Riforma pensioni 2025: in arrivo Quota 41?

Riforma pensioni 2025 quota 41

Con la Legge di Bilancio del 2024 il governo non è riuscito a riformare le pensioni, ci riuscirà con quella per il 2025?

La Legge di Bilancio per il 2024 è stata deludente dal punto di vista della riforma delle pensioni. Le nuove regole per il pensionamento imposte dal governo attraverso l’ultima finanziaria sono ancora più stringenti, soprattutto a causa del patto di stabilità che impone severi limiti di spesa.

Cosa succederà nel 2025? L’esecutivo riuscirà ad attuare una riforma delle pensioni e a introdurre Quota 41, una normativa che prevede la possibilità di accedere al pensionamento a prescindere dall’età anagrafica?

Riforma pensioni: cosa è stato fatto?

Nel 2024 le pensioni non hanno subito sostanziali modifiche. Quota 103 è stata confermata, è stato effettuato il ricalcolo dei contributi per i nuovi beneficiari e tagliata la rivalutazione degli assegni per i pensionati più abbienti.

In altre parole, i 24 miliardi di euro a disposizione dell’esecutivo, gran parte raccolti attraverso l’emissione di ulteriore debito pubblico (16 miliardi), non sono stati sufficienti a introdurre modifiche in ambito previdenziale. La maggior parte dei fondi è stata utilizzata per erogare sussidi ai lavoratori, prevalentemente attraverso il taglio del cuneo fiscale e il rinnovo dei contratti della pubblica amministrazione.

Cosa succederà nel 2025?

La ministra del lavoro Marina Calderone ha intenzione di fare qualcosa sulla riforma delle pensioni attraverso la Legge di Bilancio del 2025. La principale proposta che arriva dall’esecutivo riguarda l’estensione di Quota 41 a tutti lavoratori. Questa prevede l’uscita dal lavoro per tutti, a prescindere dall’età anagrafica, a patto di aver versato contributi per almeno 41 anni.

Questa proposta, cavallo di battaglia del ministro dei trasporti e delle infrastrutture nonché vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini, ha l’obiettivo di riformare la legge Fornero, una delle disposizioni governative più controverse e criticate degli ultimi anni.
Cosa succederà quindi, nel 2025 vedremo finalmente una riforma delle pensioni? Secondo la Calderone: difficilmente, soprattutto a causa delle nuove regole europee sul patto di stabilità. Come è successo nel 2024 le risorse non saranno, probabilmente, sufficienti dato che verranno impiegate per cercare di ridurre il deficit, il rapporto tra il prodotto interno lordo (PIL) e il debito pubblico italiano.

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STX, FIL e TRX arrivano su Young Platform

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Stacks (STX), Filecoin (FIL) e Tron (TRX): cosa devi sapere?

Stacks (STX) è invece il primo Layer 1 ad aver portato gli smart contract, e quindi l’universo della programmabilità inventato da Ethereum per quanto riguarda il mondo crypto, sulla blockchain di Bitcoin. Per farlo utilizza un particolare meccanismo di consenso denominato Proof-of-Transfer che implica continui trasferimenti di BTC ad alcuni indirizzi predeterminati dal network.

Filecoin è invece una rete di archiviazione in cloud distribuita, potente e dinamica. L’idea fondamentale che sta alla base del progetto è: creare un’infrastruttura cloud decentralizzata e P2P, come alternativa ai servizi centralizzati di Amazon Web Services, Dropbox, iCloud e Google Drive.

Infine Tron (TRX), un’infrastruttura blockchain che permette di sviluppare smart contract e utilizzare applicazioni decentralizzate e piattaforme NFT. Il suo fondatore, conosciuto dalla maggioranza degli appassionati crypto, è l’imprenditore cinese Justin Sun, il quale è riuscito, nel 2017, a raccogliere 70 milioni di dollari attraverso una ICO per sostenere il progetto.

Come utilizzare STX, FIL e TRX su Young Platform

Ecco tutte le funzionalità disponibili per Tron (TRX), Stacks (STX) e Filecoin (FIL) su Young Platform e Young Platform Pro:

  • Acquisto e vendita con EUR
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Attenzione! Stacks (STX) e Filecoin (FIL) possono essere solamente acquistate e vendute ma non prelevate o depositate da e su Young Platform.


Che cos’è l’ISEE e come si calcola?

Indicatore della Situazione Economica Equivalente: cos’è?

Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE) cos’è e come si calcola? Tutto quello che devi sapere

Che cos’è l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente o ISEE, il principale strumento per accedere a bonus o prestazioni agevolate in Italia e come si calcola?

Se stai cercando di ottenere determinati benefici, sussidi o agevolazioni: ad esempio uno sconto sulle tasse universitarie o sulle bollette, devi possedere un ISEE. Ma sai che cos’è l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente, come funziona e soprattutto come si calcola? Trovi tutte queste nozioni in questo articolo.

Indicatore della Situazione Economica Equivalente: che cos’è?

