Il prezzo di Bitcoin ha superato i 100.000$

Il prezzo di Bitcoin supera i 100.000$, dove può arrivare?

Il prezzo di Bitcoin ha superato i 100.000$. Uno storico traguardo, per molti irraggiungibile fino a qualche anno fa. Dove può arrivare?

È successo! Questa mattina il prezzo di Bitcoin ha superato i 100.000$. Si può dire che BTC è riuscito a infrangere la resistenza più agognata dai crypto investitori in soli due tentativi. Il primo, che non era andato a buon fine, lo aveva effettuato il 22 novembre.

Il raggiungimento di questo importantissimo traguardo ha suscitato l’euforia degli appassionati che hanno, e stanno ancora, celebrando l’avvenimento. Scopri come Bitcoin è arrivato a 100.000$ e qual è il prossimo obiettivo di prezzo della criptovaluta.

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Prezzo di Bitcoin a 100.000$: come ci è arrivato?

Il prezzo di Bitcoin ha raggiunto e superato i 100.000$ in volata. Fino a lunedì il suo prezzo orbitava nella zona dei 96.000$, dopo che il primo tentativo di superamento dell’unica resistenza presente sul suo grafico non era andato a buon fine. Ieri, poi, dopo una prima parte della giornata non entusiasmante, BTC si è risvegliato all’improvviso, registrando due movimenti del +3% consecutivi, il primo dalle 17:00 alle 21:00 e il secondo dalle 21:00 alle 24:00. (ora italiana). Ma è dall’una di questa notte che Bitcoin è esploso a rialzo, in circa quattro ore ha messo a segno un +5% abbondante, arrivando a sfiorare il livello dei 104.000$.

Cogliamo l’occasione di questo incredibile traguardo per tirare le somme degli ultimi 30 giorni, visto che il movimento di prezzo esplosivo di Bitcoin è iniziato esattamente un mese fa, dopo la vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali USA. In questo periodo di tempo il prezzo di Bitcoin è cresciuto di 35.000$. Mai aveva registrato, in un solo mese, un incremento così importante in termini monetari.

Bitcoin, dopo che il suo prezzo ha superato i 100.000$ è entrato in un altro ordine di grandezza, che come i più avvezzi alla matematica sapranno, si misura in potenze di dieci. Sono passati esattamente sette anni dall’ultima volta che questa cosa è successa, dato che BTC ha superato i 10.000$ il 29 novembre 2017.

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Da cosa è stato causato l’ultimo movimento di Bitcoin?

È difficile dare una risposta a questa domanda per quanto riguarda il brevissimo termine, ovvero l’incremento di prezzo di questa notte. Mentre è molto più semplice comprendere le logiche che hanno fatto risplendere Bitcoin a partire da gennaio 2024. L’approvazione degli ETF spot, che nella giornata di ieri hanno registrato 556 milioni di dollari di inflow, è stata la prima scintilla che ha dato il via a questo ciclo di bull market. Oggi, gli strumenti finanziari emessi dai fondi d’investimento americani, detengono circa 1,1 milioni di BTC, pari al 5,5% della sua circulating supply (offerta circolante).

Poi, dopo diversi mesi di lateralità, è arrivato il secondo importante catalizzatore: l’elezione di Donald Trump. Se ci fermassimo qua sembrerebbe, soprattutto se ci concentriamo soltanto sul secondo evento citato, che il prezzo di Bitcoin sia stato manipolato dagli avvenimenti politici. In realtà BTC non è cresciuto soltanto grazie all endorsement del futuro presidente, ma soprattutto grazie al cambio di atteggiamento a livello globale nei suoi confronti. Sicuramente però, l’elezione di un presidente americano pro-crypto ha aiutato i sostenitori della crypto presenti all’interno di istituzioni e governi ad emergere.

In pochissime settimane, tantissimi altri paesi, oltre agli Sati Uniti, hanno dichiarato di voler integrare Bitcoin all’interno delle proprie banche centrali, come asset di riserva. E lo stesso si può dire di alcuni Stati o Regioni, che lo vogliono utilizzare come rifugio contro l’inflazione all’interno di fondi pensione o fondi di investimento.

Insomma il futuro appare più che roseo che mai per Bitcoin e per il mondo delle criptovalute. Anche se, dopo questa notte, i crypto enthusiast devono trovare un altro obiettivo condiviso da raggiungere. Visto che abbiamo parlato di ordini di grandezza, perché non prendere come riferimento la soglia del milione di dollari. Sicuramente ci vorrà tempo, ma se c’è una cosa che Bitcoin ha dimostrato è che: nulla è impossibile. D’altronde VanEck, uno dei fondi di investimento crypto più importanti al mondo, si aspetta che il prezzo di Bitcoin superi i 2 milioni di dollari entro il 2050.

Le azioni di MicroStrategy e il prezzo di Bitcoin

MicroStrategy azioni: come Bitcoin ne influenza il prezzo

Le azioni MicroStrategy (MSTR) sono diventate un caso unico nel mercato, strettamente legate all’andamento di Bitcoin. Ma quanto è sostenibile questa strategia?

Siamo nel pieno del bull market. Le candele verdi dominano sui grafici e il P&L degli investitori cresce costantemente. Ma mentre molti si godono questa fase euforica, altri iniziano a interrogarsi su quale potrebbe essere il prossimo black swan event o “cigno nero” del mondo crypto, l’evento capace di far tremare l’intero ecosistema. D’altronde, dopo i crolli causati dal collasso dell’ecosistema Terra (LUNA) e di FTX che hanno sancito la fine dello scorso bull market, la prudenza è d’obbligo.

Questa volta, secondo alcuni utenti su X (ex Twitter), “l’elefante nella stanza” sarebbe MicroStrategy, l’azienda fondata da Michael Saylor, nonché il più grande holder di Bitcoin al mondo. La domanda che molti crypto enthusiast si pongono oggi è semplice:  MicroStrategy e le sue azioni, strettamente legate al valore di BTC, possono causare un crollo senza precedenti?

Le azioni di MicroStrategy e il suo modello di Business

Michael Saylor ha trasformato MicroStrategy in una sorta di proxy di Bitcoin. Negli ultimi anni, l’azienda ha accumulato una quantità enorme di BTC (attualmente 402.000 per un controvalore monetario di 38,3 miliardi di dollari) finanziando gli acquisti attraverso un modello innovativo ma complesso: l’emissione di obbligazioni convertibili.

In breve, queste obbligazioni (dal rendimento praticamente nullo) permettono agli investitori di scegliere, alla scadenza, se convertire il loro credito in azioni MicroStrategy o recuperare il denaro che hanno prestato all’azienda. La conversione può avvenire se le azioni MSTR raggiungono un prezzo stabilito, ma sono gli investitori ad avere l’ultima parola. Se essi ritengono che le azioni abbiano ancora un margine di rialzo, possono tenerle. In caso contrario, le possono vendere.

Vi potreste star chiedendo: allora perché non comprano direttamente le azioni MSTR detenendole per cinque anni? Beh perché l’acquisto e la detenzione di azioni comporta comunque la possibilità di perdere denaro, nel caso in cui il loro prezzo scenda, mentre l’investimento in obbligazioni convertibili no, poiché si può scegliere di non riscattarle.

I risultati principali

Affrontando il funzionamento del modello di business dell’azienda si può facilmente comprendere che le obbligazioni convertibili in azioni di MicroStrategy hanno il principale scopo di raccogliere capitale da reinvestire in Bitcoin. Questa strategia, che è stata portata avanti dall’azienda da diversi anni, ha reso il prezzo delle azioni di MicroStrategy strettamente legato a quello di Bitcoin. Nell’ultimo anno, il titolo MSTR ha registrato una crescita da tre a cinque volte superiore rispetto a BTC.

