Come fare soldi online e partendo da zero? Idee e opportunità

Come fare soldi online e partendo da zero: 9 idee

Come fare soldi online e magari partendo da zero? È davvero possibile? 

Forse anche tu ti sei chiesto almeno una volta come fare soldi online, magari partendo da zero, e ti sei imbattuto in improbabili guide alla ricerca del guadagno facile o promesse troppo belle per essere vere. Oggi esistono diverse opportunità per sfruttare internet non solo per arrotondare lo stipendio ma come vera e propria fonte di entrate.

Bisogna però essere realistici, nessuna di queste opzioni prevede zero sforzo. Se vuoi sapere come fare soldi online tieni presente che questo non significa affidarsi a una formula magica che gonfierà il tuo conto in banca senza alzare un dito. 

Come fare soldi online partendo da zero: cose da sapere 

La prima considerazione da fare in questa breve guida, è che internet ormai è il “luogo” in cui lavora la maggior parte delle persone. Guadagnare online oggi non è una novità, basti pensare a chi durante la pandemia ha iniziato a lavorare a distanza e continua tuttora. Inoltre, negli ultimi anni si sono sviluppate diverse professioni che si basano sul lavoro “telematico”, come gli influencer e le figure del digital marketing. Quindi se vuoi sapere come fare soldi online partendo da zero e desideri costruire una carriera, considera i mestieri dell’era di internet.

Il web offre numerose potenzialità perché ormai tocca ogni aspetto della vita quotidiana. Possiamo vendere qualsiasi prodotto e servizio e mettere da parte qualcosa per i nostri risparmi. Oltre alle possibilità di internet già note, la tokenizzazione e gli NFT stanno aprendo nuove modalità per monetizzare in maniera sempre più equa i contenuti su internet. La fase dello sviluppo di internet a cui ci stiamo affacciando, conosciuta come Web3, offrirà nuovi spunti su come fare soldi online e partendo da zero. 

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Idee e opportunità

Entriamo nel vivo e vediamo diverse idee e opportunità da tenere in considerazione:  Ce ne sono davvero per tutti i gusti ed esigenze. 

  1. Sondaggi retribuiti

Come fare soldi online anche senza particolari competenze? Dedicando il proprio tempo a sondaggi che vengono retribuiti. Le aziende infatti sono sempre alla ricerca di feedback e recensioni sui loro prodotti. Queste sfruttano le opinioni di chi partecipa ai sondaggi per migliorare diversi aspetti, dalla comunicazione alla struttura. 

I sondaggi possono riguardare sia prodotti che siti o app

  1. Second hand

La risposta a come fare soldi online partendo da zero e contemporaneamente liberando anche spazio in casa è vendere abbigliamento o oggetti di seconda mano. Tra Subito.it, ebay e Vinted, Wallapop e Facebook Marketplace le piattaforme che ti permettono di liberarti di oggetti che non usi più sono tantissime. 

  1. Collezionismo

Sul web puoi anche guadagnare qualcosa vendendo oggetti da collezionismo. In cantina potresti recuperare monete rare o francobolli introvabili che valgono una fortuna. Online esistono veri e propri siti di aste specializzate a cui puoi richiedere anche consulenze. 

  1. Print on demand

Questi servizi permettono di affidarsi a un e-commerce di prodotti personalizzabili che realizza su richiesta e spedisce magliette, tazze, poste o altri gadget con le tue grafiche o opere d’arte sopra. Se sei un* artista o un* designer, con i print on demand puoi fare soldi online senza investire nessuna cifra o gestire un magazzino. 

  1. Amazon Affiliate 

Grazie al programma “Amazon Affiliate” chiunque può promuovere link dei prodotti dell’e-commerce e ottenere delle percentuali sulle vendite effettuate tramite essi. In altre parole chiunque tramite un blog o un qualsiasi contenuto internet può consigliare dei prodotti e ottenere fino al 12% di commissioni. 

  1. Lavoro freelance 

Un’altra idea è quella di offrire servizi da freelance. Tradurre o scrivere testi, correggere bozze, vendere fotografie stock o programmare siti web sono solo alcuni esempi di ciò che puoi trasformare in un’entrata. Per questo scopo sono state create alcune piattaforme che mettono in contatto i vari professionisti come Fiverr o Melascrivi.

Se stai leggendo questo articolo in quanto appassionato di criptovalute, e vorresti fare un po’ di esperienza in questo settore, ci sono delle piattaforme che fanno al caso tuo! Le più utilizzate sono, al momento, Upwork, Web3 jobs, Remote3 e CryptoJobsList. Se, invece, vuoi approfondire questo settore pieno di opportunità puoi accedere all’app di Young Platform.

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  1. Monetizzare un blog o un profilo social

Uno dei modi più conosciuti e tradizionali per fare soldi online partendo da zero è quello di curare un blog o un profilo social per farlo crescere in termini di visite e follower. In questo modo si può guadagnare ad esempio vendendo pubblicità.

  1. Self Publishing

Come fare soldi online con il tuo romanzo nel cassetto? Se hai ambizioni letterarie puoi considerare di pubblicare in autonomia il tuo libro (senza passare per case editrici) e guadagnare direttamente dalle vendite. Quello di Amazon (Kindle Direct Publishing) è uno dei servizi di self publishing più utilizzati, con cui creare ebook o stampare cartacei che vengono venduti direttamente tramite l’e-commerce. Il colosso delle vendite propone anche il premio letterario “Amazon Storyteller” dedicato a tutti coloro che hanno autopubblicato le loro opere con il servizio KDP. In palio ci sono 10.000 euro

Il self publishing non è solo per gli scrittori in erba, qualsiasi siano le tue conoscenze puoi metterle giù nero su bianco e trovare il tuo pubblico di riferimento

  1. Acquisto e vendita di domini internet

Il mercato dei domini internet continua ad essere uno dei metodi per fare soldi online, seppur sia diventato sempre più competitivo negli anni. Una delle pratiche più diffuse è quella del domain flipping che consiste nel registrare dei domini a basso costo e poi rivenderli a cifre più alte. Per guadagnare il più possibile bisogna andare alla ricerca dei nomi più ricercati e quindi potenzialmente più costosi. 

Le cose da NON fare

Ora che hai a disposizione diverse idee, è bene occuparsi delle best practices da adottare. Innanzitutto è bene non fidarsi di chi su internet ma non solo, promette guadagni facili e senza sforzo. Spesso dietro a queste promesse ci sono brutte sorprese. È sempre indispensabile assicurarsi che le piattaforme o i servizi che si utilizzano non nascondano truffe.

Spesso, gli attori che propongono questo tipo di attività, che possiamo definire utilizzando un eufemismo, poco trasparenti, sfruttano proprio il settore delle criptovalute. In particolare, utilizzano questo mondo per promettere guadagni astronomici, simili a quelli registrati da alcuni pionieri di questa tecnologia, che oggi è praticamente impossibile replicare. Non cadere in queste trappole! I soldi facili non esistono, e, nel caso in cui esistessero, se qualcuno avesse la possibilità di guadagnare milioni di euro non facendo nulla, conserverebbe tale “ricetta” per se.

Piuttosto puoi approfondire la tecnologia blockchain e le principali criptovalute studiando il loro funzionamento.

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Se hai deciso di provare uno di questi modi, tieni presente che serve pazienza per ottenere i risultati che ti sei prepost*. La frustrazione e lo scoraggiamento iniziale non ti porteranno da nessuna parte, piuttosto dedicati con costanza al tuo progetto per crescere un po’ alla volta.

Infine informati per agire in maniera conforme e legale. Infatti tutto quello che guadagni, che sia su internet o no, va dichiarato. Chiedi una consulenza al tuo commercialista di fiducia per iniziare a fare soldi online  partendo da zero!

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Debito pubblico: quali sono i 9 paesi più indebitati al mondo?

Debito pubblico: la classifica dei paesi più indebitati

Quali sono i paesi in cui il debito pubblico è più alto? Scopri la classifica e dove si posiziona l’Italia

Il debito pubblico è uno dei parametri che descrive la situazione economica di un paese. Lo sentiamo nominare ovunque, spesso rapportato ad un’altra misura, il PIL, che indica l’insieme delle attività produttive di uno stato.