Un modo semplice per comprendere che cos’è l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente è paragonarlo alla carta di identità ma dal punto di vista economico. Misura il livello economico e, quindi, le voci di “ricchezza” di un determinato nucleo familiare. Tra queste le più importanti sono: il reddito, le proprietà immobiliari e le rendite finanziarie.

L’ISEE non è molto semplice da calcolare, principalmente perché non si tratta di una fredda somma numerica, ma è il risultato dell’intreccio di diverse variabili, alcune di esse non matematiche. Se vuoi scoprire come calcolare Indicatore della Situazione Economica Equivalente puoi leggere l’ultimo paragrafo di questo articolo. Per entrare in possesso del proprio ISEE è necessario compilare la Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU).

A cosa serve?

L’ISEE è lo strumento principale per verificare se un nucleo familiare può accedere a sussidi, benefici e agevolazioni in relazione alla condizione economica in cui versa. Per chiarire la questione, può essere utile affrontare fin da subito alcuni esempi pratici. Bisogna presentare l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente per ottenere:

  • Sconti sulle tasse universitarie;
  • Prestazioni come l’Assegno Unico Universale, il Bonus Psicologo, il Supporto a Formazione e Lavoro, l’Assegno di Inclusione;
  • Sconti sulla bolletta del gas, dell’energia elettrica, dell’acqua, sui trasporti pubblici, sul canone Telecom e Rai;
  • Agevolazioni per gli invalidi.

Inoltre, oltre al documento ISEE ordinario, ci sono diverse tipologie che variano a seconda della richiesta. Per esempio, esiste un Indicatore della Situazione Economica Equivalente specifico per accedere alle prestazioni per il diritto allo studio.

Indicatore della Situazione Economica Equivalente: come si ottiene?

Dopo aver compreso cos’e Indicatore della Situazione Economica Equivalente è il momento di comprendere come ottenerlo. Come già anticipato per farlo è necessario presentare la Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU) all’INPS. Tale compito può risultare complesso da svolgere in autonomia, per questo solitamente ci si rivolge ai Centri di Assistenza Fiscale (CAF), che emettono questo servizio gratuitamente.

Ecco i dati da fornire per il calcolo della DSU:

  • Come è composto il nucleo familiare e i dati anagrafici di ogni membro;
  • La casa di abitazione;
  • Il patrimonio mobiliare;
  • Il patrimonio immobiliare;
  • I redditi e gli eventuali assegni percepiti;
  • I veicoli che si possiedono.

ISEE: come si calcola?

Come già anticipato è consigliabile rivolgersi ai CAF per il calcolo dell’ISEE. Ma se vuoi conoscere la procedura a tutti i costi, te la presentiamo nel dettaglio, partendo dalla formula:

ISE = R + [(PM + PI) × 0,20]

ISEE = ISE / p

In cui:

  • R: è il reddito complessivo del nucleo familiare;
  • PM: sta per patrimonio mobiliare, l‘insieme di tutti i beni e i diritti che una persona possiede e il loro valore economico, esclusi quelli di natura immobiliare
  • PI: il patrimonio immobiliare, l’insieme di tutti i beni immobili posseduti dal nucleo familiare;
  • p: il parametro della scala di equivalenza.

Parametro della scala di equivalenza

Il parametro della scala di equivalenza (p) è strettamente legato al numero di componenti del nucleo familiare. Questo varia dunque a seconda di quanto questo è popolato:

  • una persona: 1,00;
  • due persone: 1,57;
  • tre: 2,04;
  • quattro: 2,46;
  • cinque: 2,85.

Dopo il quinto componente, il parametro della scala di equivalenza aumenta di 0,35 punti per ogni membro aggiuntivo. Nel caso in cui siano presenti membri affetti da disabilità si aggiunge un’ulteriore quota di 0,5 punti. 

Infine, per sapere che cos’è l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente e come si calcola devi sapere che esistono delle maggiorazioni al parametro della scala di equivalenza. Dato che la variabile p è il denominatore della formula, le maggiorazioni contribuiscono ad abbassare l’ISEE:

  •  0,2 punti per i nuclei familiari con tre figli;
  •  0,35 punti per quelli con quattro figli;
  •  0,5 punti in caso di almeno cinque figli;
  •  0,2 punti per nuclei familiari con figli minorenni;
  •  0,3 punti per i nuclei con un figlio di età inferiore a tre anni, in cui entrambi i genitori (o l’unico presente) abbiano svolto attività di lavoro o di impresa per almeno sei mesi nell’anno di riferimento, oppure in caso di nuclei familiari composti esclusivamente da genitore solo non lavoratore e da figli minorenni (ai soli fini della verifica del requisito fa parte del nucleo familiare anche il genitore non convivente, non coniugato con l’altro genitore, che abbia riconosciuto i figli);
  • 1 punto se tra i componenti il nucleo familiare c’è soggetto ricoverato in strutture per disabili.

Ora che sai anche come si calcola l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente puoi provare a seguire questo procedimento in autonomia per avere un’idea del tuo ISEE. Ti ricordiamo che puoi recarti ai CAF per beneficiare dell’erogazione di questo servizio in modo gratuito.

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La bull run è iniziata: dove può arrivare Bitcoin?

