Bonus bollette 200 euro: da domani arriva il nuovo contributo

Bonus bollette 200 euro: come funziona e chi lo riceverà da aprile 2025

Dal 1° aprile 2025 parte il bonus bollette da 200 euro. Scopri chi può riceverlo, come funziona il nuovo contributo extra e in che modo si somma al bonus bolletta sociale

Il ‘bonus bollette’ è in arrivo. Il governo ha approvato un contributo da 200 euro per aiutare le famiglie in difficoltà a far fronte ai rincari dell’energia elettrica. Il nuovo contributo, previsto dal decreto Bollette 2025, verrà erogato a partire da domani (martedì 1° aprile 2025) e si aggiungerà al tradizionale bonus bolletta sociale.

La novità più importante? Il bonus extra sarà esteso anche a chi ha un ISEE fino a 25.000 euro, allargando così la platea dei beneficiari.

Bonus bollette: chi ha diritto al contributo straordinario

First things first: il nuovo bonus bolletta 200 euro sarà riconosciuto:

  • automaticamente a chi già riceve il bonus sociale elettrico (ISEE sotto i 9.530 euro);
  • su richiesta, per chi presenta un ISEE fino a 25.000 euro, con verifica dei requisiti da parte dell’INPS e degli enti competenti.

Ma andiamo con ordine cercando di capire prima che cos’è il bonus sociale elettrico, per poi approfondire i requisiti specifici necessari per rientrare in uno di questi due gruppi di beneficiari.

Bonus sociale elettrico: cos’è e come funziona?

Come anticipato il bonus bolletta verrà automaticamente erogato a chi riceve il bonus sociale elettrico. Si tratta di una misura, prevista dal Governo e resa operativa dall’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, che mira a ridurre la spesa sostenuta dalle famiglie in condizione di disagio economico e fisico per il consumo dell’energia elettrica. 

Questa si divide, a sua volta, in due tipologie di bonus sociale:

  • Bonus sociale per disagio economico: destinato ai nuclei familiari con un indicatore ISEE non superiore a 9.530€, oppure percettori di Reddito o Pensione di Cittadinanza o ai nuclei familiari con almeno quattro figli a carico. Il bonus viene riconosciuto in automatico in bolletta senza necessità di fare domanda, a condizione che l’ISEE sia aggiornato e corretto.
  • Bonus sociale per disagio fisico: riservato a chi si trova in gravi condizioni di salute e necessita di apparecchiature elettromedicali salvavita alimentate dall’energia elettrica. In questo caso è necessario presentare apposita domanda presso il Comune o un Centro di Assistenza Fiscale (CAF), allegando la certificazione sanitaria e la documentazione richiesta.

Come funziona il bonus bollette “extra” 200 euro

Dopo aver chiarito cos’è e come funziona il bonus bollette classico è il momento di approfondire quello extra. Si tratta di un contributo straordinario che scatterà da domani: martedì 1° aprile 2025, e sarà erogato a chi ha un ISEE al di sotto dei 25.000$. 

ARERA, l’Autorità per l’Energia, ha fatto sapere che il nuovo bonus bollette sarà distribuito in rate giornaliere da 1,64 euro, per un totale di circa 200 euro nel trimestre aprile–luglio 2025. Il contributo sarà sommato al bonus bolletta esistente, che varia in base alla composizione del nucleo familiare. Per chi lo ho già ricevuto in passato il processo di validazione sarà automatico, mentre gli altri dovranno presentare l’ISEE e attendere le verifiche.

Chi nel 2025 ha ancora in corso l’erogazione del bonus in base all’ISEE del 2023 (tra 9.530€ e 15.000€), riceverà l’80% dell’importo riconosciuto ai beneficiari “ordinari”. Con l’arrivo del bonus straordinario da 200 euro, questi utenti potranno cumulare i due contributi, ottenendo così un aiuto maggiore.


Le 10 carte dei Pokémon più rare e costose al mondo

Carte Pokemon rare: la classifica e il prezzo

Quali sono le 10 carte dei Pokémon più rare e costose? Scopri la classifica e il loro esorbitante prezzo

Il mondo delle carte Pokémon rare ha affascinato collezionisti e appassionati per decenni, generando un mercato secondario a dir poco virtuoso. I Pokémon, termine che deriva dall’abbreviazione di “Pocket Monsters”, sono i protagonisti dell’omonimo videogioco giapponese creato da Satoshi Tajiri e Ken Sugimori che ha conquistato il mondo a partire dalla sua prima edizione, rilasciata nel 1996. Il gioco di carte collezionabili, noto anche come Pokémon Trading Card Game (TCG), ha visto la luce nello stesso anno e ha rapidamente guadagnato popolarità a livello mondiale

Le carte Pokémon sono, attualmente, utilizzate non solo per giocare, ma anche come oggetti da collezione. Ogni carta raffigura un Pokémon specifico con abilità e punti vita, permettendo ai giocatori di combattere tra loro in partite strategiche. Sono oltre 9.000 quelle rilasciate fino ad oggi, alcune di queste, le carte Pokémon rare, hanno raggiunto prezzi esorbitanti, tanto da poter essere considerate la nuova frontiera del collezionismo, al pari di monete e francobolli.

Leggi attentamente la classifica delle nove carte Pokémon più rare al mondo; chissà, magari ne possiedi un esemplare nascosto da qualche parte in casa.

Carte Pokémon: quali caratteristiche le rendono rare e preziose?

I fattori che rendono queste carte Pokémon rare sono diversi. Il principale, come spesso accade agli oggetti da collezione, ha a che fare con la loro storia. Quelle rilasciate in occasioni speciali, come eventi, tornei esclusivi o anniversari, tendono a essere più di valore dato che sono prodotte in quantità limitate.

Anche le condizioni di conservazione sono un fattore molto importante. Quelle intonse, valutate come “Gem Mint” o con voti alti da parte di servizi di classificazione come PSA o Beckett, possono raggiungere prezzi molto più elevati rispetto a quelle che presentano segni di usura.