L’intera economia globale, dato che ci troviamo in un sistema capitalistico, si basa sul debito. È una sorta di linfa, indispensabile per raggiungere l’obiettivo principale imposto dal sistema economico in cui viviamo: la crescita. Nel 2008 però, è nata una tecnologia che ha le carte in regola per rivoluzionare il sistema monetario globale. Stiamo parlando di Bitcoin, puoi approfondire l’argomento qui sotto.

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Torniamo però al tema centrale di questo articolo: quali sono gli stati più indebitati al mondo e quindi qual è la classifica dei paesi con il debito pubblico più alto? 

Debito pubblico: è un problema da affrontare

La classifica dei paesi per debito pubblico è cambiata dopo la pandemia di Covid-19, non tanto per l’ordine degli stati in classifica ma per la quantità di denaro che questi devono ai propri creditori. Nel 2028, secondo il fondo monetario internazionale (FMI), il rapporto debito/PIL globale raggiungerà il 100%

Questo indicatore, solitamente utilizzato per analizzare la situazione economica di un singolo stato, misura, nell’arco di un anno, l’ammontare del debito in relazione al Prodotto Interno Lordo (PIL), ossia l’insieme delle attività produttive di uno stato.

Se il rapporto è basso, significa che il PIL è sufficiente a ripagare il debito annuale. Se invece il rapporto rappresenta un grande divario tra debito e PIL, vorrà dire che la produzione non basta a ripagare i debiti e se ne dovranno richiedere altri, aumentando ancora di più il rapporto.

La situazione è ancora più grave se teniamo conto delle politiche di quantitative tightening che hanno attuato, dal 2022 in poi,tutti i principali governi occidentali per contrastare l’inflazione. L’incremento dei tassi di interesse infatti contribuisce ad aumentare i costi sui debiti che i governi devono sostenere. In altre parole, il mondo è seduto su una montagna di debiti; il debito pubblico globale ha superato, a marzo del 2024, la preoccupante soglia dei 300.000 miliardi di dollari

Insomma, la situazione diventa sempre più critica. Lo stesso Jerome Powell, presidente della Federal Reserve (la banca centrale degli Sati Uniti) ha dichiarato, di recente, che l’America “ha intrapreso un cammino insostenibile” e che “sta prendendo in prestito denaro dalle generazioni future”. Bitcoin può essere il protagonista della prossima rivoluzione monetaria?

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Nonostante quanto appena specificato, e un debito pubblico totale di circa 34.000 miliardi di dollari, gli Stati Uniti non guidano la classifica dei paesi con il debito pubblico più alto. Continua a leggere per conoscere la graduatoria!

La classifica dei paesi più indebitati

Ecco la classifica dei paesi con debito pubblico più alto viene stilata tenendo presente il rapporto debito/PIL. Il motivo? Perché il valore nominale di questa misura preso “da solo” non fornisce informazioni sulla reale incidenza dei debiti di uno stato.

  1. Giappone (264%)

Il paese con il rapporto debito/PIL più alto è il Giappone. Le cause del forte indebitamente del paese sono da ricercare nella bolla immobiliare scoppiata negli anni ‘90.

  1. Venezuela (241%)

La devastante crisi e economica, politica e sociale venezuelana, esplosa durante la seconda metà dello scorso decennio, non si è ancora conclusa, e la terza posizione nella classifica dei paesi con debito pubblico più alto lo testimonia. Secondo le stime, circa 8 milioni di persone hanno lasciato il paese negli ultimi anni a causa delle gravissime condizioni in cui verte il paese.

  1. Sudan (186%)

Il terzo della classifica dei paesi per debito pubblico è il Sudan, fortemente colpito da una crisi economica causata da conflitti interni. Questa si è risolta in politiche di isolamento internazionale influenzate negativamente dalla corruzione.

  1. Grecia (173%)

Il default evitato della Grecia nel 2009 è ormai un lontano ricordo; il paese è sicuramente migliorato negli ultimi anni. Nel secondo trimestre del 2023 è stato il secondo stato europeo per crescita.

  1. Singapore (168%)

Singapore è una città stato incredibilmente avanzata, sopratutto dal punto di vista economico, e vanta uno dei redditi pro capite tra i più alti del mondo. Nonostante abbia un debito pubblico elevato, le agenzie di rating continuano valutarla con il massimo dei voti.

  1. Eritrea (164%)

L’Eritrea è una dittatura capitanata dal presidente non eletto Isaias Afewerki. Nello stato africano il governo autoritario ha applicato leggi che limitano gravemente i diritti civili e politici. Inoltre, impone un servizio militare e civile obbligatorio a lungo termine, che obbliga molti cittadini alla fuga.

  1. Libano (151%)

La crisi economica libanese dura ormai da quattro anni. Dal 2019 in poi il debito pubblico del paese è cresciuto enormemente, fino a toccare, nel 2022, il 282% del PIL. Inoltre, la lira libanese sta subendo una forte svalutazione, attualmente c’è ne vogliono quasi 90.000 per raggiungere il valore di un dollaro americano.

  1. Italia (142%)

Il nostro paese si posiziona quinto nella classifica dei paesi più indebitati. Il debito pubblico italiano ha toccato un nuovo massimo storico a febbraio 2023 e, dopo la lieve discesa di agosto, è tornato a salire da settembre in poi.

  1. USA (129%)

Al nono posto della classifica dei paesi più indebitati troviamo gli Stati Uniti, che così come l’Italia, hanno portato avanti politiche di quantitative tightening per contrastare l’inflazione. Uno dei punti di debolezza di questo tipo di misure riguarda proprio il debito. Con il crescere dei tassi di interesse crescono anche le passività degli stati.

Ora che sai qual è la classifica dei paesi più indebitati puoi approfondire la questione leggendo il nostro articolo di Academy dedicato. Questo parte da una semplice definizione per poi affrontare anche la storia del debito pubblico italiano.

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Cosa è successo alle azioni di GameStop? Perché sono esplose a rialzo nelle ultime ore?

Azioni GameStop: cos’è successo al prezzo?

Le azioni di GameStop sono esplose a rialzo nella giornata di ieri, in seguito ad un meme apparso su X (ex Twitter). Come mai il loro prezzo è salito così tanto?

È ripartita la stagione delle meme stock? Nella giornata di ieri le azioni di GameStop sono esplose a rialzo duplicando il loro valore. Per stimare la portata di tale movimento rialzista basta specificare che il New York Stock Exchange (NYSE), mercato sul quale si svolge il trading dell’azione, è stato obbligato a mettere in pausa gli scambi.

Nelle ore successive, poi, l’ondata di acquisti si è abbattuta anche sulla blockchain di Solana, dove sono nate diverse meme coin che hanno preso ispirazione dall’accaduto. Ecco che cosa è successo alle azioni di GameStop e da cosa è scaturito il pump

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La storia delle azioni di GameStop

Per capire chi è stato a far esplodere a rialzo le azioni di GameStop, e in generale cosa è successo, dobbiamo fare un passo indietro e tornare, per un momento, al 2021. Quell’anno si verificò uno degli eventi più particolari e inaspettati della storia di Wall Street. Il prezzo delle azioni di GameStop, nella primavera di quell’anno, fu oggetto di movimento a rialzo straordinariamente violento e passò, in meno di quindici giorni, da circa 5$ a più di 120$.

La causa principale dell’esplosione fu uno short squeeze, un rapidissimo aumento di prezzo generato dalla chiusura di tantissime posizioni short. Chiudere una posizione short equivale, infatti, a effettuare un acquisto e se questa azione viene effettuata da diversi investitori, si genera un circolo vizioso che spinge violentemente il prezzo verso l’alto. Il termine “squeeze” ovvero “spremere” sta a indicare ciò che accade ai trader che stavano shortando il titolo, i quali vengono spremuti finanziariamente dall’aumento di prezzo.