Bitcoin previsioni: iniziata la bull run

Bitcoin si sta avvicinando al suo massimo storico. Gli ETF spot, l’halving e i tagli dei tassi di interesse daranno il via a una bull run esplosiva? Le previsioni di Plan B e Tuur Demeester

Il bull market di Bitcoin è ufficialmente iniziato secondo Plan B. Dopo i movimenti di prezzo degli ultimi giorni, molti appassionati del mondo crypto saranno d’accordo con l’analista quantitativo. Ora la domanda di cui tutti vorrebbero conoscere la risposta è: dove può arrivare BTC? Impossibile dirlo, anche perché questo ciclo sembra profondamente diverso dai precedenti

Raggiungere l’all-time high nei prossimi giorni (o settimane) sarebbe un risultato senza precedenti. Bitcoin non ha mai toccato un nuovo massimo storico prima dell’halving del relativo ciclo. 

Scopri quali sono i fattori che potrebbero influenzare il prezzo di Bitcoin nei prossimi mesi e le previsioni di Plan B e quelle di Tuur Demeester, uno storico analista che si aspetta Bitcoin a, almeno, 200.000$ entro la fine del 2025!

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L’ATH di Bitcoin si avvicina, già raggiunto nei confronti dell’EUR

Bitcoin ha toccato il suo all-time high nei confronti di diverse monete fiat negli scorsi giorni. Questa mattina BTC, ha anche raggiunto il suo massimo storico nei confronti dell’euro, a quota 60.000€. Tuttavia, manca ancora quello più importante nei confronti del dollaro. Per raggiungerlo dalla zona del grafico dei 65.000$ raggiunta questa mattina, basterebbe un movimento del 7% circa.

I recenti movimenti a rialzo sono stati causati da un insieme di fattori. Quello principale è strettamente connesso agli strumenti finanziari emessi dai più grandi fondi di investimento al mondo e approvati dalla SEC a gennaio. Gli ETF spot, oltre a esercitare una costante pressione di acquisto su Bitcoin, stanno riducendo gradualmente la quantità di BTC in circolazione. Il 28 febbraio i fondi di investimento ne hanno acquistati circa 11.200, mentre ne sono stati “prodotti” soltanto 900 dai miner. Quel giorno, escludendo l’ETF emesso da Grayscale, gli ETF spot hanno registrato un volume di scambio di 2 miliardi di dollari.

Inoltre, come dimenticarsi del prossimo halving, in arrivo nella seconda metà di aprile. Questo evento dimezzerà le emissioni di Bitcoin e contribuirà quindi a ridurre ulteriormente l’offerta.

Le previsioni di Plan B e Tuur Demeester

Secondo l’analista quantitativo PlanB, creatore del controverso modello Stock-to-Flow, il bull market di Bitcoin è iniziato ufficialmente il 1° Marzo, anche se in molti sono convinti che questa fase di mercato sia partita prima. L’analista ha affermato che il prezzo di Bitcoin raggiungerà il target dei 100.000$ entro l’ultimo trimestre del 2024, per poi registrare il prossimo all-time high nel 2025. Lo Stock-to-Flow, molto popolare durante il 2021, ha perso, almeno in parte, la sua attrattiva, poiché aveva previsto il superamento dei 100.000$ entro la fine di agosto 2021, che non è invece avvenuto

C’è però qualcuno ancora più bullish. Stiamo parlando dell’analista Tuur Demeester, il quale ha affermato, a metà febbraio, che il suo target per il prezzo di Bitcoin entro il 2026 è compreso tra i 200.000$ e i 600.000$. L’opinione dell’esperto di mercati finanziari è connessa al crescente rischio sistemico del settore bancario statunitense. Secondo lui assisteremo ad altri bailout in futuro, come quelli che hanno interessato le banche americane (Silicon Valley Bank, Signature Bank e Silvergate Capital) durante il 2023.

Nonostante siano stime incredibilmente ottimiste c’è da dire che Demeester ci ha già azzeccato in passato. Aveva previsto, nel 2020, l’all time high del 2021, pronosticando che sarebbe stato compreso tra i 50.000$ e i 100.000$.

Guarda il grafico di Bitcoin

Sale il prezzo BTC e anche la “febbre” delle meme coin

La stagione delle altcoin (altseason) non è ancora iniziata ma lo stesso non si può dire per la meme season, un fase di mercato fortemente rialzista per le meme coin. Negli ultimi giorni tutte le criptovalute ispirate a cagnolini e ranocchi sono esplose a rialzo, sfruttando, di riflesso, l’euforia attorno a Bitcoin. 

Il prezzo di Dogecoin (DOGE) è salito del 100% rispetto a sette giorni fa, mentre quello di Shiba Inu (SHIB), Pepe (PEPE), Bonk (BONK) e dogwifhat (WIF) rispettivamente del 180%, 400%, 200% e 300%.

Nonostante i recenti rialzi è necessario specificare che queste fasi irrazionali e esplosive possono iniziare e concludersi in qualsiasi momento. Perciò può essere pericoloso cercare di posizionarsi una volta che sono già iniziate.