Così come per i francobolli, anche gli errori di stampa sono in grado di trasformare una carta ordinaria in un oggetto di grande valore. A volte questi “difetti”, come ombreggiature mancanti, errori di “battitura” o colori alterati sono impercettibili, soprattutto per collezionisti in erba, che non conoscono a memoria tutte le caratteristiche di queste carte Pokèmon rare.

Infine, il valore delle carte varia anche a seconda del Pokémon raffigurato. Pokémon iconici come Charizard o Pikachu tendono ad avere carte che valgono di più, semplicemente perché più ricercate e amate dai fan.

La tecnologia dei non fungible token (NFT) sta, ormai da diversi anni, ricalcando le logiche di scarsità e rarità introdotte dagli oggetti di collezione nel corso del tempo. Prima francobolli e monete, poi carte da gioco, capi d’abbigliamento e strumenti musicali e infine asset digitali unici. Insomma, il collezionismo si evolve, gli NFT hanno le carte in regola per esserne la nuova frontiera?

Scopri il mondo degli asset digitali!

La classifica delle 10 carte Pokémon più rare al mondo

10. Test Print Blastoise “Gold Border” (1998)

Nonostante possa sembrare falsa, questa è una delle carte Pokémon più rare in circolazione. Il dorso della carta non è il classico con la Pokéball, ma è quello delle carte Magic: è infatti un tentativo di Wizard of the Coast di portare le carte Pokémon al pubblico inglese. È stata venduta a Luglio 2021 per $216.000.

9. Carta Promozionale Ishihara GX (Autografata)

Questa carta unica è stata distribuita nel 2017 per celebrare il 60º compleanno di Tsunekazu Ishihara, fondatore del franchise Pokémon. Rilasciata esclusivamente allo staff dell’azienda e autografata da Ishihara stesso, il suo valore ha raggiunto l’incredibile cifra di 247.230$, rendendola una delle carte più ambite dai collezionisti.

8. Snap Pikachu

Questa rara carta del 1999 è stata il premio di un concorso legato al gioco Pokémon Snap. Ne esiste soltanto una copia e il suo valore è di circa 270.000$.

7. Trofeo Pikachu N. 3 Allenatore Bronzo

Distribuita ai primi tre classificati del primo torneo Pokémon in Giappone nel 1997, questa carta trofeo ha un grande valore storico. Battuta all’asta per l’impressionante cifra di 300.000$ è il premio di una delle prime competizioni ufficiali.

6. Charizard, No Rarity Set con autografo di Mitsuhiro Arita (1996)

Questa carta Pokémon deve la sua rarità a tre elementi: è la prima carta mai realizzata di Charizard, non ha il simbolo che classifica la rarità ed è autografata da uno degli illustratori più famosi di sempre, Mitsuhiro Arita. Venduta nel 2022 per $324.000.

5. Blastoise Wizards of the Coast Presentazione Galaxy Star Holo

Creata nel 1998 come anteprima della linea TCG di Wizards of the Coast, questa carta è estremamente rara. Ne esistono soltanto due esemplari. Il suo valore, dovuto alla sua scarsità e al suo status speciale, è di 360.000$.

4. Trofeo Pikachu N. 2 Allenatore Argento

Rilasciata nel 1998, questa carta trofeo celebra uno dei primi eventi competitivi di carte di Pokémon in Giappone. Anche questa, come numerose carte Pokémon rare, è stata disegnata da Mitsuhiro Arita. Il suo prezzo si aggira sui $440.000.

3. Charizard Base Set Shadowless 1a edizione

Questa carta di Pokémon rara del 1999 è divenuta celebre per un errore di stampa, dato che non presenta le ombreggiature tipiche delle sue “gemelle” più comuni. Ciò la rende una delle carte più desiderate tra i collezionisti, con un valore che raggiunge i 420.000$.

2. Charizard Top Sun Blue Back (1997)

Parte della collezione promozionale Top Sun, col caratteristico dorso blu, questa carta Pokémon è una delle più rare per l’artwork ma soprattutto per un errore di stampa particolare: se sulla carta c’è scritto 1995, l’anno di pubblicazione è in realtà il 1997. Venduta per $493.230 nel 2021.

1. Pikachu-Holo Illustrator

Questa carta del 1998 è stata distribuita a meno di 20 illustratori come premio di un concorso artistico ed è la più preziosa e rara del mondo. Grazie alla sua rarità estrema e al suo significato storico, è considerata il Santo Graal delle carte Pokémon e il valore di una, forse l’ultima ancora in ottime condizioni, è di 6 milioni di dollari.

Ora che conosci quali sono le 10 carte di Pokémon più rare non ti resta che ribaltare casa, garage e cantina per controllare se ne hai mai posseduta una!

L’airdrop di Linea: la guida completa

Airdrop Linea: la guida completa

Come qualificarsi per l’airdrop di Linea, il Layer 2 di Ethereum sviluppato da Consensys? La guida

L’airdrop di Linea potrebbe arrivare nei prossimi mesi. La blockchain Layer 2 sviluppata da Consensys, l’azienda web3 che ha costruito il wallet crypto Metamask, ha raccolto 725 milioni di dollari e potrebbe premiare i primi utilizzatori della sua rete.

Se guardiamo all’ammontare di denaro raccolto, l’airdrop di Linea potrebbe essere più sostanzioso di quello di Arbitrum. La soluzione di scalabilità progettata da Consesys è valutata 7 miliardi di dollari.

Che cos’è Linea?

Linea è un Layer 2 di Ethereum che utilizza la tecnologia degli zero-knowledge rollup. L’obiettivo di questo network, come quello di tutte le più famose soluzioni di scalabilità, è quello di permettere ai suoi utenti di effettuare transazioni economiche e veloci sfruttando la sicurezza di Ethereum.

Il 28 marzo il team di sviluppo ha rilasciato la testnet, mentre la rete principale (mainnet) è disponibile dall’inizio di Luglio. Per questo motivo potrebbe essere il momento giusto per svolgere le azioni necessarie per qualificarsi all’airdrop di Linea nel caso in cui dovesse arrivare. 

