Costruire un portafoglio di investimento? Le sfide del 2024 secondo Grayscale

Portafoglio di investimento: la guida di Grayscale

Come costruire un portafoglio di investimento diversificato? Ecco le 5 sfide da superare secondo Grayscale

Approcciandosi al mondo delle criptovalute, ma anche ad altre tipologie di asset, può capitare di chiedersi come costruire un portafoglio sufficientemente diversificato e bilanciato. Il team di Grayscale, uno dei più grandi fondi di investimento crypto al mondo, nonché titolare di uno degli ETF spot su Bitcoin più popolari al momento, ha redatto un approfondimento contenente le sfide più ardue che si frappongono tra gli investitori e questo obiettivo.

Attenzione, lo scopo di questo articolo è puramente informativo e nessun contenuto presente al suo interno va considerato come consiglio di investimento.

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Le 5 principali sfide degli investitori moderni

Per giustificare l’inserimento di Bitcoin, o di altre criptovalute, all’interno di un portafoglio di investimento sufficientemente diversificato, il team di Grayscale è partito analizzando cinque problematiche che vuole investire nel 2024 deve affrontare.

  1. Fine del bull market obbligazionario

Una delle sfide più ardue per gli “investitori di oggi” è strettamente connessa al mercato delle obbligazioni. In particolare alla fine del lungo rally rialzista che ha interessato questa tipologia di asset negli ultimi quarant’anni.

Dal 1979 in poi la Federal Reserve (FED), e l’allora presidente Paul Volcker, decisero di combattere aggressivamente l’inflazione. Se oggi la situazione è tutt’altro che rose e fiori, all’epoca era, a dir poco, disastrosa. Nel 1980 l’inflazione, infatti, toccò un picco del 15%. La Banca Centrale americana, in risposta, iniziò ad alzare aggressivamente i tassi di interesse, che si avvicinarono ad un massimo del 16% nel 1982. Quello è il picco di quello che Grayscale definisce il bull market dei bond.

Da quel momento in poi i tassi di interesse, e quindi i rendimenti delle obbligazioni governative, sono solo e soltanto scesi. Fino al 2020, quando l’inflazione è tornata a crescere, principalmente a causa della pandemia di COVID-19 e dell’instabilità geopolitica globale. 

In ogni caso, secondo Grayscale, il bull market dei bond si è concluso e, di conseguenza, investire in questi strumenti finanziari è diventato meno vantaggioso. Insomma, i titoli di stato potrebbero non essere più una componente chiave di un portafoglio efficacemente bilanciato come in passato, e potrebbe quindi essere necessario trovare un’alternativa.

  1. Anche le azioni stanno soffrendo


Con la decrescita dei rendimenti delle obbligazioni, dai primi anni 2000 in poi, abbiamo assistito ad incredibili ritorni del mercato azionario. Anche questi guadagni, però, stanno diventando sempre più risicati. Negli ultimi anni solo un ristretto gruppo di titoli ha continuato a garantire performance di prezzo soddisfacenti. 

Nel 2023 solo “i fantastici 7”, ovvero Meta (ex Facebook), Apple, Amazon, Netflix, Google, Microsoft e Tesla, hanno garantito agli investitori ottimi ritorni (107% in media). Le azioni delle restanti 493 compagnie che compongono l’S&P 500, un indice che racchiude le cinquecento aziende americane più capitalizzate, sono cresciute, in media, soltanto del 5%.

  1. Maggiore correlazione tra gli asset

Un’altra problematica che affligge gli investitori moderni ha a che fare con il motivo per il quale gli investitori diversificano il proprio portafoglio: evitare un’eccessiva correlazione tra gli asset che detengono. Questa sta, infatti, progressivamente crescendo negli ultimi anni. 

Le cause sono molteplici: la globalizzazione, le politiche monetarie delle banche centrali più inclini a emettere moneta, e la crescente popolarità di strumenti finanziari passivi, come gli ETF e la possibilità di accedere più facilmente ai mercati finanziari. 

Bitcoin può essere una soluzione a questo problema. È infatti un asset completamente diverso da tutti gli altri, soprattutto perché la sua disponibilità totale (total supply) è limitata a 21 milioni. 

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  1. Meno aziende si quotano in borsa

Un’altra tendenza, in parte connessa con quanto descritto nel punto precedente, ci dice che il numero di aziende che raggiunge, attraverso le initial public offering (IPO), la quotazione in borsa sta progressivamente diminuendo. Secondo la World Federation of Exchanges, il numero delle quotazioni di società pubbliche negli Stati Uniti è in calo dal 1997.

Ciò significa che le opportunità di investire in aziende giovani, innovative, e, almeno inizialmente meno correlate con il resto del mercato, sono sempre meno. Questo, secondo Grayscale, riduce fortemente le opportunità per gli investitori di diversificare efficacemente il proprio portafoglio e di ottenere grandi rendimenti.

  1. Investire è tendenzialmente più rischioso

Il trentennio 1980-2008 è stato uno dei periodi più redditizi di sempre per gli investitori. Sono stati anni esplosivi per la crescita dei PIL della maggior parte degli stati, caratterizzati da una brevissimi periodi di recessione e da un tasso di inflazione contenuto

Purtroppo però, lo scenario macroeconomico attuale è completamente diverso da quello sopracitato. L’inflazione è tornata a crescere così come il debito pubblico degli stati e la situazione geopolitica globale è fortemente peggiorata, tutti fattori che potrebbero incidere sui rendimenti dei portafogli.

Il trade-off tra rischio e rendimento

Secondo Grayscale le criptovalute e la tecnologia blockchain hanno le potenzialità per trasformare il sistema finanziario globale. Dal punto di vista degli investimenti però, le crypto possono essere un’ottima opportunità per diversificare il proprio portafoglio.

Per comprendere a pieno cosa c’è dietro a questa affermazione dobbiamo prima affrontare una delle regole che chi opera sui mercati tradizionali deve, per forza, conoscere: il bilanciamento, o trade-off, tra rischio e rendimento

Questa inviolabile legge ci dice, ad esempio, che gli asset che garantiscono un ritorno fisso offrono tendenzialmente rendimenti inferiori a fronte di un minor grado di rischio. Dall’altro lato i mercati più volatili, come quello azionario, garantiscono spesso ritorni più elevati ma anche più rischi.

Nel corso della storia sono nate diverse soluzione per migliorare il bilanciamento tra rischio e rendimento dei portafogli, ecco le più comuni:

  • le private equity: aziende non quotata in borsa;
  • investimento nel mercato immobiliare o in strumenti finanziari che ne seguono l’andamento;
  • i venture capital;
  • delle strategie di risk parity i cui le quote di un portafoglio vengono corrette sulla base della volatilità, possono anche implicare l’utilizzo della leva finanziaria.