Al contrario può essere meglio agire in modo concorde rispetto alla propria strategia. In passato si sono dimostrate efficaci quelle che prevedevano l’acquisto di determinate criptovalute ad intervalli di tempo regolari, scopri la nostra funzionalità salvadanaio se questa possibilità ti incuriosisce.

Cos’è la volatilità?

Cos’è la volatilità? Il concetto spiegato

Cos’è la volatilità, una delle caratteristiche che viene spesso associata agli asset e quali sono gli indicatori più utilizzati per misurarla? 

Per rispondere in breve alla domanda “che cos’è la volatilità”, si può dire che essa misura l’oscillazione del prezzo di un asset in un determinato intervallo di tempo. Se invece vogliamo utilizzare un approccio più scientifico possiamo descrivere questo fenomeno come la deviazione standard o lo scarto quadratico medio della variazione di un prezzo.

In generale, un asset è considerato più rischioso al crescere della sua volatilità. Questa caratteristica può, però, variare nel tempo, scopri come e in relazione a quali avvenimenti in questo articolo.

La volatilità spiegata

Scendiamo più nel dettaglio cercando di comprendere, a fondo, che cos’è la volatilità. Questa, come anticipato, misura quanto bruscamente un asset oscilla attorno al suo prezzo medio. Tale movimento sinusoidale viene definito, in gergo tecnico, dispersione del rendimento e può essere utilizzato per definire diversi scenari. 

Per esempio, quando si afferma che la volatilità dei mercati è in crescita ci si riferisce ad una situazione generale e alla fase che essi stanno attraversando. Se invece ci si sta riferendo ad un asset specifico o a uno strumento finanziario, la volatilità viene utilizzata per misurare l’incertezza di rendimento.

Se un titolo, un’azione o una criptovaluta si muove molto più velocemente è più probabile che, acquistandola, si guadagnino o si perdano soldi in modo più rapido. Per questo i trader più esperti considerano questa misura statistica come un’opportunità, ma per coglierla è necessario saper gestire in modo efficace il rischio.

Per comprendere a pieno che cos’è la volatilità e come funziona bisogna anche specificare che questa non è una condizione costante. Tutti gli asset possono affrontare periodi in cui questo fenomeno è più intenso. Detto questo, solitamente quelli con minore storico e inferiore capitalizzazione di mercato (market cap) sono più soggetti a brusche oscillazioni dei prezzi che però diminuiscono gradualmente al crescere della loro adozione.

Bitcoin è ancora considerato molto volatile, soprattutto se confrontato con materie prime o valute tradizionali. Questo scenario però, probabilmente, non durerà per sempre. Se BTC continuerà a crescere come ha fatto fino ad oggi, il suo prezzo diventerà man mano sempre più stabile.

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Il concetto matematico di volatilità

Dopo aver compreso che cos’è la volatilità dal punto di vista dei mercati proviamo a definirla anche da quello matematico. Questa coincide con la deviazione standard o lo scarto quadratico medio delle variazioni di prezzo, un indicatore che viene utilizzato per fornire una stima statistica sintetica di una determinata variabile.

Tale parametro può essere calcolato prendendo in considerazione gli scarti registrati su base giornaliera,  mensile o annuale. In questa sede non entreremo nello specifico del calcolo della formula, visto che può essere molto complesso, ma devi sapere che per calcolare la volatilità di un titolo puoi ricorrere ad appositi software.

Come si misura?

La volatilità non serve soltanto per stimare il grado di rischio o il potenziale rendimento di un asset, ma funziona anche come indice dello stato del mercato che si analizza. I trader infatti hanno bisogno dell’oscillazione dei prezzi per trarre profitto dalle loro operazioni. Gli indicatori più utilizzati per misurare questo fenomeno sono i seguenti:

  1. Bande di Bollinger: misurano la volatilità attraverso l’utilizzo di due fasce (o bande), posizionate al di sopra e al di sotto il prezzo dell’asset che ne evidenziano la variazione rispetto a quello medio. Esattamente al centro è poi presente una media mobile semplice come riferimento. Questa infatti indica il prezzo medio di un asset durante un determinato periodo di tempo.
  1. Average true Range: misura la volatilità del mercato calcolando la forza media dei cambiamenti di prezzo di un asset. Un valore maggiore di ATR significa che il mercato, o l’asset in questione, è più volatile.
  1. Il canale di Keltner: è un indicatore che mostra le zone di volatilità utilizzando tre diverse linee. I trader si aspettano un cambio di tendenza quando il prezzo dell’asset esce dall’area delineata da queste fasce 
  1. Canale di Donchian: un indicatore tecnico che mostra i massimi e i minimi di un periodo predefinito, utilizzato per identificare breakout e inversioni di tendenza.
  1. Il Volatility Index (VIX): è un indice predittivo creato dal Chicago Board Options Exchange (CBOE) che mostra la volatilità del S&P 500 nei trenta giorni successivi. Il calcolo per ricavarlo è estremamente complesso e non è indispensabile conoscerlo per utilizzare l’indicatore nelle proprie analisi.


