Cos’è Friend.tech, il social crypto del momento?

Friend.tech: cos’è il crypto social network?

Cos’è Friend.tech, la prima piattaforma di Social Fi? La chiave per l’adozione delle criptovalute o uno schema Ponzi?

Che cos’è Friend.tech, il social network basato su blockchain lanciato ad agosto 2023 che ha registrato, in meno di due mesi, più di 100.000 utenti attivi e un guadagno di 25 milioni di dollari?

Il settore dei social media decentralizzati (DeSo) ha subito una brusca sterzata lo scorso  mese, a causa di questo protocollo che ha attirato l’attenzione di tanti crypto enthusiast. Scopri tutto su Friend.tech e sulla SocialFi, uno dei possibili trend del futuro nel mondo crypto.

Friend.tech: cos’è?

Non è facile definire con esattezza che cos’è Friend.tech. Per alcuni è un social network decentralizzato che permette ai content creator di guadagnare mentre per altri uno schema Ponzi destinato a fallire. Questa piattaforma costruita su Base, il Layer 2 di Ethereum sviluppato da Coinbase, consente agli utenti di creare contenuti e di monetizzare da questi utilizzando la tecnologia blockchain.


Come? Attraverso le “chiavi” o “keys”, social token che durante i primi giorni dal lancio prendevano il nome “shares” o azioni, che esprimono il valore di ogni utente (misurato in ETH) in base a quanti holder possiede e a quanti volumi di scambio genera. Ogni individuo o pagina che si iscrive su Friend.tech attraverso la connessione con il proprio account X (ex Twitter). Le chiavi, i social token fondamentali per il funzionamento del protocollo, offrono accesso a chat private all’interno dell’app e a contenuti esclusivi dell’utente che le emette. Mentre i creatori, oltre a poter vendere le loro “chiavi”, guadagnano parte delle commissioni generate dal loro scambio.

Ogni utente nell’app ha un suo gruppo personale simile a quelli presenti su piattaforme come Telegram o Discord. Tuttavia, gli utenti devono acquistare le chiavi per entrare nelle chat private degli altri utenti mentre se le vendono escono automaticamente dalla chat

Per via della connessione tra X e Friend.tech gli utenti più celebri del social network di proprietà di Elon Musk hanno riscosso un grande successo sul protocollo. Il prezzo delle chiavi di alcuni crypto influencer è schizzato verso l’alto superando anche i 5 ETH, quasi 10.000$. 

I numeri di Friend.tech

Qualunque sia, per ora, la vostra idea su cos’è Friend.tech è impossibile negare che la piattaforma abbia riscosso un grande successo, eclissando gli altri protocolli del settore dei social decentralizzati. Fino ad oggi sono stati depositati sulla piattaforma circa 185.000 Ethereum (quasi 296 milioni di dollari) e sono state processate 8 milioni di transazioni. 

Secondo DeFi Llama il valore totale bloccato sulla piattaforma ammonta a 43 milioni di dollari e i guadagni totali del protocollo si aggirano, in questo momento, intorno ai 15 milioni. In parte, il successo di Friend.tech potrebbe essere connesso ad un possibile airdrop in arrivo.

All’interno dell’app, disponibile da pochi giorni anche per web, c’è una sezione dedicata alla distribuzione gratuita. Se vuoi provare ad ottenerlo ti servono degli Ether, visto che Base è un Layer 2 della crypto ideata da Vitalik Buterin. 

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Le opinioni dei crypto enthusiast

Se chiedete a dieci appassionati crypto che cos’è Friend.tech potreste ricevere dieci risposte diverse. La community dei crypto enthusiast è molto divisa su questo tema. Alcuni lo considerano un progetto all’avanguardia, un possibile motore chiave per l’adozione delle criptovalute. 

Altri, invece, hanno accolto la piattaforma con diffidenza mentre i più scettici e contrari la considerano uno schema Ponzi. Secondo loro gli utenti che acquistano le “keys” sono spinti soltanto dal desiderio di rivenderle, in futuro, ad un prezzo maggiore. 

Infine c’è anche chi, chiedendosi cos’è Friend.tech, lo ha paragonato al sito di intrattenimento per adulti Only Fans. In effetti, le due piattaforme funzionano secondo logiche simili e, dal momento in cui l’applicazione costruita su Base ha permesso l’invio e la ricezione di contenuti multimediali, ha accolto tantissimi creator originari del sito per adulti.


Che cos’è lo smishing?

Cos’è lo smishing? Il significato spiegato

Che cos’è lo smishing? La tipologia di attacco di social engineering che sfrutta gli SMS

Sai che cos’è lo smishing, la tipologia di phishing che sfrutta gli SMS? Questo tipo di attacco di social engineering è diventato molto popolare negli ultimi anni. Secondo il report di Proofpoint “State of the Phish” le perdite causate dai cybercriminali che si servono di questo tipo di attacchi sono aumentate del 76% nel 2022.

Dunque che cos’è lo smishing, come funziona e quali sono le principali contromisure per evitare di cascare in una di queste trappole?