Per questo motivo investire in questi titoli è diventato un po’ come aprire una posizione su Bitcoin utilizzando la leva finanziaria, dato che, almeno nell’ultimo periodo, quando BTC cresce del 10% MSTR può crescere dal 30% al 50%.

Ad oggi MicroStrategy possiede circa 36 miliardi di dollari in Bitcoin, ma il valore di mercato delle sue azioni è di ben 83 miliardi, oltre 2,3 volte superiore alle riserve detenute. Inoltre, l’azienda ha di recente approvato un piano di acquisti per un valore totale di 42 miliardi di dollari nei prossimi tre anni (12 dei quali sono già stati allocati su Bitcoin), sempre attraverso l’utilizzo delle obbligazioni convertibili.

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Perché questo modello potrebbe crollare?

Nonostante i risultati straordinari, il modello di MicroStrategy presenta alcune vulnerabilità soprattutto in scenari di mercato ribassisti. E non è, quindi, il caso di sottostimare il possibile pericolo ad esse connesso. Un atteggiamento simile ha portato, in passato, a gravissimi crolli che hanno minato per diverso tempo la salute del settore. Ecco quali sono gli avvenimenti che potrebbero causare in crollo del modello che MicroStrategy ha costruito attorno alle sue azioni.

  1. Aumento dell’inflazione e dei tassi di interesse: un aumento dell’inflazione spingerebbe le banche centrali ad alzare i tassi di interesse, rendendo, in generale, il denaro più costoso. Per MicroStrategy, questo significherebbe maggiore difficoltà a reperire liquidità per onorare gli obblighi finanziari legati alle obbligazioni convertibili;
  2. Calo del prezzo di Bitcoin: essendo il valore delle azioni MicroStrategy strettamente legato a BTC, un crollo del prezzo della crypto si rifletterebbe su quello delle azioni. Ad esempio, una perdita del 10% di Bitcoin potrebbe comportare un crollo del 30%-50% per MSTR. Questo effetto potrebbe spaventare ulteriormente gli investitori, innescando una spirale di vendite.
  3. Obblighi finanziari insostenibili: se, magari a causa dei quanto anticipato nei punti precedenti, il prezzo delle azioni non raggiungesse i target fissati, MicroStrategy sarebbe costretta a rimborsare, in denaro, la maggior parte degli obbligazionisti. Si parla di un’esposizione potenziale di 45 miliardi di dollari, una cifra che l’azienda potrebbe recuperare soltanto vendendo parte dei Bitcoin che possiede.
  4. Vendita forzata di Bitcoin: se lo scenario presentato al punto 3 dovesse verificarsi, MicroStrategy potrebbe essere obbligata a liquidare le sue riserve di Bitcoin, anche in perdita. Questa mossa potrebbe avere ripercussioni devastanti sul mercato crypto, dato che farebbe crollare ulteriormente il prezzo di BTC, e quindi anche le azioni MSTR, alimentando un apocalittico circolo vizioso.
  5. Rischio sistemico per il mercato crypto: infine va precisato che MicroStrategy possiede circa l’1,84% di tutti i Bitcoin esistenti. Se l’azienda crollasse, il mercato crypto subirebbe un duro colpo, con conseguenze potenzialmente disastrose per il valore e la stabilità di Bitcoin.

Uno scenario apocalittico?

Se tutte queste condizioni si verificassero contemporaneamente, il crollo di MicroStrategy potrebbe scatenare un effetto domino sull’intero ecosistema crypto. Tuttavia, è importante ricordare che si tratta di uno scenario estremo e poco probabile. Più realistico è immaginare una situazione intermedia, in cui il prezzo delle azioni MicroStrategy subisce un forte calo senza che l’azienda sia costretta a vendere le sue riserve di Bitcoin.Inoltre, nonostante l’azienda capitanata da Michael Saylor sia, ormai, un colosso, Bitcoin è diventato una asset estremamente solido.

Guarda il grafico di Bitcoin

Perciò, sebbene un crollo di MicroStrategy abbia le carte in regola per minare per diverso tempo la stabilità e il valore di Bitcoin e dell’intero mercato crypto, non sembra essere in grado di provocare un crollo catastrofico. Insomma, MicroStrategy non è (e non sarà) il Single Point of Failure di Bitcoin. Il valore di Bitcoin, invece, nel caso in cui crolli drasticamente nel prossimo bear market, potrebbe essere il Single Point of Failure di MicroStrategy.


Previsioni Bitcoin 2050: L’analisi di VanEck

Bitcoin previsioni 2050: quale valore potrà raggiungere?

Le previsioni di VanEck sul valore di Bitcoin nel 2050 offrono uno sguardo approfondito sulle potenzialità della criptovaluta di diventare un elemento centrale nel sistema monetario internazionale.

Cosa ci riserva il futuro? Cosa dicono le previsioni per il 2050 di VanEck racchiuse in un’analisi pubblicata di recente? Secondo il fondo di investimento, Bitcoin potrebbe affermarsi come una componente fondamentale del sistema monetario globale, “rubando quote di mercato” alle principali monete fiat a livello globale. 

Nello specifico Van Eck prevede che Bitcoin sarà ampliamente utilizzato nel commercio internazionale, è diventerà uno dei mezzi di scambio più utilizzati e una ancor più preziosa riserva di valore.  Ecco le previsioni di VanEck su Bitcoin per il 2050.

Guarda il grafico di Bitcoin

Bitcoin: il futuro del sistema monetario internazionale

Per produrre le sue previsioni sul prezzo di Bitcoin entro il 2050 Van Eck ha iniziato da alcune stime sul Prodotto Interno Lordo (PIL) globale e sulla crescita. Lo scenario disegnato dal fondo di investimento prevede che i movimenti populisti e il desiderio di re-shorting provocheranno un rallentamento della crescita del PIL mondiale, dal 3 al -2%

Poi ha anche analizzato il sistema monetario internazionale (SMI) in senso più ampio, prevedendo un’allontanamento delle economie mondiali dalle valute di riserva tradizionali

Stati Uniti, Unione Europea, Regno Unito e Giappone stanno gradualmente perdendo quote in questo senso. Inoltre, è sempre più lampante il calo di fiducia nelle monete fiat come riserve di valore a lungo termine a causa della continua ed eccessiva spesa in deficit – quando un governo (e quindi una banca centrale) o un’azienda spende più di quanto incassa finanziandosi attraverso l’emissione di debito, sia esso pubblico o privato.

Insomma, VanEck sostiene che la progressiva erosione della fiducia nelle valute fiat tradizionali e l’emergere di Bitcoin come riserva di valore rappresentano i catalizzatori principali per un cambio radicale nel sistema monetario globale, con BTC destinato a ritagliarsi un ruolo di primo piano nelle transazioni internazionali e all’interno delle riserve degli stati.

Perché Bitcoin emergerà?

VanEck prevede che Bitcoin potrebbe affermarsi come uno dei principali strumenti per lo scambio di valore a livello globale, raggiungendo, allo stesso tempo, lo status di riserva di valore universalmente riconosciuta, un ruolo storicamente ricoperto dall’oro. Principalmente per via della crescente erosione della fiducia nelle monete fiat che abbiamo analizzato nel precedente paragrafo. Ma anche di un cambiamento sostanziale degli equilibri di potenza monetari a livello globale.