Questi approcci si sono spesso rivelati efficaci ma presentano elevate barriere all’ingresso, in altre parole, non sono sempre disponibili per gli investitori individuali. Le criptovalute possono essere una soluzione per espandere lo spettro di opportunità per i cosiddetti retailer.

Il ruolo delle criptovalute

Dunque come si collocano le crypto in questo discorso di Grayscale? Secondo il fondo di investimenti, questa nuova asset class è un’opportunità per chi intende incrementare il rendimento atteso del proprio portafoglio ed è disposto ad accettare un più elevato grado di rischio. Bitcoin, spesso definito “l’oro digitale”, negli anni passati ha dimostrato una bassissima correlazione con gli altri asset, il che lo rende uno strumento di diversificazione particolarmente efficace.

Ma il vero punto di forza di questa asset class, secondo il fondo di investimento, ha a che fare con la loro accessibilità. Negli ultimi anni acquistare criptovalute è diventato sempre più semplice e questa tendenza è culminata di recente con l’approvazione degli ETF spot su Bitcoin.

Insomma, secondo Grayscale, possedere una quota di crypto all’interno del proprio portafoglio che rispetti il proprio grado di propensione al rischio potrebbe consentire agli investitori di superare le sfide che abbiamo approfondito nel primo paragrafo.

Evergrande: la caduta di un gigante

Evergrande: azioni crollano dell’87%, cosa succede all’economia cinese?

La liquidazione di Evergrande, fallisce la seconda azienda immobiliare cinese più capitalizzata. Cosa sta succedendo al colosso?

Le azioni di Evergrande sono crollate a picco nella giornata di ieri e oggi le contrattazioni sulla stock sono state sospese. Il motivo è connesso alla decisione dell’Alta Corte di Hong Kong che ha ordinato la liquidazione del gruppo.

Qual è la storia recente di questo colosso del mercato immobiliare Cinese, cosa è successo dal 2021 a oggi e perché questo gigante sta soccombendo? Quali sono gli effetti che il default di Evergrande potrebbe sortire sul mercato cinene e globale? Dobbiamo aspettarci un’altra “crisi del 2008?”

Cos’è Evergrande?

Evergrande, precedentemente nota come Hengda Group, è stata fondata dall’uomo d’affari Hui Ka Yan nel 1996 a Guangzhou, nel sud della Cina. L’azienda si è inizialmente insediata nel mercato immobiliare per poi espandersi in altri settori. Attualmente Evergrande Real Estate gestisce più di 1.300 progetti in oltre 280 città della Cina mentre le attività del gruppo spaziano dalla gestione patrimoniale alla produzione di auto elettriche, alimenti e bevande. 

Evergrande possiede anche una delle squadre di calcio più importanti del Paese, il Guangzhou FC. Il suo fondatore Hui Ka Yan è stato in passato la persona più ricca dell’Asia e, nonostante il crollo della sua ricchezza dell’ultimo periodo, ha un patrimonio personale di circa 2,8 miliardi di dollari, secondo Forbes.

Crollo azioni Evergrande: l’inizio della crisi

Il crollo di Evergrande, un tempo secondo colosso immobiliare Cinese, che ha portato l’azienda a contrarre un debito di 330 miliardi di dollari è iniziato nel 2021, quando il default del colosso ha fatto tremare l’economia cinese. Le principali cause di questo crollo sono da attribuire alle politiche aziendali aggressive e al forte indebitamento degli anni passati. L’azienda aveva infatti richiesto prestiti per svariati miliardi di dollari dopo la pandemia di Covid-19 per provare ad entrare in alcuni nuovi mercati, tra cui quello delle auto elettriche e quello dei parchi a tema.

Queste mire espansionistiche sono però coincise con le nuove misure del governo cinese per controllare il debito. Ciò ha provocato una reazione a catena che ha obbligato Evergrande a svendere varie proprietà per far fronte al pagamento degli interessi sui prestiti. 

In quel frangente, nonostante i tentativi, Evergrande non è riuscita a ripagare i costi dei finanziamenti. Questo episodio ha poi obbligato Fitch, una delle più grandi agenzie di rating del mondo, a dichiarare la bancarotta del colosso. Ovviamente i mercati non presero bene la notizia, il titolo dell’azienda cinese crollò tanto da forzare la borsa di Hong Kong a mettere in pausa il trading sull’azione.

Il crollo di Evergrande da agosto a oggi

L’ultimo crollo delle azioni di Evergrande, prima di quello di ieri che ha obbligato la borsa di Hong Kong a interrompere nuovamente il trading sul titolo, è avvenuto alla fine di agosto. A causarlo era stata la pubblicazione del disastroso bilancio della società. Evergrande, nei primi sei mesi del 2023, aveva preso 4,5 miliardi di dollari accumulando un debito totale di 330 miliardi.

Questi dati le garantivano, e le garantiscono tuttora, un triste primato: quello della società più indebitata al mondo. Sempre ad agosto Evergrande aveva presentato un’istanza di fallimento chiedendo la protezione dei creditori che però non ha convinto né i creditori né l’Alta Corte di Hong Kong. D’altronde, già quest’estate, in pochi si aspettavano una risurrezione del colosso.

Il destino del gruppo cinese è dunque la liquidazione, in risposta alla sua incapacità di gestire l’enorme debito accumulato dal default del 2021 in poi. Il direttore esecutivo di Evergrande, Shawn Siu, ha definito “deplorevole” la decisione del regolatore di Hong Kong dichiarando poi che la compagnia si impegnerà per salvaguardare i diritti e gli interessi dei creditori sia nazionali che internazionali.

Il possibile impatto sul mercato Cinese

Salvare Evergrande da questo crollo avrebbe voluto dire compiere una delle più grandi ristrutturazioni del debito della storia. Tuttavia ciò non è avvenuto, e ora il fallimento potrebbe causare un effetto domino devastante per l’economia mondiale. Sono infatti 10 i fondi obbligazionari in credito nei confronti del colosso.

Inoltre, il problema che affligge il mercato immobiliare cinese non è localizzato ma bensì sistemico e sta colpendo anche altre realtà. Anche Country Garden, l’altro colosso nel settore del real estate del paese, recentemente ha faticato a pagare 22,5 milioni di dollari di cedole sulle sue obbligazioni. Questo perché è proprio l’intero mercato immobiliare cinese ad essere in crisi. Le vendite di immobili nei primi due trimestri del 2023 sono scese del 6,5% e il totale della superficie venduta è calato del 50% circa rispetto al 2021.

Il problema più grave però riguarda la dipendenza del mercato cinese rispetto a questo settore. Più del 25% del prodotto interno lordo (PIL) del paese infatti deriva proprio dal real estate. Insomma l’immobiliare è il motore di questa economia.