Ora che sai cos’è la volatilità e quali sono i principali indicatori per misurarla puoi approfondire il mondo del trading. Trovi una sezione dedicata a questa disciplina sulla nostra Academy.

Se invece pensi di avere già le conoscenze che ti servono per operare sul mercato, puoi accedere all’app di Young Platform. L’exchange italiano più utilizzato per acquistare e vendere criptovalute.

NEAR, SEI, STRK e SUI arrivano su Young Platform

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NEAR (NEAR), Sei (SEI), Starknet (STRK) e Sui (SUI): cosa devi sapere?

NEAR è una blockchain Layer 1 user-friendly sostenibile a livello ambientale, scalabile, veloce e decentralizzata. Questa rete, resa sicura da un meccanismo di consenso Proof-of-Stake, utilizza il meccanismo dello sharding. Ciò significa che i suoi blocchi sono divisi in “pezzi” più piccoli, in modo che ogni nodo validatore debba gestire una minor quantità di dati.

Sei è una blockchain Layer 1 costruita su Cosmos che si concentra sul trading decentralizzato, sugli NFT e sul gaming. Lo slogan del protocollo “The fastest Layer 1 for trading” riassume le peculiarità principali di questa rete: velocità e scalabilità, che raggiunge grazie ad un’innovativa tipologia di meccanismo di consenso Proof-of-Stake “Twin-Turbo”.

Starknet è una soluzione di scalabilità di Ethereum che si serve della tecnologia degli zero-knowledge rollup. In particolare, questa rete utilizza le e prove crittografiche zk-STARK, per rendere la rete competitiva in termini di scalabilità, velocità e sicurezza. Queste proof raggruppano le transazioni in lotti o “batch” e consentono di occupare molto meno spazio e di abbattere le commissioni di transazione.

Infine Sui, una blockchain Layer 1 veloce e scalabile resa sicura dal meccanismo di consenso Proof-of-Stake. Per programmare gli smart contract che la compongono gli sviluppatori utilizzano Move. Questo linguaggio di programmazione è stato creato dallo stesso team che si occupava dello sviluppo di Libra, la criptovaluta progettata da Meta (ex Facebook) che non ha mai visto la luce. Il meccanismo di consenso, composto dai protocolli Narwhal, Bullshark e Tusk, permette di elaborare fino a 120.000 transazioni al secondo.

Come utilizzare NEAR, SEI, STRK e SUI su Young Platform

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5 curiosità su Solana

Solana 5 curiosità sulla crypto sostenibile

Da dove deriva il suo nome? È davvero una blockchain green? Scopri queste e altre curiosità su Solana!

Solana, la quinta criptovaluta più capitalizzata del mercato, non ha di certo bisogno di presentazioni. Ma sei sicur* di sapere proprio tutto sulla blockchain fondata da Anatoly Yakonvenko?

Ecco 5 curiosità sulla crypto sostenibile che forse non conosci!

1. Perché Solana si chiama così?

Chi frequenta Twitter sa bene che l’emoji per riferirsi a Solana è quella del sole. Ma cosa c’entra il sole con questa blockchain? La storia di Solana inizia nel 2017, allora lo sviluppatore di origine ucraina Anatoly Yakovenko ha un’intuizione geniale. L’idea creare una blockchain più veloce. Mentre si accende la lampadina, Yakovenko si trovava proprio a Solana Beach, località della California. Lo sviluppatore ha scelto di chiamare la sua blockchain innovativa proprio come la soleggiata spiaggia, per onorare il luogo che lo ha ispirato.

2. Una transazione su Solana consuma meno di due ricerche su Google

Solana è una blockchain famosa per la sua efficienza energetica e l’impegno per salvaguardare l’ambiente. Essendo PoS, non ha bisogno di tanta energia per validare le sue transizioni e renderle sicure. Nel 2023 è stato divulgato un report sui consumi, da cui è emerso che ogni transazione su Solana consuma 6.673 Joule.

Per avere un idea di quanto sono 6.673 Joule può essere efficace confrontare i dati con le azioni che svolgiamo quotidianamente che impiegano l’utilizzo di elettricità. Completare la ricarica di una batteria di un IPhone 13 richiede 44.676 J e lavorare con un computer e monitor per un’ora 46.800 J. Un bel risultato per Solana, pronta a fornire strumenti per un web3 sostenibile!


Compra Solana

3. Le vendite di NFT su Solana hanno superato i 5 miliardi di dollari

Negli scorsi giorni la blockchain ha raggiunto un traguardo storico: 5 miliardi di dollari di volume per la compravendita di NFT. Solana, che sembrava destinata a soccombere dopo il crollo di FTX di fine 2022, è definitivamente “resuscitata?” Secondo i dati attuali, sembra proprio di sì. SOL si trova al quinto posto della classifica delle crypto più capitalizzate e la sua rete è, secondo DefiLlama, la quinta più utilizzata della DeFi, con circa 2 miliardi di total value locked (TVL).

Inoltre, nonostante il mercato dei token non fungibili sia ancora profondamente lontano dai fasti del ciclo del 2021-2022, la situazione sta migliorando anche da quel lato. Da novembre a gennaio i volumi di scambio del mercato NFT sono passato da 40 milioni di dollari a circa 239 milioni di dollari.