Come qualificarsi per l’airdrop di Linea: i probabili requisiti

Consensys non ha confermato che il token del suo Layer 2 arriverà, perciò non si può essere sicuri dell’esistenza di un futuro airdrop di Linea. Quando un protocollo annuncia una distribuzione gratuita di un token è solitamente troppo tardi per qualificarsi, quindi potrebbe valere la pena iniziare ora!

Dato che è impossibile sapere se l’airdrop arriverà non si conoscono i requisiti da soddisfare per riceverlo, visto che rimangono segreti fino all’eventuale annuncio della distribuzione gratuita. Per identificare i probabili requisiti possiamo basarci sugli airdrop crypto del passato, che hanno quasi sempre premiato la frequenza delle interazioni con un determinato protocollo e il volume di crypto scambiato.

Guida pratica all’airdrop di Linea

Consideriamo ora le operazioni da svolgere per aumentare le chance di ricevere l’airdrop di Linea, attraverso una guida pratica. Non è noto quali siano precisamente i compiti da eseguire, quindi anche se segui queste istruzioni non puoi essere certo di ottenere la distribuzione gratuita di token.

1. Utilizza un wallet crypto decentralizzato e importa la rete

Le azioni per cercare di ricevere l’airdrop di Linea devono essere fatte direttamente sulla blockchain del protocollo. Quindi è necessario avere un portafoglio decentralizzato e aggiungere la rete ad esso. Ci sono diversi portafogli online che supportano questo tipo di operazioni, ma il più famoso è Metamask, che è stato sviluppato anch’esso da Consensys. Segui le istruzioni di questa guida per imparare ad usarlo.

Per aggiungere la rete di Linea al tuo Metamask puoi recarti sull’explorer ufficiale della blockchain, Lineascan, e cliccare sul bottone “aggiungi la mainnet di Linea” che trovi al fondo della pagina. Un blockchain explorer e come un motore di ricerca per le reti Web3 che ti consente di ispezionare i network. Puoi ricercare al suo interno i dati relativi alle transazioni e agli smart contract. Per tentare di qualificarti per l’airdrop di Linea utilizza un “burner wallet”, ovvero un portafoglio su cui detieni solamente le crypto che intendi utilizzare per questo scopo.

2. Acquista Ethereum su Young Platform ed effettua un prelievo

Linea è una soluzione di scalabilità di Ethereum e quindi, se vuoi provare a qualificarti per l’airdrop, devi possedere qualche ETH. Questo ti permetterà di usare le applicazioni decentralizzate e processare le transazioni. Se sei a corto di Ether, puoi comprarne qualcuno su Young Platform.

Acquista Ethereum!

Per trasferire i tuoi ETH dal conto Young Platform al tuo wallet decentralizzato puoi seguire questa guida. È importante che prelevi gli ETH necessari utilizzando la rete Ethereum.

3. Raggiungi la mainnet di Linea utilizzando un bridge

Il modo migliore per raggiungere la mainnet di Linea è attraverso il bridge ufficiale costruito dal team di Consensys. Questo perché utilizzarlo potrebbe essere uno dei requisiti fondamentali per qualificarsi per la distribuzione gratuita di token. 

Per portare i tuoi ETH su Linea ti basterà connettere il tuo wallet, selezionare la quantità che vuoi inviare, confermare e approvare la transazione. Su questa applicazione decentralizzata (dapp) puoi scegliere se claimare la quantità di Ether che hai inviato manualmente o se vuoi che venga automaticamente inviata al tuo wallet. 

Se sei un utente esperto ti consigliamo la prima opzione, visto che comporta una minore spesa in termini di commissioni. 

Attenzione, i bridge sono spesso vittime di attacchi hacker e exploit, quindi utilizzali per trasportare piccole quantità di crypto e attraverso un burner wallet.

4. Utilizza alcune dapp disponibili sulla blockchain

Ora che hai i tuoi fondi sulla blockchain, è il momento di utilizzare le dapp presenti sul Layer 2 per cercare di qualificarsi per l’airdrop di Linea. In questa fase non esistono regole rigide; puoi decidere come procedere in base alla quantità di ETH che intendi utilizzare (necessaria per coprire il costo delle gas fees).

Una possibile strategia potrebbe consistere nell’effettuare alcuni scambi (swap) tra i token disponibili sulla blockchain, utilizzando gli exchange decentralizzati (DEX) SyncSwap, Izumi Finance e EchoDEX

Alternativamente, potresti contribuire alle farming pool presenti su questi o altri protocolli. Puoi anche scambiare o mintare qualche NFT; il marketplace più popolare è, per ora, Zonic. Sbizzarrisciti ed effettua diverse operazioni sui protocolli presenti su questo Layer 2. Puoi trovare l’elenco completo di tutte le dapp disponibili.

5. Utilizza la blockchain regolarmente

Per ricevere l’airdrop da Linea, potrebbe risultare cruciale anche la frequenza con cui utilizzi questo Layer 2 di Ethereum. Le distribuzioni gratuite di token nel passato hanno premiato coloro che hanno interagito regolarmente con le dapp nel corso del tempo. Ad esempio, per ottenere l’airdrop di Arbitrum, era richiesto l’utilizzo delle applicazioni decentralizzate e l’esecuzione di transazioni in almeno due mesi diversi.

In aggiunta, l’ammontare di token distribuiti variava in base al numero di transazioni effettuate in mesi diversi, da un minimo di due a un massimo di nove. Pertanto, è raccomandabile ripetere le azioni descritte nei passi precedenti almeno una volta al mese. Un altro criterio considerato per selezionare i partecipanti agli airdrop passati è stata la varietà di dapp con cui gli utenti hanno interagito. Per soddisfare tale requisito, collega il tuo portafoglio ed effettua operazioni su diverse piattaforme del Layer 2.

Queste sono le informazioni fondamentali sull’airdrop di Linea, i possibili requisiti da soddisfare e una possibile strategia per qualificarsi, nel caso in cui venga confermato.