Infine la Cina, al contrario della maggior parte dei paesi occidentali, sta affrontando un periodo di deflazione, il fenomeno economico opposto rispetto all’inflazione. Quando questa si verifica i prezzi al consumo scendono e la crescita rallenta o addirittura si ferma. Questo scenario, insieme al possibile crollo del settore immobiliare che potrebbe avvenire dopo il collasso di Evergrande, potrebbe causare una crisi senza precedenti per il paese.

Sei sul blog di Young Platform, la piattaforma italiana per comprare criptovalute. Qui puoi trovare le ultime novità su blockchain, Bitcoin e Web3. Raccontiamo da vicino questa economia emergente con un occhio alla finanza tradizionale, così hai tutto quello che ti serve per entrare nella nuova era del denaro. 

Avalanche (AVAX) acquisterà alcune meme coin nate sulla sua blockchain

Avalanche meme coin: il suo programma di incentivi

L’Avalanche Foundation ha annunciato che acquisterà alcune meme coin per far fede al suo programma di incentivi “Culture Catalyst”.

Le meme coin su Avalanche potrebbero trovare terreno fertile per crescere data la volontà della sua Foundation, un’organizzazione no profit che vigila sullo sviluppo della blockchain, di acquistarne alcune per supportare il suo Culture Catalyst program. Questo programma è stato lanciato l’anno scorso per stimolare l’innovazione e incrementare l’adozione della rete attraverso qualsiasi iniziativa creativa che la tecnologia consente.

Avalanche sta diventando quindi una blockchain a 360 gradi che riesce ad accontentare sia i grandi investitori istituzionali sia chi vuole prendere il mondo crypto “meno seriamente”. Scopri tutto sul programma di incentivi per le meme coin su Avalanche e quali sono i criteri per farne parte.

L’Avalanche Foundation e le meme coin

Anche se il Culture Catalyst program è stato lanciato più di un anno fa l’idea del Avalanche Foundation di acquistare alcune meme coin nate sulla rete è recente. Nel post dall’annuncio, pubblicato alla fine di dicembre 2023, si legge che, secondo il team di sviluppo, le monete ispirate alla cultura e all’umorismo di internet sono i principali rappresentanti dello spirito comune delle crypto community.

Insieme all’annuncio il team ha anche comunicato che le meme coin che intendono far parte della raccolta della Avalanche foundation verranno valutate su alcuni criteri chiave come: il numero di holder e le modalità in cui sono state lanciate. Continua a leggere per scoprire, nel dettaglio, i requisiti che le meme coin su Avalanche devono soddisfare.

I requisiti per accedere al programma

Come si legge nell’articolo pubblicato sul blog dell’Avalanche Foundation i criteri che hanno scelto sono concepiti per valutare che il team, pur impegnandosi nello sviluppo di meme coin, dimostri impegno e correttezza. Ecco i criteri che le meme coin devono soddisfare.

1. Il lancio deve essere equo

Il termine “fair launch” è molto utilizzato nel settore per identificare quei progetti a cui non è possibile accedere in modo anticipato. Ovvero non ci deve essere la possibilità di acquistare token in sede preliminare e, di conseguenza, nessun utente deve ottenere privilegi. Nell’articolo di blog dell’Avalanche Foundation vengono poi elencate le seguenti caratteristiche per determinare l’effettiva sicurezza del token.

  • I creatori dello smart contract devono aver rinunciato alla proprietà del token (ownership);
  • la liquidità iniziale deve essere stata bruciata o adeguatamente bloccata;
  • devono essere stati implementati dei meccanismi di protezione “anti whale”, che limitano la quantità massima di token detenibile;
  • I membri dei team di sviluppo non devono essere in possesso di token;

2. Precauzioni per gli sniper bot

Gli sniper bot sono programmi informatici che consentono agli utenti di acquistare token pochissimi secondi dopo che sono stati lanciati. Questi strumenti, che avvantaggiano fortemente chi li possiede a discapito degli utenti comuni, contribuiscono a rendere il trading di token meno equo oltre a compromettere irreversibilmente il futuro di un progetto. 

Per questo motivo l’Avalanche Foundation intende sostenere solo quei progetti che adottano le contromisure necessarie per limitare l’accesso agli sniper bot, prevalentemente attraverso campagne di whitelisting. Queste consistono nel consentire l’acquisto di token nei primi minuti dopo il lancio soltanto agli utenti che:

  • Possiedono uno o più NFT di collezioni riconosciute da Avalanche;
  • possiedono un dominio NFT Avvy (.avax);
  • hanno interagito frequentemente con le applicazioni decentralizzate o con le subnet ( o sidechain) della blockchain;

3. Le altre best practise

L’Avalanche Foundation ha anche fornito alcune linee guida più generali che i progetti devono rispettare per far parte del Culture Catalyst program:

  • Lo smart contract del token deve essere correttamente verificato;
  • l’indirizzo del wallet del creatore del contratto deve essere stato sottoposto alla due diligence della community di Avalanche;
  • lo smart contract deve essere considerato sicuro dai principali blockchain scanner;
  • gli holder devono essere almeno 2.000;
  • le cosiddette whale, ovvero gli utenti in possesso di una grande quantità token, non devono possederne un numero eccessiva. Per ovviare a questo problema è possibile impostare una funzione all’interno dello smart contract che limiti gli acquisti di chi possiede già il massimo detenibile;
  • la liquidità delle pool deve essere sufficiente a garantire acquisti e vendite senza intoppi (uguale o superiore a 200.000$) e, come già anticipato, bloccata per un lungo periodo di tempo o burned (non accessibile);
  • la capitalizzazione di mercato delle community coin che vogliono accedere al Culture Catalyst program deve essere di almeno 1 milione di dollari e il volume di scambio giornaliero medio, di minimo 100.000$;
  • il token della comunità deve nativo dell’ecosistema Avalanche, ovvero esistere soltanto su questa blockchain;

Questi erano tutti i più importanti requisiti che le meme coin di Avalanche devono rispettare per entrare a far parte del Culture Catalyst Program, continua a seguire il nostro blog per scoprire come si svilupperà il progetto della foundation.

Bitcoin ha perso il 20% in poco più di una settimana, siamo davvero in bull market?

Prezzo di Bitcoin -20%, siamo davvero in bull market?

Il bull market è davvero iniziato? Bitcoin, dall’inizio di gennaio, ha perso circa il 20%. Scopri cosa potrebbe accadere nei prossimi mesi

Se ci basassimo sulla definizione di bear market per i mercati finanziari tradizionali, Bitcoin, in questi giorni, si troverebbe in una fase di mercato di questo tipo. Questa afferma che i cicli di mercato ribassisti iniziano quando il prezzo di un indice, come il Dow Jones, l’S&P 500 o anche Bitcoin per il mercato crypto, perde almeno il 20% del valore. Questo è esattamente quello che è successo dopo che gli ETF spot su Bitcoin sono stati approvati. 