Le fondamenta del successo di Bitcoin risiedono in alcune caratteristiche uniche che lo rendono particolarmente rilevante, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo:

  • Diritti di proprietà immutabili: Grazie alla sua blockchain decentralizzata, Bitcoin non può essere censurato, confiscato o sottratto. Questa caratteristica è particolarmente rilevante in contesti dove i sistemi tradizionali risultano vulnerabili a manipolazioni, corruzione o instabilità politica.
  • Principi di “sound money” (moneta solida): Questo concetto descrive una moneta che conserva il proprio valore nel tempo, non soggetta a inflazione incontrollata o manipolazioni da parte di governi e banche centrali. Con un’offerta limitata a 21 milioni di unità, Bitcoin rappresenta un modello ideale di moneta solida.

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Uno degli ostacoli principali all’adozione del Bitcoin è rappresentato dalla limitata scalabilità della sua rete, una criticità che sta trovando soluzioni attraverso l’implementazione di blockchain Layer-2

Questi network migliorano la scalabilità di Bitcoin, consentendo la finalizzazione di un maggior numero di transazioni senza compromettere le sue caratteristiche fondamentali.

La combinazione tra i diritti di proprietà immutabili, i principi di sound money e l’innovazione tecnologica garantita dai Layer-2 apre la strada alla creazione di un sistema finanziario globale in grado di rispondere efficacemente alle esigenze dei Paesi emergenti.

Previsioni Bitcoin 2050: cosa ci dice VanEck?

Dopo aver analizzato dove BTC potrebbe collocarsi durante il prossimo capitolo della sua storia evolutiva, vediamo cosa dicono le previsioni di VanEck sul prezzo di Bitcoin. Secondo le stime di VanEck, entro il 2050 Bitcoin potrebbe essere utilizzato per regolare il 10% del commercio internazionale. Inoltre, il fondo di investimento prevede che molte banche centrali deterranno almeno il 2,5% dei propri asset in BTC. 

Questo scenario, almeno per quanto riguarda gli Stati Uniti, sembra sulla strada giusta per concretizzarsi. Una proposta in discussione presso il Congresso americano, nota come Bitcoin ACT, mira a convertire parte delle riserve auree in possesso degli USA in Bitcoin.

In ogni caso le previsioni di VanEck tengono in considerazioni tre principali fattori. In primis il PIL del commercio locale e internazionale regolato su Bitcoin. E poi la fornitura circolante e la velocità dell’asset. Quest’ultima rappresenta la frequenza con cui un’unità monetaria, in questo caso BTC, viene utilizzata per effettuare transazioni all’interno di un sistema economico in un determinato periodo. È una misura della rapidità con cui il denaro o suoi equivalenti “circolano”.

Tenendo presente il possibile ruolo di Bitcoin come uno dei capisaldi del commercio internazionale nonché un asset presente nella maggior parte delle casse delle banche centrali mondiali e applicando a questo scenario un dato coefficiente di velocità, VanEck ha dichiarato che il valore di Bitcoin potrebbe raggiungere i 2,9 milioni di dollari per unità, con una capitalizzazione di mercato complessiva di 61 trilioni di dollari.

L’altseason è in arrivo? Preparati con l’Altcoin Friday di Young Platform

Altcoin friday: 50% di sconto sulle crypto alternative a Bitcoin

Siamo nel pieno del bull market, è giunto il momento di prepararsi per un’eventuale altseason? Puoi farlo grazie ad uno sconto del 50% sulle commissioni.

A novembre è esploso il bull market ed è tornata a regnare l’euforia nel mercato crypto. Questa repentina crescita, però, ha riguardato quasi soltanto Bitcoin, salvo alcune eccezioni come Ripple (XRP) e Stellar (XLM). Nelle menti dei crypto enthusiast, abbagliati dal movimento rialzista messo a segno da Bitcoin nelle ultime settimane, riecheggia principalmente una domanda: “quando inizierà l’altseason?”

Come ripetiamo spesso, non abbiamo la sfera di cristallo e quindi neanche una risposta certa a questa domanda. Tuttavia, possiamo darti qualche consiglio sulle metriche da analizzare per intercettare l’inizio della fase di mercato più attesa dagli appassionati, oltre che garantire uno sconto del 50% sul trading di altcoin. Scopri di più!

L’altseason potrebbe essere molto vicina

Analizzando i due grafici di riferimento utilizzati per comprendere lo stato di salute delle altcoin, la dominance di Bitcoin e il grafico ETH/BTC, sembra che l’altseason potrebbe iniziare a breve. La prima mette a confronto la capitalizzazione totale del mercato delle criptovalute con quella di BTC, dato che descrive, in percentuale, quanto è capitalizzato Bitcoin rispetto all’intero mercato delle criptovalute. In crescita dall’inizio del 2023 la dominance di Bitcoin ha lateralizzato nelle ultime settimane, per poi iniziare a scendere, il che significa che il “peso” di BTC nel mercato crypto si sta riducendo. Dal 22 novembre è passata dal livello dei 61,3% al 58%.

Lo stesso trend è anche visibile sul grafico ETH/BTC; in caduta libera dal 2021 sembra aver trovato un supporto in grado di arrestare il suo movimento ribassista nella zona degli 0,031 BTC. Tenere sotto controllo la forza relativa di Ethereum nei confronti di Bitcoin è molto importante. Principalmente perché ETH è l’altcoin principale e, nella storia, è sempre stata la prima a registrare ottime performance durante le altseason, poi seguita dalle altre crypto meno capitalizzate. Attualmente il ratio ETH/BTC si trova sul livello degli 0,037 BTC in crescita del 15% dal 22 novembre.

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Altcoin Friday: sconto del 50% sul trading di altcoin

Dopo aver compreso che indicatori tenere d’occhio per accorgersi dell’inizio dell’altseason è il momento di parlare dell’Altcoin Friday. In occasione del Black Friday ma anche per celebrare l’ottimo momento che il mercato crypto sta vivendo, abbiamo deciso di applicare il 50% di sconto su tutti i pair Altcoin-Euro. La promozione sarà attiva da ora fino a domenica 1 dicembre alle 23:59, per gli ordini dal valore di almeno 100 euro.

Sfrutta l’Altcoin Friday

Per i membri dei Club di Young Platform lo sconto si somma a quello previsto per il Club di riferimento. Per esempio se fai parte del Club Bronze e hai, quindi, diritto al 30% di sconto, ti verrà applicato prima questo e poi, sulla commissione rimanente, l’ulteriore 50% previsto dalla promozione Altcoin Friday.

N.B questo sconto si applica soltanto sugli scambi tra Altcoin e Euro sull’app di Young Platform (non su Young Platform Pro) e non sono previste riduzioni delle commissioni per il trading sui pair composti da altcoin e stablecoin, ad esempio ETH-USDT.


Moonshot, l’app dedicata alle meme coin su Solana

Le meme coin su Solana e l’ascesa di Moonshot

È nata una nuova stella nell’ecosistema Solana. Scopri moonshot, la nuova app per vendere è comprare soltanto meme coin.

La meme coin mania su Solana non accenna a passare. Da dicembre 2022, dopo il lancio di Bonk (BONK), diverse crypto “nate per gioco” sono esplose a intervalli regolari. Stiamo parlando, per esempio, di dogwifhat (WIF), che ha raggiunto una capitalizzazione di 4,3 miliardi di dollari e la trentaseiesima posizione nella classifica globale. O ancora di Popcat (POPCAT), cat in a dogs world (MEW) e Peanut the Squirrel (PNUT), che sono state create e si sono affermante nell’universo di Solana.