Prezzo Bitcoin: andamento e storia dal 2008 ad oggi

Prezzo Bitcoin: storia, valore e andamento negli anni

Il prezzo di Bitcoin è cresciuto esponenzialmente nel corso degli anni, quali sono state le tappe principali della sua storia?

La storia del prezzo di Bitcoin è stata, fino ad oggi, ricca di colpi di scena. Nonostante il valore del BTC sia oggi rialzista, nei suoi primi quindici anni di vita ha attraversato anche dei periodi bearish. E tu, conosci la storia del prezzo di Bitcoin dal 2008 ad oggi? Quali sono gli eventi che hanno influenzato maggiormente il suo valore e l’andamento della criptovaluta?

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Qual è stato il prezzo di lancio di Bitcoin?

All’inizio della sua storia, quando Bitcoin è stato creato, non esistevano ancora gli exchange di criptovalute, perciò gli utenti per vendere o comprare BTC dovevano accordarsi tra di loro per stabilirne il valore, intavolando una vera e propria trattativa. Il prezzo di una crypto è determinato dalla sua conversione in valuta fiat, e siccome all’epoca le transazioni avvenivano soltanto attraverso scambi peer-to-peer, è impossibile risalire all’esatto prezzo di Bitcoin al momento del lancio.

Sappiamo però a quanto ammontava il valore di BTC in occasione della prima conversione in dollari, avvenuta il 12 Ottobre 2009. Quel giorno un utente noto sul forum “Bitcointalk” con lo pseudonimo “New Liberty Standard” acquistò 1.309 BTC con un dollaro. Dividendo un dollaro per il numero di BTC che l’utente ha acquistato possiamo affermare che il prezzo di Bitcoin è partito da circa 0.0009$. Oggi il valore della criptovaluta è circa 100 milioni di volte superiore a quello iniziale

Analizziamo dunque le tappe principali nella storia del prezzo di Bitcoin per scoprire come si è affermato e quali difficoltà ha dovuto affrontare.

Dal Bitcoin Pizza Day alla nascita dei primi exchange (2009-2012)

Nel 2009 Bitcoin era una tecnologia di nicchia, un fenomeno legato ad una sottocultura dell’ingegneria informatica e non possedeva un vero e proprio mercato. La prima volta che è stato usato per acquistare un bene “del mondo reale” era il 22 Maggio 2010; quel giorno un utente del forum Bitcointalk ha acquistato due pizze nel fast food americano Papa John’s per 10.000 BTC. Questo avvenimento, soprannominato “Pizza Day”, è diventato una vera e propria festività che i crypto enthusiast ricordano ogni anno

Nel 2010 è nato anche BitcoinMarket.com, un rudimentale sito web che consentiva ai suoi utenti di scambiare BTC, che però ha chiuso i battenti l’anno dopo. Nel 2011 invece è stato lanciato il primo exchange del mondo crypto: Mt.Gox. La nascita di Mt.Gox ha attirato l’attenzione sulla criptovaluta rendendola anche più facile da acquistare. A Febbraio 2011 il prezzo del Bitcoin è arrivato ad 1$, mentre a Luglio dello stesso anno, un BTC valeva già 15$.

Dal 2012 al 2015: il primo bull market e l’hack di Mt.Gox

Il 2012 è stato un anno negativo per la storia del prezzo Bitcoin. Dal massimo dei 15$ toccato a Luglio 2011, il valore di BTC è crollato drasticamente fino a 3$, una zona del grafico in cui è stato ingabbiato fino all’inizio del 2013. Con l’anno nuovo però la criptovaluta ha cambiato totalmente marcia, grazie ad una grande ondata di interesse per il settore. Era iniziato il primo bull market crypto della storia!

Nel 2013 il prezzo di Bitcoin è passato da 12$ a 1.000$ spinto da alcuni investitori istituzionali cinesi e dalle aziende che hanno iniziato ad accettarlo come metodo di pagamento.

Poi, però, è arrivato anche il primo bear market crypto della storia, in concomitanza con l’attacco hacker subito da Mt.Gox, il 24 Febbraio 2014. Durante l’estate del 2015 poi, quando alcuni investitori istituzionali, come Goldman Sachs e Nasdaq si sono avvicinati a queste nuove tecnologie, il mercato è ripartito.

Il 30 Luglio 2015, attraverso una ICO viene lanciato Ethereum e per il prezzo di Bitcoin, che si trovava intorno ai 400$, è iniziata una nuova fase rialzista.

Dal 2016 al 2021: il secondo halving e il COVID-19

Il secondo halving del 9 Luglio 2016 ha restituito nuova linfa vitale al prezzo di Bitcoin, che aveva già iniziato il suo movimento a rialzo nell’estate del 2015. Il bull market del 2017 è stato esplosivo. BTC, dalla zona dei 1.000$ in cui si trovava a Gennaio, ha raggiunto i 20.000$ a fine anno. In quel periodo l’interesse dei mass media attorno alle criptovalute è cresciuto notevolmente: è stato approvato, negli Stati Uniti, il primo ETF su Bitcoin, il governo cinese ha regolamentato lo scambio di crypto e diverse aziende, tra cui Microsoft e Dell, hanno scelto di accettare BTC come metodo di pagamento.

Nel 2018 poi il valore di Bitcoin dal massimo dei 20.000$ è crollato fino ai 3.000$, stabilizzandosi intorno ai 3.700$ a fine anno. Anche il 2019, anno in cui si è celebrato il 10° anniversario della nascita della criptovaluta, non è stato positivo a causa del fallimento dell’exchange Quadriga CX e di un attacco hacker a Binance. Il prezzo di Bitcoin nel 2019 ha oscillato nel range compreso tra i 3.000$ e i 14.000$ cambiando più volte direzione. 

Con il 2020 il mercato crypto è tornato a splendere grazie soprattutto alle applicazioni di finanza decentralizzata (DeFi) nate su Ethereum. Il crollo del prezzo di Bitcoin avvenuto in concomitanza con l’inizio della pandemia di COVID-19, è stato assorbito in fretta, pochi giorni dopo è iniziato il bull market che ha portato il valore della crypto fino all time high dei 68.800$. In questo periodo si sono anche affermati gli NFT che hanno dato un’ulteriore spinta a tutto il settore.