Il mercato crypto, però, è completamente diverso da quello tradizionale, anche da questo punto di vista. Per dimostrarlo si può analizzare l’andamento di Bitcoin durante tutti i bull market passati: la crypto ha sempre subito importanti battute d’arresto, nonostante movimenti rialzisti incredibilmente esplosivi sul lungo periodo. 

Nel primo mercato “toro” della storia delle criptovalute, BTC ha dovuto affrontare un movimento del 20% ben 19 volte. Mentre per quanto riguarda l’ultimo ciclo (2020 – 2021), questo è successo ogni 73 giorni. Resta quindi da chiedersi dopo la recente correzione del prezzo di Bitcoin, se siamo in bull market o meno.

La discesa di Bitcoin dopo l’approvazione degli ETF

Nei giorni successivi all’approvazione degli ETF spot su Bitcoin abbiamo assistito ad un “sell the news”. Questo significa che il prezzo delle principali criptovalute del mercato è sceso in seguito all’evento. Il valore di Bitcoin ha dapprima raggiunto il punto di massimo annuale dei 49.000$ e poi crollato verso quota 41.500$, registrando un movimento del -15% circa in meno di quarantotto ore.

Nei giorni successivi poi il dump è continuato e ha portato BTC a sfiorare l’area dei 38.500$, dove è, finalmente, fatta sentire la domanda. Ora si trova sul livello dei 40.000$ dove sembra aver trovato un supporto da cui ripartire. Tuttavia, il livello da tenere d’occhio per capire se Bitcoin ha ritrovato il giusto equilibrio è quello dei 41.700$, se dovesse essere riconquistato potrebbe essere il punto di partenza per una nuova fase rialzista.

In ogni caso la price action di Bitcoin resta positiva sul lungo termine. La crypto ha registrato, da ottobre a dicembre, otto settimane rialziste consecutive e mancano meno di cento giorni all’halving, un evento storicamente positivo per il suo prezzo. Dopo quello del 2012 il valore di BTC è aumentato quasi del 12.000%, mentre nei mesi immediatamente successivi a quello del 2020 del 300% circa

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I bull market nella storia

Dopo aver analizzato i recenti movimenti del prezzo di Bitcoin possiamo confrontarli con i cicli rialzisti del passato. Innanzitutto dobbiamo specificare che, se prendiamo come punto di partenza questo ciclo rialzista il periodo immediatamente successivo al crollo di FTX, questo sarebbe il quarto ritracciamento superiore al 20% che affrontiamo. Ma quanti ne sono avvenuti nei cicli passati?

  • Febbraio 2011 – aprile 2013: in quello che molti considerano il primo bull market della storia il prezzo di Bitcoin è sceso del 20% o più in 19 occasioni, spesso molto vicine tra di loro. Il mese più difficile, che probabilmente fece dubitare tanti holder di BTC è stato giugno, per colpa di quattro crolli di prezzo molto ravvicinati tra loro.
  • Giugno 2015 – dicembre 2017: durante questo ciclo rialzista si sono verificati importanti movimenti a ribasso in media ogni 64 giorni. Il movimento di prezzo complessivo di Bitcoin in questo periodo è stato del +8.900%.
  • Febbraio 2019 – novembre 2021: la tesi secondo cui i crolli del 20% o più diventano meno frequenti al crescere dell’adozione di Bitcoin è corroborata da quanto accaduto nell’ultimo bull market. In quel frangente si è verificato questo scenario ogni 73 giorni.

Durante l’attuale ciclo, che dovrebbe essere iniziato a novembre 2022, il prezzo di Bitcoin sta affrontando crolli superiori al 20% mediamente ogni 102 giorni. Con il passare del tempo, BTC diventa sempre meno volatile, il che è normale visto che l’oscillazione del valore è inversamente proporzionale alla capitalizzazione di mercato e che questa sta continuando a crescere.

Cosa succederà in futuro? Bitcoin, con l’ondata di adozione che potranno portare gli ETF spot Bitcoin diventerà un asset sempre più stabile? Potrà mai essere paragonato agli indici più famosi del mercato azionario? 

Assegno unico universale: quando arrivano i pagamenti?

Pagamento Assegno unico: quando arriverà?

Quando arriveranno i pagamenti dell’Assegno unico universale per il 2024? Quali nuclei familiari lo riceveranno? Scoprilo in questo articolo

Quando arriverà il pagamento dell’Assegno unico nel 2024? Dal 17 al 19 per le famiglie la cui rata non ha subito nessuna variazione. Mentre i nuclei familiari la cui rata è cambiata devono aspettare gli ultimi giorni del mese.

Conoscere quando sarà erogato il pagamento dell’Assegno unico universale può essere un’ottima scusa per capire cos’è e come funziona questo sussidio. Scopri la definizione, il calendario di emissione per i prossimi mesi e le modalità di accesso.

Assegno Unico Universale: cos’è e come funziona?

L’Assegno unico universale è una misura economica volta a sostenere le famiglie con figli a carico disciplinata dalla Legge delega 46/2021 e introdotta marzo del 2022. Possono ricevere questo aiuto tutte le famiglie con figli (dal settimo mese di gravidanza fino al compimento del 21esimo anno di età).

Questo sussidio va a sostituire una serie di prestazioni attive negli anni passati, come:

  • Bonus Bebè;
  • Fondo prestiti ai neo genitori;
  • Assegni al nucleo familiare;
  • le detrazioni sui figli a carico;
  • Premio alla nascita di 800 euro;


Per ottenere il pagamento dell’Assegno unico universale è necessario presentare la domanda sul sito web dell’Inps o tramite gli istituti di patronato. L’ISEE, al contrario di quanto si possa pensare, non è obbligatorio per ricevere il sussidio, ma se non lo si presenta si ha diritto soltanto all’importo minimo. 

In altre parole, come accade per il pagamento delle tasse universitarie, non allegare questo documento alla richiesta comporta l’ingresso nell’ultimo scaglione. 

I requisiti

Ricevono il pagamento dell’Assegno unico tutti i nuclei familiari con almeno un figlio minorene a carico (dal settimo mese di gravidanza in poi). Anche chi ha un figlio maggiorenne può riceverlo a patto che esso:

  • Frequenti un qualsiasi corso di studi;
  • svolga un tirocinio o un’attività lavorativa e percepisca un reddito annuo complessivo inferiore a 8.000 euro;
  • sia registrato come disoccupato e in cerca di lavoro;
  • svolga il servizio civile universale;

Vediamo ora a quanto ammonta il pagamento dell’Assegno unico in base all’ISEE della famiglia interessata. Ovviamente queste due cifre sono inversamente proporzionale, maggiore è l’ISEE e minore sarà l’importo ricevuto.

Assegno unico in base all’ISEE

Pagamento Assegno unico: calendario

Per conoscere quando arriverà l’Assegno unico devi sapere che l’Inps collabora con la Banca D’Italia in modo da fornire questa informazione in anticipo per, almeno, i primi sei mesi del 2024. 

