stop ai bonifici SEPA gestiti dal provider Paysafe è di giugno. Ma, nelle ultime ore, a causa di un ambiguo post dell’account support ufficiale dell’exchange, la situazione è sembrata differente.

Il messaggio è una risposta dell’account ufficiale Binance Customer Support ad un post dell’utente Cory Klippsten in cui affermava di non riuscire a prelevare i suoi fondi dall’exchange. 

Il messaggio del servizio clienti recita, o meglio, recitava, visto che è stato cancellato: “ci dispiace informarvi che abbiamo temporaneamente sospeso i depositi e i prelievi di EUR via bonifico (SEPA). Sfortunatamente il nostro provider non supporta più questo tipo di transazioni…”

Anche se il tweet è rimasto online pochi minuti, un gran numero di utenti crypto ha creduto che non fosse più possibile ritirare e depositare i fondi sull’exchange. Qualche attimo dopo che il messaggio è stato cancellato dal social è arrivata un’altra dichiarazione ufficiale, pubblicata dallo stesso account, che ha ribadito la scadenza del 25 settembre chiarendo che il messaggio era stato inviato per errore.

Binance: lo stato dei depositi e dei prelievi via bonifico (SEPA)

Ora che le ultime news sono state chiarite possiamo affermare con certezza che i bonifici (SEPA) in entrata e uscita per l’exchange Binance saranno disponibili fino al 25 Settembre. Da quel momento in poi Paysafe, l’azienda con sede nel Regno Unito che ha offerto per diversi anni questo servizio all’exchange, interromperà la collaborazione.

Il messaggio inviato per errore e le conseguenti fake news su Binance arrivano in un periodo complesso per l’exchange. Da un lato ci sono le controversie legali che l’exchange deve ancora risolvere in diversi paesi del mondo, in particolare in Francia, in Germania e negli Stati Uniti. E dall’altro lato un’ondata di FUD causata dalla notizia, poi smentita, che Binance stesse vendendo i Bitcoin degli utenti per acquistare il suo token, BNB, il cui valore è in forte calo nell’ultimo periodo.

Perchè l’airdrop di Sei (SEI) è stato un flop?

L’airdrop crypto di Sei (SEI) è arrivato

L’airdrop di Sei (SEI) è arrivato. Poco entusiasmo e tante polemiche attorno all’evento di lancio del token

L’airdrop di Sei (SEI) è arrivato, me è stato accolto con polemiche dalla community degli appassionati crypto. Sul crypto Twitter l’hashtag #Seiscam (“Sei è una truffa” in italiano) è in trend. Più di 60.000 post racchiudono questo slogan che riassume l’opinione della maggior parte degli utenti crypto sull’evento di lancio del token. 

Ma facciamo chiarezza: che cos’è Sei (SEI), quali sono i requisiti per ricevere l’airdrop e perché è stato così fortemente criticato?

Cos’è Sei (SEI)?

Sei è una blockchain Layer 1 costruita sull’ecosistema Cosmos dedicata al trading decentralizzato, agli NFT e al gaming. Come si evince dallo slogan del protocollo “The fastest Layer 1 for trading” la peculiarità principale di questa rete, secondo il team, è la velocità. Sei dovrebbe riuscire a finalizzare una transazione in 600 millisecondi.

Questa caratteristica punta a fornire agli utenti della blockchain un’esperienza di utilizzo fluida, simile a quella degli exchange centralizzati. Fondata da Jeffrey Feng e Jaydendra Joge, Sei ha raccolto in totale circa 35 milioni di dollari in due diversi round di investimento a cui hanno partecipato alcuni famosi venture capital del mondo crypto, come Jump e Multicoin Capital.

L’airdrop di Sei (SEI) è davvero un flop?

L’airdrop di Sei ha generato confusione tra gli appassionati, specialmente tra coloro che hanno interagito con la testnet per ottenerlo. Nei giorni passati il team ha annunciato la distribuzione gratuita di token ma senza comunicare né una data e né a chi fosse dedicata. Nella notte di mercoledì l’airdrop è ufficialmente arrivato. 