Cos’è lo smishing e come funziona

Lo smishing è un attacco di social engineering che sfrutta messaggi di testo falsi inviati sui dispositivi mobili. Attraverso questi SMS i criminali informatici convincono le persone a scaricare malware o a condividere informazioni sensibili relative, prevalentemente, ai conti bancari. Il termine smishing deriva dalla combinazione tra SMS e phishing, una pratica che porta gli utenti a inserire informazioni personali all’interno di siti web falsi, creati apposta dai criminali informatici.

Lo smishing rientra nell’ampio contenitore dei cyber-attacchi di phishing, e indica tutti quelli che vengono effettuati attraverso messaggi di testo inviati sui dispositivi mobili delle vittime. 

Un fenomeno in crescita

Conoscere il significato di smishing è fondamentale perché sta diventando una tipologia di truffa sempre più popolare. I malintenzionati lo preferiscono rispetto ad altri tipi di attacchi per diverse ragioni. Innanzitutto, le ricerche dimostrano che le persone sono più propense a cliccare su collegamenti nei messaggi di testo rispetto a quelli presenti all’interno delle mail. Inoltre, gli scammer possono nascondere più facilmente l’origine dei messaggi di smishing utilizzando numeri di telefono falsi o software per l’invio di grandi quantità di SMS installati i loro computer. È anche più difficile individuare la pericolosità dei link sui telefoni cellulari, mentre su un pc gli utenti possono utilizzare il cursore per conoscere la destinazione prima di cliccarci sopra. Inoltre, i miglioramenti introdotti dai filtri anti-spam hanno reso più inefficienti le altre forme di phishing.

Come proteggersi?

La buona notizia è che proteggersi da questo tipo di attacchi è molto semplice se si conosce che cos’è lo smishing e il suo funzionamento. Nella maggior parte dei casi per tenersi al sicuro è sufficiente non fare nulla, in particolare non aprire mai link che appaiono sospetti. Nessun istituto di credito, banca o commerciante invierà un SMS in cui chiede di aggiornare le informazioni del conto o di confermare il codice del bancomat. Se si hanno dei dubbi è consigliato chiamare direttamente il mittente del messaggio. 

Un’altra buona pratica da seguire è quella di non conservare i propri dati bancari o della carta di credito sullo smartphone. In questo modo si resta al sicuro anche in caso di immissione di un malware all’interno del dispositivo. Conoscere cos’è e  il significato di smishing è la componente principale che ci consente di evitare di cadere vittima di questo tipo di inganni. I cyber attacchi della famiglia del phishing giocano sull’emotività del destinatario e, perciò, colpiscono spesso individui inesperti. Condividi questo articolo con chi pensi possa essere un soggetto a rischio e consulta le nostre FAQ sulla sicurezza per diventare inattaccabile!

Deutsche Bank e CitiGroup lanciano servizi crypto

News Deutsche Bank e CitiGroup: lanciano servizi crypto

Le ultime news su Deutsche Bank e CitiGroup: le banche si aprono all’industria crypto per affrontare la rivoluzione digitale della finanza

Le ultime news su Deutsche Bank e CitiGroup faranno sorridere gli appassionati di criptovalute. Le due enormi banche vogliono entrare “a gamba tesa” in questo innovativo settore.

Sì, ma in che modo? Scopri le ultime news su Deutsche Bank e CitiGroup, istituti di credito che hanno intenzione di guidare la trasformazione digitale del mondo della finanza attraverso l’utilizzo della blockchain e delle criptovalute.

Deutsche Bank news: sì alla custodia di criptovalute

Le ultime news su Deutsche Bank ci dicono che la più grande banca tedesca sta cercando di cogliere le opportunità che la rivoluzione digitale gli sta offrendo. Allo stesso modo però, diventare uno dei primi istituti di credito al mondo ad offrire servizi di questo tipo è anche una sfida. L’istituto di credito entrerà nel settore crypto grazie a una partnership con Taurus, una startup svizzera specializzata nella custodia di asset digitali. L’obiettivo della collaborazione è quello di creare nuovi servizi che le consentiranno di offrire ai suoi clienti asset digitali e tokenizzati. 

La banca tedesca ha richiesto una licenza per la custodia delle criptovalute all’autorità finanziaria tedesca BaFin, segnando un precedente significativo per il settore. Il primo passo compiuto dall’istituto di credito per offrire servizi di crypto custody risale invece al 2021, quando aveva presentato una proposta menzionata anche in un rapporto del World Economic Forum

Da quanto emerge dalle ultime news su Deutsche Bank, la banca tedesca non si è solamente offerta di collaborare con Taurus, la startup svizzera che si occuperà di gestire il servizio di custodia, ma ci ha anche investito. Questa giovane azienda offrirà anche servizi di tokenizzazione dei real world asset (RWA), come la digitalizzazione di bond, azioni e real estate. Paul Maley, il manager del progetto, ha dichiarato che la banca prevede di sviluppare servizi di custodia di attività digitali per una vasta gamma di tipi di asset digitali, rivolti a clienti corporate e istituzionali.