Ecco il calendario delle date di pagamento dell’assegno unico e universale per il periodo che va da gennaio a giugno del 2024.

  • 17, 18, 19 gennaio 2024;
  • 16, 19, 20 febbraio 2024;
  • 18, 19, 20 marzo 2024; 
  • 17, 18, 19 aprile 2024;
  • 15, 16, 17 maggio 2024;
  • 17, 18, 19 giugno 2024;


Bisogna inoltre specificare che per i nuclei familiari che fanno richiesta per la prima volta il pagamento dell’Assegno unico arriverà nell’ultima settimana del mese successivo a quello in cui è stata presentata.


Donald Trump: NO alle CBDC

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Donald Trump ha parlato di Central Bank Digital Currencies (CBDC) in un comizio elettorale nel New Hampshire. Scopri cosa ha detto

Donald Trump, attualmente il candidato favorito per le elezioni americane sul fronte repubblicano, ha tenuto un comizio elettorale nel New Hampshire nella giornata di ieri. Tra i diversi temi trattati, compaiono anche le controverse Central Bank Digital Currencies (CBDC), monete digitali emesse dalle banche centrali. 

Sebbene gli istituti di credito abbiano pubblicizzato questa nuova forma di valuta comparandola alle crypto, questi due mezzi di scambio sono profondamente diversi, soprattutto dal punto di vista della decentralizzazione.

Le CBDC sono valute che si ispirano a BTC ma agli antipodi in termini etici. Bitcoin è infatti nato proprio come alternativa alle monete di stato che possono essere illimitatamente emesse dai governi. La sua fornitura massima è invece di 21 milioni, caratteristica che la rende un’ottima opzione per conservare il proprio potere d’acquisto.

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Donal Trump dice no alle CBDC

L’ex presidente degli Stati Uniti, durante un comizio elettorale nel New Hampshire, si è espressamente dichiarato contrario alla CBDC. Durante il suo speech ha affermato che, nel caso in cui venisse nuovamente eletto, non permetterà l’introduzione di un dollaro digitale emesso dalla Federal Reserve (FED). Secondo Trump, infatti, una CBDC contribuirebbe ad accentrare ulteriormente il potere nelle mani della banche centrali.

“Questa sera farò anche un’altra promessa per proteggere gli americani dalla tirannia governativa,” ha detto il tycoon. “Come vostro presidente, non permetterò mai la creazione di una valuta digitale della Banca Centrale. Una tale moneta darebbe al governo federale, al nostro governo federale, un controllo assoluto sul vostro denaro.”

Resta incerto il motivo per cui l’ex presidente abbia scelto di pronunciare queste parole proprio nel discorso di ieri, specialmente considerando che la notizia secondo la quale la Federal Reserve (FED) stia esplorando la possibilità di emettere una CBDC non è recente. L’ultima dichiarazione di Jerome Powell risale a marzo 2023. In quell’occasione il presidente aveva dichiarato che la Banca Centrale Americana avrebbe sicuramente avuto bisogno, in futuro, di una valuta di questo tipo.

CBDC: la situazione attuale

L’adozione di questa “nuova” tipologie di monete sembra in crescita. Secondo il Central Bank Digital Currency Tracker, uno strumento che misura, in tempo reale, la situazione in tutti i paesi che fanno parte del Consiglio Atlantico, il 98% (130 paesi) sta esplorando questa opzione per applicarla alla propria economia. Questo numero è fortemente cresciuto negli ultimi anni, nel 2020 gli stati che consideravano di evolversi in questo senso erano soltanto 35. Inoltre, quasi la totalità dei paesi appartenenti al G20 (19) sarebbero in una fase avanzata dello sviluppo delle CBDC.

I paesi in cui questo tipo di valuta sono state effettivamente lanciate sono però, ad oggi, soltanto 11: Nigeria, Bahamas, Jamaica e otto Paesi membri dell’Unione valutaria dei Caraibi orientali (Anguilla, Antigua e Barbuda, Grenada, Saint Kitts e Nevis, Santa Lucia, Dominica, Saint Vincent and the Grenadines, Montserrat). 

Pertanto, questi ‘esperimenti’, essendo stati condotti in paesi con economie relativamente piccole, potrebbero non fornire un’indicazione affidabile dell’impatto delle CBDC nelle economie più sviluppate. Continua a seguire il nostro blog per leggere tutte le ultime news su questo controverso tema.

Ethereum Cancun: tutto quello che devi sapere sul prossimo aggiornamento

Ethereum Cancun, cos’è? Le cose da sapere sull’aggiornamento

Che cos’è Cancun, l’aggiornamento di Ethereum e quando arriverà? Scopri tutto in questo articolo!

Cos’è Ethereum Cancun, il prossimo aggiornamento della blockchain in arrivo all’inizio del 2024 recentemente soprannominato Dencun (Denab + Cancun)? Il network creato da Vitalik Buterin non smette mai di rinnovarsi, e nei primi mesi del prossimo anno rilascerà una nuova pietra miliare del suo sviluppo. Il 17 gennaio l’update sarà pubblicato sulla testnet Goerli, il 30 su Sepolia e il 7 febbraio su Holesky.

Quali sono gli obiettivi principali del pacchetto di update? Incrementare la scalabilità, la sicurezza e l’usabilità della blockchain di Ethereum. Ecco tutto quello che devi sapere sull’aggiornamento Cancun.

Ethereum Cancun: cos’è?

Le cose da sapere sull’aggiornamento di Ethereum Cancun sono tante. Innanzitutto, come spesso accade quando la blockchain creata da Vitalik Buterin si aggiorna, non lo fa su un solo fronte. L’update racchiude un grande numero di innovazioni, alcune di esse potrebbero avere un forte impatto sul network.

Tra tutte le proposte di miglioramento presenti all’interno dell’aggiornamento le principali sono due. Le altre, sicuramente importanti, sono però molto tecniche e difficili da comprendere per chi non è uno sviluppatore. 

Le risposte alla domanda che cos’è Ethereum Cancun riguardano principalmente la EIP-4844 che prende il complesso nome di Proto-Danksharding e l’eliminazione della funzione “self destruct” degli smart contract. 

Che cos’è il Proto-Danksharding?

La prima cosa da sapere sull’aggiornamento di Ethereum, è che il Proto-Danksharding fa parte di “The Surge”, un “pacchetto” che racchiude tutte le iniziative del network volte ad incrementare la scalabilità. La EIP-4844 introdurrà un nuovo tipo di transazione, denominata dal team di sviluppo “blob-carrying transaction”, che ottimizzerà lo spazio occupato da queste ultime sugli Optimistic e sugli Zero-Knowledge rollup. L’introduzione dell’EIP-4844 dovrebbe rendere i Layer 2 di Ethereum più veloci. Secondo gli sviluppatori le transazioni sui rollup diventeranno fino a 100 volte più rapide.