L’impazienza e i sospetti degli utenti che avevano già criticato il comportamento del team si sono trasformati in rabbia, per via della irrisoria quantità di token distribuiti ai supporter del progetto. 

In tantissimi si sono lamentati perché le attività intraprese sulla testnet sono state premiate con pochissimi token o addirittura non sono state ricompensate affatto. Alcuni ambassador e gestori di nodi hanno ricevuto qualche decina di dollari di SEI in controvalore; per altre distribuzioni gratuite, ad esempio quella di Arbitrum, le ricompense sono state di qualche migliaia.

Ma chi ha premiato l’airdrop di Sei (SEI), di quali requisiti ha tenuto conto il team e quanti token ha distribuito a chi li ha soddisfatti?

I requisiti per ottenere l’airdrop di Sei

La prima tranche dell’airdrop di Sei è stata distribuita a due tipologie di utenti. I primi premiati sono quelli che hanno interagito con la testnet Atlantic-2 nei mesi passati.

Sei ha voluto premiare anche gli utilizzatori di altre blockchain, purché abbiano interagito almeno una volta con uno dei bridge supportati sulla blockchain (Wormhole, IBC, o Axelar). Le reti interessate sono le seguenti:

  • Ethereum
  • Arbitrum
  • Polygon
  • Optimism
  • Solana
  • Binance Smart Chain
  • ATOM
  • OSMO

In ogni caso anche queste reward sono state giudicate deludenti dagli utilizzatori. Tuttavia dovrebbe arrivare almeno un altro airdrop di Sei (SEI) in futuro. Il team di sviluppo ha infatti comunicato che arriverà un’altra distribuzione gratuita di token per gli utilizzatori della mainnet, che è live dalla scorsa settimana. La seconda stagione di airdrop di Sei riuscirà a soddisfare gli appassionati oppure la blockchain, a causa del maldestro evento di lancio, farà fatica ad attrarre utenti?

L’airdrop di Linea: la guida completa

Airdrop Linea: la guida completa

Come qualificarsi per l’airdrop di Linea, il Layer 2 di Ethereum sviluppato da Consensys? La guida

L’airdrop di Linea potrebbe arrivare nei prossimi mesi. La blockchain Layer 2 sviluppata da Consensys, l’azienda web3 che ha costruito il wallet crypto Metamask, ha raccolto 725 milioni di dollari e potrebbe premiare i primi utilizzatori della sua rete.

Se guardiamo all’ammontare di denaro raccolto, l’airdrop di Linea potrebbe essere più sostanzioso di quello di Arbitrum. La soluzione di scalabilità progettata da Consesys è valutata 7 miliardi di dollari.

Che cos’è Linea?

Linea è un Layer 2 di Ethereum che utilizza la tecnologia degli zero-knowledge rollup. L’obiettivo di questo network, come quello di tutte le più famose soluzioni di scalabilità, è quello di permettere ai suoi utenti di effettuare transazioni economiche e veloci sfruttando la sicurezza di Ethereum.

Il 28 marzo il team di sviluppo ha rilasciato la testnet, mentre la rete principale (mainnet) è disponibile dall’inizio di Luglio. Per questo motivo potrebbe essere il momento giusto per svolgere le azioni necessarie per qualificarsi all’airdrop di Linea nel caso in cui dovesse arrivare. 

Come qualificarsi per l’airdrop di Linea: i probabili requisiti

Consensys non ha confermato che il token del suo Layer 2 arriverà, perciò non si può essere sicuri dell’esistenza di un futuro airdrop di Linea. Quando un protocollo annuncia una distribuzione gratuita di un token è solitamente troppo tardi per qualificarsi, quindi potrebbe valere la pena iniziare ora!

Dato che è impossibile sapere se l’airdrop arriverà non si conoscono i requisiti da soddisfare per riceverlo, visto che rimangono segreti fino all’eventuale annuncio della distribuzione gratuita. Per identificare i probabili requisiti possiamo basarci sugli airdrop crypto del passato, che hanno quasi sempre premiato la frequenza delle interazioni con un determinato protocollo e il volume di crypto scambiato.