In quel frangente la popolarità di un utente noto come Roaring Kitty su X (ex Twitter) e come DeepFu***ngValue su Reddit crebbe enormemente, soprattutto perché gli utenti del social network si accorsero che era dal marzo del 2019 che l’utente deteneva il titolo GME. Ma non solo, DVS postava mensilmente analisi e tesi di investimento in cui comunicava ai suoi follower che le azioni di GameStop erano fortemente sottovalutate e che alcuni fondi di investimento le stavano, appunto, shortando. 

Inutile dire che il trader e analista finanziario, all’anagrafe Keith Gill, è diventato, una volta che lo short squeeze da lui previsto è, di fatto, avvenuto, una vera e propria leggenda. Nel suo ultimo aggiornamento, che risale a marzo del 2021, il valore del suo portafoglio ammontava a circa 34 milioni di dollari, mentre poco più di due anni prima le stesse azioni valevano circa 53.000$.

Se ti interessa il mondo della finanza e vuoi esplorare, nello specifico, il settore crypto puoi iscriverti a Young Platform, il principale exchange italiano!

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L’esplosione delle azioni di GameStop di maggio 2024

Ora che conosciamo la storia delle azioni di GameStop, possiamo analizzare quanto accaduto durante la giornata di ieri, lunedì 13 maggio. Roaring Kitty, Il leader della meme stock season che abbiamo conosciuto nel paragrafo precedente, dopo quasi tre anni di assenza dai social media, è tornato a postare. Non ha pubblicato un post di spiegazioni e neanche un semplice saluto, ma un meme chiaramente riferito al mondo dei videogiochi che ha collezionato in meno di ventiquattro ore più di 2 milioni di visualizzazioni.

https://x.com/TheRoaringKitty/status/1789807772542067105

Le azioni di GameStop, che orbitavano intorno al livello dei 30$ prima dell’apertura dei mercati, sono esplose a rialzo aprendo sul livello dei 65$, obbligando il NYSE a mettere in pausa il trading. E questo avvenimento ha avuto un impatto anche sul mondo crypto.

Già nel 2021 l’esplosione delle meme stock e la crescita dell’adozione crypto erano stati due fenomeni, in parte, correlati. All’epoca, l’interesse di massa attratto dalle azioni si era riversato anche nel settore delle criptovalute, e nelle ultime ore è successo lo stesso, anche se in misura minore per quanto riguarda l’ammontare monetario approdato nel mercato crypto. Sono nate diverse meme coin su Solana dotate di nomi e sigle che rimandano all’evento, ma ad avere la meglio è stato GME, il token omonimo delle azioni di GameStop. Questa crypto ha registrato un incremento del +1.900% nelle ultime ventiquattro ore, raggiungendo una capitalizzazione di mercato di 68 milioni di dollari.

Cosa succederà nei prossimi giorni? L’interesse sulle azioni di GameStop si riverserà anche nel mondo crypto come già successo nel 2021? Puoi prepararti a questa evenienza acquistando Solana, il token nativo della blockchain protagonista nell’ecosistema delle meme coin.

Tasse & Report: la nuova funzionalità di Young Platform per la dichiarazione fiscale delle criptovalute

Report Fiscale dichiarazione crypto

Guida completa ai servizi per la dichiarazione fiscale 2024: dalla preparazione del report fiscale, alla consulenza del commercialista, fino all’integrazione di exchange terzi, wallet e blockchain per regolarizzare la tua posizione dal 2016. 

Una delle principali cause di “mal di testa” per gli appassionati di criptovalute è la dichiarazione dei redditi. Non perché i crypto enthusiast vogliano comportarsi in modo non conforme rispetto alle normative vigenti, ma proprio per la complessità di queste ultime, che sono spesso poco chiare e, talvolta, ricche di zone grigie.

Inoltre, gli utenti più esperti che navigano in profondità questo universo, sono soliti effettuare un elevato numero di transazioni che diventano, poi, molto difficili da tracciare e ricostruire. Utilizzare diversi exchange, piattaforme DeFi, Metamask o collezionare NFT complica ulteriormente le cose. 

L’anno scorso, per ovviare a questo problema, abbiamo lanciato il Report Fiscale, accolto positivamente dalla nostra Community. L’obiettivo era quello di “semplificare la vita” ai nostri utenti e rendere la dichiarazione delle criptovalute una passeggiata.

Tuttavia, la Legge di Bilancio 2023 e l’Agenzia delle Entrate hanno cambiato le carte in tavola per la dichiarazione fiscale del 2024. Le novità introdotte riguardano moltissimi aspetti, tra cui la revisione del 730, del Quadro RW e del Quadro RT. 

Abbiamo quindi creato una nuova sezione sulla nostra piattaforma, interamente dedicata alla dichiarazione fiscale delle criptovalute. L’iniziativa è rivolta sia agli utenti di Young Platform, sia a chiunque desideri utilizzare un servizio completo per la dichiarazione delle proprie criptovalute senza spendere un capitale. 

Scopriamo insieme tutti i servizi della nuova funzionalità Tasse & Report:

  • il Report fiscale di Young Platform aggiornato per la dichiarazione del 2024 
  • Il Report fiscale Integrato con Okipo (exchange, wallet e blockchain terze) 
  • il Report delle transazioni di Young Platform
  • l’Imposta di bollo 
  • il servizio di consulenza con i nostri commercialisti.

Infine, daremo un’occhiata agli sconti previsti per i nostri Club! 

Tieni presente questi aspetti importanti:

  • Tutti i report includono i dati di entrambi gli exchange, Base e Pro. 
  • La sezione Tasse e Report è disponibile dalla versione Web (desktop) di Young Platform. Verrà integrata nell’app nelle prossime settimane.
  • Per chi ha già acquistato il Report Fiscale durante la pre-sale, può ora scaricarlo!

Scopri la nuova funzionalità

Il nuovo Report Fiscale di Young Platform 

Se utilizzi solo Young Platform – sia Base che Pro – questo è il servizio che fa per te. Acquistando questo report potrai scaricare un pratico PDF con una schematizzazione chiara e semplice di tutto ciò che possiedi in termini di criptovalute, e i dati che servono per compilare la tua dichiarazione dei redditi. 

Inoltre, per aiutarti nella compilazione, vedrai in allegato un fac simile del Quadro RW e del Quadro RT. Il primo va compilato per l’imposta di bollo e il secondo se hai generato dei guadagni nel 2023 che superano i 2.000 euro. Se invece hai subito qualche perdita, potrai recuperare le minusvalenze nei prossimi quattro anni, inserendole nel Quadro RT. 

Il principale vantaggio di questo report risiede nel prezzo. Vediamo perché.

Innanzitutto, il Report Fiscale è retroattivo. Se hai iniziato a comprare criptovalute su Young Platform dal 2019, il tuo PDF include una panoramica del tuo portafoglio per la dichiarazione fiscale dal 2019 a oggi. Diversamente da altri exchange o servizi, paghi un unico report per regolarizzare la tua posizione fiscale dal primo anno in cui investi in criptovalute. 

In secondo luogo, il prezzo viene calcolato sul numero di transazioni effettuate. Di conseguenza, avrai un piano tariffario completamente personalizzato e pagherai solo per il tuo reale livello di attività. Basti pensare che il piano base ha un costo di € 9,99. 

Questa politica risponde a una volontà molto semplice: consentire a tutti i nostri utenti di mettersi in regola con il fisco e sfruttare questo mercato in tutta serenità, senza incidere sul loro bilancio.

Acquista il Report Fiscale

Nota bene: Il valore totale del portafoglio e il valore di ciascun asset sono calcolati basandosi sui prezzi degli asset presenti sull’exchange Young Platform.

Il Report integrato di Okipo su Young Platform 

Questa integrazione è stata realizzata per gli utenti di Young Platform che utilizzano anche altri exchange, possiedono NFT, hanno criptovalute in piattaforme DeFi o semplicemente custodiscono i loro cripto-asset su wallet esterni a Young Platform. 

Proprio in virtù della sua flessibilità, è l’ideale anche per chi non utilizza Young Platform come exchange ma sta cercando una soluzione a costi competitivi. Per costoro, sarà sufficiente registrarsi e accedere alla sezione “Tasse e Report”. 

Grazie alla collaborazione tra la nostra realtà e Okipo, possiamo offrire un report unico retroattivo e un piano tariffario scontato sul loro listino, che prevede un costo di €229 per anno fiscale. Gli utenti di Young Platform avranno diritto a prezzi scontati come segue. 