Nell’ultimo periodo è sata lanciata una nuova applicazione per smartphone che sta promuovendo ulteriormente questo trend. Un nuovo modo estremamente facile e intuitivo per comprare e vendere meme coin su Solana: Moonshot una piattaforma che rende queste crypto nate per gioco accessibili a tutti.

Solana risplende grazie alle meme coin

Se una volta le meme coin più di successo, ad esempio Shiba Inu (SHIB) e Pepe (PEPE), risiedevano su rete Ethereum, oggi la situazione sembra irreversibilmente mutata. Gli irrisori costi di transazione e la velocità di finalizzazione di queste ultime, uniti ai miglioramenti attuati dagli sviluppatori della rete, che hanno risolto i problemi di interruzione che la affliggevano, sono i motivi principali di questo successo. 

L’esplosione di quello che è da molti definito un “fenomeno culturale” sta influendo positivamente sia sulla blockchain creata da Anatoly Yakovenko che sul prezzo della sua criptovaluta nativa. SOL, dall’inizio del 2024 ad oggi, ha registrato un +174% avvicinandosi sempre di più ai suoi massimi storici del 2021, a quota 250$ circa. La sua rete, invece, ha raggiunto un valore totale bloccato (TVL) di 8,4 miliardi di dollari e generato un volume di trading complessivo di $7,4 miliardi.

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Moonshot, l’applicazione che ha ridotto all’osso il trading di meme coin, si colloca all’interno di questa incredibile esplosione della blockchain Layer 1, e punta ad accelerare ancor di più l’adozione di Solana e del mondo crypto in generale.

Moonshot: cos’è e come funziona

Fatte le dovute premesse è il momento di affrontare il tema principale di questo articolo e quindi comprendere cos’è e come funziona Moonshot, l’app per fare trading di meme con su Solana. In realtà rispondere a questa domanda è molto semplice, dato che rendere estremamente facile e intuitiva questa attività è il principale scopo della piattaforma.

Su Moonshot si possono acquistare meme coin create sulla blockchain di Solana in due modi: utilizzando la crypto SOL o direttamente la propria carta di debito/credito o il proprio conto corrente, attraverso Apple o Google Pay.

Nonostante per questo tipo di crypto si più popolare l’acquisto diretto c’è naturalmente anche la possibilità di depositare senza effettuare nessuna transazione e attendere quindi il momento pià opportuno. Su Moonshot non è però possibile acquistare tutte le meme coin di Solana, bensì solamente quelle che sono state verificate e poi integrate sulla piattaforma.

Uno dei punti di forza di questa app è sicuramente l’essenzialità. Scordatevi indicatori tecnici o grafici avanzati, anche perché non sono particolarmente utili per fare trading di meme. Su Moonshot si può tenere d’occhio l’andamento delle meme coin attraverso grafici rudimentali e analizzare pochissimi dati.

Ad esempio la capitalizzazione di mercato, il volume e la fornitura (supply) totale e circolante.Proprio per la sua essenzialità ha riscosso molto successo di recente, soprattutto tra i neofiti, registrando più di 130.000$ di utili in un solo giorno e raggiungendo la top 30 dell’App Store nel segmento Finance.

Tuttavia l’essenzialità di Moonshot non è soltanto una caratteristica positiva. Gli utenti più esperti potrebbero preferire gli exchange centralizzati più strutturati o quelli decentralizzati come Raydium, per comprare e vendere le meme coin di Solana. I primi, solitamente, rendono disponibili determinati crypto asset sulla piattaforma soltanto dopo un’attenta due diligence, mentre i secondi sono completamente liberi e richiedono, quindi, più esperienza per essere utilizzati.

Dai un’occhiata alle meme coin disponibili su Young Platform

Meme coin su Solana: il rischio è molto alto

Utilizzare Moonshot e, in generale scambiare le meme coin di Solana, è un’attività rischiosa. La maggior parte di quelle che nascono sono destinate a soccombere in poche settimane (o addirittura giorni). Questo perché è l’attenzione che una “crypto nata per gioco” riesce ad attirare che determina il suo successo o il suo fallimento. 

Acquistare una meme coin appena nata è praticamente come scommettere, dato che non è possibile orientare la decisione utilizzando analisi sui dati storici o sulla qualità dei fondamentali. Per questo motivo è consigliabile, se proprio non si riesce a fare a meno di svolgere questa attività, utilizzare una piccolissima porzione del proprio capitale. Come abbiamo detto più del 90% delle meme coin che vengono create ogni giorno non durano più di un mese. Ma la stessa percentuale si applica al numero di utenti impegnati in questa attività che riescono, nel lungo termine, a generare un profitto.


Al contrario, potrebbe avere senso puntare sull’infrastruttura che consente alle meme coin di risplendere: Solana. Essendo la criptovaluta nativa dell’omonima blockchain Layer 1, è indispensabile detenere SOL per utilizzarla e una piccola parte viene bruciata ogni volta che un utente processa una transazione. Questo processo, a lungo andare, limita la quantità circolante e tende a rendere, in futuro, la crypto deflazionaria.

Le riserve auree degli Sati Uniti si trasformeranno in Bitcoin?

Bitcoin news: gli USA venderanno oro per comprare BTC?

Le ultime news su Bitcoin ci dicono che la senatrice Cynthia Lummis ha proposto di convertire parte dell’oro in possesso degli USA in BTC

Negli ultimi giorni, il panorama delle criptovalute è stato scosso, oltre che da un esplosivo aumento di prezzo da diverse news importanti riguardanti Bitcoin, provenienti principalmente dagli USA. La senatrice del Wyoming, Cynthia Lummis, ha presentato un disegno di legge che propone la conversione di una parte delle riserve auree statunitensi in Bitcoin

Se approvata, questa iniziativa potrebbe rappresentare una svolta epocale nella storia economico-finanziaria degli Stati Uniti e del mondo intero.

Una nuova era per le riserve statali

La proposta della senatrice Lummis mira a creare una “riserva strategica di Bitcoin” per gli Stati Uniti, attraverso la conversione di una frazione delle ingenti riserve auree del paese in BTC. Attualmente, gli Stati Uniti sono il paese che detiene più oro al mondo, oltre 8.000 tonnellate. Al secondo posto di questa classifica c’è la Germania con 3.352 e poi l’Italia con 2.452.

Secondo l’ultimo rapporto finanziario pubblicato dal Bureau of The Fiscal Service, gli Stati Uniti detengono circa 5.400 miliardi di dollari in asset, mentre le passività ammontano a 42.000 miliardi di dollari, di cui 26.500 miliardi rappresentano il debito pubblico e i relativi interessi. La proposta della senatrice Lummis prevede l’accumulo di 1 milione di BTC, da detenere per 20 anni, con l’obiettivo di sostenere il dollaro dalla sua graduale e inevitabile svalutazione. 

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Il disegno di legge, ripreso da tutte le news su Bitcoin, è stato proposto mesi dopo che Donald Trump, il futuro presidente degli Stai Uniti, ha annuciato di voler costruite la “Strategic Bitcoin Reserve”, ovvero una riserva strategica in BTC per rafforzare la posizione finanziaria degli Stati Uniti. Durante la campagna elettorale, Trump ha accettato donazioni in criptovalute, ha partecipato a Bitcoin 2024, la più importante conferenza al mondo sulla crypto e ha dichiarato di voler rendere gli Stati Uniti la capitale mondiale di questa tecnologia.