CitiGroup e la sua blockchain interna

Le news su Deutsche Bank non sono le uniche che riguardano una banca pronta ad attivare servizi Web3; anche CitiGroup sta lavorando ad una blockchain permissioned (privata) per gli investitori istituzionali. Il terzo istituto di credito più grande degli Stati Uniti sta sviluppando “Citi Token Services”. Un nuovo prodotto che permetterà ai suoi clienti di tokenizzare asset, processare pagamenti transfrontalieri e effettuare operazioni di trading automatizzate. CitiGroup consentirà ai suoi clienti di effettuare pagamenti istantanei e cross-country attraverso degli smart contract

CitiGroup non è l’unica banca statunitense che si sta approcciando a progetti su blockchain. Anche JP Morgan sta esplorando questa tecnologia anche se si trova ancora in una fase primordiale.

Le news su Deutsche Bank e CitiGroup ci dimostrano che le criptovalute e la blockchain stanno guadagnando sempre più terreno e sostenitori nel settore finanziario. Le banche e i grandi istituti di credito si stanno preparando per un futuro diverso, sempre più digitale, trasparente ed efficiente.

Young Platform, il tuo partner per l’innovazione finanziaria

È evidente che per le imprese e gli istituti finanziari italiani, anticipare le tendenze emergenti e guadagnare un vantaggio competitivo in un’economia in rapida evoluzione è diventato sempre più cruciale. In questo contesto, Young Platform ha sviluppato una gamma di servizi progettati appositamente per le aziende desiderose di capitalizzare sulle opportunità offerte dalle crypto e dalla blockchain, alla stregua dei grandi colossi internazionali.

La nostra collaborazione con banche e istituti finanziari italiani, rappresenta un solido riferimento nel settore finanziario italiano. Young Platform offre alle aziende la possibilità di accedere in modo sicuro all’ecosistema delle criptovalute. La nostra offerta comprende servizi personalizzati, tra cui la conversione istantanea di pagamenti in criptovalute e la gestione smart degli investimenti in asset digitali a costi altamente competitivi. Inoltre, operare sulla nostra piattaforma significa beneficiare di un ambiente riconosciuto e regolamentato, il che garantisce il massimo livello di sicurezza e conformità normativa.

Con l’offerta B2B di Young Platform, aziende e istituti finanziari possono prepararsi al futuro digitale e abbracciare l’innovazione con assoluta sicurezza e affidabilità. La digitalizzazione, la trasparenza e l’efficienza sono ora i pilastri fondamentali per il successo nel settore finanziario. 

Scopri la nostra offerta

GMX: acquistare su Young Platform da oggi si può!

Tutto quello che devi sapere sulla crypto GMX, per decidere se e come acquistare!

La crypto GMX è disponibile su Young Platform per l’acquisto, la custodia e la vendita.

Dopo dYdX (DYDX) arriva il token dell’applicazione decentralizzata (dapp) più utilizzata nel segmento derivati della DeFi. Scopri tutto su GMX e valuta se è una crypto che fa per te!

GMX: le cose da sapere

GMX è un exchange decentralizzato per il trading di derivati. Su questa piattaforma è possibile operare attraverso i perpetual futures con una leva finanziaria fino a 50x. GMX è stato inizialmente lanciato sulla Binance Smart Chain con il nome di Gambit Financial, ma ha poi cambiato nome per approdare su Arbitrum, il Layer 2 di Ethereum più utilizzato. Dall’inizio del 2023 è anche disponibile su Avalanche, la blockchain fondata da Emin Gün Sirer.

GMX ha distrutto la concorrenza, diventando il protocollo di derivati più utilizzato. È anche la dapp più popolare di Arbitrum e il ventiduesimo della classifica globale. Il token omonimo è necessario per partecipare alle decisioni di governance del progetto ma consente anche, a chi lo mette in staking, di ricevere una parte dei guadagni della piattaforma.

Come utilizzare GMX su Young Platform?

Ecco tutte le funzionalità disponibili per GMX su Young Platform e Young Platform Pro:

  • Acquisto e vendita con EUR
  • Acquisto ricorrente
  • Deposito da un altro wallet o invio attraverso il network Arbitrum
  • Creazione di un Salvadanaio Singola Valuta o Personalizzato

Investimenti: le differenze tra generazioni

Investimenti: generazioni a confronto

Quali sono le differenze nel modo di investire delle diverse generazioni? Gen Z, Millennials, Gen X e Boomer a confronto

Come cambiano gli investimenti tra le generazioni? Per rispondere a questa domanda abbiamo analizzato una ricerca di Doxa BVA commissionata da Invesco, una delle più grandi e famose società di investimenti al mondo, presentata quest’anno al tredicesimo salone del risparmio. 

Lo studio, svolto su un campione di 800 cittadini italiani, ha coinvolto quattro diverse generazioni di investitori: i Boomer (56 – 67 anni), la Generazione X (35-55 anni), i Millennial (25-34 anni) e la Generazione Z (18-24 anni). Gli intervistati hanno risposto a domande sulla loro relazione con il denaro, sul livello di cultura finanziaria e sulla propensione al risparmio e agli investimenti. 