NOTA BENE: Per ottenere questo vantaggio, è fondamentale utilizzare il servizio Okipo dalla sezione “Tasse e Report” di Young Platform. 

  • Per gli utenti di Young Platform non iscritti a un Club, il Report di Okipo ha un costo totale di €59 (invece di €229 per anno fiscale).
  • Club Bronze: 54€ (invece di €229 per anno fiscale).
  • Club Silver: 49€ (invece di €229 per anno fiscale).
  • Club Gold: 44€ (invece di €229 per anno fiscale).
  • Club Platinum: 39€ (invece di €229 per anno fiscale).

In virtù di questa collaborazione, potrai inoltre accedere anche a questi vantaggi: 

  • Copertura annuale completa*: a differenza di altri servizi che richiedono un pagamento per ogni anno fiscale, il nostro prezzo include la copertura di tutte le transazioni fatte da quando hai iniziato a utilizzare le criptovalute.  
  • Assistenza prioritaria: come utente Young Platform, hai diritto a un servizio clienti prioritario. 

*Se il numero di transazioni supera le 10.000 all’anno, sarà necessario richiedere l’aggiunta di ulteriori 10.000 transazioni per ogni anno in cui si è superato il limite.

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Come funziona?

Okipo consente di integrare tutti i principali wallet, exchange e blockchain per importare le transazioni dal 2016 a oggi.  

Attraverso un sistema estremamente intuitivo, gli utenti possono collegare i propri wallet e exchange cripto tramite file CSV, con guide dettagliate disponibili per facilitare ogni tipo di connessione. 

A questo punto, verranno importate automaticamente tutte le transazioni, eliminando la necessità di inserimenti manuali e riducendo significativamente il tempo dedicato alla gestione fiscale. Al termine dell’importazione, gli utenti possono scaricare con facilità tutta la documentazione fiscale necessaria dal 2016 a oggi, già compilata e pronta per essere presentata alle autorità fiscali.  

Se non sei un utente di Young Platform e hai bisogno di qualche informazione in più, puoi compilare questo modulo per essere ricontattato dal nostro team che ti aiuterà a trovare la soluzione più adatta a te.

Compila il Form

Il Report delle Transazioni

Il Report delle Transazioni di Young Platform registra ogni movimento e ordine effettuato sulla piattaforma. Questo documento, sempre disponibile per il download nella sezione Tasse & Report, funge da vero e proprio estratto conto, offrendo una panoramica dettagliata delle attività svolte sull’exchange. Permette di tracciare, esportare e archiviare l’intera cronologia di operazioni, incluse depositi, prelievi e dettagli di ordini di acquisto, vendita e scambio. Anche se non fornisce direttamente i dati necessari per la dichiarazione dei redditi, il report è un ottimo strumento complementare per documentare le tue attività, offrendo una visione chiara e organizzata che facilita la ricostruzione e l’analisi dettagliata di tutte le transazioni effettuate.

Scarica il Report Transazioni

L’imposta di bollo 

Tra le novità introdotte dalla normativa, vi è l’imposta dello 0,2% anche detta “Imposta di bollo”. Questa tassa è connessa alla compilazione del Quadro RW. 

Molti utenti di Young Platform hanno il grande vantaggio di averla già pagata. L’exchange, infatti, calcola e paga in automatico l’imposta su ciò che possiedi sull’exchange Base e Pro. Per verificarne il saldo, basta accedere alla sezione “Tasse e Report”. Nel caso in cui risulti ancora da pagare in toto o in parte, basterà fare un deposito sul proprio account, con bonifico o carta. 

Nota bene: L’imposta di bollo viene calcolata sul valore totale del portafoglio al 31 dicembre dell’anno fiscale, determinato dai prezzi degli asset come riportati su CoinGecko.

È essenziale scaricare la ricevuta di pagamento e allegarla alla propria dichiarazione fiscale. Si può scaricare gratuitamente dalla sezione. Considera che altri exchange hanno introdotto questa politica, per semplificare l’adempimento fiscale dei propri utenti. Perciò, se utilizzi più exchange, verifica che questi non abbiano già saldato l’imposta per te. In questo caso, scarica la ricevuta di pagamento e allega tutto alla tua dichiarazione.

App: sezione Profilo > Pagamenti e Gift Card > Imposta di bollo

Web: sezione Tasse & Report > Imposta di bollo

Scarica la ricevuta

Gli sconti dedicati ai Club Young Platform 

I membri dei Club godono di sconti fissi sull’acquisto del Report Fiscale di Young Platform. Ecco una panoramica degli sconti: 

  •  Club Bronze: 10%
  •  Club Silver: 20%
  •  Club Gold: 40%
  •  Club Platinum: 80%

Per l’acquisto del Report integrato con Okipo, gli sconti vengono applicati nella fase di acquisto visibili sull’interfaccia del partner. Sulla schermata, vi sarà un banner con indicato l’attivazione dello sconto relativo al Club di appartenenza.  

  • Club Bronze: €54  
  • Club Silver: €49  
  • Club Gold: €44 
  • Platinum Club: €39  

Desideriamo porre l’attenzione sul fatto che questi sconti vengono applicati solo sull’acquisto dei report e non sulla consulenza con i commercialisti.

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Consulenza con commercialisti esperti in criptovalute

Molte persone potrebbero non avere una situazione lineare o, più semplicemente, potrebbero sentirsi più sicuri se a seguirli è un commercialista che conosce molto bene la normativa crypto. 

Attraverso il banner dedicato potrai richiedere un appuntamento. Considera che il network dei nostri commercialisti ha un suo piano tariffario, di cui ti informerà a seconda della tua situazione. Anche in questo caso, il prezzo verrà stabilito in base alla tua situazione specifica, in modo da pagare in tutto e per tutto per ciò di cui hai realmente bisogno. 

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Minare Bitcoin: come si fa? Ha ancora senso nel 2024?

Come minare Bitcoin? È sempre più difficile ma è un bene!

Come minare Bitcoin? Anni fa bastava un normale computer e oggi? 

Come minare Bitcoin? Se conosci il mondo crypto da un po’ non puoi esserti post* questa domanda almeno una volta. Il mining è il processo mediante il quale vengono validate le transazioni sulle blockchain Proof-of-Work, e quindi anche su quella di Bitcoin. I miner, attraverso dei calcoli molto complessi, controllano i blocchi dei network e consentono alla rete di funzionare. E ricevono delle ricompense per il loro lavoro.

Il mining è anche un’attività competitiva, dato che le ricompense vengono date soltanto al primo miner che risolve il problema matematico. La quantità di miner che partecipano alla rete influenza la mining difficulty: un parametro che misura quanto è difficile, in media, validare un blocco. La difficulty cresce anche in relazione alla potenza dei macchinari. 

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Ora che hai chiaro il quadro generale, scopri come minare Bitcoin e perché è sempre più difficile!

Minare Bitcoin: cosa serve?

La risposta alla domanda “come minare Bitcoin” è variata molto nel tempo. Se lo avessimo chiesto ad un miner nel 2010 ci avrebbe risposto “con un normale computer ed un software per il mining”. 

La stessa domanda,nel 2015, avrebbe avuto una risposta diversa. In quegli anni i miner avevano già cominciato ad usare dei macchinari progettati appositamente per questo scopo, chiamati ASIC (Application-Specific Integrated Circuit). E oggi? Come si fa a minare Bitcoin nel 2023?

  • Hardware: per minare Bitcoin è necessario partire dall’hardware, fanno parte di questa categoria i macchinari e gli strumenti fisici. Dai semplici computer che si utilizzavano anni fa fino ai sofisticati ASIC. Esiste una ampia gamma di dispositivi con il quale è stato possibile minare Bitcoin nel tempo. I miner in passato utilizzavano GPU (schede video) poiché possedevano una potenza di calcolo molto più elevata rispetto a quella delle CPU (i processori) ed erano più economiche rispetto agli ASIC. 

Le GPU venivano collegate in serie, ovvero una in fila all’altra, e così facendo la loro potenza di calcolo si sommava. Oggi però, anche questo metodo è diventato obsoleto e non è possibile minare Bitcoin se non si possiede un ASIC.