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Il bear market del 2022: i fallimenti del settore, l’inflazione e il conflitto russo-ucraino?

Nel 2021, poi, dopo che Bitcoin ha toccato quota 68.000$, il mercato crypto è stato colpito da una serie di avvenimenti negativi interni, come il crollo dell’ecosistema Terra-Luna e il fallimento di FTX. Ma anche esterni: la crisi macroeconomica causata dal conflitto russo-ucraino e l’inflazione. 

Questi episodi hanno avuto un impatto anche sul valore della criptovaluta, che ha raggiunto, nel momento di massima crisi, il livello dei 15.000$.

Dal 2023 ad oggi: la risurrezione del mercato crypto

Con l’inizio del 2023, e quindi durante l’ultima fase della storia del prezzo di Bitcoin, le crypto sono ripartite! Nella prima parte dell’anno il movimento a rialzo di BTC è stato lento, per poi diventare più veloce con l’inizio dell’autunno e, infine, esplosivo nei primi e negli ulti mesi del 2024. Questo rally rialzista di Bitcoin si è interrotto ad aprile 2024, ed è poi ripartito nel mese di ottobre dello stesso anno  

All’inizio del 2023 il prezzo di Bitcoin si aggirava intorno al livello dei 20.000$, mentre 10 mesi dopo, ad ottobre, nella zona dei 25.000$. Da quel momento in poi, però, tutto è cambiato. Ad attrarre l’interesse sul settore sono stati gli ETF spot su Bitcoin proposti dai fondi di investimento americani, poi approvati a gennaio del 2024, e l’avvicinarsi dell’halving

Insomma, con l’inizio del 2024 è iniziato il bull market, che ha causato forti movimenti a rialzo che hanno interessato diverse crypto. Bitcoin a novembre, dopo la vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali americane, ha raggiunto un nuovo all-time high a 92.000$

Controlla il prezzo di Bitcoin


Potremmo oggi essere nella fase più esplosiva dell’attuale ciclo di mercato rialzista, almeno nella misura in cui questo dovrebbe rilevarsi simile a quelli del passato. Che impatto avrà Donald Trump quando, da gennaio 2025 in poi, si insedierà alla Casa Bianca? Non esiste la sfera di cristallo e quindi nessuno può sapere con certezza i target per l’attuale fase della storia del prezzo di Bitcoin. La crypto riuscirà a raggiungere lo storico livello dei 100.000$ nei prossimi giorni?

Kit di sopravvivenza UE per 72 ore: cosa contiene e perché fa discutere?

Kit sopravvivenza guerra Europa: il piano UE per le emergenze

La Commissione UE propone un kit di sopravvivenza per 72 ore in caso di guerra o emergenze. Cosa contiene e perché ha generato dibattito?

La Commissione Europea ha lanciato una nuova strategia per preparare i cittadini alle emergenze gravi, tra cui guerre, catastrofi naturali e attacchi informatici. Al centro del dibattito, il kit di sopravvivenza da 72 ore, che ogni Stato membro dovrà promuovere e adattare a livello nazionale.

Cosa include il kit di sopravvivenza e come funziona? Questo strumento rientra nel piano “Unione per la preparazione alle emergenze“, che prevede cooperazione civile-militare, linee guida per la popolazione e meccanismi di risposta coordinata, da attuare entro il 2027.

Cosa contiene il Kit sopravvivenza europeo?

In un video sui social media, la commissaria europea Hadja Lahbib ha presentato il contenuto del kit con tono leggero, sottolineando la sua importanza per le prime 72 ore di crisi.

Perché proprio settantadue ore? Secondo le ricerche dell’Unione Europea si tratta dell’orizzonte temporale più critico per i cittadini, soprattutto perché sono più alte le probabilità che essi debbano far fronte ai loro bisogni primari in autonomia

Ecco cosa contiene il kit di sopravvivenza europeo:

  • Documenti di identità contenuti in una confezione impermeabile;
  • Acqua potabile;
  • Torcia e accendino;
  • Coltellino svizzero.
  • Medicinali essenziali.
  • Cibo in scatola e barrette.
  • Contanti.
  • Power bank e caricabatterie.
  • Mazzo di carte.
  • Occhiali o lenti a contatto.

Un’Europa più pronta… o un’iniziativa ridicola?

L’introduzione del kit di sopravvivenza per la guerra in Europa ha generato reazioni contrastanti. Da un lato i vertici europei, come la vice presidente Roxana Minzatu, ne evidenziano la necessità di “una nuova mentalità orientata alla preparazione”. 

C’è però anche chi critica l’approccio, accusando Bruxelles di minimizzare la gravità di scenari come la guerra in Ucraina. Secondo alcuni parlamentari europei, il video ha un tono “troppo scherzoso” e rischia di trasformare una questione alquanto seria come la sicurezza dei cittadini in uno sketch da social media.

Altri, infine, ironizzano sull’efficacia del kit, definendolo una “borsa dell’apocalisse in stile Mary Poppins”, piena di gadget da campeggio. In contrapposizione a misure che, secondo loro, potrebbero davvero essere efficaci nel caso in cui dovesse esplodere un conflitto globale: ad esempio rifugi antiatomici o un potenziamento delle infrastrutture sanitarie.

Una strategia in 63 punti (e tanta strada da fare)

Il piano UE per la preparazione alle crisi deve essere sviluppato entro il 2027 ed è composto da sessantatre punti. Alcuni checkpoint o tappe intermedie, in cui controllare che tutto proceda per il verso giusto, sono già state identificate per i prossimi mesi del 2025 e per il 2026. Oltre ai kit sopravvivenza guerra Europa da 72 ore, il piano prevede:

  • Una strategia di stoccaggio europeo per forniture essenziali
  • Contromisure mediche comuni
  • Esercitazioni UE coordinate con la NATO
  • La creazione di uno Scudo Spaziale europeo entro il 2027

Diversi Paesi, come Francia, Svezia, Norvegia e Finlandia, hanno già adottato linee guida per la popolazione civile. In Svezia, per esempio, il governo raccomanda anche di mantenere (o, nel caso, instaurare) buoni rapporti con i vicini, poiché in caso di emergenza “potrebbero tornare utili”.