Il team di sviluppo punta tutto sui Layer 2! Puoi considerare di dedicare una parte del tuo portafoglio crypto a queste soluzioni di scalabilità, le più famose ed utilizzate sono Optimism (OP) e Arbitrum (ARB).

Scopri i Layer 2 di Ethereum su Young Platform

La funzione self destruct e i nodi stateless

L’ultima delle cose da sapere sull’aggiornamento di Ethereum Cancun fa parte del “pacchetto” The Purge, che racchiude le iniziative intraprese per rendere la blockchain più leggera. Per raggiungere questo scopo verrà eliminata la funzione “self destruct”, che provoca l’autodistruzione degli smart contract. 

In questo modo Ethereum incentiverà la nascita dei nodi stateless (senza stato), client che verificheranno la legittimità delle transazioni senza possedere tutto lo storico della blockchain

Lo stato (in inglese “state”) di una blockchain è una sorta di screenshot che racchiude tutte le informazioni del network in un dato istante. Ad esempio il bilancio delle crypto possedute da ogni address e la condizione di ogni smart contract

Grazie ai client stateless gestire un nodo potrebbe diventare più semplice! Se questo succederà Ethereum diventerà ancora più decentralizzato, dato che sempre più persone potranno svolgere questa attività, oggi molto costosa per via della grande quantità di memoria necessaria. In ogni caso i nodi che racchiudono tutto lo storico della blockchain continueranno ad esistere, i cosiddetti archive node sono indispensabili per garantire la totale sicurezza della rete.


A questo punto, dovresti aver compreso che cos’è Ethereum Cancun: l’ennesimo aggiornamento del network che dovrebbe renderlo più veloce e leggero.

Quali sono le 5 meme coin più famose?

Meme Coin che cosa sono? Le 5 più famose

Da Dogecoin a Shiba Inu, passando da Bonk e Pepe. Cosa sono le meme coin e quali sono le 5 più famose?

Le meme coin, che ci si creda o no, sono una componente importante nell’immenso mondo delle criptovalute. Questo tipo di crypto dominano le fasi rialziste di mercato per poi quasi scomparire durante i bear market. Il termine meme coin può essere definito un neologismo, coniato per  descrivere la prima criptovaluta nata in onore di un meme: Dogecoin. La prima meme coin è stata quindi Dogecoin che ad oggi, è ancora la più famosa e capitalizzata. 

Ma qual è la definizione di meme coin? Le meme coin sono criptovalute nate da meme di internet o per un episodio irriverente della sua cultura. Il termine “meme coin” è spesso utilizzato dagli utenti per descrivere una crypto con un’accezione negativa anche se, talvolta, sono i progetti stessi a definirsi in questo modo. Le meme coin però non sono tutte uguali. Alcune nascono per scherzo e rimangono tali, altre riescono a sviluppare un progetto e consolidare la loro posizione. Scopri le differenze e le caratteristiche comuni delle 5 più famose meme coin da Dogecoin a Pepe!

1. Dogecoin

Dogecoin (DOGE) è stata creata nel 2013 da Jackson Palmer e Billy Markus e si basa su un meccanismo di consenso Proof-of-Work. Dopo Bitcoin è la seconda crypto PoW per capitalizzazione di mercato. La prima meme coin della storia si ispira al famoso meme raffigurante un cagnolino di razza Shiba Inu (di nome Kabosu) accompagnato da brevi e sgrammaticate frasi in Comic Sans, una sorta di monologo interiore del Doge.

Dogecoin è una di quelle meme coin che “ce l’hanno fatta”. La roadmap di Dogecoin è molto semplice e breve e sembra anch’essa ispirata al modo di esprimersi sgrammaticato del meme raffigurante il Doge: “utility -> adoption”. Questa equazione sta a significare che l’ obiettivo di Dogecoin per il futuro, e di conseguenza l’utilità che il team pensa di dare alla crypto Dogecoin, è l’adozione. Il processo di adozione si sta concretizzando grazie alla scelta di importanti aziende di ad accettare Dogecoin come metodo di pagamento. Tra queste aziende ci sono AMC, Twitch, Tesla e SpaceX. La fama di Dogecoin dipende anche dal suo rapporto con quello che oramai è il proprietario di X (ex Twitter), Elon Musk. A proposito di X, Dogecoin ad aprile 2023 è diventata il logo del social network  per qualche ora.

Elon Musk, soprannominato dalla community di Dogecoin “The Dogefather”, è stato il primo sostenitore famoso del progetto e la crypto DOGE deve gran parte del proprio successo proprio all’imprenditore In un certo senso tutte le meme coin create in onore dei nostri amici a quattro zampe sono figlie di Musk.   

2. Shiba Inu

Tra le 5 meme coin più famose del mondo crypto c’è senza dubbio Shiba Inu (SHIB). Shiba Inu è nata da un esperimento: replicare il progetto Dogecoin e far diventare mainstream un’altra crypto ispirata ad un cagnolino. Il progetto di Shiba Inu è stato creato nel 2020 da uno sviluppatore anonimo conosciuto con lo pseudonimo di Rioshy. La crypto di Shiba Inu, SHIB in realtà non è una vera e propria coin, dato che non possiede ancora una propria blockchain, ma un token ERC-20 costruito sul network di Ethereum. Anche se viene considerata in maniera dispregiativa “solo” una meme coin, nel corso del tempo la crypto Shiba Inu ha integrato varie funzioni all’interno del suo ecosistema

L’ecosistema di Shiba Inu si è popolato di un exchange decentralizzato (DEX) con AMM simile a Uniswap, ShibaSwap, e da altri due token: BONE e LEASH. Il primo è il token di governance che garantisce, a chi lo possiede, di partecipare alle decisioni sul futuro dell’ecosistema e LEASH viene distribuito come reward a chi mette in staking SHIB su ShibaSwap. Nell’ultimo periodo il team di Shiba Inu ha rilasciato anche un gioco per smartphone di nome Shiba Eternity che ha riscosso molto successo raggiungendo le prime posizioni della sezione “giochi di carte” su App Store e Play Store. Ma non solo, ad agosto 2023 è arrivata anche Shibarium una blockchain Layer 2 di Ethereum che sarà la casa virtuale di tutti i prossimi prodotti del progetto.

  1. Bonk

Anche Solana ha la sua meme coin di punta, anch’essa ispirata ad un cagnolino: BONK, lanciata il giorno di natale del 2022 attraverso un airdrop e distribuita ad alcuni utenti attivi sulla blockchain. Nonostante il lancio di Bonk sia stato un successo la vera e propria esplosione della meme coin è avvenuta negli ultimi mesi del 2023, quando hanno deciso di listarla anche gli exchange centralizzati più famosi: Coinbase, Binance, KuCoin e Bitget. L’interesse di questi importanti attori ha permesso alla crypto di entrare nella top 100 di quelle più capitalizzate.