  • Software: un aspirante miner deve procurarsi o sviluppare un software ad hoc. Questo punto è ancora più complesso di quello precedente perché richiede, nella maggioranza dei casi, un alto grado di conoscenza informatica. Alcuni dispositivi per il mining possiedono già un software installato al loro interno da configurare ma nella maggior parte dei casi, per attivarli, è necessario utilizzare il “prompt dei comandi” o il “terminale”. Ovvero la schermata nera in cui scrivere codici che ogni tanto chi non è un informatico doc apre “per sbaglio” sul suo computer.
  • Wallet crypto: l’ultima cosa che un miner deve possedere è il crypto wallet su cui ricevere le ricompense per i blocchi validati. Un utente che sta per costruire la sua attività di mining non deve assolutamente tralasciare questo punto se non vuole lavorare gratis! Questa è sicuramente la parte più semplice di tutto il processo. Di solito i miner, come i crypto enthusiast, preferiscono utilizzare gli hardware wallet, più difficili da hackerare dato che non sono costantemente connessi alla rete.

Il mining è il meccanismo fondamentale per il funzionamento di Bitcoin, ma dietro alla principale blockchain del settore c’è molto di più. Su Young Platform puoi trovare articoli, video, news e strumenti per approfondire la regina delle criptovalute!

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Il mining è anche un gioco di squadra

Per riuscire a competere con le grandi aziende di mining che possiedono tantissimi ASIC sincronizzati tra di loro, i miner più “piccoli” hanno imparato a giocare di squadra. Sono così nate le mining pool, organizzazioni che permettono di coordinarsi e lavorare insieme per trovare l’hash corretto nel minor tempo possibile. Perciò, si può provare a minare Bitcoin anche se si possiede un solo dispositivo; partecipando alle pool e dividendo con gli altri partecipanti il premio. Purtroppo però non è possibile sapere con certezza se si riuscirà o meno a minare qualche blocco, ed è necessario acquistare almeno un ASIC per essere ammesso ad una mining pool.

Il mining è sempre più difficile

Gli hardware che riescono a risolvere i difficilissimi calcoli e la grande quantità di energia elettrica necessaria a farli funzionare, rende il mining un’attività molto costosa. Inoltre, la difficulty, cresce nel tempo dato che tende ad adeguarsi alle variazioni dell’hashrate, ovvero la potenza di calcolo totale della rete. Quest’ultima tiene conto delle caratteristiche hardware e software di tutti i miner che sono connessi al network di BTC e si aggiorna ogni due settimane. È comunque positivo che minare Bitcoin stia diventando sempre più difficile, più miner partecipano alla convalida dei blocchi più la blockchain è sicura.

Il 20 aprile del 2024, in occasione dell’halving, si sono dimezzate le emissioni della criptovaluta e, di conseguenza, anche le ricompense per i miner. Solitamente questo evento, che avviene ogni quattro anni sulla blockchain di Bitcoin, provoca un crollo della difficulty. Il che è come dire che minare BTC diventa, seppur per un’intervallo di tempo brevissimo, più facile. Ciò accade perché alcuni miner vengono irrimediabilmente colpiti dal dimezzamento delle ricompense, non riuscendo più a trarre profitti dalla loro attività. La situazione però, almeno per quanto riguarda il passato, è tornata in equilibrio pochi mesi dopo l’evento.

 
Ora che sai come minare Bitcoin sta a te decidere se iniziare. Tuttavia, se hai letto con attenzione questo articolo potresti aver capito che, probabilmente, il gioco non vale (più) la candela. A meno che tu non abbia la possibilità di accedere ad una grande quantità di energia elettrica a basso costo. Ci sono però altri metodi meno costosi per garantire la sicurezza delle blockchain ed ottenere ricompense, come ad esempio aprire un nodo su una rete Proof-of-Stake. Puoi prendere spunto dagli ex-miner di Ethereum che si sono reinventati da quando la loro blockchain ha cambiato meccanismo di consenso.

Sei sul blog di Young Platform, la piattaforma italiana per comprare criptovalute. Qui puoi trovare le ultime novità su blockchain, Bitcoin e Web3. Raccontiamo da vicino questa economia emergente con un occhio alla finanza tradizionale, così hai tutto quello che ti serve per entrare nella nuova era del denaro. 

2.000 euro di soglia o franchigia? Ultime novità dall’Agenzia delle Entrate

Plusvalenze crypto superiori a 2.000 euro: soglia o franchigia?

Divergenze interpretative sulla circolare numero 30 e note tecniche della dichiarazione dei redditi

La dichiarazione delle plusvalenze crypto e la modalità con cui viene applicata l’imposta del 26% sono fonte di divergenze interpretative, così come riportate nella circolare 30 dell’Agenzia delle Entrate e nelle note tecniche. In questo articolo, esploreremo le ultime novità e chiariremo alcuni punti relativi alla soglia di €2.000 sui guadagni.

La soglia di €2.000: franchigia o semplice limite?

Una delle domande più comuni tra gli investitori di criptovalute riguarda il trattamento fiscale dei guadagni fino a €2.000. La questione fondamentale è se questa somma sia considerata una franchigia, ovvero un importo esente da tasse, oppure un semplice limite “on/off” oltre il quale inizia l’applicazione delle imposte.

Note tecniche della dichiarazione dei redditi

Le note tecniche dell’Agenzia delle Entrate lasciano intendere che i €2.000 non siano una franchigia ma una soglia “on/off”. Questo significa che una volta superato questo limite, l’imposta del 26% viene applicata sull’intera plusvalenza e non solo sulla parte che eccede i € 2.000.

Esempio Pratico

Per esemplificare, se un investitore realizza un guadagno di €2.500, non pagherà tasse solo sui €500 eccedenti, ma l’imposta del 26% sarà calcolata sull’intero ammontare di €2.500. Quindi 2.500 x 26% = 650 euro. 

Implicazioni per gli Investitori

A differenza della prima interpretazione della circolare dell’Agenzia delle Entrate (che considerava i 2mila euro alla stregua di una franchigia), l’attuale situazione conseguente alle note tecniche rilasciate dall’Agenzia delle Entrate,  impone agli investitori di essere estremamente attenti nel calcolare i propri guadagni e le relative tasse. Ogni euro guadagnato oltre la soglia dei €2.000 cambia radicalmente il calcolo delle imposte dovute.

Deduzione delle minusvalenze

Analogamente alle plusvalenze, se le perdite superano i €2.000, è possibile dedurre l’intero importo, nonostante la circolare 30 del 27/10/23 sia piuttosto esplicita nel riconoscere i 2mila euro alla stregua di franchigia. Questo può fornire un certo sollievo in scenari di mercato avversi.

In attesa di ulteriori aggiornamenti

Data la complessità e le possibili implicazioni di questa interpretazione, si spera che l’Agenzia delle Entrate fornisca ulteriori chiarimenti o aggiornamenti. Vi consigliamo di seguire nelle prossime settimane i nostri aggiornamenti tramite newsletter, i social e il nostro blog su questo tema delicato. 

Arbitrum è il Layer 2 di Ethereum più usato? Ecco la classifica completa

Layer 2 Ethereum: i più utilizzati

Quali sono i Layer 2 di Ethereum più usati? Ecco chi sta vincendo la gara per velocizzare e ridurre i costi delle transazioni

Quali sono i Layer 2 di Ethereum più utilizzati? Questi protocolli puntano a fornire transazioni più veloci ed economiche rispetto alla blockchain principale. L’urgentissima sfida della scalabilità per il “world computer” si gioca a colpi di transazioni per secondo (tps) e Total Value Locked (TVL). La prima metrica misura quante transazioni un protocollo riesce a gestire per ogni secondo, la seconda il valore totale delle criptovalute bloccate e quindi la liquidità disponibile. Questo valore viene usato per valutare la diffusione di un progetto. 