Ma non solo! Ha anche annunciato di aver intenzione di licenziare Gary Gensler, l’attuale presidente della Security and Exchange Commission (SEC), da diversi anni uno dei principali antagonisti del settore, almeno per quanto riguarda l’aspetto regolamentativo.

Un precedente storico: Bretton Woods

Questa proposta ci riporta al 1971, quando gli Stati Uniti abolirono gli accordi di Bretton Woods abbandonando il gold standard. L’introduzione di una riserva strategica di Bitcoin potrebbe rappresentare una sorta di “terzo episodio” nella saga di questi accordi, stipulati nel 1944, e quindi segnare l’inizio di un nuovo capitolo della storia monetaria globale.

Per dovere di cronaca possiamo specificare che il dollaro dall’abolizione degli accordi di Bretton Woods del 1971 ha perso circa il 98% del suo valore. Per questo motivo trovare un asset, o una riserva di valore, che lo sostenga, potrebbe essere necessario.

Guarda il grafico di BTC

Le proposte statunitensi hanno già iniziato a influenzare altri paesi. In Polonia, Sławomir Mentzen, candidato alle elezioni presidenziali del 2025, ha promesso di creare una riserva strategica di Bitcoin nel caso in cui venisse eletto. Mentzen, noto sostenitore delle criptovalute, ha dichiarato di aver investito, nel 2013, tutti i suoi risparmi in Bitcoin, mettendo in evidenza la sua fiducia nel potenziale della criptovaluta. 

Le recenti iniziative politiche negli Stati Uniti e in Polonia indicano una crescente accettazione del Bitcoin come riserva di valore a livello statale. Se queste proposte verranno attuate, potrebbero segnare una svolta significativa nel panorama economico globale, ridefinendo il ruolo delle criptovalute nel sistema finanziario internazionale.


Prezzo Bitcoin: andamento e storia dal 2008 ad oggi

Prezzo Bitcoin: storia, valore e andamento negli anni

Il prezzo di Bitcoin è cresciuto esponenzialmente nel corso degli anni, quali sono state le tappe principali della sua storia?

La storia del prezzo di Bitcoin è stata, fino ad oggi, ricca di colpi di scena. Nonostante il valore del BTC sia oggi rialzista, nei suoi primi quindici anni di vita ha attraversato anche dei periodi bearish. E tu, conosci la storia del prezzo di Bitcoin dal 2008 ad oggi? Quali sono gli eventi che hanno influenzato maggiormente il suo valore e l’andamento della criptovaluta?

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Qual è stato il prezzo di lancio di Bitcoin?

All’inizio della sua storia, quando Bitcoin è stato creato, non esistevano ancora gli exchange di criptovalute, perciò gli utenti per vendere o comprare BTC dovevano accordarsi tra di loro per stabilirne il valore, intavolando una vera e propria trattativa. Il prezzo di una crypto è determinato dalla sua conversione in valuta fiat, e siccome all’epoca le transazioni avvenivano soltanto attraverso scambi peer-to-peer, è impossibile risalire all’esatto prezzo di Bitcoin al momento del lancio.

Sappiamo però a quanto ammontava il valore di BTC in occasione della prima conversione in dollari, avvenuta il 12 Ottobre 2009. Quel giorno un utente noto sul forum “Bitcointalk” con lo pseudonimo “New Liberty Standard” acquistò 1.309 BTC con un dollaro. Dividendo un dollaro per il numero di BTC che l’utente ha acquistato possiamo affermare che il prezzo di Bitcoin è partito da circa 0.0009$. Oggi il valore della criptovaluta è circa 100 milioni di volte superiore a quello iniziale

Analizziamo dunque le tappe principali nella storia del prezzo di Bitcoin per scoprire come si è affermato e quali difficoltà ha dovuto affrontare.

Dal Bitcoin Pizza Day alla nascita dei primi exchange (2009-2012)

Nel 2009 Bitcoin era una tecnologia di nicchia, un fenomeno legato ad una sottocultura dell’ingegneria informatica e non possedeva un vero e proprio mercato. La prima volta che è stato usato per acquistare un bene “del mondo reale” era il 22 Maggio 2010; quel giorno un utente del forum Bitcointalk ha acquistato due pizze nel fast food americano Papa John’s per 10.000 BTC. Questo avvenimento, soprannominato “Pizza Day”, è diventato una vera e propria festività che i crypto enthusiast ricordano ogni anno

Nel 2010 è nato anche BitcoinMarket.com, un rudimentale sito web che consentiva ai suoi utenti di scambiare BTC, che però ha chiuso i battenti l’anno dopo. Nel 2011 invece è stato lanciato il primo exchange del mondo crypto: Mt.Gox. La nascita di Mt.Gox ha attirato l’attenzione sulla criptovaluta rendendola anche più facile da acquistare. A Febbraio 2011 il prezzo del Bitcoin è arrivato ad 1$, mentre a Luglio dello stesso anno, un BTC valeva già 15$.

Dal 2012 al 2015: il primo bull market e l’hack di Mt.Gox

Il 2012 è stato un anno negativo per la storia del prezzo Bitcoin. Dal massimo dei 15$ toccato a Luglio 2011, il valore di BTC è crollato drasticamente fino a 3$, una zona del grafico in cui è stato ingabbiato fino all’inizio del 2013. Con l’anno nuovo però la criptovaluta ha cambiato totalmente marcia, grazie ad una grande ondata di interesse per il settore. Era iniziato il primo bull market crypto della storia!

Nel 2013 il prezzo di Bitcoin è passato da 12$ a 1.000$ spinto da alcuni investitori istituzionali cinesi e dalle aziende che hanno iniziato ad accettarlo come metodo di pagamento.

Poi, però, è arrivato anche il primo bear market crypto della storia, in concomitanza con l’attacco hacker subito da Mt.Gox, il 24 Febbraio 2014. Durante l’estate del 2015 poi, quando alcuni investitori istituzionali, come Goldman Sachs e Nasdaq si sono avvicinati a queste nuove tecnologie, il mercato è ripartito.

Il 30 Luglio 2015, attraverso una ICO viene lanciato Ethereum e per il prezzo di Bitcoin, che si trovava intorno ai 400$, è iniziata una nuova fase rialzista.

Dal 2016 al 2021: il secondo halving e il COVID-19

Il secondo halving del 9 Luglio 2016 ha restituito nuova linfa vitale al prezzo di Bitcoin, che aveva già iniziato il suo movimento a rialzo nell’estate del 2015. Il bull market del 2017 è stato esplosivo. BTC, dalla zona dei 1.000$ in cui si trovava a Gennaio, ha raggiunto i 20.000$ a fine anno. In quel periodo l’interesse dei mass media attorno alle criptovalute è cresciuto notevolmente: è stato approvato, negli Stati Uniti, il primo ETF su Bitcoin, il governo cinese ha regolamentato lo scambio di crypto e diverse aziende, tra cui Microsoft e Dell, hanno scelto di accettare BTC come metodo di pagamento.

Nel 2018 poi il valore di Bitcoin dal massimo dei 20.000$ è crollato fino ai 3.000$, stabilizzandosi intorno ai 3.700$ a fine anno. Anche il 2019, anno in cui si è celebrato il 10° anniversario della nascita della criptovaluta, non è stato positivo a causa del fallimento dell’exchange Quadriga CX e di un attacco hacker a Binance. Il prezzo di Bitcoin nel 2019 ha oscillato nel range compreso tra i 3.000$ e i 14.000$ cambiando più volte direzione. 