Il tratto più distintivo di questa criptovaluta ispirata ad un cagnolino è però il rapporto con lo smartphone di casa Solana, il Saga. Quando il team ha fatto sapere che avrebbe distribuito parte della fornitura (supply) di Bonk ai wallet contenuti all’interno del device il suo prezzo sui mercati secondari è schizzato verso l’alto. Il valore del dispositivo, che era di 600$ fino a quel momento, ha raggiunto i 5.000$.

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  1. Pepe

Anche Pepe si aggiudica un posto nella lista delle 5 meme coin più famose del mondo crypto. Pepe, un token ERC-20 lanciato su Ethereum ad aprile 2023, si ispira ad uno dei meme più famosi di internet: Pepe The Frog. La criptovaluta ha raggiunto, in pochissimo tempo, la capitalizzazione di un miliardo di dollari registrando in soli tra giorni un movimento del +21.000%.

La narrativa che ha permesso a Pepe di raggiungere questo incredibile successo in pochissimo tempo è molto semplice e può essere riassunta da questa frase coniata dai fondatori: “i cani hanno fatto il loro tempo, è ora che Pepe prenda il sopravvento”.

  1. Floki

Concludiamo con Floki (FLOKI), una delle 5 meme coin più famose del mondo crypto. Floki è nata in seguito al tweet di Elon Musk pubblicato a Giugno 2021, in cui comunicava ai suoi follower di aver chiamato “Floki” il suo nuovo cucciolo di Shiba Inu. Il team di Floki Inu è stato molto veloce a creare un token ERC-20 prima su Ethereum e poi anche sulla Binance Smart Chain che portasse il nome del neonato cucciolo. Nei giorni successivi al lancio il team di Floki ha intrapreso una efficace campagna marketing sui social network che ha permesso al progetto di guadagnare un grande numero di follower. Floki, come si legge sul sito web, vuole diventare “la criptovaluta del popolo”. Per raggiungere l’ambizioso obiettivo, il team di Floki collabora con piattaforme che incentivino iniziative di beneficenza.

Grazie al grande successo ottenuto nei giorni immediatamente successivi al lancio, la meme coin Floki Inu ha potuto lavorare alla roadmap del progetto, iniziando a sviluppare una serie di piattaforme e applicazioni decentralizzate. Ad oggi, l’ecosistema di Floki Inu è composto da un metaverso play-to-earn di nome Valhalla, da una carta di debito e da una piattaforma per lo staking dei propri FLOKI.

Oltre a queste che sono considerate le più famose, sono nate una valanga di meme coin. Alcune di queste non sono riuscite a sopravvivere. Come mai? Le meme coin nascono in momenti di mercato favorevoli cercando di intercettare narrative o trend con l’obiettivo di raggiungere il numero maggiore possibile di utenti. Non tutte le meme coin, dopo essere diventate popolari, riescono a diventare utili e a proporre soluzioni accattivanti per gli utenti. Per la prossima crypto dedicata ad un’emoji o al muso di un cane, occhio alla FOMO e come sempre DYOR! 

ETF Bitcoin: volumi da record nella prima settimana

ETF spot su BTC: volumi da record

Gli ETF spot su Bitcoin hanno raggiunto i 10 miliardi di dollari di volume in meno di una settimana dal lancio. È un record!

Record di volumi per gli Exchange Traded Fund (ETF) spot su Bitcoin: 10 miliardi di dollari scambiati in meno di una settimana dal lancio! L’analista di Bloomberg, James Seyffar, ha condiviso su X (ex Twitter) i dati dell’ammontare monetario scambiato su questi strumenti finanziari negli ultimi sei giorni.

Per mettere in prospettiva questo risultato, Seyffar ha sottolineato che nel 2023 sono stati approvati oltre 500 ETF, ma la somma totale delle loro attività in un singolo giorno è stata di massimo 450 milioni di dollari, un volume nettamente inferiore rispetto al solo iShare Bitcoin Trust emesso BlackRock. Scopri che impatto ha avuto questo grande afflusso di capitale sul prezzo di Bitcoin e la curiosa questione dei prelievi dal Grayscale Bitcoin Trust.

L’effetto sul prezzo di Bitcoin

L’impatto sul prezzo di Bitcoin dei 10 miliardi di volumi sui suoi ETF è stato finora contenuto. Attualmente il prezzo di BTC è nella zona dei 43.000$, sostanzialmente stabile rispetto alle settimane precedenti all’approvazione degli ETF. 

L’esplosione rialzista di giovedì scorso, che ha portato Bitcoin a toccare quota 49.000$, e l’altrettanto violento dump a cui abbiamo assistito durante il weekend hanno lasciato spazio alla quiete. È importante specificare che lo scenario del “sell the news”, secondo il quale avremmo dovuto assistere ad una vendita di massa dopo l’approvazione, diventa più improbabile ogni giorno che passa. Inoltre, dopo mesi di speculazione su “l’evento ETF”, non è strano assistere ad una fase di consolidamento del suo prezzo.

Insomma, nonostante l’elevato numero di vendite dei trader intenzionati a raccogliere i profitti generati negli ultimi mesi (il prezzo della crypto ha registrato un + 68% dall’inizio di settembre) Bitcoin appare stabile. Per ora nessun supporto è stato violato a ribasso e ogni dip viene prontamente recuperato.

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ETF spot: la lotta tra i colossi finanziari e il caso Grayscale

Com’è la situazione ad una settimana dall’approvazione degli ETF spot su Bitcoin? Quali sono gli strumenti finanziari che, per ora, hanno fatto più gola agli investitori? Il podio, per quanto riguarda il volume monetario scambiato, è attualmente composto da Grayscale, BlackRock e Fidelity. Ecco le performance dei tre colossi:

  • Grayscale Bitcoin Trust: 5 miliardi di dollari di volume e 580 milioni di prelievi;
  • iShares Bitcoin Trust (BlackRock): 2 miliardi di dollari di volumi e 500 milioni di depositi;
  • Fidelity Wise Origin Bitcoin Fund: 1,4 miliardi di dollari di volumi e 427 milioni di depositi;

Nonostante Grayscale sia in testa alla classifica per quanto riguarda i volumi di scambio, il fondo ha dovuto affrontare un’enorme quantità di prelievi. Ma come mai gli investitori stanno prelevando i fondi soltanto da questo strumento finanziario?

Principalmente perché il Grayscale Bitcoin Trust BTC (GBTC) è stato utilizzato da trader per fare arbitraggio: una strategia di trading che prevede l’acquisto e la vendita simultanei di un asset in mercati diversi per trarre vantaggio dalle discrepanze di prezzo

Questa pratica, ad un certo punto, ha smesso di essere profittevole, perché il valore di GBTC è sceso rispetto a quello di Bitcoin. Per questo motivo i guadagni che i trader registravano si sono trasformati in perdite, che hanno “intrappolato” gli investitori che non erano disposti a realizzare una perdita.