I principali Layer 2 di Ethereum, escluso Polygon che è una vera e propria blockchain, si distinguono per la tecnologia di scalabilità utilizzata: zero knowledge rollup, optimistic rollup, Validium o Plasma. Ciascuna determina compromessi tra velocità, sicurezza, costi. Ad esempio si ritiene che Arbitrum sia la soluzione migliore per gli sviluppatori, che Optimism sia la più compatibile con Ethereum e che zkSync sia imbattibile sulla sicurezza. 

Ecco la classifica dei Layer 2 di Ethereum più utilizzati!

1. Layer 2 Ethereum: Arbitrum in focus

In vetta della classifica dei Layer 2 di Ethereum più utilizzati c’è Arbitrum, un protocollo che utilizza gli optimistic rollup. Nel suo enorme ecosistema puoi trovare marketplace NFT, giochi play-to-earn e stablecoin. Inoltre è supportato dalle dapp più importanti della finanza decentralizzata come 1inch, Aave e Balancer.  

A livello di numeri, Arbitrum ha un TVL di 16 miliardi di dollari, può teoricamente elaborare un massimo di 1.500 transazioni al secondo e la commissione per mandare ETH in media costa 0.05$.

Su Arbitrum sono nate diverse applicazioni decentralizzate che hanno dominato il panorama DeFi a partire dal bear market del 2022, in particolare GMX e Pendle. Il token ARB è stato distribuito attraverso un airdrop, agli utenti che hanno interagito con la blockchain nei mesi precedenti al suo rilascio.

Dai un’occhiata al prezzo di Arbitrum!

2. Optimism

E continuando a parlare di Layer 2 più popolari, un’altra soluzione di scalabilità è Optimism che, come dice il nome, sfrutta anch’essa gli optimistic rollup. Questo protocollo è noto per essere integrato con la blockchain madre, tanto che si dice “se funziona su Ethereum, funziona anche su Optimism (OP) ma a una frazione del costo”, e per avere un codice open source a disposizione dei programmatori. Su di esso si sviluppa Synthetix una delle più popolari piattaforme di trading, il network inoltre ha promesso una serie di airdrop per i suoi utenti più attivi.

Il TVL di Optimism è di 7 miliardi di dollari, processa circa 2.000 tps e la commissione media per transazione è di 0,03$.

Guarda il grafico di OP!

3. Base

La blockchain sviluppata da Coinbase, uno degli exchange centralizzati più popolari del mercato nonché l’unico quotato, è esplosa negli ultimi mesi. Il motivo? Principalmente le meme coin. Sì, hai capito bene. Le crypto nate “per gioco” hanno accresciuto incredibilmente la popolarità di questo Layer 2.

Il valore totale bloccato all’interno di Base è, attualmente, 5,4 miliardi di dollari; ad inizio marzo era meno di un terzo!

4. Blast

Il quarto Layer 2 di Ethereum per TVL è oggi Blast, un progetto nato di recente che in pochissimo è riuscito ad attrarre più di 2,5 miliardi di dollari di liquidità. Questa improvvisa popolarità è imputabile a l’aggressiva campagna marketing intrapresa negli scorsi mesi. Blast ha, infatti, annunciato un airdrop prima del lancio della sua blockchain, attirando così tutti gli utenti che intendevano ricevere quella distribuzione gratuita di token.

Questo Layer 2 di Ethereum non ha ancora rilasciato il suo token di governance, che arriverà sicuramente nei prossimi mesi. Se intendi accresce le tue probabilità di riceverlo puoi acquistare ETH su Young Platform, prelevare i fondi su rete Ethereum e utilizzare un bridge per raggiungere il network.

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5. Mantle

Tornando a parlare di layer 2 di Ethereum il cui sviluppo è gestito dalle foundation di exchange decentralizzati non possiamo non citare Mantle. La quinta soluzione di scalabilità per Ethereum per TVL, che si attesta intorno agli 1,2 miliardi di dollari, è sviluppata da BitDAO, l’organizzazione autonoma e decentralizzata lanciata da ByBit.

6. Starknet

Un Layer 2 dell’ecosistema della StarkwareIndustries specializzata in crittografia. Starknet funziona grazie ai zero knowledge rollup e alle STARK Proof. Il suo TVL è di 63 milioni di dollari e le commissioni hanno un costo di 0.09$.

7. zkSync Era

Al terzo posto della classifica dei Layer 2 più usati e popolari di Ethereum troviamo zkSync Era. Questo protocollo si basa sulla tecnologia zero knowledge e ha l’obiettivo di scalare Ethereum mantenendo la sua decentralizzazione. Conta oltre 500.000 utenti attivi e supporta tutti i progetti sul network principale senza modifiche di codice. 

Il TVL di zkSync Era è di 521 milioni di dollari e le fee per trasferire ETH in media sono di 0.09$

8. Manta

Manta è un Layer 2 multi-modulare composta da due differenti network che sfruttano entrambi la tecnologia degli zero-knowledge rollup. La storia di  Manta è iniziata con Atlantic, una velocissima rete Layer 1 costruita su Polkadot per poi proseguire con Pacific, un network Layer 2 altamente scalabile EVM compatibile.

Il TVL di Manta Pacific è, attualmente, di 795 milioni di dollari grazie al quale si posiziona ottava nella classifica dei Layer 2 di Ethereum più utilizzati.

9. Linea

Linea è una blockchain Layer 2 sviluppata da Consensys, l’azienda web3 che ha sviluppato il wallet crypto Metamask. Anche per questo motivo questo progetto ha raccolto un’ingente quantità di capitale attraverso diversi round di finanziamento, circa 725 milioni di dollari.

Attualmente il TVL di Linea è di 780 milioni di dollari.

10. dYdX

La classifica dei Layer 2 di Ethereum più utilizzati prosegue con dYdX che a differenza dei progetti precedenti, è un vero e proprio exchange decentralizzato. Il suo TVL è di 335 milioni

Compra dYdX su Young Platform

11. Metis Andromeda 

Metis Andromeda è un altro Layer 2 compatibile con l’Ethereum Virtual Machine, nato da un fork di Optimism. Questo protocollo attualmente è il più economico, le commissioni di transazione sono inferiori a 0,01$. Il suo Total Value Locked è di 94.26 milioni.

12. Loopring 

Al sesto posto della classifica dei Layer 2 di Ethereum più utilizzati troviamo Loopring, un emergente progetto DeFi basato sulla crittografia zero knowledge. Processa oltre 2.000 tps, ha un valore bloccato di 101 milioni e costi di circa 0,02$ a transazione. 

13. Immutable X

Conosciuto soprattutto come network dedicato al gaming decentralizzato, Immutable X sfrutta la tecnologia Validum di StarkEx (di tipo zero knowledge) per rendere più veloce ed economico anche il play-to-earn. Su questo Layer 2 sono stati bloccati 187 milioni di dollari

14. Polygon zkEVM

La classifica si conclude con Polygon zkEVM. Forse il progetto per eccellenza che ha diffuso nelle community crypto la tendenza “zero knowledge”. È anche uno dei protocolli più recenti lanciato lo scorso marzo 2023. Polygon zkEVM ha un valore bloccato di 38.03 milioni. Le commissioni di una transazione ammontano a 0.03$


Scorrendo la classifica dei Layer 2 di Ethereum più popolari e utilizzati, è evidente che con questi numeri si può parlare già di adozione di massa. La scalabilità rimane il vero obiettivo a cui lavorano incessantemente i progetti crypto. Tra le prossime uscite da tenere d’occhio c’è Scroll (attualmente in fase di testnet), soprattutto per il possibile airdrop.

Bitcoin può essere hackerato? I computer quantistici possono distruggerlo?

Bitcoin può essere hackerato?

È possibile che Bitcoin venga hackerato? I computer quantistici riusciranno a distruggere la blockchain? Scopri di più

La blockchain di Bitcoin è estremamente sicura a livello informatico, prevalentemente grazie ai modelli crittografici che utilizza. Nonostante questo, all’orizzonte c’è una minaccia che preoccupa alcuni crypto enthusiast: i computer quantistici. 

Queste macchine, incredibilmente potenti, sono in grado di svolgere calcoli ad una velocità esponenzialmente più elevata rispetto a quelle tradizionali e, per questo motivo, potrebbero mettere a rischio la blockchain di Bitcoin. La sicurezza dell’intera rete si basa, infatti, proprio sulla potenza di calcolo, messa a disposizione dai miner e costantemente in equilibrio.