Prevenzione o propaganda?

L’idea di un kit sopravvivenza guerra Europa ha senz’altro un valore simbolico, che forse supera quello pratico. La domanda principali che ci poniamo è la seguente: si tratta di un primo passo di piano di preparazione più ampio e potenzialmente efficace in caso di guerre o catastrofi o di una manovra comunicativa per mascherare i ritardi e l’impreparazione dell’Unione in materia di difesa e protezione civile?


Per ora sappiamo solo che nel 2026 arriveranno le linee guida ufficiali per i kit sopravvivenza guerra Europa. Sicuramente non saranno sufficienti power bank, barrette proteiche, accendini e un mazzo di carte per affrontare la prossima grande crisi. Nel dubbio potrebbe essere il caso di fare scorta di un po’ di oro e di Bitcoin?



GameStop investirà in Bitcoin: come si è mosso il prezzo delle azioni?

Le azioni di GameStop cresceranno dopo l’annuncio dell’investimento in Bitcoin

Il prezzo delle azioni GameStop si muoverà a rialzo dopo l’annuncio dell’investimento in Bitcoin. L’azienda vuole seguire le orme di MicroStrategy

A Wall Street si è tornato a parlare delle azioni di GameStop (GME) e questa volta è merito di Bitcoin e non dei pump & dump di quella che molti considerano una meme stock. Il celebre rivenditore di videogiochi ha annunciato di voler seguire le orme di MicroStrategy e quindi investire parte delle sue riserve di liquidità in Bitcoin. 

L’annuncio arriva in un momento complicato per l’azienda, che ha appena registrato un calo del 28% per quanto riguarda i ricavi trimestrali, scesi a 1,28 miliardi di dollari rispetto allo stesso periodo del 2023. Nonostante ciò, gli investitori sembrano entusiasti della nuova decisione strategica, il cui annuncio presuppone una crescita a rialzo delle azioni di GameStop. Martedì il prezzo di GME ha chiuso a 25,5$, mentre ieri ha raggiunto il livello dei 30$ per poi crollare a 24,8$ nelle ultime ore.

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GameStop e Bitcoin: è arrivata la conferma!

Già a febbraio 2025 alcune indiscrezioni avevano provocato un rialzo delle azioni di GameStop del 10%, dopo che CNBC aveva riportato che l’azienda che si occupa di vendite retail di videogiochi fisici e gadget stava valutando l’ingresso nel mondo delle criptovalute. Il motivo? Un’ingente quantità di denaro “liquido” a disposizione e la volontà di seguire esempi virtuosi come MicroStrategy e Tesla, oltre che una crisi strutturale che dura da diversi anni.

Circa un mese dopo è arrivata la conferma ufficiale! Il consiglio di amministrazione ha deciso, accettando all’unanimità una proposta che prevede la possibilità di investire in Bitcoin. Attenzione, si tratta di una possibilità e i piani operativi degli investimenti devono essere ancora annunciati, mentre è già stato inviato alla Security and Exchange Commission (SEC) il form 10-K.

Ad oggi la società ha immesso sul mercato delle obbligazioni convertibili per un controvalore di $1.3 miliardi di dollari per l’acquisto di Bitcoin, oltre a $200 milioni in liquidità per gli investitori interessanti entro i primi 13 giorni dalla vendita.

Il CEO Ryan Cohen aveva lasciato intuire questa mossa già a inizio febbraio. In che modo? Attraverso la pubblicazione su X (ex Twitter) di una foto insieme a Michael Saylor, cofondatore di MicroStrategy, una delle aziende quotate che detiene più Bitcoin a livello globale.

Come hanno reagito le azioni di GameStop

Analizzando i grafici ci si accorge che la notizia ha inizialmente influito positivamente sul prezzo delle azioni di GameStop. Come anticipato nell’intro, il titolo ha aperto la sessione di ieri (mercoledì 26 marzo) a circa 30$, mentre ora si attesta sul livello dei 24,8$.

Analizzando, invece, l’accaduto in termini più generali, possiamo affermare che la strategia dell’azienda riflette una visione che ultimamente condividono molti investitori istituzionali: le aziende che possiedono una quantità di Bitcoin a bilancio sono viste (non sta a noi giudicare se legittimamente o meno) come alternative “indirette” al mondo crypto

Sicuramente, però, non è un caso che la decisione ufficiale arrivi poche settimane dopo che Donald Trump, il presidente degli Stati Uniti, ha firmato un ordine esecutivo per creare una riserva strategica di criptovalute, utilizzando quelle già in possesso del governo.

Azioni GameStop: mai più meme stock?

L’investimento in Bitcoin rappresenta un nuovo capitolo nella storia di GameStop e delle sue azioni che dal 2021 sono diventate il simbolo più noto del fenomeno delle meme stock

Quanto abbiamo anticipato ti incuriosisce? Trovi la storia completa delle azioni di GameStop in questo articolo.

Quello che possiamo anticiparti è che il rally epico che ha interessato GME, partito dall’app Robinhood e alimentato da una community Reddit di investitori, ha provocato una crescita del prezzo del titolo di oltre 2.200% negli ultimi cinque anni. Tuttavia, il 2025 non è iniziato nel migliore dei modi per le azioni GameStop che hanno perso, ad oggi, circa il 19%.

In conclusione qual è lo status quo di GameStop e delle sue azioni e come si colloca la sua volontà di acquistare Bitcoin? Oggi l’azienda si trova in una fase di transizione: le vendite di giochi fisici sono in calo e il settore videoludico si sposta sempre più verso il digitale. L’investimento in BTC potrebbe essere una leva per restare rilevanti nel nuovo contesto tecnologico e finanziario.