Con il 2020 il mercato crypto è tornato a splendere grazie soprattutto alle applicazioni di finanza decentralizzata (DeFi) nate su Ethereum. Il crollo del prezzo di Bitcoin avvenuto in concomitanza con l’inizio della pandemia di COVID-19, è stato assorbito in fretta, pochi giorni dopo è iniziato il bull market che ha portato il valore della crypto fino all time high dei 68.800$. In questo periodo si sono anche affermati gli NFT che hanno dato un’ulteriore spinta a tutto il settore.

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Il bear market del 2022: i fallimenti del settore, l’inflazione e il conflitto russo-ucraino?

Nel 2021, poi, dopo che Bitcoin ha toccato quota 68.000$, il mercato crypto è stato colpito da una serie di avvenimenti negativi interni, come il crollo dell’ecosistema Terra-Luna e il fallimento di FTX. Ma anche esterni: la crisi macroeconomica causata dal conflitto russo-ucraino e l’inflazione. 

Questi episodi hanno avuto un impatto anche sul valore della criptovaluta, che ha raggiunto, nel momento di massima crisi, il livello dei 15.000$.

Dal 2023 ad oggi: la risurrezione del mercato crypto

Con l’inizio del 2023, e quindi durante l’ultima fase della storia del prezzo di Bitcoin, le crypto sono ripartite! Nella prima parte dell’anno il movimento a rialzo di BTC è stato lento, per poi diventare più veloce con l’inizio dell’autunno e, infine, esplosivo nei primi e negli ulti mesi del 2024. Questo rally rialzista di Bitcoin si è interrotto ad aprile 2024, ed è poi ripartito nel mese di ottobre dello stesso anno  

All’inizio del 2023 il prezzo di Bitcoin si aggirava intorno al livello dei 20.000$, mentre 10 mesi dopo, ad ottobre, nella zona dei 25.000$. Da quel momento in poi, però, tutto è cambiato. Ad attrarre l’interesse sul settore sono stati gli ETF spot su Bitcoin proposti dai fondi di investimento americani, poi approvati a gennaio del 2024, e l’avvicinarsi dell’halving

Insomma, con l’inizio del 2024 è iniziato il bull market, che ha causato forti movimenti a rialzo che hanno interessato diverse crypto. Bitcoin a novembre, dopo la vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali americane, ha raggiunto un nuovo all-time high a 92.000$

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Potremmo oggi essere nella fase più esplosiva dell’attuale ciclo di mercato rialzista, almeno nella misura in cui questo dovrebbe rilevarsi simile a quelli del passato. Che impatto avrà Donald Trump quando, da gennaio 2025 in poi, si insedierà alla Casa Bianca? Non esiste la sfera di cristallo e quindi nessuno può sapere con certezza i target per l’attuale fase della storia del prezzo di Bitcoin. La crypto riuscirà a raggiungere lo storico livello dei 100.000$ nei prossimi giorni?

Il dipartimento per l’efficienza governativa (DOGE) fa volare Dogecoin

Il dipartimento per l’efficienza governativa (DOGE) fa volare Dogecoin

Il nuovo dipartimento governativo di Donald Trump prende il nome di DOGE. Di cosa si tratta e come ha influito la notizia sulla meme coin?

Donald Trump ha ufficialmente annunciato un nuovo dipartimento governativo per l’efficienza, chiamato DOGE, che sta per Department of Government Efficiency. Sì, la volontà del futuro presidente e del suo “braccio destro” di dare origine ad un meme dopo l’altro è qualcosa che, probabilmente, nessuno si aspettava; ma chi siamo noi per giudicare. 

In ogni caso, può essere utile analizzare come la politica e il mondo crypto si stiano intrecciando in modi sempre più surreali, e quindi esplorare le implicazioni di quanto accaduto sia dal punto di vista politico, che da quello strettamente relativo al mercato e alle performance di prezzo.

L’unione tra meme e politica

Prima di affrontare cos’è e come funziona il Department for Government Efficiency bisogna precisare che non è la prima volta che Trump e Musk utilizzano la cultura dei meme per ottenere consenso e attenzione mediatica. La creazione del “Department for Government Efficiency” (DOGE), molto probabilmente, si inserisce in un trend in cui la politica sfrutta riferimenti culturali e linguaggi tipici dei social per connettersi a pubblici più giovani. 

Non solo gli appassionati crypto, ma anche testate autorevoli come Harvard Business Review e Politico hanno, in questi mesi, esplorato il fenomeno della “politica-meme”, evidenziando come l’uso di simboli riconoscibili e umorismo attragga l’attenzione e, spesso, crei un senso di comunità intorno a leader pubblici controversi o anticonformisti


Sicuramente Donald Trump, Elon Musk e i loro rispettivi team, sono a conoscenza di queste ricerche e quindi non sembra proprio una coincidenza che l’acronimo del nuovo dipartimento governativo si riferisca proprio alla namecoin più popolare del mercato. Grazie alla sua popolarità e a una capitalizzazione di mercato di più di 50 miliardi di dollari (negli ultimi giorni ha superato l’azienda automobilistica FORD), Dogecoin (DOGE) incarna un simbolo della decentralizzazione e della “controcultura” del mondo crypto, che Trump e Musk riescono a cavalcare con un’efficacia unica.

Department for Government Efficiency, in arte DOGE

Il nuovo dipartimento per l’efficienza governativa di Trump e Elon Musk non si limita al nome provocatorio. Secondo alcune dichiarazioni pubbliche, riportate anche dal Washington Post, Trump e il suo team hanno l’intenzione di ridurre il peso burocratico degli Stati Uniti e abbattere costi pubblici e inefficienze. In questa missione, accanto a Trump c’è Elon Musk, che negli ultimi mesi ha spesso parlato di una “gestione governativa più agile”, come riportato anche da Bloomberg.

Vivek Ramaswamy, l’altro volto chiave del progetto, ha un background di successo nel settore farmaceutico con Roivant Sciences, una compagnia nota per l’approccio “lean” alla gestione delle risorse. La metafora del “progetto Manhattan” usata da Trump per presentare il dipartimento, sottolinea la portata radicale di questa ristrutturazione: il lavoro del DOGE dovrebbe annientare le inefficienze con la ferocia e l’esplosività di un ordigno nucleare.

Bisogna anche specificare che ogni intervento di Musk su Dogecoin ha avuto effetti significativi sul valore della criptovaluta. Questa volta non è stato diverso: l’annuncio del dipartimento DOGE ha visto il prezzo della meme coin raddoppiare in pochi giorni, passando da 0,2$ a più di 0,4$. Questo fenomeno è già avvenuto in passato in seguito al tweet di Musk o iniziative come la modifica temporanea del logo di X (ex Twitter) con quello di Dogecoin.

Insomma Dogecoin continua a beneficiare dell’attività del prossimo presidente degli Stati Uniti e del suo braccio destro Elon Musk. Attualmente occupa la sesta posizione nella classifica delle criptovalute per capitalizzazione di mercato. Dove può arrivare?


Bull market e altseason: come gestirli? Strategie e consigli

Bull market e altseason crypto: come gestirli

Una guida per navigare il bull market e l’altseason. Come sfruttare queste fasi di mercato?

I precedenti bull market e le passate altseason hanno offerto numerose opportunità agli investitori crypto, e probabilmente lo stesso accadrà nel ciclo rialzista attuale. Tuttavia, sfruttare al meglio questi momenti favorevoli del mercato non è affatto semplice, perché spesso entrano in gioco emozioni difficili da controllare.