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Visto che lo sviluppo di queste macchine sta avanzando velocemente negli ultimi anni, è necessario preoccuparsi? Bitcoin potrà, davvero, essere hackerato per colpa dei computer quantistici?

Bitcoin può essere hackerato? Cosa sono i computer quantistici

L’intuizione che sta alla base di questa tecnologia risale al 1981, quando Richard Feynman propose la sua teoria della computazione quantistica. L’idea era quella di creare elaboratori che simulassero la realtà proprio nel modo in cui si manifesta, e quindi attraverso artefatti quantistici, e non attraverso variabili binarie.

La differenza principale tra i computer quantistici e quelli tradizionali sta, dunque, nell’architettura delle più piccole unità che compongono il linguaggio macchina

Il linguaggio macchina di un elaboratore tradizionale è, infatti, basato su un’architettura binaria; l’unità di informazione che sta alla base di questa si chiama Bit e codifica uno stato che può essere o 0 o 1.

Al contrario, l’unità di informazione dei computer quantistici, il Qubit, o bit quantistico, si ispira alle particelle. Senza entrare troppo nel tecnico si può dire che i Qubit possono oltre ad assumere lo stato 0 o 1, possono restituirne uno qualsiasi di quelli compresi tra i due valori.

Il funzionamento di queste macchine è estremamente complesso, perciò non entreremo nel dettaglio. Anche perché il focus di questo articolo è comprendere se Bitcoin può essere o meno hackerato da queste macchine all’avanguardia.

Come funziona la crittografia di Bitcoin?

Per capire se i computer quantistici saranno in grado di hackerare Bitcoin dobbiamo comprendere come lavora la sua blockchain a livello crittografico. Il network di BTC utilizza, in questo senso, tre funzioni principali:

  1. La funzione di hash Secure Hash Algorithm (SHA) 256: è un algoritmo che viene utilizzato da Bitcoin per garantire l’integrità delle informazioni memorizzate in un blocco. La SHA-256 è unidirezionale, ovvero è possibile generare un hash (o impronta digitale) da qualsiasi contenuto ma, al contrario, non è possibile svolgere il procedimento inverso, ovvero non si può risalire al contenuto partendo dall’hash. Il risultato di questa funzione crittografica, che viene utilizzata principalmente nel processo di mining, in particolare per creare l’hash del blocco e garantire il funzionamento del meccanismo di consenso Proof-of-Work, è sempre un codice alfanumerico di 64 caratteri, codificato in 256 bit o 32 byte ed essa;
  1. RIPEMD-160: questa è un’altra funzione hash crittografica usata in Bitcoin, principalmente per ridurre la lunghezza degli hash SHA-256 da 256 bit a 160 bit. Questo ridimensionamento viene utilizzato nella creazione dell’indirizzo Bitcoin, che inizia con un hash SHA-256 della chiave pubblica seguito da un hash RIPEMD-160;
  1. Le Curve Ellittiche: Bitcoin usa l’Elliptic Curve Digital Signature Algorithm (ECDSA) per garantire che le monete possano essere spese solo dal legittimo proprietario. La curva specifica usata in Bitcoin è la secp256k1, che aiuta a generare la chiave pubblica dalla chiave privata e a firmare le transazioni.

Bisogna anche specificare che Bitcoin utilizza funzioni crittografiche che siano battle tested. Ciò significa che esse non sono funzionanti soltanto a livello matematico ma sono state già testate “sul campo” per diversi anni, o addirittura, decenni. 

Guarda il prezzo di BTC

Perché i computer quantistici sono una minaccia?

È arrivato il momento di rispondere alla domanda centrale di questo articolo: Bitcoin può essere hackerato?

Per farlo ci concentreremo sulla modalità teoricamente più possibile, ottenere il controllo di più del 50% della potenza computazionale della rete, e quindi effettuare un 51% attack. Se un hacker riuscisse in questa impresa potrebbe, potenzialmente, spendere due volte i Bitcoin, il che porterebbe al fallimento dell’intera blockchain

Scongiurare la minaccia della doppia spesa (double spending) è stato uno degli obiettivi principali del creatore di Bitcoin Satoshi Nakamoto. D’altronde, BTC non sarebbe andato lontano se qualcuno avesse potuto impiegare la stessa somma in più scambi economici. 

In questo senso i computer quantistici sono sempre stati considerarti una minaccia per Bitcoin e, più in generale, per la crittografia, dato che sono, teoricamente, in grado di effettuare complicatissimi calcoli ad una velocità esponenzialmente più alta rispetto a quelli tradizionali. Queste operazioni matematiche complesse, stanno alla base della sicurezza di Bitcoin, dato che vengono svolte dai miner per validare i blocchi e quindi rendere sicuro l’intero network.

Perché Bitcoin dovrebbe essere al sicuro?

Bitcoin può, davvero, essere hackerato? I quantum computer sono, all’atto pratico, una minaccia o, nel caso in cui la loro adozione dovrebbe crescere, non avranno comunque nessun impatto sul network di BTC? È impossibile dare una risposta certa a questa domanda. Tuttavia, possiamo analizzare alcuni dati e toerie per fare chiarezza sulla questione. 

Una delle più popolari sostiene che, una volta che questa tecnologia verrà adottata e i computer quantistici diventeranno davvero acquistabili, i miner di Bitcoin saranno tra i primi soggetti ad utilizzarli. In passato essi si sono aggiudicati le componentistiche hardware più avanzate, proprio perché la validazione dei blocchi della rete di BTC è un’attività fortemente competitiva e chi la svolge è fortemente incentivato ad aggiornare costantemente il proprio setup. Attualmente l’80% di questi soggetti possiede macchine estremamente costose, dotate dei chip più potenti in circolazione.

Secondo alcune stime, per replicare la potenza di calcolo in possesso dal 51% dei partecipanti alla rete, bisognerebbe spendere circa 3,7 miliardi di dollari in componenti hardware. Questa cifrà non tiene conto dell’aumento di prezzo che subirebbero i componenti, dato un tale incremento della domanda. Senza considerare poi che l’autore di un attacco di questo tipo non produrrebbe nessun beneficio economico per se stesso, dato che, nel caso in cui andasse a buon fine, ogni Bitcoin perderebbe, istantaneamente, il suo valore.

Insomma, non si trarrebbe alcun vantaggio tendando hackerare Bitcoin, nonostante sia teoricamente possibile, mentre il costo, approssimato per difetto a 3,7 miliardi di dollari, è incredibilmente elevato. Sarebbe più facile, e remunerativo, provare ad hackerare una banca centrale.

Elezioni USA: l’impatto sul prezzo di Bitcoin

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Che impatto avranno le elezioni USA sul prezzo di Bitcoin? Secondo Standard Chartered potrebbero far esplodere a rialzo la criptovaluta

In molti pensano che la vittoria di Donald Trump alle prossime elezioni USA potrebbe favorire Bitcoin e, in generale, il settore delle criptovalute. Tra i sostenitori di questa tesi c’è Standard Chartered Bank, una delle società finanziarie più importanti del Regno Unito.

Su cosa si fonda la recente diffusione di questa convinzione? Dove potrebbe arrivare il prezzo di Bitcoin, se Donald Trump dovesse tornare alla Casa Bianca? Standard Chartered ha aggiornato, a rialzo, le sue previsioni sul prezzo di BTC: 150.000$ entro la fine del 2024.

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Elezioni USA: perché una vittoria di Trump potrebbe essere positiva?

Il primo aspetto da considerare per stimare l’impatto dell’insediamento di Donald Trump a Capitol Hill è quello normativo. Il tycoon ha, infatti, ribadito più volte di non avere intenzione di reprimere l’utilizzo di Bitcoin e, quindi, di non opporsi al settore delle criptovalute nel caso in cui dovesse vincere le elezioni USA. Una delle ultime dichiarazioni in merito risale a marzo, quando Trump disse, ai microfoni di CNBC, di conoscere il fenomeno e di accettarlo, anche se ribadì il suo totale e incondizionato sostegno nei confronti del dollaro.