Investimenti tra generazioni: cosa ci accomuna?

Dal confronto è emerso che, nonostante le generazioni siano intrinsecamente diverse come sono differenti i valori e gli obiettivi che muovono le loro scelte, esse sono accomunate da un forte senso di incertezza. La pandemia, la guerra, il cambiamento climatico e l’inflazione stanno condizionando gli investitori e i risparmiatori di tutte le età. Un intervistato su tre ha dichiarato di essere molto preoccupato per l’attuale instabilità, a causa del timore che la difficile situazione macroeconomica e geopolitica possa non risolversi in futuro.

L’idea di benessere per tutte le generazioni di investitori, coerentemente con quanto detto sui temi ritenuti prioritari, evidenzia l’influenza della pandemia e dell’attuale momento storico. Nella classifica delle necessità la salute è al primo posto per tutti, segue poi il reddito, e poi l’equilibrio tra vita professionale e privata. 

Tra i punti in comune emersi da questa ricerca c’è anche il bassissimo grado di fiducia nelle istituzioni, sia politiche che finanziarie. Il motivo principale di questo atteggiamento disilluso? La mancanza di dialogo e la conseguente ampia distanza percepita tra cittadini e gli organi politici.

Le differenze

Dopo aver trattato i principali motivi di preoccupazione per gli investitori italiani e le caratteristiche che gli accomunano vediamo, invece, le differenze. Come le diverse generazioni si approcciano al denaro, tra risparmio e investimento?

Come investono i Gen Z?

La maggior parte degli italiani che appartengono alla Generazione Z non investe. Prevalentemente perché le risorse finanziarie in mano a questa fetta della popolazione sono  limitate. Dallo studio di Doxa BVA è anche emerso che i Gen Z non si preoccupano eccessivamente della loro situazione finanziaria. La loro visione del denaro è, in generale, ancora molto semplice e legata alla gioia di spendere.

Data la loro giovane età, hanno una conoscenza limitata del mondo della finanza e non si considerano risparmiatori e investitori. Tuttavia, sono pronti ad imparare, e dimostrano una notevole curiosità e una consapevolezza delle proprie lacune su questa materia. Per colmarle, cercano formazione e informazioni mirate interrogando i familiari o navigando sul web.

Come investono i Millennial?

I Millennial sono una generazione di investitori caratterizzata da una grande ambizione. Vedono il denaro come un riflesso del loro successo personale, misurato attraverso gli obiettivi raggiunti e gli errori commessi. 

La maggioranza dei Millennial utilizza il proprio denaro per far fronte alle spese quotidiane e per perseguire obiettivi tangibili come l’acquisto di una casa o di un’auto. Ma è anche mossa dal desiderio di comprenderne a fondo il funzionamento e acquisire una solida cultura finanziaria. I giovani uomini sono attratti da opportunità finanziarie dinamiche e cosmopolite. Quelle che riscuotono più successo sono, secondo la ricerca di Doxa BVA, le criptovalute. 

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Per quanto riguarda il risparmio invece, lo considerano un dovere etico, ma non sempre lo trovano gratificante. È comunque, secondo loro, importante sentirsi in controllo delle proprie finanze ma vedono il risparmio come un fastidioso impegno quotidiano, spesso bilanciato da piccoli acquisti impulsivi. 

Per i Millennials risparmiare significa principalmente limitare le spese in vista di investimenti importanti mentre raramente scelgono prodotti finanziari come i fondi pensione. Sono affascinati dall’idea di far fruttare il proprio denaro, ma spesso evitano di farlo direttamente per timore di prendere decisioni sbagliate e perdere il proprio capitale.

Gli investimenti della Generazione X

Gli individui che fanno parte della Generazione X si sono dimostrati i più propensi a diversificare i propri investimenti. Molti di loro però, soprattutto chi in passato non ha preso decisioni finanziarie oculate, si trova in difficoltà a causa dell’inflazione. Il loro potere d’acquisto si erodendo più di quanti ci si sarebbe potuto aspettare. Tuttavia, la maggior parte di loro non si spaventa e si dichiara pronto ad affrontare le sfide.

Per rimanere informati, iniziano da soli ma sono aperti al dialogo con consulenti bancari, amici esperti e gruppi di discussione, cercando un confronto basato sulla fiducia. Si tengono aggiornati attraverso il web e la televisione per comprendere l’attuale situazione finanziaria. Molti mettono da parte somme mensilmente, talvolta utilizzando piani di accumulo. In alcuni casi, dedicano parte delle rendite provenienti da seconde case e fanno affidamento su polizze vita.

Come investono i Boomer?

Gli investitori che hanno vissuto il boom economico si sono ritrovati immersi in un presente meno sicuro e tranquillo di quanto si aspettavano nei decenni passati. L’approccio tradizionale di accumulo a cui erano abituati sembra ormai obsoleto e sebbene la maggior parte di loro disponga di risparmi e rendite questi vengono erosi velocemente dall’inflazione.