4. Gli smartphone di Solana

Una delle cinque curiosità su Solana che devi assolutamente conoscere ha a che fare con i suoi smartphone, il Saga 1 e 2. Dopo il successo del primo modello raggiunto anche grazie agli airdrop, la blockchain ha annunciato il “Chapter 2”

Il nuovo modello ha le stesse funzionalità del predecessore, come un wallet crypto integrato e un Dapp store dedicato, ma è in vendita ad un prezzo inferiore rispetto al primo: 450$ invece che 1.000$. Le specifiche tecniche invece non sono ancora state rivelate ma, visto il prezzo più contenuto, qualcuno si aspetta che la qualità sarà leggermente inferiore per quanto riguarda l’hardware.

5. Solana ha integrato Filecoin per lo storage dei suoi dati

A metà febbraio Solana ha annunciato di aver scelto Filecoin come soluzione decentralizzata per l’archiviazione dei dati. In questo modo la block history (cronologia dei blocchi) della rete diventa facilmente consultabile dalle applicazioni esterne.

I principali obiettivi di questa partnership sono due: incrementare la sicurezza e la scalabilità. Il primo potrà essere raggiunto grazie alla decentralizzazione degli archivi di Filecoin, più sicuri rispetto a quelli messi a disposizione da provider centralizzati. Il secondo, invece, è una sorta di effetto collaterale. Grazie a Filecoin, infatti, la block history di Solana è più facile da recuperare per le applicazioni di terze parti che intendono utilizzarla.

Conoscevi queste cinque curiosità su Solana? La crypto sopravvissuta al bear market e al crollo di FTX che sta gradualmente tornando a conquistare il suo spazio nell’olimpo della DeFi e del settore degli NFT.

Che cos’è e come funziona l’RSI, o indice della forza relativa

RSI: cos’è e come funziona

Cos’è e come funziona l’indice della forza relativa (RSI)? Scopri tutto su questo indicatore molto utilizzato per analizzare i mercati

Che cos’è e come funziona l’indice della forza relativa (RSI, dall’inglese “Relative Strength Index”), un indicatore di momentum inventato da J. Welles Wilder nel 1978 utilizzato da investitori e trader per l’analisi tecnica? L’RSI aiuta a identificare i momenti in cui un certo asset è ipercomprato o ipervenduto, offrendo spunti preziosi sui possibili movimenti futuri dei prezzi.

Quest’ultimo concetto può essere leggermente ostico da comprendere, soprattutto per chi si è appena approcciato al mondo del trading e degli investimenti. Attraverso questo articolo cercheremo di spiegare cos’è e come funziona l’RSI e come utilizzarlo.

Che cos’è l’RSI?

L’RSI è un oscillatore e si muove in un intervallo definito tra 0 e 100, valutando la velocità e il cambiamento dei movimenti dei prezzi di un asset. Per “sapere dove andare” mette in confronto i guadagni e le perdite medie in un dato periodo, solitamente 14 giorni. In altre parole, misura le recenti variazioni di prezzo e le restituisce ai trader e agli investitori che possono interpretarli per scorgere livelli di acquisto o di vendita.

Solitamente, quando l’RSI si trova su un livello basso, ovvero uguale o inferiore al valore 30, può essere un buon punto per posizionarsi long. Mentre quando questo supera il range dei 70 potrebbe essere saggio venderlo (o posizionarsi short) visto che, almeno secondo l’indicatore, l’asset preso in esame potrebbe essere sopravvalutato

Ovviamente l’RSI non è assolutamente sufficiente per svolgere un’analisi completa di un indice, un’azione o un bene. Nel caso di movimenti rialzisti dirompenti potrebbe rimanere stabile al di sopra del valore 70 per lunghi periodi di tempo, anche se l’asset in questione potrebbe essere in procinto di crollare.

Come funziona e perché è importante?

Come già anticipato l’RSI indica il momentum di un asset, ciò significa che se, ad esempio, ci troviamo in un periodo di mercato rialzista, l’indicatore salirà in modo proporzionale alla durata della performance positiva. Con i termini ipercomprato e ipervenduto, già anticipati nei paragrafi precedenti, ci si riferisce ad asset il cui valore di negoziazione è superiore a quello che l’indicatore definisce equo.

Per spiegare questo concetto in modo ancora più semplice si può dire che l’RSI confronta la forza di un asset nei giorni in cui il suo prezzo sale con quella dimostrata quando, invece, scende. Il risultato di questo confronto può dare ai trader un’idea dell’andamento di un titolo.


Una volta compreso cos’è l’RSI può essere aiutare in che modo, all’atto pratico, aiuta i trader e gli investitori a operare:

  • I trader possono usare l’RSI, insieme ad altre metriche, per provare a prevedere il comportamento di prezzo di un titolo;
  • Può essere usato per convalidare o invalidare le ipotesi degli investitori;
  • Mostra se un asset è ipervenduto o ipercomprato;
  • Segnala ai trader che effettuano operazioni sul breve termine punti di ingresso o di uscita.