Con la conversione di GBTC in un ETF spot, avvenuta la scorsa settimana, lo sconto si è ridotto fino all’1,55%, e ciò ha consentito agli investitori di uscire dalle loro posizioni recuperando in gran parte le perdite.

Questa è la situazione attuale per quanto riguarda gli ETF spot su BTC; soltanto nel 2024 entreranno nel mercato crypto dai 40 ai 100 miliardi di dollari secondo le stime. Continua a seguire il nostro blog per non perderti i prossimi aggiornamenti.

Guida alle elezioni USA 2024: tutte le cose da sapere, dalla data ai candidati

Dibattito elezioni americane: tutte le cose da sapere

Le elezioni presidenziali degli Stati Uniti d’America sono sempre più vicine. A cosa prestare attenzione? 

Elezioni USA 2024: dai candidati, alla data esatta della chiamata alle urne, fino alle ipotesi sui risultati, il mondo intero ha già iniziato ad interrogarsi sulle prossime presidenziali degli Stati Uniti d’America. 

In questa semplice guida l’evento verrà passato al setaccio in modo da arrivare preparati ad una delle consultazioni elettorali più attese al mondo, la sessantesima per il Paese. Inoltre, tra pochi giorni inizieranno le primarie che definiranno i candidati che concorreranno per il ruolo di presidente degli Stati Uniti d’America: chi vincerà le elezioni USA del 2024?

Quando ci saranno le prossime elezioni USA: la data

Le presidenziali negli Stati Uniti si tengono ogni quattro anni, il primo martedì di novembre. Pertanto, le prossime elezioni USA si svolgeranno esattamente in data 5 novembre 2024. Gli elettori andranno alle urne per eleggere il nuovo presidente che assumerà ufficialmente l’incarico il 20 gennaio 2025.

Queste consultazioni sono un momento chiave nella democrazia americana e attirano l’attenzione a livello nazionale e internazionale, poiché influenzano una vasta gamma di questioni globali. Per questo l’attenzione su di esse è sempre ai massimi livelli. 

Candidati

Prima di scendere nei dettagli delle elezioni USA 2024 alcune precisazioni sono d’obbligo. Il sistema partitico a stelle e strisce è dominato da due principali partiti politici: il Democratico e il Repubblicano. Entrambi svolgono un ruolo centrale nella politica statunitense ed esercitano una notevole influenza sul processo politico e sulle elezioni a tutti i livelli di governo.

A novembre del 2022 è arrivata la prima conferma di partecipazione, con Donald Trump che ha annunciato la sua ricandidatura per un secondo mandato (non consecutivo) a capo dei repubblicani. Qualche mese dopo, nella primavera del 2023, è stato invece l’attuale presidente Biden a ufficializzare Ia ricandidatura per un secondo mandato con i democratici. A questi due nomi influenti se ne sono aggiunti altri, più e meno noti. La schiera dei dem è risultata sin da subito meno folta rispetto a quella repubblicana. 

Volendo dunque riassumere, i candidati alle elezioni USA 2024 per i democratici sono i seguenti: 

  • Joe Biden
  • Robert Francis Kennedy Jr
  • Marianne Williamson
  • Dean Phillips

I candidati repubblicani invece sono: 

  • Donald Trump
  • Ron DeSantis
  • Doug Burgum
  • Larry Elder
  • Nikki Haley
  • Tim Scott
  • Asa Hutchinson
  • Chris Christie
  • Mike Pence
  • Vivek Ramaswamy
  • Perry Johnson
  • Ryan Binkley
  • Will Hurd

Ma chi, fra questi, sarà scelto a capo di ciascun partito politico? Saranno le primarie di inizio 2024 a deciderlo. Le elezioni primarie sono normali consultazioni in cui gli elettori scelgono i candidati presidenziali che rappresenteranno il loro partito nelle elezioni generali. 

Vale la pena di ricordare che tutti i candidati alle elezioni USA devono rispettare quanto sancito dall’articolo 2 della Costituzione: la persona che si voglia proporre deve essere cittadino dalla nascita, deve avere almeno 35 anni e ancora deve risiedere su territorio statunitense da almeno 14 anni.

Le primarie USA 2024: chi sono i favoriti?

Le elezioni primarie degli Stati Uniti sono alle porte, le votazioni, per i repubblicani, inizieranno il 15 gennaio in Iowa e proseguiranno poi negli altri stati nelle settimane e nei mesi successivi. Come spesso accade nella storia sono da seguire soprattutto quelle all’opposizione (in questo caso quelle repubblicane), visto che è molto raro che il presidente uscente, attualmente Joe Biden, perda quelle del suo schieramento. In questo momento i sondaggi stimano che l’attuale presidente sia “la scelta” di quasi 70% degli elettori dem, anche se, data la sua non più giovane età, anche le primarie del partito democratico potrebbero riservare sorprese. 

Sul fronte repubblicano il favorito ad oggi è ancora Donald Trump. Il tycoon, secondo quanto emerso dai recenti sondaggi sulle Elezioni USA 2024, ha rispettivamente il 47%, 45,7% e 53% dei consensi nei tre seggi chiave di Iowa, New Hampshire e South Carolina. Al secondo posto troviamo Nikki Haley, l’ex governatrice del South Carolina, che “controlla” rispettivamente il 14,3%, 18,7%, 22% dell’elettorato. Ron DeSantis, l’attuale governatore della Florida che sembrava poter essere il principale antagonista dell’ex presidente, ha perso terreno in diversi caucus (incontri dove gli elettori discutono e votano i candidati) a parte quello dell’Iowa, dove possiede ancora il 17,3% dei consensi.

Elezioni USA 2024 e criptovalute

Anche chi opera nel settore crypto guarderà con attenzione alle elezioni USA 2024. Le politiche del governo statunitense, infatti, sono perfettamente in grado di influenzare la regolamentazione delle valute virtuali. Ad esempio, scelte riguardanti normative, regolamenti finanziari o leggi antiriciclaggio possono avere un impatto diretto sul modo in cui le crypto sono utilizzate e scambiate negli Stati Uniti.

Alcuni candidati o amministrazioni potrebbero essere più o meno inclini a sostenere l’innovazione tecnologica, inclusa la tecnologia blockchain e le criptovalute in generale. Per cui politiche mirate alla promozione di nuove tecnologie potrebbero avere un impatto positivo sull’ecosistema.

Le conseguenze potrebbero essere anche di natura fiscale e riguardare dunque la tassazione delle criptovalute (qui tutte le cose da sapere sulla normativa italiana). Più in generale, notizie positive per il comparto potrebbero determinare un aumento dei prezzi degli asset con ripercussioni positive per il mercato globale delle crypto. I candidati alle elezioni USA 2024 saranno in grado di stimolare il settore? 

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