Le nuove stablecoin di Fidelity e Donald Trump

Le stablecoin di Fidelity e della famiglia Trump

Fidelity Investments e World Liberty Financial, il progetto di finanza decentralizzata (DeFi) sostenuto dalla famiglia Trump, hanno annunciato il lancio di due nuove stablecoin.

Due importanti news riguardanti le stablecoin hanno attirato l’attenzione del mercato crypto nelle ultime ore. La prima è connessa a Fidelity Investments, uno dei fondi di investimento più importanti d’America nonché emittente degli ETF spot su Bitcoin. 

La seconda stablecoin, invece, si chiama USD1, ed è promossa da World Liberty Financial (WLFI), il progetto di finanza decentralizzata (DeFi) sostenuto dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. Scopri di più sulle nuove due stablecoin del mercato crypto!

Fidelity Investments si prepara al lancio di una stablecoin

Fidelity Investments, uno dei principali gestori di asset a livello globale, è in procinto di lanciare la sua stablecoin, che dovrebbe arrivare entro la fine di maggio 2025. Il fondo di investimento di Boston vuole creare la sua versione di contante digitale, dopo aver esplorato per la prima volta il settore crypto con il lancio dei suoi ETF spot su Bitcoin e Ethereum avvenuto nel 2024.

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Il lancio della stablecoin rientra all’interno della recente proposta di Fidelity alla Securities and Exchange Commission (SEC) degli Stati Uniti di introdurre una versione tokenizzata del suo fondo Treasury Digital Fund, composto da liquidità e treasury USA (titoli di stato), attualmente disponibile soltanto per investitori istituzionali e hedge fund

Questa iniziativa è probabilmente stata facilitata dall’elezione di Donald Trump, un evento che ha segnato una svolta rispetto all’amministrazione precedente per quanto riguarda il settore crypto. Il tycoon ha promosso politiche favorevoli alle criptovalute e sostenuto la crescita delle stablecoin fin dalle prime battute della sua campagna elettorale.

World Liberty Financial introduce USD1

Per dimostrare quanto abbiamo anticipato nel paragrafo precedente, ovvero dell’appoggio alle stablecoin da parte di Donald Trump, vi presentiamo le ultime news riguardanti World Liberty Financial. Il progetto DeFi della famiglia Trump ha annunciato il lancio di una stablecoin denominata USD1

Anche questa stablecoin, come il fondo che Fidelity intende portare su blockchain grazie alla “magia” della tokenizzazione, sarà completamente supportata da titoli del Tesoro statunitensi, liquidità o asset equivalenti. Non si sa ancora molto su USD1 a parte le blockchain sulle quali sarà, almeno inizialmente, disponibile: Ethereum e la blockchain EVM compatibile creata da Binance, la Binance Smart Chain.

In conclusione le ultime news dal mondo crypto ci dicono che Fidelity Investments ha deciso di lanciare la sua stablecoin per prepararsi al lancio pubblico del suo Treasury Digital Fund. Questo prodotto che sicuramente rientra nella categoria dei Real World Asset (RWA) ha le carte in regola per accrescere notevolmente l’adozione del mondo crypto. 

D’altra parte, il presidente Donald Trump sta da tempo manifestando un crescente interesse per le criptovalute, promuovendo iniziative volte a posizionare gli Stati Uniti come leader nel settore. La creazione di World Liberty Financial e il lancio di USD1 sono esempi concreti di questo impegno.



Fuori Tesla, dentro Bitcoin: Standard Chartered rivoluziona l’indice Mag 7

Standard Chartered sostituisce le azioni Tesla con Bitcoin

Standard Chartered rimpiazza Tesla con Bitcoin nel suo indice Mag 7B: rendimento più alto e volatilità più bassa. Scopri come la crypto è entrata nell’olimpo degli asset?

Il colosso bancario Standard Chartered ha pubblicato un nuovo report in cui propone una variante del celebre paniere delle “Magnifiche 7”, le sette big tech che guidano il mercato azionario globale. In questa nuova versione, chiamata Mag 7B, le azioni Tesla sono state sostituite da Bitcoin.

L’obiettivo? Verificare se la criptovaluta può essere considerata un’alternativa valida – se non migliore – rispetto a una delle aziende più iconiche del settore tecnologico. In parte i risultati sono già chiari: più rendimenti e meno volatilità, Tesla sembra non riuscire dalla profonda crisi che l’ha colpita dopo l’arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca.

Azioni Tesla e Bitcoin: cos’è l’indice Mag 7B e l’information ratio

Sostituendo Bitcoin alle azioni Tesla nell’indice Mag 7, che replica il comportamento dei migliori asset tecnologici globali, viene fuori il Mag 7B. No, non ci siamo inventati noi questo esperimento, bensì è opera di Standard Chartered, una delle banche più importanti del Regno Unito. La cosa più interessante è che Geoffrey Kendrick, Head of Digital Assets Research dell’istituto di credito, ha dichiarato che questa nuova composizione avrebbe generato rendimenti superiori di circa il 5% dal 2017 a oggi, riducendo al contempo la volatilità media annua di quasi il 2%

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Il risultato di quanto affermato da Kendrick risulta particolarmente visibile se si analizza l’information ratio. Questo indicatore mette in evidenza il rapporto tra extra rendimento rispetto al benchmark di mercato e la tracking error volatility (volatilità dei rendimenti differenziali del portafoglio rispetto ad un indice di riferimento). Senza entrare troppo nel tecnico possiamo dire che è utile per valutare le performance di un determinato asset mettendole in relazione con il rischio ad esso associato.

Il risultato della sostituzione delle azioni Tesla con Bitcoin all’interno dell’indice Mag 7? Un information ratio più elevato (e quindi performance migliori): 1,13 contro 1,04. La scelta di inserire Bitcoin al posto delle azioni Tesla nasce da un’osservazione precisa: secondo Kendrick, BTC si comporta sempre più come un titolo tech che come una riserva di valore, di conseguenza è più correlato al Nasdaq 100, un indice che traccia l’andamento delle 100 aziende tecnologiche americane più capitalizzate, che all’oro. 