Come calcolarlo

Infine, per concludere questa panoramica su cos’è e come funziona l’RSI possiamo analizzare il calcolo necessario per ricavarlo. Per capirlo bisogna ricordare che questo indicatore è pari a 0 quando la media degli incrementi del valore del titolo all’interno del periodo considerato è cento, mentre assume valore cento quando la media dei decrementi è 0.

RSI = 100 – 100 / 1 + RS

L’RSI si ricava utilizzando questa formula. Dove RS è uguale al rapporto tra il numero di giorni (nell’intervallo di tempo preso in considerazione) di rialzo e quelli in cui l’asset protagonista si è mosso a ribasso. Come già anticipato l’orizzonte temporale considerato è 14 giorni anche se qualcuno preferisce utilizzare questo indicatore per fasi più durature in modo da escludere i falsi segnali che i movimenti di prezzo possono restituire.



Che cos’è e come funziona il trading automatizzato

Trading automatizzato: cos’è e come funziona?

Che cos’è e come funziona il trading automatizzato? Una soluzione intelligente per la compravendita di asset 

Nel panorama finanziario contemporaneo il trading automatizzato si è affermato come una componente cruciale, rivoluzionando il modo in cui gli investitori interagiscono con i mercati finanziari. 

Questo sistema impiega algoritmi e quindi formule matematiche, per eseguire ordini di acquisto e vendita, affidando a un programma informatico il compito di operare secondo strategie di trading ben definite. Ma cosa implica esattamente questo approccio e quali sono i suoi vantaggi e svantaggi? Insomma, cos’è il trading automatizzato e come funziona?

Trading automatizzato: come funziona?

I sistemi di trading automatizzato si basano sull’uso di algoritmi o indicatori per determinare i momenti opportuni per comprare o vendere un determinato asset. Questi programmi informatici possono utilizzare indicatori, come per esempio l’RSI, il MACD e le bande di Bollinger, o analisi matematiche e statistiche più complesse. Una volta programmati, operano autonomamente, seguendo le direttive preimpostate. 

Uno dei principali punti di forza di questi strumenti è che permettono agli investitori di mantenere un approccio più distaccato, sebbene sia comunque necessario monitorare costantemente che tutto funzioni in modo corretto. Chi utilizza il trading automatizzato è tendenzialmente meno coinvolto emotivamente, un punto di forza quando si opera sui mercati finanziari. In questo settore le emozioni possono, infatti, condizionare o addirittura distruggere strategie corrette e costruite con razionalità.

Quanto è diffuso?

Sapere cos’è il trading algoritmico vuol dire anche conoscere quanto è popolare nel mondo. Questo mercato (o sottosettore) è in costante espansione, e sta conquistando gradualmente tantissimi investitori istituzionali (fondi di investimento e grandi banche) e retailer o investitori al dettaglio.

A livello globale il settore del trading è stato valutato 2 miliardi di dollari nel 2022, mentre il tasso di crescita annuo è del 7% circa. Questo significa che, secondo le stime, raggiungerà il valore di 3,5 miliardi entro il 2030. Il principale motivo della recente espansione è connesso alla crescente qualità di questi strumenti che sono diventati, nel tempo, sempre più precisi e affidabili

Trading automatizzato: vantaggi e svantaggi

Il trading automatizzato, come ogni tipo di operatività sui mercati, comporta dei vantaggi e degli svantaggi, dei rischi e delle opportunità. Non esistono ricette per il successo, ogni strategia o indicatore va collocato in un contesto ben preciso. Per questo motivo è necessario raggiungere un efficace grado di preparazione e determinate competenze prima di avventurarsi nel mondo del trading. 

Il discorso può essere diverso se si ha intenzione di acquistare un asset e detenerlo nel lungo periodo. Una strategia facile da impostare in questo senso è quella dell’acquisto ricorrente, che impone acquisti periodici a distanza di intervalli di tempo regolari. Se questa possibilità ti incuriosisce puoi esplorare la funzionalità “Salvadanaio” di Young Platform, un modo semplice di comprare crypto mediando il prezzo d’acquisto.

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Tornando al tema principale di questo articolo, ovvero comprendere che cos’è e come funziona il trading automatizzato vediamo i principali vantaggi e i punti di debolezza di questo tipo di operatività.

Vantaggi

  1. Minore coinvolgimento emotivo: il trading automatizzato, gli algoritmi e gli indicatori consentono ai trader di effettuare operazioni secondo una strategia rigida. Ciò è molto utile per evitare di agire in modo impulsivo e non farsi condizionare dal movimento dei mercati.
  1. Velocità di esecuzione: grazie al trading automatico gli ordini vengono eseguiti quasi istantaneamente, una volta che le condizioni preimpostate si verificano. In questo modo si può dedicare più tempo alla pianificazione della strategia e vivere serenamente la fase di attuazione.
  1. Capacità di gestire, contemporaneamente, diverse strategie: un sistema automatizzato può seguire più strategie o posizioni nello stesso momento. Così facendo diventa più facile ottenere un portafoglio sufficientemente diversificato, una componente fondamentale per il trading e gli investimenti.