Per cercare di migliorare la loro situazione finanziaria, i Boomer cercano di colmare il divario che sentono con le nuove generazioni. Molti di loro si sono dichiarati interessati a nuove opportunità finanziarie, come le criptovalute; mentre alcuni partecipano ai corsi di trading offerti dalle banche o a consulenze.


Dal confronto sugli investimenti delle generazioni è emerso che questi cambiano, ma, in realtà, non tanto quanto ci si potrebbe aspettare. Probabilmente a causa dell’avvento di internet che sta assottigliando le differenze e mettendo tutti sullo stesso piano. Chi l’avrebbe detto che i Boomer sono, insieme ai Millennial, la generazione più interessata a investire in criptovalute, un asset che sembrerebbe indicato per gli individui più giovani?

Base: cos’è e come funziona il Layer 2 di Coinbase

Base: cos’è e come funziona la blockchain di Coinbase?

Base, ad un mese dal lancio, è già uno dei Layer 2 di Ethereum più utilizzati. Scopri che cos’è in questo articolo

Che cos’è e come funziona Base? Il Layer 2 di Ethereum sviluppato da Coinbase, è già la nona blockchain più utilizzata del mondo crypto, nonostante la sua mainnet sia stata lanciata ad inizio agosto. Il merito potrebbe essere proprio di Coinbase, che sta convincendo una parte della sua base utenti ad interagire con il network.

La nuova rete Web3 costruita utilizzando lo stack di sviluppo di Optimism potrebbe essere caratterizzata da una eccessiva centralizzazione essendo sviluppata da uno dei più importanti e longevi exchange del mondo crypto?

Le origini di Base: perché tutto questo interesse?

Per capire che cos’è Base è necessario sapere che è stata sviluppata da Coinbase, la più grande azienda del mondo crypto dopo Binance. L’exchange ha svolto un ruolo cruciale ai fini dell’adozione delle criptovalute ed è oggi disponibile in più di 100 paesi. Oltre ad essere molto popolare e ad offrire un grande numero di prodotti ad un altrettanto ampia base clienti (circa 7,3 milioni), gestendo circa 130 miliardi di dollari di asset sulla sua piattaforma.

Appena è stata lanciata ha attirato subito l’interesse di un gran numero di appassionati. D’altronde Base vuole essere la blockchain che permette agli utenti di accedere ai servizi di finanza decentralizzata (DeFi). Pertanto in molti si aspettano che attirerà alcuni dei migliori sviluppatori blockchain del mondo.

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Base: cos’è e come funziona

Base è un Layer 2 di Ethereum che utilizza la tecnologia degli optimistic rollup per garantire un output fulmineo e costi di transazioni bassissimi. I rollup sono pacchetti di transazioni  pubblicate sul Layer 1, ossia Ethereum, il quale garantisce l’integrità e la disponibilità dei dati. Il processo di elaborazione necessario prima della pubblicazione però avviene off-chain, poi i rollup vengono inviati al Layer-1 dai sequencer, dei nodi che ordinano le transazioni, presumendo che siano corrette. 

Il funzionamento di Base è pressoché identico a quello di Optimism, dato che questo Layer 2 è stato costruito utilizzando il suo stack di sviluppo. Questo blocco di memoria standardizzato e open-source che gli sviluppatori possono utilizzare per costruire altre reti è costituito da componenti software gestiti dalla Optimism Collective. L’obiettivo principale di questo stack è creare una “super chain”, ovvero una rete di blockchain Layer 2 che condividano la governance, gli aggiornamenti e i bridge.

La blockchain di Coinbase è inoltre compatibile con la Ethereum Virtual Machine (EVM), perciò gli sviluppatori che ci lavorano possono utilizzare tutti gli standard creati sulla blockchain di Ethereum.

La blockchain di Coinbase: rischio centralizzazione

Per comprendere a pieno che cos’è Base e come funziona bisogna parlare anche dei potenziali rischi e dei limiti di questo network. Il primo ha a che fare con la decentralizzazione, dato che Coinbase potrebbe esercitare una forte influenza sulla rete.

Secondo i termini di servizio infatti, ad oggi Coinbase è l’unico sequencer che opera su Base. Un sequencer è un nodo che riceve, registra e riporta le transazioni su un rollup. È il sequenziatore che accredita i fondi sul conto rollup dell’utente dopo aver ricevuto la prova del deposito sul contratto rollup. Inoltre l’exchange è anche il gestore del bridge principale che si può utilizzare per “raggiungere” il Layer 2.

Base non possiede token di governance, a differenza della maggior parte degli altri Layer 2 e difficilmente arriverà visto il rapporto della blockchain con la Securities and Exchange Commission (SEC). Mentre, come accade su tutti i Layer 2 di Ethereum, le gas fees necessarie a processare le transazioni si pagano in ETH. Questo potrebbe accrescere ancora di più il rischio centralizzazione, visto che gli utenti non possono, ad oggi, esprimersi sulle decisioni future del protocollo.