In ogni caso i dati ci dicono che da gennaio 2025, ovvero da quando Donald Trump si è insediato alla Casa Bianca,  le performance di prezzo di BTC sono più simili a quelle di Nvidia, mentre quelle di Tesla appaiono più vicine a quelle di Ethereum, almeno in termini di volatilità.

Bitcoin nei portafogli istituzionali diventerà la normalità?

L’inclusione di Bitcoin a discapito delle azioni Tesla nell’indice Mag 7B non è solo un esperimento accademico. Riflette un cambiamento più ampio nel mondo degli investimenti: sempre più fondi, anche sovrani, stanno valutando di esporsi direttamente a BTC, come ribadisce anche Larry Fink, il CEO di BlackRock, da due anni a questa parte. E con il lancio dell’ETF Bitcoin di BlackRock anche in Europa (notizia di oggi), la possibilità che gli investitori istituzionali allochino capitali su BTC è diventata ancora più concreta. Inoltre, l’Europa è un continente di ricchi risparmiatori i quali potrebbero scegliere di esporsi ad un asset nuovo ma decisamente solido.

In sintesi l’analisi di Kendrick va oltre il rendimento: la minore volatilità che si potrebbe ottenere sostituendo le azioni Tesla con Bitcoin suggerisce che l’asset crypto può persino ribilanciare il rischio complessivo di un portafoglio tech. Il messaggio è chiaro: Bitcoin non è più un outsider, ma può essere considerato un componente a tutti gli effetti all’interno dei portafogli orientati all’innovazione.

Sbarca in Europa l’ETF Bitcoin di BlackRock: è il più economico sul mercato?

L’ETF Bitcoin di BlackRock sbarca in Europa

BlackRock lancia il suo ETF Bitcoin anche in Europa, con commissioni tra le più basse del mercato. Scopri come funziona l’ETF Spot già quotato su Euronext.

L’ETF su Bitcoin di BlackRock è finalmente disponibile anche per gli investitori europei. Dopo il clamoroso successo negli Stati Uniti nell’ultimo anno, il colosso finanziario americano ha deciso di espandere la propria offerta nel vecchio continente, lanciando il proprio prodotto su Euronext Amsterdam.

Si tratta di un ETF Spot, proprio come quello lanciato in America a gennaio 2024: questo significa che detiene come sottostante direttamente e fisicamente Bitcoin e non solo strumenti derivati. Ma a colpire è soprattutto un aspetto: le commissioni, tra le più basse del settore. Scopri tutto sull’ETF su Bitcoin lanciato in Europa da BlackRock.

ETF Bitcoin BlackRock: le caratteristiche principali

Il nuovo ETF Bitcoin di BlackRock sarà accessibile sia in dollari americani (USD) su Euronext Amsterdam, il più grande mercato azionario paneuropeo e una dei principali exchange al mondo per quanto riguarda i prodotti derivati, sia in Euro (EUR) tramite Nyse Euronext Paris e Cetra. L’ISIN di questo strumento finanziario, il codice internazionale che lo identifica in modo univoco è XS2940466316.

Il prodotto verrà gestito da iShares, il brand ETF di BlackRock, e prevede il seguente TER (Total Expense Ratio), ovvero la quota delle spese di esercizio o l’ammontare dei costi annuali applicabili:

  • 0,15% per il primo anno;
  • 0,25% dal secondo anno in poi.

Questi costi rendono l’ETF di Blackrock estremamente competitivo, anche rispetto ad altri ETP o ETN europei già presenti sul mercato e scambiabili. Secondo Rachel Aguirre, responsabile dei prodotti iShares in America, l’arrivo dell’ETF Bitcoin in Europa è una risposta alla crescente domanda di accesso regolamentato agli asset digitali. Le parole della responsabile, riportate da Bloomberg, confermano l’intento di BlackRock di consolidare la propria leadership anche fuori dagli Stati Uniti. C’è da dire che già a febbraio 2025 circolavano indiscrezioni sul lancio europeo di questo prodotto, ma l’azienda non aveva confermato ufficialmente la notizia fino ad oggi.

Quale sarà l’impatto sul mercato europeo?

Sebbene l’Europa abbia già visto nascere diversi prodotti basati su Bitcoin, la credibilità e la rete di clienti istituzionali di BlackRock potrebbero fare la differenza. Soprattutto alla luce del volume di trading generato dagli strumenti finanziari equivalenti negli Stati Uniti. 

Dal loro lancio ad oggi solo i prodotti emessi da BlackRock stessa hanno registrato 39 miliardi di dollari di inflow e detengono circa 50 miliardi di Bitcoin in controvalore. Il mercato europeo degli ETF, tuttavia, è molto più piccolo rispetto a quello americano, e difficilmente si raggiungeranno volumi simili nel breve termine. 

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Cosa cambia per chi investe in Europa?

Il lancio europeo degli ETF su Bitcoin arriva in un momento strategico. Negli ultimi giorni gli strumenti finanziari americani stanno registrando nuovamente afflussi di capitale, dopo un periodo, durato circa 1 mese, dominato da forti outflow. Quello di BlackRock, in particolare, ha chiuso sei sessioni consecutive in positivo, segnalando un rinnovato interesse da parte degli investitori.

Con la quotazione su Euronext, l’ETF Bitcoin BlackRock sarà accessibile a un numero crescente di investitori europei. La semplicità di accesso, la reputazione dell’emittente, che è il più importante fondo di investimento al mondo con in gestione 11 trilioni di dollari e i costi di gestione contenuti potrebbero rendere questo prodotto il punto di riferimento per chi vuole esporsi a Bitcoin attraverso strumenti regolamentati.

È, però, importante ricordare che questi strumenti finanziari sono utili solo nel caso in cui un investitore voglia esporsi alla volatilità di Bitcoin. Infatti, investendo in Bitcoin attraverso un prodotto finanziario regolamentato, come un ETF, ETP o ETC, non è possibile spostare i propri Bitcoin in un wallet self-custody (o non custodial), a differenza di quando lo si acquista direttamente e fisicamente attraverso un exchange di criptovalute regolamentati come Young Platform.

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