Guida pratica all’airdrop di Linea

Consideriamo ora le operazioni da svolgere per aumentare le chance di ricevere l’airdrop di Linea, attraverso una guida pratica. Non è noto quali siano precisamente i compiti da eseguire, quindi anche se segui queste istruzioni non puoi essere certo di ottenere la distribuzione gratuita di token.

1. Utilizza un wallet crypto decentralizzato e importa la rete

Le azioni per cercare di ricevere l’airdrop di Linea devono essere fatte direttamente sulla blockchain del protocollo. Quindi è necessario avere un portafoglio decentralizzato e aggiungere la rete ad esso. Ci sono diversi portafogli online che supportano questo tipo di operazioni, ma il più famoso è Metamask, che è stato sviluppato anch’esso da Consensys. Segui le istruzioni di questa guida per imparare ad usarlo.

Per aggiungere la rete di Linea al tuo Metamask puoi recarti sull’explorer ufficiale della blockchain, Lineascan, e cliccare sul bottone “aggiungi la mainnet di Linea” che trovi al fondo della pagina. Un blockchain explorer e come un motore di ricerca per le reti Web3 che ti consente di ispezionare i network. Puoi ricercare al suo interno i dati relativi alle transazioni e agli smart contract. Per tentare di qualificarti per l’airdrop di Linea utilizza un “burner wallet”, ovvero un portafoglio su cui detieni solamente le crypto che intendi utilizzare per questo scopo.

2. Acquista Ethereum su Young Platform ed effettua un prelievo

Linea è una soluzione di scalabilità di Ethereum e quindi, se vuoi provare a qualificarti per l’airdrop, devi possedere qualche ETH. Questo ti permetterà di usare le applicazioni decentralizzate e processare le transazioni. Se sei a corto di Ether, puoi comprarne qualcuno su Young Platform.

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Per trasferire i tuoi ETH dal conto Young Platform al tuo wallet decentralizzato puoi seguire questa guida. È importante che prelevi gli ETH necessari utilizzando la rete Ethereum.

3. Raggiungi la mainnet di Linea utilizzando un bridge

Il modo migliore per raggiungere la mainnet di Linea è attraverso il bridge ufficiale costruito dal team di Consensys. Questo perché utilizzarlo potrebbe essere uno dei requisiti fondamentali per qualificarsi per la distribuzione gratuita di token. 

Per portare i tuoi ETH su Linea ti basterà connettere il tuo wallet, selezionare la quantità che vuoi inviare, confermare e approvare la transazione. Su questa applicazione decentralizzata (dapp) puoi scegliere se claimare la quantità di Ether che hai inviato manualmente o se vuoi che venga automaticamente inviata al tuo wallet. 

Se sei un utente esperto ti consigliamo la prima opzione, visto che comporta una minore spesa in termini di commissioni. 

Attenzione, i bridge sono spesso vittime di attacchi hacker e exploit, quindi utilizzali per trasportare piccole quantità di crypto e attraverso un burner wallet.

4. Utilizza alcune dapp disponibili sulla blockchain

Ora che hai i tuoi fondi sulla blockchain, è il momento di utilizzare le dapp presenti sul Layer 2 per cercare di qualificarsi per l’airdrop di Linea. In questa fase non esistono regole rigide; puoi decidere come procedere in base alla quantità di ETH che intendi utilizzare (necessaria per coprire il costo delle gas fees).

Una possibile strategia potrebbe consistere nell’effettuare alcuni scambi (swap) tra i token disponibili sulla blockchain, utilizzando gli exchange decentralizzati (DEX) SyncSwap, Izumi Finance e EchoDEX

Alternativamente, potresti contribuire alle farming pool presenti su questi o altri protocolli. Puoi anche scambiare o mintare qualche NFT; il marketplace più popolare è, per ora, Zonic. Sbizzarrisciti ed effettua diverse operazioni sui protocolli presenti su questo Layer 2. Puoi trovare l’elenco completo di tutte le dapp disponibili.