In questa guida troverai alcuni suggerimenti pratici per gestire nel migliore dei modi i bull market e le altseason, che ti potranno essere utili per cercare di evitare gli errori più comuni, spesso dettati dall’avarizia o dall’eccessivo ottimismo. Prima, però, una precisazione: questo articolo è stato redatto analizzando i dati storici, ma non è detto che quanto è accaduto in passato si ripeta.

Bull market e altseason: quando cominciano?

La domanda presente nel sottotitolo ci può guidare in questo viaggio verso la comprensione dei bull market e delle altseason è, all’apparenza, semplice. Tuttavia, è piuttosto complesso dare una risposta, che arriverà più avanti dopo una serie di considerazioni generali. 

Ad ogni ciclo di mercato, quando Bitcoin rincomincia a muoversi verso l’alto, veniamo inondati da previsioni di prezzo e target di ogni tipo, che sicuramente lasciano il tempo che trovano. Al contrario, è più utile concentrarsi sulla variabile principale in un mercato ciclico come quello crypto: il tempo. Questo perché quanto successo, almeno fino ad oggi, si è sempre ripetuto, con alcune piccole differenze.

Non bisogna tralasciare alcuni indicatori molto importanti da tenere sempre d’occhio quando si analizza un ciclo di mercato. La Bitcoin dominance per esempio, che misura il “peso” di BTC nel mercato delle criptovalute e quindi la quota allocata sull’oro digitale della capitalizzazione totale. Ma anche il grafico ETH/BTC, che mette a confronto il prezzo delle due crypto principali del mercato, e il tempo trascorso dall’ultimo halving.

I cicli del mercato crypto sono scanditi dall’halving

Bull market e altseason sono due concetti distinti. Il primo contiene quasi sempre il secondo, anche se è capitato che le criptovalute alternative a Bitcoin registrassero ottime performance in momenti di mercato non propriamente positivi per BTC. 

Ciò che importante comprendere è che i cicli di mercato sono scanditi dall’halving, che ogni quattro anni dimezza le ricompense per i miner e quindi le emissioni di nuovi BTC. Le fasi di mercato di Bitcoin hanno avuto, generalmente, una durata di mille giorni, e il punto di minimo di ogni fase è stato toccato circa un anno dopo l’ultimo massimo storico (ATH) registrato precedentemente.

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Le fasi principali di un bull market

Che ci troviamo in bull market è ormai chiaro e lampante a tutti. Il prezzo di BTC ha appena superato i 90.000$ e sembra propenso a continuare a crescere. Vediamo però, sempre basandoci sui dati storici, quali sono state le fasi principali dei cicli rialzisti del passato.

Fase 1: Bitcoin domina il mercato

L’inizio della fase più esplosiva del mercato, quella in cui probabilmente ci troviamo attualmente. La maggior parte della la liquidità in ingresso nel mercato crypto confluisce su Bitcoin. Dall’altro lato Ethereum e la maggioranza delle altcoin faticano a tenere il passo del Re.

Fase 2: Ethereum recupera il terreno perso

Ad un certo punto Bitcoin rallenta e parte della liquidità che ha attirato inizia a ruotare su Ethereum. Almeno questo è quello che è successo da quando il “blockchain computer” esiste. 

Questo fenomeno ha sempre dato inizio ad una fase in cui le performance di ETH hanno superano quelle di BTC, caratterizzato anche dalle prime accelerazioni delle altcoin più promettenti. 

Fase 3: Inizio altseason

La liquidità in ingresso e le relative ottime performance di Ethereum hanno, in passato, istillato fiducia nelle crypto alternative più capitalizzate. Queste, soprattutto se prendiamo in esame gli ultimi due cicli, sono cresciute rapidamente, data la loro capitalizzazione di mercato decisamente inferiore rispetto a quella di BTC e ETH.

Durante l’ultimo bull market le indiscusse protagoniste sono state Solana (SOL), +1.200% da maggio a novembre 2021, e Avalanche (AVAX), +1.500% da giugno a dicembre 2021.

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Fase 4: Fine altsesason

L’ultima fase dell’altseason è sicuramente la più pericolosa. Le cosiddette mid e small cap, ovvero criptovalute spesso nuove e poco capitalizzate, hanno registrato esplosivi movimenti di prezzo in questa fase durante i cicli passati. 

Tuttavia, quando vivremo questo periodo, sarà molto importante non farsi prendere dalla FOMO. In particolare perché probabilmente ci troveremo agli sgoccioli del bull market e perciò potrebbe non valere la pena rimanere esposti in asset altamente rischiosi quando i prezzi tornano a scendere.

Insomma, la fine dell’altseason può essere paragonata ai fuochi d’artificio che chiudono uno spettacolo. Sono esplosivi e entusiasmanti ma durano molto poco e dopo finisce tutto. Alcuni utenti con poca esperienza, animati dal desiderio che il ciclo di mercato rialzista non finisca mai, che purtroppo può trasformarsi in una radicata convinzione, potrebbero registrare ingenti perdite se non seguono una strategia strutturata.

Perché Ethereum tende a rimanere indietro all’inizio di un ciclo?

Da due anni a questa parte chi segue con continuità il mercato avrà notato che Ethereum è molto indietro rispetto a Bitcoin. Questa disparità tra rendimenti è diventata ancor più visibile dopo l’ultimo movimento rialzista di BTC, che non è stato replicato dalla seconda criptovaluta più capitalizzata del mercato

Ciò accade perché il primo è, giustamente, percepito come l’asset più sicuro e consolidato nel mercato delle criptovalute. Perciò, quando inizia un nuovo ciclo rialzista, gli investitori tendono a concentrarsi su di lui, poiché è visto come un investimento meno rischioso rispetto alle altcoin. Questa tendenza si è addirittura amplificata dopo il lancio degli ETF spot su Bitcoin da parte dei più importanti fondi di investimento al mondo.

Nel mercato delle criptovalute esiste, poi, un fenomeno chiamato “rotazione del capitale”. Come detto nel paragrafo precedente, tipicamente la liquidità confluisce prima in BTC e gradualmente nelle altcoin, incluso Ethereum, quando il prezzo di BTC si stabilizza o raggiunge un picco locale. Insomma, ETH è sempre stato considerato il secondo asset del mercato crypto e quindi tende a performare meglio in una fase leggermente successiva del ciclo rialzista.

Proprio per questo è fondamentale tenere d’occhio i due indicatori che abbiamo già menzionato nel primo paragrafo di questo articolo: la dominance di Bitcoin e il ratio ETH/BTC. La prima raggiunge il suo picco immediatamente prima dell’inizio di una allseason, mentre la seconda il bottom, o punto di minimo.

La timeline dei cicli di mercato passati

Come abbiamo anticipato all’inizio di questo articolo, per gestire al meglio un bull market e un’altseason è fondamentale tenere d’occhio la variabile “tempo”. Perciò vediamo quanti giorni sono durati i cicli rialzisti passati, utilizzando come punto di partenza l’halving di riferimento.

Bull market del 2017

  • L’halving è avvenuto l’11 luglio, in quel momento il prezzo di Bitcoin era di 650$;
  • 225 giorni dopo, il 21 febbraio 2017, Bitcoin raggiungeva un nuovo massimo storico a quota 1.115$;
  • 297 giorni dopo, il 15 dicembre del 2017, registrava l’ultimo ATH di quel ciclo a quota 19.000$;
  • Rendimento tra i due ATH: +2.800% circa.

Bull market del 2020

  • L’halving del 2020 è avvenuto l’11 maggio, il prezzo di Bitcoin era di 9.000$;
  • 216 giorni dopo, il 13 dicembre 2020, BTC registrava un nuovo massimo storico a 19.200$;
  • 330 giorni dopo, l’8 novembre 2021, registrava l’ultimo ATH di quel ciclo a quota 69.000$;
  • Rendimento tra i due ATH: +259%.