Ultimamente tantissimi attori del mondo crypto stanno lavorando a soluzioni di scalabilità per Ethereum. Ma quindi cos’è Base, soltanto l’ennesimo Layer 2? È difficile dirlo visto che è stato rilasciato da solo un mese, ma essendo sviluppato da una delle aziende pioniere del settore crypto potrebbe essere destinato a imporsi!

Bitcoin e la storia della moneta. Con Ferdinando Ametrano

La storia della moneta. Con Ferdinando Ametrano

Le monete fiat sono sempre state inefficienti? L’identità di Bitcoin: moneta universale o riserva di valore?

Che cos’è la moneta e qual è la sua storia? Il mondo del futuro ha bisogno di una nuova valuta comune più efficiente, sicura e decentralizzata?

Dal 1913, l’anno di fondazione della Federal Reserve, il dollaro ha perso più del 90% del suo potere d’acquisto. Ma gli esseri umani reputano ancora indispensabili i monopoli che regolano il funzionamento delle monete governative, mentre li considerano inaccettabili in qualsiasi altro tipo di mercato.

Questa lunga fase di stallo dell’evoluzione monetaria che dura da più di un secolo però, potrebbe essere prossima alla sua conclusione. Bitcoin ha le carte in regola per diventare la moneta universale? Oppure è meglio considerarla una riserva di valore?

Domani, martedì 12 settembre alle 18:30, in una chiacchierata a tema macroeconomia e sociologia risponderemo a queste domande insieme a un grande ospite: Ferdinando M. Ametrano.

CEO e co-fondatore di CheckSig e professore di Blockchain & Bitcoin Technology in diverse università europee, nonché grande esperto di economia e criptovalute.

Se ti serve un ripassino sul tema, dai un’occhiata a questi contenuti!

Imposta un promemoria per non perderti questa interessante live. Ci vediamo qua sotto!

Bitcoin previsioni: il bull market è ripartito a marzo secondo Arthur Hayes

Bitcoin previsioni: il bull market è iniziato

Secondo le previsioni su Bitcoin di Arthur Hayes il bull market è ripartito a Marzo 2023. Ma come si comporterà BTC nei prossimi mesi?

Le previsioni su Bitcoin di Arthur Hayes non sono mai scontate. Il fondatore ed ex CEO di BitMEX, in un discorso tenuto alla Blockchain Week di Seul, ha dichiarato che il bull market è ripartito da mesi, il 10 marzo 2023 per essere precisi.

Secondo Hayes, però, per assistere ad un’esplosione rialzista del mercato sarà necessario aspettare da sei a dodici mesi. Ma cosa si cela dietro a questa tesi, da dove arrivano le previsioni su Bitcoin, interessanti soprattutto alla luce dell’halving in arrivo nel 2024?

Perché il bull market è già iniziato?

Le previsioni su Bitcoin esposte dal celebre investitore durante la Blockchain Week di Seul erano già state anticipate all’interno di un’analisi pubblicata sul suo blog. Ma quali sono stati gli eventi scatenanti di questo bull market secondo Hayes? Il primo è l’istituzione del Bank Term Funding Program (BTFP), un fondo creato dalla Federal Reserve per aiutare istituti di credito in difficoltà.

In occasione del crollo delle banche americane (tra cui Silicon Valley Bank, Signature Bank, ecc…) la Federal Reserve (FED) ha utilizzato questo fondo per acquistare le obbligazioni detenute da quegli istituti di credito. Invece che comprarle al prezzo di mercato però (molto basso a causa dell’incremento dei tassi di interesse) le ha acquistate tenendo conto del loro valore nominale. In poche parole la FED ha iniettato liquidità nel mercato per salvare le banche sull’orlo del fallimento, contribuendo all’incremento dell’insostenibilità del sistema fiat.

Il secondo punto alla base delle previsioni su Bitcoin di Hayes è strettamente connesso al primo e riguarda sempre le obbligazioni americane (bond). Questi strumenti finanziari a breve inizieranno a scadere e il governo dovrà emetterne di nuovi al netto dei tassi di interesse attuali. Questo genererà un ulteriore incremento di liquidità all’interno dei mercati la quale, secondo Hayes, si sposterà sui asset considerati più rischiosi perché più volatili, come Bitcoin.

Bitcoin è stato creato per questo

Come evidenziato, dunque, le previsioni su Bitcoin di Arthur Hayes sono strettamente connesse al fallimento di alcuni istituti di credito americani avvenuto ad inizio 2023. Il CEO di BitMEX sa benissimo che Bitcoin è stato creato proprio per questo motivo, ovvero impedire che i fallimenti e gli intrecci delle banche commerciali e centrali danneggino l’economia. Non a caso il creatore di Bitcoin, Satoshi Nakamoto ha inciso nel blocco genesi: “The Times 03/Jan/2009 Chancellor on brink of second bailout for banks”. 