5. Utilizza la blockchain regolarmente

Per ricevere l’airdrop da Linea, potrebbe risultare cruciale anche la frequenza con cui utilizzi questo Layer 2 di Ethereum. Le distribuzioni gratuite di token nel passato hanno premiato coloro che hanno interagito regolarmente con le dapp nel corso del tempo. Ad esempio, per ottenere l’airdrop di Arbitrum, era richiesto l’utilizzo delle applicazioni decentralizzate e l’esecuzione di transazioni in almeno due mesi diversi.

In aggiunta, l’ammontare di token distribuiti variava in base al numero di transazioni effettuate in mesi diversi, da un minimo di due a un massimo di nove. Pertanto, è raccomandabile ripetere le azioni descritte nei passi precedenti almeno una volta al mese. Un altro criterio considerato per selezionare i partecipanti agli airdrop passati è stata la varietà di dapp con cui gli utenti hanno interagito. Per soddisfare tale requisito, collega il tuo portafoglio ed effettua operazioni su diverse piattaforme del Layer 2.

Queste sono le informazioni fondamentali sull’airdrop di Linea, i possibili requisiti da soddisfare e una possibile strategia per qualificarsi, nel caso in cui venga confermato.

Perché le banche italiane stanno crollando?

Crollo delle banche italiane: cosa sta succedendo?

Le banche italiane crollano in borsa a causa della nuova legge del governo sugli extraprofitti. Cosa sta succedendo?

In queste ore stiamo assistendo al crollo dei titoli delle banche italiane. Unicredit ha aperto la sessione di oggi con un – 6%, Intesa San Paolo ha perso, fino a questo momento, l’8% mentre Bper addirittura l’11%. Perché le banche italiane stanno crollando? A cosa è dovuto questo repentino movimento ribassista? 

Il decreto “Asset”

Il crollo delle banche italiane è stato innescato dall’approvazione, avvenuta ieri, di un nuovo decreto legge da parte del Consiglio dei ministri, noto come “decreto Asset”. Questo provvedimento contiene una serie di norme che mirano a ridurre la pressione fiscale e a diminuire le spese che le famiglie italiane devono sostenere a causa dell’aumento delle rate dei mutui. 

Il costo dei finanziamenti è fortemente aumentato rispetto agli anni passati a causa della fase di rialzo dei tassi promossa dalla BCE per contrastare l’inflazione. Si stima che un mutuo a tasso variabile costi fino a 4.200€ in più all’anno rispetto al 2021. Il crollo delle banche italiane in borsa è attribuibile a una legge contenuta all’interno del decreto, che introduce una tassa sugli extraprofitti degli istituti di credito. 

Come funziona la tassa extraprofitti?

Attraverso la tassa extraprofitti, un’imposta straordinaria che rimarrà in vigore fino alla fine del 2023, verrà applicata una nuova aliquota del 40% sugli introiti extra delle banche. Nello specifico questa percentuale verrà applicata ai profitti che superano il 5% rispetto al 2022 e il 10% rispetto al 2023.

Gli extraprofitti sono calcolati sul margine di interesse, ovvero in base alla differenza tra interessi attivi e interessi passivi. Gli interessi attivi sono quelli che un istituto di credito incassa come guadagno per aver concesso prestiti e sono fortemente influenzati dalle decisioni della BCE. Quelli passivi sono invece pagati dalle banche ai clienti in base ai rendimenti dei conti correnti o dei conti deposito.

Tuttavia, questa imposta straordinaria che le banche dovranno versare entro il mese di giugno del 2024, ha anche un limite massimo. Non potrà superare il 25% del valore del patrimonio netto dell’istituto di credito alla chiusura dell’esercizio del 2022.
Il crollo delle banche italiane può essere giustificato dal denaro che lo stato recupererà grazie a questo provvedimento?  Secondo le prime stime l’imposta sugli extraprofitti porterà nelle casse italiane tra i 2,5 e i 2,8 miliardi di euro.