Bull market del 2024

  • L’halving è avvenuto il 22 aprile, in quel momento il prezzo di Bitcoin era di circa 65.000$;
  • 195 giorni dopo, il 5 novembre 2024, BTC ha registrato un nuovo ATH a quota: 80.000$. In realtà, durante questo ciclo, è successa una cosa mai accaduta prima. È stato registrato un nuovo ATH prima dell’halving, l’11 marzo 2024. Tuttavia, per i fini della nostra analisi, quel movimento di mercato provocato anche dal lancio degli ETF spot può essere trascurato.
  • Se la storia dovesse ripetersi Bitcoin registrerà l’ultimo ATH di questo ciclo tra circa 300 giorni, e quindi a Settembre 2025.

Ethereum

E Ethereum? Essendo stato lanciato nel 2015 abbiamo meno dati storici da analizzare. Possiamo dire, però, che durante l’ultimo bull market ha rotto il precedente all-time high (ATH) il 19 gennaio 2021. E che ci ha impiegato circa 1100 giorni dal raggiungimento di quello precedente. Quindi, se la storia dovesse ripetersi dovrebbe superare il suo massimo storico a breve, il 17 novembre 2024. 

Ovviamente, nonostante la ciclicità del mercato crypto, il numero di giorni trascorsi tra un ATH e quello successivo non sarà mai lo stesso, e quindi è da intepretare come un dato puramente indicativo. Tuttavia, il fatto che Bitcoin abbia già iniziato a muoversi a rialzo in modo esplosivo sostiene, almeno in parte, la tesi presentata. Verrà presto il momento di Ether?

Cos’è la de-dollarizzazione? L’ascesa dei Brics minaccia la supremazia del dollaro?

Che cos’è la de-dollarizzazione? É in arrivo?

Che cos’è la de-dollarizzazione? Questo processo economico è già iniziato o gli USA riusciranno a mantenere la loro supremazia a livello globale?

Per rispondere alla domanda che cos’è la de-dollarizzazione si può dire che è un processo che implica una riduzione significativa dell’utilizzo della moneta fiat degli Stati Uniti, in particolare per quanto riguarda le transazioni commerciali e finanziarie globali. Nella storia, in particolare dalla prima guerra mondiale in poi, il dollaro è stato il Re delle valute, un pilastro dell’equilibrio finanziario globale.

Oggi però, dopo un lungo processo di globalizzazione e, soprattutto, con l’ascesa di economie una volta emergenti ma oggi sempre più importanti nel bilancio del Prodotto Interno Lordo (PIL) mondiale, la situazione potrebbe cambiare. Che cos’è davvero la de-dollarizzazione e come, questo processo, potrebbe cambiare la situazione economica globale?

Che cos’è la de-dollarizzazione?

Joyce Chang, presidente del Global Research di J.P. Morgan, afferma che: “l’idea che il dollaro stia perdendo il suo status di valuta di riserva si è rafforzata, soprattutto da quando il mondo si è diviso in blocchi commerciali dopo l’invasione russa dell’Ucraina e la crescente competizione strategica tra Stati Uniti e Cina.” 

Inoltre, all’interno della campagna elettorale statunitense si è parlato apertamente della possibilità di svalutare il dollaro per mantenere competitiva l’economia americana. Quindi cerchiamo di capire se il dollaro sta davvero perdendo terreno?

Prima di provare a rispondere a questa domanda urge specificare che cosa si intende per de-dollarizzazione. Come già anticipato, questo termine si riferisce alla progressiva decrescita dell’utilizzo della moneta statunitense, un processo che potrebbe minare, in un’ottica di lungo termine, il dominio del dollaro sui mercati finanziari globali, dove prestiti e finanziamenti vengono denominati in dollari.

Attualmente emergono due principali scenari capaci di erodere lo status del dollaro. Il primo, che possiamo definire interno, ha a che fare con la sicurezza e la stabilita del dollaro e quindi la posizione che occuperanno gli Stati Uniti d’America nei prossimi anni a livello economico. Rispondendo, principalmente, ad una domanda: gli USA resteranno la prima potenza economica, politica e militare del mondo?  Difficile dirlo ora, anche se questo è sicuramente uno degli obiettivi principali del neoeletto presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Tuttavia non è per niente scontato che riuscirà a raggiungerlo.

Passiamo, poi, al principale dei fattori esterni che potrebbero contribuire ad accelerare il processo di de-dollarizzazione. In questo senso i paesi da tenere d’occhio sono quelli appartenenti ai BRICs, in particolare Cina, India e Russia. Per esempio, se la Cina attuerà riforme politiche ed economiche che renderanno lo Yuan più sicuro e stabile e la liquidità sufficiente a gestire la crescente domanda globale.

Il possibile impatto della de-dollarizzazione

Sapere che cos’è la de-dollarizzazione significa anche conoscere il possibile impatto che questo fenomeno potrebbe avere sull’economia mondiale e sui paesi interessati, in particolare gli Stati Uniti. 

In primis, questo processo modificherebbe irreversibilmente l’equilibrio di potere tra i Paesi tra i paesi più potenti al mondo, rimodellando l’economia e i mercati globali, causando un rallentamento della crescita per gli asset finanziari statunitensi, rispetto al resto del mondo. Al contrario potrebbero crescere i rendimenti dei titoli a reddito fisso, come i titoli di stato (bond), a fronte di una decrescita della domanda.

La crescente debolezza del dollaro potrebbe, poi, rendere le esportazioni USA più competitive a livello globale, ma anche ridurre gli investimenti esteri nel paese e provocare una crescita dell’inflazione, dato che il costo dei beni importati sarebbe più alto. 

Quanto anticipato è già visibile sul mercato delle materie prime, dove alcuni Paesi hanno iniziato a usare valute alternative al dollaro, specialmente per acquistare il petrolio. Per esempio la Russia ha da tempo iniziato ad utilizzare il Rublo e le valute dui alcuni paesi “amici” come lo Yuan cinese, il Dirham degli Emirati Arabi Uniti e le Rupie indiane, per la compravendita di petrolio.

Infine, il processo di de-dollarizzazione potrebbe avere, come effetto collaterale, un aumento del prezzo dell’oro, dato che molte banche centrali potrebbero preferirlo come riserva di valore. In effetti gli asset scarsi per definizione, come l’oro o Bitcoin, sono storicamente molto più efficaci per raggiungere il sopracitato scopo.

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La de-dollarizzazione è imminente?

Dopo aver compreso che cos’è la de-dollarizzazione e il suo possibile impatto sul mercato globale possiamo tirare le somme; nello specifico cercando di capire questo processo è destinato ad accelerare nei prossimi mesi. È lampante come gli Stati Uniti abbiano dovuto affrontare una riduzione della loro quota di mercato all’interno del commercio globale. Tuttavia, ciò non implica necessariamente che il processo di de-dollarizzazione sia irreversibile.

Il calo della quota di dollari tra le banche centrali, soprattutto quelle dei mercati emergenti, non è sufficientemente ingente per giustificare questa preoccupazione. Altri fattori, come i depositi bancari, i fondi sovrani e gli investimenti esteri, continuano a sostenere il dominio della valuta statunitense. Inoltre, nonostante la crescente diversificazione nelle riserve valutarie, il dollaro rimane centrale nella finanza globale grazie a solide fondamenta strutturali come la profondità dei mercati di capitale e la trasparenza finanziaria.