Svantaggi

  1. Necessità di monitoraggio dal punto di vista tecnologico: contrariamente a quanto si possa pensare, anche il trading automatizzato richiede una supervisione. Se scegli di optare per questa soluzione devi essere consapevole che è necessario monitorare il funzionamento dell’algoritmo che regola il sistema.
  2. Rischi di prestazioni non conformi: le prestazioni passate non sono garanzia di risultati futuri, e ciò può portare a proiezioni eccessivamente ottimistiche.

In conclusione, dopo aver compreso che cos’è e come funziona il trading automatizzato, vale la pena ribadire che, sebbene offra numerosi vantaggi, non è esente da rischi. Ciò nonostante, il numero di operazioni gestito attraverso questa modalità è in costante crescita.

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Che cos’è il Deep Web? La parte “oscura” di internet

Che cos’è il deep web?

Internet è un mondo vasto e la maggior parte dei suoi utenti navigano soltanto la superficie. Scopri che cos’è il Deep Web, il mondo che sta al di sotto.

Internet è un oceano vastissimo che viene esplorato, dalla maggioranza dei suoi utenti, soltanto in superficie. Sapere cos’è il Deep Web vuol dire conoscere il World Wide Web nella sua interezza, e quindi anche cosa c’è nella sua parte sommersa e recondita.

Questo luogo virtuale è ricco di informazioni non indicizzate dai motori di ricerca standard. Quali sono i misteri del Deep Web? Scoprilo in questa panoramica completa.

Cos’è il Deep Web?

Il termine si riferisce a tutte quelle risorse online non catturate dai motori di ricerca tradizionali. Le tipologie di indirizzi non indicizzati sono pressoché infinite, e includono database scientifici, archivi digitali, registri governativi e qualsiasi altro contenuto che richieda un’autenticazione specifica per l’accesso

È importante sottolineare, spiegando che cos’è il Deep Web, non è intrinsecamente malevolo o illegale; al contrario, è essenziale per molte funzioni internet cruciali e serve come deposito per una quantità enorme di conoscenza e dati. Questa rete sommersa è utilizzata per svolgere tantissime attività dalle più utili e legittime a quelle più discutibili e illegali.

Deep Web: come funziona?

Una caratteristica fondamentale della parte sommersa di internet riguarda le sue modalità di accesso, da conoscere per avere ben chiaro cos’è e come funziona il Deep Web. In questo articolo non affronteremo i passaggi da svolgere per connettersi ma presenteremo una panoramica generale. 

Innanzitutto è fondamentale approdare sul Deep Web in modalità anonima dato che i siti che lo compongono sono nascosti e non indicizzati dai motori di ricerca. Per farlo, e raggiungere i siti dotati dell’estensione .onion, è necessario utilizzare la rete Tor (The Onion Router). Tale sistema consente di nascondere il proprio indirizzo IP, i dati in ingresso e in uscita dal proprio dispositivo e la propria identità.

In che modo? Facendo “rimbalzare” la propria connessione internet tra vari dispositivi sparsi in tutto il mondo. In questo modo, ad ogni rimbalzo, si perdono le informazioni relative a quello precedente e arrivano a destinazione senza le informazioni sul luogo di partenza. Negli ultimi anni accedere al Deep Web è diventato molto semplice, grazie, soprattutto alla nascita di browser pre-configurati.

Deep Web: i siti più curiosi

Come già anticipato nel paragrafo introduttivo spiegando che cos’è il Deep Web, la parte sommersa di internet può essere paragonata a una medaglia con due facce. Da un lato ci sono tutti i siti utili (per esempio quelli che si occupano di informare cittadini di paesi sottoposti a censura o controllati da regimi dittatoriali) e dall’altro quelli gestiti da organizzazioni criminali. 

In questo paragrafo ci concentreremo soltanto sulla prima tipologia, visto che non intendiamo dare visibilità a attività illegali di nessun tipo. Ecco i siti del Deep Web che potrebbe valere la pena visitare:

  1. Daniel: una versione evoluta di Hidden Wiki, la Wikipedia del Deep Web, più semplice e sicura da navigare. Su Daniel ci sono più di 7.000 indirizzi .onion suddivisi in categorie.
  2. ProPubblica: un sito per l’informazione libera creato da un gruppo di giornalisti investigativi insigniti del premio Pulitzer nel 2016 grazie ad un reportage sugli abusi sessuali.
  3. DuckDuckGo: è il browser principale del Deep Web anche se può essere utilizzato per navigare su internet in modo tradizionale senza che nessuno raccolga i vostri dati.
  1. Riseup: offre servizi di e-mail che non registrano l’attività degli utenti.
  1. Hidden Answers: la versione del deep web di Quora, Reddit o Yahoo. Uno spazio virtuale in cui fare qualsiasi tipo di domanda e ricevere una risposta.

Ora che hai letto questo articolo dovresti avere una panoramica completa su cos’è e come funziona il Deep Web, un vero e proprio mondo sommerso di informazioni e siti web non indicizzati dai principali motori di ricerca.

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