Questo è il titolo di un articolo del Times sulla crisi finanziaria del 2008 che descrive l’intervento del ministro dell’economia britannico dell’epoca, Alistair Darling per salvare le banche. Il testo è stato scelto da Satoshi Nakamoto, come una sorta di dichiarazione di intenti per la creazione di una nuova forma di valuta digitale decentralizzata, che fosse immune alle manipolazioni delle banche centrali e dei governi.

Attraverso i bailout o alcuni surrogati come il Bank Term Funding Program (BTFP), infatti, le banche centrali e i governi salvano gli istituti di credito in difficoltà, ma influenzano negativamente la situazione economica globale.


Insomma, come già anticipato le previsioni su Bitcoin di Arthur Hayes non si sono dimostrate affatto scontate. Il CEO di BitMEX non ha parlato né di ETF spot su Bitcoin e nemmeno di Halving! Sarà soltanto il tempo, però, a dire se le sue stime si concretizzeranno oppure no.

Bitcoin Halving 2028, tutto quello che devi assolutamente sapere

Prossimo halving Bitcoin nel 2024: tutte le cose da sapere

Quando è previsto il prossimo halving di Bitcoin? Le cose da sapere per prepararsi all’evento!

Il prossimo halving di Bitcoin è previsto per il 2028, quando sarà minato il blocco numero 840.000. Perché è un evento tanto atteso? Cosa succederà dopo? Cerchiamo di fare chiarezza e di esaminare tutte le cose da sapere in merito.

Prossimo Halving Bitcoin 2028: a cosa serve questa operazione?

L’halving è il meccanismo interno al sistema di Bitcoin che regola la progressiva diminuzione delle ricompense elargite ai miner che validano i blocchi. Serve a ridurre le crypto in circolazione, per mantenere la scarsità. I miner infatti ogni volta che validano un blocco, ricevono una quota di BTC. L’halving è un elemento della tokenomics di BTC fin dalla sua creazione ed è gestito da un algoritmo. 

Quando avvengono gli halving e come si calcola la data esatta

Il prossimo halving di Bitcoin dovrebbe arrivare tra Marzo e Maggio 2028, in corrispondenza del blocco n° 210.000 rispetto all’halving precedente quindi al n° 1.500.000. È un evento che gli utenti potrebbero non notare dato che non altera in alcun modo lo stato della blockchain, solamente i miner se ne accorgono; ma nonostante questo tutti i crypto enthusiast aspettano questo momento con trepidazione. Nel momento in cui viene validato l’ultimo dei 210.000 blocchi, l’emissione di BTC si dimezza

Per calcolare quando avverrà il prossimo halving di Bitcoin è necessario moltiplicare il numero dei blocchi che devono essere validati da un halving all’altro (210.000) per il tempo necessario a farlo, che è in media di 10 minuti. Dopodiché bisogna dividere il numero che si ottiene per 60, ovvero il numero di minuti da cui è composta un ora. Facendo questo rapido calcolo si scopre che passano circa 35.000 ore da un halving all’altro, più o meno 1458 giorni ovvero un po’ di più di quattro anni. Per conoscere la data esatta del prossimo halving del 2028, bisogna osservare a che numero di blocco siamo giorno per giorno. 

Questi “dimezzamenti” non saranno infiniti, cesseranno quando verrà emessa la max supply (la fornitura massima) di Bitcoin, che ammonta a 21 di milioni BTC, presumibilmente intorno all’anno 2140. Ciò significa che la criptovaluta deve ancora affrontare circa 39 halving in 117 anni.

Quante saranno le ricompense dopo l’halving del 2028?

Un’altra informazione fondamentale sull’halving ha a che fare con le emissioni di Bitcoin nel tempo. I miner, nel momento in cui Bitcoin è stato creato (Gennaio 2009), ricevevano 50 BTC per ogni blocco validato. Il primo halving è avvenuto nel 2012 ed ha dimezzato le ricompense che sono diventate di 25 BTC. Il processo si è poi ripetuto nel 2016, nel 2020 e nel 2024, quando le ricompense per blocco sono diventate di 3,15 Bitcoin. In occasione del prossimo halving del 2028 queste diventeranno di 1.575 BTC.

Sull’exchange italiano Young Platform puoi seguire in tempo reale il prezzo di Bitcoin e monitorare l’impatto del prossimo halving.

Controlla il prezzo ora

Gli halving e il prezzo di Bitcoin 

Nel momento in cui si dimezzano le emissioni di questa crypto, Bitcoin diventa sempre più scarso e ciò indirettamente ha un impatto sul prezzo. Nei mesi successivi all’halving del 2012 il prezzo è aumentato quasi del 12.000%, mentre dopo quello del 2020 circa del 300%. Ovviamente l’halving non è l’unica causa di questi incredibili rally rialzisti del passato, ma in genere il prezzo di Bitcoin ha sempre risposto positivamente a questo evento ricorrente.

L’halving agisce anche sul tasso di inflazione di Bitcoin. Nel 2011, per esempio, BTC era soggetto ad una inflazione annua del 50%. Nel 2012 questa è diventata del 12%, mentre ad oggi si attesta attorno all’1,77%. Ci si chiede a questo punto, dove arriverà dopo il prossimo halving del 2028.