Un’altra teoria che accompagna la convinzione di chi si aspetta un mercato crypto rialzista nel caso di una vittoria di Donald Trump è collegata agli esponenti in carica a capo delle principali istituzioni governative. Se il mandato di Joe Biden, e con esso l’attuale parentesi democratica, dovesse concludersi, alcune teste potrebbero “saltare”. 

Gli occhi del settore sono puntati principalmente su Gary Gensler, il presidente della Security and Exchange Commission (SEC), nonché il più grande antagonista del settore degli ultimi anni. Gensler è da sempre legato al partito democratico e quindi un’ascesa al potere della fazione repubblicana potrebbe mettere a rischio la sua poltrona.

A dimostrazione di ciò, in un video reso pubblico di recente su X (ex Twitter,) Trump afferma che “loro”, riferendosi ai democratici e a Gary Gensler, sono ostili alle crypto e ironizza sul fatto che, secondo lui, Joe Biden non sa neanche cosa siano. Insomma, le criptovalute potrebbe trovare terreno fertile all’interno delle istituzioni nel caso in cui Trump vincerà le elezioni USA del 5 novembre 2024.

Trump inietterà liquidità nei mercati?

Per stimare l’impatto sul prezzo di Bitcoin delle elezioni USA del 2024, può essere utile guardare al passato. Donald Trump è famoso, tra le altre cose, per aver preferito politiche monetarie fortemente espansive, caratterizzate da tassi di interesse vicini allo zero e dalla monetizzazione del debito. Con questo termine si intende la tendenza dei governi a utilizzare le banche centrali come acquirenti per il proprio debito. In altre parole, al verificarsi di questo scenario, la Federal Reserve (FED) emetterebbe nuova moneta per acquistare i titoli di stato americani. Tale scenario risulta particolarmente allettante nel caso in cui il debito pubblico del paese in questione sia particolarmente alto e, soprattutto, quando esiste il rischio che i mercati inizino a dubitare della sua sostenibilità.

Ma che impatto avrebbe questa forzatura dell’economia sul settore delle criptovalute? L’unico modo per stimarlo è analizzare i dati dell’ultimo mandato Trump, quando i tassi di interesse erano vicini allo zero, come la “fiducia” nel mercato delle treasury americane o Titoli di Stato USA. Basti pensare che durante il primo mandato la vendita netta media annua di debito pubblico statunitense ha toccato i 207 miliardi di dollari, contro i 55 miliardi della presidenza Biden. In quel frangente il mercato crypto, così come quello azionario, è stato interessato da una forte crescita, visto che forniva una copertura contro la dedollarizzazione. Uno degli effetti collaterali di questa pratica è, infatti, la svalutazione monetaria, che si genera dall’aumento della quantità di moneta che circola in un sistema economico.

Le previsioni sul prezzo di Bitcoin

Chiarita la situazione in merito al contesto economico e normativo, è il momento di affrontare la possibile influenza delle elezioni USA sul prezzo di Bitcoin. Ovviamente è impossibile sapere cosa succederà nel caso in cui Donald Trump dovesse tornare alla Casa Bianca, ma questo non impedisce ai commentatori del settore di pubblicare le proprie previsioni.

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Ad aver avuto una maggiore risonanza mediatica sono state quelle di Standard Chartered, già anticipate nell’introduzione di questo articolo. Per la banca del Regno Unito il prezzo di Bitcoin raggiungerà i 150.000 dollari entro la fine del 2024 se Donald Trump dovesse diventare, per la seconda volta nella storia, il presidente degli Stati Uniti. Ma non è tutto! Secondo Geoff Kendrick, Head of Crypto Research della società finanziaria, il valore di un singolo Bitcoin potrebbe toccare i 200.000$ durante il 2025.

FOMC USA: nessun taglio dei tassi ad aprile. Come ha reagito il mercato?

CPI inflazione USA

La FED e il suo presidente Jerome Powell hanno deciso: i tassi di interesse rimangono, ancora, invariati. Quando assisteremo al primo taglio?

Rispetto al mese scorso la situazione sui tassi di interesse è fortemente mutata. La decisione della Federal Reserve (FED) del 1° maggio 2024, annunciata dal presidente Jerome Powell, ha escluso un rialzo dei tassi per i prossimi mesi

Questa dichiarazione denota un cambio di rotta da parte della banca centrale statunitense, visto che nelle riunioni passate il suo presidente aveva annunciato l’intenzione di effettuare almeno tre tagli dei tassi durante il 2024.

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La decisione della FED

La riunione del FOMC (Federal Open Market Committee) del primo maggio si è conclusa come le quattro precedenti, ovvero con un nulla di fatto. La Federal Reserve ha deciso di non modificare i tassi di interesse, che, dunque, restano fissati nell’intervallo compreso tra il 5,25% e il 5,5%. A pesare sulla decisione, presa attraverso il voto unanime di tutti i partecipanti alla riunione, è stata principalmente l’inflazione. Secondo gli ultimi dati del Consumer Price Index (CPI), pubblicati il 10 aprile 2024, l’inflazione negli Stati Uniti si attesta al 3,5%, ancora molto al di sopra dell’obiettivo del 2%.

Insomma, lo scenario attuale è molto diverso rispetto a quello ipotizzato ad inizio 2024. All’epoca, gli esperti si avevano previsto, in preda all’ondata di ottimismo che aveva investito il settore degli investimenti, sei o sette aggiustamenti al ribasso dei tassi di interesse. A marzo poi, dopo una revisione delle aspettative, Powell aveva annunciato l’intenzione di effettuare almeno tre tagli durante il 2024 a partire da giugno.

Il mercato del lavoro

Ad aprile anche il mercato del lavoro statunitense è stato meno pimpante rispetto ai mesi passati. È cresciuto, infatti, il tasso di disoccupazione e i nuovi posti di lavoro, secondo il report diffuso all’inizio di maggio, sono meno di quanto si aspettassero gli analisti.

Il dato dei “Nonfarm Payrolls”, ovvero le buste paga escluso il settore agricolo, restituisce un +175.000 invece che il +240.000 previsto, mentre il tasso di disoccupazione è passato da 3,8% a 3,9%. Questi dati sono particolarmente negativi se confrontati con quelli del mese di marzo (circa 300.000 nuovi posti di lavoro e tasso di disoccupazione al 3,8%) che, probabilmente, riflettevano l’ottimismo allora presente sul mercato.

La reazione dei mercati

Nonostante, almeno in teoria, il rinvio del taglio dei tassi di interesse dovrebbe essere una notizia non esattamente positiva per i mercati, i principali indici statunitensi hanno reagito bene alla decisione del FOMC.

Il giorno stesso l’S&P 500, l’indice che traccia l’andamento delle cinquecento aziende americane più capitalizzate, ha perso circa l’1,5%, per poi recuperare nei giorni seguenti. Attualmente si trova nella zona dei 5.185, grazie ad un movimento rialzista iniziato il giorno dopo la riunione del +3,5% circa. Anche il NASDAQ e il Dow Jones hanno registrato ottime performance nell’ultima settimana. Sono saliti rispettivamente del 4,7% e del 3%

Negli ultimi mesi l’andamento del mercato azionario americano sembra sempre più decorrelato dalla politica monetaria del paese. I principali indici sono molto vicini ai massimi storici e non sembrano soffrire il periodico rinvio del taglio dei tassi di interesse.

Cosa deciderà la Federal Reserve nei prossimi mesi? Il principali obiettivi della banca centrale restano gli stessi di marzo: controllare l’inflazione e promuovere l’occupazione, anche se la situazione è peggiorata rispetto a due mesi fa. L’inflazione tornerà a scendere e ciò permetterà alla banca centrale americane di procedere con il primo, attesissimo, taglio dei tassi di interesse? Oppure il FOMC e Jerome Powell cambieranno nuovamente idea e il costo del denaro resterà invariato per tutto il 2024?

Se dovessimo assistere al primo scenario potrebbe crescere l’interessa anche nel settore crypto, dato che diminuirebbero i rendimenti garantiti dalle obbligazioni governative. Puoi prepararti a questo possibile scenario acquistando Bitcoin sulla nostra app!

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