Nonostante quest’ultimo sia un evento automatico, non passa inosservato ma influenza fortemente l’ecosistema di Bitcoin e anche tutto il mondo crypto. Ad un anno dall’attesa operazione, ci troviamo ancora intrappolati nelle grinfie di questo bear market che sembra infinito. L’euforia che crescerà con l’avvicinarsi del prossimo halving di Bitcoin del 2028 aiuterà il mercato crypto a risollevare la testa?

Sei sul blog di Young Platform, la piattaforma italiana per comprare criptovalute. Qui puoi trovare le ultime novità su blockchain, Bitcoin e Web3. Raccontiamo da vicino questa economia emergente con un occhio alla finanza tradizionale, così hai tutto quello che ti serve per entrare nella nuova era del denaro. Rimani aggiornato con noi sul prossimo halving di Bitcoin!

Dati sensibili: quali sono e come proteggerli? Una guida

Dati sensibili: quali sono e come proteggerli

Quali sono i dati sensibili? Le informazioni personali che rientrano in questa categoria disciplinata dal regolamento dell’Unione Europea

Quali sono i dati sensibili? Una domanda che le persone si pongono molto spesso, soprattutto quando sentono nominare questa particolare categoria di informazioni. La definizione normativa è mutata nell’ultimo periodo. Dopo l’introduzione del GDPR, il regolamento dell’Unione Europea che disciplina il modo in cui le aziende e le altre organizzazioni trattano i dati personali, i dati sensibili hanno infatti cambiato nome e ora vengono definiti particolari e sono un sottoinsieme dei dati personali.

In questo articolo scopriremo non soltanto quali sono i dati sensibili, quali informazioni rientrano in questa categoria, i rischi associati alla divulgazione, ma anche come proteggerli.

Dati sensibili: cosa sono?

I dati sensibili sono informazioni particolarmente personali, delicate e preziose. Vengono definiti sensibili (dopo l’introduzione del GDPR particolari) perché sono in grado di rivelare aspetti intimi della vita di una persona e possono essere utilizzati per danneggiare o discriminare un individuo. Per questo motivo le aziende devono trattarli con grande attenzione, raccoglierli solo se realmente necessari e conservarli in modo sicuro.

Quali sono i dati sensibili?

Definire quali siano esattamente i dati sensibili può essere complesso. In particolare perché le disposizioni normative sono variate nel tempo ed è cambiato anche il nome attribuito a questo tipo di informazioni. Il dati sensibili sono stati nominati per la prima volta del decreto legge 196 del 2003 e riguardavano le seguenti caratteristiche di un individuo:

  • L’origine razziale ed etnica
  • Le opinioni politiche
  • Le convinzione filosofiche e religiose
  • L’orientamento sessuale 
  • Lo stato di salute

Con l’introduzione del GDPR sono stati aggiunti i dati biometrici e genetici e l’appartenenza sindacale alle informazioni che possono essere trattate soltanto se in possesso di un’autorizzazione scritta del diretto interessato.

La differenza tra dati sensibili e personali

Spesso c’è molta confusione intorno al concetto di dati sensibili tanto che questo viene usato come sinonimo di: dati personali. In realtà se è vero che tutti i dati sensibili sono dati personali è invece falso il contrario. Alcuni dati personali (come il codice fiscale o l’indirizzo IP) non vengono definiti sensibili o particolari perché sono meno delicati e estrapolabili attraverso altre informazioni. 

In ogni caso, entrambe le tipologie di dati possono essere utilizzate per realizzare attacchi informatici. Se un attore malevolo dovesse entrare in possesso, ad esempio, di dati che riguardano la nostra salute potrebbe infatti ricattarci.

Dati sensibili: come proteggerli

Proteggersi dai malintenzionati che tentano di rubarci i dati sensibili è compito nostro. Per questo è necessario navigare in internet in modo consapevole prendendo tutte le precauzioni possibili. Ecco una veloce check list che puoi consultare per capire se stai utilizzando internet in modo sicuro:

  • Utilizzare password robuste: di lunghezza superiore agli 8 caratteri e composta da minuscole, maiuscole, simboli e numeri;
  • Rendere privati i profili social: per evitare phishing e social engineering;
  • Utilizzare un VPN: al fine di nascondere il proprio indirizzo IP e i siti che si consultano;
  • Non cliccare su link sospetti;
  • Criptare i file contenenti i dati più preziosi.

La crittografia è una delle tecnologie fondamentali per il mondo crypto e permette a questo settore di perseguire i suoi valori fondamentali: decentralizzazione e totale rispetto della privacy e dell’anonimato. Se ti interessano questo tipo di argomenti e vorresti approfondire puoi valutare di scaricare l’app di Young Platform.

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Ora che sai quali sono i dati sensibili, come si differenziano da quelli personali e come proteggersi dai malintenzionati che cercano di impossessarsene puoi navigare un po’ più serenamente sul web consultando sia i siti tradizionali che le dapp (applicazioni decentralizzate) costruite sulle blockchain.

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